domenica 17 giugno 2012

pm_17.6.12/ I cervelli in fuga e quelli che non ce l’hanno: per favore, qualcuno spieghi ai lucani dov’e’ Крагујевац (Kragujevac).

Rallenta la Punto 2013 ansia alla Fiat di Melfi
Sempre più cervelli in fuga verso l’estero
Grecia, al voto 10 mln di persone Paesi della Ue con il fiato sospeso

Rallenta la Punto 2013 ansia alla Fiat di Melfi
di FRANCESCO RUSSO
Dati sempre più negativi sulle immatricolazioni auto in Europa: numeri in costante discesa, che coinvolgono anche la Fiat. Proprio per questo, l’azienda torinese - parola di Marchionne - si vede costretta a cambiare i propri piani, fra cui quello del lancio di un nuovo modello di Grande Punto, da realizzare alla Sata di Melfi a partire dal 2013.
«Le dichiarazioni dell’amministratore delegato della Fiat, Segio Marchionne, che da una parte annuncia l’intenzione di tagliare 500 milioni di euro dal fondo destinato per investimenti in Europa, e dall’altra fa riferimento al nuovo modello della Grande Punto previsto per il 2013 - sostiene il segretario regionale della Uilm-Uil, Vincenzo Tortorelli - richiedono precisazioni sulla missione affidata allo storico stabilimento di Melfi». Per Tortorelli, la Sata «deve mantenere la centralità per il nuovo modello annunciato: il governatore della Basilicata, Vito De Filippo, convochi un incontro con Marchionne, per ottenere informazioni dirette e puntuali sul futuro produttivo ed occupazionale della Sata e dell’indotto di San Nicola di Melfi».
«La Fiat vorrebbe rinviare al 2014 la produzione del nuovo modello di Grande Punto - commenta il segretario regionale della Fiom-Cgil, Emanuele De Nicola - ma questa scelta rende ancora più urgente la convocazione di un tavolo a livello istituzionale. Qui manca ancora chiarezza sul piano industriale della Fiat: si va avanti - sottolinea - con le dichiarazioni spesso discordanti di Marchionne. La Regione Basilicata dovrebbe chiamare la Fiat ad una discussione: l’unico modo per uscire dalla crisi, è quello di puntare su innovazione tecnologica e nuovi modelli. Soltanto così si eviterebbe la perdita di quote di mercato». «Marchionne mantenga gli impegni presi in Italia e non usi la scusa della crisi dell’auto per rivedere gli investimenti e magari portare all’estero altri pezzi di Fiat», mette in chiaro il presidente dei senatori dell’Italia dei Valori, Felice Belisario.
«Conoscendo il metodo Marchionne - prosegue - l’annuncio sul probabile rinvio del nuovo modello della Grande Punto, che dovrebbe essere prodotto nello stabilimento di Melfi, suona come un nuovo inaccettabile piano di delocalizzazione e cassa integrazione. È un film già visto - conclude Belisario - e tocca al governo impedire che la Fiat continui a scaricare i suoi errori sulla pelle dei lavoratori».

