Taranto. Veleni per altre 3 generazioni
Il latte crudo è ora nobile: primo distributore
a Benevento
Crisi, contribuenti.it: boom di psicofarmaci
antidepressivi,+3,2% nel 2013.
Istat. Prezzi alla produzione dei prodotti
industriali
Istat. Prezzi al consumo: dati provvisori
Ilva: medici, aumenta infertilità a Taranto
Diffusi dati ricerca in convegno, una coppia
su 4 è sterile
28 settembre, 17:29
(ANSA) - TARANTO, 28 SET - ''I dati sugli
effetti dannosi dell'inquinamento che incidono sull'infertilità sono
allarmanti.''. Lo ha detto la ginecologa Raffaella Depalo, dell'Unità di
Fisiopatologia Riproduzione Umana Policlinico di Bari, nel convegno su salute,
ambiente e lavoro, nella città dell'acciaio organizzato dagli Ordini dei Medici
e degli Odontoiatri di Taranto e Brindisi. Da una ricerca è emerso che una
coppia su 4 nell'area di Taranto è sterile e il 26% delle donne è in menopausa
precoce.
Taranto. Veleni per altre 3 generazioni
Gli effetti
dell’inquinamento colpiranno anche le prossime tre generazioni di tarantini e
compromettono la capacità di proliferare.
Questi i dati più sorprendenti emersi ieri nel
corso del convegno “Salute, ambiente e lavoro”, organizzato dagli ordini dei
medici delle province di Taranto e Brindisi, dalla federazione nazionale
Fnomeco e dall’Isde, l’associazione internazionale dei medici per l’ambiente,
che si è svolto nell’ex convento di San Francesco.
A Taranto, una coppia su quattro è sterile per
effetto delle emissioni nocive dell’Ilva e dell’area industriale. Ma non è
questo l’unico dato che preoccupa. Dagli studi condotti, infatti, è emerso che
il 26% delle donne è in menopausa precoce. Secondo Raffaella Depalo, ginecologa
dell’Unità di Fisiopatologia della Riproduzione umana del Policlinico di Bari,
«è necessario istituire un osservatorio epidemiologico». In uno studio dello
scorso anno, ha aggiunto la dottoressa Depalo «abbiamo evidenziato nelle donne,
e in particolare nelle cellule della granulosa che sostengono l’ovulo nella
crescita e lo portano nella maturità, delle alterazioni nella catena di
espressione dei recettori per gli estrogeni, sostanze che sostengono la
crescita follicolare e la maturazione ovocitaria».
Ma l’inquinamento sarà per i tarantini
un’eredità pesantissima. Lo ha detto con toni molto seri il dottor Agostino Di
Ciaula, presidente della sezione pugliese dell’Associazione internazionale
Medici per l’ambiente. «Anche se l’Ilva fermasse adesso i suoi impianti –
spiega – i tarantini continueranno a pagare in termini di danni alla salute
almeno per le prossime tre generazioni. Per questo è urgente, prima di ogni
altra cosa, fermare le fonti di emissione».
Di Ciaula ha inquadrato il cuore del problema.
«L’area a caldo – aggiunge – anche nei prossimi anni emetterà enormi quantità
di inquinanti, nonostante le prescrizioni dell’Autorizzazione integrata
ambientale».
I medici di tutta Italia, quindi, fanno fronte
comune per curare la città dell’acciaio.
«L’intera professione medica si sta
interrogando sul futuro di questa città. C’è qualcosa che non ha funzionato
fin’ora in questo sistema che avrebbe dovuto garantire la salute – queste le
parole del presidente dell’ordine dei Medici di Taranto, Cosimo Nume – come
medici vogliamo essere sentinelle di questa svolta, perché non si ripetano gli
stessi errori. Il fatto che al convegno partecipino il comitato centrale della
Fnomeco e la commissione nazionale Ambiente, è testimonianza che l’attenzione
nei confronti di Taranto e dei suoi problemi non è solo un impegno dei medici
tarantini o brindisini, bensì il comune sentire dell’intera professione. Come
cittadino di Taranto- conclude- non posso che essere soddisfatti che si sia
avviato un processo contro l’Ilva che spero convinca questo paese che Taranto è
il problema dei problemi. Se non si scioglie il nodo della salute e
dell’occupazione in questa città, probabilmente questo paese avrà una pesante
battuta d’arresto».
Ecco dunque che il convegno diventa un momento
di riflessione condiviso tra il mondo scientifico, la classe medica e i
cittadini, riguardo la difficile ed esasperante situazione ambientale che vive
ormai da decenni la città di Taranto.
