mercoledì 16 ottobre 2013

XVI.X.MMXIII – Petrolio, Gaetano Silvestri: (...) l’adozione, da parte della Regione, di una condotta meramente passiva, che si traduca nell’assenza di ogni forma di collaborazione, si risolve in una inerzia idonea a creare un vero e proprio blocco procedimentale con indubbio pregiudizio per il principio di leale collaborazione e per il buon andamento dell’azione amministrativa (...) La disposizione, dunque, è finalizzata a superare le dette forme di inerzia e, pertanto, in tali sensi interpretata, non viola le competenze costituzionali della Regione, né si pone in contrasto con il principio di leale collaborazione, che anzi tende ad attuare».

Port’Alba dice addio alla libreria Guida. Chiusura dopo un secolo di attività
In caso di inerzia delle regioni il Governo potrà dire sì a nuove estrazioni
Allarme Confcommercio, 19% famiglie non copre spese con reddito
Banche: Ecofin, via libera definitivo a vigilanza unica Bce
istat. Commercio con l’estero




Port’Alba dice addio alla libreria Guida. Chiusura dopo un secolo di attività
di Pietro Treccagnoli
 NAPOLI - Tra poco più di un mese dove da 95 anni c’è stato l’ingresso di Guida a Port’Alba, la libreria di generazioni e generazioni di napoletani, ci saranno quattro porte sbarrate. Guida chiude. E se ne va un pezzo non solo della cultura, e quanta cultura, ma della vita sociale della città.
 Chi non è mai andato a comprare un libro, scolastico soprattutto, a pianterreno o nell’ammezzato dello storico palazzetto, alzi mano. Guida a Port’Alba è stato per tutti la porta del libro, la guida del libro. Ma il suo tempo, se non ci sarà un miracolo dell’ultima ora, è finito. Lo conferma con la voce impastata dall’amarezza Mario Guida, 81 anni, tutti passati tra i volumi nuovi e antichi, tra gli autori italiani e stranieri che hanno presentato le proprie opere nella Saletta Rossa. «Andremo via a novembre, al massimo a dicembre» spiega. «Abbiamo tirato avanti finora facendo i salti mortali. Ma nessuno ci ha dato una mano».
 Sembra impossibile, ma è così. Tutto è cominciato con la chiusura della gemella del Vomero, a via Merliani. Ma la crisi economica e quella dell’editoria hanno fatto precipitare tutto. E l’annunciato avvento dei libri scolastici digitali ha staccato l’ossigeno. Doveva partire adesso. È stato rinviato di un anno, ma la strada è ormai segnata. In termini tecnici la libreria Guida è fallita. Non è la prima a chiudere a Port’Alba. Qualche tempo fa aveva abbassato le saracinesche anche la libreria Alba. Guida, però, era e resta un simbolo, quasi un sinonimo della strada delle bancarelle, per quanto i due nomi sono legati.
 L’abisso si è aperto quando le banche hanno imposto il rientro di una forte cifra per la quale Guida era esposta e ha chiesto il fallimento che è stato giudiziariamente sancito lo scorso marzo. Inutile contare sul valore del palazzo che, essendo dal 1978 vincolato come locale storico è stato valutato un terzo del suo effettivo prezzo di mercato. È stato messo in vendita, ma, permanendo il vincolo, non è appetibile per chi voglia impegnarsi in un’attività commerciale diversa da quella culturale. Dei venti dipendenti ne sono rimasti solo quattro, il resto licenziati e in cassa integrazione.
 Da allora si è andati avanti, spiega l’altro fratello e socio della libreria, Geppino Guida, con una nuova ragione sociale «Librinonsolo», ma ora bisogna lasciare i locali. Mario e Geppino hanno anche scritto al presidente Giorgio Napolitano, chiedendo, come estrema ratio, di far togliere il vincolo per poter vendere a un prezzo che consentisse di ripianare il debito e andare avanti. «L’ultima chance» continua Mario «è un intervento del ministro Massimo Bray».
 Con il nuovo marchio, «Librinonsolo di Guida» la libreria potrebbe aprire altrove. Ma non è la stessa cosa. Qualche settimana fa, per disfarsi dei libri (molti antichi, testi introvabili, da collezione) sono state inviate delle mail ai clienti più affezionati, offrendoli con il trenta per cento di sconto. «Ma non abbiamo avuto risposte» commenta Geppino. La crisi non è solo dei librai e degli editori, ma pure dei lettori, con le tasche sempre più vuote. Mentre, invece, appena due anni fa, quando chiuse Guida Merliani al Vomero (per un forte aumento, insostenibile, del fitto) e furono messi in vendita i libri con un forte ribasso, ci fu l’assalto.
 Quella che si annuncia è la fine di una dinastia che ha fatto la storia dell’editoria e della cultura napoletana del Novecento. Nei tempi d’oro, tra gli anni Settanta e Novanta, solo a Napoli c’erano ben sei librerie Guida: a Port’Alba, a piazza San Domenico Maggiore, a piazza dei Martiri e altre tre al Vomero, tutte appartenenti ai figli di Alfredo Guida e dei suoi due fratelli. Una alla volta sono scomparse tutte. A mantenere l’ultima bandiera è Sergio Guida (che un tempo gestiva la libreria di piazza San Domenico, punto di riferimento degli studenti universitari) con un piccolo esercizio, aperto due settimane fa a Montesanto e chiamato «Papiria». Senza il brand Guida, quindi.
 Restano aperte le Guida di Salerno, Benevento e Caserta che sono gestite da cooperative dei dipendenti. E resta la Guida Editori (con la nuova sede a via Bisignano, a Chiaia), il marchio che è passato nelle mani di Diego Guida, nipote di Mario e Geppino, dopo la fine dell’esperienza come assessore comunale. La speranza di tutti è che diventi un seme e non si trasformi in una reliquia.

