sabato 6 luglio 2013

VI.VII.MMXIII — Padani e balcanici, fratelli di sangue. Lucani, fratelli coltelli.===A oggi, ricorda, ''le aziende italiane presenti in Romania sono 35.526''. Tra queste, ci sono i gioielli di famiglia come Finmeccanica e Ansaldo Nucleare, Pirelli, ma anche diverse banche, assicurazioni, nonche' aziende operanti nei settori tessile, agroalimentare, energetico e delle infrastrutture. ''Complessivamente - fa sapere all'ANSA Grapini - il business italiano rappresenta il 10% del nostro Pil''.===Finora lo stabilimento Fiat di Kragujevac (Fiat Automobili Srbija, Fas) ha esportato 80 mila 500L. (ANSA).===Leo Amato, Potenza - Portare le nuove "royalties" anche dove hanno sede le «terminazioni industriali» della filiera del petrolio. (....) A scapito di chi come l'assessore all'ambiente di Pisticci solo la scorsa settimana diceva al Quotidiano che la «ricchezza generata dalle risorse del sottosuolo dovrebbe essere distribuita tra tutti i comuni lucani».

Basilicata. Royalties, non solo Val d'Agri. E' battaglia per la redistribuzione
Campania. Turismo, nascono i primi Distretti
Entrate primi 5 mesi a 149,1 mld (-0,2%)
Ministro Bucharest, in Romania da aziende italiane 10% Pil
Romania, l'economia cresce (+1,9%) nel primo trimestre
Fiat, presentata a Kragujevac la '500L living'

Basilicata. Royalties, non solo Val d'Agri. E' battaglia per la redistribuzione
Il Ministero valuta la distribuzione del surplus di entrate lungo la filiera della raffinazione, quindi non solo nei luoghi delle estrazioni ma anche in quelli delle "terminazioni industriali" come, ad esempio, la Valbasento e Taranto.
di LEO AMATO
POTENZA - Portare le nuove "royalties" anche dove hanno sede le «terminazioni industriali» della filiera del petrolio. L'ultimo ostacolo nel negoziato per l'aumento delle estrazioni in Val d'Agri sarebbe un braccio di ferro in corso proprio su questo tema.
E' la distribuzione territoriale della quota delle maggiori entrate fiscali previste dalle prossime intese la questione più scottante sui tavoli del Ministero dello sviluppo economico. Si intendono gli stessi dove da un anno e mezzo si rimpallano le bozze del regolamento attuativo dell'articolo 16 dell'ex dl "liberalizzazioni". Una paralisi che ha finito per espropriare il governo del pallino della trattativa ripresa dai comuni lucani interessati dagli impianti di Eni e Shell. Tanto che soltanto la scorsa settimana è arrivato l'accordo di massima con la compagnia del cane a sei zampe e il suo socio anglo olandese per la destinazione alle amministrazioni di quasi 45mila metri cubi di gas naturale al giorno da destinare come meglio crederanno. Ma a una condizione. Ossia che la produzione passi dagli attuali 104mila barili al giorno ai 129mila previsti. Poco più di un patto tra gentiluomini, messa sul valore legale dell'accordo appena raggiunto. Eppure un segnale politico inequivocabile della voglia di autogestione dei sindaci dell'enclave petrolifera stretti tra le esigenze di bilancio e le annose questioni ambientali.
Riusciranno i primi cittadini ad affermare la loro "piattaforma" nella capitale? Resta da vedere, anche se l'interesse mostrato dalla Regione e i segnali inequivocabili di ottimismo arrivati da via Verrastro come dai palazzi più importanti della capitale lasciano credere di sì. A scapito di chi come l'assessore all'ambiente di Pisticci solo la scorsa settimana diceva al Quotidiano che la «ricchezza generata dalle risorse del sottosuolo dovrebbe essere distribuita tra tutti i comuni lucani».  Queste le parole di Lino Grieco il giorno della firma di una convenzione per il monitoraggio delle matrici ambientali sul modello di quella già avviata dal Campus biomedico di Roma e dal comune di Viggiano, capoluogo del greggio lucano, che ospita la maggioranza dei pozzi attivi e il centro oli, l'infrastruttura fondamentale della concessione per la coltivazioni di idrocarburi in Val d'Agri.
A Pisticci c'è un altro centro oli dell'Eni ma ogni giorno lavora meno di 300 barili al giorno, perciò niente a che vedere con gli 86mila di Viggiano. Eppure è proprio lì, tra i campi squarciati dai calanchi, che le autocisterne trasportano a ritmo continuato l'acqua e i fanghi di scarto delle estrazioni effettuate nel paese della madonna nera e dintorni. «Siamo l'ultimo anello della filiera che parte dai pozzi valligiani». Insiste l'assessore col sostegno del sindaco Antonio Di Trani. Motivo per cui chiedono la loro parte di proventi del greggio come li si voglia chiamare, "royalties" o quote di partecipazione alle relative entrate fiscali, secondo il dettato dell'articolo 16 del dl "Sviluppa Italia" approvato un anno e mezzo fa dal governo Monti. «Non è una presunzione ma un atto a mio avviso dovuto». Queste le espressioni di Grieco evidenziate dal Quotidiano. «Ci vogliono risorse per garantire che attività importanti legate al petrolio come quelle che hanno sede nel nostro territorio vengano svolte in sicurezza». Se si pensa che a Viggiano nel 2012 la convenzione con l'ateneo romano è costata 100mila euro si capisce bene che cosa intenda.

