giovedì 9 giugno 2011

Napoli sta alla monnezza come i napoletani al ladrocinio.


De Luca: Napoli affoga nei rifiuti perché c’è gente geneticamente ladra
Napoli. «Dna in città rovinato dalla crisi rifiuti»


De Luca: Napoli affoga nei rifiuti perché c’è gente geneticamente ladra
«I camorristi e gli amministratori l’hanno rovinata»
E sui salernitani: «Noi siamo normanni e perciò diversi»
SALERNO — «A Napoli ci sono persone geneticamente ladre: ladri di camorra o ladri di pubblica amministrazione non fa differenza». L’ennesima sortita pubblica del sindaco randellatore di Salerno, Vincenzo De Luca, arriva da un posto inaspettato, dove è assai raro dare o ricevere emozioni così forti: il Forum della Comunicazione 2011 in corso di svolgimento all’Auditorium della Musica di Roma. Intervenendo alla tavola rotonda della sessione «Parola chiave sostenibilità» sulla green economy e sullo sviluppo ecosostenibile, De Luca ha ancora una volta posto l’accento sull’esperienza virtuosa di Salerno nel campo della trasformazione urbanistica, delle politiche ambientali ed energetiche, della sicurezza rimarcando la differenza con Napoli che pure è distante solo una cinquantina di chilometri. «Perchè a Napoli non si riesce a risolvere il problema dei rifiuti?» , gli è stato chiesto. E lui prontamente: «Perchè non a caso Napoli c’è il Vesuvio, con i più grandi venditori di fumo al mondo. E perchè lì ci sono persone geneticamente ladre: ladri di camorra o ladri di pubblica amministrazione non fa differenza». Un’esternazione decisamente forte, come d’altra parte è nello stile consolidato del primo cittadino salernitano, che ha rischiato di far scatenare l’ennesima bagarre sull’asse Salerno Napoli e che in serata ha richiesto una precisazione da Palazzo di Città: «In riferimento ad alcune dichiarazioni attribuitemi in relazione al mio intervento al Forum Comunicazione Pubblica - è De Luca che parla - sono costretto constatare che sono state diffuse interpretazioni palesemente false e non rispondenti al mio reale pensiero sull’argomento rifiuti a Napoli ed in Campania. Mi sono limitato a constatare che se in tanti anni non si è risolto il problema rifiuti nella città di Napoli è perchè i cittadini napoletani - ai quali va tutta la mia solidarietà per l’enorme sopruso subito - sono stati vittime della camorra, del malaffare e delle ruberie che sono state commesse ai loro danni». Napoletani, dunque, «vittime della camorra e dei ladri, non certo carnefici di se stessi». Anche su tempi e modi per riportare il decoro urbano a Napoli De Luca è estremamente esplicito: «Chiunque prometta una risoluzione immediata del problema, non promette una cosa possibile», ha aggiunto raccontando che per il piano salernitano è stato necessario un anno e mezzo di lavori. «La gente ci ha seguito - ha osservato De Luca - perchè ha constatato la qualità del servizio ma se la città fosse stata sporca non ci sarebbe stato nulla da fare. Non si può parlare di sostenibilità se non si garantiscono i servizi essenziali, la sicurezza, il lavoro». Fuori dalla Campania a tenere banco è sempre e comunque la stridente differenza tra Napoli e Salerno. Così vicine, così distanti. Come mai? «Noi durante la campagna elettorale non compriamo voti così non dobbiamo pagare le cambiali dopo. E poi -conclude De Luca con una battuta - noi siamo una città normanna e ci teniamo a distinguerci da quelle che abbiamo vicino».
Gaetano Bochicchio

Napoli. «Dna in città rovinato dalla crisi rifiuti»
L'oncologo Antonio Giordano: «ogni anno 40mila tumori
in più. Aumentano le patologie, ma non c'è un registro»
NAPOLI - Lo scorso lunedì si è presentato in punta di piedi all'Hotel Caracciolo, per un convegno sui rifiuti organizzato dall'Unione sindacale di base. Lo scienziato Antonio Giordano, origine napoletana ma americano di adozione, direttore dello Sbarro Institute di Philadelphia, presidente della Human Health Foundation e professore di Anatomia patologica presso il dipartimento di Patologia umana ed oncologia dell'Università degli Studi di Siena, ha gridato parole forti sulla condizione sanitaria dei cittadini napoletani e di tutta la regione: «In Campania ogni anno aumentano i tumori e non sono stati in grado nemmeno di istituire il registro regionale». Professore, sull'incremento delle malattie tumorali lei ha parlato di debolezza genetica. Perché? «Il mio ragionamento è molto semplice. I nostri studi hanno constatato un costante aumento dei tumori nella nostra regione: 40mila casi in più all'anno. La causa può avere una doppia origine: la vicinanza dei cittadini ai siti dove si trovano rifiuti e sostanze tossiche o un progressivo indebolimento genetico negli ultimi quarant'anni. Potremmo dire una sorta di Dna colabrodo».

LA SPIEGAZIONE DELLO SCIENZIATO - Qual è la sua ipotesi? «Credo che il gene sia perennemente esposto alla tossicità dell'immondizia e delle discariche. Come a Pianura, ad esempio, dove è stata anche accertata la presenza di sostanze altamente inquinanti provenienti dal Nord. Credo si stia perdendo parecchio tempo». Cosa si può fare nell'immediato? «Bonifica e prevenzione. In Texas, da quando hanno iniziato le opere di risanamento del territorio, le malformazioni sono diminuite del 40 per cento. Se pensiamo che per ridurre la malattie tumorali occorre molto più tempo, è chiaro che bisogna iniziare subito. E poi servono strutture per le attività di prevenzione. Purtroppo, si sta scontando un fortissimo ritardo per quanto riguarda il Registro dei tumori che è fermo da quasi un anno. E se queste sono le basi, dove vogliamo andare?». Dopo tanti anni negli States ha deciso di riportare la ricerca nel suo Paese. Quali problemi ha riscontrato? «Innanzitutto amo Napoli e proverò a portare avanti i miei studi anche qui. Purtroppo c'è un'invadenza della politica nel campo della medicina. Ad andare avanti, spesso, non sono le competenze e la bravura ma il rapporto clientelare. Mi sono convinto che non si tratta di questa o quella parte politica, perché in Campania ho riscontrato una certa continuità con il passato. Quando ho pubblicato lo studio sull'aumento dei tumori sono state sollevate polemiche che mi hanno sorpreso. Ho capito che nelle istituzioni sanitarie sta venendo a mancare la competenza, il dialogo e il rigore scientifico». Alla luce dell'allarme che ha lanciato: cosa chiede al nuovo sindaco di Napoli? «Dico che il cambiamento non è solo uno slogan: scelga le eccellenze e gli uomini giusti, al di fuori degli interessi forti e di parte».
Giuseppe Manzo


Nessun commento: