sabato 4 giugno 2011

Federali Mattino-5 giugno 2011. Viva la Repubblica italiana: Luis rimborsa le spese dell’auto ai pendolari.----Miss Padania? Potrà essere terrona. Anche una meridionale residente al nord, da dieci anni.----Belluno. Potremo ridare lavoro a tante persone che o lo stanno cercando o lo hanno perso. Il Cantiere della Provvidenza si riconferma come una nuovo modo di affrontare la crisi occupazionale che stiamo attraversando: non politiche compassionevoli, non assistenzialismo né contributi ma una forte chiamata alla responsabilità. Insomma: uno stipendio in cambio di lavoro, come è giusto che sia.----Viva la Repubblica italiana: Tremonti, con Cina trattato speciale, al momento ce l'hanno solo Stati Uniti e Regno Unito.

Al collasso le aziende pugliesi del cetriolo
Bozen. Alto Adige: la Provincia taglia i rimborsi auto ai pendolari
Trieste. I negozi snobbano il “porta a porta”. Cassonetti in tilt
Miss Padania? Potrà essere «terrona»
Belluno: un lavoro vero per chi lo ha perso
Tremonti, con Cina trattato speciale


Al collasso le aziende pugliesi del cetriolo
di MARCO MANGANO
BARI - Lo tsunami del batterio killer travolge i produttori pugliesi di cetriolo. «Abbiamo dovuto estirpare la piantagione: dallo scorso lunedì nemmeno un ordine dalle catene di supermercati con cui lavoriamo. Finora il danno da noi subito si aggira sui 50mila euro. Se continua così, saremo costretti ad estirpare anche la prossima piantagione». Rabbia e amarezza nelle parole di Enzo Lapietra dell’azienda agricola «F.lli Lapietra» di Monopoli, 43 chilometri dal capoluogo regionale.
«Temiamo - aggiunge il produttore - che il fenomeno drammatico possa estendersi ad altre colture come il pomodoro, visto che Russia e Germania ne hanno già bloccato le importazioni da Olanda e Spagna».
E, purtroppo, la situazione drammatica non riguarda solo il Barese: nei campi del Foggiano gli ortaggi, in alcuni casi, vengono perfino regalati. A Zapponeta la sfiducia si mescola a un senso di impotenza: il mercato del cetriolo risulta «congelato» da giorni. «Le contrattazioni sono azzerate e ingenti quantità dell’ortaggio rischiano di andare distrutte perché invendute», dichiara in preda allo sconforto Rino Mercuri, imprenditore. «Se la psicosi non dovesse rientrare - lancia l’allarme - l’avvio della stagione estiva risulterebbe compromesso in modo drammatico».
I danni per le aziende orticole pugliesi sono enormi: la perdita secca si attesta sui 500-600mila euro al giorno, secondo una stima effettuata, sulla base delle segnalazioni degli imprenditori agricoli soci, dal presidente della Coldiretti di Puglia, Pietro Salcuni, che denuncia «un ingente danno economico al “Made in Italy” provocato dal panico indiscriminato che ha portato al blocco delle contrattazioni di cetriolo anche in Puglia». E, in effetti, fra i consumatori si è innescata una psicosi incontrollabile del tutto ingiustificata.
«Al crollo commerciale dell’ortaggio - dice il direttore della Coldiretti di Puglia, Antonio De Concilio - sfugge solo la vendita diretta nei nostri farmer’s market, visto che i consumatori si fidano dei prodotti pugliesi perché ritenuti più freschi (25%), garantiti da maggiori controlli (25%) e più sicuri perché sottoposti a normative più severe (19%)».
04 Giugno 2011

