martedì 3 gennaio 2012

Federali_sera_3.1.12. Il napoletano medio ama profondamente due cose, solo due: avere la scorta di polizia ed essere il primo in una graduatoria, non importa di cosa, anche se si trattasse di quella dei fessi: il napoletano medio si mettera’ lo scudetto di fesso tricolore al petto, e con orgoglio sara’ e si sentira’ campione d’Italia. Insomma, se un napoletano risultasse primo tra i fessi - ed al fine di proteggerlo dagli sputi dei familiari gli assegnano la scorta – egli sara’ l’uomo piu’ felice al mondo; incompreso certo, ma pieno di se.

Napoli. Supertasse e benzina a 1,8 al litro
L'UNIONE SARDA - Economia: Il settore ha perso 10 mila posti dal 2008
Germania: tasso di disoccupazione ai minimi dal 1991
Spagna: nuovo record dei disoccupati, oltre 4,42 mln
Crisi: Grecia, 2012 anno cruciale per permanenza in eurozona



Napoli. Supertasse e benzina a 1,8 al litro
A Napoli l'auto diventa un lusso
Pieno più caro d'Italia, aumento del 10% del bollo
Rc salata e chi è in Ztl paga per parcheggiare sotto casa
NAPOLI — Non è più una necessità ma un lusso. Avere un'auto in Campania, e in tutto il Sud, comporta oggi costi addirittura proibitivi per una famiglia media. L'annuncio di fine anno dell'aumento del 10% del bollo, che è più corretto definire tassa di possesso, è solo l'ultimo di una serie di aggravi tra loro strettamente concatenati che stanno mettendo a dura prova le già svuotate tasche di molti cittadini. Come l'ulteriore incremento di 5 centesimi del pedaggio sulla Tangenziale, da 85 a 90: caso peraltro già molto discusso, perché in altre città strade a scorrimento veloce che consentono di alleggerire il traffico cittadino, come la Tangenziale e perfino il raccordo anulare di Roma, sono assolutamente gratuite.
Ma questo 2012 nero per gli automobilisti non finisce qui. La recente manovra del governo Monti ha, oltre alle tante stangate sulla casa, sui patrimoni, sulle pensioni, aumentato anche le accise sui carburanti: in alcune pompe di benzina al Sud, il prezzo ha sfiorato 1 euro e 80 centesimi al litro per la verde. In giorni nei quali gli italiani viaggiano e si spostano di più per le festività è un ulteriore balzello non indifferente. Peraltro è ormai a tutti noto che nel Mezzogiorno i carburanti hanno un costo superiore rispetto alle aree del centro Nord, in media si tratta di una differenza di circa sei centesimi in più al litro. Come si spiega questo divario?
Due le cause. La prima è che nel Sud non ci sono pompe bianche, quei distributori indipendenti senza logo, che in Italia sono oltre 1.800, dove si può fare il pieno risparmiando fino a dieci centesimi. La seconda è che in molte regioni meridionali vi sono addizionali sulla benzina: in Campania esiste dal 2004, è pari a due centesimi e mezzo al litro e fu istituita per coprire almeno in parte il buco sanitario. E che dire della tassa introdotta dal Comune di Napoli per gli abitanti delle aree chiuse al traffico che chiedono il permesso di accedere con le auto alle zone vietate per tornare a casa propria? Dovranno versare una somma variabile in rapporto ai cavalli fiscali e al numero di vetture possedute, che potrà arrivare fino a 100 euro. Da ultimo, ma solo perché si tratta di un fenomeno con il quale da tempo gli automobilisti e i motociclisti campani debbono fare i conti, c'è il vero e proprio scandalo delle assicurazioni per la responsabilità civile obbligatoria. Le polizze di tutte le compagnie sono molto più alte qui che nel resto del Paese: la motivazione addotta è che in questa regione ci sarebbe un numero più elevato di truffe.
La realtà è ben diversa, come ha dimostrato con pittoresche prese di posizione il movimento "Mò Bast" che la Federconsumatori ha organizzato riuscendo a presentare le proprie doglianze perfino agli uffici dell'Europarlamento. Oggi assicurarsi a Napoli può costare, a parità di status di automobilista, perfino tre volte in più rispetto ad altre zone d'Italia ubicate al Nord. Basti pensare che un neo patentato meridionale di 18 anni che si assicuri per la prima volta può arrivare a pagare fino a 3mila euro annui. Una vera enormità. «E io pago» diceva l'inimitabile Totò nel film «47 morto che parla». Ma il principe De Curtis mai avrebbe immaginato di essere l'antesignano dei suoi conterranei automobilisti vissuti 60 anni dopo quella celebre gag.
Emanuele Imperiali

L'UNIONE SARDA - Economia: Il settore ha perso 10 mila posti dal 2008
03.01.2012
L'industria è il grande malato dell'economia sarda. Dal 2008 a oggi, calcolano i sindacati di Cgil, Cisl e Uil, nel comparto manifatturiero si sono persi 10 mila posti di lavoro. Gran parte della disoccupazione (il tasso è al 14%), quindi, viene soprattutto da questo settore. Ma la crisi del sistema produttivo isolano colpisce tutti. Ad esempio, il sistema regionale delle Casse edili registra nel 2011 la scomparsa di circa 18.000 dipendenti censiti e di quasi 2.000 imprese. Idem per l'agricoltura, dove si calcolano 14.000 addetti in meno, mentre il terziario non solo non appare più in grado di assorbire il calo occupazionale degli altri settori, ma mostra evidenti segni di cedimento strutturale, conseguenti al calo dei redditi e dei consumi. Il tutto si riflette sui lavoratori: quelli assistiti dagli ammortizzatori sociali (cig, disoccupazione e mobilità) superano le 110.000 unità, a fronte di 1.070 imprese (per circa 15.000 lavoratori) che hanno fatto ricorso alla sola cassa integrazione “in deroga”. Parallelamente, rileva un documento diffuso a fine 2011 da Cgil, Cisl e Uil, si osserva una sostanziosa ripresa del fenomeno dell'emigrazione «che oggi colpisce in particolare le fasce giovanili, pur se acculturate e professionalizzate, dove è presente, sostanzialmente, un disoccupato su due». ( lan. ol. )

Germania: tasso di disoccupazione ai minimi dal 1991
03 Gennaio 2012 - 10:58
 (ASCA-AFP) - Berlino, 3 gen - Il numero dei disoccupati in Germania ha raggiunto nel 2011 la media di 2,976 milioni: il livello piu' basso dal 1991, e 263.000 disoccupati in meno nel 2010. Lo ha annunciato l'Agenzia per l'occupazione aggiungendo che il tasso di disoccupazione nel Paese e' sceso cosi' di 0,6 punti percentuali al 7,1% in media.
 Nel solo mese di dicembre il numero dei disoccupati in Germania ha registrato 22.000 unita' in meno rispetto al mese precedente. Il calo e' piu' forte delle previsioni degli analisti che avevano stimato un un calo piu' moderato (-10.000).
red-elt/did/bra

Spagna: nuovo record dei disoccupati, oltre 4,42 mln
03 Gennaio 2012 - 09:39
(ASCA) - Roma, 3 gen - Nuovo record della disoccupazione in Spagna. A dicembre i senza lavoro sono saliti a oltre 4,42 milioni di persone con un aumento su base annuale dell'8%. Il numero dei disoccupati e' il piu' elevato dall'avvio delle rilevazioni statistiche nel 1996. did/

Crisi: Grecia, 2012 anno cruciale per permanenza in eurozona
Si temono ulteriori dure richieste dei creditori esteri
03 gennaio, 12:20
(di Demetrio Manolitsakis) (ANSAmed) - ATENE, 3 GEN - L'anno appena cominciato e' un anno decisivo per la Grecia, un anno in cui e' in gioco la permanenza del Paese nell'eurozona. Dell'abbandono della moneta unica da parte di Atene e del ritorno alla dracma si e' molto parlato sin dall'inizio della crisi greca, ma questa volta tutto fa pensare che il nodo sia arrivato al pettine. Verso la meta' di gennaio, infatti, sono attesi ad Atene i rappresentanti della troika (Fondo Monetario Internazionale, Unione Europea e Banca Centrale Europea) per preparare il rapporto in base al quale dovra' essere concessa o meno una tranche da 89 miliardi di euro previsti dalla decisione del Vertice Europeo del 26 ottobre. La "cura" che i rappresentanti dei creditori internazionali della Grecia proporranno per dare il via libera alla concessione della tranche, sara' molto dura e, secondo vari analisti economici, non potra' essere accettata dal sistema sociale ne' dal sistema politico del Paese senza un previo ricorso alle urne.
 Non a caso lo stesso premier Lucas Papademos, nel suo messaggio di Capodanno, ha parlato di un eventuale "fallimento catastrofico incontrollato", mentre il Governatore della Banca Centrale di Grecia, Giorgos Provopoulos, in un'intervista al quotidiano Kathimerini, ha detto che "un ritorno del Paese alla dracma equivarrebbe ad un vero e proprio inferno". Nello stesso tempo, il Fondo Monetario Internazionale ha messo in guardia il governo di Atene sostenendo che il peggioramento delle prospettive economiche suggerisce che la Grecia potrebbe non essere in grado di ridurre il proprio debito a livelli sostenibili con un haircut dei bond. Impressione ha suscitato anche l'affermazione del presidente della Repubblica ellenica, Karolos Papoulias, il quale parlando con i giornalisti al termine del consueto incontro con le autorità del Paese per l'inizio del nuovo anno, ha parlato di una "guerra nel governo". Infatti, fra le difficolta' che ogni giorno Papademos deve affrontare vi sono anche quelle di carattere strutturale del suo esecutivo formato da 49 ministri, la maggioranza dei quali proviene dal precedente governo socialista del Pasok ed e' sostenuto da tre partiti divisi da profonde differenze ideologiche. In questo clima di fragile equilibrio, il premier deve affrontare pure il problema della data delle elezioni anticipate, punto di confronto (e scontro) quasi quotidiano fra i leader dei partiti, soprattutto di Nea Dimocratia (ND, di centro destra) e di Laos (estrema destra). Antonis Samaras, leader di ND, nonostante l'accordo raggiunto con gli altri leader sulla proroga - se sara' necessaria - della data delle elezioni, non perde occasione di presentarsi irremovibile sulla data del 19 febbraio, per motivi mediatici e di immagine all'interno del proprio partito. Dal canto suo, secondo gli analisti greci, il leader di Laos Giorgos Karatzaferis, che dopo l'appoggio dato all'esecutivo di Papademos ha visto le preferenze ridursi negli ultimi sondaggi, sta cercando un'occasione propizia per uscire dal governo. Il Pasok, il partito socialista di Giorgos Papandreou, invece ha problemi di tutt'altra natura: e' in cerca di un nuovo leader.
L'ultima riunione del Consiglio politico del partito non ha dato alcun risultato e lo stesso Papandreou, come del resto tutti si aspettavano, non ha chiarito le proprie intenzioni. E questo rende ancor piu' problematico il lavoro dei ministri del Pasok che rivendicano la leadership del partito. (ANSAmed).

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