martedì 9 agosto 2011

Federali.Sera_9.8.11. Le Terre Joniche non fanno parte della padania. Parma. In arrivo 10,2 milioni di euro per la realizzazione e il potenziamento di invasi per la raccolta dell’acqua da destinare all’irrigazione e agli allevamenti. Li ha messi a disposizione la Giunta regionale.----I contribuenti sardi, è scritto nell'avviso, vantano un credito nei confronti del Governo italiano di oltre dieci miliardi di euro per i mancati riversamenti delle quote tributarie spettanti e dovute per legge alla Sardegna.


L'UNIONE SARDA - Economia: Avviso di mora per Roma: paghi ai sardi i 10 miliardi
Basilicata, i soldi del bonus benzina se li prende Tremonti
Parma, padania. Invasi, dalla Regione 10,2 miloni di incentivi
Parma, padania. Pomodoro da industria, la campagna è iniziata: raccolto il 20% della produzione totale


L'UNIONE SARDA - Economia: Avviso di mora per Roma: paghi ai sardi i 10 miliardi
09.08.2011
Un avviso bonario per la messa in mora di Agenzia delle entrate ed Equitalia perché in debito con il popolo sardo, per conto dello Stato, di oltre dieci miliardi di euro. Lo ha presentato ieri, consegnandolo al direttore provinciale Franco Frau, il “popolo delle partite Iva”. Il motivo? «I contribuenti sardi», è scritto nell'avviso, «vantano un credito nei confronti del Governo italiano di oltre dieci miliardi di euro per i mancati riversamenti delle quote tributarie spettanti e dovute per legge alla Sardegna». Il riferimento è alla vertenza entrate. Così da debitore dello Stato, il movimento artigiani e commercianti liberi si trasforma in creditore. Pronto a riscuotere seguendo le tariffe di Agenzia delle entrate ed Equitalia: «Se si provvederà al versamento dell'intero importo dovuto, entro trenta giorni dalla ricezione della comunicazione, si potrebbe usufruire della riduzione a un terzo della somma prevista dalla sanzione. È preclusa la possibilità di fare ricorso. I termini sono scaduti». Quella di ieri è soltanto l'ultima battaglia portata avanti dal popolo delle partite Iva. Due settimane fa, insieme ai pastori, avevano manifestato davanti al Consiglio regionale. Nei prossimi giorni una piccola delegazione verrà ricevuta dal prefetto di Cagliari. (m. v.)

Basilicata, i soldi del bonus benzina se li prende Tremonti
ANTONIO SILEO *
GIONATA PICCHIO *
[*«Staffetta Quotidiana», magazine specializzato in tematiche energetiche]
Non sarebbe il Veneto il vero vincitore nella bizzarra vicenda del bonus benzina per la Basilicata bloccato dal Tar Lazio, ma il ministro dell’economia Giulio Tremonti. La Regione del Nord Est ha presentato il ricorso e ottenuto la sospensiva. Ma è tutt’altro che chiaro se e in che misura riuscirà a beneficiare dei fondi royalty.
Ad oggi invece, nelle more di un ricorso «urgente» annunciato dal governo (ma a non ancora presentato, per quanto al Ministero dello Sviluppo Economico si stiano dando un gran da fare) i 38,5 milioni derivanti dall’aumento del 3% delle royalty sull’estrazione di petrolio e gas si trovano nelle casse del ministero dell’Economia. E lì rischiano di restare. Spieghiamo perché. Il primo aspetto riguarda il contenzioso: per Tar e Consiglio di Stato sbrogliare la matassa potrebbe non essere semplice e sicuramente richiederà tempo. È vero, infatti, che il legislatore si è dimenticato di inserire nella legge 99/09 un’apposita royalty in capo al rigassificatore veneto di Porto Viro (Rovigo), l’unico con le caratteristiche previste dalla legge. Per questo finora alla Regione del Nord Est non è andato nulla, cosa che ha fatto imbestialire la Giunta di Luca Zaia.
Tuttavia l’art. 45 attribuisce il gettito delle royalty anche ai veneti ed è una legge dello Stato. I giudici amministrativi dovranno tenerne conto e la decisione ultima pare tutt’altro che scontata, così come i tempi di conclusione dei diversi gradi di giudizio. Secondo punto: il ministero dell’Economia può tenersi i soldi, magari per destinarli a uno dei tanti capitoli doloranti del Bilancio? Una legge destina quelle risorse a un uso molto preciso, ridurre i costi del pieno ai lucani e agli abitanti di altre sei regioni, quindi in teoria no. Di fatto però qualcosa del genere è già successo, e in più di un'occasione.

Due esempi per tutti. Primo: nel 2004 e nel 2005, con Tremonti al ministero dell’Economia, le leggi finanziarie hanno dirottato sul Bilancio dello Stato complessivi 135 milioni di euro di fondi destinati allo smantellamento delle vecchie centrali nucleari italiane. Soldi pagati in bolletta dai consumatori elettrici italiani per uno scopo e poi prelevati per un altro.
Altro esempio: a fine 2006 il governo Prodi ha introdotto un programma pubblico di finanziamenti alla ricerca, il cosiddetto progetto Industria 2015. Dotazione iniziale 990 milioni. Bene, a marzo 2010 il sottosegretario allo Sviluppo economico Stefano Saglia ammetteva in Parlamento che, tra la legislatura attuale e la precedente (in questo caso il dirottamento è stato bipartisan), 344 mln avevano preso il volo, «prelevati» dal Tesoro per scopi vari tra cui il salvataggio di Alitalia. A ciò va aggiunto che nell’ultima legge di Stabilità (l’ex-Finanziaria) è stato espressamente previsto che i fondi inutilizzati a fine anno tornino nella disponibilità del ministero del Tesoro, che può decidere se riassegnarli allo scopo per cui erano destinati o incamerali.