Ma quelle del paese dai piedi d'argilla non sono le uniche rivendicazioni a cui si starebbe dando ascolto al ministero. Altro tema è infatti quello dei paesi attraversati dall'oleodotto che ai ritmi attuali trasporta ogni giorno trasporta 7 milioni di greggio nell'impianto di raffinazione Eni di Taranto. Nell'ordine: Viggiano, Grumento Nova, Montemurro, Corleto e Guardia Perticara, Gorgoglione, Aliano, Stigliano, Craco Montalbano Jonico, Pisticci, Bernalda, Ginosa, Castellaneta, Palagiano e Massafra. C'è chi sostiene per cominciare che vada considerata un'infrastruttura a rischio di incidente rilevante, e la fuoriuscita avvenuta l'anno scorso a Bernalda sembra dargli ragione, a maggior ragione se si è trattato davvero di un gesto doloso.
Poi della Città dei due mari, e dei corpi già piagati dai fumi tossici dell'Ilva. Nei mesi scorsi si è fatta sentire più volte l'opposizione degli ambientalisti e dell'amministrazione comunale ai programmi di sviluppo dell'impianto della compagnia del cane a sei zampe.
L'articolo 16 dell'ex dl "liberalizzazioni parla di «sviluppo di progetti infrastrutturali e occupazionali di crescita dei territori di insediamento degli impianti produttivi e dei territori limitrofi». Escludere il sito della raffineria dove converge tutto il greggio estratto in Basilciata solo perché non lavora soltanto quello per qualcuno potrebbe sembrare una forzatura.

