lunedì 6 giugno 2011

La grancassa mediatica padana ha ripreso ritmo, dopo le elezioni del cavolo: il tormentone Sud gira ch’e’ una meraviglia. Bisogna giustificare il super stipendio, gli scippi finanziari operati dal governo brianzolo al Mezzogiorno. Comunque sia, sparano sentenze utilizzando: 1. Stime. 2. Anticipate. 3. Di alcuni aggregati dell’Istat sul pil 2010 sulle ripartizioni territoriali. Ma quando ve ne andate “fora de ball”?





Pil 2010, bene il Nord: il Sud arranca
A livello territoriale il Pil è aumentato dell'1,7% nel Nord-Ovest, del 2,1% nel Nord-Est, dell'1,2% nel Centro e dello 0,2% nel Mezzogiorno
Fonte: © TM News - Pubblicata il 06/06/2011
ROMA - Mezzogiorno fermo nel 2010. Nel Sud la ripresa stenta a decollare mentre il Nord cresce, soprattutto il Nord-Est. E' il quadro che emerge dalla rilevazione Istat sulla stima del Pil per aree geografiche per il 2010. L'economia italiana ha fatto registrare complessivamente una crescita del prodotto interno lordo dell'1,3%, che fa seguito alle flessioni dei due anni precedenti (-1,3% nel 2008 e -5,2% nel 2009). A livello territoriale il Pil è aumentato dell'1,7% nel Nord-Ovest, del 2,1% nel Nord-Est, dell'1,2% nel Centro e dello 0,2% nel Mezzogiorno.

Nel Nord-Est, all'incremento del Pil ha contribuito principalmente il settore industriale, con un aumento del 3,9% (+2,8% la variazione media nazionale). Significativo è stato anche l'apporto dei servizi (+1,6%, contro il +1% della media nazionale) e del settore agricolo (+1,5%, a fronte del +1,0% della media nazionale). Anche nel Nord-Ovest è stata l'industria ad aver segnato la ripresa più marcata del valore aggiunto (+3,7%). Segue il settore terziario (+1,2%) e, quindi, l'agricoltura, con un incremento dello 0,9%.

Il Centro è la ripartizione geografica in cui gli effetti della crisi economica nel 2009 erano stati più contenuti: pertanto, anche l'intensità della ripresa nel 2010 è risultata più moderata (+1,2%). Il Mezzogiorno, infine, è la ripartizione che mostra la maggiore difficoltà di recupero. Il Pil è aumentato, infatti, di appena lo 0,2%, a fronte di un incremento complessivo dell'1,7% del Centro-Nord. Il settore che ha segnato maggiormente il passo è quello industriale con una flessione del valore aggiunto dello 0,3%. Solamente l'agricoltura ha sperimentato un aumento del valore aggiunto (+1,4%) superiore alla media nazionale, mentre nel settore terziario la crescita è stata estremamente contenuta (+0,3%).

