Ilva: prosegue indagine Ue, entro novembre
risposta Italia
L'UNIONE SARDA - Economia: Sviluppo locale,
presentati 1.037 piani
Fincantieri, la Seabourn ordina una nave
extralusso
A Metaponto è un disastro
In ginocchio
l'economia agricola
Migliaia di quintali
di uva da vino bloccati nei campi a causa di strade rurali cancellate. Si
mobilita il comitato "Terre Joniche"
di ANTONIO CORRADO
SONO trascorsi quasi
tre anni da quella drammatica alluvione, che il 1 marzo 2011 spazzò via campi e
strade, anche importanti come la Ss 407 Basentana, ed il Metapontino sembra
essere ripiombato in quell’incubo, con tanto di promesse non mantenute.
E’ il messaggio del
“Comitato per la difesa delle terre joniche”, nato sui detriti dell’alluvione
2011 ed oggi nuovamente sul piede di guerra, per i nuovi danni ingenti a strade
rurali ed aziende agricole, quando ancora non ci si era completamente ripresi
dal colpo di due anni fa. Dei 350 milioni di danni nel 2011, ne sono stati stanziati
15, ma ne sono arrivati solo 4, con l’aggravante di una iniqua distribuzione
tra le 200 aziende agricole danneggiate. Oggi il Comitato riprende la protesta
da Serramarina, dove almeno 1.500 quintali di uva da vino sono rimasti nei
campi incolti ed invendibili. Tanto basta per far fallire un’azienda, che non
ha neppure la possibilità di avvicinarsi ai ceppi, perchè la strada è stata
cancellata dall’alluvione. Le strade rurali, infatti, rappresentano oggi
l’emergenza maggiore per decine di aziende del Metapontino, tra Bernalda e
Scanzano Jonico.
Il Centro di
educazione ambientale di Bernalda e Metaponto ha predisposto un ricco dossier
di foto, che offrono l’immagine più eloquente del dramma in corso nelle
campagne di Bernalda.
Le contrade Chora, Scorzone, Avinella, Fabrizio, Demanio
Campagnolo, Spineto, Serramarina, fino al Parco archeologico a 11 giorni dal
disastro sono ancora in ginocchio.
«La Chora -si legge
in una nota del Cea- è da 3700 anni il pianoro su cui i greci prima, e gli
agricoltori metapontini ancora oggi, ottengono i loro pregiati prodotti
agricoli. Un fazzoletto di territorio molto
fertile, fatto da terreni rossi, precoci profondi, ideali per le
migliori colture orticole ed arboree. Fino agli anni Novanta era un manto unico
di vigneti allevati a tendone, senza soluzione di continuità; orgoglio degli
agricoltori bernaldesi. Con la crisi della viticoltura (da cui una profonda
crisi della agricoltura bernaldese), si è ripartiti, ed è in atto una faticosa
riconversione produttiva verso altri fruttiferi e colture ortive di pregio. La
faticosa riconversione, purtroppo, non è stata seguita da una razionale
gestione delle opere infrastrutturali del territorio. Lungo tutto la chora,
quasi con rassegnazione si assiste da diversi anni a situazioni diffuse di
degrado e incuria -denunciano dal Cea- cunette lungo le strade rurali piene di erbacce e rifiuti agricoli di ogni
tipo, canali consortili ormai trasformati in canneti e discariche, coltivazioni
ed opere strutturali realizzate lungo
vie naturali di sgrondo delle acque meteoriche, infrastrutture bisognevoli di
manutenzione, terreni non coltivati pieni di erbacce, ecc.».
La documentazione
fotografica è una ferita aperta, qualcosa che non avremmo mai voluto
pubblicare, «soprattutto noi di Cea Bernalda e Metaponto che della promozione
delle bellezze naturali del nostro territorio e della chora in particolare, dal
punto di vista storico e naturalistico, ne abbiamo fatto una mission. Serve per
lanciare un grido d'allarme , chiediamo
aiuto, la chora è in ginocchio. Servono investimenti urgenti ed importanti.
Gli agricoltori si
sono sentiti quasi messi da parte con il loro dramma,oscurati dai media e dalla
rete, per dare spazio all'allarme "Salvate la Magna Grecia". E' anche
comprensibile, in certi momenti , quando vedi la tua terra ferita in questo
modo e le tue produzione svanite nel nulla. La chora con le sue produzioni
agricole è stata l’artefice dello sviluppo di Metaponto ai tempi della Magna
Grecia, adesso speriamo nel contrario».
