venerdì 22 giugno 2012

pm_22.6.12/ Sotto i tacchi si vede nero, ma Monti balbetta il vero. - Gli direi, caro herr Muller, anzitutto rilassati, perché ti sei convinto o ti avranno convinto che tu stai mantenendo un eccessivo tenore di vita degli italiani. Guarda, non è così perché non ci sono stati finanziamenti all'Italia e anche se non pretendo che tu creda che i tedeschi stiano traendo vantaggio per il fatto che la Germania riesce a finanziarsi a tassi così bassi, anche con effetto speculare degli alti tassi degli altri.

Fiducia dei consumatori ai minimi dal 1996
Il commercio estero dell'Italia - Aprile 2012
Monti: 'Caro herr Muller anzitutto rilassati...'
Moody's declassa 15 banche occidentali
Lavoro, l'ironia del Wsj sulla riforma: «Svuota il Lago di Como con mestolo e cannuccia»

Fiducia dei consumatori ai minimi dal 1996
A giugno l'indice elaborato dall'Istat scende al livello più basso dall'inizio delle serie storiche (gennaio 1996). Pesano le preoccupazioni su disoccupazione ed evoluzione dello scenario economico.
ID doc: 75774 Data: 22.06.2012 (aggiornato il: 22.giu.2012)
A giugno l'indice del clima di fiducia dei consumatori segna un nuovo calo, scendendo a quota 85,3
dall'86,5 di maggio. Lo rileva l'Istat, aggiungendo che si tratta del livello più basso da gennaio 1996, ovvero dall'inizio delle serie storiche. Pesa il peggioramento delle attese sull'aumento della disoccupazione e sull'evoluzione dello scenario economico italiano. Il clima economico generale scende in misura marcata (da 64,2 a 59,7), mentre il clima personale segna una lieve diminuzione (da 95,2 a 94,8). Risultano poi in calo sia l'indicatore riferito al clima futuro (da 75,7 a 72,9), sia, in
misura minore, quello della situazione corrente (da 96,4 a 95,5). A livello territoriale il clima di fiducia migliora lievemente al Centro e diminuisce nel resto del Paese.

Il commercio estero dell'Italia - Aprile 2012
Gli scambi con l’Unione Europea
Dopo venticinque mesi di crescita continuata le esportazioni tendenziali Intra UE, nel bimestre marzo - aprile, hanno registrato una frenata. In particolare, dopo che a marzo l’export si era lievemente contratto (-0,5%), ad aprile il calo è stato significativo, segnando – rispetto allo stesso mese del 2011 – un -4,8%.
Tuttavia, parallelamente, anche l’import ha subito una riduzione di entità addirittura maggiore (-10,4%).  Queste due dinamiche hanno fornito al nostro saldo commerciale un attivo con l’area di 702 milioni di euro, migliorando notevolmente dal passivo di 308 milioni con cui si era chiuso l’analogo mese del 2011.
Nel primo quadrimestre del 2012 le nostre esportazioni sono cresciute dello 0,5%, passando dai 70,1 miliardi di euro, di gennaio - aprile 2011, a poco meno di 70,5 miliardi. A fronte di questo le importazioni sono diminuite del 7,6% e il saldo è risultato in attivo per oltre 3,4 miliardi di euro. Nel corrispondente periodo del 2011 la bilancia registrava un deficit superiore a 2,4 miliardi.
Per quanto concerne la destinazione geografica delle nostre merci, in ambito comunitario, perfomance positive si sono realizzate in Germania (+3,3%), nei Paesi Bassi (+3,2%) e nel Regno Unito (+8,9%), mentre in Spagna si è conosciuta una drastica diminuzione (-9,3%).
Gli scambi complessivi
Nel mese di aprile le vendite di prodotti a marchio Made in Italy nel mondo hanno subito una contrazione dell’1,7%, dopo che – da febbraio 2010 – continuavano a registrare, su base tendenziale, tassi di crescita positivi. Comunque anche l’import, nello stesso mese, ha segnato una decelerazione pari al -9,3%.
Più favorevole è il risultato ottenuto complessivamente durante il primo quadrimestre del 2012, dove ad un aumento dell’export, pari al 3,7%, si è associata una diminuzione dell’import del 5,7%. L’effetto immediato è stato quella di veder restringere considerevolmente il nostro deficit commerciale con l’estero: dai circa -16 miliardi di euro di gennaio – aprile 2011, si è passati, infatti, a -3,6 miliardi.
Sempre nei primi quattro mesi del 2012, il nostro export è aumentato in tutte le aree del mondo, con accelerazioni particolarmente consistenti nell’Africa sub-sahariana (oltre il 14%), nei cosiddetti Paesi Europei non U.E. (+12,4%), in Africa settentrionale (+11,9%) e in America latina (+9,4%).
Con riferimento ai settori, da un lato si evidenziano le significative accelerazioni in comparti quali la raffinazione del petrolio, la farmaceutica e la metallurgia, dall’altro le importanti perdite nei settori del tessile, del legno e delle apparecchiature elettriche.

Monti: 'Caro herr Muller anzitutto rilassati...'
Premier tranquillizza tedeschi, no aiuti ma scivolo anti-spread
22 giugno, 09:48
ROMA  - "Caro herr Muller anzitutto rilassati perché non stai mantenendo un eccessivo tenore di vita degli italiani". Con queste parole il premier Mario Monti, in un'intervista alla Sueddeutsche zeitung e ad altri giornali europei, cerca di tranquillizzare il cittadino tedesco, sottolineando però che per i Paesi virtuosi servirebbe uno "scivolo" verso un mercato più sostenibile in termini di tassi d'interesse. Altrimenti il rischio è che in Italia cresca l'euroscetticismo come dimostra il Parlamento italiano.
 Nell'intervista collettiva, alla domanda su quale sia l'obbiettivo minimo del vertice europeo di fine giugno, il premier italiano ha risposto: "Occorre assolutamente che ci siano due cose, una prospettiva di medio termine di rafforzamento dell'integrazione" in modo da rassicurare sulla volontà di rendere "la moneta unica indissolubile e irrevocabile. Ma non basterà. L'altra cosa necessaria è un insieme di misure realizzabili" a tratti vigenti, "con misure più efficaci per dare stabilità all'eurozona". Stabilità che, a detta di Monti, "passa attraverso una più piena unione bancaria con avanzamenti sulla supervisione integrata e se possibile unitaria". Ma anche "attraverso la garanzia sui depositi" e "attraverso nuovi meccanismi che siano in grado di dare ponte con i Paesi che hanno adottato seriamente gli impegni sulla disciplina fiscale e sulle riforme strutturali". Sforzi che "non vengono adeguatamente riconosciuti sui mercati". A questo scopo, sottolinea Monti, "potrebbe esser dunque opportuno" previo riconoscimento da parte dell'Europa del rispetto delle norme di finanza pubblica e delle riforme strutturali, "di trovare uno strumento, uno scivolo di passaggio verso un mercato più ordinato e sostenibile in termini di tassi di interesse". Il premier, dopo essersi detto "molto favorevole" alla soluzione trovata dall'eurogruppo per sostenere le banche spagnole, ha confermato che l'Italia non avrà bisogno di un simile aiuto: "Se qualcuno nel nord Europa pensa che l'Italia abbia avuto sostegni, non è assolutamente così". Il presidente del Consiglio ha ricordato che l'Italia partecipa per il 19,2% al Efsf, il fondo salvastati. "L'Italia finora non ha chiesto prestito, ne ha dati molti e ogni giorno che passa, sta sussidiando gli altri con gli alti tassi di interesse che paga sul mercato". Monti ha quindi ribadito che anche in futuro l'Italia "non avrà bisogno di aiuti e se dovesse farlo vuol dire che c'é qualcosa di sbagliato nel sistema". Inoltre, ha sottolineato, se un Paese come l'Italia che quest'anno avrà un disavanzo pubblico del 2% e che nel 2013 avrà un avanzo strutturale dello 0,6%, continua ad avere interessi così alti vuol dire che "c'é qualcosa di imperfetto nella zona euro". Alla domanda su cosa direbbe ad un ipotetico herr Muller per convincerlo della bontà degli sforzi italiani, Monti ha risposto: "Gli direi, caro herr Muller, anzitutto rilassati, perché ti sei convinto o ti avranno convinto che tu stai mantenendo un eccessivo tenore di vita degli italiani. Guarda, non è così perché non ci sono stati finanziamenti all'Italia e anche se non pretendo che tu creda che i tedeschi stiano traendo vantaggio per il fatto che la Germania riesce a finanziarsi a tassi così bassi, anche con effetto speculare degli alti tassi degli altri". Inoltre, la stessa cancelliera tedesca dice che la Germania "trae grandi vantaggi, come tutti i Paesi, dall'integrazione europea".
 A proposito dell'arrivo di Francois Hollande all'Eliseo, Monti sostiene di condividere "la pressione che sta facendo perché l'Europa si doti di più efficaci politiche per la crescita". E si dice "incoraggiato" dalle posizioni finora tenute dal presidente francese. Inoltre, in caso di incomprensioni tra Francia e Germania, "l'Italia può essere di aiuto per la piena armonia tra questi due motori" dell'Europa. Quale sarebbe lo scenario in caso di un fallimento del vertice di Bruxelles? "Non lo sa nessuno" risponde Monti secondo il quale però ci potrebbero essere "attacchi speculativi sempre maggiori contro singoli Paesi" ed un "accanimento" non solo su quelli deboli, ma anche nei confronti dei Paesi meno deboli come l'Italia. Un contesto nel quale, aggiunge, "la frustrazione dei cittadini nei confronti dell'Europa aumenterebbe" con il seguente "paradosso": se il Consiglio europeo non aiuta a risolvere presto i problemi dell'eurozona "la volontà delle opinioni pubbliche, dei governi e anche dei parlamenti si rivolgerebbe contro quella maggiore integrazione che è necessaria". Un rischio che, sottolinea Monti, "vedo perfino nel nostro Parlamento che tradizionalmente è sempre stato europeista e non lo è più". Ecco perché, prosegue, "si tratta di decisioni molto, molto importanti".