Istat: “Cresce Pil Nord-Est, Sud fanalino di coda”
 Nel 2010 l'economia italiana ha fatto registrare una crescita del prodotto interno lordo dell'1,3%, che fa seguito alle flessioni dei due anni precedenti con -1,3% nel 2008 e -5,2% nel 2009: la crescita maggiore si è verificata al Nord-Est, fanalino di coda il Sud. Questi i dati pubblicati dall’'Istat nella stima anticipata di alcuni aggregati economicinelle ripartizioni geografiche.
In particolare, fa sapere l’istituto di statistica, a livello territoriale il Pil è aumentato dell'1,7% nel Nord-Ovest, del 2,1% nel Nord-Est, dell'1,2% nel Centro e dello 0,2% nel Mezzogiorno. Nel Nord-Est, all'incremento del Pil ha contribuito principalmente il settore industriale, con un aumento del 3,9% (+2,8% la variazione media nazionale). Significativo è stato anche l'apporto dei servizi (+1,6%, contro il +1,0% della media nazionale) e del settore agricolo (+1,5%, a fronte del +1,0% della media nazionale).
Anche nel Nord-Ovest è stata l'industria ad aver segnato la ripresa più marcata del valore aggiunto (+3,7%). Segue il settore terziario (+1,2%) e, quindi, l'agricoltura, con un incremento dello 0,9%. Il Centro è la ripartizione geografica in cui gli effetti della crisi economica nel 2009 erano stati più contenuti: pertanto, anche l'intensità della ripresa nel 2010 è risultata più moderata (+1,2%). Solo il comparto dei servizi ha presentato una crescita del valore aggiunto (+1,2%) superiore a quella media, mentre il settore industriale hasegnato un aumento del 2,3% e l'agricoltura ha fatto registrare un arretramento (-0,5%).
Il Mezzogiorno, infine, è la ripartizione che mostra la maggiore difficoltà di recupero. Il Pil è aumentato, infatti, solo di appena lo 0,2%, a fronte di un incremento complessivo dell'1,7% del Centro-Nord. Il settore che ha segnato maggiormente il passo è quello industriale: in presenza di una incisiva ripresa a livello nazionale, l'industria del Mezzogiorno ha fatto registrare una flessione del valore aggiunto dello 0,3%. Solamente l'agricoltura ha sperimentato un aumento del valore aggiunto (+1,4%) superiore alla media nazionale, mentre nel settore terziario la crescita e' stata estremamente contenuta (+0,3%).
“La crescita del Pil nel 2010 si è attestato al di sopra delle attese e questo, secondo Confesercenti, è buona notizia. La notizia meno buona è rappresentata  dalla conferma di un Mezzogiorno d’Italia che non riesce a cambiare marcia e che si presenta all’appuntamento della ripresa con uno striminzito 0,2%. Si ripropone, quindi, il solito interrogativo: Mezzogiorno zavorra o Mezzogiorno opportunità? Noi crediamo alla seconda risposta, ma la fiducia va condita di investimenti finalizzati allo sviluppo, a partire dalle infrastrutture, dal turismo e dalla lotta alla illegalità”.   
 Notizia del 06/06/2011
http://www.confesercenti.it/notizia.php?id=5635


Pil, in 2010 al nord-est crescita più alta
Nel 2010 l'economia italiana ha fatto registrare una crescita del prodotto interno lordo dell'1,3%, che fa seguito alle flessioni dei due anni precedenti (-1,3% nel 2008 e -5,2% nel 2009): la crescita maggiore si è verificata al Nord-Est, fanalino di cosa il Sud. Lo segnala l'Istat nella stima anticipata di alcuni aggregati economici nelle ripartizioni geografiche. In particolare a livello territoriale il Pil è aumentato dell'1,7% nel Nord-Ovest, del 2,1% nel Nord-Est, dell'1,2% nel Centro e dello 0,2% nel Mezzogiorno.

Nel Nord-Est, all'incremento del Pil ha contribuito principalmente il settore industriale, con un aumento del 3,9% (+2,8% la variazione media nazionale). Significativo è stato anche l'apporto dei servizi (+1,6%, contro il +1,0% della media nazionale) e del settore agricolo (+1,5%, a fronte del +1,0% della media nazionale). Anche nel Nord-Ovest è stata l'industria ad aver segnato la ripresa più marcata del valore aggiunto (+3,7%). Segue il settore terziario (+1,2%) e, quindi, l'agricoltura, con un incremento dello 0,9%.

Il Centro è la ripartizione geografica in cui gli effetti della crisi economica nel 2009 erano stati più contenuti: pertanto, anche l'intensità della ripresa nel 2010 è risultata più moderata (+1,2%). Solo il comparto dei servizi ha presentato una crescita del valore aggiunto (+1,2%) superiore a quella media, mentre il settore industriale ha segnato un aumento del 2,3% e l'agricoltura ha fatto registrare un arretramento (-0,5%).

Il Mezzogiorno, infine, è la ripartizione che mostra la maggiore difficoltà di recupero. Il Pil è aumentato, infatti, di appena lo 0,2%, a fronte di un incremento complessivo dell'1,7% del Centro-Nord. Il settore che ha segnato maggiormente il passo è quello industriale: in presenza di una incisiva ripresa a livello nazionale, l'industria del Mezzogiorno ha fatto registrare una flessione del valore aggiunto dello 0,3%. Solamente l'agricoltura ha sperimentato un aumento del valore aggiunto (+1,4%) superiore alla media nazionale, mentre nel settore terziario la crescita è stata estremamente contenuta (+0,3%).


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