mercoledì 21 agosto 2013

XXI.VIII.MMXIII – Hai capito lu_canu? La Basilicata frena il Paese.===Leo Amato: L’esempio delle cose che in Italia non vanno? La Basilicata, dove si potrebbe raddoppiare le estrazioni portando 2 miliardi di royalties nelle casse dello Stato. Attenzione: non dei territori. Più 10 miliardi risparmiati. Ma la «diluizione del processo decisionale» lo impedisce, e si diventa vittime «dell’incapacità di perseguire uin obiettivo con velocità», mentre «mondo va troppo veloce per aspettare chi è lento».

«Raddoppiare subito estrazioni» Se la Basilicata frena il Paese
«No Triv»: temerarie le parole del presidente Nomisma
Taranto. Cozze, perso l’80% del prodotto «Il sindaco arriva in ritardo».
La Puglia turistica resiste alla crisi
Cnr, il vino dei Romani rinasce in Sicilia
L'UNIONE SARDA - Economia: Calici sardi ai confini del mondo
Germania: +0,1% occupazione 2° trimestre




«Raddoppiare subito estrazioni» Se la Basilicata frena il Paese
Il presidente della compagnia del cane a sei zampe al meeting di Cl. Recchi attacca
i ritardi sulle nuove autorizzazioni e invoca il centralismo su decisioni e royalties
 Il presidente della compagnia del cane a sei zampe al meeting di Cl. Recchi attaccai ritardi sulle nuove autorizzazioni e invoca il centralismo su decisioni e royalties
di LEO AMATO
POTENZA - L’esempio delle cose che in Italia non vanno? La Basilicata, dove si potrebbe raddoppiare le estrazioni portando 2 miliardi di royalties nelle casse dello Stato. Attenzione: non dei territori. Più 10 miliardi risparmiati. Ma la «diluizione del processo decisionale» lo impedisce, e si diventa vittime «dell’incapacità di perseguire uin obiettivo vcon velocità», mentre «mondo va troppo veloce per aspettare chi è lento».
C’è andato giù duro il presidente dell’Eni, Giuseppe Recchi, al Meeting di Comunione e liberazione in corso a Rimini commentando a distanza di 24 ore l’intervento del premier Enrico Letta sulle colonne di Milano Finanza. Intervistato da Carla Signorile il chairman della compagnia del cane a sei zampe di Sinisgalli ha preso spunto dalla riflessione del presidente del Consiglio sulle regole che non hanno funzionato. Di qui l’attacco alla «sovrapposizione di regole e controllori che ha diluito la chiarezza del processo decisionale». Da una parte l’incapacità di decidere, e dall’altra quella di colpire i responsabili di tutto ciò.
In concreto? Ovvio che sia il tema del petrolio quello d’interesse. Infatti Recchia spiega che l’Italia potrebbe diventare il terzo produttore di greggio in Europa dopo la Norvegia e l’Inghilterra, nonostante qualcuno creda ancora che non esistano giacimenti.
La Basilicata ne è «ricca». Lì si potrebbero raddoppiare le estrazioni, che porterebbero 2 miliardi di euro di «royalties aggiuntive» nelle casse dello Stato da sommare ad altri 10 miliardi che verrebbero risparmiati  «per acquisti e importazioni». Per questo però servirebbero 15 miliardi di investimenti «che non si affrontano per via di una mancanza di strategia Paese».
Perciò la richiesta di un nuovo modello di governo dei processi che misuri le performance di un ente nel concedere un’autorizzazione, o misuri la trasparenza di un partito. Anche per ridare senso ai discorsi sulla meritocrazia delle competenze e della capacità decisionali.
Se necessario anche ricorrendo a una modifica della Costituzione. Impossibile non cogliere nelle parole di Recchi l’eco di quelle pronunciate domenica dal responsabile Energia di Nomisma, Davide Tabarelli, che aveva proposto l’abolizione delle royalties a favore di una nuova forma di fiscalità per lo Stato e sanzioni per le regioni che dicono no alle trivelle.
Quest’ultimo - però - non si era mai rivolto in maniera espressa alla Basilicata, mentre il presidente del gruppo di San Donato ha deciso di puntare dritto sull’obiettivo. Un messaggio indirizzato a via Verrastro, dove giace da almeno due anni il piano industriale dell’Eni che prevede l’aumento delle estrazioni in Val d’Agri fino a 130mila barili al giorno, dai 104mila oggi autorizzati.
Ma in modo che da Roma arrivi all’orecchio delle stanze che contano: Letta in primis, e poi chi non ha smesso di ragionare di riforme, incluso un passo indietro sul Titolo V della Costituzioni e le competenze attribuite alle Regioni in materia di opere di rilevanza strategica nazionale. Per chi ha memoria: il piano dell’ex ministro allo Sviluppo economico Corrado Passera.
Si farà? Verranno centralizzati di nuovo i luoghi delle decisioni su petrolio ed energia? Le pressioni perché accada dopo le parole di Recchi sono venute allo scoperto, come pure il braccio di ferro in corso con la Regione Basilicata.
E i parlamentari lucani? Al Meeting di Cl sono diversi quelli di casa, come l’onorevole pidiellino Cosimo Latronico. Non può essere un caso che sia stato proprio lui il primo a proporre un «accordo per lo sviluppo» della regione da finanziare con i soldi dell’aumento delle estrazioni in Val d’Agri attraverso gli stumenti previsti dal Memorandum e disegnati dall’articolo 16 del dl liberalizzazioni approvato dal Governo Monti. Resta da capire quanto appeal può avere a sinistra una prospettiva di questo tipo. Al di là dei professori di Nomisma. Specie in campagna elettorale.
mercoledì 21 agosto 2013 08:05

