A italiani mutuo costa +30mila euro Ue
Crisi: Coldiretti, raddoppiano italiani poveri
(+99%), sono 4, 8 mln
Istat. Fatturato e ordinativi dell’industria
Crisi: competitività; continua a crescere
divario tra paesi Ue
Fmi: disoccupazione ancora troppo alta
In molte economie avanzate. In Italia al
12,6% nel 2013
21 settembre, 13:16
(ANSA) - ROMA, 21 SET - "La
disoccupazione resterà a un livello inaccettabilmente elevato in molte economie
avanzate così come in vari paesi emergenti". Lo scrive il Fondo Monetario
Internazionale nella bozza del World Economic Outlook anticipata dall'ANSA. In
Italia i senza lavoro saliranno dal 10,7% del 2012 al 12,6% nel 2013 per poi
ridiscendere al 12,4% nel 2014.
A italiani mutuo costa +30mila euro Ue
Studio, per rata mensile pagano +84 euro
mese rispetto Eurozona
21 settembre, 12:50
(ANSA) - ROMA, 21 SET - Famiglie italiane
''strozzate a taglieggiate dai prestiti'': sono infatti costrette a pagare ''un
pizzo di 30 mila euro in più per ogni mutuo di 100 mila euro, rispetto alla
media Ue''. Lo denunciano Adusbef e Federconsumatori in uno studio su prestiti
e mutui, chiedendo l'intervento del governo. Per un mutuo di 100mila euro a 30
anni l'italiano paga una rata mensile di 84 euro più alta del mutuatario di
Eurolandia e a conclusione del mutuo 30.240 euro in più di un cittadino
dell'area Euro.
Crisi: Coldiretti, raddoppiano italiani poveri
(+99%), sono 4, 8 mln
10:51 22 SET 2013
(AGI) - Roma, 22
set. - Dall'inizio della crisi sono praticamente raddoppiati (+99%) gli
italiani che si trovano in una condizione di poverta' assoluta ed oggi sono
4,81 milioni quelli che non hanno una disponibilita' economica sufficiente
neanche ad acquistare beni e servizi essenziali per vivere. E' quanto emerge da
una analisi della Coldiretti che fotografa la realta' del Paese, in base dei
dati Istat relativi agli ultimi 5 anni segnati dalla crisi La situazione si e'
aggravata di piu' nel nord Italia dove l'aumento dal 2007 - sottolinea la
Coldiretti - e' stato addirittura del 105% rispetto al mezzogiorno (+90%) anche
se il peggioramento piu' marcato e' stato registrato nel centro Italia (+112%).
In valori assoluti tuttavia - precisa la Coldiretti - si contano 2,35 milioni
di cittadini in grave difficolta' nel mezzogiorno, 1,78 milioni nel nord. e
684mila ne centro Italia. Ad essere entrati in una condizione di poverta'
assoluta negli ultimi cinque anni di crisi sono stati ulteriori 3,4 milioni di
persone ed oggi sul territorio nazionale piu' di un italiano su dieci (11.3%)
si trova in questa situazione. L'effetto principale e' stato un crollo storico
dei consumi di beni essenziali come il cibo poiche' ben il 16,6 per cento degli
italiani non puo' neanche permettersi una pasto con un contenuto proteico
adeguato almeno una volta ogni due giorni. La spesa alimentare delle famiglie
e' tornata indietro di venti anni. Nel 2012 i consumi delle famiglie italiane
per alimentari e bevande a valori concatenati sono stati pari - sottolinea
Coldiretti - a 117 miliardi, di mezzo miliardo inferiori a quelli del 1992. La
crisi - precisa la Coldiretti - ha fatto retrocedere il valore della spesa
alimentare, che era sempre stato tendenzialmente in crescita dal dopoguerra,
fino a raggiungere l'importo massimo di 129,5 miliardi nel 2007, per poi
crollare oggi al minimo di ben quattro lustri fa. La situazione - conclude la
Coldiretti - si e' aggravata nel 2013 con le famiglie italiane che hanno
tagliato gli acquisti per l'alimentazione, dall'olio di oliva extravergine (-10
per cento) al pesce (-13 per cento), dalla pasta (-10 per cento) al latte (-7
per cento), dall'ortofrutta (-3 per cento) alla carne (-2 per cento), sulla
base delle elaborazioni su dati Ismea-Gfk Eurisko relativi al primo semestre
dell'anno che fanno registrare complessivamente un taglio del 4 per cento nella
spesa alimentare delle famiglie italiane.(AGI) .