Bozen. Alto Adige: la Provincia taglia i rimborsi auto ai pendolari
Widmann: «Abbiamo finito i soldi, non è possibile che ogni anno aumentino le domande»
di Valeria Frangipane
BOLZANO.  «Sono aumentati in maniera esponenziale i pendolari che si spostano in auto e che chiedono il rimborso chilometrico e noi non abbiamo più soldi». L'assessore ai trasporti - Thomas Widmann - annuncia tagli e chiede trasparenza: «Qualcosa non torna, servono controlli mirati».
 In soldoni succede che la Provincia che ha sempre sborsato per i rimborsi auto dai 2 a 3 milioni di euro l'anno non abbia più soldi per pagare i cosiddetti "contributi per spese di viaggio".
 Soldi sempre versati a pioggia a lavoratori dipendenti che vivono in Alto Adige e che si devono spostare in regione per lavoro, almeno 120 giorni all'anno, su un percorso superiore a 10 km non servito oppure servito da mezzi del trasporto pubblico di linea con tempi di attesa di almeno 60 minuti.
 «In linea generale quel che è sempre stato un buon principio, che noi siamo andati anche a ritoccare e perfezionare adesso ci vede in serissima difficoltà».
 Come mai succede?
 «Posso dire che anni fa i pendolari che sceglievano l'auto perché impossibilitati ad usare treni o bus - e che presentavano domanda di rimborso - erano in tutto 4.000 che però sono schizzati, in pochi anni, a 9.300. Di recente ci siamo dati da fare introducendo nuovi criteri ed il numero totale è sceso a 7.400 ma ci siamo accorti di come la questione ancora non funzioni e resti ancora molto lavoro da fare».
 Perché assessore dice così? «C'è una cosa che continuo a non capire. Negli ultimi anni la Provincia ha investito tutto quel che ha potuto nei trasporti ed è riuscita attraverso un lavoro serio e puntuale a triplicare il numero dei treni e dei bus che servono tutto l'Alto Adige. Mi chiedo, di fronte ad uno sforzo del genere, come sia possibile che il numero dei pendolari che preferiscono l'auto invece che calare continui a crescere». Widmann sottolinea una volta di più l'impegno finanziario. «È stato veramente pesante. Vorrei ricordare che nel 2003 il bilancio del trasporto pubblico è stato di 50 milioni di euro schizzato nel 2010 a 138 milioni di euro. Abbiamo impegnato risorse sempre più pesanti ed importanti per dare risposte concrete ai pendolari ma adesso qualcosa non torna». Come intendete muovervi? «Allora... prima di tutto abbiamo bloccato i rimborsi perché non ci sono più soldi. I fondi che avevamo a disposizione, infatti, sono terminati. Ci resta un buco di 8 milioni di euro per contributi che, al momento, non siamo in grado di coprire».
 Ma quanto riusciva ad incassare, in media, ciascun pendolare grazie al contributo?
 «Diciamo su per giù 150 euro l'anno. C'è anche chi si vedeva arrivare a casa un assegno di 200 o 300 euro».
 Cifre non trascurabili in tempi di crisi.

Trieste. I negozi snobbano il “porta a porta”. Cassonetti in tilt
 In piazza della Borsa l’area ecologica a scomparsa riempita dagli imballaggi dei commercianti. AcegasAps corre ai ripari
 di Matteo Unterweger
 Scatoloni di cartone ammassati in piazza della Borsa, davanti al bocchettone per la raccolta differenziata della carta. Un’immagine immortalata l’altro giorno dall’obiettivo della macchina fotografica (come si può notare qui a fianco), ma non un caso unico.

