L'UNIONE SARDA - Economia: Occupazione, scontro
sui numeri
Auto: mercato dimezzato rispetto al 2007
Fiat sblocca investimenti su mirafiori
Bozen, oltrepadania nord. Klotz lancia il
«referendum» anti Italia Trst, oltrepadania est. I giudici al militante
Tlt: legittima l’azione di Equitalia
Fitch conferma il rating della Calabria. Stesso
livello della Lombardia: BBB+
Fitch ha confermato
il livello di rating per la Regione Calabria fissandola al livello BBB+ per il
lungo termine e F2 per il breve termine. Una classificazione medio bassa che
rispecchia la classificazione attribuita all'Italia e che è uguale a quella che
sempre lo stesso Fitch attribuisce alla Lombardia
CATANZARO - «L’agenzia internazional Fitch
conferma il rating a lungo termine della Regione Calabria fissandolo a
"BBB+" e quello a breve termine "F2"». A darne notizia è il
dirigente generale del Dipartimento bilancio Pietro Manna che precisa, altresì,
che si tratta «dello stesso rating attribuito all’Italia ed alla Regione
Lombardia».
Nella scala del
rating adottata da Fitch il valore BBB+ costituisce il settimo livello di una
scala che ne comprende 20 in totale e corrisponde ad una classificazione medio
bassa con qualità bassa. Per quanto concerne il rating a breve è confermato al
livello F2 che corrisponde al terzo livello su un totale di 6, anche in questo
caso si tratta di una classificazione medio bassa con qualità bassa.
Il rating della
Calabria è stato oggetto, fino allo scorso mese di marzo, anche delle
attenzioni di un'altra agenzia internazionali Moody's che nel 2012, nel pieno
della crisi economica, aveva proceduto ad un forte declassamento delle finanze
della regione portandole a Baa2, un livello che è addirittura più basso, nel
raffronto tra le diverse scale di rating, rispetto a quello assegnato oggi da
Fitch. Benché dunque la situazione si possa dire stabilizzata rispetto al
passato rispecchiando quello che è un dato nazionale di certo prima di
recuperare la credibilità nelle valutazioni delle agenzie di rating occorrerà
fare ancora molto lavoro.
martedì 03 settembre
2013 20:47
L'UNIONE SARDA - Economia: Occupazione, scontro
sui numeri
04.09.2013
Il mercato del
lavoro soffre. E su questo tutti sono d'accordo. Sui termini della crisi
economica che si trasforma in disastro occupazionale, però, la Regione la vede
diversamente dall'Istat e, pur senza puntare il dito contro l'istituto di statistica,
fornisce numeri differenti per delineare il quadro del mercato del lavoro nel
secondo trimestre dell'anno.
LA PUBBLICAZIONE Nei
giorni scorsi è stato pubblicato il bollettino “Congiuntura lavoro Sardegna” da
parte dell'Agenzia regionale del lavoro. I numeri dell'Istat tracciano un
quadro occupazionale in netto «peggioramento», scrive il direttore dell'Agenzia
Stefano Tunis, che allo stesso tempo “rivede” le cifre fornite dall'istituto di
statistica, in particolare la diminuzione dell'occupazione complessiva di
54mila unità, con l'aumento di 20mila persone che cercano un lavoro (18,6% il
tasso di disoccupazione). L'Agenzia fornisce numeri diversi e spiega anche
perché sono differenti da quelli dell'Istat. «La fonte da cui si rileva il dato
è il Sil Sardegna, vale a dire il sistema informativo del lavoro messo in piedi
dalla Regione», spiega Tunis. In sostanza, il Sil non fa altro che registrare
telematicamente i numeri di tutti i contratti di lavoro stipulati dalle
imprese. In sostanza, dunque, si fa riferimento al lavoro dipendente e non a
quello autonomo. E il quadro che emerge è meno pessimistico di quello delineato
dall'Istat.
I NUMERI Secondo le
rilevazioni del Sil, dunque, i numeri del secondo trimestre 2013 sono non
lusinghieri ma neanche disastrosi. «Il secondo trimestre dell'anno evidenzia un
saldo positivo tra ingressi e uscite dal mercato del lavoro di circa 27 mila
unità», scrive il direttore dell'Agenzia regionale del lavoro. Il Sil, infatti,
ha rilevato «76.363 lavoratori interessati da almeno un avviamento al lavoro»,
si legge nel bollettino. «Rispetto al primo trimestre dell'anno si riscontra un
incremento di circa 25mila unità lavorative, mentre rispetto allo stesso
periodo del 2013 un decremento di circa 3.500 unità. Le cessazioni, invece,
sono state 49mila, per cui il saldo occupazionale, secondo l'Agenzia è di
27.473 unità, in ripresa rispetto al 2012 (24.579). A incidere sui dati
dell'occupazione è soprattutto il comparto turistico: il saldo tra assunti e
licenziati è positivo per 17.227 unità lavorative (17.757 nel 2012), anche se
in prevalenza a tempo determinato per l'estate. A farla da padrona è la
provincia di Olbia, che catalizza il 50% delle assunzione da parte di imprese
turistiche.
