martedì 3 settembre 2013

III.IX.MMXIII – In Italia, in testa nel 2013, tra le regioni, dove sono aumentati numericamente i contratti di fitto a nero, risulta la Lombardia, con +6,1%. Secondo e terzo posto spettano rispettivamente al Lazio con + 5,2% e la Veneto con + 5,1%. A seguire il Piemonte con +4,3%, la Liguria con +4,2%, l'Emilia Romagna con 3,5%, la Toscana con 3,0%, il Trentino con +2,5%, le Marche con +2,5%, la Puglia con +1,8%, la Sicilia con +1,8%, la Calabria con +1,5%, l'Umbria con +1,3% la Campania con +1,2 %, l'Abruzzo con + 0,8 e il Molise con +0,3%.---A livello territoriale l'evasione è diffusa soprattutto nel Nord Ovest (28,4% del totale nazionale), seguito dal Centro (27,1%) dal Nord Est (26,2%) e Sud (18,3%).

Mef, fabbisogno agosto 9,2 miliardi. Dato risente del mancato gettito imu e pagamento debiti p.a.
Scuola, contribuenti.it: boom di studenti all'estero +5% nel 2013.
Scuola, contribuenti.it: 7 studenti su 10 affittano "in nero"
Ocse: Pil Italia a -1,8%, unico Paese ancora in recessione
Ue-17: prezzi produzione industriale +0,3% a luglio
Croazia, produzione industriale in calo a luglio




Mef, fabbisogno agosto 9,2 miliardi. Dato risente del mancato gettito imu e pagamento debiti p.a.
Nel mese di agosto 2013 si è realizzato un fabbisogno del settore statale pari, in via provvisoria, a circa 9.200 milioni, che si confronta con un fabbisogno di 5.986 milioni del mese di agosto 2012.
Commento
Il peggioramento riflette sia la diversa platea dei contribuenti interessati allo slittamento delle scadenze fiscali, sia un’accelerazione della dinamica dei prelievi delle amministrazione pubbliche, anche in relazione al pagamento dei debiti pregressi. Nel confronto con lo stesso mese dell’anno precedente si evidenziano, tra l’altro, maggiori prelievi da parte degli enti previdenziali.
 Ai fini di un confronto omogeneo si ritiene utile prendere in considerazione le risultanze relative al trimestre giugno-luglio-agosto 2013 con quelle dello stesso periodo del 2012. Il trimestre 2013 ha fatto registrare un fabbisogno pari a circa 3.900 milioni, rispetto ad un avanzo di circa 1.600 milioni che si e’ avuto nei tre mesi dello scorso anno.
 Fra le principali determinanti dello scostamento si segnalano:
maggiori entrate fiscali da delega unica per circa 1.500 milioni;
maggiori tiraggi per circa 4.000 milioni da parte degli enti esterni al settore statale, destinati per la gran parte al pagamento dei debiti pregressi, di cui 1.800 milioni quali anticipazioni della Cassa depositi e prestiti a valere su fondi statali;
maggiori rimborsi fiscali per circa 500 milioni (a tutto agosto +3.100 milioni);
Roma, 02 settembre 2013

Scuola, contribuenti.it: boom di studenti all'estero +5% nel 2013.
Cronaca/economia
ROMA - Nel 2013 crescono le immatricolazioni di studenti italiani all'estero, + 5% rispetto al 2012. Gli studenti italiani sognano di iscriversi presso Collage ed Università straniere anziché italiane..È quanto risulta dalla nuova indagine condotta dal Centro Studi e Ricerche Sociologiche "Antonella Di Benedetto" di Krls Network of Business Ethics per conto di Contribuenti.it Magazine dell'Associazione Contribuenti Italiani, diffusa oggi ad Ischia. La ricerca ha evidenziato che 1 studente su 2 vorrebbe studiare lin Spagna, Gran Bretagna, Germania e Svizzera, mentre 2 studenti su 3 sognano di studiare negli States. I migliori studenti universitari italiani posseggono almeno una laurea conseguita all'estero. Sono 259 gli studenti geni italiani plurilaureati. Un dato particolarmente basso se confrontato con gli studenti degli altri Statii dell'Uni! one europea: in Germania i plurilaureati sono 526, in Spagna 503, in Francia 486, in Gran Bretagna 474
La ricerca ha evidenziato che in Italia vi sono appena 21 studenti che hanno conseguito 5 lauree magistrali e 238 che hanno conseguito 4 lauree per un totale di 259 studenti geni. Il 23% degli studenti geni italiani ha origini settentrionali, il 32% è nato nel centro Italia, mentre il 45% ha origini meridionali.
"La maggior parte degli studenti geni italiani oggi lavora all'estero - afferma Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani - La legge 30 dicembre 2010, n. 238 non è servita a nulla. Bisogna attirare i geni italiani nel nostro Paese offrendo loro le stesse opportunità è condizioni che si presentano all'estero, a partire da un icontratto universitario di docente straordimario a tempo indeterminato".
Contribuenti.it - Associazione Contribuenti Italiani
L'Ufficio Stampa - Infopress 3314630647 – 0642828753