«No Triv»: temerarie le parole del presidente Nomisma
ROMA – Replica del coordinamento dei movimenti 'No Triv Mediterraneo' al presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli, che nei giorni scorsi – in una conversazione con agenzie di stampa – aveva puntato il dito contro i comitati 'No Trivelle' che impediscono lo sviluppo della produzione di petrolio e gas in Italia, bloccando investimenti e migliaia di assunzioni e maggiori entrate per lo Stato sulla base di “timori poco fondati”.
 Definendo le espressioni utilizzate dal presidente di Nomisma energia “inopportune e in grado di ledere l’immagine delle associazioni e dei comitati che intendono promuovere la protezione dell’ambiente e della salute dei cittadini”, il portavoce del coordinamento di comitati di cittadini di Basilicata, Puglia e Calabria, Giovanna Bellizzi, che è anche avvocato, esprime “l'intenzione di valutare l’opportunità di promuovere azioni legali contro Tabarelli”.
 Bellizzi giudica “ardita” l’ipotesi avanzata da Tabarelli di “prevedere sanzioni per le regioni che ostacolano lo sfruttamento di una risorsa che appartiene a tutti i cittadini” e su Nomisma Energia dice che è “una società che tra l’altro, individua nuove aree di business, strategie di marketing, promuove la negoziazione e la conclusione di contratti di approvvigionamento (inclusa l’importazione) e vendita di gas naturale e di altri combustibili”. E ancora, osserva la portavoce di 'No Triv Mediterraneo', “la società definisce anche le strategie di comunicazione verso istituzioni, investitori e comunità territoriali in relazione a iniziative e infrastrutture energetiche”.
 Secondo Bellizzi, le dichiarazioni di Tabarelli, “oltre ad essere temerarie, sono anche di parte in quanto la sua società persegue il business economico del gas naturale e di altri combustibili”. Parlando della Basilicata, la portavoce di 'No Triv Mediterraneo' spiega che “è terra di conquista per le compagnie petrolifere e per tutte le società di servizi che traggono profitto e lavoro da chi sfrutta il territorio” e quindi “corre un grave rischio. Gli interessi sono enormi e tali da indurre anche ad elaborare strategie di comunicazione particolarmente aggressive come quelle capaci di Tabarelli che arriva al punto di parlare di 'ostacoli ambientalì” senza tener conto del “diritto di ciascun cittadino di vivere in un ambiente sano e salubre e di poter bere acqua potabile”.
 Bellizzi ricorda che “in Italia vi sono numerose leggi che proteggono l’ambiente e altrettante che puniscono severamente chi inquina, e che le istituzioni non possono lasciarsi intimorire da grossolane minacce di sanzioni economiche. Il rischio non è certo l’applicazione rigorosa delle leggi ma per chi amministra il bene comune vi è obbligo imprescindibile di tutelare l’ambiente attraverso l’applicazione del principio di precauzione vietando tutte quelle attività industriali che possono danneggiarla”.
21 Agosto 2013

