martedì 20 agosto 2013

XX.VIII.MMXIII – Italiani a casa! I sardi ed i tarantini non possono aspettarsi niente, il prototipo “dell’italiano” non esiste, e non esistera’; nel dopoguerra era una forzatura cinematografica – negli anni ’50 - quando regnava il cinema “neorealista”. Ma se proprio si vuol esser minchioni, si puo’ far riferimento alla canzonetta “Io sono un italiano vero, col canarino, il presidente partigiano e salutami Maria...”====Il settore dell'usato in Italia conta 3.283 imprese. Si svaria dall'abbigliamento usato per bambini a quello per sportivi, dal recupero e assemblaggio di materiale usato per creazioni artistiche a veri e propri centri dell'usato, che raccolgono e vendono di tutto.

L'UNIONE SARDA - Economia: Diecimila posti bruciati in 20 anni
L'UNIONE SARDA - Economia: Il turismo parla straniero
L'UNIONE SARDA - Economia: Più stranieri, meno utili
Taranto. Ilva, rispunta l’oblio
Imprese: in Italia quasi 3. 300 attive in settore usato
Grecia: Schaeuble, avra' bisogno di nuovi aiuti




L'UNIONE SARDA - Economia: Diecimila posti bruciati in 20 anni
20.08.2013
L'industria continua a perdere pezzi. Per avere un'idea del ridimensionamento subito dalla grande impresa in Sardegna è sufficiente evidenziare che se nel 2011 il numero degli occupati nelle imprese con oltre 500 addetti era di 1.447, nel censimento del 1981 se ne contavano 16.250 e dieci anni dopo, nel 1991, 10.925. Una carneficina di imprese e di posti di lavoro.
LE DIMENSIONI A mettere in luce la crisi dell'industria sarda è un'indagine del Centro studi L'Unione Sarda, secondo cui oggi nell'Isola non ci sono imprese con mille addetti nell'ambito delle attività manifatturiere. «Le imprese più grandi (2 in totale) si trovano nella provincia di Carbonia Iglesias e si riferiscono alla classe tra 500 e 999 unità», spiega il report. «Sono poche anche le aziende con un numero di dipendenti tra 250 e 499 addetti (5 imprese) e si trovano nelle province di Olbia Tempio (2), Nuoro (1), Villacidro Sanluri (1) e Carbonia Iglesias (1). Nella provincia di Cagliari e di Oristano la dimensione più elevata arriva fino a 249 addetti, mentre nella provincia dell'Ogliastra le imprese non superano i 50 addetti».
LA CONCENTRAZIONE Dal punto di vista dei numeri, prosegue lo studio, «la provincia di Cagliari con 2.442 aziende risulta la prima in Sardegna, seguita da Sassari con 1.494 e da Olbia Tempio che di imprese manifatturiere ne ha 1.113, appena 13 in più di Nuoro che si colloca quindi in quarta posizione. La provincia meno industrializzata (considerando il numero di imprese) è quella dell'Ogliastra con appena 329. Non brillano neanche il Medio Campidano con 491 aziende e Carbonia Iglesias che ne ha 511. A Oristano l'Istat ha contato invece 877 imprese». Diverso è il quadro se si considera il tasso di specializzazione, vale a dire l'incidenza percentuale del manifatturiero sul totale delle imprese censite. «In testa alle province si trova Nuoro con il 10,9%. Tutte le altre province sono posizionate su livelli simili tra il 7 e il 10% con l'eccezione della provincia di Cagliari che con il 6,4 si colloca in ultima posizione».
I LAVORATORI Cagliari, con 11.368 addetti, è nuovamente prima nella graduatoria per numero di occupati nell'industria manifatturiera. Largamente distanziata, Sassari è seconda con 5.899 lavoratori. Seguono Olbia Tempio che dispone di 4.795 occupati diretti, quindi Nuoro con 4.319 e Carbonia Iglesias con 4.238. «In coda alla classifica», spiega l'analisi del Centro studi L'Unione Sarda, «troviamo l'Ogliastra con 964, preceduta dal Medio Campidano (2.349 unità impiegate) e da Oristano (3.098)». I COMUNI Dando uno sguardo ai Comuni si osserva qualche elemento singolare come il fatto che quello di Baradili ha il maggior tasso di industrializzazione (43% delle imprese concentrate nel settore manifatturiero). «Con dieci punti in meno, il 33%, si trovano i Comuni di Aidomaggiore e Ussaramanna», conclude l'indagine del Centro studi. «Naturalmente in molti non si trovano aziende che producono manufatti. «Sono ben 16 i Comuni nei quali non ci sono imprese di questo tipo. Tra questi - ricorda il Centro studi - si possono citare Setzu, Las Plassas, Soddì, Simala».

