martedì 31 luglio 2012

(1) XXXI.VII.MMXII/ E’ finita qui? I feeds non arrivano, il server d’invio non li lascia passare. Quello di ricezione cosi’ dice. Forse e’ meglio cosi’, ci inventeremo qualcosa di peggiore. Non c’e’ fine al peggio.

L'UNIONE SARDA - Economia: Un'estate da dimenticare
L'UNIONE SARDA - Economia: Arrivano i milioni anticrisi
Ticino. Primo Agosto, l’isola, le sue spiagge e i falò

L'UNIONE SARDA - Economia: Un'estate da dimenticare
31.07.2012
Si staccano meno biglietti, le presenze scendono e i numeri con esse. Sarcidano e Barbagia di Seulo a metà della stagione estiva non possono tirare un sospiro di sollievo. Il caldo non ha portato turisti ma soprattutto non li ha portati la crisi che ormai si fa sentire da più di un anno. Siti archeologici, laghi, fiumi, montagne non sono deserti ma il futuro non sembra riservare qualcosa di meglio. E da qualunque parte si voglia guardare il turismo di questa zona interna della Sardegna non è più lo stesso. Solo il Santuario Santa vittoria di Serri ha perso circa 3000 visitatori rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso e le prospettive per i prossimi mesi non sono ottimistiche. «Il caldo torrido non ci ha aiutato», dice Susanna Massidda presidente della Cooperativa l'Oleandro, «raggiungiamo anche i 36 gradi, continuano ad arrivare gruppi di francesi ma le visite individuali sono notevolmente diminuite». Non è migliore la situazione del vicino Isili che con il Museo per l'arte del rame e del tessuto non può certamente vantare dei grossi numeri. Un inflessione legata anche ai lavori presso il nuraghe Is Paras, chiuso ai visitatori da diverso tempo. Ma il movimento è poco e i turisti tendono a spendere ancora di meno, anche la vendita dei souvenir è notevolmente diminuita. Se ci si sposta verso l'interno, nei monti della Barbagia vera e propria i numeri reggono di più ma non possono certo eguagliare quelli delle stagioni migliori. «È dall'anno scorso», dice il sindaco di Seulo , Giuseppe Carta, «che registriamo dei cali sensibili nonostante i prezzi modici e l'ottima qualità dei servizi». Laghi, fiumi, grotte, folclore e buona cucina, sono gli ingredienti fondamentali di questa zona della Sardegna, ma anche Sadali , il paese dell'acqua risente della crisi. Un turismo legato alla costa visto il passaggio del trenino verde che arriva da Arbatax-Tortolì. Ma i vagoni non sono pieni, i pochi turisti che arrivano nelle coste non si spostano più così numerosi verso l'interno. «Dobbiamo cercare di promuovere il nostro territorio diversamente», spiega ha Barbara Laconi dell'ufficio turistico comunale, non possiamo più contare solo sul turismo costiero». Esterzili , vanta circa 80 siti archeologici e una montagna, Santa Vittoria, da cui si può osservare metà della Sardegna, ma non manca la gestione a fini turistici di questo patrimonio. Arriva qualche turista, qualche pullman si ferma nelle piazzuole di sosta e fa tappa nel punto di ristoro, ma non è possibile quantificare. Però le viste non sono tante. Diminuiscono anche le presenze degli emigrati che già dall'anno scorso hanno mancato l'appuntamento estivo con l'amata ma troppo cara Sardegna. Un futuro potrebbe esserci, sono tanti gli operatori turistici che vedrebbero una possibilità in turismo che copra tutto l'anno e soprattutto che coinvolga tutto il territorio del Sarcidano e della Barbagia, uno spaccato di Sardegna unico.

L'UNIONE SARDA - Economia: Arrivano i milioni anticrisi
31.07.2012
La Regione prova a fronteggiare la crisi del nord Sardegna con una pioggia di milioni, 65 per l'esattezza, che se ben spesi, potranno rilanciare l'economia. I soldi arrivano da finanziamenti europei e regionali, riuniti dal Centro regionale di programmazione in un unico intervento, studiato dopo una serie di incontri con amministrazioni locali, forze sociali, associazioni imprenditoriali riunite che hanno fatte parte del tavolo tecnico dell'area di Crisi del triangolo depresso Sassari, Alghero Porto Torres. COPERTURA FINANZIARIA "Il fondo per lo sviluppo - ha assicurato più volte l'assessore Giorgio La Spisa nella riunione alla Camera di commercio - ha una copertura totale». Nel dettaglio: 44 milioni di euro saranno destinati al sostegno alle piccole e medie imprese, cinque alla formazione, 11 alle infrastrutture. I settori di intervento saranno la green economy (chimica verde) la blue economy (nautica), l'agroalimentare, il turismo (Asinara) ed energia. Entro l'anno il programma dovrà passare al vaglio della Giunta regionale. I TEMPI A settembre dovranno essere predisposte le manifestazioni di interesse da parte delle aziende e delle amministrazioni. Nei primi mesi del 2013 la Regione predisporrà i bandi. Verranno privilegiati interventi sull'integrazione tra imprese, con un occhio di riguardo al supporto del progetto della chimica verde anche con la formazione dei lavoratori. Una sfida che dovrà essere raccolta con coraggio e spirito di iniziativa dal sistema produttivo locale. Che a sua volta chiede che i bandi non siano ritagliati a misura solo dei grossi gruppi industriali. ITALCEMENTI All'incontro era presente una delegazione di lavoratori della Italcementi di Scala di Giocca, che hanno dato vita a una contestazione pacifica. Per una ventina di essi la cassa integrazione scadrà a novembre e senza un intervento, rischieranno di perdere il posto di lavoro.

