venerdì 24 giugno 2011

Federali.Sera_24.6.11. Trenitalia Spa. Moretti: bisogna costruire più infrastrutture dove ci abita più gente. Perchè le infrastrutture – ha rilevato - servono alla gente e dove ci sono più concentrazioni si fanno più infrastrutture, dove c'è meno gente che ci abita si fanno meno infrastrutture. Questa è una costante normale nella storia del mondo.----Ieri – aggiunge il ministro Matteoli– mi è stata posta una domanda specifica su alcune opere che interessano il Nord (Terzo Valico, Alta velocità Torino-Lione e Milano-Venezia) ed ho risposto, secondo verità, che si tratta di interventi prioritari.----Eppure in poche ore, nel Veneto produttivo, quello che se la Tav non la fa il governo la faranno gli imprenditori, si è creato il panico. È ancora vivo e forte il ricordo della marcia silenziosa degli imprenditori trevigiani insieme alla presidente Marcegaglia, e Alessandro Vardanega presidente della territoriale della Marca, non nasconde la preoccupazione per un progetto cardine per lo sviluppo in Veneto.

Trenitalia ed il Mezzogiorno:
Introna: treni, l'Italia a due velocità
L'assessore Minervini attacca Governo e Fs «Snobbano il Sud»
L'ad di Ferrovie dello Stato: «Nessuno sbilanciamento»
Il ministro Matteoli: mai detto priorità solo al Nord
Alta velocità, ma non sulla linea adriatica

Trenitalia in Padania ed oltrepadania:
Venezia, padania. Matteoli rettifica: «Come non detto La Tav è priorità»
Bozen. Ferrovie: Matteoli, via libera ai treni Monaco-Italia


Introna: treni, l'Italia a due velocità
BARI – “Nel 2015 da Roma a Milano in due ore e venti minuti: straordinario, se non ci fosse il Sud, ma l'Italia non finisce nel Lazio e non mi risulta che la secessione sia stata ancora dichiarata. E’ inaccettabile staccare di fatto una parte del Paese: al Centro-Nord l’alta velocità, al Mezzogiorno trasporti da Terzo Mondo". Per il presidente del Consiglio regionale della Puglia, Onofrio Introna, sono "intollerabili" le dichiarazioni dell’ amministratore delegato di Trenitalia Mauro Moretti, “se non vengono accompagnate dall’annuncio di analoghi investimenti per i binari del Sud’'.

"Il Nord e la capitale – afferma Introna – continuano ad avvicinarsi, la Puglia resta sempre lontana. Quasi cinque ore da Bari a Roma, molte di più per raggiungere Bologna e gli orari toccano le due cifre per la tratta da Lecce al nodo emiliano ed oltre".

"Moretti deve motivare le scelte a due velocità di Trenitalia – dice il presidente del Consiglio regionale pugliese - anche Tremonti e Matteoli devono giustificare la pervicace disattenzione agli interessi legittimi del Mezzogiorno, le attese costantemente tradite, le continue offese all’ intelligenza dei meridionali. Devono trovare risorse per un ammodernamento delle reti ferroviarie che non trascuri una parte del Paese. Il Sud non può essere trattato da straccione, non si possono impiegare risorse pubbliche per realizzare una secessione di fatto, accrescendo la distanza che penalizza ogni occasione di sviluppo e di accesso agli assi di collegamento internazionali”.

L'assessore Minervini attacca Governo e Fs «Snobbano il Sud»
L'ad di Fs: «Non è vero»
BARI – “Troviamo grave che il ministro Matteoli affermi che le priorità sono per le opere del Nord e ci sembra l’inquietante conferma della scelta di far passare anche sui binari la divisione del Paese”. L’assessore alle Infrastrutture strategiche della Regione Puglia Guglielmo Minervini commenta così le affermazioni del ministro delle Infrastrutture alla presentazione della Piano industriale delle Ferrovie dello Stato, avvenuta ieri con l’ad di Fs Moretti, che questa mattina è a Bari per un convegno sullo sviluppo delle reti nel Mediterraneo.

“Esprimiamo indignazione – continua Minervini – la programmazione industriale di Fs si limita a fotografare l'esistente e conferma che si allargherà ancora di più la sperequazione tra nord e sud del Paese, determinata dall’assenza di infrastrutture. Su questo constatiamo che oltre le dichiarazioni di principio del Governo non c'è ancora alcuna certezza sulle risorse”.

