sabato 18 giugno 2011

Federali.Sera_18.6.11. Incendiate la padania. Sicilia, ci siamo. Sabato 25 e domenica 26 giugno saranno due giorni fondamentali per il nostro movimento. Arriva a compito quella Naturale evoluzione che ci ha visti impegnati a ridefinire il nostro ruolo e la nostra presenza sul territorio e nella politica della Sicilia. È necessaria la presenza di tutti. E, soprattutto, è importante la partecipazione. Tutti siamo infatti chiamati a dire la nostra, a esprimere il nostro punto di vista.----Napoli. La crisi rifiuti si acuisce, e di pari passo, e col caldo, anche l'esasperazione dei cittadini napoletani. Nella notte, in via Domenico Padula a Pianura, circa duecento persone sono scese in strada per sparpagliare l’immondizia lungo la carreggiata e ribaltare i cassonetti impedendo la circolazione delle automobili.

La Sicilia è dei siciliani. Partecipa anche tu alla naturale evoluzione del Mpa
L’evoluzione del tessuto imprenditoriale in provincia di Benevento.
Crisi rifiuti, da Pianura ai Quartieri città in rivolta: roghi e proteste
Napoli. Rifiuti in viaggio verso Acerra e Caivano
Bankitalia: «L'Alto Adige è in ripresa»


La Sicilia è dei siciliani. Partecipa anche tu alla naturale evoluzione del Mpa
Ci siamo. Sabato 25 e domenica 26 giugno saranno due giorni fondamentali per il nostro movimento. Arriva a compito quella Naturale evoluzione che ci ha visti impegnati a ridefinire il nostro ruolo e la nostra presenza sul territorio e nella politica della Sicilia.
È necessaria la presenza di tutti. E, soprattutto, è importante la partecipazione. Tutti siamo infatti chiamati a dire la nostra, a esprimere il nostro punto di vista.
Raffaele Lombardo qualche giorno fa ha ribadito che il movimento che sta rinascendo dovrà essere basato sulla militanza. Questo vuol dire che non basta la semplice presenza ma è necessario un impegno ed una partecipazione in prima persona, attiva e propositiva.
Tutti quelli che si riconoscono nei nostri valori e tutti quelli che hanno a cuore la Sicilia sono coinvolti e nessuno può permettersi il lusso di delegare ad altri la definizione di un processo determinante per le sorti non solo del nostro movimento ma del futuro della nostra regione.
Chiunque abbia qualcosa da dire sarà il benvenuto perché è dal confronto e dalla dialettica che devono scaturire le scelte che faremo.
Da questa pagina è possibile compilare un modulo per iscriversi a parlare, per partecipare al dibattito di sabato e domenica prossimi. Compilando ed inviando il form, avrete il diritto di fare un intervento della  durata di tre minuti.
Ci auguriamo che sabato e domenica ci siano tantissimi interventi di giovani, donne, cittadini siciliani che hanno a cuore le sorti della propria isola.

L’evoluzione del tessuto imprenditoriale in provincia di Benevento.
 Scritto il 18 giugno 2011
BENEVENTO – Il sistema imprenditoriale della provincia di Benevento risulta costituito, a fine aprile 2011, da uno stock complessivo di 30.839 imprese attive, con un aumento rispetto al mese di marzo di quasi lo 0,2% (pari in termini assoluti a +59 unità). L’incremento congiunturale della base imprenditoriale beneventana registrato in aprile è particolarmente significativo poiché interrompe le contrazioni segnate nei quattro mesi precedenti, che avevano progressivamente annullato l’andamento nel complesso positivo del 2010.
Alla fine dello scorso anno, infatti, le imprese attive raggiungevano le 31.082 unità, mentre ad aprile 2011 se ne registrano 243 in meno; in termini relativi, nei primi quattro mesi del 2011 il ridimensionamento del tessuto produttivo è stato pari al -0,78%, in linea peraltro con il risultato della regione Campania (-0,8%, con un’ulteriore lieve contrazione di 70 unità nel mese di aprile). Anche su scala nazionale si è registrato un arretramento rispetto a dicembre 2010, ma più contenuto (Italia: -0,29%). I risultati sopra esposti non si discostano molto dall’andamento delle unità locali[1]: tra dicembre 2010 e marzo 2011 gli insediamenti produttivi in provincia di Benevento si sono complessivamente ridotti dello 0,6% (-237 unità locali), a fronte di una flessione più contenuta rilevata a livello regionale (-0,2%) e nazionale (-0,2%).

