mercoledì 27 luglio 2011

Federali.Mattino_27.7.11. In Romagna c'è chi non ne vuole sapere e dicono ai politici del piccolo Stato quello che molti governatori hanno detto a Napoli: ognuno si occupi dei rifiuti suoi. E se a San Marino non si attrezzano, peggio per loro.---Napoli. Transgender, queen, intersessuali e etero-differenti: ma che cacchio sono?----Napoli. Disoccupazione fa rima con chiacchiere notturne.----Gas in Valbasento, scontro di idee. Idee in Basilicata!?

De Magistris da Berlusconi: «Chiesto sblocco di 500 milioni che già ci spettano»
Gas in Valbasento: scontro di idee
I prodotti siciliani conquistano l'America
De Magistris accelera: «Napoli avrà un registro per le coppie di fatto»
Le città «più notturne» del mondo? Napoli svetta in Italia, meglio anche di NY
San Marino sommersa dai rifiuti?
Londra a rischio stagnazione


De Magistris da Berlusconi: «Chiesto sblocco di 500 milioni che già ci spettano»
Il sindaco di Napoli: «Ho trovato sensibilità da parte
del governo. Ma ci teniamo anche a Forum delle culture, (200 milioni), centro storico e Bagnoli (50 milioni)»
NAPOLI - Un governo «sensibile» nei confronti di Napoli. Così il sindaco di Napoli Luigi de Magistris al termine dell'incontro a palazzo Chigi col premier Silvio Berlusconi. In tutto la riunione è durata una ventina di minuti circa.

«Al governo - ha spiegato - abbiamo chiesto lo sblocco di 500 milioni che già spettano a Napoli. È la prima volta che una grande città del Mezzogiorno chiede di essere direttamente assegnataria dei fondi». «Non si tratta di un intervento straordinario ma di soldi che ci spettano» ha aggiunto de Magistris. E ha aggiunge: «Se ci dessero questa possibilità sarebbe una prova di senso civico oltre che politico. E devo dire che ho trovato sensibilità da parte del governo».

«Una parte di questi fondi - ha spiegato De Magistris - saranno destinati agli impianti e all'incremento della raccolta differenziata. Ma noi ci teniamo molto anche ad altri progetti» come «il Forum delle culture, per il quale servirebbero 200 milioni, e che riguarda soprattutto il centro storico, e l'area di Bagnoli, con 50 milioni, con una serie di opere da inaugurare per Natale».

All'incontro hanno partecipato i sottosegretari alla presidenza del Consiglio Gianni Letta e Paolo Bonaiuti. Durante la riunione - si legge in una nota di palazzo Chigi - si sono affrontati i temi principali che riguardano la città partenopea, partendo ovviamente da quello dello smaltimento dei rifiuti. In serata si terrà una riunione convocata dal ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo che con il presidente della Regione campana, Stefano Caldoro, si è impegnata all'individuazione di una soluzione per i rifiuti.

Gas in Valbasento: scontro di idee
Per De Filippo è il momento di trattare, Santochirico e Folino invece frenano
22/07/2011  POTENZA - Santochirico e Folino da un lato, De Filippo e Viti dall’altro. Due posizioni diverse nel Pd regionale sul futuro della Valbasento in relazione alla centrale di stoccaggio del gas della società russa Geogastock. Un confronto tra i tanti che sulla questione. L’ultimo è avvenuto durante la riunione del gruppo consiliare del Pd. La stessa riunione in cui furono espresse posizioni diverse in merito ai provvedimenti sulla Sanità presenti nell’Assestamento di bilancio che sarà al vaglio del consiglio regionale i prossimi 26, 27 e 28 luglio.
 Ma se sulla materia della Sanità ci sono state distinzioni accese tra vari consiglieri (per buona pace del capogruppo Vincenzo Viti sempre pronto a svolgere con puntiglio il ruolo di “pompiere” alle notizie di cronaca) ancora più evidenti sono state le puntualizzazioni sullo stoccaggio di gas nella Valbasento nel territorio che interessa i comuni di Salandra, Ferrandina e Pisticci. La riunione si è aperta proprio dalla relazione sulla Geogastock resa ai consiglieri dal presidente della Regione, Vito De Filippo che per l’occasione è stato accompagnato dal capo Ufficio di Gabinetto della giunta, Raffaele Rinaldi. La questione non è nuova. Se ne parla da anni. La società russa del resto opera già in altre parti d’Italia. Ma ora ci potrebbe essere un’accelerazione. Da quanto è emerso la linea del governatore sarebbe per portare a termine la trattativa cercando di ottenere in cambio dello stoccaggio del gas, che la società russa porterebbe dall’esterno della Basilicata, dei benefici in termini economici e occupazionali. La questione è legata ovviamente a tutta la materia energetica per la quale la Basilicata da tempo mira a diventare un polo di eccellenza nel panorama nazionale. La discussione nel gruppo regionale del Pd si è incentrata proprio sugli obiettivi da perseguire e i benefit da ottenere. In particolare il presidente del consiglio regionale Vincenzo Folino e il consigliere Vincenzo Santochirico avrebbero “insistito” nei confronti del governatore per non accelerare con la considerazione secondo la quale si può ottenere di più sia in termini di vantaggi economici che di rassicurazioni ambientali. Secondo Santochirico e Folino, è quanto si è appreso dalle fonti, in realtà la ricaduta occupazione attuale non sarebbe superiore a 20 o 30 unità. Senza contare che gli ambientalisti e i cittadini della zona sono assolutamente contrari alla centrale di stoccaggio. Per questo sarebbe stato “consigliato” al governatore di coinvolgere la popolazione sulla decisione attraverso l’organizzazione di un referendum e di una petizione popolare. Oltretutto anche la posizione del protagonismo dei comuni interessati non è chiaro.
Salvatore Santoro

I prodotti siciliani conquistano l'America
Sono 17 le aziende siciliane che hanno partecipato alla fiera internazionale dedicata al settore agroalimentare
PALERMO - Sono 17 le aziende siciliane che hanno partecipato, dal 10 al 12 luglio, alla cinquantasettesima edizione della Fiera internazionale «Summer Fancy Food 2011», di Washinghton DC (Usa). Si tratta di una della maggiori rassegne mondiali dedicate al settore agroalimentare ed è la più prestigiosa fiera di settore degli Stati Uniti d'America. Le aziende partecipanti hanno aderito ad un bando emesso dal Dipartimento Attività Produttive per promuovere i prodotti d'eccellenza dell'Agroalimentare siciliano.

Per l'occasione la Regione ha messo a disposizione delle imprese siciliane un'area di 150 metri quadrati. Per il settore oleario erano presenti le aziende: Manfredi Barbera e Figli; Frantoi Cutrera; Rosaria Provenzani. Per il settore conserviero (ittico e/o ortofrutticolo): Campo d'Oro di P.Licata; S. Calaciura; F.lli Contorno; Azienda Agricola D. Gangi; Talatta. Per i prodotti dolciari e di gelateria: Dolfin; Giovanni Patti; Alfonso Crapanzano; Le Delizie di M. Costanzo; Dais.

Erano inoltre presenti Pasta Faraci, una azienda del settore vitivinicolo, Alagna Vini e Naturalia Ingredients per il settore dei prodotti naturali, biologici e dietetici e il consorzio Proexoport Sicily con prodotti siciliani di vario genere.
Val. Cat.

De Magistris accelera: «Napoli avrà un registro per le coppie di fatto»
«Sono impegnato a tutelare le unioni civili. Non è giacobinismo ma diritto alla felicità»
NAPOLI - De Magistris accelera sul registro per le coppie di fatto. «Non è utopia né giacobinismo. Sarebbe profondamente ingiusto e sbagliato non dare diritti e doveri a coppie e unioni che esistono già» scrive il sindaco in un post del suo blog, rilanciato su Twitter. «Compito della democrazia - afferma - è riconoscere la più ampia ed estesa libertà a tutti i cittadini fino a quando questo non avvenga a detrimento dell'altrui libertà. È per questo che, come sindaco di Napoli, mi sono impegnato ad istituire un registro delle unioni civili». L'idea viene rilanciata oggi ma è già in elaborazione da un po' di tempo, propugnata, tra le altre, dal coordinamento campano Rainbow, raggruppamento di associazioni che operano nel campo della promozione e della tutela dei diritti «di gay, lesbiche, transessuali, transgender, queen, intersessuali e etero-differenti».

