giovedì 15 dicembre 2011

Federali_mattino_15.12.11. L'obiettivo del governo di Berlino é stato raggiunto. Lo ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel intervenendo al Bundestag, il parlamento federale tedesco.----Primavera in Britannia: cosi’ risparmiano i costi del Natale.----Il Governo irlandese ha già affermato in diverse occasioni di ritenere che il Paese è stato obbligato a sostenere un fardello di debito iniquo, perchè quando ha iniettato enormi somme nelle banche nazionali e ha ripagato i detentori di obbligazioni degli istituti di credito insolventi lo ha fatto nell'interesse generale dell'Unione europea----Italia: Molte famiglie detengono livelli modesti o nulli di ricchezza; all’opposto, poche famiglie dispongono di una ricchezza elevata. Le informazioni sulla distribuzione della ricchezza indicano che alla fine del 2008 la metà più povera delle famiglie italiane deteneva il 10% della ricchezza totale, mentre il 10% più ricco deteneva quasi il 45% della ricchezza complessiva.----Basilicata, Paride Leporace: De Filippo si permette la sua crisi regionale molto personale e dilatata nelle soluzioni alle calende greche. De Filippo di lotta e di governo.

Napoli. Traffico illecito di rifiuti: 30 indagati 14 arresti e sei aziende sequestrate
Difendere il pubblico dalla tecnocrazia
Padova, padania. Sindaco scrive su cartelli stradali «Manovra Monti: massacro sociale»
Confartigianato chiede il regime fiscale coop
Istat. L’imprenditorialità in Italia
Famiglie in fuga da Bot e azioni. La ricchezza scende del 3,2 %
Commissione Europea. Per un'unione economica più forte - 14/12/2011
Merkel, con patto bilancio raggiunto nostro obiettivo
Cameron: la Gran Bretagna non darà i 50 miliardi di euro di contributo extra al Fmi
Gran Bretagna, 8,3% tasso disoccupazione Ilo 3 mesi
Nella Grecia in crisi sempre di più rinunciano all'auto
Spagna: debito banche spagnole con Bce sfiora 80 mld euro
Spagna, +2,9% anno su anno inflazione novembre
Spagna: quasi uno spagnolo su 4 in situazione di povertà
Irlanda: Kenny, cercheremo revisione Ue su piano debito
Serbia: Ue, non abbiamo chiesto riconoscimento Kosovo



Napoli. Traffico illecito di rifiuti: 30 indagati 14 arresti e sei aziende sequestrate
Rifiuti spacciati per «materia prima secondaria» e venduti a fonderie o ad aziende asiatiche
NAPOLI - Materiali «truccati» venduti a prezzi concorrenziali alle fonderie o esportati nei paesi dell'est asiatico. Ma quello che veniva «spacciato» per «materia prima secondaria» era in realtà rifiuto. È quanto hanno scoperto i militari del comando provinciale della guardia di finanza di Napoli al termine di una complessa attività di indagine coordinata dai magistrati della sezione Ambiente e Urbanistica della Procura della Repubblica di Napoli. Quattordici persone, su un totale di 30 indagati, sono state sottoposte a misura cautelare (10 in carcere e quattro ai domiciliari) . Sequestrate anche sei aziende, 500 tonnellate di rifiuti e numerosi automezzi.
LE INDAGINI - Secondo gli inquirenti tre sodalizi criminosi controllavano società e ditte individuali operanti nel settore del commercio di rifiuti di rottami di metalli ferroso e non ferroso, nella raccolta, nel trasporto e nel recupero degli stessi. Le organizzazioni criminali avrebbero posto in essere un traffico illecito di rifiuti di materiale ferroso e non ferroso proveniente per la maggior parte dalla demolizione di autovetture, dallo scarto delle attività commerciali e industriali, nonchè dalla raccolta dei rifiuti per strada. Il materiale, allo stato rifiuto, veniva indicato sui documenti di trasporto come mps (materia prima secondaria) da destinare alle fonderie per la fusione definitiva o ad altre aziende per la eventuale successiva lavorazione.
«SOCIETA CARTIERA» - Le organizzazioni agivano in conto proprio e in collaborazione con altri soggetti attraverso l'utilizzo di operatori fittizi (le cosiddette società cartiere) che emettevano fatture per operazioni inesistenti necessarie per giustificare la provenienza degli ingenti quantitativi di materiali ceduti alle fonderie, conseguendo illeciti profitti anche con l'evasione fiscale di rilevanti somme di denaro.
IL TRAFFICO DI RIFIUTI -  In particolare, queste società, operanti nel campo dell'acquisto e vendita dei materiali ferrosi, provvedevano alla raccolta e stoccaggio degli stessi ed alla loro messa in riserva. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, al termine di questa procedura il materiale ferroso - costituito in maggior parte da rifiuto - avrebbe dovuto subire un ulteriore trattamento presso le stesse aziende, se in possesso di specifiche autorizzazioni al trattamento, oppure presso altre imprese in possesso delle prescritte autorizzazioni. In realtà, il materiale, costituito principalmente da rifiuto di metalli, dopo vari passaggi tra imprese veniva nella maggior parte dei casi venduto a prezzi concorrenziali alle fonderie che quindi operavano la fusione del materiale ferroso classificato quale materia prima secondaria oppure, in altri casi, veniva esportato nei paesi dell'est asiatico.

