sabato 8 ottobre 2011

Federali.mattino_8.10.11. Veneto, padania. Tra le leggi proprio definanziate da almeno quattro anni ci sono quelle che dovevano dare risorse per prodotti agricoli e per la produzione di carni di qualità. Ma c'è anche la legge che offriva contributi per chi non riesce a pagarsi il riscaldamento d'inverno tema socialmente rilevante - e anche quella per pagare l'assicurazione alle organizzazioni del volontariato. Niente soldi da anni neanche per la legge del '94 che deve finanziare gli enti locali che impiegano in lavori socialmente utili persone in cassa integrazione o in mobilità, o anche per l'acquisto di scuolabus per materne-elementari. E ancora: niente soldi per la legge che dal 2003 voleva far nascere un "Centro di produzione veneto" per far sorgere una sorta di cinecittà regionale, mentre risulta di fatto azzerato da anni anche il fondo per ricomposizioni ambientali di cave esaurite-abbandonate.----Anche in questa occasione, come già accaduto per i fondi Fas, Nichi si rivolge innanzitutto al ministro Raffaele Fitto, dopo la ritrovata complicità nel nome della Puglia. Il mio appello al Ministro Fitto è di costituire insieme un’altra pagina di buona politica al servizio della nostra regione. Il clima di collaborazione istituzionale che si è creato - dice - è molto importante.

Vendola chiama Fitto per le deroghe alle Asl
Venezia, padania. 52 leggi della Regione sono senza un euro da anni
Confindustria: veneti candidano Riello
Bozen, oltrepadania. Cartelli, Durnwalder alza il prezzo
Fitch taglia rating Italia ad A+
Fitch: Saccomanni, agenzie come branco
Federalimentare, Germania primo mercato export Made in Italy
La Germania investe sulla Grecia, ma la gente protesta


Vendola chiama Fitto per le deroghe alle Asl
di BEPI MARTELLOTTA
BARI - L’ecatombe va evitata, «dobbiamo decidere se il sistema sanitario pugliese può vivere o meno». Nichi Vendola alza il velo sul collasso cui sembrano condannati gli ospedali pugliesi e conferma l’invio della lettera ai tre ministeri (Affari regionali, Economia e Salute), preposti al piano di rientro, in cui chiede le deroghe per i 530 medici stabilizzati che rischiano di tornare precari.
Anche in questa occasione, come già accaduto per i fondi Fas, Nichi si rivolge innanzitutto al ministro Raffaele Fitto, dopo la ritrovata «complicità» nel nome della Puglia. «Il mio appello al Ministro Fitto è di costituire insieme un’altra pagina di buona politica al servizio della nostra regione. Il clima di collaborazione istituzionale che si è creato - dice - è molto importante. Oggi abbiamo bisogno che anche sulle questioni della sanità si possa sviluppare questo dialogo». Basta, dunque, col «ping pong polemico sulle responsabilità passate e presenti», ora occorre «rapidamente arrivare ad ottenere la deroga per lo sblocco del turn over e serenamente procedere a quella re-ingegnerizzazione del sistema sanitario che noi con serietà abbiamo perseguito». I conti sono a posto, le verifiche sui tagli e gli adempimenti del piano di rientro procedono bene, a giorni è atteso lo sblocco dei circa 400 milioni «congelati» a Roma. Quello che ancora non si è risolto, dice, è la carenza strutturale di personale («la Puglia ha mancanti all’appello 20mila unità, tra medici ed infermieri: è un esercito troppo magro»). Tale situazione «oggi è aggravata dagli affetti di alcune norme della legge finanziaria, interpretative di sentenze della Corte Costituzionale, che ci mettono in una situazione terribile: il rischio è di dover licenziare svariate centinaia di medici e dirigenti sanitari mentre è in atto il blocco del turn over. Si tratta del rischio concreto del collasso del sistema: vanno fuori dai ranghi anestesisti, pneumologi, cardiologi, figure mediche fondamentali». Insomma, la deroga è necessaria pena quello che il manager di Bari Colasanto ha pre-annunciato: l’interruzione di pubblico servizio.
Nelle lettera Vendola ricorda che i concorsi per 7mila unità svolti negli ultimi anni hanno subito una battuta d’arresto con il piano e le bocciature della Consulta. Ma specifica anche cosa sta accadendo nei reparti pugliesi a seguito dei tagli previsti dal piano: il personale medico degli ospedali disattivati non può essere riutilizzato «se non nelle stesse discipline presenti negli ospedali disattivati», così come gli infermieri degli ospedali dismessi vengono reimpiegati «per garantire l’assistenza territoriale negli ambiti di riferimento» di quegli ospedali. Dunque, anche la copertura dei posti vacanti nelle varie discipline, alla luce delle nuove piante organiche, seppur consentita dalle norme resta lettera morta.
«È singolare che il governatore della Puglia si rivolga al ministro Fitto quando - dice Tato Greco (Ppdt) - per stessa ammissione dei vertici delle Asl le piante organiche non sono aggiornate, né sono state adeguate ai tagli di ospedali e reparti previsti dal piano di riordino». «Oggi Vendola si rivolge al Governo chiedendo aiuto, ma non basta. Deve intervenire - dice Domi Lanzillotta (Pdl) - sul controllo delle spese delle Asl». L’affondo, però, arriva da 11 senatori del Pdl guidati da Luigi D’Ambrosio Lettieri (ci sono anche Amoruso e Saccomanno) con un’interrogazione ai ministri Nitto Palma e Fazio. La chiusura delle indagini sulla sanitopoli pugliese «potrebbe configurare il reato di concussione di cui all'art. 317 del codice penale» anche a carico del governatore che, dicono, avrebbe avuto frequenti contatti con il sindaco di Bari e un esponente di rilievo del Pd «finalizzati a intervenire sulle nomine dei dirigenti delle Asl». Per questo «si faccia al più presto chiarezza sull’entità dei danni apportati da questa cattiva gestione, sulle reali
06 Ottobre 2011

Venezia, padania. 52 leggi della Regione sono senza un euro da anni
Interventi sociali, aiuti a piccole imprese e altro «Ma molte sono superate e ora vanno eliminate»
VENEZIA
Sorpresa: ci sono ben 52 leggi "di spesa" della Regione Veneto - più di una su dieci del totale delle 427 norme in vigore (escluse le finanziarie) che prevedono impegno di risorse della Regione - che già da circa quattro anni anni, quindi da prima della stessa crisi economica, non vengono più finanziate con nemmeno un euro. E ce ne sono altre 43 che invece sono state finanziate solo in modo parziale.
È il sorprendente quadro elaborato in tre mesi di lavoro dai tecnici dell' "Osservatorio sulla spesa regionale" (Gabriele Frollo, Carlo Simionato e Matteo Colombo) che è stato divulgato ieri dal vicepresidente del Consiglio regionale Franco Bonfante (Pd), affiancato dal presidente della commissione "Affari istituzionali" Costantino Toniolo (Pdl).
In molti casi, spiega Bonfante, si tratta ora di verificare se a restare a "zero euro" sono leggi ormai superate da altre scelte della Regione, per cui il primo lavoro da fare è quello di una semplificazione che spetterà in primi, appunto, alla commissione di Toniolo. E c'è un secondo aspetto su cui si concentra Bonfante, che è vicepresidente di espressione delle minoranze, e cioè che si tratti in molti casi anche di leggi-bandiera approvate solo per ottenere attenzione da giornali e tv (molte addirittura votate solo in commissione e mai giunte in aula).
Ma sottolinea che ci sono anche leggi che è ben difficile definire "inutili". Tra le leggi proprio definanziate da almeno quattro anni ci sono quelle che dovevano dare risorse per prodotti agricoli e per la produzione di carni di qualità. Ma c'è anche la legge che offriva contributi per chi non riesce a pagarsi il riscaldamento d'inverno tema socialmente rilevante - e anche quella per pagare l'assicurazione alle organizzazioni del volontariato. Niente soldi da anni neanche per la legge del '94 che deve finanziare gli enti locali che impiegano in lavori socialmente utili persone in cassa integrazione o in mobilità, o anche per l'acquisto di scuolabus per materne-elementari. E ancora: niente soldi per la legge che dal 2003 voleva far nascere un "Centro di produzione veneto" per far sorgere una sorta di cinecittà regionale, mentre risulta di fatto azzerato da anni anche il fondo per ricomposizioni ambientali di cave esaurite-abbandonate.
In generale, tra le 52 leggi di spesa interamente non finanziate quasi una su cinque riguarda il settore della cultura e una su sei quello della mobilità, e poi appunto ci sono interventi sociali, sviluppo delle piccole-medie imprese e agricoltura. Ma proprio le piccole e medie imprese (specie quelle agricole) figurano penalizzate anche a causa delle 43 leggi di spesa finanziate solo in parte. Tra gli altri casi, interventi anti-smog nelle città e per interventi degli enti locali per la sicurezza dei centri abitati.P.E.

Confindustria: veneti candidano Riello
Per comitato esecutivo puo' ben rappresentare totalita' istanze
07 ottobre, 20:47
(ANSA) - VENEZIA, 7 OTT - Il Comitato esecutivo di Confindustria Veneto ha ''deciso di verificare la disponibilita' di Andrea Riello a concorrere alla carica piu' importante di Confindustria Nazionale'' in vista dell'avvicendamento alla presidenza previsto per la primavera 2012. ''Il Comitato tutto ha riconosciuto come legittime la possibilita' e l'opportunita' di esprimere un candidato proveniente dal Veneto e ha concordato come Andrea Riello ben potrebbe rappresentare la totalita' delle istanze emerse''.

Bozen, oltrepadania. Cartelli, Durnwalder alza il prezzo
Incontro con Fitto, si tratta ancora sulle frazioni: «Accordo vicino»
di Francesca Gonzato
  BOLZANO. Si tratta ancora sui cartelli di montagna. Sul tavolo restano 200 nomi contestati da Durnwalder, sui 1526 su cui la commissione paritetica di tecnici aveva lavorato, trovando un accordo su quali dovrebbero essere bilingui e quali conservare solo la denominazione storica in tedesco. L'incontro di ieri a Roma tra il ministro Fitto e il presidente provinciale Luis Durnwalder sembra avere accorciato le distanze. La trattativa è sulle località. Su quale soglia fissare il bilinguismo.  All'incontro hanno partecipato anche il commissario del governo Fulvio Testi e Siegfried Brugger: una novità, l'invito di Durnwalder al deputato Svp, dopo le contestate trattative gestite in solitaria. L'impressione è che Durnwalder otterrà meno di quanto chiesto e che però qualcosa otterrà: l'ipotesi del presidente provinciale era di indicare con la sola denominazione tedesca le località al di sotto dei 60-100 abitanti. Richiesta troppo alta per il ministero, che però sarebbe disposto a ragionare attorno a questo punto, l'obbligo o meno di bilinguismo nelle località.  Durnwalder e Fitto intendono chiudere nel giro di qualche settimana. Durnwalder: «Speriamo entro la fine di ottobre».  Aggiunge Brugger: «Se si trova una buona soluzione, siamo a buon punto anche per la legge sulla toponomastica e avremo tolto ogni alibi alle parti estreme sui temi etnici. L'ha detto anche Fitto durante la riunione». Va ricordato che Durnwalder ha riaperto la trattativa bocciando il lavoro dellacommissione paritetica su cui avevano posto la firma gli esperti provinciali Rainer, Willeit e Valentin. L'accordo riserverà altre sorprese, non solo su località e frazioni. Non vengono mai citate, ma dal bilinguismo dei cartelli sono destinate a sparire molte cime di montagna. 
LA TRATTATIVA. Dal ministero è arrivato ieri un comunicato di poche righe di totale vaghezza. Più generosa nell'indicare i termini della trattativa è la nota provinciale. Il protocollo d'intesa Fitto-Durnwalder prevede il bilinguismo garantito per «i Comuni e le località». E' su questo che Durnwalder intende aprire un varco. C'è una lista di 200 nomi, spiega il presidente, su cui ragionare, «in gran parte singole frazioni che saranno oggetto di una più attenta valutazione». Va verificato «se si tratta di singoli masi, di gruppi di masi sparsi oppure di un insediamento abitativo definito, che si configurerebbe come località e richiederebbe la segnaletica bilingue». 
LO SCONTRO. Non si tratta di sottigliezze, protesta Alessandro Urzì (Fli): «Si afferma che non può essere riconosciuto il diritto automatico a denominazioni bilingui per tutte le realtà abitate. Autentica follia. Non può essere il governo a cancellare grappoli di toponimi italiani, perdipiù nell'anno dei festeggiamenti per i 150 anni dell'Unità d'Italia». In italiano, poi, «località» non indica solo i luoghi abitati. 
IL CAI. L'associazione ha protestato nella lettera al presidente Napolitano per una trattativa gestita «privatamente tra un ministro e un presidente provinciale». Quella lettera è stata spedita per conoscenza anche a Fitto, oltre che al premier Berlusconi e al ministro Maroni. «Non ci fermeremo», anticipa il presidente Giuseppe Broggi. 
GLI ALTRI ARGOMENTI. Durnwalder e Fitto hanno discusso anche del Fas, il fondo per le aree sottoutilizzate: entro l'anno la Provincia avrà 74 milioni per interventi nella protezione civile, bacini montani e foreste. Sulle norme di attuazione in sospeso, Fitto ha spiegato che servono ancora chiarimenti dei ministeri sulla prova di conoscenza della terminologia giuridica in italiano e tedesco nei concorsi di uditore giudiziario. Sulla gestione del Parco dello Stelvio, dove la norma è ferma dal presidente Napolitano, si legge, «verrà condotto un ulteriore tentativo con la Lombardia alla ricerca di una soluzione condivisa. In caso contrario, si profila l'eventualità che sia il ministero a subentrare alla Regione».

Fitch taglia rating Italia ad A+
Outlook negativo, causa vulnerabilita' a fronte crisi Eurozona
07 ottobre, 18:25
(ANSA) - ROMA, 7 OTT - Fitch ha declassato l'Italia di un notch (un gradino) portando il rating da 'AA-' ad 'A+' con outlook negativo. L'agenzia di rating motiva la decisione con la situazione di vulnerabilita' dell'Italia a fronte della crisi dell'eurozona.

Fitch: Saccomanni, agenzie come branco
Decisione non cambia quadro. Banche solide e capitalizzate
07 ottobre, 19:54
(ANSA) - MILANO, 7 OTT - Il downgrade di Fitch sull'Italia ''non e' un elemento nuovo'' perche' ''queste agenzie agiscono un po' come un branco''. Lo ha detto il direttore generale di Bankitalia, Fabrizio Saccomanni, spiegando che ''vanno tutte nella stessa direzione e nello stesso momento'' e quindi ''la decisione di oggi non cambia il quadro''. Saccomanni ha anche assicurato che ''le banche italiane hanno un grado di solidita' e di capitalizzazione assolutamente adeguato in relazione agli standard europei''.

Federalimentare, Germania primo mercato export Made in Italy
La Germania è il primo mercato di esportazione, in termini di valore, per l'industria alimentare italiana, che ha registrato un +6,7% nel 2010 (pari a 3,6 miliardi di euro) e già un +9,2% nel primo semestre 2011. Si stima di arrivare a 3,8 miliardi di euro a fine anno, con punte di eccellenza nel comparto lattiero-caseario (+28,8%), oleario (+11,7%), delle carni preparate (+12,6%) ed enologico (+8,1%).
Sono le cifre diffuse dalla Federalimentare. Per la sua 31esima edizione, l'Italia rivestirà il ruolo privilegiato di Paese Partner: un segnale di riconoscimento per l'export mondiale del comparto realizzato a discapito della congiuntura stagnante (+11% nel 2010, +10% nel primo semestre 2011) e degli eccellenti rapporti commerciali tra i due Paesi.
"Dallo status di Paese Partner ad Anuga", afferma Filippo Ferrua, Presidente di Federalimentare, "auspichiamo di vedere rafforzata la posizione internazionale dell'Italia e del comparto alimentare: alla luce dell'ottima tenuta dei principali settori, nonostante la congiuntura stagnante ed i consumi in flessione, l'industria alimentare sta dimostrando grandi capacità, facendo diventare trainante l'export del Paese e infondendo fiducia agli altri operatori economici per il rilancio dell`economia nazionale".

La Germania investe sulla Grecia, ma la gente protesta
07/10 16:33 CET
Non e’ stata un’accoglienza festosa quella riservata, all’esterno del parlamento ellenico, al Ministro dell’economia tedesco, giunto in Grecia insieme ad una delegazione di imprenditori.
La gente vuole gli aiuti, ma nel “paese reale” cresce l’insofferenza verso il ruolo di Berlino.
A dare il benvenuto a Philipp Rösler è stato invece il Governo di Atene con il Premier Papandreu e il Ministro delle finanze Evangelos Venizelos.
Obiettivo dell’incontro bilaterale, il decollo del piano di privatizzazioni e il potenziamento degli investimenti tedeschi in Grecia, nel quadro delle riforme strutturali necessarie per superare la crisi del debito.
“Il nostro viaggio – spiega l’esponente dell’esecutivo Merkel – noi lo intendiamo come un supporto alla strategia volta ad aumentare la competitività economica in Grecia, ancora una volta grazie agli sforzi di imprenditori tedeschi”
Nelle strade, per esprimere lo stato d’animo della popolazione, alcuni artisti hanno fatto ricorso all’antica arte teatrale e hanno rappresentato vivacemente dissenso verso la Germania con caricature della “cancelliera” facendo plasticamente riferimento al passato nazista. Quello tra cultura greca ed economia tedesca, è un binomio ancora tutto da costruire…

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