 Nei primi giorni dall’avvio della raccolta differenziata obbligatoria in città, in tanti fra commercianti ed esercenti - conferma AcegasAps attraverso il proprio ufficio stampa - si stanno infatti orientando verso le isole ecologiche “dimenticandosi” però del servizio gratuito che la stessa multiutility garantisce alle attività commerciali attive nel territorio comunale di Trieste, cioè quello del cosiddetto passaggio “porta a porta” per lo smaltimento degli imballi. Proprio per evitare il più possibile il ripetersi di queste situazioni la stessa azienda ha deciso di organizzare un’ulteriore appendice della propria campagna informativa per gli esercenti: è in elaborazione un nuovo volantino che conterrà tutte le necessarie indicazioni.
 Esiste peraltro un calendario settimanale del passaggio del personale AcegasAps per la raccolta del materiale, che va separato da corpi estranei ed esposto all’esterno delle attività commerciali in tempo per la raccolta. Martedì, giovedì e sabato dalle 19, come riporta il sito dell’ex municipalizzata, “porta a porta” in viale d’Annunzio, via Raffineria, piazza Garibaldi, via Oriani, via Carducci, piazza Oberdan, piazza Dalmazia, via Ghega, via Cellini, piazza Libertà, via Einaudi, piazza della Borsa, corso Italia, piazza Goldoni, corso Saba, via Gallina e via Reti. Martedì e giovedì dalle 19 in via Carducci, via Crispi, via Severo, via Cologna, via Kandler, via Giulia, viale Sanzio, piazzale Gioberti, via Crispi e via Pindemonte. Sempre di martedì e giovedì, dalle 12.30 alle 15.30: via Carducci, via Ghega, corso Cavour, via Rossini, via delle Torri, via Rittmeyer, via Santissimi Martiri e piazza Scorcola. Infine, il mercoledì dalle 12.30 alle 15.30 in corso Italia, piazza Goldoni, via Ponchielli, via Bellini, Rive, via Economo, via Lazzaretto vecchio, via Cavana e via del Teatro Romano.

 Nello specifico per piazza della Borsa e dintorni, inoltre, è probabile che - confermano da AcegasAps - venga intensificata la frequenza dei passaggi di carico-scarico dell’isola ecologica interrata. Un intervento, quest’ultimo, dettato dalle indicazioni ottenute grazie al monitoraggio con cui l’azienda sta accompagnando il posizionamento di tutti i nuovi cassonetti in città. La sistemazione è partita lo scorso 16 maggio da viale Miramare e fin qui è stata completata nelle zone di Barcola, Roiano, Gretta, via Coroneo e via Fabio Severo. In questi giorni sta riguardando le aree del Borgo Teresiano e di via Giulia, poi proseguirà verso la parte sud-est del territorio comunale. La collocazione delle isole potrà in ogni caso subire delle modifiche, sulla base delle verifiche e anche in virtù dei suggerimenti che giungeranno dai cittadini, sia tramite le chiamate dirette degli stessi o attraverso la relativa circoscrizione. La scelta su dove posizionare i cassonetti è meno semplice di quanto si possa credere. Oltre alla comodità per l’utenza, viene valutata ad esempio anche la componente della sicurezza: le isole ecologiche non devono infatti ostacolare in alcun modo il campo visivo degli automobilisti al loro arrivo agli incroci stradali.

 In questi giorni, conferma ancora AcegasAps, il numero delle telefonate ricevute dagli operatori è cresciuto. Tante le richieste di informazioni sulla differenziata, per sapere in quali contenitori conferire determinati oggetti ma anche per avere dei chiarimenti sui centri di raccolta e sui rifiuti ingombranti.

Miss Padania? Potrà essere «terrona»
Il concorso si «rivoluziona» e apre alle ragazze meridionali residenti al Nord da dieci anni
Scommettiamo che l'idea di aprire miss Padania anche alle meridionali è un'idea del Senatùr? Umberto Bossi ha sposato una siciliana, conosce (e apprezza) la bellezza forgiata dai venti del Mare nostrum. E per rendere ecumenico il concorso e più serrata la gara ecco la decisione di aprire le porte anche alle «terrone», purché residenti al Nord da almeno dieci anni (dunque figlie di emigrati dal Sud...). A stupire semmai è la conseguenza di questo abbattimento della dogana della bellezza: a miss Padania potranno sfilare pure le ragazze straniere divenute italiane. Il tutto dal prossimo concorso.

AL TEATRO ARCIMBOLDI - Stasera invece va in scena la finale dell'edizione numero 13: la reginetta del 2011 sarà incoronata al Teatro Arcimboldi di Milano al cospetto dello stato maggiore leghista.

