Premio della
stampa estera per la manteca dei Colantuono
«Ambiente ferito»
Il disastro di Fenice verso il verdetto Gup
istat. Fiducia
dei consumatori
Ocse: oggi
precario, povero da anziano
Arriva da MozzaRè
l'ultimo schiaffo alla mozzarella Dop
L'insulto è
servito, ed arriva nel momento peggiore per renderlo evidente. Dopo il forte
calo delle vendite di Mozzarella di Bufala Campana Dop, a seguito della fuga di
molti consumatori dai prodotti che potrebbero provenire dalla "terra dei
fuochi" e mentre il consorzio di tutela si rende promotore di tutte le
iniziative possibili per limitare i danni, tranquillizzare il mercato e
rilanciare il prodotto, la società Terramia di Roma, titolare del marchio
MozzaRè (mozzarella di bufala non dop, legato al flop del marchio Colossella,
ndr) si lancia in una campagna mediatica assai discutibile.
Un'iniziativa
che, se da una parte sembra voler rassicurare i propri clienti, dall'altra pare
invece sguazzare nelle disavventure altrui, tanto quanto era accaduto settimane
addietro con i pomodori Pomì, che secondo il produttore "andrebbero
preferiti ad altri in quanto di origine piacentina" (sic!).
"Dalli all'untore!", sembra di
sentir gridare da certi pulpiti, e se da un lato si può pensare che nel
commercio ogni arma sia oggi lecita (ma "il mors tua vita mea" porta
con sé una negatività malsana), dall'altra è il dichiarato intento di mettersi
in salvo dalla generalizzazione del problema che non deve essere accettato.
Quando l'ad di Terramia, Massimo Tacchella, intervistato dall'agenzia stampa
quotidiana Prima Pagina News giunge ad affermare che «fare di tutta l'erba un
fascio rischia di mettere in ginocchio aziende eccellenti e che operano nel massimo
della trasparenza» si dimentica di dichiarare che la sua struttura, non
compresa nel novero della Dop, non ha dalla sua i sistemi di controllo e di
tutela che quella Campana può garantire al mercato.
Dire poi che «la nostra mozzarella è prodotta
nella campagna romana» e che «tutto il latte bufalino da noi utilizzato, con
certificato di provenienza, viene da allevamenti del viterbese» non offre più
garanzie rispetto a quello che chiunque altro potrebbe affermare dichiarando al
mercato la propria "verginità". Peccato poi per il soggetto in causa
che il pezzo (un pubbli-redazionale, a
quanto pare) si chiuda con una lista dei punti vendita dei prodotti MozzaRè,
uno dei quali - pensa tu la coincidenza! - sta per aprire i battenti proprio a
Roma.
Sul fronte del Consorzio di Tutela della
Mozzarella di Bufala Campana Dop, invece, si registrano la dichiarata e
impegnativa (ma ben venga!) intenzione di una mappatura del territorio "a
rischio" (solo una parte della provincia di Caserta a sud del fiume
Volturno, nei territori in cui è più forte la presenza della camorra) e una
lettera aperta alle istituzioni regionali per un incontro a Napoli con il
ministro dell'agricoltura De Girolamo. La lettera, divulgata mercoledì scorso
20 novembre, è stata firmata oltre che da presidente e direttore del consorzio,
anche da Cesare Baldrighi dell'Afidop (Associazione Formaggi Italiani a
Denominazione d’Origine Protetta) e da Giuseppe Liberatore dell'Aicig
(Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche). Per leggerla e
scaricarla è sufficiente cliccare qui (file docx, 226kb).
25 novembre
2013
Premio della
stampa estera per la manteca dei Colantuono
La manteca
conquista, da misconosciuto prodotto di ormai poche aziende del nostro
Meridione, gli allori di un prestigioso premio internazionale: quello
dell'Associazione Stampa Estera in Italia, "Gruppo del Gusto", che
mercoledì scorso 20 novembre le ha assegnato il primo posto nella categoria
“Produzione di particolare valore e significato” nel corso di una serata
tenutasi nella sede romana di Eataly, alla Garbatella.