Istat. Fatturato e ordinativi dell’industria
A luglio il fatturato dell'industria, al
netto della stagionalità, registra una diminuzione dello 0,8% rispetto a
giugno, con variazioni negative dello 0,9% sul mercato interno e dello 0,6% su
quello estero. Nella media degli ultimi tre mesi, l'indice complessivo registra
un incremento dello 0,5% rispetto ai tre mesi precedenti.
Corretto per gli effetti di calendario (i
giorni lavorativi sono stati 23 contro i 22 di luglio 2012), il fatturato totale
diminuisce in termini tendenziali del 3,6%, con un calo del 5,0% sul mercato
interno e dello 0,8% su quello estero.
Gli indici destagionalizzati del fatturato
segnano cali congiunturali per i beni di consumo (-1,6%), per i beni
strumentali (-1,3%) e per i beni intermedi (-0,4%), mentre per l'energia si registra
un incremento (+2,4%).
L'indice grezzo del fatturato cala, in
termini tendenziali, dello 0,5%: il contributo più ampio a tale diminuzione
viene dalla componente interna dell'energia.
L'unico incremento tendenziale del
fatturato si registra nelle altre industrie manifatturiere (+1,7%), mentre la
diminuzione più marcata riguarda la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi
raffinati (-13,1%).
Per quel che riguarda gli ordinativi
totali, si registra una flessione congiunturale dello 0,7%, sintesi di un calo
del 2,6% degli ordinativi interni e un incremento dell'1,8% di quelli esteri.
Nella media degli ultimi tre mesi gli ordinativi totali crescono del 2,3% rispetto
al trimestre precedente.
Nel confronto con il mese di luglio 2012,
l'indice grezzo degli ordinativi segna una variazione negativa del 2,2%.
L'aumento più significativo si registra nelle industrie tessili, abbigliamento,
pelli e accessori (+10,8%), mentre il calo più rilevante si osserva nella
fabbricazione di mezzi di trasporto (-21,1%).
Crisi: competitività; continua a crescere
divario tra paesi Ue
Il 25 due rapporti
Bruxelles, Germania sempre più sola
21 settembre, 18:06
BRUXELLES - Non solo
non diminuisce, ma continua a crescere il divario di competitività che con lo
scoppio della crisi ha separato i paesi Ue e la loro industria. I paesi già
competitivi lo diventano ancora di più, mentre quelli che prima arrancavano sono
sempre più staccati dal gruppo di testa. Si è insomma interrotta quella cinghia
di trasmissione virtuosa che finora è stata la forza dell'Ue, il cosiddetto
'processo di convergenza' all'interno di una stessa area economica, per cui i
primi trainano gli altri verso l'alto in una dinamica di reciproco vantaggio.
E' il quadro generale che emerge dai due rapporti, uno sulla competitività
degli stati membri e l'altro su quella dell'industria europea, che saranno
presentati mercoledì 25 settembre dalla Commissione Ue.
Nessuna sorpresa sul
posizionamento dei paesi virtuosi e di quelli in ritardo: in testa figura, come
ogni anno, la Germania, che sta sempre più distanziando non solo quegli stati,
come per esempio l'Italia e in generale quelli del Sud, che si trovano in una
situazione in cui, a fronte di alcuni elementi positivi, la maggior parte degli
indicatori è sotto la media Ue.
Berlino, come anche
l'Olanda o la Danimarca, sta infatti 'scappando in avanti' anche rispetto ad
altri paesi situati nel gruppo di testa dei paesi più competitivi, in
particolare la Francia ma anche la Gran Bretagna o l'Austria, che continuano a
vivere di una rendita ormai agli sgoccioli. I paesi dell'Est, tradizionalmente
in fondo alla classifica della competitività, stanno invece continuando la
risalita e a migliorare la loro performance, come per esempio la Polonia,
avvicinandosi al gruppo intermedio che però si allontana sempre di più da
quello di testa.
La posizione
dell'Italia fotografa una situazione con criticità note, e simili a quelle
degli altri paesi del Sud europeo con performance inferiori alla media Ue: la
competitività è frenata dai prezzi elevatissimi dell'energia, dalle difficoltà
d'accesso al credito, dal costo del lavoro, dall'inefficienza amministrativa e
dai ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione.
I due rapporti
verranno sottoposti dal vicepresidente della Commissione Ue Antonio Tajani ai
ministri dell'industria dei 28 in occasione del Consiglio competitività che si
terrà il 26 e 27 settembre a Bruxelles. (ANSA)
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