Scuola, contribuenti.it: 7 studenti su 10 affittano "in nero"
ROMA - Nonostante le altissime percentuali di studenti fuori sede, in Italia solo il 29% degli universitari vanta un contratto regolare di affitto dell'immobile. Secondo l'indagine condotta dal Centro Studi e Ricerche Sociologiche "Antonella Di Benedetto" di KRLS Network of Business Ethics redatto per conto di "Contribuenti.it Magazine" dell'Associazione Contribuenti Italiani, presentata oggi a Napoli all'inaugurazione del più grande Sportello del Contribuente in Europa, ben il 71% degli studenti universitari italiani, nel 2013, ha un contratto a nero o irregolare, + 3% rispetto al 2012.
L'indagine è stata condotta attraverso l'elaborazione di una serie di dati ministeriali, degli uffici tributi, delle banche centrali, degli istituti di statistica e delle Polizie tributarie. Le locazioni a nero degli immobili a studenti italiani è risultata circa! il quintuplo di quelle della Francia e della Germania. Nella speciale classifica dei fitti a nero, l'Italia è seguita dalla Grecia con il 64%, Romania con il 63%, Slovacchia con il 59%, Bulgaria con il 52% e Cipro con il 43%. In Italia, in testa nel 2013, tra le regioni, dove sono aumentati numericamente i contratti di fitto a nero, risulta la Lombardia, con +6,1%. Secondo e terzo posto spettano rispettivamente al Lazio con + 5,2% e la Veneto con + 5,1%. A seguire il Piemonte con +4,3%, la Liguria con +4,2%, l'Emilia Romagna con 3,5%, la Toscana con 3,0%, il Trentino con +2,5%, le Marche con +2,5%, la Puglia con +1,8%, la Sicilia con +1,8%, la Calabria con +1,5%, l'Umbria con +1,3% la Campania con +1,2 %, l'Abruzzo con + 0,8 e il Molise con +0,3%.
A livello territoriale l'evasione è diffusa soprattutto nel Nord Ovest (28,4% del totale nazionale), seguito dal Centro (27,1%) dal Nord Est (26,2%) e Sud (18,3%).
"Grandi e piccoli proprietari di case affittano solo a nero ! le case agli studenti universitari - denuncia Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani - evadendo imposte dirette e indirette. Per debellare tale malcostume, basterebbe consentire alle famiglie di poter detrarre il canone di locazione dalla dichiarazione dei redditi".
Contribuenti.it - Associazione Contribuenti Italiani
L'ufficio stampa Infopress 3314630647 – 0642828753