I dati di aprile 2011 relativi alle iscrizioni e cessazioni di impresa confermano comunque una ritrovata vivacità dell’imprenditoria sannita. Nel mese in questione, infatti, ci sono state 268 nuove iscrizioni nel Registro camerale contro 162 cessazioni, con un conseguente saldo tra imprese iscritte e cessate positivo per 106 unità e pari a circa il 19% del saldo dell’intera regione Campania (+559 unità). Dalla disaggregazione dei dati provinciali per settore produttivo si osserva come il saldo positivo tra imprese iscritte e cessate rilevato nel mese di aprile sia ascrivibile, quasi esclusivamente, alle “imprese non classificate”. Saldi negativi, invece, sono riscontrabili nell’ambito dell’agricoltura (-8 imprese), dell’industria manifatturiera (-6), delle costruzioni (-7), del commercio (-13) e delle strutture ricettizie (-9), comparti che, tranne quest’ultimo caso, hanno conosciuto anche significative contrazioni nel numero di imprese attive tra fine dicembre 2010 e fine aprile 2011.

Nei primi mesi del 2011, infatti, la dinamica complessiva delle imprese attive è stata influenzata negativamente dall’ulteriore arretramento del settore primario (-205 imprese, pari al -1,5%), la cui base imprenditoriale, pur continuando a rappresentare oltre il 42% del tessuto produttivo locale, si era già notevolmente contratta nel 2010. Da notare, comunque, il leggero incremento congiunturale (+6 imprese attive) osservato nell’agricoltura nel mese di aprile. A ciò si sono aggiunte, sempre in confronto allo scorso mese di dicembre, variazioni negative, seppur più contenute, di altri settori “chiave” per l’economia locale, quali le costruzioni (-26 imprese attive, pari al -0,8%), il commercio (-20, -0,3%) e la manifattura (-9, -0,4%). In particolare, all’interno del comparto manifatturiero hanno conosciuto le contrazioni maggiori in termini assoluti l’industria del legno (-5 imprese attive, pari al -2,3%) e il comparto della lavorazione di minerali non metalliferi (-4 unità, -1,9%). Di segno inverso, invece, è stato l’andamento dei servizi di alloggio e ristorazione e delle attività immobiliari che negli ultimi quattro mesi sono cresciuti rispettivamente dello 0,8% (+13 imprese) e del 5,6% (+14 imprese).

Per quanto riguarda la componente imprenditoriale artigiana, l’avversa fase economica degli ultimi anni non si è ancora allentata, né in provincia di Benevento né sul territorio italiano nel suo complesso. Dopo il ridimensionamento subìto lo scorso anno, infatti, tra dicembre 2010 e marzo 2011 il numero di imprese artigiane attive in provincia ha registrato una flessione pari allo 1,2% (corrispondente a -61 unità), attestandosi a 5.077 imprese. Questa variazione è stata più sostenuta ma comunque dello stesso segno di quella riscontrata a livello regionale (-0,6%) e nazionale (-0,9%). Dal punto di vista dei profili giuridici, nel mese di aprile tutte le forme giuridiche, ad eccezione delle “altre” (che comprendono le forme cooperative e consortili, -1 unità), hanno registrato una variazione positiva rispetto al mese di marzo, con particolare riferimento alle società di capitale (+40 aziende) e alle ditte individuali (+18). Nel periodo compreso tra dicembre 2010 e aprile 2011, invece, il ridimensionamento della base produttiva sannita visto sopra (-243 imprese attive, -0,78%) è da attribuire pressoché interamente alle ditte individuali (-290 unità, pari al -1,2%), che hanno continuato a contrarsi a un ritmo peraltro più sostenuto di quello sperimentato in Campania (-1,1%) e in tutto il Paese (-0,7%). Sul versante opposto, si evidenzia la dinamica positiva sperimentata dalle società di capitale, che hanno raggiunto le 3.946 unità, 57 in più rispetto allo scorso dicembre (+1,5%, a fronte del più modesto +0,8% della Campania e del +1,3% dell’Italia). In aumento, ma di sole 4 unità, anche le “altre forme” giuridiche (+0,6%), mentre in controtendenza con il recente passato si sono contratte le società di persone (-14 unità, pari al -0,6%), allo stesso ritmo nazionale ma in misura più contenuta rispetto al dato regionale (Italia: -0,6%; Campania: -1,3%).

