venerdì 26 ottobre 2012

(1) XXVI.X.MMXII/ Al regime padano della ss106 non glie ne mai fregato niente. Se stanziano quattro copechi e’ per la logistica utile al trasporto su gomma del greggio, di cui - quello di oggi interessa poco - ma quello di domani moltissimo.

Approvato dal Cipe progetto del nodo ferroviario di Bari Stanziati fondi per ss106
Crisi, contribuenti.it: in 5 anni, chiuse 112mila botteghe artigiane.
Crisi:Spagna disoccupazione 3 trim a 25%
Trst, oltrepadania est. Roma azzera i fondi a esuli e “rimasti”

Approvato dal Cipe progetto del nodo ferroviario di Bari Stanziati fondi per ss106
ROMA – Il Cipe, nella seduta odierna, ha dato il via libera ad «alcune importanti opere infrastrutturali che contribuiranno a ridurre il ritardo del Paese e a sostenere l'attività economica». Lo rende noto il Comitato, precisando che con queste misure viene «confermata la linea del Governo di coniugare la certezza delle risorse finanziarie disponibili con la necessità di non pregiudicare l’ammodernamento della dotazione infrastrutturale, a seguito dei tagli resi necessari da esigenze di finanza pubblica». Tra le opere finanziate molte rientrano nel Programma delle infrastrutture strategiche, dalla Statale 106 Jonica, al nodo ferroviario di Bari.
 Tra le opere del Programma delle infrastrutture strategiche, il Cipe ha: assegnato in via definitiva un finanziamento di circa 33 milioni di euro a favore del Megalotto 2 della Strada Statale 106 'Jonicà (da Simeri Crichi a Squillace, e dallo svincolo di Germaneto all’innesto con la 'Strada Statale n. 280 dei due marì); approvato, nell’ambito del Nodo ferroviario di Bari, il progetto preliminare di una variante della linea Bari-Lecce nella zona a sud di Bari, con un costo di 391 milioni di euro coperto all’interno del Contratto di programma RFI 2007-2011.
Il Cipe “ha approvato definitivamente questa mattina il progetto del nodo ferroviario di Bari per la variante Bari Centrale-Bari Torre a Mare. L’assessore regionale pugliese alle Infrastrutture, Guglielmo Minervini, in una nota ricorda che si tratta del “progetto di 391 milioni già previsti nel Contratto di programma con Rfi”. “Dopo questo passaggio – conclude – nessun governo potrà togliere quello che è stato assegnato a Bari e alla Puglia. Approvando il progetto abbiamo la sicurezza che la parte meridionale si farà. Adesso dovremo esercitare tutta la nostra pressione su Rfi perchè proceda entro un anno alla realizzazione della progettazione definitiva, per andare con le opere in gara entro il 2014”.

Crisi, contribuenti.it: in 5 anni, chiuse 112mila botteghe artigiane.
ROMA - In cinque anni hanno abbassato la saracinesca quasi 112mila botteghe artigianali, con una perdita di 248mila posti di lavoro. A fare i conti della crisi è il Centro Studi e Ricerche Sociologiche "Antonella Di Benedetto" di Krls Network of Business Ethics per Contribuenti.it Magazine dell'Associazione Contribuenti Italiani.
Per quanto riguarda il settore artigianato, nel periodo 2007- 2011 le iscrizioni sono state 374.920, mentre le cancellazioni sono state 487.310: 112.390 botteghe artigianali in meno, con una perdita di oltre 248mila posti di lavoro.
Al primo posto tra regioni dove si è registrato il maggiore decremento troviamo il Friuli V-Giulia, seguito dalla Campania, Valle d'Aosta, Molise, Sicilia, Abruzzo, Emilia Romagna, Toscana, Lombardia, Veneto, Lazio, Puglia, Calabria, Liguria, Umbria, Trentino-A.Adige, Sardegna, Basilicata! , Piemonte e Marche.
Per Contribuenti.it - Associazione Contribuenti Italiani, occorre operare per una rapida inversione di tendenza agendo soprattutto sulla leva fiscale, sull'accesso al credito, sugli ammortizzatori sociali e soprattutto sui piani commerciali che debbono valorizzare e premiare l'artigianato, lustro del made in Italy nel mondo.
"Di fronte alla chiusura di 112mila botteghe artigianali" - commenta Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani - ''è impensabile che il governo non intervenga con una moratoria fiscale per gli artigiani, inserendo anche il comparto artigianale tra quelli in crisi, prevedendo finanziamenti agevolati per tutto il settore delle arti e delle professioni".
CONTRIBUENTI.IT - ASSOCIAZIONE CONTRIBUENTI ITALIANI
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Crisi:Spagna disoccupazione 3 trim a 25%
Livello piu' alto dal 1976
26 ottobre, 09:32
(ANSA) - ROMA, 26 OTT - Il tasso di disoccupazione in Spagna é salito nel terzo trimestre al 25,02% dal 24,6% del trimestre precedente. Lo rileva l'Istituto nazionale di statistica spagnolo. E' il livello più alto dal 1976 e dal ritorno della democrazia nel paese dopo la morte di Francisco Franco.

Trst, oltrepadania est. Roma azzera i fondi a esuli e “rimasti”
La legge di stabilità non proroga i contributi. Gli esponenti della comunità: «Scompare la presenza italiana oltreconfine»
di Giovanni Tomasin
TRIESTE. La proposta di Legge di stabilità in discussione alle camere non prevede il rifinanziamento della legge in favore degli esuli istriani, fiumani e dalmati e della legge in favore della minoranza italiana in Slovenia e Croazia per il biennio 2013-2015. Una notizia che suscita l’indignazione del presidente dell’Unione italiana Furio Radin, del presidente della Giunta esecutiva Maurizio Tremul e del presidente della federazione delle associazioni degli Esuli istriani, fiumani e dalmati Renzo Codarin.
I tre esponenti sono cofirmatari di un comunicato infuocato: «Si tratta di due fondamentali strumenti giuridici e finanziari qualificanti della politica estera italiana ai suoi confini orientali, verso i quali dovrebbe nutrire un interesse strategico - scrivono -. Il primo sostiene le attività del patrimionio storico e culturale degli esuli. Tale finanziamento nel 2012 è stato ridotto del 33% rispetto al 2010. Tenuto conto che la legge scade alla fine dell’anno il contributo verrà azzerato».
Stesso destino per i fondi alle minoranze in Slovenia e Croazia: «Anche in questa circostanza, non essendo previsto il rifinanziamento della legge, i relativi contributi sono azzerati. Complessivamente, nel 2012, il sostegno dello stato italiano all’unica minoranza autoctona al di fuori dei confini italiani e stato ridotto del 34% che diventa del 43% se rapportato al livello di contribuzione del 2003». Le conseguenze sono pesanti: «Sarà impossibile proseguire nella realizzazione delle attività in favore della Scuola italiana, delle Comunità degli italiani e delle principali istituzioni ed enti che contribuiscono a produrre e sviluppare la cultura e l’identità italiana sul territorio». Dopo aver ricordato l’incontro tra i tre presidenti a Trieste, il documento si conclude con un appello a tutte le autorità della Repubblica per una proroga dei contributi: «Le risorse che l’Italia destina alle due comunità non possono essere in alcun modo trattati alla stregua di sprechi da tagliare con una distorta visione della spending review, ma sono invece un vero investimento per l’Italia. Analogamente vanno trattate le risorse che l’Italia destina in favore della minoranza slovena, anch’essi pesantemente decurtati, mentre andrebbero certamente mantenuti».


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