Un’analisi approfondita di quelli che sono i
danni sanitari legati all’inquinamento, non solo riconducibili alle neoplasie,
bensì ad altre problematiche meno conosciute e per questo considerate, «su cui
è necessario intervenire ora che la coscienza ambientale di questa città si è
finalmente risvegliata – ricorda ancora Nume – e per non subire domani
l’insulto di malattie che avremmo potuto probabilmente prevenire con azioni
mirate».
Si discuterà pertanto, non di tumori, ma
dell’azione degli inquinanti ambientali sulle funzioni neurosensoriali,
riproduttive ed endocrine.
Ne ha parlato, durante il suo intervento, il
dottor Alberto Mantovani, direttore di tossicologia alimentare e
veterinaria-Iss. Nello specifico ha relazionato sul trasferimento,
dall’ambiente ai nostri alimenti, di contaminanti che possono alterare il
funzionamento dei nostri ormoni .
«Questi contaminanti, i composti bromurati e
fluorurati, oltre alle diossine, che sono segnalati da tempo dalle agenzie
internazionali, possono a dosi molto alte e ad esposizioni molto lunghe,
aumentare il rischio di tumori – dice – Tuttavia ci sono effetti sulla tiroide,
sulla funzione riproduttive e sul sistema immunitario, mediati da alterazioni
ormonali, che ci segnalano ben prima dell’avvento di un tumore, che qualcosa
negli alimenti e nell’ambiente non funziona correttamente. Naturalmente per
monitorare queste alterazioni servono studi integrati sull’ambiente e sulla
popolazione».
Non siamo però tutti uguali, per cui, nei
bambini e nelle donne in gravidanza la situazione è ben più delicata.
L’equilibrio ormonale, in questi casi specifici, è critico, pertanto quel
livello di esposizione o assunzione a un contaminante può rappresentare un vero
rischio.
«Vorrei che i politici per mezz’ora provassero
ad indossare gli occhi dei medico, cui guardare la situazione tragica di
Taranto – ha proseguito Di Ciaula – i politici avrebbero dovuto far di più già
negli ultimi vent’anni. Non l’hanno fatto fino ad ora ma è arrivato il momento
che si decidano a cambiare strada.
Questo probabilmente potrebbe contribuire a
trovare o pensare soluzioni che fino ad ora sono rimaste inattese. La
situazione è tragica da decenni e ciò che più rattrista è che non si vedono
prospettive di miglioramento perché fino ad oggi non sono state prospettate
alternative sostenibili».
Nel pomeriggio, una tavola rotonda per
discutere di economia e salute, dal presente al futuro.
«Siamo qui oggi per un senso di responsabilità
nei confronti della nostra professione e dei cittadini di Taranto.- esordisce
Amedeo Bianco, presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici.-
Quelle dell’ambiente e della salute sono tematiche estremamente delicate, ma
considero inaccettabile parlare di presente e futuro se i diritti dei cittadini
sono così tanto in conflitto tra loro.
È impensabile che per il diritto al lavoro si
debbano pagare dei costi così salati sul piano della salute. Non si può
immaginare un futuro né prospettive di produttività in questo modo. La
categoria dei medici- continua- cercherà di porre massima attenzione e
considerazione su queste tematiche e sul rigore della ricerca. La cittadinanza
ha il diritto di conoscere con assoluta trasparenza, cosa comporta un
insediamento industriale sulla città, oggi e domani. – prima di congedarsi si
rivolge ai cittadini- I medici di tutta Italia vi sono vicini e tifano per
voi».
Il latte crudo è ora nobile: primo distributore
a Benevento
Mentre a Brescia, Genova e Salerno si
spengono mestamente i riflettori sulla scena delle centrali del latte
pastorizzato, il riscatto del latte alimentare italiano (e di una zootecnia
sostenibile) sembra sempre più coincidere con i progressi del progetto del
Latte Nobile. Avviato in Campania nel 2011 e concretizzato oggi attraverso la
distribuzione in oltre cento punti vendita regionali di latte fresco
pastorizzato di alta qualità reale (da animali alimentati con foraggio locale e
senza insilati né ogm; vedi qui il rigoroso disciplinare), proporrà a partire
dal 3 ottobre prossimo la sua versione non pastorizzata, che sarà disponibile
presso il Centro Commerciale Buonvento di Benevento.
La produzione del Latte Nobile è stata resa
possibile grazie all'impegno di alcuni piccoli allevatori che hanno aderito al
progetto "Nobilat", co-finanziato dalla Regione Campania attraverso
la misura 124 del Psr e con un supporto scientifico e tecnico (ANFoSC, Cra-Zoe,
UniNA e altri) teso al raggiungimento della qualità reale del prodotto. Tra gli
allevatori coinvolti, molti di Castelpagano, l'azienda agricola Zeoli si è
distinta per l'intraprendenza e l'approccio diretto con la clientela, ed è
proprio da questo produttore che è nata l'idea di destinare una parte della
produzione alla vendita diretta e lo slogan "buon latte al
Buonvento".