“L’andamento del primo quadrimestre del 2011 – afferma Gennaro Masiello, presidente della Camera di Commercio di Benevento – ha, quindi, confermato il processo di ristrutturazione del tessuto imprenditoriale, avviato tempo fa nella provincia di Benevento verso forme societarie più strutturate e capitalizzate, al pari di quanto sta accadendo a livello regionale e nazionale. Nonostante gli andamenti sopra riportati, però, la provincia di Benevento si caratterizza ancora per un tessuto imprenditoriale connotato da una notevole polverizzazione in piccole e micro imprese. Le ditte individuali rappresentano, infatti, il 77,4% delle attività imprenditoriali presenti in provincia, superando di oltre 14 punti percentuali il peso che tale gruppo di imprese ha in ambito regionale e nazionale. Al contrario, le forme giuridiche societarie hanno un’incidenza, sul totale delle imprese, più bassa rispettivamente di circa 5 punti percentuali per le società di capitali e circa 9 punti per quelle di persone rispetto ai corrispondenti valori regionali e nazionali”.

Le imprese possono avere più unità locali. Le unità locali sono il luogo fisico nel quale un’unità giuridico-economica (impresa, istituzione) esercita una o più attività economiche. L’unità locale corrisponde a un’unità giuridico-economica o a una sua parte, situata in una località topograficamente identificata da un indirizzo e da un numero civico. Costituiscono esempi di unità locale le seguenti tipologie: agenzia, albergo, ambulatorio, bar, cava, deposito, domicilio, garage, laboratorio, magazzino, miniera, negozio, officina, ospedale, ristorante, scuola, stabilimento, studio professionale, ufficio, ecc.

Crisi rifiuti, da Pianura ai Quartieri città in rivolta: roghi e proteste
Spazzatura sparpagliata in strada da ignoti in via Concordia. Roghi in tutta la città e nell'hinterlnad
NAPOLI - La crisi rifiuti si acuisce, e di pari passo, e col caldo, anche l'esasperazione dei cittadini napoletani. Nella notte, in via Domenico Padula a Pianura, circa duecento persone sono scese in strada per sparpagliare l’immondizia lungo la carreggiata e ribaltare i cassonetti impedendo la circolazione delle automobili. Sul posto si sono recati le forze dell’ordine e, intorno alle 3,45, la situazione è tornata alla normalità con la rimozione della spazzatura e il ripristino della viabilità.

AI QUARTIERI - Analoga protesta si è verificata anche nel centro storico, nella zona di Montecalvario: in via Concordia la circolazione è stata bloccata a causa dell’immondizia sparsa lungo la strada da ignoti. Anche qui si è reso necessario l’intervento dei mezzi dell’Asia e delle forze dell’ordine che hanno riportato la normalità intorno alle 2,45.

VENTI INCENDI ANCHE IN PROVINCIA- Secondo quanto informa la centrale operativa del comando provinciale dei vigili del fuoco, nella notte sono stati circa venti i roghi appiccati ai cumuli di rifiuti, da giorni in strada, dai quali si leva un odore nauseabondo. Particolarmente colpite, a parte i quartieri del capoluogo partenopeo, - riferiscono i pompieri - anche i comuni del Napoletano, soprattutto dell’area flegrea (Pozzuoli e Quarto) e a Giugliano in Campania dove, anche in questo momento, una squadra è al lavoro per estinguere le fiamme che si levano da un cumulo d’immondizia incendiato.