L'INDUSTRIA Diversi
anche i numeri del comparto industriale. Se l'Istat segnala una crescita di
circa 14mila occupati, la Regione è più prudente e parla di un saldo positivo
di sole 320 unità, così come sono meno drastiche le cifre che riguardano i
comparti dei servizi alle famiglie (+6.350 unità) e alle imprese (+2.428) e
quello del commercio (saldo positivo per 1.873 unità). «Differenze», conclude
Stefano Tunis, «che si spiegano con la diversa metodologia delle rilevazioni
che tendono a misurare due grandezze diverse: lo stock di occupati da parte dell'Istat
e i flussi occupazionali da parte del Sil». Due facce della stessa medaglia.
Auto: mercato dimezzato rispetto al 2007
3 settembre 2013 15:20
Ad agosto sono state immatricolate 52.997
autovetture in Italia, con una variazione di -6,56% rispetto ad agosto 2012,
durante il quale ne furono immatricolate 56.715 A diffondere i dati, che
evidenziano un perdurare del crollo ormai strutturale del settore, è il
ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture.
Sempre ad agosto va un po’ meno peggio a
Fiat che immatricola in Italia 15.711 nuove vetture, in flessione del 6,05%
rispetto alle 16.723 di un anno fa. A luglio le vendite del Lingotto erano in
calo del 5,53%. Nei primi otto mesi del 2013 il gruppo torinese ha venduto
260.411 vetture, in calo del 10,40% rispetto allo stesso periodo del 2012.
Nel periodo gennaio-agosto 2013 la
Motorizzazione ha in totale immatricolato 893.037 autovetture, con una
variazione di -9,02% rispetto al periodo gennaio-agosto 2012, durante il quale
ne furono immatricolate 981.545.
Ma il raffronto più inquietante è quello
con i livelli pre crisi. Le 52.997 auto immatricolate in Italia il mese scorso
– calcola il Centro Studi Promotor – sono soltanto la metà (-49,6%) rispetto a
quelle vendute nell’agosto 2007, ovvero l’anno prima dell’ingresso nella crisi.
Quello di agosto 2013 è il 39esimo calo del mercato dell’auto dall’inizio della
crisi economica.
Fiat sblocca investimenti su mirafiori
4 settembre 2013
ROMA (ITALPRESS) –
“Questa mattina l’ad della Fiat Marchionne ha incontrato i sindacati firmatari
degli accordi Fiat, e annunciato il definitivo sblocco del piano d’investimenti
su Mirafiori, e confermato il completamento del piano d’investimenti che in
tempi brevi riguarderanno anche lo stabilimento di Cassino”. Lo rende noto la
Fim Cisl.
Marchionne ha sottolineato come “il contratto
sia stato uno strumento determinante per il rilancio qualitativo e produttivo
degli stabilimenti Fiat in Italia”, si legge in una nota congiunta di Fiat e
sindacati.
“Anche grazie ad una piena applicazione delle
regole innovative dell’accordo è stato possibile portare gli stabilimenti
italiani, come Pomigliano d’Arco, Grugliasco, Melfi e Sevel ad un livello di
eccellenza nel panorama automobilistico internazionale – prosegue la nota -. Le
Organizzazioni Sindacali hanno confermato il loro impegno nella difesa e nel
rafforzamento dello strumento contrattuale, riconoscendo che esso rappresenta
una condizione imprescindibile per l’impegno industriale della Fiat in Italia.
A tale proposito esortano ancora una volta la Fiom-Cgil ad accettare le regole
basilari della democrazia industriale, aderendo ad un contratto firmato dalle
Organizzazioni Sindacali largamente maggioritarie in Fiat. Sulla base di questo
reciproco rinnovato impegno, Sergio Marchionne ha comunicato che l’azienda darà
inizio immediatamente al piano di investimenti necessario ad assicurare il
futuro produttivo ed occupazionale dello stabilimento di Mirafiori; a questo
fine sarà richiesta la proroga dell’attuale Cassa integrazione straordinaria”.
(ITALPRESS).
Bozen, oltrepadania nord. Klotz lancia il
«referendum» anti Italia
BOLZANO. Eva Klotz
(Stf) lancia il «referendum» autogestito sull'autodeterminazione dell'Alto
Adige. Nei prossimi tre mesi gli oltre 402.000 elettori, che il 27 ottobre
voteranno alle provinciali, potranno esprimersi sul futuro della loro
Provincia. «Voteranno attraverso un sito trilingue, sms, lettera oppure in una
delle urne allestite dal partito», spiega la consigliera provinciale, «I tempi
per l'autodeterminazione sono maturi. Stiamo meglio senza l'Italia. L'autonomia
non basta, chiediamo la libertà». Replica immediata del Präsidium della Svp,
che definisce l’iniziativa «pseudo referendum». Così la Svp: «La SüdTiroler
Freiheit strumentalizza il tema dell'autodeterminazione per la propria campagna
elettorale». Secondo l'ufficio di presidenza della Volkspartei, «non è
appropriato usare il termine referendum, visto che si tratta semplicemente di
un sondaggio di un partito». La Svp, prosegue l’Obmann Richard Theiner, «ha da
sempre ancorato nel suo statuto l'irrinunciabilità del diritto
all'autodeterminazione».