Difendere il pubblico dalla tecnocrazia
14/12/2011
di PARIDE LEPORACE
IL prezzo della crisi lo paga anche la lingua. Parola di Franco Arminio. Vito De Filippo legge e apprezza Franco Arminio. Però il presidente apprezza anche Marchionne e il modello Pomigliano che ieri ha escluso la Fiom dall'accordo per il contratto. Arminio invece sostiene che siamo passati da «Olivetti a Marchionne e in questo caso lo spread è allucinante». E' tutto confuso in epoca di crisi e De Filippo può permettersi di preferire Arminio estremista dell’equità e il manager di ferro Marchionne con un’ubiquità camaleontica. De Filippo si permette la sua crisi regionale molto personale e dilatata nelle soluzioni alle calende greche. De Filippo di lotta e di governo.
 All’ospedale San Carlo, un’eccellenza lucana, con molta enfasi e la nostra complicità compiaciuta avevamo salutato l’arrivo del papa straniero. Des Dorides era il Monti che tutti aspettavano. La tecnica che zittisce la riottosa politica.
 Des Dorides non è un papa straniero. E’ il re travicello satireggiato da Giusti. Ma l’Italia di Monti e di Fiorello non è l’Italia dei poeti, dice Franco Arminio. E per questo sorbiamoci Des Dorides che come un vampiro non paga i rimborsi all’Avis, non risolve il pagamento di un leasing di un macchinario, balcanizza i reparti dell’ospedale.
 Le buste paga sono leggere, la bolletta energetica è in ascesa e il sottosegretario D’Andrea deve far sapere a super Mario che De Filippo e Viceconte avevano deciso un memorandum petrolifero. Lo stesso De Filippo che con gli altri governatori ha proposto l’aumento delle accise della benzine senza dire se o ma. De Filippo di lotta e di governo.
 Intanto la destra prende fiato. Pagliuca oggi propone un buon documento sulla sua idea di sviluppo al tempo della crisi. Il Pdl si occupa di derivati sbagliati, Venezia fa le pulci alla Finanziaria regionale. Scaglione dall’altro lato dello schieramento ha il merito di denunciare che per le ferrovie lumaca della Lucania non c’è nessuna certezza di agganciarsi all’alta velocità prossima ventura. Il presidente De Filippo presentando quattro provvedimenti anticrisi su semplificazione amministrativa, contrasto al lavoro irregolare e promozione dei sistemi produttivi locali, contratti di rete e fondo di rotazione e credito di imposta, ieri ha dichiarato: «Mettere insieme risorse per reggere le difficoltà del momento e interventi di sistema per consentire una modernizzazione del sistema ci consentirà, non solo di non soccombere in una crisi di cui ancora non si conoscono i tempi, ma di essere anche pronti ad approfittare della ripresa dei mercati quando ci sarà». La ricetta quindi è reggeremo e prenderemo il bus favorevole quando tutti si saranno messi a correre. E speriamo che almeno il credito di imposta dia i frutti sperati.
 La semplificazione sarà come quella di Calderoli che bruciava le leggi? E per il lavoro irregolare non operano già uffici di Stato e carabinieri? Franco Arminio sostiene che si allargano le disuguaglianze e le distanze tra il dire e il fare. Avevamo nutrito speranze su Speranza. Il segretario è finito nel truogolo di Restaino, incartato nella procura parallela e nel calendario dei giorni infiniti. Il segretario difetta di tattica, ma mastica politica. E le buone letture e la bella politica gli avevano dato l’intuizione che bisognava ripartire dalla città. Matera e Potenza, forze urbane da costruire in nuove reti municipali, e da sottrarre ai signori della guerra d’interesse, ma per fortuna alla crisi danno risposte le associazioni, le categorie, i liberi cittadini. Gli architetti potentini per il trentennale del loro Ordine hanno costruito un evento da capitale culturale autogovernando ogni dettaglio. Anche a Matera il grande evento natalizio del presepe vivente poggia su una forza del basso trainata da pro loco e piccola imprenditoria. E aggiungiamo i mercatini di Natale a Gorgoglione, la difesa dell’ospedale a Chiaromente, il dibattito civico di Venosa, i comitati ambientali nel Vulture, i saperi dei ricercatori, le piccole reti attive in tanti paesi. In questo reticolo si aggredisce la crisi. Pensando al bene comune e non sempre al profitto dei pochi e al consenso elettorale di vecchie e nuove caste: il risanamento democratico passa dalla strada, dal quartiere, dalle professioni, dalle attività umane e sociali. La politica oggi è dannatamente separata dalla società. I nominati in Parlamento, i sommatori di cariche, i politici che leggono i libri sbagliati e quelli che non leggono i libri e i giornali hanno abdicato in favore dei tecnici: la battaglia è ora, a favore dell’acqua pubblica, dell’ambiente, di Internet gratuito e diffuso, del sapere. Se sai, sei ricco e per questo motivo che bisogna difendere gli enti locali dall’assalto dei privati che hanno preso di mira tutto il pubblico possibile e vorrebbero anche calpestare l’esito di un voto referendario. Dopo i tecnici tornaranno i buffoni, profetizza Franco Arminio. Stiamo attenti. Il pubblico sarà decisivo. Contro la crisi adoperiamo la lingua, adoperiamo le parole.
Padova, padania. Sindaco scrive su cartelli stradali «Manovra Monti: massacro sociale»
La scritta è apparsa sui pannelli luminosi del Comune leghista di Tombolo
PADOVA - «Manovra Monti: massacro sociale»: è la scritta apparsa oggi e voluta da Franco Zorzo, sindaco leghista di Tombolo, sulla cartellonistica stradale luminosa variabile della cittadina del padovano. La decisione è stata presa da Zorzo dopo le simulazioni effettuate sul bilancio comunale che ha costretto il Sindaco a rinviare la convocazione del Consiglio Comunale tra il cui ordine del giorno compariva l'approvazione del bilancio comunale di previsione 2012 già elaborato ed inviato alcuni giorni fa ai consiglieri per l'analisi e lo studio.
«Ho lavorato duramente per tre mesi per preparare il bilancio comunale - dice Zorzo - cercando di evitare tagli dolorosissimi e quindi recuperando le risorse minime necessarie. Tutto inutile». Questo perchè, rileva Zorzo, «la manovra di Monti appoggiata da Pdl, Pd e Udc fa autentica macelleria sociale, macelleria dei diritti conquistati con decenni di storia, di lotte e di tradizioni». (Ansa)
14 dicembre 2011

Confartigianato chiede il regime fiscale coop
Crescita in calo, appena lo 0,9% in più, nel 2011 e addirittura ferma per il 2012. Un trend analogo anche per i consumi che per il prossimo anno resteranno al palo. Sono le previsioni, tutt'altro che positive, contenute nell’analisi degli scenari economici dell’Emilia-Romagna presentata da Centro Studi Sintesi per conto della Confartigianato regionale su dati Prometeia. «Con le misure del governo Monti temiamo che andrà ancora peggio, ci aspettavamo di più sul fronte della crescita», ha spiegato Marco Granelli, presidente dell’associazione.
 Secondo lo studio nel 2011 il Pil della Regione dovrebbe raggiungere quota 138 miliardi, un dato migliore della media nazionale ma in netta frenata rispetto alle previsioni di maggio: ci si attendeva un +1,5%, sarà invece appena lo 0,9%.
 Le previsioni  Ma il problema grosso è il futuro: nel 2012 Confartigianato prevede una crescita 0, con una graduale ripresa nel 2013 e 2014. A cascata ne risentiranno soprattutto i consumi delle famiglie: nel 2011 saranno l’1% in più (in Italia è lo 0,7%), ma già l’anno prossimo sfioreranno appena il +0,1%. Va peggio agli investimenti di famiglie e imprese: dal +1,6% previsto per il 2011 si passerà al -0,5% atteso per il 2012. A tenere, nell’anno che va a chiudersi, sono stati settori forti come l'industria manufatturiera e i servizi, mentre soffrono, con tassi di crescita praticamente nulli, agricoltura e le costruzioni, addirittura in negativo. Unica nota parzialmente positiva viene dall’occupazione, dove il tessuto regionale tiene: il tasso di occupati (44,7% nel 2011) è destinato a subire piccole variazioni negative (44,3% nel 2012 e 44,2% nel 2013), ma in generale a non subire contraccolpi.
 La richiesta «Il problema fiscale, anche in virtù dei recenti provvedimenti governativi - spiega Granelli - sta diventando per il sistema delle piccole imprese assieme a quello del credito, un problema drammatico. Confartigianato, che da sempre è l’organizzazione in Italia più rappresentativa di questo mondo, chiede che venga finalmente applicato l’articolo 45 della Costituzione. In pratica, si chiede per l’artigianato lo stesso regime fiscale di favore attualmente concesso al mondo della cooperazione; una concessione figlia dell’articolo 45. Un provvedimento che si tradurrebbe in un risparmio effettivo sulla tassazione di oltre il 20%, che permetterebbe quindi la liberazione di risorse finanziarie da destinare ad investimenti e occupazione. Inoltre metterebbe fine ad una inconcepibile disparità di trattamento tra categorie egualmente tutelate dalla Costituzione».
  Parma traina il Pil  A sostenere la crescita dell’1% del Pil nel 2011 hanno dato un contributo importante Bologna e Reggio Emilia (+1,9%), a seguire Parma (+1,5%), Ferrara (+1,4%) e Modena (+1,1%). Sotto la media regionale si colloca Ravenna (+0,7%), mentre Piacenza (-0,3%), Forlì-Cesena (-0,5%) e soprattutto Rimini (-1%) mostrano già nel 2011 tendenze negative. Il triennio che verrà dovrebbe determinare una crescita media annuale per la regione molto modesta, pari allo 0,7%, ancora una volta spinta da Bologna e Reggio Emilia. Considerando le dinamiche che caratterizzeranno il 2011 per quanto riguarda il valore dei beni venduti all’estero, sono tre delle minori province esportatrici a mostrare i risultati migliori, tutti a doppia cifra. Si tratta di Ferrara, Piacenza e Ravenna. Solamente Parma è in leggero territorio negativo.
 Le previsioni di crescita per il prossimo triennio si riflettono in quasi tutte le province. Il trend di flessione della disoccupazione potrebbe spingere il tasso a scendere al di sotto del 4% nel 2014 oltre che a Reggio Emilia anche a Bologna e Parma.
http://www.gazzettadiparma.it/primapagina/dettaglio/3/114495/Confartigianato_chiede_il_regime_fiscale_coop.index.html

Istat. L’imprenditorialità in Italia
Sono quasi 135 mila le imprese con dipendenti nate nel 2009, circa 8 mila in meno rispetto all'anno precedente, cui corrisponde un tasso di natalità del 9,6% (-0,4 punti percentuali rispetto al 2008).
Il calo della natalità delle imprese con dipendenti ha interessato soprattutto i settori dell'Industria (-0,8 punti percentuali) e delle Costruzioni (-1,4). Nel settore degli Altri Servizi la diminuzione del tasso di natalità è stato di soli 0,2 punti percentuali. Nel Commercio, infine, il tasso di natalità è rimasto costante al 9,7%.
Le regioni del Sud, insieme al Lazio, presentano tassi di natalità superiori alle altre regioni, pur in presenza di una riduzione consistente rispetto al 2008.
La mortalità delle imprese con dipendenti risulta invariata tra il 2008 e il 2009, rispetto sia al totale delle attività sia ai vari macrosettori, registrando anche a livello regionale differenze poco significative.
Nel 2009 la dinamica demografica delle imprese con dipendenti, ovvero la differenza tra le imprese nate e quelle cessate, mostra un bilancio positivo pari allo 0,7%.
Le imprese individuali costituiscono circa il 50% delle nuove imprese con dipendenti. Il 36% è guidato da imprenditori maschi, il restante 14% da imprenditrici. La presenza di imprenditrici si concentra soprattutto nel settore del Commercio e degli Altri servizi.
Nel 2009 la percentuale di nuove imprese nate nel settore dell'Industria in senso stretto è la più bassa (5,2%), nonostante il fatto che le imprese operanti in questo settore siano quelle che sopravvivono più a lungo. Viceversa nelle Costruzioni, a fronte di un tasso di sopravvivenza relativamente più basso, si ha una percentuale di imprese giovani più elevata (8%).
Le imprese con dipendenti che sopravvivono, a distanza di tre anni dalla nascita, registrano un aumento della dimensione media (da tre addetti nel 2006 a cinque nel 2009). Tra il 2008 e il 2009 - secondo e terzo anno - si evidenzia una significativa riduzione di tale crescita, soprattutto nel settore dell'Industria e delle Costruzioni.
Nell'Industria in senso stretto si registra la percentuale più bassa di imprese high-growth (cioè le imprese con almeno 10 dipendenti ad inizio periodo che presentano una crescita media annua in termini di dipendenti superiore al 20% su un periodo di tre anni consecutivi) per tutti gli anni considerati, mentre quello degli Altri servizi è il settore con la percentuale di high-growth più elevata (oltre il 5,5%).
Il Sud e le Isole detengono nel complesso la percentuale più alta di imprese high-growth (intorno al 5%). Il Nord-est e il Nord-ovest presentano i tassi di high-growth più bassi e inferiori alla media nazionale.
Gli effetti della crisi sono evidenti per le imprese high-growth la cui quota, sul complesso delle imprese, ha subito una riduzione nel 2009.

Famiglie in fuga da Bot e azioni. La ricchezza scende del 3,2 %
I dati di Bankitalia: salgono liquidità e risparmio postale
I soldi sono sempre di più concentrati in poche mani
Roma. La crisi fa fuggire le famiglie italiane da Bot e azioni e le spinge sulla liquidità. Secondo i dati Bankitalia, nel 2010 la quota di ricchezza detenuta in titoli pubblici italiani e in azioni e partecipazioni si è ridotta di quasi l'1% sul 2009, quella in depositi e risparmio postale è invece salita dello 0,2 e dello 0,4%.
Secondo quanto emerge dal supplemento al bollettino statistico della Banca d’Italia dalla fine del 2007 - quando aveva raggiunto i suoi livelli massimi - alla fine del 2010 la ricchezza netta delle famiglie italiane (somma di attività reali e finanziarie) è diminuita del 3,2% a 8.640 miliardidi euro. Sempre in termini reali la ricchezza complessiva è scesa dell’1,5% tra il 2009 e il 2010.
Inoltre, la distribuzione della ricchezza in Italia «è caratterizzata da un elevato grado di concentrazione». «Molte famiglie detengono livelli modesti o nulli di ricchezza; all’opposto, poche famiglie dispongono di una ricchezza elevata. Le informazioni sulla distribuzione della ricchezza indicano che »alla fine del 2008 la metà più povera delle famiglie italiane deteneva il 10% della ricchezza totale, mentre il 10% più ricco deteneva quasi il 45% della ricchezza complessiva«.
 Alla fine del 2009 la ricchezza netta delle famiglie italiane è stata comunque pari a 8,3 volte il reddito disponibile lordo, contro l’8 del Regno Unito, il 7,5 della Francia, il 7 del Giappone, il 5,5 del Canada e il 4,9 degli Stati Uniti. Gli italiani risultano anche relativamente poco indebitati.

Commissione Europea. Per un'unione economica più forte - 14/12/2011
L'accordo concluso da quasi tutti i governi dell'UE per una più forte integrazione economica dovrebbe essere completato da misure a favore di crescita e occupazione.
Rivolgendosi al Parlamento europeo a proposito delle decisioni prese l'8 e il 9 dicembre  dai leader dell'UE, il presidente della Commissione José Manuel Barroso ha dichiarato che la decisione, adottata da 26 dei 27 governi nazionali, a favore di un nuovo trattato intergovernativo per stabilire norme più severe in fatto di bilancio ha dimostrato la disponibilità dei paesi a rafforzare l'integrazione europea.
Con il nuovo trattato, i governi dovranno mantenere i bilanci generali in pareggio o in attivo. I paesi che superano la soglia del deficit dello 0,5% del PIL dovranno riportare il bilancio in pareggio sotto la sorveglianza della Commissione e di altri paesi dell'UE.
La firma del trattato, prevista per marzo 2012, è considerata un elemento importante della strategia europea per affrontare la crisi finanziaria e la crisi del debito dell'area dell'euro.
La risposta dell'UE prevede:
 6 misure  per migliorare il monitoraggio dei bilanci e aiutare a controllare il debito pubblico, in vigore dal 13 dicembre 2011
 analisi della crescita 2012  – raccomandazioni su crescita, creazione di posti di lavoro e finanze pubbliche per avviare il periodo di 6 mesi durante il quale ogni anno i governi dei paesi europei beneficiano dei rispettivi contributi per formulare le rispettive politiche economiche e di bilancio
anticipare la creazione del fondo salva-Stati dell'UE a luglio 2012, mentre l'attuale fondo temporaneo resterà operativo fino a metà 2013.
I leader europei decideranno a breve se stanziare fino a 200 miliardi di euro a favore dell'FMI per aiutare i paesi dell'area dell'euro con un debito eccessivo.
A marzo 2012 valuteranno come intensificare ulteriormente il coordinamento dei bilanci ed esamineranno una proposta che prevede l'emissione collettiva di eurobond nell'area dell'euro.
Crescita e occupazione
Il presidente Barroso ha inoltre auspicato la rapida adozione di ulteriori provvedimenti per stabilizzare l'economia e creare occupazione, fra cui:
adozione della tabella di marcia per la stabilità e la crescita  elaborata dalla Commissione
attuazione delle misure esistenti per approfondire l'integrazione economica dell'UE (servizi, energia, innovazione, Internet e accordi di libero scambio)
adozione di proposte riguardanti le piccole imprese, la semplificazione legislativa, la riforma fiscale e la sicurezza energetica.

Merkel, con patto bilancio raggiunto nostro obiettivo
14 dicembre, 18:04
BERLINO - L'obiettivo del governo di Berlino "é stato raggiunto". Lo ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel intervenendo al Bundestag, il parlamento federale tedesco.
La cancelliera ha citato il patto di bilancio come obiettivo principale della Germania nelle settimane scorse.

Cameron: la Gran Bretagna non darà i 50 miliardi di euro di contributo extra al Fmi
all'interno articolo di Vittorio Da Rold
Downing Street ha appena reso noto che non contribuirà con 50 miliardi di euro extra al fondo d'emergenza dell'Fmi. Lo riferisce la Bbc riportando le parole di un portavoce di David Cameron.
Il premier britannico teme tra l'altro che i suoi colleghi conservatori forzino un altro voto su un possibile referendum sull'inclusione del Regno negli stati membri dell'Ue. Downing Street teme infatti che gli euroscettici, che parlano di "primavera inglese" in Europa, possano impadronirsi di una votazione intesa a rivedere il contributo britannico al fondo di emergenza dell'eurozona per spingere la causa del rimpatrio dei poteri da Bruxelles a Londra.
I deputati euroscettici potrebbero in questo caso proporre un emendamento per costringere ad un altro voto sul referendum, mandando all'aria i desideri di Cameron di chiudere la partita riguardo alle riforme del rapporto tra Gran Bretagna e Ue.
Gli alleati di Cameron farebbero di tutto per evitare il ripetersi della ribellione di ottobre, quando 81 deputati conservatori, in piena sfida alla leadership, chiesero un referendum sul rapporto della Gran Bretagna con l'Europa. Ma l'impiego del veto da parte di Cameron la scorsa settimana ha riattizzato le ambizioni secessioniste degli euroscettici, che nei corridoi di Westminster hanno già iniziato a parlare di "primavera inglese".

Gran Bretagna, 8,3% tasso disoccupazione Ilo 3 mesi
Nei tre mesi a ottobre il tasso di disoccupazione in Gran Bretagna è salito di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente attestandosi all'8,3%. Lo ha reso noto l'Ufficio di statistica (Ons) aggiungendo che i disoccupati sono aumentati di 128.000 unitá nei tre mesi di riferimento a 2,64 milioni, il livello massimo dal 1994. Il numero di persone che hanno richiesto sussidi di disoccupazione a novembre sono aumentati a novembre di 3.000 unità a 1,6 milioni, attestandosi al 5% della forza lavoro.

Nella Grecia in crisi sempre di più rinunciano all'auto
La crisi morde le tasche dei greci. Anche sotto Natale. Così aumenta ogni giorno in Grecia il numero di chi, alle strette, decide di restituire agli uffici dell'agenzia delle entrare le targhe delle automobili perché non riesce più a pagare la tassa di circolazione del veicolo.
Secondo dati del ministero delle Finanze, alla fine del 2011 il numero di coloro che avranno restituito le targhe delle loro auto sarà di circa il 200% superiore a quello degli automobilisti che hanno rinunciato lo scorso anno. Una vera e propia débacle determinata anche dell'aumento della benzina e delle altre tasse sulla casa e dalla contestuale riduzione degli stipendi con la sparizione della 14° e a volte 13° mensilità.
LICENZIAMENTI STATALI - Atene inoltre è in cura dimagrante anche sul settore pubblico. Il licenziamento di altri 150mila dipendenti statali entro il 2015 per ridurre drasticamente la spesa pubblica: è questo quanto la troika - Fondo monetario internazionale, Unione europea e Banca Centrale Europea - chiede al governo di Atene, come riferiscono i giornali greci, precisando che questa è solo una delle misure che i rappresentanti dei creditori internazionali hanno chiesto il 13 dicembre durante il loro incontro con il ministro della Riforma Amministrativa, Dimitris Reppas.
Il ministro, sempre secondo i giornali, ha spiegato ai rappresentanti della troika - Matthias Mors, Mark Flamagan e Bob Traa - che la misura della sospensione temporanea dal lavoro del personale in eccedenza non ha dato i risultati desiderati, perchè è stata applicata in fretta e senza la corretta valutazione del settore pubblico.
In più, secondo un comunicato del ministero, Reppas li ha informati su una serie di riforme realizzate in Grecia dal 29 agosto, giorno dell'ultima visita della troika.
STAMPA IN SCIOPERO - Prosegue in Grecia l'agitazione dei dipendenti di tutti i mezzi d'informazione pubblici. A partire dalle 06.00 di mercoledì fino alla stessa ora di venerdi 16 dicembre, i dipendenti della Televisione, dell'Agenzia di stampa Ape-Mpe, delle stazioni radio delle autonomie locali e del canale tv del Parlamento, incrociano le braccia contro la politica governativa nel settore. Il Paese è isolato, non ci sono notizie. Una situazione di altri tempi.
Per giovedì 15 dicembre, giorno del dibattito in Parlamento sull'emendamento che riguarda i mezzi d'informazione, è in programma una manifestazione in Piazza Syntagma, davanti al Parlamento.
LO SWAP - Infine resta sempre da definire l'accordo sull'haircut con i privati per i 200 miliardi di debito ellenico e una perdita a carico delle banche di 100 miliardi di euro così da far arrivare gli altri soldi pari a 130 miliardi del secondo piano deciso il 26 ottobre a Bruxelles che così si aggiungeranno a quello del maggio 2010 da 110 miliardi di euro. Tutti oggi dicono dopo il vertice dell'Immacolata a Bruxelles (cancelliere tedesco Merkel compresa) che questa sarà la prima e l'ultima volta che i privati saranno chiamati a partecipare "volontariamente" alle perdite di default controllato. Per quanto riguarda i piccoli risparmiatori privati anche per loro bisognerà aspettare gennaio per avere notizie certe in quanto il loro destino dipedenderà da quello che verrà deciso dai grandi istituti e solo allora si saprà se anche per loro ci sarà o meno una perdita.
 14 dicembre 2011

Spagna: debito banche spagnole con Bce sfiora 80 mld euro
+59,2% in un anno
14 dicembre, 12:58
(ANSAmed) - Madrid, 14 DIC - Il debito delle banche spagnole con la Bce ha raggiunto a novembre i 97,970 miliardi di euro, pari a un incremento del 28,8% rispetto a quello registrato a ottobre e del 59,2% in più rispetto a quello contabilizzato nel novembre 2010, secondo i dati diffusi oggi dalla Banca di Spagna. Il debito è il saldo vivo che gli enti finanziari spagnoli devono restituire alla Banca centrale europea per finanziamenti già ottenuti. Il debito della banca iberica ha segnato a novembre una somma record dall'ottobre 2010.

Spagna, +2,9% anno su anno inflazione novembre
In Spagna l'inflazione definitiva ha accelerato al 2,9% anno su anno a novembre. Lo ha reso noto l'ufficio di statistica spagnolo (Ine). A ottobre l'indice era salito del 3% anno su anno.

Spagna: quasi uno spagnolo su 4 in situazione di povertà
Con circa 500 euro al mese o meno
14 dicembre, 16:36
(ANSAmed) - Madrid, 14 DIC - Dieci milioni di spagnoli, il 22,5% della popolazione, vivono in una situazione di 'povertà relativa', con 500 euro al mese, e due milioni di essi in situazione di 'povertà severa', con meno di 300 euro al mese.
Sono i dati diffusi oggi dal presidente della Rete europea di lotta contro la povertà e l'esclusione sociale in Spagna (Eapn), Carlos Susias. La soglia di povertà relativa, ha spiegato Susias, si calcola al di sotto del 60% della retribuzione media del Paese. Il presidente di Eapn ha assicurato che la situazione che si avvicina "per il 2012 è tremenda", per cui ha lanciato un appello alle pubbliche amministrazioni sulla necessità di investire in servizi di assistenza sociale e non solo di tagliare ni bilanci pubblici. Come ha sottolineato Susias, "il materasso di riserva degli enti sociali per l'assistenza agli indigenti è praticamente esaurito".

Irlanda: Kenny, cercheremo revisione Ue su piano debito
Il Governo di Dublino continuerà a cercare un qualche tipo di meccanismo europeo per ridurre il peso del debito che il Paese ha dovuto sostenere quando è stato obbligato a sostenere costi enormi per salvare le proprie banche. Lo ha dichiarato Enda Kenny, primo ministro irlandese, durante un dibattito in Parlamento sul vertice dell'Unione europea del 9 dicembre, aggiungendo di essere fiducioso che le autorità europee col tempo saranno d'accordo sulla riduzione del peso del debito, perchè il Paese ha agito nell'interesse del Vecchio Continente.
Durante il Consiglio europeo, Kenny ha spiegato ai suoi colleghi che "il popolo irlandese si aspetterebbe delle azioni" da parte dei leader dell'Ue "sia per ripristinare la stabilitá dell'Eurozona che per rafforzare le prospettive di Dublino di riguadagnare la sovranità economica".
"Ho spiegato (ai colleghi dell'Ue) il costo per l'Irlanda di capitalizzare le banche in maniera tale da proteggere sia i cittadini del Paese che dell'Europa. Ho spiegato che questo costo è stato straordinariamente oneroso, attestandosi a 63 miliardi di euro", ha aggiunto il primo ministro, sottolineando di aver dichiarato che tenterà di ottenere "l'accesso ai nuovi strumenti finanziari europei che non erano disponibili" quando fu erogato il primo piano di aiuti.
Il Governo irlandese ha già affermato in diverse occasioni di ritenere che il Paese è stato obbligato a sostenere un fardello di debito iniquo, perchè quando ha iniettato enormi somme nelle banche nazionali e ha ripagato i detentori di obbligazioni degli istituti di credito insolventi lo ha fatto nell'interesse generale dell'Unione europea.

Serbia: Ue, non abbiamo chiesto riconoscimento Kosovo
Replica Bruxelles dopo affermazioni presidente Boris Tadic
14 dicembre, 16:55
(ANSAmed) - BRUXELLES, 14 DIC - ''Il riconoscimento del Kosovo non e' una condizione per la concessione dello status di paese candidato all'adesione all'Ue''. Lo ha ribadito oggi a Bruxelles Maja Kocijancic, portavoce dell'Alto rappresentante per la politica estera, Catherine Ashton, rispondendo alle domande dei giornalisti dopo le recenti dichiarazioni del presidente serbo, Boris Tadic.
 Kocijancic ha spiegato che le conclusioni del Consiglio Ue sono ''chiare'' al riguardo. Inoltre il commissario all'Allargamento, Stefan Fule, insieme all'alto rappresentante per la politica estera Ue, Catherine Ashton, ''hanno incoraggiato Belgrado a fare gli ultimi passi in avanti per ricevere il via libera alla concessione dello status a febbraio'', quando la richiesta di Belgrado sara' sottoposta nuovamente ai ministri degli esteri dell'Ue. Inoltre per Bruxelles ''la risoluzione 1244 delle Nazioni Unite rimane valida'' ha concluso la portavoce. (ANSAmed).

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