Napoli. Rifiuti in viaggio verso Acerra e Caivano
Cesaro firma le autorizzazioni per tre siti di trasferenza «Passo decisivo per fronteggiare l'emergenza»
NAPOLI – Il presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro ha firmato le autorizzazioni per tre siti di trasferenza per i rifiuti. Dalla 14 di sabato le aree individuate (due ad Acerra una a Caivano) potranno ricevere l’immondizia. «Oggi ho assunto una serie di decisioni che consentiranno a tutta l’area metropolitana partenopea di poter fronteggiare con successo quest’altra fase critica dell’emergenza rifiuti», ha detto il presidente provinciale.

AL PANTANO - Nello specifico è stata autorizzata l’apertura di un’area di trasferimento ad Acerra in località Pantano della società Italambiente dove verrà trasferita materiale umido e tritovagliato in giacenza presso gli Stir di Giugliano e di Tufino per complessive 7mila tonnellate per consentire uno svuotamento degli impianti e la loro successiva piena operatività.

SECONDA E TERZA AREA - Nella seconda area di trasferimento sempre ad Acerra in località Pantano verrà trasferita invece frazione secca in giacenza presso gli Stir di Giugliano e di Tufino per oltre 10mila tonnellate. La terza area di trasferimento di Caivano, in località Pascarola di proprietà della società Ambiente Energia Caivano, verranno allocati rifiuti solidi urbani per complessive 4mila tonnellate.

IL SINDACO: TRA 4 GIORNI TUTTO PULITO - Intanto il sindaco di Napoli Luigi de Magitris ribadisce che la città sarà pulita entro martedì, previsioni che Asìa «è in grado di far rispettare per quanto concerne le proprie competenze», ha aggiunto Raphael Rossi, neo presidente dell’azienda del Comune per la raccolta rifiuti. De Magistris ha dichiarato inoltre che Napoli «non avrà un aumento dei siti di trasferenza». Il primo cittadino valuta poi positivamente il tavolo di ieri in prefettura con i presidenti di Regione e Provincia: «Stiamo lavorando affinchè il governo provveda al decreto (sblocca flussi, che permetta il trasferimento di rifiuti fuori regione, decreto osteggiato dalla Lega, ndr), ma su questo sono abbastanza pessimista», la chiosa del sindaco. Intanto mercoledì de Magistris e Caldoro saranno insieme a Bruxelles per chiedere all’Ue lo sblocco dei fondi Fas.
 Francesco Parrella

Bankitalia: «L'Alto Adige è in ripresa»
Presentato il rapporto annuale: Bolzano meglio di Trento, ma bisogna fare di più.
di Alessandro Maranesi
BOLZANO. A guardare i tanti segni più provenienti dalle statistiche parrebbe che le due province di Bolzano e Trento siano finalmente uscite dalla crisi. Invece se si va a scavare un po'più in profondità si scopre che i coni d'ombra sono ancora molti. «In Alto Adige si registra una ripresa senza dubbio più vigorosa: Trento soffre sicuramente più di Bolzano, è più stagnante», ha affermato Giorgio Salvo, direttore della filiale trentina di Bankitalia, ieri in occasione della presentazione del dossier sullo stato dell'economia regionale. Ancora più esplicito Marco Paccagnella, del Nucleo di ricerca economica di Palazzo Koch: «In generale l'Alto Adige risulta essere più veloce del Trentino, ma la provincia di Bolzano, a sua volta, in alcuni settori è più lenta del Nord Est». Il motivo, spiega proprio Paccagnella, è presto detto: «La struttura economica regionale è poco tesa al settore manifatturiero e all'export, più soggetti alla ripresa. In generale la regione cala meno delle altre nei momenti di crisi ma poi ci mette di più a riprendersi» e, in altre parole, dietro ad una crescita del Pil che è stata del 1,3% sul 2009 (in linea con la media nazionale ma inferiore all'+1,9% dell'intero Nordest) si nascondono scenari fra loro molto diversi. LAVORO. Lo studio della Banca d'Italia conferma il dato negativo: l'occupazione in regione stenta a crescere. È il trend è peggiore a Trento dove nel 2010 si è registrata una disoccupazione pari al 4,3%, a Bolzano del 2,7%. Il tasso di occupazione rimane comunque alto: 60% in forte calo in Trentino, ora sotto alle percentuali del Nord Est, al 71,1% in Alto Adige. L'industria manifatturiera è stata la grande protagonista della ripresa del 2010. Anche se nel primo trimestre 2011 ha già fatto registrare una frenata. Però la selezione che questa crisi sta facendo, consente al 70% delle aziende regionali di chiudere i bilanci in utile e di far aumentare il fatturato  del 5,7%. Inoltre il grado di utilizzo degli impianti è aumentato, passando dal 69,2% del 2009 al 77,2% del primo trimestre 2011. Senza contare che nei 12 mesi appena passati gli investimenti sono aumentati del 13%. SCAMBI CON L'ESTERO. L'export altoatesino è aumentato del 20,3%, quasi due punti in più rispetto a quello trentino. Dall'indagine emerge che Bolzano esporta il 5% in più rispetto al 2007. Questo è dovuto innanzitutto alla posizione geografica dell'Alto Adige che favorisce gli scambi in particolare con l'area germanica. Non solo: a tutti i livelli, a partire dall'Eos, l'Organizzazione export dell'Alto Adige, si lavora per far sì che le aziende varchino i confini regionali e si rivolgano ai mercati stranieri. A dimostrazione delle due velocità di ripresa delle due province sta il fatto che nei primi 6 mesi del 2011 Bolzano è cresciuta del 25,8%, Trento del 15,6%. Mentre, per ribadire che la ripresa internazionale viene dalla Cina, non sfugge il dato che ormai il 10% dell'export regionale parte per l'estremo oriente (quasi +40% a Bolzano, +34,6% a Trento). MERCATO IMMOBILIARE. Piccoli segnali di ripresa a Bolzano nel settore delle costruzioni, mentre è ancora crisi nera in Trentino. Un dato su tutti: a sud di Salorno le compravendite immobiliari ad uso abitativo sono calate del 3,6%. A Nord sono aumentate del 14,4%. Quelle ad uso commerciale e industriale sono calate del 7,8% a Trento, +2,6% in Alto Adige. TURISMO. Nonostante la crisi, tiene il turismo con discrete percentuali di crescita in entrambe le province (più marcate, però, in provincia di Bolzano). Confermati gli elevati livelli delle presenze del 2009, grazie in particolare agli stranieri. La stagione estiva 2010 ha portato ad un incremento del 2,6% in Alto Adige mentre in Trentino si è rilevata una situazione analoga a quella dell'anno precedente. CREDITO. Le aziende incagliate, ovvero quelle che rischiano a breve di passare "in sofferenza" nei confronti delle banche, a Bolzano è calato dal 7,5 al 5,8%, a Trento è cresciuto dal 6,9 all'8,2%. In entrambi i casi comunque meglio del Nordest e del resto d'Italia. Preoccupa però la frequenza delle aziende passate dall'incaglio alla sofferenza vera e propria: dal 16,9 al 28,5% a Trento, dal 17,9 al 23,7% a Bolzano. Calano le raccolte di liquidi da parte delle banche per i privati, mentre aumentano molto i mutui per l'acquisto di case in entrambe le province (oltre il 7%). Divergenti, invece, i dati sul credito al consumo: -7,9% 18 giugno 2011
a Bolzano, -0,5% a Trento. Mentre il perdurare delle difficoltà congiunturali ha comportato un'ulteriore diminuzione del credito al settore immobiliare e a quello delle costruzioni. Unico dato davvero positivo, in conclusione, è quello dei tassi di interesse che, in Trentino Alto Adige, risultano i più bassi d'Italia. I tanti che hanno contratto un mutuo almeno in questo, tireranno un sospiro di sollievo. 18 giugno 2011

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