Il
prestigioso riconoscimento è stato conferito alla manteca di vacca Podolica
prodotta oggi come un tempo, secondo le buone pratiche rurali dalla famiglia
Colantuono di Acquevive di Frosolone, in provincia di Campobasso, azienda nota
per essere l’unica in Italia a praticare ancora la tradizionale transumanza,
dalla zona di origine a San Marco in Lamis d'inverno e viceversa in estate.
Nel consegnare il premio a Carmelina
Colantuono, Rossend Domenech, responsabile della sala stampa estera di Roma ha
letto le motivazioni - tutt'altro che banali - che hanno portato alla sua
assegnazione: “La famiglia Colantuono di Frosolone, paese di 2.500 anime, è la
sola che produce la manteca sin dal secolo 19esimo, sulla base di esperienze
che risalgono al 17esimo secolo. Con la collaborazione dell’Unione Europea
s’intende rivalorizzare i tratturi, vecchi tracciati della transumanza, in
Italia, Francia, Spagna, Grecia e Svezia. In tale contesto è stato possibile
mantenere viva anche la lavorazione dell’antico formaggio”.
Un premio
importante, che va ben oltre lo straordinario valore intrinseco del prodotto
(caratterizzato da nutrienti nobili in quanto proveniente da animali allevati
sempre allo stato brado) e che tocca le profonde e consistenti ragioni sociali,
antropologiche, storiche, ambientali che i Colantuono tengono in vita con
encomiabile caparbietà e attaccamento a questi nobili valori.
Il Gruppo del Gusto, formato da centoventi
corrispondenti da trenta differenti Paesi, conferisce da dieci anni il
prestigioso premio assegnato a quattro diverse categorie - "Divulgatore
delle Conoscenze enogastronomiche"; "Associazioni o Consorzi di
Prodotti"; "Ristoranti Storici" (con oltre cento anni di vita);
"Produttori" - scelte tra le eccellenze agroalimentari italiane, al
fine di far conoscere prodotti, realtà e storie che contribuiscono a mantenere
viva la tradizione enogastronomica e agroalimentare del nostro Paese.
La manteca -
Brevi cenni sulla produzione
La produzione della manteca risale quantomeno
al 17esimo secolo e rappresenta un metodo escogitato dai pastori per trarre un
prodotto conservabile partendo dalla ricotta.
Dopo la lavorazione della cagliata per
produrre il Caciocavallo, la ricotta viene lavorata con acqua calda prima, e
fredda dopo, in modo da produrre una crema. Dalla crema, per separazione -
attraverso il continuo movimento della mano aperta - si estrae il burro che
rappresenterà la parte interna del prodotto finito.
Una volta raccolto in piccole masse (200-300
gr), questo viene lavorato con rapidi, forti e ripetuti
"schiaffeggiamenti" con cui si espelle l'acqua residua. Fatto ciò, il
burro è lavorato in forma sferica e successivamente inglobato in una sottile
pasta filata proveniente dalla lavorazione del caciocavallo. In questo modo gli
si assicura una conservazione naturale che raggiunge i dodici mesi.
Nel suo ricco patrimonio si ritrovano grandi
proprietà organolettiche e valori nutrizionali nobili (Cla o Acido Linoleico
Coniugato, Omega3, betacarotene, vitamine), derivanti dal pascolo polifita
spontaneo.
25 novembre
2013
«Ambiente ferito»
Il disastro di Fenice verso il verdetto Gup
POTENZA - La decisione potrebbe arrivare già oggi. Secondo la Procura gli
indagati hanno nascosto l’inquinamento del termodistruttore e quello della
discarica di Pallareta a Potenza grazie alle «coperture» di amici politici. In
cambio c’erano le assunzioni e le convenzioni all’Arpab. « L’Arpab era un
carrozzone politico finalizzato all’assunzione di persone controllate dalle
filiere dei partiti, ha nascosto i dati dell’inquinamento dell’inceneritore
Fenice di Melfi, permettendo il disastro ambientale che ha colpito la falda
acquifera».
Parole dure quelle usate in aula dal
pubblico ministero della Procura di Potenza Salvatore Colella (che ora è in
forza alla Procura di Matera) quando chiese il rinvio a giudizio per Vincenzo
Sigillito, ex direttore dell’Arpab, del suo braccio destro Bruno Bove e di
altre 32 persone (uno di loro, l’ex assessore regionale, poi consigliere del
Pd, Erminio Restaino, ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato).