Moody's declassa 15 banche occidentali
ID doc: 75771 Data: 22.06.2012 (aggiornato il: 22.giu.2012)
L'agenzia Moody's ha tagliato il rating di 15 grandi banche occidentali attive sui mercati mondiali, tra cui le americane Bank of America e Citigroup, e le francesi BNP Paribas, Credit Agricole e Societe Generale. La decisione giunge al termine di un esame iniziato a metà febbraio. Sono state declassate cinque banche americane, tre francesi, due svizzere, tre britanniche, una canadese e una tedesca.

Lavoro, l'ironia del Wsj sulla riforma: «Svuota il Lago di Como con mestolo e cannuccia»
Il sarcasmo:«L'imprenditore può assumere persone a condizione che siano disabili, provenienti dalla Sardegna e con gli occhi blu»
Sono le legislazioni sul lavoro a frenare l'economia italiana: questa in sintesi la conclusione di un lungo, e in alcuni tratti ironico, commento pubblicato dal Wall Street Journal. Il giornale riferisce che il premier italiano Mario Monti ha varato un nuovo decreto sulla crescita per far risollevare «l'economia moribonda dell'Italia». Incentivi alla ricerca, crediti di imposta per l'assunzione di alte professionalità, fino alla vendita di alcuni asset.
MESTOLO E CANNUCCIA - «Potranno queste misure risolvere i problemi dell'economia italiana?», si chiede Wsj. E si dà anche una risposta: «Solo nel senso che teoricamente è possibile svuotare il lago di Como con mestolo e cannuccia». Di seguito illustra tutte le leggi e i costi che un imprenditore deve affrontare nella gestione del personale. «Immagina di essere un ambizioso imprenditore italiano che cerca di avviare un nuovo business», scrive il Wsj, portando una serie di esempi e concludendo che non solo tutte queste protezioni e assicurazioni «sottraggono il 47,6% dalla media delle paghe italiane, secondo l'Ocse» ma anche che «tu, al posto dell'imprenditore, sei consapevole di ciò e allora si può spiegare la tentazione di restare piccoli e tenere quanto possibile del tuo business fuori dai bilanci. E questo mercato grigio e nero misura per più di un quarto dell'economia italiana». Poi la conclusione ironica: «Con un po' di fortuna comunque puoi scoprire - dice Wsj rivolgendosi all'ipotetico nuovo imprenditore italiano - una scappatoia nel nuovo decreto Sviluppo di Monti che ti consente di assumere un po' più di persone senza incorrere in troppi costi, a condizione che tutti i nuovi assunti siano disabili, provenienti dalla Sardegna, con gli occhi blu e tra i 46 e 53 anni».

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