L'UNIONE SARDA - Economia: Il turismo parla straniero
20.08.2013
TORTOLÌ Fosse solo per le presenze di turisti italiani il bicchiere di mezza estate sarebbe un calice vuoto. La salvezza è arrivata dall'est e dai fedelissimi tedeschi e francesi. I visitatori del Nord europa hanno restituito il sorriso agli imprenditori, scossi da un inizio stagione pieno di sconforto. Ferragosto ha regalato il tutto esaurito nelle strutture alberghiere e addolcito le perdite nei campeggi.
SALVEZZA RUSSA Il bilancio di metà stagione è molto buono per Giorgio Mazzella. L'Arbatax Park ha già messo in cascina 150 mila presenze. Secondo le previsioni saranno 180 mila a fine stagione: per un quarto provengono dalla Russia, per metà da Francia e Germania. Tra i numeri spunta una quota di viaggiatori israeliani che lascia ben sperare per il futuro. «Il mio giudizio verso la stagione turistica è estremamente positivo. Si intravede una luce di cambiamento per il futuro». Punto di partenza la ricerca di nuovi mercati: «Chi lavora solo con gli italiani è finito - sentenzia l'imprenditore - gli stranieri non ci hanno abbandonato e hanno fatto bene alla cittadina con un impatto molto positivo sul commercio. I russi comprano di tutto, per loro vedere un contadino che vende frutta e verdura è come immergersi in un film con Alberto Sordi».
SHOPPING TOUR Tuttavia la Tortolì del commercio non sembra pronta a soddisfare i desideri d'alta moda della ricca clientela slava. Per questo Mazzella ha dovuto organizzare shopping tour verso Cagliari e le sue boutique. Quattro autobus alla settimana.
ITALIANI A CASA Soddisfatto anche Sergio Bovi, patron della Bitta. «Gli italiani sono rimasti a casa ma grazie agli stranieri abbiamo ottenuto ottimi risultati, specie negli ultimi venti giorni. Agosto ha rimesso a posto i conti dopo un inizio estate da dimenticare, in cui non poteva andare peggio. Certo di vacanzieri dalla penisola neppure l'ombra, ma non ci possiamo lamentare».
MENO SPESE Chi è arrivato ha speso molto meno degli anni scorsi. È la tesi di Gian Gianni Pinna, titolare di un campeggio a Orrì. «Il leggero calo delle presenze (intorno al 5 per cento) non è direttamente proporzionale al calo degli incassi, ben oltre il 15 per cento. Non faccio certo una rivelazione se dico che la gente non ha soldi». Tuttavia l'annunciato tracollo non c'è stato. Tardivo ma benefico è arrivato un flusso vacanziero locale. «Non basta certo una settimana o due a salvare la stagione ma un certo movimento (interno) c'è stato, anche solo per pochi giorni. Il ponte lungo di ferragosto ha salvato la stagione. C'è da stare poco allegri ma non mortifichiamoci più del dovuto». Iniziata male e proseguita peggio la stagione turistica ha ripreso vigore. Nella speranza che il meteo favorevole garantisca un settembre positivo.

