lunedì 29 luglio 2013

XXIX.VII.MMXIII – Convinta sfiducia (-24 punti rispetto ad 8 anni fa).===Istat: L'indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane (Iesi, Istat economic sentiment indicator) espresso in base 2005=100, sale a luglio a 79,6 da 76,4 di giugno.---In cinque anni di crisi in Italia è andato perso quasi un milione di posti di lavoro.---Trst, oltrepadania est. Fincantieri progetta la nuova Montecarlo

L'UNIONE SARDA - Economia: Saldi di Ferragosto in hotel
Istat. Clima di fiducia delle imprese
In cinque anni perso un milione di posti di lavoro
Trst, oltrepadania est. Fincantieri progetta la nuova Montecarlo




L'UNIONE SARDA - Economia: Saldi di Ferragosto in hotel
29.07.2013
PAG. 25 PROV. SASSARI ALGHERO. C'è preoccupazione per le prenotazioni a rilento e sotto data Al bando l'alta stagione pur di riempire le camere
ALGHERO L'alta stagione ormai non esiste più. Per tenere alto l'indice di occupazione delle camere molti albergatori della Riviera hanno rinunciato alla zona rossa del listino prezzi, quella che caratterizzava il mese di agosto e che, tra l'altro, garantiva i maggiori guadagni. «In questo mercato isterico, per incentivare le prenotazioni - spiega Stefano Visconti, presidente del Consorzio turistico Riviera del corallo - gli imprenditori hanno fatto leva sulle tariffe che sono, in alcuni casi, sensibilmente più basse della media degli ultimi anni».
MISURE ANTICRISI La crisi ha colpito tutti, gli hotel della costa e quelli di città, senza risparmiare bed and breakfast e campeggi, ed è per questo che i titolari hanno pensato di vendere le camere a prezzi concorrenziali, «una azione commerciale - continua Visconti - che da una parte eleva gli indici di occupazione, ma dall'altra non sempre ha benefici effetti sui bilanci delle imprese associate». Il periodo è difficile, la concorrenza spietata. Elisa Fonnesu dell'hotel Calabona conferma la validità della strategia salva-stagione messa a punto anche dalla struttura sul mare che lei stessa dirige. «Non nego che abbiamo dovuto ritoccare il listino solo una settimana fa, ovviamente al ribasso - dice - e le prenotazioni lentamente stanno arrivando, anche se sempre più sotto data. Ormai viviamo alla giornata».
TREND POSITIVO Per Massimo Sequenza, direttore del centrale hotel Catalunya, il trend per agosto è sicuramente «in moderato incremento rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, anche se resta ancora disponibilità dal 17 fino alla fine del mese». Francesco Masia dell'hotel Punta Negra, sull'omonima spiaggia, riferisce di un giugno e luglio «soddisfacenti oltre ogni aspettativa. Agosto è incerto - ammette il direttore dell'albergo - la settimana centrale, quella di Ferragosto verrà venduta in last minute, ma il problema principale è che molti clienti intenzionati a venire ad Alghero non stanno trovando posto in aereo, mentre i biglietti per le navi sono a cifre astronomiche».
TARIFFE Una famiglia di quattro persone, con la macchina al seguito, può facilmente arrivare a spendere più di 700 euro per il passaggio in traghetto. Pernottamenti a tariffe competitive, pacchetti al ribasso venduti con anticipo al turista fai-da-te, tanto per non lasciare le stanze vuote, non sono sufficienti se poi i clienti sono costretti a sborsare un capitale per raggiungere la destinazione di vacanza. La fascia più debole dei consumatori continua a risentire della crisi generale, anche se si spera ancora nel recupero di Ferragosto. Per la settimana più calda, dal 10 al 17 agosto, in camera doppia compresa la prima colazione, le tariffe su internet vanno dalle 800 ai 2000 euro.

Istat. Clima di fiducia delle imprese
L'indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane (Iesi, Istat economic sentiment indicator) espresso in base 2005=100, sale a luglio a 79,6 da 76,4 di giugno.
L'aumento dell'indice complessivo riflette il miglioramento della fiducia diffuso in tutti i settori economici oggetto di indagine: dalle imprese manifatturiere e di costruzione, a quelle del commercio al dettaglio e dei servizi di mercato.
L'indice del clima di fiducia delle imprese manifatturiere aumenta, passando da 90,5 di giugno a 91,7. I giudizi sugli ordini e le attese di produzione migliorano (da -39 a -37 e da -2 a 0, i rispettivi saldi); il saldo relativo ai giudizi sulle scorte di magazzino passa da 1 a 0.
L'analisi del clima di fiducia per raggruppamenti principali di industrie (Rpi) indica un miglioramento diffuso della fiducia: nei beni di consumo da 91,3 a 92,8, nei beni intermedi da 89,8 a 90,8 e nei beni strumentali da 91,1 a 92,5.
L'indice del clima di fiducia delle imprese di costruzione sale da 71,1 di giugno a 76,5. Migliorano sia i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione sia le attese sull'occupazione (i saldi aumentano da -56 a -52 e da -27 a -20, rispettivamente).
L'indice del clima di fiducia delle imprese dei servizi di mercato sale da 70,7 di giugno a 75,6. Crescono i saldi dei giudizi e delle attese sugli ordini (da -29 a -27 e da -17 a -11, rispettivamente) e migliorano le attese sull'andamento generale dell'economia italiana.
Nel commercio al dettaglio, l'indice del clima di fiducia sale da 80,9 di giugno a 82,1. L'indice diminuisce nella grande distribuzione (da 80,0 a 73,0) e aumenta nella distribuzione tradizionale (da 84,7 a 90,8).

In cinque anni perso un milione di posti di lavoro
Roma - In cinque anni di crisi in Italia è andato perso quasi un milione di posti di lavoro. Dal 2008 al 2013 nel nostro paese gli occupati sono scesi da 25,3 milioni a 24,3 milioni con un calo di 998 mila unità (-3,8%). Lo calcola il Centro studi Unimpresa.
Nell’area euro gli occupati sono calati del 3,6% (-5,3 milioni) da 150,4 milioni a 145 milioni. Unica eccezione è la Germania (+3,9%) che ha dato impiego a 1,5 milioni di persone in più (da 40,2 milioni a 41,8 milioni).
L’analisi, che prende in considerazione il periodo compreso tra primo trimestre 2008-primo trimestre 2013 ed è basata su dati Banca d’Italia, Eurostat e Istat, e mette in luce come in Italia in media si siano persi 200mila posti di lavoro l’anno: gli occupati erano 25,3 milioni all’inizio del 2008, per poi scendere a 25,1 milioni nel primo trimestre 2009, 24,7 milioni nel 2010 (primo trimestre), 24 milioni e 754mila nel 2011, 24,6 milioni nel 2012 e 24,3 milioni nel 2013.
Guardando all’Europa, il quadro è negativo anche in Francia e Spagna. In Francia nel primo trimestre 2008 gli occupati erano 27,1 milioni mentre all’inizio del 2013 risultavano 26,9 milioni: con una perdita di 277mila posti di lavoro (-1%). In Spagna si è passati in 5 anni da 21 milioni a 17,2 milioni (-3,7 milioni, pari al 17,9%). In controtendenza la Germania, dove l’occupazione è aumentata del 3,9% a 41,8 milioni con una crescita di 1,5 milioni di posti di lavoro.
«La situazione è da allarme rosso. L’emorragia di posti di lavoro si estende a vista d’occhio giorno dopo giorno e non si vede una via d’uscita. Le imprese sono stremate e il fallimento è inevitabile», commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, che chiede di «dare impulso al credito e di tagliare le tasse» per «rimettere in moto l’economia e far ripartire l’occupazione».

Trst, oltrepadania est. Fincantieri progetta la nuova Montecarlo
Il gruppo partecipa a una gara per ampliare il Principato verso il mare. Se ne occuperà il palazzo della Marineria a Trieste
di Massimo Greco
TRIESTE. Fincantieri “immobiliarista”? Non proprio, ma quasi. Sta di fatto che martedì 23 luglio il gruppo italiano, controllato da Cassa depositi e prestiti tramite Fintecna, ha risposto al bando del Principato di Monaco e ha presentato la sua candidatura per il prolungamento a mare del Principato medesimo, ormai assediato dal cemento. E, poichè la disponibilità di aree a terra è quella che è, l’idea è di guadagnare spazi verso il Tirreno.
All’esca del tanto abbiente quanto striminzito Principato hanno abboccato in quattro: a parte Fincantieri, la Vinci, l’Anse du Portier-Bouygues T.P. et Le Portier Holding, Terraforma Monacogildo Pastor Pallanca. In ballo c’è una commessa di un miliardo di euro per le opere infrastrutturali, coperta dal governo monegasco. I lavori dovrebbero essere completati entro il 2024 e dovrebbero portare alla realizzazione di una “penisola” da 6 ettari, che ospiterebbe immobili alti non più di 10 piani, zone commerciali, aree verdi, una darsena turistica.
Bene: ma Fincantieri cosa c’entra? Nel quadro della diversificazione produttiva, vero refrain dell’era Bono, c’è anche la volontà di costruire grandi strutture offshore, collegabili alla terraferma. Qualche anno fa si parlò della possibilità di risolvere il sovraffollamento carcerario nazionale ricorrendo a “galere galleggianti”, che l’allora sindaco genovese Marta Vincenzi, poco convinta, definì “alcatraz”. Al riguardo, venne costituito un apposito ufficio, che ha sede a Trieste a palazzo della Marineria, dove alberga la divisione costruzioni mercantili Fincantieri. Se i detenuti italiani non hanno finora goduto di vista-mare, galeotta (se ci è consentita la battuta) fu però quell’idea, che oggi viene buona per risolvere il sovraffollamento del Principato. In sostanza, Fincantieri pensa di costruire una serie di strutture che verrebbero portate via-mare sulla costa monegasca e fissate con appositi ancoraggi al fondo marino. Dopodichè Fincantieri, nel dossier di presentazione, ha ricordato anche teatri e casinò realizzati a bordo delle grandi unità crocieristiche, per documentare il proprio know-how non esclusivamente metalmeccanico.
Un’estensione a mare, come quella pensata dallo staff del principe Alberto, non è una novità assoluta, perchè operazioni di questo tipo sono già state compiute a Beirut, a Dubai, nel Qatar.
Il passo di Fincantieri è stato “scortato” anche a livello istituzionale, come testimonia una lunga dichiarazione del sottosegretario allo Sviluppo Economico Simona Vicari, parlamentare pidiellina, già sindaco di Cefalù e in gioventù esponente socialdemocratica, che fa riferimento ai «positivi colloqui avuti attraverso il nostro ambasciatore a Monaco Antonio Morabito con il ministro dell’economia Jean Castellini e con il primo ministro Michel Roger».

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