«VALORI A CUI MI ISPIRO COME CREDENTE» - Assicura che si tratta di «una battaglia civile nello spirito della nostra Costituzione» e cita l'articolo 2 che si impegna a proteggere tutte le “formazioni sociali”. «Non mi sfugge, ovviamente, che una disciplina organica su questo argomento non possa che essere oggetto ragionato d'intervento da parte del legislatore ma, nello spirito della Costituzione, non posso esimermi dall'istituire un registro la cui mancanza, a tutt'oggi, è in contraddizione con quei valori di pace, a cui mi ispiro innanzitutto come credente». Napoli, conclude, dev'essere una città che riconosce l diritto alla felicità. «Non è retorica. Ma è l'architrave del liberalismo giuridico: con il diritto alla felicità, nel novero dei diritti naturali, infatti, si apre l'articolo 1 della Dichiarazione di Indipendenza americana del 4 luglio 1776».
Al. Ch.

Le città «più notturne» del mondo? Napoli svetta in Italia, meglio anche di NY
Seguita da Torino e Milano, il capoluogo campano si piazza al 23esimo posto nella classifica mondiale
NAPOLI - Il Cairo sorprendentemente si rivela la città “più notturna” del mondo, mentre New York si piazza solo al 32esimo posto; Madrid si aggiudica il primo posto nella classifica europea delle capitali più notturne, ma la sorpresa più grande è per Napoli: il capoluogo campano, infatti, si aggiudica il titolo di città italiana più notturna seguita da Torino e Milano risultando, nello studio globale sulle città che non dormono mai , la 23esima nella classifica mondiale.

LA RICERCA - La statistica sulle città “più notturne” del mondo si basa sull'analisi di 120 milioni di conversazioni online fatte in due mesi su Badoo, il più grande Social Network per incontrare nuove persone che conta 122 milioni di utenti in 180 paesi. Le classifiche di Badoo sono basate su un “Indice notturno” in ogni città. Questo indice combina la misurazione dell'orario di picco delle conversazioni online con un rapporto “Notte/Giorno”, comparata al livello di attività online tra il giorno e la notte. Si calcola dunque quale città misuri il maggior numero di conversazioni notturne; quali, cioè, sono quelle che non dormono mai.

LA CLASSIFICA ITALIANA- Napoli è risultata la più notturna con un picco di conversazioni alle 23.30, rispetto alle 23.15 di Torino e Milano che si piazzano al secondo e terzo posto. Napoli, che è anche la città a più alta densità di popolazione, è al 23esimo posto della classifica mondiale, seguita da Milano e Torino, Catania al 26esimo e Roma 27esimo.
“Alcune persone probabilmente pensano che Milano sia la città notturna per eccellenza in Italia”, ha dichiarato Lloyd Price, Direttore Marketing di Badoo. “Ma il risultato è stato molto diverso. Le attività online di Napoli hanno dei picchi altissimi e gli utenti partenopei sono quelli che dormono meno durante la notte."

LA CLASSIFICA MONDIALE - Madrid è in testa alla classifica delle capitali europee, seguita da Bruxelles, Istanbul, Belgrado, Lisbona, Londra e Parigi. Roma è all'ottavo posto. Lo studio di Badoo ha nominato il Cairo, capitale egiziana, come “la città più notturna del mondo” e Malaga come vincitrice europea. New York, famosa per essere la città che non dorme mai, si classifica invece solo al 32esimo posto, dopo Londra, Parigi e Roma. Eclatante è anche il risultato della Spagna: sono ben sei le città presenti nella classifica delle top 20 europee.
Cristina Autore