In caso di inerzia delle regioni il Governo potrà dire sì a nuove estrazioni
Se le regioni dovessero continuare a dire no ad ogni nuova intesa in materia di energia, il Governo potrà fare da solo
di LEO AMATO
POTENZA - Se le regioni, e in particolare la Basilicata perchè il riferimento è evidente per quanto implicito, dovessero continuare a dire no ad ogni nuova intesa in materia di energia (si legga su tutto: petrolio, ndr), il Governo potrà fare da solo. Con buona pace del federalismo e delle competenze ripartite. Senza nemmeno dover cambiare il Titolo V della Costituzione.
E’ quanto ha ribadito la Consulta che una settimana fa ha respinto i ricorsi presentati dai legali di via Verrastro contro un articolo del decreto “Misure urgenti per la crescita del Paese” più noto come “Cresci-Italia” approvato dal governo Monti il 22 giugno del 2012 che prevede.
«Fatte salve le disposizioni in materia  di  valutazione di impatto ambientale - sancisce la norma appena promossa dai giudici della Corte Costituzionale - nel caso di mancata espressione da  parte  delle amministrazioni regionali degli atti di assenso o di intesa  comunque denominati inerenti alle funzioni di cui all’articolo 1, comma 7 e 8 (si legga concessioni e autorizzaioni per infrastrutture strategiche in materia di energia, ndr), entro  il  termine  di  centocinquanta  giorni  dalla  richiesta,  il Ministero dello sviluppo economico invita le  medesime  a  provvedere entro un termine non superiore a trenta giorni. In caso di  ulteriore inerzia da  parte  delle  amministrazioni  regionali  interessate  lo stesso Ministero rimette gli atti alla Presidenza del  Consiglio  dei Ministri, la quale provvede in merito  con  la  partecipazione  della Regione interessata. Le disposizioni del presente comma si  applicano anche ai procedimenti amministrativi in corso».
In parole povere: decide il Governo, e se le regioni obiettano qualcosa non conta.   
A rendere nota la decisione è stata l’Organizzazione lucana ambientalista che ne ha anche pubblicato il testo integrale sul suo sito internet. «La Consulta - spiegano gli ambientalisti - ha dichiarato in sostanza non fondato il ricorso anche in riferimento all’articolo 117 della Costituzione e al principio di leale collaborazione in materia di Intese per permessi e concessioni  petrolifere…».
«Dopo la bocciatura della Consulta della cosiddetta “moratoria bluff” proposta dall’ex governatore della Regione Basilicata, Vito De Filippo e votata dal consiglio regionale – fa rilevare ancora la Ola -  la nuova bocciatura della Consulta riguarda anche l’articolo 1 della legge di riordino del settore energetico che stabilisce che le disposizioni inerenti la prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi, ivi comprese le funzioni di polizia mineraria, adottate per la terraferma, sono poste in essere dallo Stato d’intesa con le Regioni interessate».
La Regione Basilicata evidenziava nel ricorso come la normativa nazionale vigente in materia di conferimento dei titoli minerari in terraferma prevedesse sempre tale intesa e la previsione di una clausola di superamento violasse il principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni. Ma la Corte Costituzionale è stata di tutt’altro avviso rovesciando l’accusa sulla regioni “no triv-a prescindere”
«Ferma restando la libertà dello Stato e della Regione di esprimere senza alcun vincolo i propri punti di vista e le proprie determinazioni favorevoli o contrarie a certe scelte – scrivono i giudici del collegio presieduti da Gaetano Silvestri - l’adozione, da parte della Regione, di una condotta meramente passiva, che si traduca nell’assenza di ogni forma di collaborazione, si risolve in una inerzia idonea a creare un vero e proprio blocco procedimentale con indubbio pregiudizio per il principio di leale collaborazione e per il buon andamento dell’azione amministrativa (...) La disposizione, dunque, è finalizzata a superare le dette forme di inerzia e, pertanto, in tali sensi interpretata, non viola le competenze costituzionali della Regione, né si pone in contrasto con il principio di leale collaborazione, che anzi tende ad attuare».
Come evidenziato dalla Ola  c’è da attendersi che la sentenza della Corte Costituzionale abbia ripercussioni sulle intese istituzionali pregresse e quelle future imprimendo una brusca accelerata alle autorizzazioni per nuove istanze, in presenza di procedimenti Via avviati e/o conclusi con esito positivo.
mercoledì 16 ottobre 2013 09:47