L'UNIONE SARDA - Economia: Più stranieri, meno utili
20.08.2013
ALGHERO Più turisti stranieri e meno fatturato negli hotel della Riviera. In molti hanno ritoccato (verso il basso) i prezzi riempendo così le camere vista mare di un target nord europeo, a discapito dei guadagni. «Rinunciando alle tariffe da bollino nero le strutture ricettive associate vedono prevalere i segni più - conferma il presidente del Consorzio turistico Riviera del corallo, Stefano Visconti - anche se non tutto il comparto ricettivo fa registrare il tutto esaurito». Con i prezzi al ribasso le prenotazioni continuano ad arrivare, sempre più sotto data, ma costanti. Fino a metà settembre, infatti, vige un cauto ottimismo. «Il trend per il resto del mese pare ancora in crescita - conferma Visconti - vista l'isteria del mercato, sensibile in prevalenza al prezzo, molti operatori, non solo della ricettività, stanno meditando sulla cancellazione delle tariffe di altissima stagione». Dopo un avvio di stagione non proprio esaltante, gli imprenditori della vacanza hanno dovuto compiere uno sforzo per salvare il salvabile, venendo incontro alle esigenze di un flusso turistico che arriva con i voli low cost ed è attento ai prezzi. «Resta comunque un dato inequivocabile - prosegue il presidente del Consorzio - il ritorno alla crescita, lieve, dopo anni di buio pesto. Alghero conserva quindi il suo appeal e deve all'incremento dei mercati nord europei il bilanciamento della perdita del mercato italiano».