Sempre più cervelli in fuga verso l’estero
 Domenica 17 Giugno 2012 09:48  Massimiliano Converti
I dati sono contenuti in uno studio dell’Istat sui laureati emigrati in altri Paesi
Non accenna a diminuire il fenomeno dei “cervelli in fuga” dal nostro Paese. È ormai chiaro, infatti, che i nostri laureati all’estero sono pagati meglio dei colleghi in Italia e con un lavoro più stabile. Una ulteriore riprova è arrivata da una recente indagine Istat sui cittadini italiani residenti all’estero che è stata presentata nei giorni scorsi dal presidente, Enrico Giovannini, nel corso di un’audizione al Senato, al Comitato per le questioni degli italiani all’estero.
 Secondo la ricerca dal 2001 al 2010 l’incidenza dei laureati italiani sul totale degli espatri è raddoppiata: siamo, infatti, passati dall’8,3 al 15,9 per cento. Al crescere del numero degli anni dedicati allo studio la propensione a spostarsi verso altri Paesi tende ad aumentare. Questo quanto è stato rilevato dall’istituto nazionale di statistica in base ad un’indagine campionaria sull’inserimento professionale dei laureati condotta nel 2011 su quanto avevano conseguito un titolo in un’università italiana nel 2007. In generale la propensione a spostarsi all’estero è più elevata per i laureati che provengono da discipline scientifiche, dei quali ben il 3,7 per cento sceglie di espatriare, contro il 2,3 per cento dei laureati in discipline umanistiche e politico-sociali, il 2,1 per cento in quelle economico-statistiche e solo lo 0,5 per cento nell’area medica (in cui si include anche l’educazione fisica) e uno 0,7 per cento in quella giuridica.
 Tra i laureati originari del Nord è il 2,5 per cento a vivere abitualmente in un altro Paese nel 2011. La quota si riduce passando alle regioni centrali (2,1 per cento) e ancora di più per il Mezzogiorno (1,8 per cento). Quasi il 46 per cento dei laureati nel 2007 di cittadinanza italiana che nel 2011 vivono abitualmente in un altro Paese proviene dal Nord Italia (la quota sfiora il 50 per cento tra i laureati nei corsi di durata triennale). Un ulteriore 31 per cento proviene dal Mezzogiorno (in questo caso la percentuale risulta più elevata tra quanti hanno concluso corsi di laurea a ciclo unico e specialisti biennali). Le principali mete di destinazione dei laureati 2007 sono i Paesi europei: Regno Unito, Spagna, Francia, Germania e Svizzera, che raccolgono circa il 60 per cento di presenze, mentre fuori dell’Europa ci si reca soprattutto negli Stati Uniti.

Grecia, al voto 10 mln di persone Paesi della Ue con il fiato sospeso
(Xinhua) 
ultimo aggiornamento: 17 giugno, ore 11:18
Atene, 17 giu. (Adnkronos/Ign) - I paesi della Ue guardano con il fiato sospeso alla Grecia che oggi va di nuovo alle urne per un voto che si annuncia assolutamente decisivo per il suo futuro nell'eurozona. Alle scorse consultazioni, tenutesi il 6 maggio, e sfociate in una impasse politica senza precedenti, l'astensione era stata altissima, non aveva votato 40% per cento degli aventi diritto, che sono in totale circa 9,9 milioni.
Secondo gli ultimi sondaggi, diffusi due settimane prima del silenzio elettorale, in vantaggio sarebbero, testa a testa, il partito della sinistra radicale, Syriza, e i conservatori del Nuovo partito democratico.
"Oggi tocca al popolo greco parlare e domani una nuova era iniziera' per la Grecia". Cosi' dopo aver votato Antonis Samaras, leader di Nuova Democrazia, ha sottolineato l'importanza dell'appuntamento elettorale di oggi in Grecia, cruciale per il futuro europeo del paese e considerato una sorta di referendum sulle misure di austerity.
Il leader del Pasok, il partito socialista greco, Evangelos Venizelos, apre da subito a un governo di larghe intese. "I greci possono e devono salvaguardare la coesione sociale e la nostra unita' nazionale. Domani il paese dovra' avere un governo. L'unica soluzione praticabile e' quella di un governo di responsabilita' nazionale condivisa".
Intanto, mentre gli ospedali scarseggiano di medicine che non possono più pagare, i greci corrono ai bancomat per fare scorta di euro, nel timore di una uscita dall'eurozona: 100-500 milioni di euro vengono ritirati ogni giorno, per un totale di di 5-6 miliardi nel solo mese di maggio.
E dal governo filtrano notizie allarmanti di soli due miliardi rimasti nelle casse del Tesoro, che non permetterebbero il pagamento di stipendi e pensioni dopo agosto.
Tutta Europa guarda oggi a quello che diranno le urne in Grecia. Berlino punta su "un nuovo Governo che onori gli impegni presi con l'Unione Europea", come ha detto il cancelliere tedesco, Angela Merkel. L'Europa, spiega Merkel, ''può funzionare solo se tutti i paesi rispettino la disciplina di bilancio''.
Dal voto in Grecia "mi aspetto prevalga la volontà precisa di restare in Europa", dice Mario Monti nel corso dell'intervista per 'La Repubblica delle idee' a Bologna". Il premier si aspetta, come se lo aspettano gli altri partner Ue, un voto favorevole ad "saldo rapporto tra la Grecia e l'Ue e alla permanenza della Grecia nell'eurozona".

Nessun commento: