mercoledì 10 agosto 2011

Federali.Mattino_10.8.11. Chi la fa l’aspetti. La Cina copia Pasta Zara. Che diventa Sara. E gli egiziani lo scrivono in arabo.----Oltre due terzi dei residenti in provincia di Bolzano ha paura che il Belpaese vada incontro ad un futuro economico irto di ostacoli legato proprio al fardello del debito. Al contrario chi abita in Alto Adige ritiene (69 per cento) che anche nei prossimi anni la provincia godrà di condizioni economiche migliori rispetto al resto d’Italia.


Alassio, padania. Totò “sfrattato” da piazza Stalla
Parma, padania. Il parco di Parma Falcone e Borsellino intitolato ai Vianello: scoppia la polemica
La Cina copia Pasta Zara. Che diventa «Sara»
Bozen. Debito pubblico: altoatesini preoccupati



Alassio, padania. Totò “sfrattato” da piazza Stalla
Alassio - Totò? No grazie, non ci riguarda. Il primo cittadino di Alassio, l’ex leghista Roberto Avogadro, ha sfrattato la statua del principe Antonio De Curtis dai giardini di piazza Stalla.
La nuova giunta ha infatti deciso di dedicare i giardini al conte Luigi Morteo, figura storica della cittadina ligure: «Con tutto rispetto per Totò - spiega Avogadro, da sempre contrario a quella statua - ma Alassio non ha alcun legame col “principe della risata”. Meglio dedicare i giardini al Conte Luigi Morteo, che lasciò in eredità un bel patrimonio agli alassini».
E così nei giardini Stalla il busto del celebre comico napoletano scoperto dalla figlia Liliana e dalla nipote Diana nel 2009 sarà presto sfrattato. L’opera dello scultore albenganese Flavio Furlani ritrae De Curtis così come appariva nel film “L’oro di Napoli”, con il cappello di foggia napoleonica usato per interpretare il “mazziere d’onore” della banda cittadina.

Parma, padania. Il parco di Parma Falcone e Borsellino intitolato ai Vianello: scoppia la polemica
In commissione Toponomastica è stato deciso che lo spazio verde verrà ribattezzato "Sandra e Raimondo". Il nome dei due giudici sarà invece associato ai viali che sorgeranno nel 2012 per la nuova stazione. Dal Pd a Libera, dall'Emilia alla Sicilia, i cittadini insorgono. L'assessore del Comune: "Da tempo quel parco non era più intitolato ai magistrati. E comunque i due eroi avranno due strade importanti. E poi, se facessimo un sondaggio, la città sarebbe con me"
di M.SEVERO e G.TALIGNANI. Falcone e Borsellino non si toccano. La Parma indignata scende di nuovo in prima linea. Dopo un mese di costanti richieste di dimissioni del sindaco per lo scandalo corruzione che ha visto finire in galera 11 persone, fra cui dirigenti comunali, la città reagisce nuovamente: questa volta, però, è questione di toponomastica. In una commissione dedicata è stato infatti deciso di rinominare il parco conosciuto come "Falcone e Borsellino" (la targa è ancora lì) in "Sandra e Raimondo Vianello".
Un atto che ha fatto andare su tutte le furie cittadini e partiti di opposizione, ma anche associazioni come Libera e altri organi siciliani in memoria dei magistrati. Il tutto, nonostante l'annuncio contemporaneo che, i due futuri viali che porteranno alla nuova Stazione di Parma, saranno chiamati proprio "Falcone e Borsellino".

Repubblica Parma e altri giornali, in pieno agosto, sono stati letteramente sommersi da commenti contrari alla decisione e al contempo di appoggio ad alcuni consiglieri del Pd che chiedevano lumi all'assessore alla Toponomastica su questa scelta scellerata. Lui, Fabio Fecci del Pdl, ha risposto prima spiegando come mai la scelta non era ricaduta su alcuni parmigiani illustri e poi, in un successivo comunicato, motivando il perchè della sua decisione che comunque ora dovrà passare per la Giunta e ricevere il via libera dalla Prefettura.
 “Già un anno fa proposi l’intitolazione di due strade a Falcone e Borsellino – spiega l’assessore – e soltanto in seguito arrivò la decisione di dedicare il giardino a Vianello-Mondaini”. In ogni caso, garantisce Fecci, “non sarà tolta da quel parco alcuna targa in memoria dei giudici prima che i nuovi viali siano completati ”.
Ma anche dopo le precisazioni, sembrano non placarsi le polemiche: si va dal Popolo Viola che intende protestare in occasione del prossimo consiglio Comunale, all'associazione Libera che ricorda come per ironia della sorte alcune ditte  che hanno realizzato quei viali siano state allonatate per associazione mafiosa. Tra l'altro, i viali promessi ai magistrati al momento sono nel bozzolo d’un supercantiere, quello della stazione ferroviaria, alle prese con i debiti e col rischio della liquidazione della società realizzatrice (Stu Stazione).