Servirebbero, infatti, 6,5 miliardi di euro per il completamento del collegamento di Alta capacità Bari-Napoli, che permetterebbe di connettere la Puglia alla rete di alta velocità su cui Fs sta destinando tutte le sue attenzioni.

“Siamo stanchi - spiega Minervini – di ricevere da parte del Mnistero e Fs solo le briciole di un servizio inadeguato e scadente che nemmeno il contratto con il Ministero si ripropone di potenziare e qualificare. Questa offerta dequalificata non fa che deprimere la domanda. E’ destituito dal vero che la Puglia non disponga di domanda di collegamenti lunghi. La dimostrazione è nell’impennata del traffico aereo verso le principali destinazioni nazionali: Roma e Milano”. “Di depresso - conclude – nella nostra regione c'è solo l’offerta della lunga percorrenza ferroviaria che i pugliesi non meritano, soprattutto per gli sforzi che da anni ormai la Regione Puglia sta facendo per ammodernare la rete delle infrastrutture e potenziare il servizio regionale. La Puglia, il Sud, meritano di più. Ma il Governo e Fs stanno decidendo di darle di meno”.

L'ad di Ferrovie dello Stato: «Nessuno sbilanciamento»
BARI – “Non c'è alcuno sbilanciamento” tra Nord e Sud nel Piano industriale di Fs. “Ci sono i soldi che sono previsti dal contratto di programma decisi dal governo nazionale, e che in campo infrastrutturale vengono spesi da Reti ferroviarie italiane, tutto qua”. Così l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, ha risposto a Bari alle dichiarazioni dell’assessore ai trasporti della Regione Puglia, Guglielmo Minervini, sul Piano industriale presentato ieri da Fs.

Minervini ha detto oggi di ritenere “grave che il ministro Matteoli affermi che le priorità sono per le opere del Nord’' e ha aggiunto: “ci sembra l’inquietante conferma della scelta di far passare anche sui binari la divisione del Paese”.

Quello di Fs – ha aggiunto Moretti – “non è un assecondamento, non c'entra niente”. “C'è – ha precisato - una constatazione, che è una cosa ovvia: ci saranno più infrastrutture, bisogna costruire più infrastrutture dove ci abita più gente. Perchè le infrastrutture – ha rilevato - servono alla gente” e “dove ci sono più concentrazioni si fanno più infrastrutture, dove c'è meno gente che ci abita si fanno meno infrastrutture. Questa è una costante normale nella storia del mondo”.

“Io – ha proseguito Moretti – sono stato il primo in Italia a sostenere l’idea della Alta velocità Napoli-Bari. Nessuno prima di me. A tal punto che non esisteva neanche nella legge obiettivo, e a quei tempi ci fu anche una frizione fra il ministro di allora, Pietro Lunardi, e me”.

“Quindi – ha sottolineato – non ho nulla da rimproverarmi in merito”. “Devo dire – ha proseguito – che allora non c'erano neanche i pugliesi che pensavano a questa opera”.

Moretti ha poi ricordato di “ritenere suo figlio il fatto che ora sia fra i progetti prioritari e che vi siano già dei cantieri in corso nella parte pugliese: stiamo completando l'Orsara-Bovino; il fatto che abbiamo la progettazione definitiva nella parte tra Napoli e Apice, e abbiamo già un miliardo e mezzo per iniziare i lavori; il fatto che ci siano già dei progetti preliminari sulla galleria che collegherà le due regioni e quindi per la prima volta il tripolo del Centro-Sud sarà (Bari-Napoli-Roma) messo in collegamento”. “Quindi – ha concluso – di cosa devo pentirmi?”.

Il ministro Matteoli: mai detto priorità solo al Nord
ROMA – “L'assessore Minervini si esercita anch’egli nell’attualissimo sport nazionale di attribuire dichiarazioni, volontà e scelte ad un determinato esponente politico senza compiere prima una seria verifica. Non ho mai dichiarato che le priorità infrastrutturali sono solo al Nord del Paese”. Così il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, replica alle affermazioni dell’assessore alle Infrastrutture strategiche della Regione Puglia Guglielmo Minervini.

