domenica 26 agosto 2012

(1) XXVI.VIII.MMXII/ Leo Amato, Il sottobosco lucano del petrolio.


Antico forno Tempa Rossa.
Vendemmia, anno nero: ma la Sicilia cresce           
Bankitalia, giu' assegni scoperti(-2,8%)
Merkel 'bacchetta' i falchi: ''Atene fuori da euro? Attenti con parole''

Antico forno Tempa Rossa.
Il sottobosco lucano del petrolio.
I retroscena della trattativa sull’affaire Total. Il ruolo dell’ex braccio destro di Prodi. I report parigini del lobbista della multinazionale. Una «pagnotta» per Pecci dopo la firma dell’accordo
24/08/2012  POTENZA - «Caro Patrick, volevo informarti che venerdì finalmente è stato firmato l’accordo Total/Tempa Rossa. Oggi qualcuno di Total ha portato una pagnotta nel mio ufficio come regalo per il signor Pecci, che verrà domani a ritirarla».
 Claudio Gatti e Ferruccio Sansa, autori del libro inchiesta “Il sottobosco” (Chiarelettere), ne sono convinti: il signor Pecci in realtà è un dottore. La data e l’indizzo del fax sequestrato tra le carte del lobbista romano Lionello Clementi fanno fede del resto. A Parigi il 26 settembre del 2006 quelli di Eurotradia, un tempo società statale impegnata nella tutela degli interessi delle imprese transalpine poi passata in mano a privati, vengono informati del successo di un’operazione che avevano seguito con molta attenzione. L’ingresso di Pecci nella trattativa avrebbe funzionato. Altrimenti proprio non si capisce il motivo per cui Total avrebbe deciso di ricompensarlo con «un regalo».
 C’è anche l’ex braccio destro di Romano Prodi nel capitolo lucano dell’inchiesta meneghina che ha scoperchiato gli affari di Clementi e soci, poi finita con l’archiviazione di tutte le accuse. Gianni Pecci, economista allievo e concittadino del professore di Bologna, è l’ideatore del pullman che divenne il simbolo della vittoria dell’Unione nel 1996. E’ stato anche direttore di Nomisma “think tank” di riferimento, ma negli anni successivi non ha disdegnato collaborazioni anche con l’altra parte dello schieramento politico, diventando membro della consulta dei saggi dell’ultimo sindaco di centrodestra di Bologna, Giorgio Guazzaloca, e poi amministratore delegato dell’istituto di ricerche Cirm, non appena scalato dal gruppo Hdp guidato dal sondaggista di Berlusconi Luigi Crespi poi finito in sventura. Per non parlare della liaison più recente con l’ex ministro Tremonti.
 Perché sia entrato nella partita tra Regione Basilicata e Total più soci, lo spiega sempre Clementi in una delle mail con cui relazionava i suoi clienti francesi delle evoluzioni sul negoziato di poco precedente alle elezioni che porteranno Romano Prodi a Palazzo Chigi per la seconda volta nel 2006. Alla base ci sarebbero state ragioni di «opportunità politica». Non a livello locale, ma addirittura nazionale «in vista dei prossimi risultati elettorali».
 Pensare che in tanti, notandolo un po’ fuori dal giro dell’ex premier, avevano pensato che dopo il tour di dieci anni prima fosse stato lasciato a terra per colpa di quel suo tradimento col centrodestra. In effetti, dopo aver recuperato lo stesso vecchio Iveco del ‘79 per una riedizione in piccolo di quella trionfale campagna elettorale, se n’era rimasto in disparte. Forse ancora marchiato dalle accuse del patron di Parmalat Callisto Tanzi, che nel 2004 aveva raccontato di avergli dato 300 milioni delle vecchie lire per sostenere la candidatura del professore, mentre quest’ultimo ha ammesso di averne ricevuti soltanto 9 prendendo le distanze dal suo ex pupillo «con i quale da diversi anni non ho più alcun rapporto politico e professionale». Pecci si sarebbe difeso dicendo che quei soldi «sono serviti a pagare il carburante del pullmann».
 Ed eccolo lì, a distanza di anni, ancora indaffarato con petrolio e affini. Almeno stando a quanto scrive il lobbista Clementi, a sua volta vicino alla fondazione di Massimo D’Alema. Pecci si era anche candidato al Senato con la lista del Codacons (Lista Consumatori), passata quasi in contemporanea al suo arrivo dal centrodestra al centrosinistra raccogliendo altri transfughi come l’ex governatore calabrese Agazio Loiero. Ma la Corte d’appello di Bologna alla fine l’avrebbe esclusa perché mancavano le firme. Dunque avrebbe avuto modo di dedicare molto più tempo al dossier Total/Tempa Rossa.