Campania. Turismo, nascono i primi Distretti
NAPOLI. Nascono i primi quattro Distretti turistici in Campania. Si tratta di quelli dell’Isolaverde (Ischia, Casamicciola, Barano d’Ischia, Lacco Ameno, Forio d’Ischia e Serrara Fontana); Penisola sorrentina (Sorrento, Massa Lubrense, Meta, Piano di Sorrento, Sant’Agnello e Vico Equense); Litorale domitio (Cellole, Castel Volturno, Mondragone e Sessa Aurunca); Golfo di Policastro (Vibonati, Sapri, Ispani, San Giovanni a Piro e Santa Marina). Manca solo il decreto del presidente del Consiglio (cui seguirà la firma del governatore) per la piena attivazione. «Il brand decisivo per la Campania è rappresentato dal settore turistico e dei beni culturali - spiega l’assessore regionale Pasquale Sommese -. Gli ambiti individuati, ed altri che saranno definiti a breve, rappresentano l’altro versante del grande lavoro che la giunta Caldoro sta portando avanti sulla balneabilità e la pulizia dei fondali marini ». L’obiettivo, spiega, «è fare della valorizzazione dei beni culturali e delle immense ricchezze di questa regione un’opportunità autentica, sia sul versante della riqualificazione e della tutela, sia attraverso una politica di mirata messa a sistema degli stessi. Per quel che mi riguarda, lavorerò ad una politica turistico-culturale in grado di creare uno sviluppo sostenibile ». I Distretti costituiscono zone a “burocrazia zero”. Ove esse coincidano con le zone franche urbane, le risorse sono affidate al sindaco competente per territorio. Ad essi si applicano disposizioni fiscali, amministrative e finanziarie. Inoltre, nei Distretti turistici sono attivati sportelli unici di coordinamento delle attività delle agenzie fiscali e dell’Inps, presso le quali le imprese del Distretto definiscono tutte le questioni di competenza dei medesimi enti e possono presentare richieste e istanze, anche rivolte ad alte amministrazioni statali, nonché di ricevere i provvedimenti conclusivi dei relativi procedimenti. «L’obiettivo verso cui la giunta Caldoro intende muoversi è quello di coniugare, al fine di renderle incisive, la valorizzazione del patrimonio turistico e culturale con l’uso delle risorse territoriali ».

Entrate primi 5 mesi a 149,1 mld (-0,2%)
Tesoro, gettito stabile malgrado crisi
05 luglio, 20:52
(ANSA) - ROMA, 5 LUG - Le entrate erariali registrate nel periodo gennaio-maggio 2013 ammontano a 149.117 milioni di euro, mostrando una lieve variazione negativa dello 0,2% (-373 milioni di euro) al confronto con i primi cinque mesi del 2012. Lo comunica il Dipartimento delle Finanze del Mef. Il gettito tributario dei primi cinque mesi del 2013, ''pur in presenza di una congiuntura economica negativa, si mantiene sostanzialmente stabile rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente''.

Ministro Bucharest, in Romania da aziende italiane 10% Pil
Grapini all'ANSA, nuova frontiera agricoltura bio e turismo
05 luglio, 18:16
Secondo partner commerciale dopo la Germania, primo investitore straniero, un capitale di oltre 35 mila aziende operanti sul territorio. Il tessuto imprenditoriale italiano in Romania gode di ottima salute, ma le cose potrebbero andare ancora meglio. Anzi, ''il nostro auspicio e' quello che l'Italia torni ai livelli del 2007, quando era il nostro primo partner commerciale''. A parlare con ANSA Nuova Europa e' il ministro con delega alle Pmi e al Turismo rumeno, Maria Grapini, che a margine di una conferenza internazionale sul potenziale turistico della Romania in corso in questi giorni a Bucarest, fa il punto sui rapporti economici bilaterali tra Italia e Romania.
 A oggi, ricorda, ''le aziende italiane presenti in Romania sono 35.526''. Tra queste, ci sono i gioielli di famiglia come Finmeccanica e Ansaldo Nucleare, Pirelli, ma anche diverse banche, assicurazioni, nonche' aziende operanti nei settori tessile, agroalimentare, energetico e delle infrastrutture.
 ''Complessivamente - fa sapere all'ANSA Grapini - il business italiano rappresenta il 10% del nostro Pil''. Solo lo scorso anno, poi, ''l'interscambio tra i nostri due Paesi ha raggiunto gli 11,5 miliardi di euro''. A partire dal prossimo anno, prosegue la responsabile delle Pmi e del Turismo, la nuova frontiera per gli investitori italiani potrebbe essere ''l'agricoltura biologica. Dal 2014, infatti, anche gli investitori stranieri avranno la possibilita' di acquistare terreni in vendita''. A capo di un dicastero competente anche in materia di turismo, Grapini auspica che il comparto possa essere volano economico per lo sviluppo del Paese. A oggi, infatti, con 1,7 milioni di visitatori (dato che ingloba al contempo gli arrivi business e quelli per motivi turistici), il settore rappresenta solo il 2% del Pil rumeno. ''Il mio obiettivo - dice - e' che al termine del mio mandato si possa riuscire a raggiungere il 5%''.
 Per farlo, il governo di Bucarest ha tracciato le linee d'azione attorno alle quali sviluppare il comparto turistico, puntando su sei distinte strategie. ''Turismo culturale, naturalistico, religioso, balneare, enogastronomico e soprattutto della salute''. Una strada che e' tutta da costruire. E dove il mercato italiano puo' fare la sua parte. (ANSA).

Romania, l'economia cresce (+1,9%) nel primo trimestre
Dati diffusi da ufficio statistica
04 luglio, 13:51
(ANSA) - BUCAREST - Il prodotto interno lordo della Romania e' cresciuto del 1,9% nel primo trimestre dell'anno rispetto allo stesso periodo del 2012. I dati destagionalizzati sono stati diffusi oggi dall'ufficio statistica del governo.
 Nel periodo, il Pil ha raggiunto i 34,7 miliardi di euro (154233 milioni di Lei). Il Pil ha segnato una crescita congiunturale dello 0,6%. (ANSA).

Fiat, presentata a Kragujevac la '500L living'
Manzo, 'via internazionale per crescita aziende italiane'
05 luglio, 12:35
(ANSA) - BELGRADO - Allo stabilimento Fiat di Kragujevac (Serbia centrale) e' stato presentato ufficialmente oggi il nuovo modello 500L Living, il terzo della serie che va ad aggiungersi a quello base e al Trekking. Alla cerimonia, unitamente al direttore generale dell'impianto di Kragujevac, Antonio Cesare Ferrara, e' intervenuto il nuovo Ambasciatore d'Italia a Belgrado, Giuseppe Manzo, che per l'occasione ha visitato per la prima volta la fabbrica serba del Lingotto.
Quella di oggi del resto e' stata la prima visita di Manzo alla sede di una compagnia in Serbia.
 Il direttore generale dell'impianto di Krajujevac, Ferrara, ha detto che i piani per quest'anno sono di produrre fra 110 mila e 150 mila auto, a seconda delle richieste del mercato e dei trend economici nei vari paesi nei quali la 500L viene venduta. ''Noi esaminiamo attentamente il mercato automobilistico globale, e sulla base dell'andamento della congiuntura e dei vari trend, facciamo aggiustamenti alle nostre previsioni'', ha osservato Ferrara, che ha auspicato al tempo stesso l'export della 500L anche sul mercato della Russia, che rappresenta un grande potenziale. A suo avviso, le vendite potranno cominciare nell'ultimo trimestre di quest'anno. ''Siamo felici che l'Ambasciatore Manzo abbia scelto la nostra fabbrica quale prima compagnia da visitare in Serbia'', ha aggiunto Ferrara, che ha definito la 500L Living qualcosa di completamente nuovo, ideale per le famiglie numerose. ''Sono sicuro che per questo tale modello avra' successo sia sul mercato serbo che su quello mondiale''.
 La 500L Living e' prodotta nelle varianti Pop Star e Lounge, entrambe a cinque e sette posti, con 19 colori di carrozzeria e 11 combinazioni a due colori. Gli ordinativi potranno essere effettuati da questo mese in Italia, e successivamente si estenderanno al resto d'Europa. Il prezzo del modello cinque posti con motore diesel e' di 13.650 euro, mentre la 500L Trekking benzina costa 13.900 euro. Finora lo stabilimento Fiat di Kragujevac (Fiat Automobili Srbija, Fas) ha esportato 80 mila 500L. (ANSA).


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