Taranto. Cozze, perso l’80% del prodotto «Il sindaco arriva in ritardo».
 Luciano Carriero, presidente della cooperativa “Cielo Azzurro”, non mostra entusiasmo per la richiesta, avanzata da Stefàno al presidente della Regione, riguardante la riduzione da sei a quattro mesi, del periodo di classificazione delle acque.
 «Ci fa piacere che si sia interessato ma l’ha fatto troppo tardi. Bisogna intervenire prima. Adesso abbiamo già perso l’80% del prodotto, in seguito ad una mareggiata della settimana scorsa. – commenta Carriero- Il prodotto era maturo e pronto per essere venduto. Se avessimo potuto commercializzarlo non sarebbe andato perso il frutto del nostro lavoro. Ormai siamo morti e non so come andremo avanti. Veniamo da due annate disastrose e adesso che la produzione è andata bruciata, non riusciremo a risollevarci».
 Le aziende sono sull’orlo del fallimento e presto altre tredici famiglie si ritroveranno senza un lavoro, senza una sicurezza economica per se e i propri figli.
 «Già da luglio ho lanciato l’allarme e lo scorso 2 agosto ho scritto anche io al presidente Vendola e all’assessore alla sanità Elena Gentile, senza però ricevere alcuna risposta. Facemmo richiesta di iniziare i controlli a febbraio per poter commercializzare il prodotto ad agosto. Siamo stati ignorati e la classificazione è iniziata solo ad aprile con enormi ritardi. In teoria dovrebbero monitorare le acque con due prelievi al mese, per sei mesi. Invece ne fanno solo uno o avvolte non l’effettuano proprio. – prosegue il presidente della cooperativa- Fino ad ora ci sono stati solo cinque prelievi in quattro mesi. Immaginate i ritardi. Non si sta rispettando la legge. Noi chiediamo solo che facciano bene il loro lavoro, che badino anche ai nostri interessi, invece non ci tutelano».
 I mitilicoltori sono amareggiati. Pieni di debiti, sono costretti a fare enormi sacrifici «per colpa di aziende terze che hanno rovinato il nostro mare».
 Nella speranza di una ripresa economica e di una rinascita del comparto della mitilicoltura tarantina, gli allevatori hanno ripreso a lavorare il seme per l’annata 2014 sperando, l’anno prossima, di riuscire a commercializzarlo.
 «Dopo due annate incenerite – continua Carriero – questo poteva essere il momento del riscatto. Da gennaio 2011 sto vivendo una vera e propria odissea. Adesso non so cosa fare e in questi giorni sto riflettendo sul futuro. Non so se dovrò chiudere o consegnare la concessione al Comune».
 Alla questione “caratterizzazione delle acque” si aggiunge anche l’incertezza generata dalla scadenza della concessione delle aree della Marina Militare.
 «A dicembre scadono le autorizzazioni fornite dalla Marina che permettono a me e diversi altri colleghi di lavorare in Mar Grande. E se nel 2014 la forza armata ci dirà di andare via? Noi cosa faremo? In questi ultimi anni sono stati persi numerosissimi posti di lavoro e gli attuali ritardi della burocrazia daranno un’altra importante scossa alla martoriata mitilicoltura ionica».
 La soluzione a breve termine sembra solo una.
 «Bisogna dare un sostegno economico alle famiglie in difficoltà. La questione sembra paradossale perchè chi ha lavorato rispettando le leggi oggi si trova in crisi per colpa della burocrazia».
 «Invitiamo il sindaco a fare un sopralluogo ai nostri impianti. – conclude Carriero- Vedrà in che condizioni viviamo. La politica deve saper proteggere i suoi cittadini altrimenti è inutile amministrare una città. Qui assistiamo ad un inconcepibile menefreghismo. Anche se siamo solo tredici e non tredicimila, non siamo meno importanti dei dipendenti Ilva».

La Puglia turistica resiste alla crisi
Le presenze straniere la fanno decollare
Più 5% di visitatori provenienti dall'estero in estate
Godelli: «Tendenza che compensa il calo degli italiani»
La Puglia piace ai turisti stranieri, che la fanno balzare al secondo posto tra le regioni italiane con più presenze estive. I vacanzieri d'oltre confine trovano non solo il mare, ma un'esperienza autentica nel campo della natura, cultura e gusto, secondo l'agenzia regionale Puglia promozione che, passata la fase di punta di Ferragosto, trae un primo bilancio della stagione.
Puntare sul turismo dall'estero conferma che «la strategia è giusta». Dopo la Sicilia e insieme alla Sardegna, con un più 5%, la Puglia sarebbe al secondo posto.«Merito - osserva l'assessore al turismo Silvia Godelli - dell'attrazione che la Puglia esercita nei confronti dei turisti stranieri. Si tratta di una tendenza che di anno in anno si fa più corposa e che ci ha permesso di compensare il calo della domanda interna, colpita dalla crisi nell'intero Paese. La Puglia complessivamente sta reggendo, e avanza per quanto concerne gli arrivi dall'estero, consentendo a tutti, compresi gli operatori, di attraversare questa fase difficile guardando ottimisticamente al futuro».
La tendenza positiva - spiega Puglia Promozione - è confermata anche da Aeroporti di Puglia, che in agosto ha registrato un interessante aumento dei passeggeri internazionali. L'attrazione della Puglia è attestata indirettamente anche da Trenitalia, che ha registrato i maggiori flussi di viaggiatori lungo la costa Adriatica verso la Puglia e la Calabria, mentre il motore di ricerca hotel Trivago ha registrato il tutto esaurito a Ferragosto nelle località di mare pugliesi, prime tra tutte Valle d'Itria, Salento e Gargano

