martedì 26 novembre 2013

XXVI.XI.MMXIII – Termodistruttore MozzaRè. In Italia, "l'adeguatezza dei redditi pensionistici potrà essere un problema" per le generazioni future, e "i lavoratori con carriere intermittenti, lavori precari e mal retribuiti sono più vulnerabili al rischio di povertà'' durante la vecchiaia". Lo scrive l'Ocse accusando il ''metodo contributivo" e l'assenza di pensioni sociali.

Arriva da MozzaRè l'ultimo schiaffo alla mozzarella Dop 
Premio della stampa estera per la manteca dei Colantuono
«Ambiente ferito» Il disastro di Fenice verso il verdetto Gup
istat. Fiducia dei consumatori
Ocse: oggi precario, povero da anziano




Arriva da MozzaRè l'ultimo schiaffo alla mozzarella Dop
L'insulto è servito, ed arriva nel momento peggiore per renderlo evidente. Dopo il forte calo delle vendite di Mozzarella di Bufala Campana Dop, a seguito della fuga di molti consumatori dai prodotti che potrebbero provenire dalla "terra dei fuochi" e mentre il consorzio di tutela si rende promotore di tutte le iniziative possibili per limitare i danni, tranquillizzare il mercato e rilanciare il prodotto, la società Terramia di Roma, titolare del marchio MozzaRè (mozzarella di bufala non dop, legato al flop del marchio Colossella, ndr) si lancia in una campagna mediatica assai discutibile.
Un'iniziativa che, se da una parte sembra voler rassicurare i propri clienti, dall'altra pare invece sguazzare nelle disavventure altrui, tanto quanto era accaduto settimane addietro con i pomodori Pomì, che secondo il produttore "andrebbero preferiti ad altri in quanto di origine piacentina" (sic!).
 "Dalli all'untore!", sembra di sentir gridare da certi pulpiti, e se da un lato si può pensare che nel commercio ogni arma sia oggi lecita (ma "il mors tua vita mea" porta con sé una negatività malsana), dall'altra è il dichiarato intento di mettersi in salvo dalla generalizzazione del problema che non deve essere accettato. Quando l'ad di Terramia, Massimo Tacchella, intervistato dall'agenzia stampa quotidiana Prima Pagina News giunge ad affermare che «fare di tutta l'erba un fascio rischia di mettere in ginocchio aziende eccellenti e che operano nel massimo della trasparenza» si dimentica di dichiarare che la sua struttura, non compresa nel novero della Dop, non ha dalla sua i sistemi di controllo e di tutela che quella Campana può garantire al mercato.
 Dire poi che «la nostra mozzarella è prodotta nella campagna romana» e che «tutto il latte bufalino da noi utilizzato, con certificato di provenienza, viene da allevamenti del viterbese» non offre più garanzie rispetto a quello che chiunque altro potrebbe affermare dichiarando al mercato la propria "verginità". Peccato poi per il soggetto in causa che il pezzo  (un pubbli-redazionale, a quanto pare) si chiuda con una lista dei punti vendita dei prodotti MozzaRè, uno dei quali - pensa tu la coincidenza! - sta per aprire i battenti proprio a Roma.
 Sul fronte del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop, invece, si registrano la dichiarata e impegnativa (ma ben venga!) intenzione di una mappatura del territorio "a rischio" (solo una parte della provincia di Caserta a sud del fiume Volturno, nei territori in cui è più forte la presenza della camorra) e una lettera aperta alle istituzioni regionali per un incontro a Napoli con il ministro dell'agricoltura De Girolamo. La lettera, divulgata mercoledì scorso 20 novembre, è stata firmata oltre che da presidente e direttore del consorzio, anche da Cesare Baldrighi dell'Afidop (Associazione Formaggi Italiani a Denominazione d’Origine Protetta) e da Giuseppe Liberatore dell'Aicig (Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche). Per leggerla e scaricarla è sufficiente cliccare qui (file docx, 226kb).
25 novembre 2013