Taranto. Ilva, rispunta l’oblio
La legge in questione è il decreto “salva Ilva bis”, convertito appunto in legge il 4 agosto 2013. L’atto legislativo che, nei fatti, ha eliminato la figura del Garante ed ha rinviato l’attuazione, a decorrere dal 2 agosto, dei tempi tecnici previsti dall’Aia per la messa a norma degli impianti dello stabilimento Ilva di Taranto. Da allora, sembra essersi attenuata la morsa della cittadinanza sulle tematiche inerenti l’inquinamento ed i conseguenti lavori per l’ambientalizzazione del centro siderurgico tarantino.
 Dopo oltre un anno dall’inizio dell’inchiesta “Ambiente svenduto” della Magistratura, nella quale la stessa ha additato la responsabilità di disastro ambientale alla famiglia Riva ed agli allora responsabili dell’Ilva, i Riva sono nuovamente a piede libero (in virtù del termine delle misure cautelative degli arresti domiciliari prima del processo) ed a Taranto, in particolar modo al quartiere Tamburi, si continua a morire per malattie correlate all’inquinamento.
 A distanza di poche settimane dalla conversione in legge del decreto legge, abitanti e commercianti del quartiere Tamburi mostrano perplessità su come possa evolvere la situazione, se effettivamente si riuscirà a contemperare le ragioni dell’ambiente e della salute con quelle del lavoro e dell’occupazione.
 A far aumentare i malumori anche le recenti dichiarazioni del commissario Ilva, Enrico Bondi, (seppure ridimensionate e smentite dal diretto interessato). Dichiarazioni, quelle secondo le quali l’alta mortalità a Taranto per tumore sarebbe correlata ad un maggiore abuso di alcol e tabacco, potrebbero indurre persone male informate a giungere alla conclusione che il quartiere in questione, dati alla mano sulla mortalità per tumore, sarebbe popolato da incalliti fumatori ed alcolisti sin dalla tenera età.
 Al contrario, quello dei Tamburi è un quartiere di lavoratori, gente umile, abituata a convivere con la presenza del “Mostro” e costretta a subire, con rassegnazione, gli eventi.
 Francesco Semeraro, proprietario di un’edicola in via Orsini, pensa che «andrà a finire tutto in una bolla di sapone». Intervistato sulle ragioni di questo silenzio calato sull’intera vicenda all’indomani delal conversione del decreto in legge, dichiara che «la classe politica tarantina ed il sindacato non hanno la forza di imporsi nei confronti di Riva, e la città è ostaggio di questo industriale. A ciò va aggiunto – prosegue – che la stampa sta mollando un po’ la presa, così come i cittadini, nei quali è subentrato un po’ di rassegnazione visto che, dopo tanto clamore, hanno notato che i risultati, ad oggi, non sono arrivati».
 Nicoletta Lo Mazzo, commerciante di un noto panificio di via Galeso, riscontra, fra la sua clientela che «serpeggia del malumore, misto alla poca fiducia. Sono le solite cose – prosegue – che accadono qui da noi: cattiva amministrazione, poca partecipazione di queste nelle questioni importanti della città, che gravano sul cittadino che ha poco potere in queste cose». La sorella Nicoletta, alla domanda sulle cause di questo silenzio, ha una sua opinione ben precisa: “«Si è voluto mettere tutto a tacere; chi in passato si è arricchito le tasche con questa faccenda si è ora tirato indietro». Carmelo Di Maglie, proprietario di un conosciuto caseificio in via Galeso, sulla questione della minore attenzione riscontrata ultimamente dalle istituzioni e dall’Arpa nell’evidenziare le eventuali anomalie, sostiene che «in verità non c’è mai stato tutto questo daffare che dicono; l’Arpa e le istituzioni si sono sempre disinteressate della salute degli abitanti del quartiere e francamente non vedo differenze. Sì, se ne è parlato un po’ – prosegue – all’inizio della questione dell’inquinamento ma poi, tutto è rimasto com’era e così sarà. L’attenzione di noi cittadini è sempre alta sulla questione, il problema è che mai nessuno ci darà retta».
 Ida, una casalinga del quartiere Tamburi, afferma il fatto che «una volta fatta la legge, tutto è caduto nel dimenticatoio. Spesso mi domando – sostiene – come mai, proprio adesso che i cittadini dovrebbero ribellarsi, si è bloccato tutto?».
 Per Adele, giovane neolaureata del rione Tamburi, «in passato c’è stata l’intenzione di esprimere il proprio dissenso in modo pacifico. Visto che la popolazione – dichiara – una volta appreso che questi metodi non hanno fatto approdare a nessun risultato e dato che evidentemente la cittadinanza non sente ancora forte quella spinta per usare dei metodi più drastici al fin di riuscire ad essere ascoltata, le istituzioni approfittano di questa inerzia dei cittadini, succubi su queste tematiche».

Imprese: in Italia quasi 3. 300 attive in settore usato
15:39 20 AGO 2013
(AGI) - Milano, 20 ago. - Il settore dell'usato in Italia conta 3.283 imprese. Si svaria dall'abbigliamento usato per bambini a quello per sportivi, dal recupero e assemblaggio di materiale usato per creazioni artistiche a veri e propri centri dell'usato, che raccolgono e vendono di tutto. Una passione diffusa in tutto il Paese e che, in tempi di crisi, significa anche risparmio. Leader tra le regioni e' la Lombardia (517 imprese attive, 15,7% del peso sul totale nazionale) davanti al Lazio (430, 13,1%) e alla Toscana (386 imprese, 11,8% sul totale). I dati emergono da un'indagine della Camera di commercio di Milano su dati del registro delle imprese al primo trimestre 2013 e 2012 .

Grecia: Schaeuble, avra' bisogno di nuovi aiuti
20 Agosto 2013 - 15:34
 (ASCA) - Roma, 20 ago - La Grecia, una volta terminato l'attuale programma di aiuti, il prossimo anno, avra' bisogno di un nuovo pacchetto di sostegno finanziario. Lo afferma il ministro dell'Economia tedesco, Wolfgang Schaeuble, in un'inetrvista alla Frankfurter Allgemeine. ''Dovremo fare un nuovo programma di aiuti'', ha detto il ministro tedesco, aggiungendo pero' che non ci sara' un nuovo taglio del debito greco. sen/


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