Cnr, il vino dei Romani rinasce in Sicilia
L'Istituto Ibam di Catania promuove un progetto di archeologia sperimentale
di red - 21 agosto 2013 13:36
fonte ilVelino/AGV NEWS
Verificare sperimentalmente e tradurre in pratica le antiche tecniche romane di produzione del vino: dal prelievo delle talee fino alla vendemmia, passando per lo scavo delle fosse e l’utilizzo di strumenti antichi ricostruiti. Questo l’obiettivo del progetto ‘Archeologia del vino in Italia: un esperimento siciliano’ varato dall’Istituto per i beni archeologici e monumentali del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibam-Cnr) in collaborazione con la cattedra di Metodologie, cultura materiale e produzioni artigianali nel mondo classico dell’Università di Catania. L’esperimento tenterà di riprodurre nella Sicilia moderna un vigneto seguendo in maniera fedele le ‘istruzioni’ contenute nei testi romani dal I secolo a.C. al II d.C.: in particolare il secondo libro delle ‘Georgiche’ di Virgilio e il ‘De Agricultura’ di Columella. “Leggendo e interpretando le informazioni contenute nelle fonti latine si è guidati ‘passo passo’ nell’esecuzione dei lavori in vigna”, spiega il direttore dell’Ibam-Cnr, Daniele Malfitana. “Lo scopo dello studio è duplice: da un lato verificare la fattibilità dalle istruzioni degli agronomi antichi, dall’altro comprendere se queste conoscenze tecnico-pratiche possano essere utili nella viticoltura moderna, anche mediante confronti etnografici tra gli strumenti descritti e utilizzati dai romani e le metodologie e tecniche in uso fino a poco tempo addietro. L’obiettivo è infine la comparazione dei risultati sperimentali con quelli delle indagini archeologiche condotte nell’Italia continentale e in Sicilia”.
 Le conoscenze acquisite – spiega ancora una nota del Cnr - consentiranno una maggior comprensione e valorizzazione del vino siciliano come filiera produttiva e prodotto finito. “Grazie alle istruzioni di Columella è stato possibile ricostruire, ad esempio, la ‘cicogna’, strumento utilizzato dai proprietari terrieri per verificare che i lavori di scasso preparatorio per la piantumazione delle vigne fossero ben eseguiti dai contadini”, prosegue Mario Indelicato, esecutore del progetto. “La fonte è stata chiara anche indicando nelle foglie di canna e di ginestra il materiale più opportuno per legare le viti novelle al tutore: conoscenze e pratiche oggi destinate a scomparire nelle campagne siciliane e italiane”. “L’area piantumata giungerà, nell’arco di un quinquennio, a circa 5000 mq. La prima produzione utile per la vinificazione, dalle viti piantate la scorsa primavera, è prevista entro quattro anni: il primo raccolto ‘sperimentale’ dovrebbe aggirarsi sui 100 kg. di uva e 70 litri di vino, raddoppiabili già dall’anno successivo fino a una previsione di raccolto ottimale di circa 50 quintali per l’estensione completa del vigneto”, conclude Malfitana, che è anche titolare della cattedra di Metodologie, cultura materiale e produzioni artigianali presso l’Università di Catania e coordinatore del programma, che rilancia precedenti esperienze condotte in Francia e conta sul supporto dell’Assessorato all’agricoltura della Regione Siciliana, che ha messo a disposizione le viti della collezione ampelografia dell’Uos 2 di Marsala. “Un’occasione interessante di sperimentazione didattica che pone l’archeologo nelle condizioni di passare dalla teoria alla pratica”.

L'UNIONE SARDA - Economia: Calici sardi ai confini del mondo
21.08.2013
Ferruccio Deiana, uno dei produttori storici di vino in Sardegna, scruta il cielo con moderato ottimismo. Sta affilando le cesoie, mentre suo figlio Dario, studente di Agraria a Pisa, sta ultimando i controlli del tasso zuccherino degli acini. Siamo a un passo da quota 17 grammi per litro. Appena raggiunta tale soglia, partirà la vendemmia 2013. Che si preannuncia ottima se non eccezionale, per quantità e qualità. «Merito delle stagioni tornate a essere normali», spiega Deiana. Vale a dire, primavera piovosa, estate secca ma non afosa e vendemmia che dovrebbe iniziare ai primi di settembre. «Come ai tempi di mio padre», ricorda Deiana.
LA RISCOSSA L'annata eccezionale potrebbe dare una spinta vigorosa al vino sardo, messo all'angolo dalla crisi globale e da quella del turismo. Perché, come spiega Dino Addis, enologo e direttore della Cantina Gallura di Tempio, «il costo dei trasporti via nave ha inciso anche sulle vendite del vino e dei prodotti sardi in generale». Il perché è presto detto: prima il turista arrivava in traghetto e caricava in macchina ogni ben di Dio. Adesso, trova più conveniente raggiungere l'Isola in aereo (che paradosso!) e per ovvi motivi di spazio non porta con sé più niente.
NUOVI MERCATI Ecco che le cantine sarde hanno elaborato nuove strategie. Prodotti più “beverini”, vale a dire semplici, facili da bere, dal buon rapporto qualità-prezzo, per il mercato interno, e attacco alle grandi piazze internazionali. Cina compresa, che possiede un mercato illimitato.
IL MARCHIO Il brand Sardegna è di grande fascino. Accanto alla notissima “Isola dei Nuraghi”, c'è l'ipotesi di creare una nuova Igp (Indicazione geografica protetta), denominata “Terra di Sardegna”, per tutelare i prodotti da vitigni internazionali che attualmente non sono compresi in alcun disciplinare. Se il mercato interno sta subendo una contrazione, occorre andare alla conquista di nuovi mondi, con prodotti vincenti. Che in Sardegna non mancano.
OCCHI AL CIELO Anche Giovanni Pinna, enologo di Sella&Mosca, colosso del settore (550 ettari vitati, 7,6 milioni di bottiglie all'anno), guarda con attenzione verso l'alto. «Finora, tutto benissimo, ma la vigna è sotto il cielo, mica al coperto. Le sorprese sono sempre possibili». Nelle scorse settimane, i vignaioli hanno tenuto d'occhio le piante, temendo l'attacco della peronospora. «Il vermentino si difende bene», spiega Pinna, «il cannonau è più soggetto all'attacco ma ha resistito. Anche sotto questo punto di vista non abbiamo avuto particolari problemi».
LA NICCHIA Il primo taglio alla Sella&Mosca sarà quello del torbato che, in pratica, l'azienda algherese produce in esclusiva mondiale. «Perché è difficile da coltivare e anche da vinificare», spiega Giovanni Pinna, «ed è stato quasi abbandonato. Noi ne abbiamo 130 ettari, mentre nel mondo non sono più di 50 gli ettari piantati con questa specie». Con questa uva, Sella&Mosca produce uno spumante brioso, fresco, a prezzo contenuto. Un esempio di come sfruttare le straordinarie potenzialità del nostro territorio.
LE PASTOIE I produttori sardi sono bravi, entusiasti e coraggiosi. Ma anche infuriati. La burocrazia strangola le aziende: i controlli continui (doverosi perché si tratta della salute pubblica ma a volte ossessivi), la montagna di documenti, di registri, portano via tempo a chi invece dovrebbe stare in vigna. «Perché è tra i filari che nasce il buon vino», sentenzia Ferruccio Deiana.
LA PROMESSA Il ministro Nunzia De Girolamo, al recente congresso di Assoenologi, ha assicurato: «Il vino italiano non dovrà più camminare col freno a mano della burocrazia. Vi aiuterò nella semplificazione delle pratiche e dei controlli, non dovrete essere più sottoposti alla schiavitù della carta. La burocrazia soffoca e rallenta un settore in crescita». Deiana chiosa: «Le solite parole, non cambierà nulla». Amen.

Germania: +0,1% occupazione 2° trimestre
Crescita +0,6% su stesso periodo 2012
20 agosto, 16:55
(ANSA) - BERLINO, 20 AGO - Nel secondo trimestre del 2013 l'occupazione in Germania ha continuato a crescere, seppur di poco: tra aprile e giugno il dato destagionalizzato ha fatto segnare un aumento dello 0,1% rispetto al trimestre precedente.
E' quanto ha reso noto oggi, basandosi su dati provvisori, l'Ufficio federale di statistica Destatis, secondo cui nel secondo trimestre si sono registrati 52mila occupati in più.
 Rispetto allo stesso trimestre del 2012 l'aumento è stato invece pari allo 0,6%.


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