 Cosa abbia fatto di preciso nel giro di quei mesi che dalle elezioni hanno portato alla stipula dell’accordo tra la compagnia francese e la Regione Basilicata, e hanno visto anche la nomina dell’ex governatore come sottosegretario allo Sviluppo del governo del professore, non è per niente chiaro. Ma Gatti e Sansa insistono sul fatto che Clementi non era uno che gradiva concorrenti eppure aveva richiesto espressamente il suo coinvolgimento. Quando alla «pagnotta» di cui transalpini lo avrebbero omaggiato due giorni dopo la firma restano soltanto sospetti. Per non allontanarsi dagli ambiti gastronomici del potere, un tempo si diceva che se D’Alema si faceva servire il risotto da Vissani, Pecci preparava la frittura per il Prodi. Se poi qualcuno abbia pasteggiato a pane e frittata, come si usa da queste parti, lo sanno solo le sue coronarie.
Leo Amato
Vendemmia, anno nero: ma la Sicilia cresce           
L’Isola, assieme alla Campania, fa registrare un aumento del 10 per cento della produttività vitivinicola. Nel resto d’Italia i dati peggiori degli ultimi sessant’anni
PALERMO. Campania e Sicilia sono le uniche due regioni italiane che, nel 2012, faranno registrare un aumento (+10%) della propria produttività vitivinicola. E' quanto emerge dalle stime dell'Associazione dei tecnici vitivinicoli italiani (Assoenologi) secondo le quali, quest'anno, la produzione complessiva avrà un calo del 3,5% rispetto al 2011 e dell'8% rispetto alla media degli ultimi 5 anni (2007/2011).   
A livello nazionale i dati parlano chiaro: sarà la seconda vendemmia più scarsa dal 1950, con uve in calo del 3,5% rispetto all'anno scorso e dell'8% in confronto alla media degli 5 anni. La vendemmia 2012 produrrà 41,2 milioni di ettolitri di vino (nel 2011 erano stati 42,7 milioni di ettolitri), secondo le prime stime dell'Associazione dei tecnici vitivinicoli italiani. Lucifero tuttavia non ha bruciato le vigne italiane. Cruciale certo sarà settembre: se si avranno temperature adeguate, precipitazioni e forti escursioni termiche tra giorno e notte, non è escluso - dicono gli enologi - che si possa ottenere un millesimo di alto livello. Ma se la quantità è scarsa, la qualità lascia sperare: "Allo stato attuale - dice il direttore generale di Assoenologi Giuseppe Martelli - qualitativamente per i vini bianchi si prevede una produzione di buon livello, con una discreta freschezza e una certa potenzialità olfattiva, ma senza particolari picchi se non per quei prodotti da uve da vigneti soccorsi con adeguate irrigazioni o ubicati in particolari contesti geografici come la Valtellina e l'Alto Adige. Molto ottimismo rimare per i vini che saranno ottenuti da uve a bacca rossa, per i quali sono possibili livelli di tutto rispetto".   
Per le quantità, le condizioni climatiche hanno diviso l'Italia in due: Centro Nord - Lazio compreso - con cali che vanno da -5% a -15%, Centro Sud invece che mantiene i livelli dell'anno scorso o addirittura li aumenta fino al 10%. Lombardia, Trentino e Toscana le regioni con minor produzione (-15%), secondo Assoenologi, mentre quelle che incrementano la propria produttività rispetto allo scorso anno sono la Campania e la Sicilia, con +10%.   Anche se "é ancora presto per fare previsioni" (ad oggi è stata raccolto meno del 15% dell'uva), l'Associazione degli enologi sottolinea che i sette anticicloni che hanno infiammato l'Italia e una carenza di piogge oltre ogni record sono serviti a difendere gli acini dalle malattie. "L'uva è sana. Il pieno della raccolta in Italia avverrà nella seconda decade di settembre - dice Martelli - Siamo di fronte a un'annata che deve ancora giocare buona parte delle sue potenzialità".  A trattenere il fiato non sono sono i viticoltori nazionali ma anche i mercati esteri. Il vino italiano infatti, conferma Assoenologi, "piace e rimane il più venduto nel mondo". Dopo i successi nell'export 2011, "i primi mesi di quest'anno mettono in luce un decremento in volume del 5,5% ma una crescita del 6,8% in valore rispetto al 2011. Il che vuol dire che mandiamo all'estero meno prodotto ma guadagniamo di più". Interessante anche l'incremento del prezzo al litro delle nostre vendite all'estero all'ingresso che, negli ultimi mesi, é aumentato del 12,5% passando da 1,76 a 1,98 euro.