Premio della stampa estera per la manteca dei Colantuono
La manteca conquista, da misconosciuto prodotto di ormai poche aziende del nostro Meridione, gli allori di un prestigioso premio internazionale: quello dell'Associazione Stampa Estera in Italia, "Gruppo del Gusto", che mercoledì scorso 20 novembre le ha assegnato il primo posto nella categoria “Produzione di particolare valore e significato” nel corso di una serata tenutasi nella sede romana di Eataly, alla Garbatella.
Il prestigioso riconoscimento è stato conferito alla manteca di vacca Podolica prodotta oggi come un tempo, secondo le buone pratiche rurali dalla famiglia Colantuono di Acquevive di Frosolone, in provincia di Campobasso, azienda nota per essere l’unica in Italia a praticare ancora la tradizionale transumanza, dalla zona di origine a San Marco in Lamis d'inverno e viceversa in estate.
 Nel consegnare il premio a Carmelina Colantuono, Rossend Domenech, responsabile della sala stampa estera di Roma ha letto le motivazioni - tutt'altro che banali - che hanno portato alla sua assegnazione: “La famiglia Colantuono di Frosolone, paese di 2.500 anime, è la sola che produce la manteca sin dal secolo 19esimo, sulla base di esperienze che risalgono al 17esimo secolo. Con la collaborazione dell’Unione Europea s’intende rivalorizzare i tratturi, vecchi tracciati della transumanza, in Italia, Francia, Spagna, Grecia e Svezia. In tale contesto è stato possibile mantenere viva anche la lavorazione dell’antico formaggio”.
Un premio importante, che va ben oltre lo straordinario valore intrinseco del prodotto (caratterizzato da nutrienti nobili in quanto proveniente da animali allevati sempre allo stato brado) e che tocca le profonde e consistenti ragioni sociali, antropologiche, storiche, ambientali che i Colantuono tengono in vita con encomiabile caparbietà e attaccamento a questi nobili valori.
 Il Gruppo del Gusto, formato da centoventi corrispondenti da trenta differenti Paesi, conferisce da dieci anni il prestigioso premio assegnato a quattro diverse categorie - "Divulgatore delle Conoscenze enogastronomiche"; "Associazioni o Consorzi di Prodotti"; "Ristoranti Storici" (con oltre cento anni di vita); "Produttori" - scelte tra le eccellenze agroalimentari italiane, al fine di far conoscere prodotti, realtà e storie che contribuiscono a mantenere viva la tradizione enogastronomica e agroalimentare del nostro Paese.
La manteca - Brevi cenni sulla produzione
 La produzione della manteca risale quantomeno al 17esimo secolo e rappresenta un metodo escogitato dai pastori per trarre un prodotto conservabile partendo dalla ricotta.
 Dopo la lavorazione della cagliata per produrre il Caciocavallo, la ricotta viene lavorata con acqua calda prima, e fredda dopo, in modo da produrre una crema. Dalla crema, per separazione - attraverso il continuo movimento della mano aperta - si estrae il burro che rappresenterà la parte interna del prodotto finito.
 Una volta raccolto in piccole masse (200-300 gr), questo viene lavorato con rapidi, forti e ripetuti "schiaffeggiamenti" con cui si espelle l'acqua residua. Fatto ciò, il burro è lavorato in forma sferica e successivamente inglobato in una sottile pasta filata proveniente dalla lavorazione del caciocavallo. In questo modo gli si assicura una conservazione naturale che raggiunge i dodici mesi.
 Nel suo ricco patrimonio si ritrovano grandi proprietà organolettiche e valori nutrizionali nobili (Cla o Acido Linoleico Coniugato, Omega3, betacarotene, vitamine), derivanti dal pascolo polifita spontaneo.
25 novembre 2013