Di certo per ora c’è lo sgomento di parecchi cittadini e di varie forze politiche: “E’ vergognoso che un’amministrazione già alle prese con inchieste giudiziarie – fanno notare alcuni - scelga proprio in questo momento di revocare l’intitolazione di un luogo pubblico a due eroi, servitori dello Stato e vessilli della lotta alla mafia”. L’amarezza diventa ironia, sarcasmo quando qualcuno chiede di dedicare una strada a “Bim bum bam e al pupazzo Uan perché io sono cresciuto con loro” o augura “lunga vita al Gabibbo sennò rischiamo di ritrovarcelo su una targa stradale”.

Al netto delle dichiarazioni di Fecci resta l’impressione, in tanti lettori, quantomeno di inopportunità. Due nomi dell'avanspettacolo al posto di due magistrati, è la sintesi della faccenda. Il tutto nel parco pubblico che nel 2008 fu testimone del presunto pestaggio di Emmanuel Bonsu da parte di una squadra speciale di Vigili urbani, mentre l’Amministrazione cittadina dedica una via al repubblichino Adriano Mantelli e acconsente alla deposizione di una lapide commemorativa dei caduti di Salò (proprio il 2 giugno, festa della Repubblica italiana, alla presenza dell’assessore Davide Mora ex Msi). La Toponomastica ha smarrito la via?
(09 agosto 2011)

La Cina copia Pasta Zara. Che diventa «Sara»
E gli egiziani lo scrivono in arabo: l'azienda di Riese fa causa contestando la contraffazione
di Enrico Lorenzo Tidona
TREVISO. Pasta Zara fa causa a un concorrente egiziano. Nel mondo arabo girano pacchi di pasta identici a quelli prodotti a Riese. «Tutto uguale, tranne la scritta in arabo - racconta Furio Bragagnolo, presidente di Pasta Zara - è una chiara contraffazione». La famiglia Bragagnolo ha una certezza: «Non abbiamo mai dato il via a quella linea di prodotti» - continua il presidente. Ad accorgersi del tarocco lo stesso Furio Bragagnolo, durante una visita in Egitto. «Giro sempre per i supermercati - racconta - siamo il pastificio italiano che esporta di più. Un giorno mi sono accorto che c'erano pacchi di pasta con il nostro stesso logo, gli stessi colori e tutto faceva pensare ad un prodotto made in Italy. L'unica differenza vera era la nostra scritta tradotta in caratteri arabi. Non ho fatto altro che comprare pacchi, portarmeli in Italia e avviare una causa contro il pastificio egiziano: vogliamo bloccare la produzione contraffatta».

 L'azione legale è stata messa in mano allo studio Bugnion di Bologna. «Non è la prima volta - racconta con ironia - ci stupiamo di quanta fantasia abbiano all'estero per la contraffazione. In Cina c'era la Pasta Sara, cambiava solo la zeta, ma il plagio anche grafico era chiaro. In questi casi agiamo per vie legali, non aspettandoci difese d'ufficio da parte dello Stato. Riusciamo anche a fermare le produzioni contraffatte, salvo poi purtroppo scoprirne altre».

 Pasta Zara è un'azienda in divenire, secondo pastificio italiano per produzione complessiva e primo per export grazie agli stabilimenti di Riese, Muggia e Rovato (da poco acquisito da un fallimento) che raddoppieranno la produzione dalle attuali 220 mila tonnellate alle 440 mila nel 2014, portando il fatturato da 180 a 320 milioni. Passi da gigante: nel primo semestre 2011, il giro di affari è cresciuto del 9%. «Per stare sul mercato bisogna crescere - dice Bragagnolo - e non è detto che dopo l'entrata della finanziaria Friulia, in futuro il capitale si possa riaprire».10 agosto 2011

Bozen. Debito pubblico: altoatesini preoccupati
Il sondaggio: due su tre ritengono grave la situazione italiana. E non c'è fiducia nei partiti. di Maurizio Dallago
BOLZANO. La situazione economica internazionale e il debito pubblico italiano non fanno dormire sonni tranquilli agli altoatesini. Oltre due terzi dei residenti in provincia di Bolzano ha paura che il Belpaese vada incontro ad un futuro economico irto di ostacoli legato proprio al fardello del debito. Al contrario chi abita in Alto Adige ritiene (69 per cento) che anche nei prossimi anni la provincia godrà di condizioni economiche migliori rispetto al resto d’Italia.

La fiducia nei partiti capaci di gestire situazioni di crisi? Il 43% degli altoatesini si indirizza verso la Svp. Distanziati Freiheitliche, Verdi Pd e centrodestra. Ma salta all’occhio un 38% che non si fida di alcun partito. Per quanto riguarda il governatore che nei prossimi anni dovrebbe gestire questa fase turbolenta, i residenti in Alto Adige si indirizzano (29%) verso l’i nossidabile Durnwalder, un 14% chiede alla politica di unire le forze.

 È quanto emerge da un sondaggio, effettuato dalla società Dr. Gruber & Partner, per conto di una serie di emittenti radio-televisive private che fanno capo alle società Funkhaus srl e Rosengarten spa. Un’indagine effettuata tra il 19 luglio ed il 1º agosto scorsi - prima che le turbolenze sui mercati finanziari raggiungessero il picco delgi ultimi giorni - su un campione di 700 persone, rappresentativo della popolazione altoatesina di tutti e tre i gruppi linguistici.

IL DEBITO PUBBLICO. La domanda rivolta agli altoatesini è questa: «Nelle ultime settimane e negli ultimi giorni si parla sempre più di una possibile crisi finanziaria in Italia. Quali sono le sue valutazioni personali?» Il 28 per cento degli intervistati ritiene che la crisi legata al debito sia sicuramente alla porte. A tale quota occorre aggiungere un 41% per il quale per il Belpaese c’è il pericolo di un tracollo finanziario. Per il 22% degli  altoatesini la crisi probabilmente non arriverà. Per un 6% non ci sono nubi grigie all’orizzonte.

IL CONFRONTO. Il quesito rivolto agli intervistati era questo: «Se paragona l’Alto Adige all’Italia, si può dire che economicamente la provincia di Bolzano stia meglio. Sarà così anche in futuro?» Circa un trenta per cento (22 più 7) sottolinea come la crisi italiana porterà ad un aggravamento delle condizione economica in Alto Adige. Ma un 49% è convinto che l’Alto Adige probabilmente sarà al riparo dagli effetti di un tracollo finanziario dell’Italia ed un 21 per cento sostiene con certezza che la provincia di Bolzano è al riparo da crisi esterne.

LA POLITICA. Domanda: «Se pensa all’Alto Adige, quali partiti le danno maggiore fiducia di poter governare la provincia in tempi economicamente difficili?» Il 43 per cento degli altoatesini ripone il consenso ancora nella Svp, ma un 38% risponde che nessuno partito è da ritenersi degno di fiducia. Con forte distacco troviamo i Freiheitliche (7%), i Verdi (2%) e con l’uno per cento Pd, Südtiroler Freiheit, Pdl e Unitalia.

IL GOVERNATORE. Per gli elettori in tempi che si prospettano difficili, Durnwalder dovrebbe rimanere governatore anche in futuro. Lo pensa il 29 per cento degli intervistati. Un 14% chiede ai politici di unire le forze, uscendo dalla logica dell’ «uomo solo al comando». Mentre un 12 per cento crede che nessuno delle persone attualmente ai vertici della politica locale sia in grado di gestire situazioni difficili. A seguire Hans Berger (10%), Pius Leitner (8%), Richard Theiner (5%), Thomas Widmann (4%) e Hans Heiss (2%). Sotto l’1 per cento tutta una serie di uomini politici compresi esponenti del gruppo italiano e/o parlamentari Svp. 9 agosto 2011

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