mercoledì 2 ottobre 2013

II.X.MMXIII – Asimmetria informativa nel patrimonio fossile.===Mef: Nel mese di settembre 2013 si è realizzato un fabbisogno del settore statale pari, in via provvisoria, a circa 15.500 milioni, che si confronta con il fabbisogno di 11.422 milioni del mese di settembre 2012.

L'UNIONE SARDA - Economia: Pastori in rivolta contro i vaccini Bloccata la 130
Innovazione: Regione Puglia fa scuola buone pratiche in Ue
Petrolio. Un bando per la ricognizione del patrimonio fossile
Mef. Fabbisogno settembre: 15,5 miliardi. Incidono pagamento dei debiti p.a. e rimborsi fiscali
L’Europa manda gli ispettori a Lubiana
Deficit Slovenia 2013 previsto al 5,7% del Pil
Bozen, oltrepadania nord. Autodeterminazione: la Klotz spedisce 400 mila lettere per votare




L'UNIONE SARDA - Economia: Pastori in rivolta contro i vaccini Bloccata la 130
02.10.2013
LINGUA BLU. A Siliqua SILIQUA Disperazione e rabbia tra i pastori per il continuo diffondersi della Lingua blu tra le greggi, che ha portato alla morte, negli ultimi mesi, di più di 10mila capi di bestiame in tutta l'Isola. Dopo la Carlo Felice, ieri il Movimento pastori sardi (Mps) bloccato la 130 per mezz'ora, poco prima delle 13. La decisione è stata presa al termine di un incontro al Monte Granatico. «Chi ha sbagliato paghi», tuona Felice Floris, portavoce della rabbia dei pastori: «Siamo più di vent'anni in questa situazione a causa degli errori e della lentezza della burocrazia e della sua negligenza». I pastori chiedono alle amministrazioni interessate di avere maggiori risposte e soluzioni per affrontare la calamità che sta affossando l'economia sarda. Inoltre, viene richiesto un intervento in grado di debellare il virus responsabile della continua e inarrestabile morìa di bestiame. La Blue Tongue sta mettendo in ginocchio centinaia di aziende: «E questi vaccini non servono». L'assemblea si è conclusa con una marcia, intrapresa dai pastori, sulla strada statale 130 all'altezza del bivio tra Siliqua e Vallermosa, con il blocco simbolico dell'arteria. Gli allevatori minacciano di manifestare a Cagliari entro metà ottobre nel caso in cui non ci siano interventi tempestivi contro il morbo

Innovazione: Regione Puglia fa scuola buone pratiche in Ue
Assessore Capone, imprese restano perchè finanziamo loro ricerca
01 ottobre, 18:50
(ANSA) - BRUXELLES, 1 OTT - La Puglia, unica Regione italiana invitata al quinto Summit dell'innovazione all'europarlamento, racconta a Bruxelles la sua strategia (considerata 'migliore pratica Ue') per rilanciare le imprese.
 "Ricerca e internazionalizzazione, strettamente connesse tra loro, ne sono i punti cardine", spiega l'assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone, alla guida della delegazione. "La programmazione dei fondi Ue 2014-2020 - afferma - rappresenterà un ulteriore punto di svolta".
 Tra i settori chiave su cui si punta: dall'aerospazio, col velovolo regionale da 90 posti "per il quale stiamo facendo un contratto di programma con Alenia per 35 milioni di euro, già approvato in giunta" che sarà sviluppato nello stabilimento di Foggia-Grottaglie, ai materiali compositi innovativi, "per i quali sarà organizzata una fiera business to business, il 14 maggio alla Fiera del Levante", evidenzia Capone. Ci sono inoltre l'agroalimentare, l'energia e l'information technology, quest'ultima da utilizzare anche a supporto delle imprese artigiane e di commercio. Ma anche la scienza della vita e la meccatronica.
 "Come convinciamo le aziende a restare in Puglia? Investendo sulla loro ricerca - conclude l'assessore - Bosch è rimasta perchè abbiamo deciso di finanziarne la ricerca. Così anche per Senofi Aventis e Magneti Marelli, che farà il motore elettrico della Fiat. Abbiamo già finanziato il progetto di ricerca. Sarà sviluppato a Modugno". (ANSA).