Siamo ormai agli sgoccioli. Sigillito, Bove e i funzionari Claudio Dresda e
Ferruccio Frittella, e il responsabile della società Tempor di Potenza Luigi
Montano, in particolare, sono accusati di aver dato vita a un sodalizio
criminoso, rafforzato dal concorso esterno del consigliere regionale Erminio
Restaino e dai responsabili dell’inceneritore Fenice di Melfi.
Sempre secondo l’accusa,
«l’associazione a delinquere, al fine di supportare l’azione amministrativa
della propria corrente politica di riferimento in seno al consiglio regionale -
riferibile al consigliere Restaino - e creare consenso elettorale, nonché
avvantaggiare economicamente amici e conoscenti poneva in atto un’azione di
occultamento delle emergenze ambientali in essere in regione con lo sviamento e
mortificazione dei compiti istituzionali di garanzia a controllo dell’Arpab e
avviava una politica di reclutamento e assunzione del personale a scopi
meramente clientelari, in spregio ai principi costituzionali di trasparenza e
imparzialità».
L’accusa più grave è «disastro
ambientale». Il reato-madre commesso secondo l’accusa dagli amministratori di
Fenice, il termodistruttore di Melfi, e da funzionari pubblici, a cui si
accodano omissioni di atti d’ufficio, truffa e assunzioni «pilotate» all’Arpab.
I Comuni di Rionero, Melfi e Lavello, il Wwf, il comitato per il diritto alla
salute e la Fiom-Cgil si sono costituiti parte civile nel procedimento a carico
della società di gestione dell’inceneritore. Diverse le motivazioni: si va
dall’attentato alla salute dei cittadini ai possibili danni all’immagine del
territorio. Le discussioni dei difensori degli indagati stanno terminando. Le
richieste, per tutti, di «non luogo a procedere» verranno valutate dal gup
Rossella Larocca forse già oggi. [f. a.]
25 Novembre 2013
istat. Fiducia
dei consumatori
A novembre l'indice del clima di fiducia dei consumatori in base 2005=100
aumenta a 98,3 da 97,3 del mese di ottobre.
Cresce la componente personale, da 98,1 a 101,1, mentre diminuisce quella
economica da 93,1 a 91,6.
L' indicatore del clima corrente aumenta da 96,1 a 99,2, il clima futuro
diminuisce da 98,5 a 97,3.
I giudizi sulla situazione economica del Paese migliorano: il saldo passa
da -129 a -123. Per le attese si registra un peggioramento (da -15 a -23 il
saldo). Aumentano le attese sulla disoccupazione da 71 a 74 il relativo saldo.
I giudizi e le attese sulla situazione economica della famiglia migliorano:
i saldi passano rispettivamente da -64 a -60 e da -18 a -14. Il saldo dei
giudizi sul bilancio familiare aumenta da -22 a -18. Le opinioni
sull'opportunità attuale e sulle possibilità future di risparmio sono valutate
in aumento: i rispettivi saldi passano da 134 a 140 per le prime e da -59 a -53
per le seconde. Le valutazioni sull'opportunità di acquisto di beni durevoli
mostrano un miglioramento, con il relativo saldo che passa a -82 da -90.
Il saldo dei giudizi sull'evoluzione recente dei prezzi al consumo è in
diminuzione (da 50 a 32). Le valutazioni sull'evoluzione dei prezzi nei
prossimi dodici mesi indicano una forte diminuzione della dinamica
inflazionistica (il saldo passa da 27 a -11).
A livello territoriale, il clima aumenta al Nord, diminuisce lievemente al
Centro e rimane stabile nel Mezzogiorno.
Ocse: oggi
precario, povero da anziano
Pesano metodo contributivo e assenza pensione sociale
26 novembre, 11:26
(ANSA) - PARIGI, 26 NOV - In Italia, "l'adeguatezza dei redditi
pensionistici potrà essere un problema" per le generazioni future, e
"i lavoratori con carriere intermittenti, lavori precari e mal retribuiti
sono più vulnerabili al rischio di povertà'' durante la vecchiaia". Lo
scrive l'Ocse accusando il ''metodo contributivo" e l'assenza di pensioni
sociali.
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