lunedì 6 agosto 2012

(1) VI.VIII.MMXII/ Se fosse la Germania a trovarsi al posto del belpaese padanino, sarebbe sovvenzionamento o libero mercato? I galbanini direbbero: "e’ il mercato, bellezza".

Petrolio, la Puglia rischia un altro assalto di trivelle
Monti: gli alti tassi italiani sovvenzionano il debito di Berlino.
Crisi: Berlino, sosteniamo azione Bce

Petrolio, la Puglia rischia un altro assalto di trivelle
di GIUSEPPE ARMENISE
Mare minacciato. E ora che il decreto Sviluppo del governo Monti sblocca le prospezioni dei fondali marini sospese a seguito dell’incidente sulla piattaforma al largo del Messico, torna la folle corsa al petrolio. Nel suo recente viaggio in Puglia, la Goletta verde di Legambiente ha ribadito quello che si va dicendo da tempo. In assenza di una strategia energetica nazionale, si continua a puntare sul petrolio sepolto sotto i fondali marini nonostante sia, a detta di tutti, poco e di scarsa qualità. «Nel 2011 - si legge nel rapporto di Legambiente - il consumo di petrolio è stato di 72 milioni di tonnellate, mentre nel primo semestre 2012 viene evidenziato un calo del 10% dei consumi (pari a 31,8 milioni di tonnellate) rispetto al primo semestre 2011 (oltre 35 milioni di tonnellata). Le ultime stime del ministero dello Sviluppo Economico (il ministro Corrado Passera, per aver firmato il decreto Sviluppo con quell’articolo pro-petrolio è stato insignito della bandiera nera da Goletta verde, ndr) aggiornate a dicembre 2011 indicano come certa la presenza nei fondali marini di solo 10,3 milioni di tonnellate di petrolio che, ai consumi attuali, sarebbero sufficienti per il fabbisogno nazionale per sole 7 settimane.
Non solo: anche attingendo - continuano da Legambiente - al totale delle riserve certe, comprese quelle presenti nel sottosuolo italiano, concentrate soprattutto in Basilicata, nel complesso verrebbero consumate in appena 13 mesi». Le evidenze non sembrano scoraggiare i cercatori di petrolio. «Ad oggi - dice Stefano Ciafani, vicepresidente nazionale di Legambiente - le 9 piattaforme petrolifere attive nel nostro Paese sono operative sulla base di concessioni che riguardano 1.786 kmq di mare principalmente in Adriatico. A queste aree marine se ne potrebbero aggiungere altre: attualmente le richieste e i permessi per la ricerca di petrolio in mare riguardano l’Adriatico centro meridionale, il Canale di Sicilia e il mar Ionio». Un motivo in più per cercare petrolio al largo delle coste italiane sono le royalties.
«Si passa - denunciano da Legambiente - dall’attuale 4% al 7%, percentuali che fanno sorridere rispetto a quelle praticate nel resto del mondo dove oscillano tra il 20% e l’80%». C’è poi il capitolo Puglia, una delle regioni più interessate da richieste di nuove prospezioni e che più si sta battendo perché il governo torni sui propri passi e preservi dalle trivellazioni il mare Adriatico.
«La Puglia dice un chiaro e secco no alle trivelle - dichiara Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia -. La Spectrum Geolimited e la Petroleum Geo Service Asia Pacific hanno avanzato nuove richieste di prospezione al ministero per estendere i loro interessi ad Andria, Barletta e Trani. Petroleum Geo Service Asia Pacific ha ricevuto il parere sfavorevole della Regione. Anche se il parere degli enti locali non è vincolante, ci auguriamo sia preso in considerazione. Il mare è infatti un’importantissima risorsa ambientale, ma anche economica per le comunità costiere».