Bankitalia, giu' assegni scoperti(-2,8%)
In tre anni diminuiti dell'11,5%
26 agosto, 16:01
(ANSA) - ROMA, 26 AGO - La crisi rende gli italiani piu' prudenti e cala il numero degli assegni non pagati per mancanza di fondi o di autorizzazione. A fine 2011 le segnalazioni alla Centrale di allarme interbancaria di assegni irregolari sono diminuite del 2,8% rispetto a fine 2010: negli ultimi tre anni il calo e' stato pari all'11,5%. Lo rivela la relazione annuale di Bankitalia. In calo e' risultato anche l'importo totale degli assegni iscritti, pari a 1,07 miliardi di euro (1,12 miliardi nel 2010).

Merkel 'bacchetta' i falchi: ''Atene fuori da euro? Attenti con parole''
ultimo aggiornamento: 26 agosto, ore 18:29
Berlino, 26 ago. (Adnkronos/Ign) - L'Europa è "in una fase decisiva" e "tutti dovrebbero fare attenzione alle parole". Cosi' Angela Merkel, in un'intervista alla televisione Ard, ha invitato alla prudenza chi, anche all'interno della sua coalizione di governo, parla apertamente di un'uscita della Grecia dall'euro.
"In Europa abbiamo una responsabilità reciproca - ha poi aggiunto il cancelliere tedesco - l'Europa non è solo un'unione monetaria, ma anche una comunità politica che ha dato decenni di pace".
La richiesta di maggiore prudenza da parte della Merkel arriva dopo un'escalation di dichiarazioni da parte di esponenti politici della Csu, alleato bavarese del Cancelliere. A cominciare dal segretario generale, Alexander Dobrindt, per il quale l'uscita della Grecia dall'euro è inevitabile.
Dopo il suo incontro con il premier greco Antonis Samaras due giorni fa a Berlino, la Merkel ha affermato di volere che la Grecia rimanga nell'euro, ma ha sottolineato che bisogna aspettare il rapporto della troika sull'applicazione da parte di Atene degli impegni assunti. "La Grecia sta davvero rafforzando gli sforzi", ha ripetuto oggi la Merkel nell'intervista, ricordando però che "come altri, ho detto al primo ministro greco che c'è ancora molto da fare".
Ad aprire alle richieste di più tempo del premier greco Samaras, è invece Vienna. In un ‘intervista al giornale ‘Oesterreich’, il premier austriaco Werner Faymann si dice ‘’favorevole’’ ad una proroga, così da ''dare più tempo alla Grecia per attuare le riforme''
‘’Credo che vi sia una buona possibilità che arriviamo ad una soluzione con la Grecia che preveda che i greci mantengano gli accordi con l'Ue ma in cambio ottengano più tempo - ha detto Faymann - la cosa piu' importante e' che i greci continuino con le riforme e gli obiettivi di risparmio che hanno concordato con noi. Se questo è garantito, sono favorevole ad una proroga per il debito. Un ritardo di 2 o 3 anni, spetterà agli esperti decidere''.
Nuovo attacco della Bundesbank, intanto, alla Bce guidata da Mario Draghi. Nel mirino l'ipotesi di di acquisto di titoli sovrani dei paesi dell'area euro in difficoltà da parte di Francoforte. "Non dobbiamo sottovalutare il rischio che il finanziamento della banca centrale può creare dipendenza come una droga'',  avverte il presidente della Bundesbank Jens Weidmann, in una intervista a 'Der Spiegel'. Si tratterebbe, spiega Weidmann, di qualcosa di assimilabile a un ''finanziamento degli Stati stampando moneta''.
Quella che potrebbe dimostrarsi una ''benedizione'' da parte delle banche centrali potrebbe inoltre risvegliare ''desideri persistenti e condurre a una mutualizzazione dei rischi'', sottolinea inoltre Weidmann.


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