Allarme Confcommercio, 19% famiglie non copre spese con reddito
12:16 16 OTT 2013
(AGI) - Roma, 16 ott. - Una famiglia su 4 ha difficolta' a pagare tasse e tributi e oltre il 72% ad affrontare spese impreviste. Lo rende noto 'Outlook Italia. Clima di fiducia e aspettative delle famiglie italiane nel 2° semestre 2013' realizzato da Confcommercio e Censis. Dalle'indagine emerge che sono sempre piu' numerose le famiglie che non riescono a far fronte alle spese con il proprio reddito (ad inizio ottobre sono quasi il 19% contro l'11,3% di marzo 2012) e quasi il 50% prevede di tagliare i consumi per affrontare la crisi.Secondo l'indagine "per coprire le spese, sono quasi raddoppiate le famiglie che si sono rivolte alle banche per un prestito (l'11,5% contro il 6% di marzo scorso), mentre oltre il 30% ha dovuto posticipare alcuni pagamenti". Riguardo all'immediato futuro, cresce il senso di "sfiducia e smarrimento": rispetto a un anno fa gli ottimisti sono passati dal 37% al 30% e gli incerti sono raddoppiati, passando dal 16% al 33%. Misure contro la disoccupazione (per il 55% delle famiglie) e riduzione delle tasse (per il 42,3%) sono gli interventi prioritari che il governo deve affrontare.