Ocse: Pil Italia a -1,8%, unico Paese ancora in recessione
di Vittorio Da Rold
Ancora una doccia fredda per l'Italia dalle previsioni aggiornate dell'Ocse. L'organizzazione internazionale conferma la stima di una contrazione del Pil italiano dell'1,8% nel 2013. Il dato italiano è l'unico tra i Paesi del G-7 a essere negativo per quest'anno, elemento che sta a significare che non bisogna abbassare assolutamente la guardia o ridurre gli sforzi per riformare l'economia italiana da venti anni lasciata dormire come una "bella addormentata" mentre gli altri Paesi varavano dolorose e impopolari riforme per migliorare il welfare e la competitività.
Eurozona in ripresa. Ma se l'Italia resta ancora in area negativa l'Eurozona, trainata dalla Germania, é fuori dalla recessione. Anche se il processo di superamento degli squilibri all'interno della moneta unica rimane incompleto e nei Paesi con un alto debito pubblico la debolezza della domanda interna é stata compensate solo in parte dall'export verso l'estero. È quanto sottolineano gli economisti dell'Ocse nella valutazione a interim dell'economia globale pubbicata oggi a Parigi.
Vulnerabilità: banche e debiti sovrani. Ma c'è di più. «L'Eurozona resta vulnerabile a rinnovate tensioni finanziarie, bancarie e sul debito sovrano», spiega il rapporto che invita a non dimenticare i fattori che hanno condotto alla crisi.
«Molte banche della zona sono insufficientemente capitalizzate e appesantite da cattivi prestiti», prosegue l'Ocse . «I recenti progressi verso una supervisione e vigilanza comune e i nuovi accordi sulle risoluzioni aiuteranno, ma sono necessarie misure per assicurare la qualità delle revisioni degli asset del prossimo anno e degli stress test bancari e per garantire adeguati accordi di supporto finanziario per ripianare carenze nel capitale bancario». Insomma servono misure più incisive per fare pulizia nei bilanci bancari appesantiti dai "bad loans".
Migliorare la competitività. Non poteva mancare un richiamo a migliorare la competitività di fondo e ad accrescere la performance delle esportazioni. Per questo obiettivo servono, secondo l'Ocse, riforme per «aumentare la produttività come minori limitazioni nei mercati dei prodotti e un mercato del lavoro più dinamico». Non si usa la parola flessibilità ma il senso è quello. In molte economie, sia avanzate sia emergenti, la crescita del Pil resterà sotto i trend pre-crisi, a riflettere sia cambi strutturali, come variazioni demografiche, sia le conseguenze della crisi stessa, proeguono gli esperti dell'Ocse riferendosi all'economia globale.
Alla luce di questo scenario fatto di «occupazione debole, crescita globale a rilento e permanenti squilibri globali» rimane il bisogno di riforme strutturali, in aggiunta a quelle necessarie per sostenere la domanda, per creare lavoro, aumentare il tasso di crescita, attenuare la pressione fiscale e ridurre in maniera permanente gli squilibri esterni.
La disoccupazione, dice l'Ocse, rimane alta in molte economie avanzate, nonostante dei miglioramenti negli Usa e in Giappone, e rischia di diventare strutturale. E questa non è affatto una buona notizia.
Più investimenti. Misure per creare condizioni più favorevoli per gli investimenti nelle economie con surplus, contribuirebbero a ottenere una crescita più equilibrata nell'Europa presa nel suo insieme. L'elevata disoccupazione e una Pil poco dinamico, conclude l'Ocse, rischiano di aumentare le tensioni sociali sia nelle economie avanzate che in quelle emergenti e per evitare questo rischio potrebbero rendersi utili «politiche macro economiche che forniscano sufficiente sostegno alla domanda mentre vengono portate a termine le riforme necessarie». Le famose misure anticicliche che spesso sono state bloccate dai conti pubblici fuori controllo. Occorre inoltre ridurre le ineguaglianze sia migliorando l'accesso all'istruzione sia migliorando il trasferimento di risorse verso coloro che ne hanno più necessità.
Le banche centrali non hanno fatto mancare liquidità. L'Ocse non bacchetta per una volta le banche centrali, che invece ritiene abbiano aiutato a contenere e superare gli effetti della crisi. Le reazioni dei mercati alle indicazioni da parte della Fed, circa la volontà di iniziare a ridurre gli acquisti di bond per 85 miliardi al mese (il cosidetto "Quantitative Easing"), hanno variato grandemente in intensità nei Paesi sotto esame. L'impegno della Bce con la "forward guidance" a garantire pieno sostegno all'Eurozona, ha aiutato a fornire una difesa al mercato continentale del debito. Nel complesso dunque, seppure a fronte di un certo restringimento delle condizioni finanziarie, queste continuano a fornire un forte sostegno alla ripresa nelle economie avanzate. Nessun richiamo a ridurre i tassi ma è evidente la sollecitazione a muoversi con prudenza prima di far mancare liquidità al mercato.
 3 settembre 2013

Ue-17: prezzi produzione industriale +0,3% a luglio
In Italia +0,1 rispetto a giugno, -1% su base annua
03 settembre, 13:25
(ANSA) - BRUXELLES, 3 SET - A luglio 2013 rispetto a giugno i prezzi della produzione industriale sono aumentati dello 0,3% nella zona euro, e dello 0,4% nella Ue-28, secondo le stime di Eurostat.
 A giugno l'indice dei prezzi era rimasto stabile nelle due aree. Su base annua si registra un aumento dello 0,2% nell'eurozona e dello 0,7% in area Ue. In Italia si osserva una crescita dello 0,1% su base mensile, e un calo sull'anno pari a -1%.
 Sia nei 17 Paesi del'area euro che in quelli dell'Eu-28, a 'tirare' l'indice dell'attivita' produttiva a luglio e' stato il settore dei beni di consumo non durevoli (+0,2%), mentre i beni d'investimento sono rimasti stabili. I beni di consumo durevoli sono in calo dello 0,1% nella zona euro e stabili nell'Ue-28.
Nelle due zone beni intermediari sono calati (-0,2%).
 Quanto ai singoli Paesi, cali piu' forti si sono registrati in Estonia (-5,0%), Slovacchia (-0,5%) e a Cipro (-0,4%), mentre i risultati migliori sono arrivati dal Regno Unito (+1,9%), Grecia (+0,9%) e Paesi Bassi (+0,7%). (ANSA).

Croazia, produzione industriale in calo a luglio
Ufficio statistico, -0,9% da giugno a luglio, -4,1% su base anno
03 settembre, 14:01
(ANSA) - ZAGABRIA - L'indice della produzione industriale in Croazia, con aggiustamento stagionale, è diminuito dello 0,9% a luglio 2013 rispetto al mese precedente e del 4,1% rispetto al luglio 2012, informa una nota dell'Ufficio nazionale di statistica croato (Dzs). In flessione anche il numero di occupati nel settore industriale, diminuito dello 0,3% a luglio in confronto a giugno e del 4,7% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. In aumento invece l'indice di produttività tra gennaio e luglio 2013: +4,8% rispetto allo stesso periodo del 2012. (ANSA).


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