Petrolio. Un bando per la ricognizione del patrimonio fossile
E' la proposta dell'ex senatore Romualdo Coviello
Si tratta di una selezione internazionale, da parte della Regione, per trovare uno o più interlocutori affidabili che avranno il compito di stimare in maniera precisa la ricchezza che i lucani non sanno di avere
di LEO AMATO
POTENZA - Il grande capo della direzione risorse minerarie del Ministero per lo Sviluppo economico lo va ripetendo ormai da qualche mese: bisogna tornare a esplorare il sottosuolo in cerca di giacimenti ancora nascosti. Ma da ieri ha una sponda anche in Basilicata: l’ex senatore Romualdo Coviello, già artefice appena due settimane fa dell’accordo per il “gas gratis” ai comuni petroliferi della Val d’Agri.
E’ un bando internazionale per la ricognizione di tutto il patrimonio fossile dall’Ofanto al Pollino la proposta lanciata ieri mattina da Coviello di fronte all’associazione ex consiglieri e parlamentari della Basilicata.
In altri termini, si tratta di una selezione da parte della Regione per trovare uno o più interlocutori affidabili che avranno il compito di stimare in maniera quanto più precisa la ricchezza che i lucani non sanno di avere. Obiettivo: innanzitutto colmare il gap di conoscenze che ancora oggi pregiudica qualsiasi trattativa con lo Stato e le compagnie petrolifere sul destino delle concessioni in essere e quelle ancora da venire. E’ quella che gli economisti chiamano asimmetria informativa, e viene considerata una causa di fallimento del mercato. Ma in secondo luogo - e anche su questo Coviello è stato chiaro - c’è il destino della Basilicata, stretta tra indici demografici ed economici deprimenti e la prospettiva paradossale dell’uscita dalle regioni «in ritardo di sviluppo» che beneficiano dei fondi maggiori dell’Unione europea. In una parola «debiti». E pure belli grossi.
Ecco dunque che i soldi provenienti dai «nuovi accordi di sviluppo» di fonti fossili sul territorio lucano, secondo l’ex senatore del Pd nonché attuale consigliere comunale e animatore della Sustainable developement school di Viggiano (sostenuta anche dalla Fondazione Mattei), andrebbero intesi come il mezzo per provare a innescare «l’imprenditorializzazione» della regione, sulla scia di quanto appena fatto per la Val d’Agri dove la bolletta energetica delle industrie impiantate nei comuni petroliferi verrà ridotta utilizzando parte dei 5milioni e mezzo di euro di gas concessi da Eni all’amministrazione di Viggiano. Sulla base dei 105mila barili di greggio al giorno di produzione attuale. Certo. Però in prospettiva dell’aumento di produzione a 130mila su cui procede nell’ombra un’altra trattativa, tra Regione, Governo ed Eni.
Si parla insomma dello stesso negoziato che ha portato al decreto attuativo del fondo “Memorandum” così com’è. Ma dove era previsto che fosse ceduto del gas alla Società energetica lucana in cambio del via libera a quei 25mila barili in più andranno riconsiderati i quantitativi. Dato che a quelli di partenza vanno già sottratti 45mila metri cubi al giorno destinati alle municipalità dell’area dei pozzi e del Centro oli. Con buona pace del Consiglio regionale che - in teoria - attende ancora di sapere a che punto sono le negoziazioni. Perché - in pratica -quello della riduzione della bolletta energetica per le imprese è diventato un ritornello ripetuto di recente da entrambi i candidati governatore alle primarie del Pd. Idem per chi credeva che rispetto agli accordi del 1998 (Eni-Val d’Agri) e del 2006 (Tptal-Tempa Rossa) sarebbe stata messa al primo posto una prospettiva strategica per l’intera regione. 
mercoledì 02 ottobre 2013 09:08

Mef. Fabbisogno settembre: 15,5 miliardi. Incidono pagamento dei debiti p.a. e rimborsi fiscali
Nel mese di settembre 2013 si è realizzato un fabbisogno del settore statale pari, in via provvisoria, a circa 15.500 milioni, che si confronta con il fabbisogno di 11.422 milioni del mese di settembre 2012.
Commento
I dati ancora provvisori sulle entrate fiscali del mese fanno stimare un andamento del gettito migliore di quello atteso.
 Il peggioramento del fabbisogno, pari a circa 4.100 milioni, è dovuto per circa 2.400 milioni ad una accelerazione della dinamica dei prelievi delle amministrazione pubbliche, in relazione soprattutto al pagamento dei debiti pregressi, per 400 milioni a più elevati rimborsi fiscali (aumentati nei primi nove mesi dell’anno di 3.500 milioni rispetto allo stesso periodo del 2012) e, per circa 1.500 milioni, a maggiori pagamenti per interessi a causa di una diversa calendarizzazione delle emissioni rispetto allo scorso anno.
Roma, 01 ottobre 2013

L’Europa manda gli ispettori a Lubiana
Il pool inviato dall’Ue e dalla Bce dovrà verificare se la Slovenia ha attuato i nove punti indicati a maggio
di Mauro Manzin
 TRIESTE. L’Unione europea manda gli ispettori in Slovenia. Con un tempismo perfetto la Commissione Ue, esattamente il giorno dopo l’approvazione della legge di stabilità 2014-2015 da parte del governo Bratušek, invia un proprio pool di funzionari assieme a un gruppo di ispettori della Bce a verificare quanto fatto da Lubiana a fronte delle nove richieste formulate dalla Commissione stessa lo scorso maggio. In quella occasione Bruxelles aveva dato quattro mesi di tempo alla Slovenia per rimettere i suoi conti in ordine e stabilizzare i suoi dati macroeconomici “graziando” così di fatto Lubiana del provvedimento di infrazione. «È una missione tecnica - precisano dalla Commissione Ue - che fa parte di un processo e non è connessa alle voci di una richiesta di aiuto all’Europa da parte della Slovenia». Ricordiamo che l’Europa ha chiesto a Lubiana di provvedere al ribilanciamento dei propri dati macroeconomici, aggiustare i bilanci delle banche, attuare una concreta privatizzazione, trovare una soluzione al super indebitamento delle proprie aziende, proseguire nel consolidamento delle finanze pubbliche, migliorare la concorrenzialità, riformare il sistema pensionistico e il mercato del lavoro nonché migliorare il sistema giudiziario per quanto riguarda l’eccessiva lentezza delle sentenze civili e commerciali di primo grado. E adesso è giunto il momento, per la Commissione Ue e la Bce, di controllare se “i compiti a casa” affidati al governo sloveno sono stati svolti correttamente. E per vedere qual è la reale situazione della Slovenia basta leggere gli ultimi dati appena emessi dall’Ufficio nazionale per le elaborazioni statistiche. Nel primo semestre di quest'anno la Slovenia ha ricapitalizzato le proprie banche per un totale di 441 milioni di euro. Tale iniezione di liquidità negli istituti bancari ha comportato un deficit del 10,1% nel primo trimestre e del 4,7% nel secondo. Il debito pubblico sloveno a fine del primo trimestre è stato di 19,1 miliardi di euro per un ammontare del 54,8% del Pil. Gli introiti dalle imposte e dalla tassazione nel secondo semestre dell'anno in corso sono cresciuti del 3,1% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Le uscite dalle casse dello stato per coprire gli interessi dall'indebitamento nel primo semestre sono state calcolate in 428 milioni di euro ovvero l'11,3% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. L’Ufficio di analisi macroeconomica e sviluppo (Umar) fa sapere invece che il Pil nel 2014 farà segnare un -0,8% mentre una leggera crescita è prevista per il 2015 (+0,4%). Così appare del tutto giustificata la critica mossa da molti analisti economici sloveni alla legge di stabilità predisposta dal governo definita «del tuto ottimistica». Pesanti anche le critiche dell’opposizione. «Con questa legge di bilancio - afferma il leader dei democratici (Sds) ed ex premier Janez Janša (centrodestra) - la Slovenia ha definitivamente abdicato alla sua scelta di risolvere la crisi senza chiedere aiuti». «Per questo - incalza ancora Janša - consigliamo il governo di riconoscere quanto prima la propria incapacità di risolvere da solo i problemi del Paese e di chiedere quanto prima un aiuto alle istituzioni internazionali». L’ex premier sostiene inoltre che anche i governi degli altri Paesi in gravi difficoltà continuavano a ripetere di non necessitare degli aiuti internazionali come la Grecia o Cipro. «Ecco - precisa pungente Janša - la situazione slovena è a mezza via tra quelle di Atene e di Nicosia». La vera palla al piede della Slovenia è la pesante crisi del sistema creditizio. Gli esiti degli stress test che si stanno effettuando sulle tre principali banche del Paese (Nova Ljubljanska Banka, Nova Kreditna Banka Maribor e Abanka) saranno noti i primo di novembre ma appare sempre più chiaro che l’operazione salvataggio avrà bisogno di 5 miliardi di euro. Dove trovarli?

Deficit Slovenia 2013 previsto al 5,7% del Pil
Debito pubblico al 63,1%
02 ottobre, 09:18
(ANSA) - LUBIANA - Il deficit sloveno nel 2013 dovrebbe attestarsi a 1,99 miliardi di euro, pari al 5,7% del Pil. E' la previsione fatta dall'Ufficio nazionale di statistica a Lubiana.
Il debito pubblico a fine anno dovrebbe ammontare a 22,04 miliardi di euro ovvero al 63,1% del Pil.
 Il tasso di inflazione è risultato a settembre dell'1,4% su base annua, con gli aumenti maggiori che si sono registrati nel comparto delle bevande alcoliche (3,5%), dell'immobiliare (2,1%) e in quello della ristorazione (2%). (ANSA)

Bozen, oltrepadania nord. Autodeterminazione: la Klotz spedisce 400 mila lettere per votare
Saranno inviate in provincia e all’estero. Gli attivisti: «Chiediamo se i sudtirolesi abbiano diritto o meno ad un referendum»
Dopo la protesta in piazza Tribunale, nella quale viene “spazzato via” il tricolore, Eva Klotz e Sven Knoll questa mattina hanno fatto partire 400 mila lettere (nella foto i primi pacchi spediti con i Tir) con tanto di tessera elettorale per chiedere se i sudtirolesi di lingua tedesca abbiano diritto o meno ad un referendum sull’autodeterminazione. «Il referendum sull’autodeterminazione - spiega il coordinatore del movimento per la consultazione elettorale Bernhard Zimmerhofer - si concluderà il 30 novembre e possono votare tutti i sudtirolesi dai 18 anni in poi. Non appena ci sarà data la possibilità di votare per l’autodeterminazione potremo scegliere se restare in Italia, se diventare uno Stato libero o se tornare a far parte di un Tirolo unito»
02 ottobre 2013


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