http://altoadige.gelocal.it/cronaca/2013/09/03/news/klotz-lancia-il-referendum-anti-italia-1.7682456
Trst, oltrepadania est. I giudici al militante
Tlt: legittima l’azione di Equitalia
Respinto il reclamo di un esponente del
Movimento per una cartella di 80mila euro. «Nessun difetto di giurisdizione»
di
Corrado Barbacini
Non esiste alcun difetto di giurisdizione
dello Stato italiano nella zona A del Territorio Libero di Trieste. Lo hanno
scritto anche le Nazioni Unite cancellando la questione Tlt dalle materie
trattate.
Si legge a chiare lettere nell’ordinanza
del collegio presieduto da Raffaele Morvay e composto dal giudici Giulia
Spadaro e Monica Pacilio che è stata depositata nei giorni scorsi e fa
riferimento a un reclamo relativo al pagamento di una cartella esattoriale di
Equitalia di un pignoramento mobiliare effettuato per conto di Friuli Venezia
Giulia Strade nei confronti di Gianni Marussich. Oggetto del contenzioso - uno
dei tanti diventati una sorta di bandiera per il movimento Trieste Libera - la
somma di 80mila euro. Marussich nel reclamo, che appunto non è stato accolto,
aveva rilevato che il difetto di giurisdizione di Trieste si fonda sul Trattato
di pace del 1947 attuato dall’Italia con il decreto legislativo del 28 novembre
1947 che ha istituito il Territorio libero, atto che non è stato modificato dal
trattato di Osimo non ratificato dai firmatari del trattato di Parigi.
Ma non è così. Dopo una lunga e articolata
analisi storica i giudici civili rilevano sostanzialmente alcuni concetti
stoico-giuridici. «La mancata nomina del Governatore da parte del consiglio di
sicurezza ha impedito lo svolgersi del complesso procedimento per la formazione
della nuova comunità, anche se preventivamente riconosciuta dai contraenti del
trattato, essendo tale nomina presupposto indispensabile per la costituzione
dell’ente. D’altronde un ente si caratterizza accanto al territorio e alla
popolazione dall’elemento dell’organizzazione politica: la mancata nomina del
Governatore ha impedito la configurazione di tale elemento». E poi ancora: «Il
fatto che non vi sia stata la costituzione del nuovo ente (il Tlt, ndr) non
esaurisce la problematica relativa alla condizione giuridica internazionale
dello spazio territoriale destinato al Tlt e non andato a farne parte per la
mancata costituzione dell’ente». In sostanza, secondo i giudici, ci sono due
orientamenti interpretativi. Secondo una prima posizione la sovranità italiana
sarebbe cessata con l’entrata in vigore del Trattato di pace, senza che
nessun’altra sovranità si sostituisse dando luogo a un’ipotesi di terra nullius
sui generis sottoposta all’amministrazione militare ma «non appropriabile in
quanto con specifica destinazione secondo le disposizioni del trattato».
Secondo poi un’altra tesi invece la sovranità italiana «avrebbe continuato a
sussistere in quanto la sua cessazione sarebbe stata condizionata al sorgere
della nuova comunità del Territorio libero di Trieste, alla costituzione quindi
dell’ente, «dimostrandosi invece impossibile - si legge - per la non
funzionalità del Consiglio di sicurezza che non ha provveduto alla nomina del
Governatore». Insomma: mancano di fatto i presupposti per la creazione di un
territorio differente dall’Italia.
Nel provvedimento i giudici esaminano - in
rapporto all’istanza - anche la questione della validità degli accordi di
Londra e gli effetti nell’ordinamento internazionale in relazione al Trattato
di pace e alle funzioni accettate dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni
Unite riguardo alla comunità che di conseguenza si doveva costituire. In questo
senso «paiono quindi pienamente leciti l’abbandono dell’amministrazione
militare della zona A da parte della Gran Bretagna e degli Stati Uniti nonché
la conversione dell’amministrazione militare jugoslava in amministrazione
civile e l’aggiustamento del territorio in due zone». Altro elemento fondamentale
è quello dell’accordo proprio sul territorio libero conseguenza del trattato di
pace.
Da qui appunto l’infondatezza
dell’eccezione di difetto di giurisdizione. E, per farla breve, il via al
pignoramento - tutto italiano - di 80mila euro.
Ieri intanto sul sito del movimento Trieste
libera, è stata segnalata l’azione di hacker che in qualche modo rallentano
l’attività del sito di Tlt. Finora la Digos - italiana - non ha ricevuto alcuna
denuncia.
03 settembre 2013
Nessun commento:
Posta un commento