lunedì 28 novembre 2011

Federali.mattino_28.11.11. Sonja ha detto...: Lo sai, caro figliolo, è incredibile quanto una persona può essere stupida quando il suo posto di lavoro dipende proprio da quanto stupida essa riesce a diventare, disse mama a Forest Gump.-----Se esiste un problema italiano, è il cuore dell’eurozona a essere colpito. Lo hanno reso noto fonti dell’Eliseo, che hanno garantito che l'impegno di Nicolas Sarkozy e Angela Merkel per sostenere l’Italia è molto forte. Spetta all’Italia fare quello per cui questo Paese si è impegnato, hanno aggiunto, garantendo che gli impegni di Roma non sono messi in dubbio da nessuno.----Bepi Martellotta: Teme che vadano in fumo, col nuovo governo, le intese raggiunte con l’ex ministro Fitto? Vendola: Il ministro Fitto oggi è un autorevole parlamentare del centrodestra e vorrei che continuasse l’interlocuzione positiva.

Intervista a Vendola «Conti sono in ordine il bilancio nel 2012»
Ici prima casa. Ecco quanto pagheranno i lucani
Eliseo: "Sostegno all'Italia, ma faccia ciò che deve"
Moody's, rating Ue a rischio, possibili piu' default. Euro al bivio



Intervista a Vendola «Conti sono in ordine il bilancio nel 2012»
di BEPI MARTELLOTTA
BARI - Bilancio di previsione in bilico, la macchina-Regione che traballa sotto i colpi delle retrocessioni e le nuvole che si addensano sulla vicenda del San Raffaele di Taranto. L’elenco delle «gatte da pelare», per Nichi Vendola, è lungo quanto basta. E l’aria che tira nei corridoi della Regione, tra dipendenti inviperiti e assessori che si dividono tra il «partito della spesa» e «il partito del rigore», come sempre accade quando si arriva a fine anno, non promette nulla di buono.
Presidente, l’assessore al Bilancio vuole l’esercizio provvisorio ma c’è chi è pronto a giurare che il Bilancio di previsione si farà. Come la mettiamo? Comporre un bilancio che da un lato tenga conto degli effetti cruenti dei tagli che sono stati inferti al sistema regionale dalle finanziarie di Tremonti e che dall’altro proceda al buio rispetto ai prossimi provvedimenti del governo, rischia di essere un esercizio acrobatico. Io, però, milito per l’idea che fino all’ultimo momento utile bisogna provare a fare il bilancio: per un anno che si chiude con alcuni risultati storici per la Puglia, con alcune prove esemplari di virtuosità, sarebbe un peccato ricorrere all’esercizio provvisorio.
Pelillo sta a Vendola come Tremonti stava a Berlusconi? Assolutamente no, c’è complicità nella giunta su questo passaggio. Pelillo ha dichiarato la sua opzione, io dico che sino all’ultimo dobbiamo provare ad evitarlo proprio perché portiamo a casa risultati storici: completare la spesa comunitaria e contemporaneamente non violare il Patto è un risultato che ci gratifica. Ci piacerebbe arrivare all’«en plein». Se poi dovessero effettivamente mancare ingredienti cruciali per la composizione di questa manovra, dovremo arrenderci di fronte al principio di realtà. Ne discuteremo, e non solo in ambito di governo: il luogo più appropriato è una riunione con la maggioranza, con tutto il centrosinistra, perché dovremo andare a battere i pugni sul tavolo, a Roma, per abbattere i vincoli del Patto di Stabilità: nel 2012, se ci saranno ancora, ci aspetta il patibolo, col rischio che non riusciremo ad assolvere neanche alle spese obbligatorie.
Teme che vadano in fumo, col nuovo governo, le intese raggiunte con l’ex ministro Fitto? Il ministro Fitto oggi è un autorevole parlamentare del centrodestra e vorrei che continuasse l’interlocuzione positiva. Ma se con Fitto c’era l’esercizio della leale collaborazione, ricordo che da altri ex ministri abbiamo subito ingiurie e guerre. Oggi confidiamo nel fatto che il profilo tecnico e autorevole del governo ci possa tenere lontani da vecchie contese politiche. Sono fiducioso, un minuto dopo la nascita del governo Monti ho cominciato a praticare il dialogo a tutti i livelli con Roma.
Il dietrofront sul San Raffaele di Taranto. Dal Nucleo di valutazione vi consigliavano già un anno fa di non andare avanti. Cos’è accaduto? Il nucleo di valutazione, che gode della fiducia del governo regionale, ha dato un giudizio complessivamente positivo del progetto, offrendo suggerimenti e segnalando criticità su singoli aspetti. Non c’è opera pubblica oltre i 100 milioni di euro che non riceva un numero straordinario di prescrizioni, ben più delle 11 segnalate sul S. Raffaele.
Se tutto andava bene, perché il cambio di direzione con la sospensione del bando? Abbiamo deciso di cambiare perché sono accaduti due fatti nuovi. Il primo è tecnico, ovvero le incongruenze tra diversi organi amministrativi sulla mappa delle vie percorse dal fuoco nell’a re a individuata. Una semplice «smagliatura» di una trama ben più complessa. Il secondo, però, è che, nello stesso giorno, il San Raffaele cambia natura: un conto è il dissesto finanziario, con cui non abbiamo mai avuto a che fare perché da tempo in atto una separazione tra bad e good company, un conto è scoprire che il San Raffaele è un buco nero in cui galleggiano reati penali. Da quel momento è sorto il problema della reputazione del partner ed è per questo che ho deciso di chiedere alla Fondazione di fare un passo indietro. La Fondazione diventa «San Cataldo», Regione e Asl ne faranno parte e sceglieranno a tempo debito il partner scientifico. Quello che non cambia è l’obiettivo: creare un polo della salute in una città, Taranto, che sta affogando. La stessa idea che ci mosse nel 2006, quando don Verzé approdò a Taranto per ereditare da monsignor Motolese la Cittadella della Carità. Non faremo un passo indietro dall’idea che il futuro di Taranto debba camminare su due gambe: il ciclo delle bonifiche e del disinquinamento, da un lato, e il ciclo integrato della salute dall’altro.
La Regione ha impegnato 120 milioni in quel progetto e c’è chi, come l’ex assessore Tedesco, ritiene che l’idea iniziale era, invece, di assegnare l’onere finanziario al San Raffaele. Cos’è cambiato? Non possiamo essere accusati un giorno di regalare al privato e un altro giorno di chiudere le porte al privato. Un ospedale pubblico non può rimanere pubblico se costruito con i privati. Lo dico ai polemisti della domenica, che ignorano il fatto che Taranto sia la capitale della mobilità passiva. E lo dico per diradare le patetiche nebbie agitate da Francesco Boccia, per rassicurarlo sul fatto che neanche un euro è stato dato a don Verzé. Sui suggerimenti di Tedesco, preferisco tacere.
Dal centrodestra la accusano di snobbare i 561 funzionari della Regione retrocessi e di volerli sostituire, tramite i nuovi bandi, con «nuove leve». Come replica? Queste 561 persone si sono ritrovate all’improvviso, su una curiosa macchina del tempo, riportate al concorso del ‘99. Loro sono il cuore pulsante della macchina amministrativa e il rischio è che saltino tutte le catene di comando. Per questo chiedo alle opposizioni di operare con senso di responsabilità, mettendo al bando atteggiamenti cinici e demagogici. Siamo tutti impegnati pancia a a terra su questa vicenda, io non vado in giro a declamare le continue riunioni che faccio perché ho scelto di giocare dietro le quinte in questa partita. Ma chiedo sostegno e unità d’intenti, sia alle forze politiche che ai sindacati. Vorrei che nessuno dimenticasse che il problema sorge per il famigerato «comma Puglia » della manovra Tremonti. Continuare in battaglie demagogiche, imbrogliare i lavoratori facendogli credere che i 29 dirigenti per i quali abbiamo fatto il bando vengono ad occupare i loro posti, non è un delitto contro Vendola, ma contro la Puglia.

Ici prima casa. Ecco quanto pagheranno i lucani
POTENZA – In caso di reintroduzione dell’Ici sulla prima casa, per un alloggio di 80 metri quadrati in zona censuaria semiperiferica, “al netto della detrazione”, si pagherebbero 107,87 euro all’anno a Potenza e 99,55 euro a Matera: sono questi alcuni dei dati di uno studio della Uil-Servizio politiche territoriali. Evidenziando che “calcoli precisi sono impossibili”, la Uil ha tuttavia sottolineato che “il ritorno dell’Ici comporterebbe un ulteriore inasprimento fiscale, considerando che i Comuni, dal prossimo anno, potranno deliberare una nuova 'imposta di scopò per la realizzazione di opere pubbliche”.
Dallo studio emerge inoltre che “per un alloggio di categoria A2 (abitazione civile) di 80 metri quadrati l’imposta salirebbe a 142,80 euro a Potenza e a 116,50 a Matera, mentre per un alloggio di categoria A3 (abitazione economica e popolare) la tassa sarebbe di 82,60 euro a Potenza e 72,95 a Matera”.
Secondo il segretario regionale generale della Basilicata della Uil, “questa reintroduzione palese o mascherata dell’imposta sugli immobili peserà inevitabilmente anche e soprattutto sulle tasche dei lavoratori e dei pensionati. Il risultato però potrebbe essere drammatico: innalzamento della pressione fiscale e poche difese per chi, in questi anni, ha pagato tutto il pagabile e che vede in sofferenza il proprio potere d’acquisto”.

Eliseo: "Sostegno all'Italia, ma faccia ciò che deve"
Voci su un prestito da 600 miliardi di euro da parte dell'Fmi
Fonti della Presidenza francese: "L'impegno di Nicolas Sarkozy e Angela Merkel per sostenere Roma è molto forte" e "gli impegni non sono mai stati messi in discussione"
Parigi, 27 novembre 2011 - "Se esiste un problema italiano, è il cuore dell’eurozona a essere colpito". Lo hanno reso noto fonti dell’Eliseo, che hanno garantito che "l'impegno di Nicolas Sarkozy e Angela Merkel per sostenere l’Italia è molto forte". Spetta "all’Italia fare quello per cui questo Paese si è impegnato", hanno aggiunto, garantendo che gli "impegni" di Roma "non sono messi in dubbio da nessuno".
Intanto il ministro francese al Bilancio, Valerie Pecresse, ha dichiarato a Canal+ che Parigi, Berlino e Roma vogliono dare vita a un nuovo patto fra i membri della zona euro per rafforzare la disciplina di bilancio. "Non sarà un patto a tre ma un patto per una nuova governance con veri regolatori e vere sanzioni, che dia veramente fiducia", ha spiegato.
Pecresse ha sottolineato che "la Germania, la Francia e l’Italia vogliono essere il motore di un’Europa che sia molto più integrata, molto più solida e con meccanismi di regolamentazione che siano virtuosi, che permettano che nessuno possa chiamarsi fuori dalle regole che sono state fissate".
Le parole del ministro francese arrivano dopo le indiscrezioni di stampa su un 'patto segreto' fra il cancelliere Angela Merkel e il presidente francese, Nicolas Sarkozy, sul varo di un nuovo patto di stabilità che, in una fase iniziale, potrebbe venire limitato solo ad alcuni Paesi. Oggi il quotidiano La Stampa ha scritto, invece, che il Fondo monetario internazionale starebbe preparando un fondo di 600 miliardi di euro in soccorso dell’Italia se la crisi finanziaria dovesse aggravarsi.

Moody's, rating Ue a rischio, possibili piu' default. Euro al bivio
Agire subito, entro primo trimestre revisione rating
28 novembre, 06:16
(di Serena Di Ronza)
NEW YORK - Le probabilita' di piu' default fra i paesi dell'area euro ''non sono piu' insignificanti''. E ''una serie di default aumenterebbe significativamente la possibilita' che uno o piu' paesi, oltre al default, escano da Eurolandia''. L'allarme e' dell'agenzia internazionale di rating Moody's, secondo la quale nelle ultime settimane le probabilita' di uno scenario negativo per l'area euro sono aumentate con ''l'incertezza politica in Grecia e in Italia e il peggioramento delle prospettive economiche''. L'agenzia avverte: in assenza di misure che nel breve termine stabilizzino i mercati, le valutazioni sui paesi dell'area euro e dell'Unione Europea potrebbero essere riviste. Moody's prevede di completare la revisione dei rating dell'area euro nel primo trimestre 2012. Lo scenario di Moody's - afferma l'agenzia in un rapporto - resta basato su una tenuta dell'area euro, ma anche questo scenario positivo ''porta con se' implicazioni molto negative sul rating''. ''La rapida escalation della crisi del debito dell'area euro e del settore bancario sta minacciando tutti'' i rating sovrani europei, afferma Moody's sottolineando che l'aumento della pressione su Eurolandia ha spinto le autorita' ad agire rapidamente per riportare fiducia. ''L'area euro ha punti di forza finanziari ed economici, ma la debolezza istituzionale continua a frenare la risoluzione della crisi e pesa sui rating. Eurolandia e' vicina a un bivio che la portera' o verso una piu' stretta integrazione o verso una maggiore frammentazione'', con il default e l'uscita dall'area di uno o piu' paesi. ''Le probabilita' di default multipli fra i paesi dell'area euro non sono piu' insignificanti. Piu' la crisi di liquidita' continua, piu' rapidamente le possibilita' di default aumentano. Una serie di default aumenterebbe la probabilita' che uno o piu' paesi non solo facciano default ma lascino l'euro. Uno scenario con piu' uscite avrebbe impatti negativi'' sul rating dei paesi dell'area euro e dell'Unione Europa.

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