“Ieri – aggiunge il ministro – mi è stata posta una domanda specifica su alcune opere che interessano il Nord (Terzo Valico, Alta velocità Torino-Lione e Milano-Venezia) ed ho risposto, secondo verità, che si tratta di interventi prioritari. Ciò non toglie che al Centro e al Sud e, quindi, anche in Puglia, ci sia la necessità di realizzare infrastrutture con priorità, come ad esempio la Napoli-Bari. E’ il caso di ricordare che pochi giorni fa – prosegue Matteoli – abbiamo sottoscritto tra Governo e Regione Puglia un’intesa che ovviamente intendiamo rispettare, nei limiti delle risorse pubbliche e private di cui potremo disporre. E’ il caso, infine, di ribadire con forza - conclude il ministro – che il piano per il Sud è un obiettivo altrettanto prioritario dell’intero Governo per la seconda parte della legislatura”.

Alta velocità, ma non sulla linea adriatica
Moretti: investiamo dove ci sono gli utenti
Per la Termoli-Lesina mancano le autorizzazioni
La Regione si ribella: tutto al Nord, a noi solo le briciole
BARI — È chiusura totale sull’incremento di Eurostar nella tratta adriatica. C’è un netto no da parte dell’amministratore delegato di Fs, Mauro Moretti, intervenuto ieri, a Bari, ad un convegno sul «Sistema integrato dei trasporti nell’area del Mediterraneo». Chi dalla Puglia vorrà raggiungere il Nord, utilizzando l’Alta velocità, dovrà necessariamente passare da Napoli e Roma. E nemmeno a breve.

Secondo Moretti, infatti, ci vorranno non meno di sei anni, una volta aperti i cantieri, per realizzare la parte extragallerie. Dieci per il grande tunnel dell’Appennino. Per la verità, questa non è stata la sola doccia fredda della giornata. Già in mattinata l’assessore regionale ai Trasporti, Guglielmo Minervini (che non è riuscito a incrociare Moretti, ripartito subito), aveva puntato il dito contro il Piano industriale di Ferrovie, presentato a Roma l’altrogiorno: «Troviamo grave che il ministro Matteoli affermi che le priorità sono al Nord: è l'inquietante conferma della scelta di far passare anche sui binari la divisione del Paese». E si dice indignato Minervini «per la programmazione industriale di Fs che si limita a fotografare l'esistente, così si allargherà ancora di più la sperequazione tra Nord e Sud. E per giunta, non c’è ancora alcuna certezza sulle risorse». Servirebbero, infatti, 6,5 miliardi di euro per il completamento dell’Alta capacità Bari-Napoli, che permetterebbe di connettere la Puglia alla rete di Alta velocità. «Siamo stanchi - ha continuato Minervini - di ricevere da parte del ministero e Fs solo le briciole di un servizio inadeguato e scadente. Questa offerta dequalificata non fa che deprimere la domanda. Non è vero che la Puglia non disponga di domanda di collegamenti lunghi. La dimostrazione è nell’impennata del traffico aereo verso Roma e Milano».

Immediata la replica a distanza del ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli: «Non ho mai dichiarato che le priorità infrastrutturali sono solo al Nord. Ho solo risposto ad alcune domande su alcune opere (Terzo Valico, Alta velocità Torino-Lione e Milano-Venezia) dicendo che si tratta di interventi prioritari. Ciò non toglie che al Centro e al Sud e, quindi anche in Puglia, ci sia la necessità di realizzare infrastrutture con priorità, come ad esempio la Napoli-Bari. Pochi giorni fa abbiamo sottoscritto tra Governo e Regione un’intesa che ovviamente intendiamo rispettare (limitata solo ad un atto di programmazione per Minervini, ndr), nei limiti delle risorse pubbliche e private di cui potremo disporre». Tutto è rimandato al Piano per il Sud, in attesa di capire se i fondi sottratti alla programmazione delle Regioni meridionali serviranno davvero a realizzare infrastrutture al Mezzogiorno o saranno in parte sfrondati per le opere considerate strategiche al Nord. Moretti, a Bari, ha confermato la posizione del ministro e si è attribuito la paternità dell’idea dell’alta capacità Bari-Napoli («Sono stato il primo a sostenerla, non esisteva nella Legge obiettivo e i pugliesi non ci pensavano allora»). Ferrovie, ha spiegato, ha necessità di inserirsi nei grandi flussi internazionali di traffico che corrispondono più o meno ai Corridoi europei e alle aree portuali strategiche che lambiscono solo di striscio il Mezzogiorno: «Si fanno più infrastrutture dove c’è più concentrazione di persone. È una costante normale nel mondo». Così, è già una fortuna che «vi siano dei cantieri in corso nella parte pugliese: l’Orsara-Bovino; e la progettazione della parte tra Napoli e Apice con un miliardo e mezzo per iniziare lavori; e i progetti preliminari per la galleria che collegherà il tripolo del Centro-Sud (Bari-Napoli-Roma). Dovrei pentirmi di qualcosa?», ha chiesto l’ad.