Ticino. Primo Agosto, l’isola, le sue spiagge e i falò
 di Matteo Caratti - 07/31/2012
Non passa giorno senza che il tam-tam dei mass media ci ricordi lo stato di salute del grande malato europeo. Non passa giorno che non vi siano notizie dal capezzale di Grecia, Spagna, Italia… Lo ‘spread’, che fino all’altro ieri nessuno di noi sapeva cosa fosse, è diventato la chiave di volta della costruzione comunitaria. Una chiave di volta che sta pericolosamente cedendo. L’incertezza sul futuro prossimo di una moneta, tanto celebrata per un decennio quale conquista del Vecchio continente per sottrarsi al suo declino, pesa come un macigno su tutto. E su tutti. Anche sul singolo cittadino. In molti Paesi, che speravano, entrando nella squadra europea, di chiudere periodi di arretratezza economica, rispunta lo spettro della disoccupazione endemica che fa paura. I giovani guardano a un futuro che non riescono a vedere.
Tornano a pensare di emigrare altrove. Ma dove?
Noi svizzeri, che domani celebriamo il rituale del Natale della nostra patria, siamo una fortunata isola nel mare in burrasca. Le nostre spiagge, tuttavia, sono lambite dalla crisi economica. Ma le dighe ( per ora) reggono, anche se il superfranco mette a durissima prova, oltre che la Bns (che inietta miliardi e un giorno dovrà fare i conti con la terapia e le sue controindicazioni), soprattutto l’economia di esportazione i cui margini diminuiscono e i posti di lavoro si riducono. Inoltre, i Paesi europei che raschiano il fondo delle casse dello Stato, ci hanno fatto intendere senza tanti giri di parole di non accettare più che la Svizzera sia il dorato forziere per chi evade il loro fisco drenando risorse all’estero. Le relazioni bancario-finanziarie fra il nostro Paese e il resto del mondo stanno quindi subendo una rivoluzione senza precedenti. Non senza rischi per il nostro settore-pilastro. Il segreto bancario è ormai un enorme groviera, rosicchiato da tutte le parti, e non vi è certezza che, con accordi bilaterali mirati, si possa salvare il salvabile e continuare a navigare in mari prevedibili, facendo affari e mettendo in campo le qualità bancarie sviluppate dal nostro Paese che tanto benessere e lavoro hanno prodotto. La Germania, sul trattato benedetto da Angela Merkel, è divisa, i dischetti rubati si moltiplicano e le elezioni potrebbero buttare tutto a mare; idem per gli Usa del presidente Obama vicini alle presidenziali. Continuiamo quindi a seguire i vari bollettini di crisi con l’appendice di questo o quell’accordo fiscale non ancora arrivato in porto al quale gli gnomi bernesi, per conto di quelli zurighesi, stanno lavorando. Siamo in mezzo al guado.
Eppure… Eppure, seppur immersi in questo magmatico contesto di mutamenti che è giusto chiamare epocali, accendiamo con grande attaccamento un falò per la nostra Svizzera. Non dimentichiamo che è tuttora un’agile, invidiata navicella. Una navicella che può vantare istituzioni integre, bilanci in perfetto stato, un’amministrazione che funziona, una cultura democratica di grande valore, che, fra alti e bassi, è ancora lì da ammirare, una costruzione politica che, al di là delle critiche e delle necessità di ammodernamento, resta valida perché capace di adattamento. Un Paese che, di più, registra una disoccupazione giovanile che fa invidia a mezzo mondo, ed è proprio ai giovani che vogliamo rivolgere il nostro pensiero su queste colonne. Sappiamo bene che il momento sociale non è così facile: cambiano i valori, cambiano i punti di riferimento, il clima economico si è fatto più teso, l’individualismo e il menefreghismo sono diffusi e purtroppo sono in tanti ad alzare le spalle.
Non demordete. Raccogliete le sfide, rimboccatevi le maniche, formatevi, seguite la vita politica del vostro Paese, portate il vostro contributo di idee e soprattutto di ideali.
Il vostro falò, tributo alla patria quale progetto comune, edificato sulla sua storia e sull’opera di persone che fin qui l’hanno portato, è quello che più conta. Illumina la notte oltre l’incertezza dell’oggi e traccia il cammino che verrà.
Mentre, accanto ai bollettini di Borse che salgono e poi riscendono, vedete anche le immagini della Siria in fiamme, dopo quelle della Libia, dell’Egitto, della Tunisia, non passate indifferenti davanti al patrimonio democratico che avete la grande fortuna di aver ricevuto in eredità fin dalla culla. Così scontato non è. Buon Primo d’Agosto!

Nessun commento: