venerdì 16 settembre 2011

Federali.mattino_16.9.11. Secondo Barclays è improbabile che l'Italia centri l'obiettivo entro il 2013 senza un ulteriore correzione di rotta. La stessa Credit Suisse, in un recente dossier, ha sottolineato come oggi l'Italia, a differenza del 1992, non disponga della leva del cambio della svalutazione e della politica monetaria sui tassi guida per rilanciare la crescita.----Bozen. È inaccettabile - ha detto Stocker - che si accusi la popolazione dell'Alto Adige di avere un comportamento discriminatorio nei loro confornti, quando in questa terra trovano lavoro, una case, e tutele inimmaginabili in altri parti d'Italia.----In Veneto, propone quindi Tomat, le associazioni imprenditoriali, le organizzazioni sindacali e la stessa Regione debbono provare a costruire - utilizzando tutte le leve che ognuno può ancora manovrare - un Patto che salvaguardi il nostro sistema socio-economico territoriale, adottando comportamenti, azioni e politiche che accompagnino ed agevolino le trasformazioni, riducano i costi sociali e creino le condizioni per tornare crescere riguadagnando competitività.

Il cardinale Romeo ai cantieri navali Agli operai: «Non perdete la speranza»
Caserta. Municipale, nasce una Squadra speciale
Depositata la sentenza su Pomigliano «Nessun divieto legale al contratto Fiat»
"Gli italiani lavorano di più e prendono meno"
Venezia, padania. «La politica romana è sorda, serve un patto che salvaguardi il Veneto»
Bozen, oltrepadania. Legge immigrazione: il consigliere litiga con i manifestanti
Marcegaglia a parti sociali, nuovo patto
Avanza lo spettro della manovra tris. Dubbi di Barclays sul pareggio di bilancio nel 2013
Grecia: ministro Finanze, Paese verso quarto anno di recessione


Il cardinale Romeo ai cantieri navali Agli operai: «Non perdete la speranza»
La statua della Madonna portata dentro lo stabilimento
e sistemata accanto all'altare allestito nel capannone dove vengono prefabbricate le sezioni delle navi
PALERMO - «Anch'io, come Padre e Pastore di questa nobile chiesa, giungo in mezzo a voi con emozione e trepidazione, sapendo di incontrarvi proprio dove sono puntati gli occhi di quanti vivono con angoscia l'incertezza del loro futuro di lavoro in cui impegnarsi con responsabilità e con onestà». Così questa mattina, l'arcivescovo di Palermo, cardinale Paolo Romeo si è rivolto agli operai dei Cantieri Navali in occasione della festa di Maria SS Addolorata al molo. Il fercolo con il simulacro della Madonna in processione ha fatto tappa negli stabilimenti palermitani.
«Questa sosta dell'Addolorata», ha aggiunto il cardinale, «oggi assume anche un valore particolare. Maria sosta presso la croce di Gesù, accanto alla sofferenza del suo figlio, senza mai abbandonarlo. È impotente dinanzi al dramma che si sta consumando sul Calvario, ma è presente. E fa sentire anche in quel drammatico momento tutto il suo amore, incondizionato, pieno, generoso e commosso. La sua presenza dà sostegno al sacrificio del figlio che sigilla con il suo sangue la nuova ed eterna alleanza. È proprio così anche per noi, carissimi fratelli e sorelle! Maria sosta ancora una volta in questo luogo, accanto alla sofferenza di tutti quegli operai che oggi trepidano per il loro futuro lavorativo, accanto ai giovani che vedono mortificata la loro capacità di creare una famiglia, accanto al rischio e alla realtà di nuove povertà che generano emarginazione e sconforto, che ledono e offendono l'uomo nella sua dignità».

La statua della Madonna Addolorata, accolta al suono di una sirena in segno di devozione, è stata portata dentro lo stabilimento e sistemata accanto all'altare allestito all'interno del capannone dove vengono prefabbricate le sezioni delle navi. Tra i fedeli insieme alle tute blu di Fincantieri ci sono le loro famiglie e molti bambini. Presenti anche il direttore dello stabilimento Raffaele D'Avassi, il vicesindaco di Palermo Pippo Enea, il Presidente del consiglio provinciale Maurizio Tricoli e l'ammiraglio Carpinteri della Capitaneria di Porto. A tutti i presenti il cardinale Romeo ha rivolto un invito alla speranza: «Maria - ha sottolineato - ci invita a metter mano tutti ad una grande dose di ottimismo che per noi cristiani è una speranza nutrita del nostro agire concretamente orientato al bene. Dall'altra parte, mi piace pensare che proprio lei, da donna operosa e madre di famiglia, chiede oggi che da tutte le parti si moltiplichino gli sforzi di quanti hanno responsabilità istituzionali per attivare soluzioni concrete che ricerchino il bene e la dignità di voi lavoratori, e che dunque ricerchino il bene e la dignità della nostra Città!».
Val. Cat.

Caserta. Municipale, nasce una Squadra speciale
Sis è il nome del nucleo ispettivo dei vigili urbani, 12 elementi scelti per la sicurezza: in servizio anche di notte
CASERTA — Si chiamerà «SIS», ovvero Squadra Ispettiva Speciale, e sarà un corpo a sé del Comando di Polizia Municipale di Caserta con il compito, anche in borghese, di garantire la sicurezza in città. Il sindaco Pio Del Gaudio, di concerto con il comando di Polizia Municipale (diretto dal tenente Alberto Negro) e con l'assessore alla mobilità Enzo Ferraro, ci sta lavorando da un po' e qualcosa aveva già anticipato al Corriere del Mezzogiorno quando, a proposito della presenza di senzatetto nel Macrico, aveva parlato di potenziamento della sicurezza del territorio. E, ancora, se ne era parlato nella recente conferenza stampa a proposito di ztl e di videosorveglianza: «I Vigili non possono fare "i cani da guardia" — aveva detto in quell'occasione Del Gaudio — è anche dequalificante, stiamo invece lavorando per ridare più dignità a questo corpo e presto presenteremo tutte le novità».

A CAPO UN UFFICIALE DI POLIZIA - Ed è ecco che a breve arriverà il «SIS». Una squadra operativa di Vigili urbani, coordinati da un ufficiale di Polizia giudiziaria, che avrà il compito di difendere il rispetto del bene comune e di fronteggiare ogni tipo di emergenza che, ad eccezione dell'ordine pubblico di competenza delle autorità di pubblica sicurezza, possa comunque turbare la serenità dei casertani. Sicurezza, insomma, in senso lato ed in senso ampio. La squadra speciale sarà operativa ventiquattro ore su ventiquattro, pronta ad intervenire a chiamata ma soprattutto finalizzata ad effettuare un controllo costante del territorio. Così gli agenti di Polizia municipale che ne faranno parte, saranno in giro per le strade cittadine e nelle piazze, di giorno e in notturna per verificare che nulla urti la tranquillità e la sicurezza dei cittadini. Previste anche «ronde» in borghese: una iniziativa in parte già sperimentata qualche mese fa quando gli uomini della Polizia Municipale sono usciti più di una volta, e anche in borghese, durante i week end, e anche accompagnati dall'assessore Ferraro, per tenere sotto controllo la vivace movida casertana.

DOTAZIONE SPECIALE - Squadra speciale e, dunque, anche dotazione speciale. Nessuno pensi ai discussi e discutibili manganelli sperimentati altrove: stiamo parlando solo di più potenti e utili mezzi per il controllo del territorio. Intenzione del sindaco, infatti, è quello di rivedere il vetusto parco macchine presente e dotare la Polizia Municipale, ed in particolare la «SIS», di veloci e scattanti motociclette. Entro oggi gli uomini del tenente Negro dovranno decidere se aderire alla Squadra Ispettiva Speciale; il modulo di adesione è stato consegnato a tutti componenti del Comando, ma solo una decina (forse una dozzina) saranno i prescelti per partecipare al corpo speciale di caschi bianchi. Quando tutto sarà pronto, Del Gaudio, Ferraro e Negro, presenteranno in conferenza stampa in maniera ufficiale e completa di ogni dettaglio di compiti e poteri, la nuova Squadra Ispettiva Speciale: la «SIS» di Caserta.
Antonella Palermo

Depositata la sentenza su Pomigliano «Nessun divieto legale al contratto Fiat»
Il giudice del lavoro Vincenzo Ciocchetti l'ha consegnata personalmente alle parti, i legali di Fiom e Lingotto
NAPOLI - Depositata la sentenza, emessa a luglio, sul contratto ad hoc pensato da Fiat. per lo stabilimento di Pomigliano. «Non esiste alcun divieto legale alla stipula di simili tipi di contratto» ha scritto il giudice Vincenzo Ciocchetti della sezione lavoro del Tribunale di Torino riferendosi all'accordo per Fabbrica Italia, al di fuori del contratto collettivo nazionale. Accordo fortemente voluto da Sergio Marchionne e che rappresenta invece la pietra dello scandalo per i sindacalisti della Fiom, ricorrenti in giudizio contro Fiat. È stato lo stesso giudice a consegnare di persona la sentenza alle parti in causa, ovvero i legali del gruppo Fiat e della Fiom-Cgil. Ricordiamo che il giudice ha sì riconosciuto la validità dell'accordo per Fabbrica Italia Pomigliano ma, allo stesso tempo, ha anche dichiarato antisindacale il comportamento della Fiat, ordinando la riammissione della Fiom all'interno delle rappresentanze sindacali dell'azienda.

FIOM DA «RIAMMETTERE» IN AZIENDA - Gli effetti della condotta antisindacale della Fiat, infatti, possono essere riparati applicando non l'accordo interconfederale sulle Rsu del 20 dicembre 1993, ma «il sistema della rappresentanza della Rsa di cui all'articolo 19 dello Statuto dei Lavoratori» scrive il giudice Ciocchetti. «Dovendosi riconoscere una rappresentanza al sindacato ricorrente per porre rimedio all'acclarata antisindacalità, la statuizione idonea non può essere altra da quella di parificare i diritti dell'organizzazione sindacale ricorrente (la Fiom, ndr) con quelli delle altre organizzazioni, legittimando così la sua presenza in azienda».

«NEUTRALITA' DEL DATORE DI LAVORO» - «Il datore di lavoro deve mantenere un atteggiamento di neutralità rispetto alle scelte di tutti i sindacati con cui tratta», afferma ancora Ciocchetti in merito alla rappresentanza sindacale. E quando si verificano situazioni di «lacerazione dell'unità sindacale», come quella che ha caratterizzato la vicenda Pomigliano, «è senza dubbio preciso dovere del datore di rispettare le scelte» dei diversi sindacati «senza schierarsi in favore di alcuno di essi».

«CONTRATTO IDONEO» - Detto questo, il giudice del lavoro ribadisce che «il contratto sottoscritto il 29 dicembre 2010 è senza dubbio idoneo, per l'ampiezza della sua regolamentazione, a definire e regolare i rapporti di lavoro di tutti i dipendenti che operano e in prospettiva opereranno alle dipendenze di Fabbrica Italia Pomigliano spa».

GLI AVVOCATI DEL LINGOTTO - Il collegio di difesa della Fiat (che numericamente era inferiore di 2 unità a quello schierato da Fiom: sette) ha così commentato la sentenza: «È stato messo in evidenza come gli accordi di Pomigliano sono idonei a sostituire integralmente il Contratto collettivo nazionale di lavoro metalmeccanico e ciò -anche nell'ipotesi, peraltro esclusa, di operatività dell'art. 2112 del Codice Civile». Secondo i legali del Lingotto «l'essenza della motivazione» della sentenza si coglie nel passaggio in cui si afferma che «è certo che il sistema di regole delineato dagli accordi 29 dicembre 2010 e 17 febbraio 2011 è l'unico esistente a Pomigliano, che Fiom lo riconosca o meno, dal momento che non ve n'è un altro e che il rapporto di forza tra tutte le parti protagoniste della vicenda porta a questo risultato, convalidato anche dal referendum; risultato rispetto al quale appare del tutto ininfluente l'adesione o meno di Fiom. Con la conseguenza che tutti i lavoratori che operano e opereranno nella nuova società alle dipendenze di Fabbrica Italia Pomigliano saranno a tali regole assoggettati».
Al. Ch.

"Gli italiani lavorano di più e prendono meno"
 Il nostro Paese detiene un doppio record fra gli stati del G7
In base ai dati dell'Ocse, le nostre retribuzioni 'reali' sono le più basse a fronte di un monte ore che è uguale solo a quello degli Stati Uniti, ma superiore alle 'formiche' giapponesi e nettamente più alto dei colleghi francesi
Roma, 15 settembre 2011 - Sono quelli che lavorano di più, ma anche quelli con le retribuzioni più basse. E’ un doppio record nel G7, quello che spetta ai lavoratori italiani, in base ai dati dell’Ocse, proposti nel rapporto 2011 sull’occupazione, presentato oggi a Parigi.
Rispetto ai colleghi degli altri paesi del G7, infatti, i lavoratori italiani - a parità di potere d’acquisto - hanno ottenuto nel 2010 una retribuzione media di 32.657 dollari, notevolmente meno di tedeschi e francesi (entrambi oltre 38 mila dollari) e lontanissimi da canadesi (41.961 dollari), britannici (44.008) e americani (52.607). Solo i giapponesi, con una media di 33.900 dollari (ma una retribuzione ‘reale’ di 47.398 dollari) si avvicinano agli italiani, che al contrario dominano la classifica delle ore realmente lavorate.
In questo caso infatti, il dato del nostro Paese è esattamente identico a quello Usa (1778 ore l’anno) ma di molto superiore a quello degli altri membri del G7. Superate le ‘formiche’ giapponesi (ferme a 1733 ore), i lavoratori italiani distaccano canadesi (1702), britannici (1647) e francesi (1562).
In fondo alla classifica, i tedeschi, con 1419 ore effettivamente lavorate. Più degli italiani, a livello Ocse, lavorano solo polacchi, cechi, estoni, ungheresi, cileni, greci, messicani e turchi. Oltre ai recordman, i sud-coreani, irraggiungibili con 2.193 ore l’anno. Da questa statistica, comunque, emerge la progressiva e generalizzata riduzione in tutte le principali economie: infatti, se nel 1994 i lavoratori di Seul toccavano quota 2640 ore (+447) i ‘pigri’ tedeschi sgobbavano in media 128 ore in più l’anno. Per gli italiani, invece, la riduzione e’ stata appena di 79 ore.

Venezia, padania. «La politica romana è sorda, serve un patto che salvaguardi il Veneto»
L'attacco di Tomat (Confindustria): nessuna misura strutturale, solo tagli agli enti locali. Mancanza di credibilità del governo e del parlamento
VENEZIA - «Se scattassimo un'istantanea del Paese potremmo così sintetizzare: consumi delle famiglie fermi, investimenti stagnanti, mercato del lavoro pericolosamente bloccato». È il giudizio sulla manovra del presidente di Confindustria Veneto Andrea Tomat, che propone un patto tra tutte le forze economiche e istituzionali per salvaguardare la Regione. «La manovra - sostiene - è per due terzi nuove entrate, e quindi tasse, e solo per un terzo tagli; manca totalmente un disegno di riforme strutturali, che dia una prospettiva credibile ai sacrifici che siamo chiamati a fare. Ai dieci anni perduti, rinviando di volta in volta ogni riforma - aggiunge - se ne sono aggiunti altri tre. Il reddito degli italiani nel frattempo - rispetto alla media europea - è passato dal 107% nel 1996 al 93% nel 2012». I pochi tagli adottati dalla manovra, rileva il presidente veneto di Confindustria, vanno a penalizzare (nella prospettiva 2012-2014) soprattutto le Regioni, «rispetto ad altri enti locali di cui a più riprese è stata chiesta, a ragion veduta, l'abolizione. Allo stesso tempo - continua - si lasciano intatte le spese della sanità (che peraltro condiziona pesantemente i bilanci regionali) e le spese per la previdenza che crescono del 4,3% l'anno».
Ora le Regioni, sottolinea, per mantenere una pur ridotta capacità di spesa, si rivarranno aumentando l'Irap e l'addizionale Irpef: «Questa è una delle conseguenze inique della manovra». Duro il giudizio di Tomat: «Appaiono evidenti la miopia delle scelte, la mancanza di credibilità e l'incapacità della Politica, del governo e del parlamento di incidere sui veri nodi del Paese, di proporre e motivare un patto di sacrifici e di rilancio, trasparente ed equo, per tutti gli italiani, al fine di riportare il debito pubblico al di sotto del 100% del Pil». Secondo Tomat, «purtroppo la politica romana» continua a dimostrarsi sorda agli appelli che accomunano tutte le categorie sociali, annichilita e incapace di reazione, inadeguata rispetto alla portata dei problemi, tutta intenta a difendere privilegi e posizioni mentre tutto intorno crolla. La difficile situazione che Regioni e Comuni si trovano ad affrontare richiama con forza la necessità di avere maggiore autonomia nelle decisioni di spesa così come nell'utilizzo delle risorse«. In Veneto, propone quindi Tomat, le associazioni imprenditoriali, le organizzazioni sindacali e la stessa Regione «debbono provare a costruire - utilizzando tutte le leve che ognuno può ancora manovrare - un Patto che salvaguardi il nostro sistema socio-economico territoriale, adottando comportamenti, azioni e politiche che accompagnino ed agevolino le trasformazioni, riducano i costi sociali e creino le condizioni per tornare crescere riguadagnando competitività«. (Ansa)

Bozen, oltrepadania. Legge immigrazione: il consigliere litiga con i manifestanti
BOLZANO. E' iniziato in Consiglio provinciale l'esame della legge sull'Integrazione delle cittadine e dei cittadini stranieri. Nel presentarlo, l'assessore Roberto Bizzo ha spiegato che, essendo anche in provincia l'immigrazione un fenomeno crescente, con 39.000 stranieri da 126 Paesi del mondo risultanti al dicembre 2009, pari al 7,8%, diventa prioritario adottare adeguate politiche di inclusione sociale ed economica dei cittadini stranieri, per favorire lo sviluppo dell'economia locale e del territorio, nonchè un'armonica coesione sociale tra cittadini stranieri e popolazione locale. Davanti al palazzo del consiglio la protesta della rete dei senza voce, che ritiene la legge non adeguata alla tutela dei diritti degli stranieri. Vivace il battibecco con il consigliere dei Freiheitlichen Sigmar Stocker che accusato i manifestanti di "sputare nel piatto dove mangiano". «È inaccettabile - ha detto Stocker - che si accusi la popolazione dell'Alto Adige di avere un comportamento discriminatorio nei loro confornti, quando in questa terra trovano lavoro, una case, e tutele inimmaginabili in altri parti d'Italia». Questo disegno di legge - spiega Bizzo - crea un quadro di riferimento normativo chiaro che indica diritti, doveri e opportunità per tutti i cittadini stranieri che vivono in Alto Adige, in modo da perseguire l'obiettivo dell'integrazione, "intesa come processo graduale e reciproco di affermazione, riconoscimento e condivisione da parte dei cittadini stranieri e della società locale, degli stessi valori fondamentali della democrazia, nel rispetto dei diritti e doveri
di tutti i cittadini, del valore della vita umana e dell'infanzia, della libertà e
dignità della persona". La norma, ha spiegato ancora Bizzo, prefiggendosi di "promuovere ed esigere", mira alla conoscenza delle due principali lingue e della cultura locale, al governo del fenomeno migratorio della manodopera, alla gradualità verso la parità di accesso alle prestazioni sociali. Essa introduce inoltre, accanto al Servizio provinciale di coordinamento immigrazione, già esistente presso la Ripartizione Lavoro, un programma pluriennale sull'immigrazione, il Centro di tutela contro le discriminazioni e la Consulta provinciale per gli immigrati. Prevedeva inoltre alcune misure promozionali e aggiuntive rispetto al quadro normativo nazionale, finalizzate a valorizzare l'informazione e l'orientamento, la formazione, anche linguistica, dei cittadini stranieri, atte a facilitarne un'effettiva integrazione; sanciva infine determinati principi per l'accesso all'offerta dei servizi. 15 settembre 2011

Marcegaglia a parti sociali, nuovo patto
Non e' piu' il momento di tutelare se stessi
15 settembre, 15:39
(ANSA) - ROMA, 15 SET - Tra parti sociali, dice la leader degli industriali Emma Marcegaglia, ''stiamo cercando di lavorare, abbiamo fatto l'accordo del 28 giugno dopo anni di separatezza, anche con la Cgil c'e' passo importante in avanti''. E, aggiunge, ''vogliamo adesso riprovare a mettere insieme molto seriamente un patto sociale''. E' necessario, spiega la presidente di Confindustria, perche' ''qui o ci salviamo tutti o non credo sia piu' il momento di tutelare se stessi''.

Avanza lo spettro della manovra tris. Dubbi di Barclays sul pareggio di bilancio nel 2013
La manovra bis è fresca di approvazione, pronta per la «Gazzetta Ufficiale», ma già all'estero alcune voci si levano per chiedere la manovra tris. Stamattina il Commissario Ue agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, ha auspicato «ulteriori liberalizzazioni, in particolare nei servizi pubblici locali e nelle professioni», sperando che «l'Italia continui su questo doppio binario, del consolidamento di bilancio e dello stimolo alla crescita». Ma quel che più suscita perplessità è la possibilità dell'Italia di raggiungere il pareggio nel 2013, come ha sottolineato un report di Barclays diffuso oggi, con stime di crescita continuamente riviste al ribasso (l'ultimo "taglio" è stato quello di Confindustria). Secondo Barclays è improbabile che l'Italia centri l'obiettivo entro il 2013 senza un ulteriore correzione di rotta. La stessa Credit Suisse, in un recente dossier, ha sottolineato come oggi l'Italia, a differenza del 1992, non disponga della leva del cambio della svalutazione e della politica monetaria sui tassi guida per rilanciare la crescita.
 15 settembre 2011

Grecia: ministro Finanze, Paese verso quarto anno di recessione
La Grecia può aspettarsi il quarto anno di recessione. Lo ha dichiarato il ministro delle Finanze greco, Evangelos Venizelos, attaccando il partito del centro-destra Nuova Democrazia per i loro irrealistici propositi di promuovere la crescita economica. Nel 2011 la Grecia ha visto una recessione del 5,3% ben più alta della previsione del 3,9%. Nel suo discorso il ministro ha sottolineato che non ha alcuna intenzione di rivedere i target del budget. In merito all'introduzione della tassa sulla proprietà, il ministro ha affermato che "essa aggraverà solo lievemente la recessione", mentre l'eventuale introduzione di altre forme di imposizione indiretta potrà aggravare molto di più lo status economico del Paese.

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