«Con questa iniziativa», ha sottolineato
Gaetano Pascale, presidente di Slow Food Campania, «la collaborazione tra
Anfosc, Slow Food e Regione Campania, che aveva dato vita ad una vera e propria
micro-filiera del latte fresco, avvicina ancora di più i produttori ai
consumatori, portando all'estrema sintesi il discorso di filiera. Un unico
produttore conferirà giornalmente il suo latte al distributore automatico e i
consumatori potranno acquistarlo fresco ogni giorno e riscoprire un antico
sapore. Potranno inoltre essere riutilizzate le bottiglie vuote che si hanno in
casa, riducendo così l'utilizzo di risorse energetiche e i rifiuti legati al
packaging». Tutto ciò non fa altro che garantire la freschezza del prodotto,
l'attenzione all'ambiente e al consumatore, con un latte di qualità reale ad un
prezzo contenuto.
«Il latte», ha precisato Roberto Rubino,
presidente ANFoSC (Associazione Nazionale Formaggi Sotto il Cielo), «non è
tutto uguale. L’apparente similitudine dipende dal fatto che, per misurarne la
qualità, vengono normalmente utilizzati i soli due parametri del grasso e delle
proteine, che niente hanno a che fare con la qualità reale del prodotto». «Il
progetto "Latte Nobile"», ha aggiunto Rubino, «è nato con l'obiettivo
di valorizzare il latte delle vacche che si nutrono delle erbe e dei fieni
dell'Appennino beneventano e avellinese. Ricco di aromi, di molecole
antiossidanti e di acidi grassi "buoni", il Latte Nobile è il primo
Presidio Slow Food sul latte. Il suo scopo è anche quello di sostenere i
piccoli allevatori locali, permettendo loro di spuntare sul mercato un prezzo
maggiore di quello pagato dall'industria lattiero-casearia».
L'inaugurazione del distributore, fissata
per le ore 10 di giovedì prossimo con una conferenza stampa, riveste grande
importanza nello sviluppo del progetto del Latte Nobile, tant'è che vi
interverranno i suoi principali artefici: oltre a Gaetano Pascale e Roberto
Rubino (che è anche dirigente dell'Unità di Ricerca per la Zootecnia Estensiva
di Bella, nel potentino), ci saranno Pasquale Di Vaio, direttore del Centro
Commerciale Buonvento, Annalisa Zeoli, titolare dell'azienda che rifornirà il
distributore, Federico Infascelli, docente di Nutrizione e Alimentazione
Animale presso l'Università degli Studi di Napoli "Federico II" e
membro del Comitato Tecnico-Scientifico dei Presìdi Slow Food, Adriano Santoro,
docente di Ispezione degli Alimenti di Origine Animale presso la Facoltà di
Medicina Veterinaria della medesima università, e Adriano Gallevi, agronomo
dell'ANFoSC, che in questi anni ha garantito il supporto tecnico alle aziende
coinvolte. Nel corso della giornata il Gruppo Educazione Slow Food Campania
guiderà gli allievi delle scuole primarie e secondarie di primo grado di
Benevento nel mondo del Latte Nobile.
30 settembre 2013
Crisi, contribuenti.it: boom di psicofarmaci
antidepressivi,+3,2% nel 2013.
ROMA - Il consumo degli psicofarmaci
continua ad aumentare tra i contribuenti italiani. In Italia, anche a causa
della crisi e dell'aumento della pressione fiscale, nei primi otto mesi
dell'anno è stato registrato un incremento del 3,2% rispetto allo stesso
periodo del 2012, contro l'1,9% registrato in Portogallo ed il 2,6% in Grecia.
Il Centro Studi e Ricerche Sociologiche "Antonella Di Benedetto" di
Krls Network of Business Ethics, che ha condotto l'indagine per conto di
Contribuenti.it Magazine dell'Associazione Contribuenti Italiani, ha calcolato
che ogni giorno vengono vendute in media in Italia circa 450 mila confezioni di
antidepressivi, stabilizzatori dell'umore, tranquillanti, ipnotici e sedativi.
L'aumento del consumo di antidepressivi tra
i contribuenti italiani è stato costante negli ultimi anni, +3,2% nel !
2013,+2,9 nel 2012 e + 2,7 nel 2011, ponendo l'Italia al primo posto tra i
paesi europei per numero di consumatori.
Un fenomeno che preoccupa l'Associazione
Contribuenti Italiani, la quale fa notare che circa il 21% della popolazione
soffre di disturbi sociali, di ansia o di depressione, contro una media europea
dell'11,2%.