Quanto al completamento del raddoppio della Termoli-Lesina «c’è la progettazione, i soldi, ma mancano le autorizzazioni locali e del ministro dell’Ambiente». Sul Nodo ferroviario di Bari, infine, Fs «conta di avere il progetto definitivo nella seconda metà del 2012». Moretti «non ci ha convinti sulla Bari-Napoli - è stata la replica secca di Minervini - oltre a riaffermazioni sulla paternità dell’opera, non ci sono garanzie sulla copertura finanziaria». Anche sul servizio, «poche parole e nessun fatto. Questo e null’altro merita il Sud. In Parlamento una voce più forte della Puglia, magari bipartisan, ci farebbe guadagnare più rispetto e meno sprezzo», ha chiuso Minervini. Lorena Saracino

Venezia, padania. Matteoli rettifica: «Come non detto La Tav è priorità»
 TRASPORTI/1. Il ministro “cancella” le dichiarazioni allarmistiche
 «La Milano-Venezia è stata inserita nell'intesa generale quadro e man mano che si recepiscono le risorse si va avanti. Nessun pericolo di blocco»
Antonella Benanzato
VENEZIA
Tanto rumore per nulla? Può darsi, fatto sta che solo l'idea che l'alta velocità sulla Milano-Venezia non possa concretizzarsi, ha messo in allarme un po' tutti. Da Roma è arrivata la precisazione. Non c'è alcun «rischio congelamento».
ACROBAZIE
Il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli fa un acrobatico dietrofront dopo le dichiarazioni di due giorni fa sull'onerosità del progetto e sulla scarsa "certezza" di risorse in mano al governo. Il ministro aveva sottolineato l'intenzione dell'esecutivo di proseguire sulla Torino-Lione e sulla Milano-Genova, mentre difficoltà, di carattere finanziario, pare potranno esserci per la Milano-Venezia perché «i costi sono notevolissimi».
DIETRO FRONT
A distanza di un giorno, e quasi a tranquillizzare le fibrillazioni, che già si erano scatenate in Veneto in ambienti politici e confindustriali, il ministro ritorna sul punto: «La linea ferroviaria ad alta velocità sulla Milano-Venezia è un'opera prioritaria - ribadisce - è stata inserita nell'intesa generale quadro e, man mano, che si recepiscono le risorse si va avanti. Non c'è nessun pericolo di blocco o sospensione, si andrà avanti come previsto».
LE REAZIONI
Eppure in poche ore, nel Veneto produttivo, quello che se la Tav non la fa il governo la faranno gli imprenditori, si è creato il panico. È ancora vivo e forte il ricordo della 'marcia silenziosa' degli imprenditori trevigiani insieme alla presidente Marcegaglia, e Alessandro Vardanega presidente della territoriale della Marca, non nasconde la preoccupazione per un progetto cardine per lo sviluppo in Veneto . «Ho appreso con sconcerto la dichiarazione del ministro - afferma - e, a fronte dello sforzo compiuto da questa regione per uscire da una crisi che non ci siamo ancora lasciati alle spalle, dispiace che la politica dimentichi una parte così vitale del Paese».
L'APPELLO
Sulla scia dell'emotività provocata da un'ipotesi, seppur ventilata, di una mancata realizzazione di un'opera «fondamentale, per conquistare i mercati internazionali», Vardanega rivolge un appello a «tutte le forze economiche, sociali e politiche, a prescindere dagli schieramenti, per lanciare un messaggio corale» e chiaro a Roma, perché il Veneto non venga lasciato solo «questo territorio - si sfoga - non può fare a meno dell'alta velocità».
FACCIAMO DA SOLI
Sulla proposta di una Tav 'in solitaria' fatta dagli industriali veneti, il numero uno di Unindistria Treviso ha spiegato che, quella dell'alta velocità ed alta capacità è una partita cruciale «che non possiamo giocare da soli», anche se ammette «stiamo studiando il problema». Vardanega comprende le esigenze di bilancio pubblico del governo ma non condivide certamente l'idea che «per tagliare la spesa improduttiva si taglino anche gli investimenti, e la Tav - scandisce - è certamente un investimento cruciale per questo territorio che a questo punto deve alzare la voce».
L'OPPOSIZIONE
E la voce, intanto, si leva anche dall'opposizione. Paolo Giaretta, senatore del Pd componente della Commissione Bilancio, la mette giù dura. «Parliamoci chiaro - attacca - il fatto che la Milano-Venezia sia inserita nella legge-obiettivo è un presupposto per ottenere i finanziamenti, ma non significa la certezza di ottenerli. È una grave distorsione di tipo clientelare e non significa un bel nulla». E allora? Ritorniamo alla dichiarazione di due giorni fa, quella forse più autentica? «C'è una disponibilità di fondi per quei progetti - evidenzia - che è meno del 10% dell'intero valore. Torniamo, quindi, sulla politica dei tagli del governo che non si indirizza agli sprechi della spesa corrente, ma va a tagliare quella in conto capitale che rappresenta il futuro del Paese».
LE STIME
Dalle stime del senatore padovano, negli ultimi due anni «l'esecutivo ha tagliato il 33% di nuove opere». Il senatore democrat condivide con gli imprenditori veneti l'angoscia di non vedere correre sui binari il treno superveloce, e capisce la loro caparbietà nel trovare una soluzione anche investendoci direttamente, ma le cose non sono così semplici. «Da parte del governo manca chiarezza, capisco gli imprenditori veneti ma anche per fare un progetto da soli è necessario capire quanti soldi metterà lo Stato e su questo c'è il buio totale».
CAVOUR
Se ci guardiamo indietro, correndo ai tempi del governo Cavour, suggerisce lo stesso Giaretta, «il primo bilancio presentato nel 1854 prevedeva per spese ferroviarie una quota pari all'8% dell'intero bilancio dello Stato. Oggi, per tutti gli investimenti, si arriva a meno dell'1% del Pil». I tempi cambiano.