«Ambiente ferito» Il disastro di Fenice verso il verdetto Gup
POTENZA - La decisione potrebbe arrivare già oggi. Secondo la Procura gli indagati hanno nascosto l’inquinamento del termodistruttore e quello della discarica di Pallareta a Potenza grazie alle «coperture» di amici politici. In cambio c’erano le assunzioni e le convenzioni all’Arpab. « L’Arpab era un carrozzone politico finalizzato all’assunzione di persone controllate dalle filiere dei partiti, ha nascosto i dati dell’inquinamento dell’inceneritore Fenice di Melfi, permettendo il disastro ambientale che ha colpito la falda acquifera».
 Parole dure quelle usate in aula dal pubblico ministero della Procura di Potenza Salvatore Colella (che ora è in forza alla Procura di Matera) quando chiese il rinvio a giudizio per Vincenzo Sigillito, ex direttore dell’Arpab, del suo braccio destro Bruno Bove e di altre 32 persone (uno di loro, l’ex assessore regionale, poi consigliere del Pd, Erminio Restaino, ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato). Siamo ormai agli sgoccioli. Sigillito, Bove e i funzionari Claudio Dresda e Ferruccio Frittella, e il responsabile della società Tempor di Potenza Luigi Montano, in particolare, sono accusati di aver dato vita a un sodalizio criminoso, rafforzato dal concorso esterno del consigliere regionale Erminio Restaino e dai responsabili dell’inceneritore Fenice di Melfi.
 Sempre secondo l’accusa, «l’associazione a delinquere, al fine di supportare l’azione amministrativa della propria corrente politica di riferimento in seno al consiglio regionale - riferibile al consigliere Restaino - e creare consenso elettorale, nonché avvantaggiare economicamente amici e conoscenti poneva in atto un’azione di occultamento delle emergenze ambientali in essere in regione con lo sviamento e mortificazione dei compiti istituzionali di garanzia a controllo dell’Arpab e avviava una politica di reclutamento e assunzione del personale a scopi meramente clientelari, in spregio ai principi costituzionali di trasparenza e imparzialità».
 L’accusa più grave è «disastro ambientale». Il reato-madre commesso secondo l’accusa dagli amministratori di Fenice, il termodistruttore di Melfi, e da funzionari pubblici, a cui si accodano omissioni di atti d’ufficio, truffa e assunzioni «pilotate» all’Arpab. I Comuni di Rionero, Melfi e Lavello, il Wwf, il comitato per il diritto alla salute e la Fiom-Cgil si sono costituiti parte civile nel procedimento a carico della società di gestione dell’inceneritore. Diverse le motivazioni: si va dall’attentato alla salute dei cittadini ai possibili danni all’immagine del territorio. Le discussioni dei difensori degli indagati stanno terminando. Le richieste, per tutti, di «non luogo a procedere» verranno valutate dal gup Rossella Larocca forse già oggi. [f. a.]
25 Novembre 2013

istat. Fiducia dei consumatori
A novembre l'indice del clima di fiducia dei consumatori in base 2005=100 aumenta a 98,3 da 97,3 del mese di ottobre.
Cresce la componente personale, da 98,1 a 101,1, mentre diminuisce quella economica da 93,1 a 91,6.
L' indicatore del clima corrente aumenta da 96,1 a 99,2, il clima futuro diminuisce da 98,5 a 97,3.
I giudizi sulla situazione economica del Paese migliorano: il saldo passa da -129 a -123. Per le attese si registra un peggioramento (da -15 a -23 il saldo). Aumentano le attese sulla disoccupazione da 71 a 74 il relativo saldo.
I giudizi e le attese sulla situazione economica della famiglia migliorano: i saldi passano rispettivamente da -64 a -60 e da -18 a -14. Il saldo dei giudizi sul bilancio familiare aumenta da -22 a -18. Le opinioni sull'opportunità attuale e sulle possibilità future di risparmio sono valutate in aumento: i rispettivi saldi passano da 134 a 140 per le prime e da -59 a -53 per le seconde. Le valutazioni sull'opportunità di acquisto di beni durevoli mostrano un miglioramento, con il relativo saldo che passa a -82 da -90.
Il saldo dei giudizi sull'evoluzione recente dei prezzi al consumo è in diminuzione (da 50 a 32). Le valutazioni sull'evoluzione dei prezzi nei prossimi dodici mesi indicano una forte diminuzione della dinamica inflazionistica (il saldo passa da 27 a -11).
A livello territoriale, il clima aumenta al Nord, diminuisce lievemente al Centro e rimane stabile nel Mezzogiorno.

Ocse: oggi precario, povero da anziano
Pesano metodo contributivo e assenza pensione sociale
26 novembre, 11:26
(ANSA) - PARIGI, 26 NOV - In Italia, "l'adeguatezza dei redditi pensionistici potrà essere un problema" per le generazioni future, e "i lavoratori con carriere intermittenti, lavori precari e mal retribuiti sono più vulnerabili al rischio di povertà'' durante la vecchiaia". Lo scrive l'Ocse accusando il ''metodo contributivo" e l'assenza di pensioni sociali.


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