Il Centro Studi e Ricerche Sociologiche
" Antonella Di Benedetto" ha analizzato che alla base di questo fenomeno
vi è una stretta relazione di causa-effetto dovuta alla crisi ed al fisco.
"Per comprendere meglio quello che
accadrà agli italiani nei prossimi mesi - afferma Vittorio Carlomagno
presidente dell' Associazione Contribuenti Italiani - abbiamo chiesto al Centro
Studi ABD di rilevare in Grecia e Portogallo le conseguenze della crisi e
dell'elevata pressione fiscale per comprendere come inciderà sui nostri
giovani"
Contribuenti.it - Associazione Contribuenti
Italiani
L'Ufficio Stampa - Infopress ! 0642828753
Istat. Prezzi alla produzione dei prodotti
industriali
Nel mese di agosto 2013 l'indice dei prezzi
alla produzione dei prodotti industriali aumenta dello 0,2% rispetto al mese
precedente e diminuisce del 2,0% nei confronti di agosto 2012.
I prezzi dei prodotti venduti sul mercato
interno crescono dello 0,2% rispetto a luglio mentre diminuiscono del 2,3% su
base tendenziale. La flessione e' imputabile al comparto energetico, al netto
del quale si registra un aumento dello 0,1% sia sul mese precedente sia in
termini tendenziali.
I prezzi dei beni venduti sul mercato
estero segnano una variazione nulla sul mese precedente (-0,1% per l'area euro
e +0,1% per l'area non euro). In termini tendenziali si registra una
diminuzione dello 0,8% (-1,0% per l'area euro e -0,7% per quella non euro).
Riguardo ai contributi settoriali alla
dinamica tendenziale dell'indice generale, per il mercato interno quello più
rilevante deriva dal comparto energetico (-2,4 punti percentuali). Sul mercato
estero i contributi più ampi provengono dai beni intermedi per l'area euro
(-0,9 punti percentuali) e dall'energia per quella non euro (-0,7 punti
percentuali).
Il settore di attività economica per il
quale si rileva la diminuzione tendenziale più marcata dei prezzi è quello
della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-5,7% per il
mercato interno e -10,4% per quello estero).
Istat. Prezzi al consumo: dati provvisori
Nel mese di settembre 2013, secondo le
stime preliminari, l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera
collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra una diminuzione
congiunturale dello 0,3% e un aumento dello 0,9% su base annua, in rallentamento
rispetto alla dinamica rilevata ad agosto (+1,2%).
Il rallentamento dell'inflazione è
ampiamente imputabile ai beni energetici, al netto dei quali la crescita
tendenziale dell'indice dei prezzi al consumo resta stazionaria all'1,3%.
In
particolare, nonostante i prezzi dei Beni energetici non regolamentati
registrino, su base mensile, un aumento relativamente consistente (+1,0%),
questo risulta molto più contenuto rispetto a quello rilevato tra agosto e
settembre del 2012. Questo fenomeno accentua la flessione tendenziale dei
prezzi dei Beni energetici, contribuendo così, insieme con il rallentamento
della crescita su base annua dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati e dei
Servizi relativi ai Trasporti, al calo dell'inflazione a settembre.
L'aumento congiunturale dei prezzi dei Beni
energetici non regolamentati viene bilanciato dai fattori stagionali che sono
alla base dei ribassi dei prezzi dei Servizi relativi ai Trasporti (-5,0%) e
della Frutta fresca (-4,6%) e che spiegano gran parte del calo congiunturale
dell'indice generale, cui contribuiscono anche i Servizi relativi alle
comunicazioni (-1,1%).
L'inflazione acquisita per il 2013 scende
all'1,3% dall'1,4% di agosto.
A settembre l'inflazione di fondo,
calcolata al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi, sale
all'1,3% (dal +1,2% del mese precedente).
Rispetto a settembre 2012, il tasso di
crescita dei prezzi dei beni scende allo 0,4%, dallo 0,8% di agosto, mentre
quello dei prezzi dei servizi resta stabile all'1,6%. Pertanto, il
differenziale inflazionistico tra servizi e beni si amplia di quattro decimi di
punto percentuale rispetto ad agosto 2013.
I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di
acquisto registrano un aumento dello 0,2% su base mensile e dell'1,0% su base
annua, in rallentamento di sette decimi di punto rispetto ad agosto (+1,7%).
Secondo le stime preliminari, l'indice
armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dell'1,8% rispetto al mese
precedente e dello 0,9% nei confronti di settembre 2012 (era +1,2% ad agosto).
L'aumento congiunturale è principalmente imputabile alla fine dei
saldi estivi, di cui l'indice NIC non tiene
conto.
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