MAI NESSUNA «STRANIERA» IN FINALE - Stefania Pucciarelli, selezionatrice del concorso per la Liguria, ha detto all'Adkronos: «Si sono presentate diverse ragazze straniere, dal Marocco per esempio, ma mai nessuna è arrivata in finale». Come dire: magari possono pure sfilare in passerella ma se i tratti sono poco padani, restano flebili speranze di fronte all'ortodossa giuria del Carroccio. La Pucciarelli esplicita anche le regole ferree del concorso. Primo: mai parlare di politica. O meglio, da regolamento le concorrenti non devono «rilasciare dichiarazioni non in linea con gli ideali dei Movimenti che promuovono la Padania». Un po' come per i partecipanti al Grande Fratello, la mordacchia sulle opinioni politiche vale solo nel periodo della gara. «Noi chiediamo solo di non rilasciare interviste dal sapore politico durante i giorni del concorso. Poi - conclude - possono tranquillamente farlo e per quanto ci riguarda possono anche partecipare a Miss Italia».
Alessandro Chetta

Belluno: un lavoro vero per chi lo ha perso
Approvato il Cantiere della Provvidenza da 1 milione e 100 mila euro. I fondi stanziati da Cariverona potranno dare uno stipendio a chi cerca una seconda opportunità
BELLUNO. La giunta comunale ha approvato la delibera sul «Cantiere della Provvidenza - Seconda opportunità», un investimento da 1.1 milioni di euro, ricevuti dalla Fondazione Cariverona. Un milione e centomila euro per ridare lavoro a coloro che lo hanno perso. «Sono molto soddisfatto del lavoro della mia giunta» spiega il sindaco Prade. E' un provvedimento unico nel suo genere che la mia amministrazione ha saputo mettere in campo grazie al prezioso stanziamento della Fondazione Cariverona. In questo modo, nel giro di un paio di mesi, apriremo un Cantiere dal grande valore simbolico».
 «Potremo ridare lavoro a tante persone che o lo stanno cercando o lo hanno perso. Mi pare di poter dire che ancora una volta hanno vinto l'inventiva e il coraggio. Il Cantiere della Provvidenza si riconferma come una nuovo modo di affrontare la crisi occupazionale che stiamo attraversando: non politiche compassionevoli, non assistenzialismo né contributi ma una forte chiamata alla responsabilità. Insomma: uno stipendio in cambio di lavoro, come è giusto che sia».
 Il sindaco ha ringraziato il presidente della Fondazione Cariverona, Paolo Biasi, e i rappresentanti bellunesi della medesima: «Ancora una volta si confermano come tenaci difensori degli interessi del nostro territorio».
 Il lavoro che viene offerto dal progetto sarà svolto o presso il Comune di Belluno e nei comuni partner.
 Il Cantiere, che prenderà il via entro il prossimo 1 luglio, dopo alcuni passaggi burocratici, impegnerà persone in piccole manutenzioni edili, nella gestione del verde e dell'ambiente, in attività d'ufficio per progetti a carattere amministrativo e in attività rivolte all'ampliamento dei servizi alla persona.
 Sono ben 31 i comuni bellunesi che prendono parte a questa iniziativa che è stata ideata dal Comune e finanziata dalla Fondazione.
 Il Cantiere ha preso avvio in una prima fase due anni fa, su iniziativa del parroco del Duomo, monsignor Rinaldo Sommacal, con una prima dotazione attorno ai 30.000 euro.
 I risultati si sono visti subito e il Comune ha fatto proprio il progetto, ampliandolo poi al territorio della Usl 1 e battendo alla porta della Fondazione Cariverona che si dimostra ancora una volta partner indispensabile per poter realizzare progetti innovativi, per i quali i Comuni interessati non potrebbero avere le risorse sufficienti.
 Alla costruzione del progetto ha partecipato anche la cooperativa La Via.

Tremonti, con Cina trattato speciale
Al momento ce l'hanno solo Stati Uniti e Regno Unito
04 giugno, 15:45
(ANSA) - MILANO, 4 GIU - ''Ieri si e' convenuto di dare vita ad un trattato speciale con la Cina ce l'hanno solo attualmente Stati Uniti e Regno Unito. Lavoreremo ad uno strumento di lavoro straordinario''. Cosi' il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, al termine di una visita con il ministro alla Salute, Ferruccio Fazio, ed il vicepresidente della Repubblica Popolare cinese Xi Jinping al San Raffaele di Milano.


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