San Marino sommersa dai rifiuti?
Sinora, pagando, li mandava in Romagna che adesso dice no
 di Giorgio Ponziano  
San Marino come Napoli? Rischia di scoppiare una nuova emergenza rifiuti, protagonisti San Marino, che deve smaltire i suoi rifiuti ma non ha discariche né inceneritori né termovalorizzatori, e la Romagna che finora ha accolto, in cambio di euro, i rifiuti targati San Marino. Ora però i romagnoli incominciano a storcere il naso, il contratto è scaduto e tra le proteste è stato prorogato fino a fine anno.
Nel cassetto è pronto un nuovo accordo quinquennale ma in Romagna c'è chi non ne vuole sapere e dicono ai politici del piccolo Stato quello che molti governatori hanno detto a Napoli: ognuno si occupi dei rifiuti suoi. E se a San Marino non si attrezzano, peggio per loro.
La pratica è ferma sul tavolo del ministro degli Esteri, Franco Frattini, poiché si tratta di un accordo tra Stati. E qui è arrivata anche la protesta del Comitato Liberaluso (la Valle Uso è quella utilizzata per i rifiuti di San Marino): «Dal 1994 San Marino conferisce 16 mila tonnellate l'anno di rifiuti a Ginestreto», è scritto nel documento, «In 17 anni questo Stato estero non si è dotato di nessun impianto di smaltimento e non ha attivato alcuna misura per ridurre, recuperare e riciclare rifiuti. Se la responsabilità per la mancata gestione dei rifiuti (vedi raccolta differenziata, impianti di smaltimento e riciclo) vale per chi ha amministrato Napoli, non si capisce perché lo stesso criterio non valga per San Marino».
Con lo slogan «San Marino: importare ricchezza/esportare mondezza» quelli del Comitato si preparano a scendere in trincea, non la vogliono proprio più la spazzatura sammarinese.

Sul Titano c'è preoccupazione.
Per la prima volta si corre il rischio di doversi tenere i rifiuti in casa, senza sapere dove collocarli. «Il governo», conferma Giovanni Lonfernini, deputato dell'Unione per la Repubblica «deve predisporre un piano di gestione dei rifiuti moderno, stante la difficoltà dei rapporti con il territorio limitrofo».
«Nella calda estate 2007», aggiunge Lonfernini, «la Provincia di Rimini escluse la Repubblica di San Marino dal piano provinciale dei rifiuti. La decisione di allora, che il governo subì passivamente e che ebbe anche delle ricadute negative sullo Stato sammarinese, doveva rappresentare un monito per studiare soluzioni alternative e invece non si è fatto nulla».
Gli autocarri che fanno la spola tra i colli sammarinesi e la discarica romagnola continuano, per ora, a viaggiare pieni di rifiuti. Per la verità vi è stato un giorno di panico quando chi ha vinto l'appalto per il trasporto, in base a una nuova normativa si è visto togliere l'autorizzazione per caricare i rifiuti più a rischio. Di fronte ai primi cassonetti stracolmi e col ricordo ancora fresco delle immagini napoletane è stata ridata, in fretta e furia, l'autorizzazione. Ma il campanello d'allarme ha suonato vistosamente e soprattutto quella parte di sammarinesi che lavorano nel turismo è stato col fiato sospeso: se l'Italia chiudesse le frontiere ci sarebbero guai a non finire per gli orgogliosi abitanti del mini-Stato, che tra l'altro in questi tempi sta attraversando una delle crisi più acute con l'Italia per via della finanza allegra. Il ministro Giulio Tremonti è stato inflessibile e ha inserito San Marino nella black list. Ai problemi della finanza si aggiungono quelli dei rifiuti: davvero tempi difficili per San Marino.
A fianco del Comitato Liberaluso s'è schierato, tra gli altri, il consigliere Pdl della Regione Emilia-Romagna, Antonio Nervegna (fece la campagna elettorale con lo slogan: Nervegna s'impegna) : «Si cerca di fare passare sotto silenzio la proroga del contratto di smaltimento dei rifiuti di San Marino in Romagna anche perché la Provincia disse no ai rifiuti di Napoli. È legittimo chiedersi: perché Napoli no e San Marino sì?».
A San Marino ogni abitante produce 626 kg di rifiuti, mentre la raccolta differenziata si attesta sul 23% (nelle province emiliano-romagnole si supera il 40 %). Nel 2007 i governanti sammarinesi firmarono un protocollo per lo smaltimento dei rifiuti in Romagna che prevedeva «l'impegno, entro un anno dalla firma, ad attivare un centro di raccolta e pre-trattamento».

Promesse da marinaio, anche se i sammarinesi marinai non sono: per vedere il mare devono scendere in Romagna, insieme ai loro rifiuti.

Londra a rischio stagnazione
Leonardo Maisano
 LONDRA. Dal nostro corrispondente
 «La notizia positiva è che l'economia inglese continua a crescere». Per accontentare il cancelliere dello scacchiere britannico George Osborne non ci vuole molto. Basta una progressione del Pil dello 0,2% negli ultimi nove mesi. Questo è il dato che esce dall'analisi preliminare che l'ufficio nazionale di statistica ha diffuso ieri confermando un'avanzata del prodotto interno lordo britannico dello 0,2 nel trimestre aprile-giugno. Sommato con il più 0,5% di gennaio-marzo e il meno 0,5 di ottobre-dicembre, ne esce un'economia sostanzialmente stagnante dall'autunno scorso. Tanto avvitata su sé stessa da suggerire al ministro del Business, Vince Cable, di dare un consiglio al governatore della Banca d'Inghilterra, Mervyn King. «Ci vorrebbe un altro po' di allentamento quantitativo», ha buttato là, informalmente, per non irritare la suscettibilità di King Mervyn come è soprannominato un governatore tornato in possesso di tutto l'armamentario di supervisione e vigilanza in parte delegato alla dissolta Financial service authority. Il quantitative easing, potrebbe aiutare, preoccupa il dato sul debole andamento dei finanziamenti concessi dalle banche.
 I sintomi di una stagnazione destinata a restare ci sono, ma ieri, nella City, prevalevano gli ottimisti, chi, cioè, tendeva a dare una lettura relativa agli ultimi dati macroeconomici britannici. Due elementi avrebbero, infatti, influito sulla scarsa performance: il matrimonio reale di William e Kate che ha consentito ai britannici di creare un lungo ponte di fine aprile capace di influenzare i tassi di sviluppo e le conseguenze del disastro atomico giapponese. E non poco se sono veri quei calcoli - sempre dell'office of national statistics - che fissano nello 0,5% la perdita teorica provocata dalla coazione reale-nucleare. In altre parole senza di essi l'economia sarebbe cresciuta dello 0,7% tenendo la marcia del Paese in linea con l'ipotizzata crescita dell'1,7% su base annua, e forse anche di più.
 Non sarà così. Oggi i pessimisti immaginano che il 2011 a Londra si chiuderà con un +1% mentre la maggior parte degli analisti immagina un +1,3. Dipenderà ancora una volta da molti fattori, ma il più atteso è l'effetto che avranno i tagli alla spesa pubblica annunciati nell'ottobre 2010 e sanciti nel budget del marzo scorso. Il morso della manovra di risanamento che aspira all'azzeramento del deficit - oggi è al 10 % del Pil - entro la fine della legislatura si deve ancora far sentire. L'aggiustamento, per ora, non marcia come previsto nonostante le entrate siano salite del 4,6% nel periodo aprile-giugno grazie al rialzo dell'Iva. Sulla spesa l'effetto è stato limitato e secondo molti economisti la riduzione immaginata non potrà essere raggiunta.
 In attesa di capire come e quando i tagli si faranno sentire e se le esportazioni riusciranno a bilanciare il calo della domanda interna facilmente prevedibile, Londra mette l'accento su un elemento positivo uscito dalle statistiche di ieri: il rimbalzo dei servizi. Rappresentano il 75% dell'economia britannica e nel trimestre aprile-giugno sono cresciuti dello 0,5% con un più 1,6 nel solo mese di maggio. Un dato incoraggiante che oscura quello negativo della produzione industriale in contrazione dell'1,4 per cento.
 Nonostante i numeri di ieri abbiano ridato spinta, non solo da parte dell'opposizione, a favore di un'aggiustata alle tasse per rilanciare i consumi, il quadro economico disegnato dall'Istat britannica è stato accolto con sollievo. Quello 0,2% di aumento del Pil è in linea con le previsioni, ma molti analisti avevano temuto il prevalere dello scenario peggiore con la formale ricaduta del Paese in recessione. «In realtà - ha commentato George Buckley di Deutsche bank - questo è il meglio che ci si potesse aspettare». Opinione condivisa dai mercati che hanno premiato la sterlina e convinto il cancelliere a mostrarsi soddisfatto per un quadro economico che resta divergente dalle previsioni.

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