Banche: Ecofin, via libera definitivo a vigilanza unica Bce
Partirà a novembre 2014. Saccomanni, italiane nulla da nascondere
15 ottobre, 17:54
LUSSEMBURGO - Via libero definitivo dall'Ecofin alla supervisione unica delle banche europee (Ssm) da parte della Bce: lo annuncia la presidenza lituana dell'Ue. La supervisione unica partirà da novembre 2014 e sarà effettuata su 130 banche cosiddette 'sistemiche'. La Bce assumerà 1000 persone per affrontare il nuovo compito di supervisore delle banche europee, e 700 di esse saranno veri e propri ispettori. Lo ha annunciato Jorg Asmussen, membro del board della Bce al termine dell'Ecofin che ha dato il via libera definitivo alla supervisione unica della Bce (Ssm). "Prima finiscono gli stress test e prima comincia la nostra supervisione", ha detto Asmussen.
"Il discorso che si fa sulla solidità e trasparenza del sistema bancario europeo è esagerato" e né le banche italiane né quelle europee hanno "nulla da nascondere": lo ha detto il ministro dell'economia Fabrizio Saccomanni a margine dell'Ecofin, definendo il sistema bancario "complessivamente solido". Per quanto riguarda gli eventuali rafforzamenti di capitale che saranno necessari dopo gli stress test della Bce, Saccomanni non vuole sollevare ansie, perché, come in passato, si copriranno "nel modo classico chiedendo un aumento di capitale, facendo ristrutturazioni", e sono "molto rari i casi in cui si deve arrivare alla liquidazione".
In Italia inoltre, "ci sono strumenti come l'amministrazione straordinaria che consentono di gestire i momenti di tensione delle banche e solo alla fine portarle effettivamente alla liquidazione". In Europa invece "alle volte si ha l'impressione che quando si ha un problema l'unica soluzione è il fallimento ma ci sono mille modi per risanare le banche". Quelle italiane "non sono mai arrivate a situazioni di crisi forse per prudenza, provincialismo o perché la Banca d'Italia era un vigilante rigido", ha precisato Saccomanni. Infine, per il ministro, "qui in Europa c'è la tendenza a limitare il ricorso al finanziamento pubblico per la gestione delle crisi", ma l'Italia è il Paese dove il ricorso al finanziamento pubblico è più basso dell'universo".

istat. Commercio con l’estero
Rispetto al mese precedente, ad agosto 2013 si registra un aumento sia dell'export (+1,7%) sia dell'import (+1,1%).
La crescita congiunturale di entrambi i flussi è trainata dall'interscambio con i paesi dell'area Ue: +2,9% per l'export e +2,4% per l'import.
L'incremento congiunturale delle vendite all'estero è particolarmente sostenuto per i beni di consumo durevoli (+8,4%); dal lato dell'import, sono in forte espansione gli acquisti di beni strumentali (+13,8%).
Rispetto al trimestre precedente, nel periodo giugno-agosto 2013 risultano in crescita sia le importazioni (+1,3%) sia le esportazioni (+0,7%).
La contenuta crescita congiunturale delle vendite all'estero nell'ultimo trimestre è la sintesi di un aumento verso i paesi dell'area Ue (+2,6%) e di una flessione verso i paesi dell'area extra Ue (-1,4%).
Rispetto allo stesso mese del 2012, si registra una significativa flessione sia dell'export (-4,4%) sia, in misura ancora più ampia, dell'import (-9,8%). La contrazione dell'interscambio è più marcata per l'area extra Ue: export (- 5,4%) e import (-15,5%).
Ad agosto 2013 si conferma una dinamica tendenziale negativa dei valori medi unitari all'import (-3,7%). I volumi scambiati sono in contrazione sia per l'import (-6,3%) sia per l'export (-4,2%).
Ad agosto 2013 si rileva un avanzo di 958 milioni a fronte del contenuto deficit registrato a agosto 2012 (-483 milioni). Al netto dell'energia, la bilancia risulta in attivo per 5,4 miliardi.
Nei primi otto mesi dell'anno l'avanzo commerciale raggiunge 19,2 miliardi e, al netto dei prodotti energetici, 56 miliardi.
Ad agosto la diminuzione tendenziale dell'export è particolarmente accentuata verso Turchia (-29,5%) e Svizzera (-24,3%).
La diminuzione tendenziale delle vendite di prodotti petroliferi raffinati (-32,1%) e di metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (-18,7%), sono entrambe rilevanti.
Sono in forte diminuzione le importazioni dai paesi ASEAN (-23,9%) e EDA (-20,1%) e gli acquisti di prodotti dell'estrazione di minerali da cave e miniere (esclusi petrolio e gas) (-40,0%) e di petrolio greggio (-34,9%).

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