sabato 26 novembre 2011

Federali.mattino_26.11.11. Compiti per casa.----Il Presidente del Consiglio ha riconfermato l’impegno a raggiungere gli obiettivi stabiliti in sede europea (ed in particolare il pareggio di bilancio nel 2013), identificando con chiarezza un programma di riforme strutturali equo ma incisivo da perseguire con il consenso delle parti sociali. Il Presidente Monti ha illustrato tale programma sulla base del suo discorso al Senato del 17 novembre scorso.----Olli Rehn: L'Italia ha davanti sfide formidabili, anche per le debolezze antiche.----Continuare sulla strada del solo dialogo, senza far capire a Pristina che Belgrado è ancora pronta a combattere per ilcuore della Serbia, è un messaggio sbagliato, ha concluso Dacic, perché solo un equilibrio del terrore, come quello stabilitosi tra Usa e Urss durante la Guerra Fredda, può mantenere in equilibrio la sicurezza nella regione.----Russia Bianca, roba di Mosca: Il primo ministro russo Vladimir Putin aveva promesso recentemente che i bielorussi avrebbero pagato per il gas lo stesso prezzo dei russi.

Fiat: Termini, Lombardo, non ci scoraggiamo
Consiglio dei Ministri n. 3 del 25/11/2011
Crisi: Rehn, per Italia sfide formidabili
Governo, Luttwak: Monti deve colpire i privilegi
Prezzi dei prodotti agricoli
Belgio: S&P taglia il rating da AA+ a AA, outlook negativo
Belgrado minaccia la guerra per il Kosovo
Gazprom diventa proprietario unico di gasdotti Bielorussia



Fiat: Termini, Lombardo, non ci scoraggiamo
Avviato un lavoro duro, investiamo 350 milioni
25 novembre, 16:46
(ANSA) - PALERMO, 25 NOV - ''E' drammatico che dopo 41 anni la Fiat chiuda la fabbrica a Termini Imerese ma non ci scoraggiamo. Abbiamo avviato un lavoro duro, investendo come Regione 350 milioni e se al momento la trattativa con Dr Motor s'e' arenata e' per colpa di Fiat che avrebbe dovuto investire 7 milioni per gli incentivi alla pensione degli operai''. L'ha detto il governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, conversando con i giornalisti a Palazzo d'Orleans.

Consiglio dei Ministri n. 3 del 25/11/2011
25 Novembre 2011
Il Consiglio dei Ministri si è riunito oggi alle ore 9,40 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente del Consiglio, Mario Monti.
Segretario il Sottosegretario di Stato alla Presidenza, Antonio Catricalà.
In apertura dei lavori il Presidente Monti ha relazionato sull’incontro che ha avuto ieri con il Cancelliere Merkel e il Presidente Sarkozy.
L’incontro tripartito ha segnato un caloroso benvenuto al nuovo Presidente del Consiglio italiano, una esplicita soddisfazione per la rinnovata partecipazione italiana e la convinzione dell’impegno, da parte del terzo Paese più importante nella UE, nello sforzo comune volto a trovare soluzioni alla grave crisi finanziaria ed economica della zona euro.
La discussione ha toccato brevemente la situazione italiana. Il Presidente Monti ha sottolineato che l’Italia ha dimostrato nel suo recente passato di aver compiuto progressi significativi in materia di consolidamento fiscale, mentre l’impegno a rendere tale consolidamento sostenibile sarà attuato in tempi rapidi attraverso misure di impulso alla crescita.
Da parte loro, Sarkozy e Merkel hanno espresso piena fiducia nel Presidente Monti e nel suo Governo e ribadito il sostegno all’Italia dicendosi consapevoli che un crollo dell’Italia porterebbe inevitabilmente alla fine dell’euro, provocando uno stallo del processo di integrazione europea dalle conseguenze imprevedibili. Il Presidente del Consiglio ha riconfermato l’impegno a raggiungere gli obiettivi stabiliti in sede europea (ed in particolare il pareggio di bilancio nel 2013), identificando con chiarezza un programma di riforme strutturali “equo ma incisivo” da perseguire con il consenso delle parti sociali. Il Presidente Monti ha illustrato tale programma sulla base del suo discorso al Senato del 17 novembre scorso.
Il Consiglio dei Ministri ha avviato la discussione per identificare il percorso operativo da intraprendere, nel più breve tempo possibile, per la definizione del pacchetto di misure da adottare.
Successivamente il Presidente del Consiglio dei Ministri Monti ha comunicato che il Ministro senza portafoglio Piero Gnudi, oltre alla delega per il turismo e lo sport, è incaricato anche di curare gli Affari regionali, mentre il Ministro Piero Giarda potrà avvalersi del Dipartimento per il Programma di Governo per operare in tale materia.
 Il Consiglio ha collegialmente condiviso tali iniziative.
A seguito del parere favorevole espresso dal Consiglio di Stato, il Consiglio dei Ministri ha definitivamente approvato, su proposta del Ministro dell’interno, Anna Maria Cancellieri, tre regolamenti che conferiscono un assetto definitivo all’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. I decreti riguardano la dotazione organica, la contabilità finanziaria ed economico-patrimoniale, la disciplina dei flussi informativi e delle comunicazioni telematiche. L’approvazione dei tre provvedimenti chiude la fase transitoria e consente all’Agenzia di coadiuvare l’Autorità giudiziaria dal momento del sequestro dei beni fino alla confisca definitiva. Tra gli aspetti disciplinati, la separazione della contabilità relativa alla gestione dell’Agenzia dalle attività di amministrazione, custodia, destinazione e vendita dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata nonchè l’organizzazione della rete di comunicazione e lo scambio di dati con i soggetti coinvolti nelle procedure di amministrazione e destinazione dei beni stessi.
Il Consiglio ha poi approvato, su proposta del Ministro degli affari esteri, Giulio Terzi di Sant’Agata, tre disegni di legge di ratifica di Atti internazionali. Si tratta del Protocollo di modifica della Convenzione fra l’Italia e Mauritius per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e prevenire le evasioni fiscali; dell’Accordo sul reciproco riconoscimento dei titoli di studio universitari rilasciati in Italia e San Marino ai fini del proseguimento degli studi; dell’Accordo fra l’Italia e le Isole Cook sullo scambio di informazioni in materia fiscale.
Sempre su proposta del Ministro degli affari esteri e dei Ministri dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, Clini, e della salute, Balduzzi, è stato altresì approvato un disegno di legge che autorizza l’adesione dell’Italia alla Convenzione internazionale del 2001 sul controllo dei sistemi antivegetativi nocivi sulle navi.
Il Consiglio ha inoltre dichiarato lo stato d’emergenza nei territori della provincia di Messina e dell’isola d’Elba, colpiti da eccezionali avversità atmosferiche.
Infine, su proposta del Ministro della difesa, Di Paola, ha approvato il conferimento del grado di tenente generale al maggior generale dell’Arma dei trasporti e dei materiali dell’Esercito Vincenzo PORRAZZO; su proposta del Ministro dell’interno, il dottor Paolo DI FONZO, già questore di Pavia, è stato nominato dirigente generale di pubblica sicurezza.
Il Consiglio è terminato alle ore 11.45.

Crisi: Rehn, per Italia sfide formidabili
Sono risultati raggiungibili
25 novembre, 12:39
(ANSA) - ROMA, 25 NOV - L'Italia ha davanti ''sfide formidabili, anche per le debolezze antiche. Oltre al consolidamento di bilancio, sono necessarie ambiziose misure per rilanciare la crescita, garantendo l'equita' sociale''. Lo ha detto il vicepresidente della Commissione europea, Olli Rehn, aggiungendo che sono risultati ''raggiungibili''.

Governo, Luttwak: Monti deve colpire i privilegi
 Venerdì 25 Novembre 2011 19:07
Solo così potrà avere la credibilità per far accettare sacrifici. Roma, 25 nov - "Che cosa dovrebbe fare subito Mario Monti? Dovrebbe vendere all'asta le Maserati acquistate dal Ministero della Difesa. Dovrebbe fare un invito pubblico a tutti i politici e agli alti burocrati perché rinuncino alle loro doppie e triple pensioni almeno finché avranno un emolumento pubblico. Dovrebbe ridurre gli stipendi dei dirigenti pubblici ai livelli medi internazionali, compresi quelli degli alti magistrati ai quali, caso unico al mondo, sono agganciati gli stipendi dei parlamentari. Non è possibile che un Presidente di Sezione di Cassazione guadagni più del Presidente della Corte Suprema americana, che prende 120 mila dollari l'anno. Solo così, azzerando i privilegi della Casta, avrà la credibilità per tagliare drasticamente la spesa pubblica e chiedere i necessari sacrifici ai cittadini". Parla sempre chiaro Edward Luttwak, politologo americano, consulente della Presidenza Usa, grande conoscitore dell'Italia, che a metà ottobre, interpellato da TMNews, aveva denunciato la paralisi del Governo Berlusconi auspicandone l'uscita di scena. Ora l'Amministrazione Obama ha riaperto un canale di dialogo e fiducia verso il nuovo Governo Monti. "La Casa Bianca - prosegue Luttwak - ha reagito positivamente al cambio di Governo e soprattutto alla nomina di nuovi ministri competenti e per bene. Ma adesso bisogna passare ai fatti, altrimenti la fiducia internazionale che circonda il Governo Monti non durerà molto".
Che riforme bisogna fare a suo giudizio? "Bisogna fare - prosegue Luttwak - le cose che il Governo Berlusconi, paralizzato dalla presenza di una forza sostanzialmente conservatrice come la Lega, non è riuscito a fare: abolire le pensioni di anzianità e l'articolo 18, che sono due enormi ingiustizie ai danni dei giovani italiani, che restano esclusi dal mercato del lavoro. Se negli Stati Uniti avessimo l'articolo 18, avremmo la disoccupazione al 30% perché le aziende ridurrebbero al minimo le assunzioni. E poi bisogna tagliare drasticamente la spesa pubblica, come sta facendo il governo inglese. Sapete perché i titoli di Stato italiani a 30 anni sono scesi da 100 a 66 e quelli inglesi sono aumentati a 120 e hanno superato come attrattività anche i Bund tedeschi, nonostante l'economia produttiva britannica sia più debole di quella italiana? Perché grazie ai tagli alla spesa pubblica le prospettive a lungo termine dell'economia inglese sono migliori di quelle italiane. Ma ripeto, per fare questo colossale aggiustamento, bisogna prima colpire i privilegi della Casta cresciuti in decenni e oggi diventati insostenibili. Purtroppo…". Purtroppo? "Purtroppo il primo segnale del nuovo corso politico, anche se non riguarda direttamente Monti, è stato molto deludente: mi riferisco alla nomina di Giovanni Pitruzzella alla presidenza dell'Antitrust, che dagli osservatori americani è giudicato incompetente per quel ruolo, non essendosi mai occupato di economia e concorrenza. Per di più, a Washington si sa benissimo che collaborava con Cuffaro, specialista nell'arte del non fare. Insomma, con la nomina di Pitruzzella i politici italiani sembrano non aver capito che bisogna cambiare strada e questo non è un bel segnale". Anche gli Usa hanno i loro problemi con il fallimento dei dialoghi tra democratici e repubblicani per i tagli alla spesa pubblica. "Ma c'è una differenza sostanziale - risponde Luttwak - Da noi è previsto che in mancanza di accordo scattino dal 23 dicembre prossimo tagli automatici fino a 800 miliardi di dollari. Dunque i conti pubblici sono comunque in sicurezza: per questo riusciamo a collocare i nostri titoli di Stato a un tasso inferiore al 2%". Che potrebbe accadere se il Governo Monti non dovesse riuscire a rimettere in sesto l'Italia? "Prevedo un aumento del populismo che potrebbe sfociare in qualche nuova forma di fascismo che porterebbe l'Italia al disastro". (TMNews)

Prezzi dei prodotti agricoli
Nel terzo trimestre 2011, l'indice dei prezzi dei prodotti acquistati dagli agricoltori aumenta dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e del 7,0% rispetto allo stesso periodo del 2010.
La dinamica tendenziale degli indici mensili dei prezzi dei prodotti acquistati dagli agricoltori mostra segnali di rallentamento: il tasso di crescita a settembre scende al 5,8%, dopo aver raggiunto l'8,0% a luglio.
Tra i prodotti acquistati, i prezzi dei beni e servizi intermedi aumentano dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e del 10,0% rispetto allo stesso periodo del 2010; quelli dei beni di investimento segnano un incremento congiunturale dello 0,4% ed uno tendenziale del 2,1%.
Nel terzo trimestre del 2011, l'indice dei prezzi dei prodotti venduti dagli agricoltori diminuisce dello 0,7% sul trimestre precedente, portando al 5,6% la variazione rispetto allo stesso trimestre del 2010.
La dinamica tendenziale degli indici mensili dei prezzi dei prodotti venduti dagli agricoltori, dopo il rallentamento registrato nei mesi di luglio e agosto, mostra una accelerazione a settembre (+7,1%).
Fra i prodotti venduti dagli agricoltori, i prezzi dei prodotti vegetali registrano, su base tendenziale, un incremento del 3,5%, quelli degli animali e dei prodotti da animali un aumento del 10,4%.

Belgio: S&P taglia il rating da AA+ a AA, outlook negativo
Standard & Poor's ha tagliato il rating a lungo termine del Belgio di un livello, da 'AA+' a 'AA'. Confermato invece il giudizio a breve 'A-1+'. L'outlook é negativo. La decisione - spiega l'agenzia in una nota - riflette i rischi di impatti sul merito creditizio sovrano del paese derivanti dalla pressione di mercato sulla raccolta, dalla tenuta del bilancio pubblico in caso di frenata dell'economia e dalla capacità delle autorità di rispondere a potenziali pressioni economiche interne o estere.
Capacità che, secondo S&P, sarebbe compromessa dai ripetuti falliti tentativi di formare un nuovo governo. Il Paese è, infatti, anche attraversato da una crisi senza fine, tanto che - a inizio settimana - il re Alberto II ha esortato i sei partiti coinvolti nelle trattative a trovare una soluzione per formare un nuovo Esecutivo dopo i 526 giorni di vuoto politico.
 25 novembre 2011

Belgrado minaccia la guerra per il Kosovo
Il vicepremier Dacic: «Se Pristina attacca, è necessario reagire». Duri scontri tra serbi e soldati della Nato: 21 feriti
di Stefano Giantin
 TRIESTE
 Se necessario, la Serbia potrebbe scendere in guerra per difendere il Kosovo. Il sasso nello stagno è stato lanciato non dagli ultraradicali o dall’estrema destra nazionalista di Belgrado, ma addirittura dal vicepremier e ministro degli Interni serbo, Ivica Dacic. Il leader del partito socialista ha espresso mercoledì con estrema chiarezza la sua nuova, durissima posizione. Partendo dal presupposto che nessuno, in Serbia, «deve affermare che il Kosovo è perso», il politico belgradese ha poi aggiunto: «E neppure si deve pensare che la Serbia non entrerebbe più in guerra per difenderlo». Forse per mitigare parzialmente la durezza delle dichiarazioni, Dacic ha spiegato infine quale potrebbe essere il “vulnus” che potrebbe sfociare in un nuovo sanguinoso conflitto nei Balcani. «La linea rossa per Belgrado è un assalto armato contro i serbi del Kosovo e Metohija da parte di Hashim Thaci», il primo ministro kosovaro che nei mesi scorsi ha abbracciato la linea oltranzistica contro i serbi del Nord, ostili a sottomettersi alle autorità del Kosovo indipendente. «Thaci deve sapere che un attacco contro il Nord sarebbe letto allo stesso tempo come un’aggressione contro Belgrado. La Serbia, in questo caso, non vuole e non potrà stare a guardare e rimanere pacifica», ha chiosato il vicepremier. Per rendere il succo del discorso ancora più esplicito, ha usato un paragone per ora alquanto azzardato: «Se la Turchia ha potuto sostenere che l’assedio di Sarajevo era un attacco contro Istanbul, non vedo perché noi non possiamo dire che lo stesso vale per Kosovska Mitrovica». Continuare sulla strada del solo dialogo, senza far capire a Pristina che Belgrado è ancora pronta a combattere per il “cuore della Serbia”, «è un messaggio sbagliato», ha concluso Dacic, perché solo «un equilibrio del terrore», come quello stabilitosi tra Usa e Urss durante la Guerra Fredda, può mantenere in equilibrio la sicurezza nella regione.
 La più appropriata reazione alla provocazione di Dacic è arrivata dai suoi alleati nell’attuale maggioranza, i Democratici del presidente Tadic. «La Serbia non può permettersi il lusso di perdere un’altra generazione in guerra. Le nostre armi devono essere oggi l’intelligenza e la diplomazia», ha ribattuto la numero due del partito, Jelena Trivan. «Più si avvicinano le elezioni, più Dacic ricorda il sé stesso degli Anni Novanta, quando era il portavoce di Milosevic. A questo punto, sembra che la sua dichiarazione abbia più a che vedere con la campagna elettorale del suo partito. Nondimeno, non posso escludere del tutto la possibilità che qualche figura di spicco in Serbia, come Dacic, possa in futuro contemplare la guerra come un’opzione», spiega invece l’analista politico Milan Marinkovic.
 Nel frattempo, il Nord del Kosovo continua a fremere. Nella notte di ieri, un contingente misto portoghese-ungherese della Nato, che aveva tentato di rimuovere una barricata nei pressi di Mitrovica, ha incontrato la durissima resistenza dei serbi. Negli scontri, durante i quali la Nato ha usato in abbondanza lacrimogeni, 19 soldati dell’Alleanza sono rimasti leggermente feriti dai gas e dai sassi lanciati dai serbi. Più gravi, secondo il portavoce della missione militare in Kosovo (Kfor), Uwe Nowicki, le condizioni di altri due militari, di cui uno investito da un camion. La Kfor, dopo un’ora e mezza di battaglia, si è poi ritirata per «evitare un’escalation» della violenza, ha glossato Nowicki. Ma nella notte, a conferma della tensione crescente, una forte deflagrazione ha scosso la parte serba di Mitrovica, la città divisa in due tra serbi e albanesi. Nessuna vittima, ma due auto sono saltate in aria.

Gazprom diventa proprietario unico di gasdotti Bielorussia
Mosca (Russia), 25 nov. (LaPresse/AP) - Gazprom ha acquistato il 50% di Beltransgaz, azienda responsabile per il trasporto e la distribuzione di gas in Bielorussia, diventandone di fatto l'unico proprietario. Il presidente russo Dmitry Medvedev ha fatto sapere che Mosca e Minsk hanno siglato l'accordo oggi. Gazprom era finora proprietario del 50% della società. A giugno scorso le autorità bielorusse avevano chiesto 2,5 miliardi di dollari per il rimanente 50%. La Russia fornisce circa un quarto del gas naturale consumato in Europa, e l'80% delle forniture passa attraverso il territorio dell'Ucraina. La parte rimanente passa da Bielorussia e Turchia. Il primo ministro russo Vladimir Putin aveva promesso recentemente che i bielorussi avrebbero pagato per il gas lo stesso prezzo dei russi.
Pubblicato il 25 novembre 2011

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