lunedì 10 giugno 2013

X.VI.MMXIII – La variazione acquisita del PIL per il 2013 è pari a -1,6%.===Fondamentali dell’Economia padana: Disturbi della vista, dell’equilibrio o della sensibilità possono essere “campanelli d’allarme”, spesso accompagnati da nausea e vomito.===Cefalee balcaniche: ovvero dell’emigrazione dei laureati all’Universita’ Statale slovena (Scuola Materna Perenne), i giovani greci invece rimangono, ma non pagheranno i debiti di papa’.

Maro': ingoiamo bocconi amari
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Istat. Conti economici trimestrali
Banca d’Italia n. 20 - L'economia della Sicilia
n. 12 - L'economia delle Marche
Slovenia, cresce la disoccupazione giovanile
Grecia: Spiegel, "Fmi chiede un nuovo taglio del debito"
Padania centrale. Sanità: la spending review minaccia il centro cefalee di Modena

Maro': ingoiamo bocconi amari
Lettera a Capo Stato maggiore Marina
10 giugno, 14:33
(ANSA) - ROMA, 10 GIU - "In questo lungo periodo trascorso in India, tanti bocconi amari abbiamo dovuto e stiamo ancora ingoiando, ma, con dignità e fierezza continueremo ad andare avanti finché Dio forza ci darà, rispettando questo Paese e dimostrando la nostra innocenza". E' uno dei passaggi della lettera che i Marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, hanno scritto da New Delhi al capo di Stato Maggiore della Marina, Giuseppe De Giorgi, per la festa della Forza Armata.
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Istat. Conti economici trimestrali
Nel primo trimestre del 2013 il prodotto interno lordo (PIL), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2005, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,6% rispetto al trimestre precedente e del 2,4% nei confronti del primo trimestre del 2012.
La stima preliminare diffusa il 15 maggio 2013 scorso aveva rilevato una diminuzione congiunturale dello 0,5% e un calo tendenziale del 2,3%.
Il primo trimestre del 2013 ha avuto lo stesso numero di giornate lavorative del trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al primo trimestre del 2012.
La variazione acquisita del PIL per il 2013 è pari a -1,6%.
Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda sono diminuiti. Con riferimento alla domanda interna, i consumi finali nazionali e gli investimenti fissi lordi sono diminuiti, rispettivamente, dello 0,3% e del 3,3%, mentre le esportazioni hanno subito un calo dell'1,9%. Le importazioni hanno registrato una flessione dell'1,6%.
La domanda nazionale al netto delle scorte ha sottratto 0,9 punti percentuali alla variazione del PIL, con contributi di -0,3 punti dei consumi delle famiglie e di -0,6 degli investimenti fissi lordi; l'apporto della spesa della Pubblica Amministrazione (PA) è stato nullo. Il contributo della domanda estera netta è stato negativo per 0,1 punti percentuali, mentre le scorte hanno fornito un apporto positivo di 0,3 punti percentuali.
Il valore aggiunto ha registrato variazioni congiunturali negative del 3,6% nelle costruzioni, dello 0,7% nell'industria in senso stretto e dello 0,4% nei servizi, mentre è aumentato del 4,7% nell'agricoltura. In termini tendenziali, è diminuito del 6,9% nelle costruzioni, del 3,2% nell'industria in senso stretto e dell'1,4% nei servizi e ha segnato un incremento dello 0,1% nell'agricoltura.

Banca d’Italia
n. 20 - L'economia della Sicilia
Rapporto annuale, giugno 2013
Sommario
Nel corso del 2012 la dinamica del PIL in Italia è stata negativa, anche a seguito delle correzioni di finanza pubblica intervenute nello scorcio dell'anno precedente. Soltanto la domanda estera ha fornito un contributo positivo all'attività economica.
In Sicilia la fase ciclica recessiva è risultata grave; in base alle stime Prometeia il PIL è sceso del 2,7 per cento. I settori più colpiti sono stati l'industria e l'edilizia.
Nel manifatturiero è diminuito il fatturato e la perdurante incertezza sulle prospettive dell'economia ha causato una nuova contrazione delle spese per investimenti. La domanda estera è risultata favorevole, con una ripresa delle esportazioni per alcuni comparti, come il petrolifero, l'elettronico e il farmaceutico.
Il livello di attività economica del settore delle costruzioni si è contratto per il settimo anno consecutivo, con cali sia per le opere pubbliche sia per il comparto delle costruzioni residenziali. Nel mercato immobiliare il numero di compravendite ha registrato un significativo arretramento; i prezzi sono diminuiti anche in termini nominali.
Nel settore dei servizi, il commercio ha risentito della perdurante debolezza dei consumi interni, legata alla riduzione del reddito reale disponibile delle famiglie. I flussi turistici, seppure in rallentamento, hanno continuato a crescere: il calo dei pernottamenti di turisti italiani è stato compensato dalla crescita delle presenze di stranieri e della spesa a essi associata.
Nel mercato del lavoro l'occupazione è diminuita per il sesto anno consecutivo. L'aumento del numero di persone in cerca di lavoro ha spinto in alto il tasso di disoccupazione, in misura più marcata tra i più giovani.
Nel 2012 i prestiti bancari, che erano già in rallentamento, sono diminuiti. Le richieste di finanziamenti hanno risentito del calo degli investimenti delle imprese e della debolezza della spesa da parte delle famiglie.
Le condizioni di offerta del credito sono rimaste ancora tese anche per effetto del deterioramento della qualità dei prestiti. La crisi economica ha continuato a ripercuotersi sull'andamento dei crediti in sofferenza, in aumento sia per le imprese sia, in misura meno accentuata, per le famiglie. Gli indicatori prospettici prefigurano un ulteriore peggioramento nei prossimi mesi.
Un'analisi condotta sulle imprese della filiera immobiliare mostra che gli effetti della recessione sul credito sono stati particolarmente severi. Dall'insorgere della crisi la dinamica dei prestiti nei confronti di queste imprese è stata più debole di quella media del settore produttivo e la qualità del credito è notevolmente peggiorata: alla fine del 2012 circa la metà dei finanziamenti presentavano anomalie nei rimborsi.
È aumentata la raccolta bancaria presso le famiglie; potrebbe avere influito una maggiore propensione al risparmio precauzionale e l'offerta di remunerazioni più elevate sui depositi con durata prestabilita e sulle emissioni obbligazionarie.

n. 12 - L'economia delle Marche
Rapporto annuale, giugno 2013
Sommario
Nel 2012 è proseguita la fase recessiva dell'economia marchigiana iniziata nella seconda metà del 2011. Secondo le stime disponibili, nel 2012 il prodotto interno lordo in regione è calato di circa il 2,5 per cento rispetto all'anno precedente, un valore analogo a quello medio nazionale; è invece diminuito più che in Italia nell'arco dell'ultimo quinquennio. Le rilevazioni condotte presso le imprese confermano la debolezza dell'attività nei primi mesi del 2013.
La produzione industriale è scesa, specie nei comparti della moda e in quelli connessi con l'edilizia; la dinamica dell'attività produttiva è risultata più sfavorevole per le piccole aziende. La domanda interna si è ulteriormente indebolita, mentre quella estera ha continuato a fornire un moderato sostegno all'attività economica; le esportazioni marchigiane, a differenza di quelle italiane, restano però ancora su livelli inferiori a quelli raggiunti prima della crisi. Gli investimenti delle imprese sono diminuiti; in assenza di un miglioramento delle condizioni per investire, i piani delle aziende non prefigurano una ripresa del processo di accumulazione del capitale nel 2013.
L'economia marchigiana è risultata particolarmente esposta alla crisi iniziata nel 2008. Vi hanno concorso la spiccata vocazione industriale, la notevole diffusione di imprese subfornitrici di piccola dimensione e la specializzazione produttiva, per una quota consistente orientata alla produzione di beni per la casa (soprattutto elettrodomestici e mobili). Questi comparti, nei cui confronti si è intensificata la concorrenza internazionale, hanno molto risentito del generale contenimento della spesa delle famiglie italiane per beni durevoli, connesso anche al calo degli acquisti di abitazioni.
Nel complesso dell'industria, hanno conseguito risultati migliori le imprese di media e grande dimensione, titolari di marchi conosciuti e radicate sui mercati internazionali; le piccole aziende, per contro, spesso poco capitalizzate, non sono state generalmente in grado di affermare una propria presenza autonoma sui mercati esteri per supplire al calo degli ordini in subfornitura. Negli anni di crisi più recenti, i fallimenti di società di capitale si sono intensificati, in misura superiore alla media nazionale.
Nel 2012 il valore della produzione dell'edilizia è nettamente sceso, accentuando la tendenza in atto dal 2008, anno in cui si era interrotta una fase espansiva durata un decennio. Le compravendite di abitazioni si sono ridotte di un quarto; rispetto al picco del 2006, il numero di transazioni si è più che dimezzato.
I prezzi delle abitazioni sono scesi in misura più contenuta. L'attività si è indebolita anche nel settore terziario. La flessione del reddito disponibile ha influito negativamente sulla spesa per consumi delle famiglie, in particolar modo per beni durevoli, con ripercussioni negative sugli esercizi commerciali; i flussi turistici si sono lievemente ridotti; nel comparto dei trasporti si è osservata una contrazione dei movimenti di merci e passeggeri.
Il tasso di disoccupazione ha continuato a salire, specie tra i giovani; alla fine del 2012 esso ha sostanzialmente eguagliato quello italiano, mentre prima della crisi era inferiore di circa 2 punti percentuali. A differenza di quanto osservato nel resto del paese, dove le condizioni lavorative si sono deteriorate soprattutto per i lavoratori con bassi livelli di istruzione, in regione il peggioramento è risultato diffuso, indipendentemente dal titolo di studio posseduto.
Nel 2012 i prestiti bancari nelle Marche sono leggermente diminuiti. La flessione ha riguardato i finanziamenti alle imprese, specie quelle di minore dimensione; il credito alle famiglie, pur decelerando nettamente, ha conservato un tasso di crescita positivo. La dinamica dei prestiti è stata influenzata sia dalla debolezza della domanda sia dal permanere di condizioni di offerta tese. Su queste ultime grava il peggioramento della qualità del credito indotto dalla recessione, che nell'ultimo biennio è stato più intenso per il settore delle costruzioni.
La raccolta bancaria è stata sospinta dai depositi bancari con scadenza maggiormente protratta, che hanno mostrato una dinamica più sostenuta rispetto alle altre forme di investimento del risparmio, anche a motivo delle politiche di offerta più remunerative adottate dalle banche.

Slovenia, cresce la disoccupazione giovanile
Il 25% dei disoccupati ha meno di 30 anni, aumenta l'emigrazione
09 giugno, 18:09
 (di Andrej Cernic)
(ANSA) - LUBIANA - La disoccupazione sta diventando anche tra i giovani sloveni un problema quasi insormontabile. Molti, dopo aver finito gli studi universitari, ''restano fermi'' all'ufficio di collocamento, sempre piu' numerosi sono anche quelli che decidono di tentare la propria fortuna lavorativa e professionale all'estero.
 La Slovenia dovrebbe arrivare, secondo le stime dell'Ufficio per le elaborazioni statistiche, a 120 mila disoccupati nel 2013, circa il 13% della popolazione lavorativa. Quasi il 25% dei disoccupati sono giovani sotto i 30 anni. L'Ufficio di collocamento nazionale parla di 28.617 giovani disoccupati al 30 aprile. Il 18,6% dei giovani disoccupati (pari a 5.332) hanno conseguito la laurea o un titolo di studio superiore.
 I dati elaborati riguardanti i profili professionali che piu' patiscono la crisi parlano chiaramente: e' molto difficile trovare lavoro per i ragazzi e le ragazze che hanno un titolo di studio di stampo umanistico, nel campo delle scienze sociali oppure legato a impieghi nel settore pubblico. Si parla di laureati in economia, giurisprudenza, dei commercialisti, professori di sloveno e dei giovani che cercano il lavoro nel sociale.
 Molti giovani sloveni, soprattutto quelli con un po' di spirito imprenditoriale, hanno cominciato a cercare occasioni all'estero. Potremmo dividere questo tipo di giovani in due categorie. La prima riguarda coloro che vanno in cerca di lavoro nei paesi limitrofi con standard superiore, rimanendo pero' a vivere in Slovenia. L'esempio piu' evidente e' l'Austria, tra le regioni confinanti con la Slovenia. Secondo le stime dell'Ufficio di collocamento austriaco, nel 2012 ben 8.293 sloveni hanno lavorato nelle regioni di Stiria e Carinzia, tra di loro ci sono circa 4.500 migranti giornalieri. Guardando invece ai flussi di migrazione globali riscontriamo, secondo l'Ufficio per le elaborazioni statistiche, un notevole incremento di persone espatriate nell'anno scorso: ben 8.876 cittadini sloveni hanno cambiato Stato di residenza. La raccolta dati dell'Ufficio non fornisce le statistiche riguardanti i Paesi di espatrio. Ci si puo' comunque fare un'idea a riguardo consultando i dati per gli anni fino al 2011. Gli espatri sono stati tra i 1.700 e i 2.000 all'anno: oltre all'Austria, il Paese piu' gettonato e' stata la Germania, partner economico principale, con uno degli standard piu' alti in Europa e relativamente vicino alla Slovenia. In ciascuno dei due Paesi germanofoni si sono trasferiti dai 300 ai 400 sloveni all'anno.
 Seguono Italia e Croazia, paesi limitrofi, e Svizzera: in ognuno dei tre Paesi si sono trasferiti dai 100 ai 200 sloveni all'anno. Oltreoceano troviamo al primo posto per espatri sloveni due Paesi geograficamente agli antipodi: l'Australia e gli Stati uniti (dalle 40 alle 80 unita' annue). La prima e' diventata una delle mete favorite soprattutto per gli stipendi alti e lo standard elevato, per gli Usa vale lo stesso con l'aggiunta sempre piu' frequente degli impieghi nel settore It e high tech. (ANSA).

Grecia: Spiegel, "Fmi chiede un nuovo taglio del debito"
10:36 09 GIU 2013
(AGI) - Berlino, 9 giu. - Per rimettere in sesto i conti di Atene e' necessario procedere ad un nuovo taglio del debito greco. Lo 'Spiegel' rivela che il Fondo monetario internazionale (Fmi) sta aumentando le pressioni sui Paesi dell'Eurozona per far attuare un nuovo taglio del debito greco entro quest'anno, unica maniera per coprire il buco di bilancio di Atene di 4,6 miliardi di euro previsto per il 2014. Il settimanale di Amburgo aggiunge che l'Fmi e' disposto a partecipare ulteriormente al programma di salvataggio della Grecia solo se il finanziamento dei conti di Atene e' garantito per i prossimi 12 mesi. Per questo motivo, spiega lo Spiegel, il Bundestag deve dare al piu' tardi entro dicembre il proprio assenso al nuovo taglio del debito greco, anche perche' a subirne le conseguenze sarebbe la banca pubblica di sostegno agli investimenti "KfW", che ad Atene ha gia' concesso 15 miliardi di crediti. Il settimanale scrive che finora il governo tedesco si oppone ad un nuovo taglio del debito greco, poiche' teme che una decisione del genere presa prima delle elezioni per la Cancelleria del 22 settembre evidenzierebbe che parecchi miliardi forniti ad Atene con i soldi dei contribuenti andrebbero perduti. Nei giorni scorsi l'Fmi aveva ammesso di aver stimato per anni in maniera troppo ottimistica la situazione greca. (AGI) .

Padania centrale. Sanità: la spending review minaccia il centro cefalee di Modena
Gianfrancesco Tazzioli dell’associazione che riunisce i malati di “mal di testa” «Il day hospital del Policlinico è diventato un punto di riferimento nazionale»
di Gabriele Farina
Un centro sanitario d’eccellenza che rischia di essere “rivisto” dalla spending review regionale. È l’allarme lanciato da Gianfrancesco Tazzioli, segretario nazionale della Lega Italiana Cefalgici.
La struttura in questione è il “Day Hospital” del Policlinico, «l’unico presente nella Regione Emilia- Romagna. Tagliare sulle cure per la cefalea equivale a togliere il defibrillatore ai malati di cuore», esclama il portavoce dei pazienti in cura al centro. «La nostra città da tempo è divenuta il riferimento nazionale per il trattamento di questa malattia, spodestando Firenze. Nella struttura vengono da ogni parte d’Italia per ricevere la migliore cura, il rischio è che anche noi possiamo diventare “emigrati” per poter ottenere un trattamento. Temiamo che la Regione abbia intenzione di tagliare i fondi in ottica di rivedere la spesa, costringendo i pazienti a pagare anche mille euro per le cure, più gli eventuali spostamenti».
In una realtà di crisi, «in cui ci sono tagli sul personale e anche le case farmaceutiche non danno più il loro appoggio», continua a essere offerto il miglior servizio al paziente. «Quando arrivi lì – spiega Tazzioli – incontri due caposala, medici tirocinanti delle specialistiche e docenti. Garantiti controlli quali Tac, risonanze ed esami del sangue per comprendere quale sia la patologia; poi si può partire con la cura, anche con farmaci e flebo, a carico del centro».
La Lic porta avanti una campagna per far conoscere la patologia abolendo gli stereotipi. A livello sociale, denuncia Tazzioli, troppo spesso viene considerato come un problema da poco, ridotto alla domanda “perché non prendi una pastiglia?”. «Vogliamo invece che si riconosca la cefalea come una malattia sociale – conclude – abbiamo presentato sul tema una proposta di legge nella scorsa legislatura. In Lombardia hanno proposto di renderla malattia invalidante. Inoltre domandiamo l’introduzione del trattamento con tossina botulinica per l’emicrania cronica, come già approvato dalla Commissione dell’Agenzia del Farmaco (Aifa) a livello nazionale».
La cefalea si caratterizza come un dolore che si può manifestare sull’intero capo o su una parte. Le due principali più conosciute sono la cefalea da tensione e l’emicrania. Ansia e tensione psichica sono comuni cause delle contrazioni muscolari alla base della prima forma. Stress emotivo, bassi livelli di zuccheri nel sangue, allergie, traumi al capo sono alcuni dei fattori scatenanti per la seconda. Dolori continui, oppressivi, d’intensità lieve-moderata sono forme tipiche della prima; un dolore pulsante sulle tempie e all’altezza delle orbite, in genere su un solo lato del capo e aggravato dalla luce, il sintomo abituale dell’emicrania. Disturbi della vista, dell’equilibrio o della sensibilità possono essere “campanelli d’allarme”, spesso accompagnati da nausea e vomito.


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