Bozen. Ferrovie: Matteoli, via libera ai treni Monaco-Italia
BOLZANO. Ottemperando all'invito che il ministro Altero Matteoli e il suo omologo tedesco Peter Ramsauer avevano loro rivolto a gennaio, in occasione del vertice italo-tedesco, Trenitalia Spa e DB Fernverkerhr AG hanno raggiunto un accordo che consentirà ai treni in partenza da Monaco di Baviera di circolare in Italia, in un'ottica di collaborazione e cooperazione finalizzata al miglioramento complessivo dell'intero sistema del trasporto ferroviario di passeggeri". E' quanto di apprende da un comunicato stampa del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. In particolare DB Fernverkerhr AG ha riconfigurato la propria offerta di servizi sulla linea del Brennero, e il competente ufficio per la regolazione dei servizi ferroviari, con una decisione di oggi, "ha verificato che il nuovo progetto orario non compromette l'equilibrio dei contratti di servizio pubblico attualmente in essere e, pertanto, non sarà soggetto a limitazioni di fermate" prosegue la nota. Sulla base di questa decisione, si apprende quindi che Trenitalia Spa e DB Fernverkerhr AG hanno dichiarato che porranno fine al contenzioso in atto e ritireranno tutti i ricorsi presentati ai giudici amministrativi.'Desidero sottolineare - ha dichiarato il ministro Matteoli - l'importanza di questa soluzione condivisa, raggiunta grazie all'essenziale mediazione degli uffici del ministero. Si dà così una concreta risposta alle esigenze di mobilità, più volte evidenziate dai presidenti Regionali e Provinciali e dai competenti assessori e dai cittadini del Trentino Alto Adige".24 giugno 2011

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