Intanto il Comitato
terre joniche sarà martedì a Roma per sollecitare l’ordinanza sullo stato di
calamità e poi promette battaglia durante le prossime Regionali.
sabato 19 ottobre
2013 09:24
Ilva: prosegue indagine Ue, entro novembre
risposta Italia
Mazzoni (Pdl), si è aspettato troppo,
velocizzare procedure
17 ottobre, 15:00
(ANSA) - BRUXELLES, 17 OTT - Prosegue a
Bruxelles la procedura d'infrazione avviata sul caso dell'Ilva di Taranto e la
Commissione Ue si aspetta una replica delle autorità italiane ''entro fine
novembre''. Lo ha riferito oggi un funzionario dell'esecutivo comunitario
durante un'audizione alla commissione Petizioni dell'Europarlamento. ''Abbiamo
avviato una procedura d'infrazione perché siamo molto preoccupati per i livelli
delle emissioni delle produzioni siderurgiche'', ha osservato il funzionario,
che ha chiesto al nostro Paese l'attuazione di ''misure efficaci'' per
garantire la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini. La
presidente della commissione Petizioni, Erminia Mazzoni (Pdl), ha sottolineato
che gli eurodeputati discutono del problema Ilva da oltre sei anni, mentre
l'esecutivo comunitario ha deciso di agire contro l'Italia soltanto il mese
scorso.
''Sei anni sono troppi, è necessario
accelerare le procedure per salvaguardare la salute e l'ambiente: i cittadini
di Taranto non possono, e non devono, aspettare ancora'', ha affermato la
Mazzoni. (ANSA).
L'UNIONE SARDA - Economia: Sviluppo locale,
presentati 1.037 piani
18.10.2013
Si è chiusa con la presentazione di 1.037
manifestazioni di interesse la prima fase del bando sui Progetti di filiera e
sviluppo locale (Pfsl) per le aree di crisi e svantaggiate della Sardegna.
Entro i prossimi 15 giorni è prevista la pubblicazione della graduatoria, delle
disposizioni per la presentazione delle domande e l'attivazione della procedura
on line che rimarrà aperta per i 30 giorni successivi. Nello specifico, le
richieste arrivate al Centro di programmazione riguardano le aree di La
Maddalena (96 progetti), della Marmilla (43 progetti), di Oristano (285
progetti), di Porto Torres (234 progetti di cui 11 per iniziative a l'Asinara),
della Sardegna Centrale (339 progetti), del Sulcis Iglesiente (40 progetti) per
una spesa prevista di 773.201.975 euro a fronte di un contributo concedibile di
209.252.445 euro. «Siamo soddisfatti dell'interesse che c'è stato verso questo
strumento da parte di imprese e amministrazioni che in molti casi si sono unite
per cercare di creare sviluppo nelle aree svantaggiate», spiega l'assessore
alla Programmazione Alessandra Zedda. Il maggior numero di manifestazioni di
interesse è arrivato dal turismo con 556 progetti (53,6%), a seguire il
manifatturiero con 168 richieste (16,2%), poi l'agroalimentare con 151 progetti
(14,6), a seguire le produzioni tipiche con 95 progetti (9,2%), l'economia del
mare con 29 progetti (2,8%), la green economy con 21 progetti (2%), la blu
economy con 13 progetti (1,3%) e i settori tradizionali con 4 progetti (0,4%).
Fincantieri, la Seabourn ordina una nave
extralusso
Annunciata la
sottoscrizione con il Gruppo Carnival della commessa. Consegna prevista per la
seconda metà del 2016. Ancora da chiarire quale cantiere realizzerà l’unità
Fincantieri e
Seabourn, brand del gruppo Carnival & plc, hanno firmato una lettera di
intenti per la costruzione di una nuova nave da crociera ultra-lusso.
La nuova unità, che entrerà a far parte della
flotta di Seabourn nella seconda metà del 2016, sarà costruita secondo le
caratteristiche e le soluzioni tecniche d’avanguardia nel segmento extra-lusso.
Ancora generici - per questioni di riservatezza sull'accordo appena stipulato -
il valore della commessa (che però dovrebbe aggirarsi attorno ai 400 milioni di
dollari), la grandezza della nave (indiscrezioni parlano di 35-40mila
tonnellate di stazza lorda) e quale cantiere la costruirà (Monfalcone?
Marghera? Ancona?).
«Siamo lieti - ha affermato il presidente di
Seabourn, Richard Meadows - di confermare il programma annunciato all'inizio
dell’anno per la costruzione di una nuova nave che avrà un design in linea con
quello delle Seabourn Odissey, Seabourn Sojurn e Seabourn Quest (nella foto)
che ha riscosso un grande successo».
Gabriele Cocco, Direttore Navi Mercantili di
Fincantieri, si è dichiarato «molto soddisfatto di acquisire un nuovo cliente
come Seabourn e al tempo stesso di consolidare la storica collaborazione con il
gruppo Carnival. Questo accordo è particolarmente importante: rafforza la nostra
leadership nella nicchia delle navi di lusso e conferma il primato nel settore
crocieristico».
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