Monti: gli alti tassi italiani sovvenzionano il debito di Berlino.
Troika soddisfatta dei progressi di Atene
Mentre la Troika (Ue-Bce-Fmi) si dichiara soddisfatta dei progressi della Grecia nel percorso di risanamento dei conti, il premier italiano Mario Monti, in un'intervista allo Spiegel, fa il punto sull'attuale crisi dell'Eurozona. «Se tutto va secondo i piani resterò in carica fino aprile 2013 e spero che per allora avrò potuto salvare l'Italia dalla rovina finanziaria». Monti ha precisato che la sua azione conta sul «sostegno morale di alcuni amici amici Ue, Germania in testa: sostegno morale e non finanziario».
Quanto agli alti tassi d'interesse che l'Italia deve pagare sui titoli di Stato, secondo Monti «sovvenzionano i bassi tassi tedeschi». Su tale condizione pesa sicuramente «il rischio di una frantumazione dell'Eurozona», considera il premier: «Senza questo rischio i tassi d'interesse per i titoli di Stato tedeschi sarebbero anche un po' più alti».
L'Eurozona da anni è accompagnata da tensioni «che assumono le sembianze di una disgregazione psicologica dell'Europa», ha dichiarato Monti. Il premier italiano, parlando all'opinione pubblica tedesca, lancia un chiaro monito: non bisogna lasciare che l'euro si trasformi in un elemento di divisione, perché questo metterebbe a repentaglio le stesse «fondamenta del progetto europeo».
Monti osserva che i mercati sono in preda a forte agitazione, quindi è positivo l'intervento prospettato dal presidente della Bce Mario Draghi, perché «i problemi vanno risolti velocemente, ora». In quest'ottica, i governi devono avere uno «spazio autonomo di manovra» rispetto ai parlamenti, altrimenti uno scenario di «disintegrazione» dell'Europa sarebbe più probabile di uno di integrazione.
Monti sottolinea poi che la crisi in corso nell'Eurozona non va letta come una sfida tra Nord e Sud dell'Europa, perché l'euro è moneta per 330 milioni di europei. Serve agire in modo determinato, esorta Monti, per tornare «su una strada sicura, con meno costi per tutti».

Debito italiano sale per aiutare l'Ue
«L'Italia ha dato aiuti all'Ue ma non ne ha mai usufruito», ha ribadito Monti spiegando che «il nostro debito pubblico quest'anno ha raggiunto il 123,4% del pil. Senza i contributi (per i fondi salva-Stati e i prestiti concessi ai Paesi in crisi) saremmo al 120,3%».

Preoccupato per il risentimento antitedesco
«Nei mesi scorsi mi ha molto preoccupato, e l'ho raccontato alla cancelliera Merkel, il crescente risentimento del Parlamento» italiano «contro l'Europa, contro l'euro e contro i tedeschi. Se avessi dovuto tenere in considerazione le posizioni del Parlamento italiano, dal quale avevo avuto indicazioni di far passare gli Eurobond - ha detto Monti - non avrei dovuto dare il consenso italiano nell'ultimo consiglio europeo» di fine giugno. Il premier ha spiegato che «ogni governo ha il dovere di guidare il proprio parlamento», anche perché se i governi seguissero «esclusivamente le decisioni dei parlamenti la rottura dell'Europa sarebbe più probabile della sua integrazione».
Se la moneta unica diventa un fattore disgregante, «allora i fondamenti del progetto di Europa sono distrutti», prosegue poi il premier mettendo in guardia sul fatto che «le tensioni che hanno accompagnato negli ultimi anni l'Eurozona recano già i tratti di una dissoluzione psicologica dell'Europa».

Fmi soddisfatto dei progressi della Grecia
Intanto le discussioni tra gli esperti dell'Ue, Fmi, e Bce e i responsabili greci hanno registrato «progressi». Lo ha affermato Poul Thomsen, esperto del Fondo monetario internazionale che partecipa ad Atene alla preparazione di una nuova serie di misure di rigore per la Grecia da 11,5 miliardi di euro. «Abbiamo fatto progressi, torneremo all'inizio di settembre ad Atene», ha detto Thomsen ai media al termine della riunione con i ministri delle Finanze e del Lavoro greci, Yannis Stournaras e Yannis Vroutsis
 04 agosto 2012

Crisi: Berlino, sosteniamo azione Bce
Eurotower agisce nell'ambito del suo mandato
(ANSA) - ROMA, 6 AGO - Il governo tedesco sostiene l'azione della Bce annunciata dal presidente Mario Draghi la scorsa settimana e ''non ha dubbi'' sul fatto che la banca centrale stia agendo nell'ambito del suo mandato.
Lo ha detto, Georg Streiter, portavoce della cancelliera Angela Merkel.

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