La gravità dei tempi è ormai nota a tutti come è risaputa la fame di entrate del Tesoro. Dicembre 2011 quindi diventa una data barriera entro cui l’impasse deve essere superato, verosimilmente per via politica vista l’incompletezza normativa che caratterizza la questione veneta e perché, in ogni caso, non ci sarebbe royalty, economicamente compatibile con il funzionamento del rigassificatore, che possa garantire qualche euro a tutti i Veneti, che sono molto più numerosi dei lucani. Del resto, la scelta di prevedere il sistema delle card solo per la Basilicata è stata presa proprio perché solo per Lucania l’ammontare delle royalty sarebbe stato in grado di assicurare un vantaggio tangibile e diretto per gli abitanti. Quest’ultimi, anche se un po’ delusi per l’ammontare del bonus, si sono messi pazientemente e numerosamente in fila presso gli uffici postali, tanto che spesso sono stati predisposti degli appositi sportelli. Ora, se si tiene conto che solo per fare una richiesta – oggi che gli impiegati delle poste hanno preso sufficiente dimestichezza con le carte – sono necessari (almeno) dieci di minuti che moltiplicati per i beneficiari della tessera (più di 350 mila) fanno una montagna di tempo. E sarebbe davvero un peccato – per tutti – se franasse nel nulla.
09 Agosto 2011

Parma, padania. Invasi, dalla Regione 10,2 miloni di incentivi
Sono in arrivo 10,2 milioni di euro per la realizzazione e il potenziamento di invasi per la raccolta dell’acqua da destinare all’irrigazione e agli allevamenti. Li ha messi a disposizione la Giunta regionale che ha approvato il Programma operativo della misura 125 «Infrastrutture connesse allo sviluppo ed all’adeguamento dell’agricoltura e della silvicoltura» rivolto ad aggregazioni di agricoltori.
 «Il programma - spiega il consigliere regionale Gabriele Ferrari - prevede l’erogazione di incentivi a fronte di investimenti per la realizzazione e il potenziamento di invasi di accumulo idrico ad indirizzo plurimo e delle reti di distribuzione». Le domande possono essere presentate entro il 18 novembre da Consorzi costituiti da almeno 20 imprese.
Gli invasi di raccolta delle acque devono avere carattere interaziendale, al servizio delle imprese agricole aderenti al consorzio, e una dimensione compresa tra 50 mila e 250 mila metri cubi. Gli investimenti ammessi potranno avere una dimensione finanziaria tra 100 mila e 1 milione di euro. L’aiuto sarà concesso sottoforma di contributo in conto capitale e potrà coprire fino al 70% del totale della spesa. «Sarà riconosciuta la precedenza assoluta ai progetti al servizio di territori collinari e montani - specifica Ferrari -; avranno priorità i progetti che coinvolgono un più ampio numero di imprese, oltre il livello minimo, ma anche la maggior estensione delle superfici asservite o la realizzazione ex novo di invasi con relative reti di adduzione».

Parma, padania. Pomodoro da industria, la campagna è iniziata: raccolto il 20% della produzione totale
E' iniziata con una settimana d’anticipo rispetto all’anno scorso la campagna del pomodoro da industria e ad oggi il prodotto raccolto è circa il 20% della produzione complessiva. La produzione risulta in calo rispetto all’anno precedente, ma il pomodoro ha un elevato tenore zuccherino ed è quindi di migliore qualità. Le superfici agricole coltivate a pomodoro sono diminuite rispetto allo scorso anno di circa l’8,5%. Una tendenza che si riscontra in tutta Europa, in Portogallo con una diminuzione del 22% e in Spagna con un calo del 19%, mentre in Cina la coltivazione incrementa dell’11%.

L'andamento della campagna è stato analizzato nella mattina, nel corso della visita dell’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni ad alcune aziende agricole e di trasformazione del pomodoro da industria della provincia di Parma. «Anche a fronte del calo di produzione - ha spiegato l'assessore - l'Emilia-Romagna mantiene a livello nazionale il 35% di prodotto coltivato e trasformato e si conferma come il principale distretto italiano ed europeo, dal punto di vista della qualità, oltre che della quantità. Buoni frutti sta dando la coesione tra produttori agricoli e trasformatori industriali, una una sinergia che avrà il suo ulteriore suggello nel nascente Organismo Interprofessionale del pomodoro da industria, attivato a breve sulla base di una specifica legge regionale. La coesione si dimostra vincente soprattutto ora, a fronte di una concorrenza internazionale sempre più agguerrita sui costi di produzione, e deve essere indirizzata a mettere in valore la qualità organolettica delle produzioni, l’innovazione varietale e il rispetto delle risorse ambientali: i produttori agricoli stanno affrontando con determinazione le sfide del mercato e il venir meno degli aiuti europei accoppiati, e chiedono tuttavia all’Europa di confermare anche per gli anni futuri l'Organizzazione comune di Mercato (Ocm) e i relativi finanziamenti ai piani operativi che hanno fin qui favorito la modernizzazione del comparto - ha concluso Rabboni -. A questo proposito nel corso del prossimo autunno, assieme al presidente dell’associazione del distretto del pomodoro da industria, Pierluigi Ferrari, promuoverò un momento di riflessione e di proposta con i rappresentanti della filiera produttiva e dei diversi livelli istituzionali».

Nessun commento: