venerdì 16 dicembre 2011

Federali_mattino_16.12.11. Cose dell’altro mondo.----Il debito e' dunque aumentato, nel giro di un solo mese, di oltre 25 miliardi di euro (+1,3%). Rispetto alla fine del 2010, e' salito di oltre 66 miliardi di euro (+3,6%). Pesa per 31.816 euro su ognuno dei 60 milioni di abitanti e di 90.904 euro per ogni famiglia, calcolano Adusbef e Federconsumatori.----Istat: L'inflazione acquisita per il 2011 si stabilizza al 2,7%.----Le Province resteranno in vita fino a...morte naturale, ovvero fino alla scadenza del mandato. La decisione è stata presa all’unanimità dalla Commissione Bilancio della Camera, su proposta del deputato leghista veronese, Alessandro Montagnoli. Non ci sarà, quindi, la fine anticipata della legislatura, che il governo Monti aveva previsto di fissare per il marzo 2013.----SuperMario: L'intensificazione delle tensioni dei mercati sta frenando l'attività economica dell'area euro, ha ribadito il presidente della Banca centrale europea. Le prospettive economiche dell'Unione valutaria restano soggette a elevata incertezza, ha aggiunto, secondo quanto riporta un trascritto dell'intervento pubblicato dalla Bce, e a rischi che puntano verso il rallentamento. In questo quadro le dinamiche di costi e salari dovrebbero mantenersi moderate.----I greci lucidano le pentole bucate.

Basilicata, in calo le prospettive di lavoro per il 2012
Bozen, oltrepadania. La Svp: «Monti non ci spinga all'autodeterminazione»
Veneto, padania. L’emendamento che allunga la vita
Bologna, padania. Barilla, l'intesa sul grano sale a 90 mila tonnellate
Bankitalia, debito a 1.909 miliardi
Istat. Prezzi al consumo
Crisi, Cancellieri: Paese alle prese con "transizione difficilissima"
Riattivato il trattato Italia-Libia
Draghi: piano per rafforzare le banche
Crisi: Grecia, 12 porti e 29 aeroporti verso privatizzazione
Crisi: Grecia, disoccupazione a livello record a settembre
Spagna: stop accordo pesca, Madrid chiede compensazioni
Portogallo: vandalismo e violenze contro pedaggi autostrade
Ue-Croazia: Bruxelles firma accordo su formazione giudici



Basilicata, in calo le prospettive di lavoro per il 2012
POTENZA – I datori di lavoro delle aziende lucane prevedono che il rallentamento dell’occupazione continuerà anche nel primo trimestre del nuovo anno: rispetto ai primi tre mesi del 2011 c'è un “miglioramento” delle prospettive di crescita, ma complessivamente sono sempre meno gli imprenditori che intendono fare nuove assunzioni (con una diminuzione del 12 per cento). E' quanto è emerso dall’indagine “Previsioni Manpower sull'occupazione”, realizzata sulla base di interviste fatte agli imprenditori, che hanno espresso le intenzioni di assunzione per il trimestre Gennaio-Marzo 2012.
Rispetto al trimestre precedente c'è un aumento di nove punti percentuali delle ipotesi di nuovi posti di lavoro ma, al netto di lavori stagionali e occasionali, e “nonostante il lieve miglioramento rispetto al trimestre precedente, la previsione occupazionale in Basilicata mantiene un segno negativo per i tre mesi a venire: il dato emerso dall’inchiesta (meno 12 per cento) significa che la percentuale dei datori di lavoro della regione che hanno espresso intenzione di assumere nuovo personale è minore della percentuale di quanti hanno invece previsto di ridurre il proprio organico”.
 Tra i settori industriali presi in esame, solo i datori di lavoro del comparto “Trasporti e Comunicazioni” fanno registrare piani di assunzione non in negativo. Prospettive poco promettenti nel comparto “Pubblico e Sociale”, (meno undici per cento), e in quello “Ristoranti e Hotel” (meno nove per cento).

Bozen, oltrepadania. La Svp: «Monti non ci spinga all'autodeterminazione»
«La Stella alpina - ha detto Theiner - è sempre stata una convinta sostenitrice del processo di autonomia, ma non vorrei che queste ultime scelte di Roma possano anche farci cambiare rotta»
di Orfeo Donatini
BOLZANO. La tensione politica fra Roma e Bolzano dopo l'approvazione della manovra "Salva Italia" è ormai altissima. Per oggi, conclusa la fase di esame e modifica in sede di Commissioni unite dell'Economia e delle Finanze a Montecitorio, alla Camera è atteso il voto di fiducia sulla manovra. «E il nostro non potrà che essere un voto contrario - ha ribadito ieri l'onorevole Siegfried Brugger - per il merito e per il metodo seguito dal governo nell'adottare provvedimenti tanto penalizzanti e sproporzionati, rispetto anche alle altre regioni a statuto speciale, nei confronti dell'autonomia di Bolzano che alla fine pagherà quasi un miliardo di euro».
Che il clima si sia surriscaldato come non avveniva ormai da anni, nemmeno con il governo Berlusconi, lo testimonia anche la serie di dichiarazioni rilasciate ieri dall'Obmann della Volkspartei Richard Theiner che ha letteralmente lanciato una sfida ed un avvertimento al governo Monti: «La Stella alpina - ha detto - è sempre stata una convinta sostenitrice del processo di autonomia dell'Alto Adige Südtirol, ma non vorrei che queste ultime scelte di Roma possano anche farci cambiare rotta».
Insomma Theiner "avverte" Monti che il laboratorio politico e sociale altoatesino potrebbe tornare ad essere incandescente se le posizioni antiautonomistiche emerse da parte del governo nel corso dell'approvazione della manovra dovessero essere confermate anche in futuro.
In aula poi il presidente Durnwalder ha attenuato la linea dura del "suo" segretario rispondendo a quanti
sollecitano uno Stato autonomo: «Se vogliamo uno Stato - ha detto - c'é bisogno di confini, e non mi potete dire che si può fare, proprio perché in Europa non ci sono più confini. E non dobbiamo creare nuovi confini, ma superare quelli esistenti: nessuno prenderà mai sul serio questo tipo di proposte, ed è sbagliato creare illusioni. Secondo i recenti sondaggi per altro - ha sottolineato Durnwalder - solo il 14% dei nostri concittadini vorrebbe uno Stato autonomo".
Sulle scelte del premier Monti interviene anche il presidente di Assoimprenditori, Stefan Pan: «Una manovra pesante, ma necessaria - sostiene - che contiene norme assolutamente necessarie per evitare scenari potenzialmente gravissimi per l'Italia e tutta l'Europa. Per questo motivo deve essere approvata immediatamente e senza intoppi». «A noi tutti vengono richiesti grandi sacrifici - proseguono gli industriali - ma siamo certi che agendo diversamente, la situazione si aggraverebbe ancora di più, traducendosi in sacrifici e costi sociali ben maggiori».

Veneto, padania. L’emendamento che allunga la vita
«Province sino a fine mandato»
Sì alla proposta Montagnoli dopo una notte di battaglia. Il deputato leghista: «Non si mandano a casa gli eletti. Venezia, Padova e Rovigo restano in carica fino al 2014. Treviso scadrà nel 2016
VERONA—Le Province resteranno in vita fino a... morte naturale, ovvero fino alla scadenza del mandato. La decisione è stata presa all’unanimità dalla Commissione Bilancio della Camera, su proposta del deputato leghista veronese, Alessandro Montagnoli. Non ci sarà, quindi, la fine anticipata della legislatura, che il governo Monti aveva previsto di fissare per il marzo 2013. «Quella scadenza— spiega Montagnoli, decisamente soddisfatto per l’esito della sua battaglia — era prevista nel maxiemendamento proposto dal governo, in cui si prevede che in futuro le Province saranno sostituite da organismi composti da 10 persone, elette dai consigli comunali. Lo stesso testo prevede che entro la fine di aprile lo Stato e le Regioni dovranno trasferire le competenze delle Province alle Regioni stesse o ai Comuni, trasferendo anche le relative risorse umane finanziarie e strumentali, ovvero il personale e i soldi».
Quanto alla decadenza, spiega ancora Montagnoli, «in un primo momento si era detto che una legge dello Stato avrebbe deciso la data della… sparizione. Il che era discutibile ma legittimo. Nel maxiemendamento governativo, però, era stato inserito un comma in base al quale il 31 marzo 2013 sarebbero decadute tutte. E questo era assurdo perché voleva dire, in pratica, mandare a casa gente eletta dal popolo. Oggi - chiede polemicamente l’esponente leghista - poteva toccare alle Province, ma se domani un altro governo avesse deciso di fare lo stesso con le Regioni, o magari anche coi Comuni, cosa facevamo: mandavamo a casa i sindaci e tutti i consiglieri regolarmente eletti?». Di qui la battaglia dell’altra notte. «C’è stata battaglia per oltre un’ora—racconta Montagnoli — ma alla fine è stato accolto il mio emendamento in base al quale tutti gli organi eletti restano in carica fino alla scadenza. Per quelli che vanno a votare nel 2012 (come Vicenza e Belluno) si nominerà invece un commissario per portare l’ente fino appunto al 2013». Quindi Venezia, Padova e Rovigo rimarranno in carica fino al 2014, a Treviso (le cui elezioni si sono tenute quest'anno) consiglio, giunta e presidente arriveranno fino al 2016.
Chi si è opposto? «Il terzo polo e gli ex An non ne volevano sapere—dice Montagnoli — ma io ho parlato anche con Giarda, che è un ministro intelligente e che ha capito come le mie critiche fossero inoppugnabili, e che non poteva mandare a casa per decreto gli eletti dal popolo ». Cosa succederà adesso? Secondo Montagnoli «sembra difficile che si possa rispettare la data dell’aprile 2013 per svuotare le Province delle loro funzioni, trasferendo personale e soldi ad altri enti. Più di buon senso mi sembra riprendere in mano il Codice delle Autonomie, che è fermo in Senato, e magari riparlare dell’abolizione delle Province con meno d i 300mila abitanti. Per adesso è comunque passato un principio di democrazia, e s’è dimostrato che mentre prima qualcuno, sul Colle, metteva anche le virgole alle decisioni da prendere, adesso grazie alle battaglie della Lega qualcosa è cambiato. E un primo risultato l’abbiamo portato a casa… ». Dai palazzi Scaligeri, soddisfatto il commento del presidente della provincia di Verona, Giovanni Miozzi: «Le cose incostituzionali non si devono e non si possono fare - dice - e il ricorso alla Corte costituzionale che avevamo preparato con la Regione puntava proprio a questo. Ovvio che sia finita così. Resta il fatto - aggiunge Miozzi - che i risparmi vanno fatti, assolutamente ».
L. A. 15 dicembre 2011

Bologna, padania. Barilla, l'intesa sul grano sale a 90 mila tonnellate
BOLOGNA
 Siglato il nuovo accordo, patrocinato dalla Regione, per la fornitura di grano duro di alta qualità al gruppo Barilla valido per la campagna cerealicola 2012-2013. L’intesa incrementa i volumi della scorsa campagna, portandoli a un totale di circa 90 mila tonnellate: un quarto del grano duro prodotto in Emilia-Romagna, con una messa a coltura di oltre 15.000 ettari.
 Giunto al sesto rinnovo, l’accordo rappresenta un’esperienza di continuità e stabilità in un mercato dei cereali soggetto, negli ultimi anni, a forti variazioni di prezzi che mettono in tensione tutta la filiera. Non solo. In questi ultimi anni ha consentito di incentivare la produzione di grano duro di alta qualità in Emilia-Romagna, facendo della regione un polo di eccellenza nel panorama nazionale, e ha permesso al Gruppo Barilla, il maggiore utilizzatore mondiale di grano duro per la produzione di pasta, l’approvvigionamento da una filiera locale, con livelli qualitativi tali da diminuire la dipendenza dai mercati esteri.
 Da anni, infatti, Barilla valorizza contratti di coltivazione a livello regionale e prosegue nell’impegno di integrazione della filiera a livello nazionale e di sostegno a iniziative per lo sviluppo di filiere sostenibili per l’ambiente e in grado, al contempo, di essere economicamente remunerative per gli agricoltori.
 L’intesa prevede tre meccanismi di fissazione del prezzo di vendita, con una flessibilità che va incontro all’esigenza degli agricoltori di massimizzare l’utile, ridurre gli effetti negativi della volatilità dei prezzi e incentivare la coltivazione di grano duro con requisiti di alta qualità. Il primo meccanismo definisce il prezzo sulla base della quotazione della borsa merci di Bologna con l’aggiunta di premi specifici per la qualità del prodotto e per gli impegni previsti dal disciplinare di produzione e conservazione (fino a 32 euro /tonnellata); il secondo, basato sui costi di produzione, consente ai produttori di scegliere di vendere una quota della propria produzione (fino a un massimo del 40% del totale), ad un prezzo precedentemente concordato, tale da garantire un adeguato margine di profitto sui costi di coltivazione, oppure di limitare la volatilità scegliendo di far riferimento a un intervallo di oscillazione; infine, il terzo meccanismo si basa sul prezzo dei futures del grano tenero alla borsa merci di Parigi, aggiustato dal differenziale dei prezzi tra il grano duro e quello tenero sulla borsa merci di Bologna, per permettere coperture a lungo termine sia per chi vende che per chi acquista.
 Questa esperienza, supportata dall’assessorato regionale all’Agricoltura, ha la peculiarità di coinvolgere l’intera filiera, valorizzando le competenze specifiche maturate dai diversi attori e promuovendo l’integrazione tra agricoltura, industria e istituzioni. Il contratto quadro si articola in singoli accordi dal Gruppo Barilla e dai fornitori che a loro volta stipulano con gli agricoltori i contratti che contemplano i reciproci impegni. Attraverso un disciplinare di produzione condiviso dalla Regione vengono utilizzate varietà specifiche quali Normanno, Levante, Saragolla, particolarmente adatte all’industria pastaria, in grado di fornire qualità di glutine con caratteristiche superiori a quelle della media italiana.
Bankitalia, debito a 1.909 miliardi
Consumatori, pesa 31.816 euro a testa, 90.904 a famiglia
15 dicembre, 12:18
(ANSA) - ROMA, 15 DIC - Il debito pubblico nel mese di ottobre e' salito a quota 1.909,192 miliardi di euro. Lo comunica la Banca d'Italia nel Supplemento al Bollettino statistico dedicato alla Finanza pubblica. Il debito e' dunque aumentato, nel giro di un solo mese, di oltre 25 miliardi di euro (+1,3%). Rispetto alla fine del 2010, e' salito di oltre 66 miliardi di euro (+3,6%). Pesa per 31.816 euro su ognuno dei 60 milioni di abitanti e di 90.904 euro per ogni famiglia, calcolano Adusbef e Federconsumatori.

Istat. Prezzi al consumo
Nel mese di novembre, l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), comprensivo dei tabacchi, registra una diminuzione dello 0,1% rispetto al mese di ottobre 2011 e un aumento del 3,3% nei confronti dello stesso mese dell'anno precedente (era +3,4% a ottobre). Il dato definitivo conferma la stima provvisoria.
L'inflazione acquisita per il 2011 si stabilizza al 2,7%.
L'inflazione di fondo, calcolata al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi, scende al 2,4% dal 2,5% di ottobre.
Al netto dei soli beni energetici, il tasso di crescita tendenziale dell'indice dei prezzi al consumo è stabile al 2,4%.
Il rallentamento dell'inflazione deriva da un aumento del tasso di crescita tendenziale dei prezzi dei beni (+4,0%, dal +3,9% di ottobre), più che compensato dalla diminuzione di quello dei servizi (+2,4%, dal +2,6% del mese precedente). Come conseguenza di tali andamenti, il differenziale inflazionistico tra beni e servizi aumenta di tre decimi di punto rispetto al mese di ottobre.
Effetti di contenimento dell'inflazione derivano, a novembre, dalla flessione congiunturale dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-1,1%), in particolare dei Ricettivi e di ristorazione (-1,4%), nonché al calo su base mensile dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-1,0%).
Per contro, effetti di sostegno al tasso d'inflazione derivano dagli aumenti congiunturali dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (+1,5%) e dei Beni energetici non regolamentati (+0,9%).
I prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza aumentano dello 0,4% su base mensile e del 4,2% su base annua (+4,1% a ottobre).
L'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce dello 0,1% su base mensile e aumenta del 3,7% su base annua, con una decelerazione di un decimo di punto percentuale rispetto a ottobre 2011 (+3,8%). Anche in questo caso il dato definitivo conferma la stima preliminare.
L'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,1% sul piano congiunturale e del 3,2% su quello tendenziale.

Crisi, Cancellieri: Paese alle prese con "transizione difficilissima"
L'Italia è alle prese con una transizione difficilissima. Lo ha detto oggi il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri. "L'Amministrazione ha davanti a sé ha una grande sfida, quella di accompagnare il Paese inuna transizione difficilissima", ha detto Cancellieri intervenendo a Roma all'inaugurazione dell'anno accademico della Scuola superiore dell'amministrazione dell'Interno.
Il ministro ha spiegato che "accanto a una crisi di fiducia vengono prepotentemente in rilievo i temi della distribuzione del reddito, della giustizia, della solidaretà e dell'uguaglianza". "Siamo di fronte a nuove urgenze e nuove istanze. Occorre dare ascolto a una società resa più fragile e ansiosa dalla crisi", ha proseguito il ministro.

Riattivato il trattato Italia-Libia
Firmato nel 2008, sospeso nel febbraio 2011
"Il presidente Jalil e io abbiamo deciso di riattivare il trattato di amicizia, la cui applicazione era stata sospesa con l'inizio del conflitto in Libia". Lo ha annunciato il presidente del Consiglio Mario Monti al termine del colloquio con il capo del Consiglio nazionale transitorio Mustafà Abdul Jalil. "Abbiamo percorso i modi concreti per concentrarci sulle priorità della nuova Libia" ha aggiunto Monti, in conferenza stampa a palazzo Chigi con Jalil.
Il 'Trattato di amicizia tra Italia e Libia fu firmato il 30 agosto 2008 a Bengasi dal premier Silvio Berlusconi e dal leader libico Muammar Gheddafi. L'intesa, ratificata in seguito dal Parlamento italiano e dal Congresso libico, aveva l'ambizione di mettere la parola fine al contenzioso sul passato coloniale italiano in Tripolitania e Cirenaica e aprire un'epoca di cooperazione in campo economico - soprattutto energetico e nel settore delle infrastrutture - e di lotta all'immigrazione clandestina.
Questo fino al 26 febbraio 2011 quando, di fronte all'evidente bagno di sangue che il leader libico Muammar Gheddafi stava imponendo al suo stesso popolo, l'Italia prese le distanze dal rais annunciando - per bocca del ministro della Difesa Ignazio La Russa - la sospensione del Trattato: l'articolo 4 del Trattato stesso impegnava infatti il governo italiano a non concedere le basi dislocate sul territorio nazionale per 'atti ostili' contro la Libia. Cosa che invece sarebbe poi accaduta di lì a breve.
Secondo la lettera del Trattato, l'Italia si impegna a finanziare la realizzazione di infrastrutture sul territorio libico per una spesa complessiva di 5 miliardi di dollari (circa 4 miliardi di euro) nell'arco di 20 anni. L'esecuzione delle opere - tra cui l'autostrada costiera che dovrebbe attraversare tutto il Paese da est a ovest, dall'Egitto alla Tunisia - devono essere concordate da un comitato paritetico ed affidate ad imprese italiane.
Ecco in sintesi i punti salienti dell'accordo:
* PIU' IRES PER L'ENI CHE FINANZIA ACCORDO - L'Eni, in qualita' di principale operatore nel settore della ricerca e della coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi, dovra' versare un'addizionale all'imposta sul reddito delle societa' (Ires) pari al 4% dell'utile prima delle imposte. Tale addizionale e' dovuta dal 31 dicembre 2008 al 31 dicembre 2028, coprendo cosi' la durata ventennale del rimborso di 5 miliardi di dollari.
* IMMIGRAZIONE, ITALIA CONTROLLA FRONTIERE TERRESTRI LIBIA - Investimenti per 5 miliardi di dollari in cambio di un rinnovato impegno della Libia a collaborare nella lotta al terrorismo, alla criminalita' organizzata, al traffico di stupefacenti e all'immigrazione clandestina, obiettivi peraltro gia' stabiliti dall'accordo del 2000, in vigore dal 22 dicembre 2002. Per contrastare l'immigrazione clandestina, e' previsto un sistema di controllo delle frontiere terrestri libiche, che verra' effettuato dalla parte italiana.
* DA ITALIA 200 ABITAZIONI E RESTITUZIONE REPERTI ARCHEOLOGICI - L'Italia si impegna a realizzare alcune iniziative speciali tra le quali la costruzione di 200 abitazioni, l'assegnazione di borse di studio universitarie a studenti libici, la cura delle persone colpite dallo scoppio di mine in Libia presso istituti italiani, il ripristino del pagamento delle pensioni di guerra ai titolari libici e la restituzione di manoscritti e di reperti archeologici trasferiti in Italia in epoca coloniale.
* 150 MLN A ESULI ITALIANI E VISTI PER TORNARE IN LIBIA - Gli italiani espulsi dalla Libia nel 1971, dopo che il colonnello Gheddafi prese il potere con un colpo di Stato che detronizzo' re Idriss, potranno tornarvi con un visto turistico, ma anche per lavoro o per altre finalita'. Agli esuli dalla Libia si riconosce un indennizzo complessivo di 150 milioni da corrispondere nella misura di 50 milioni all'anno dal 2009 al 2011.
* MANOVRE MILITARI CONGIUNTE E ACCORDI INDUSTRIA DIFESA - Con successive discipline dovevano essere definiti i tempi e i modi per lo svolgimento di manovre congiunte e scambio di esperti e tecnici. La collaborazione in questo settore doveva riguardare anche le industrie militari. Italia e Libia si impegnavano anche a collaborare nel settore della non proliferazione delle armi di distruzione di massa e del disarmo.

Draghi: piano per rafforzare le banche
Il presidente della Bce: vendita degli asset e aumento di capitale. L'acquisto di Bond deve finire.
Berlino. Un piano per rafforzare i capitali delle banche: ne ha parlato il presidente della Bce, Mario Draghi, a Berlino sostenendo che al momento c’è «una pressione molto forte sulle banche per mancanza di capitali e fondi». Il piano passa, ha detto Draghi, per l’aumento di capitale, la vendita degli asset e la riduzione dei prestiti.
«L'intensificazione delle tensioni dei mercati sta frenando l'attività economica dell'area euro», ha ribadito il presidente della Banca centrale europea. «Le prospettive economiche dell'Unione valutaria restano soggette a elevata incertezza», ha aggiunto, «secondo quanto riporta un trascritto dell'intervento pubblicato dalla Bce, e a rischi che puntano verso il rallentamento. In questo quadro le dinamiche di costi e salari dovrebbero mantenersi moderate».
E ancora: «Eurolandia vivrà un’inevitabile contrazione dell’economia a breve termine». Draghi ha poi  aggiunto che gli effetti potranno essere mitigati da un ritorno della fiducia e che «nel medio termine, la crescita sostenibile può essere raggiunta solo con riforme strutturali rimandate per troppo tempo. L’acquisto di bond da parte della Bce non è nè eterno, nè infinito».

Crisi: Grecia, 12 porti e 29 aeroporti verso privatizzazione
Al via procedure per valorizzazione delle proprietà dello Stato
15 dicembre, 12:45
(di Demetrio Manolitsakis) (ANSAmed) - ATENE, 15 DIC - L'Ufficio per la Valorizzazione delle Proprieta' dello Stato greco (Taiped), la nuova agenzia pubblica incaricata di mettere in pratica il piano di privatizzazioni del governo greco, ha avviato ufficialmente le procedure per la valorizzazione di una serie di immobili e di infrastrutture di proprieta' del demanio. Le previsioni del ministero delle Finanze riguardo l'interesse degli investitori stranieri sono ottimiste e riguardano in un primo tempo tre grandi "pacchetti". Il primo comprende 29 aeroporti del Paese, per i quali la Commissione Interministeriale ha concesso definitivamente al Taiped, oltre i diritti della loro amministrazione e del loro sfruttamento, anche il diritto allo sfruttamento delle loro infrastrutture. Secondo i giornali greci, oltre all'aeroporto "Macedonia" di Salonicco, l'interesse degli investitori riguarda aeroporti strategici per il turismo come quelli sulle isole maggiori di Creta, Corfu', Kos, Rodi, Zakynthos, Santorini, Lesbo e Chios.
 Il secondo pacchetto riguarda la valorizzazione di 12 porti della Grecia, fra cui quelli di Pireo e di Salonicco, per i quali il governo greco in un primo tempo si era impegnato con i rappresentanti della troika a vendere rispettivamente il 23,1% e il 23,3%, con ulteriore vendita di azioni o di concessione dei diritti per lo sfruttamento, entro il primo trimestre del 2012. Il terzo pacchetto riguarda la valorizzazione dei terreni di proprieta' dello Stato. Oltre a quelli su cui sorge il vecchio aeroporto internazionale di "Ellinikon", non piu' operativo, sulla costa meridionale di Atene, il ministero delle Finanze ha informato gli investitori dell'intenzione di promuovere gli investimenti nel settore del turismo tramite la valorizzazione di circa 70.000 terreni edificabili i primi dei quali saranno disponibili, secondo i giornali, entro il secondo trimestre del 2012.
 Inoltre il piano delle privatizzazioni, stilato dal governo greco con l'obiettivo di riuscire ad incassare 50 miliardi di euro entro il 2015, prevede la vendita di alcune imprese a partecipazione statale, come la Depa-Desfa (Societa' per il Gas naturale e Autorithy del Sistema Nazionale per la distribuzione del gas) e il 35% della Elpa (la compagnia petrolifera ellenica), oltre alla vendita del 29% dell'Opap (il totocalcio greco), dell'Odie (l'agenzia per le corse di cavalli), del Casino' di Parnitha, dell'Eas (il Gruppo per la Produzione di Sistemi Difensivi) e dell'azienda metallurgica Larco.(ANSAmed).

Crisi: Grecia, disoccupazione a livello record a settembre
Molto presto saranno senza lavoro un milione di persone
15 dicembre, 16:23
(ANSA) - ATENE, 15 DIC - Il tasso di disoccupazione in Grecia ha toccato il picco record del 17.7% nel terzo trimestre di quest'anno contro il 12.4% dello stesso periodo del 2010 e il 16,3% del secondo trimestre 2011. Lo rende noto l'agenza Ana citando gli ultimi dati diffusi oggi dall'Istituto statistico ellenico (Elstat) secondo cui il numero totale dei disoccupati sta rapidamente puntando verso il milione di unita' su poco piu' di 11 milioni di abitanti del Paese. Ad agosto scorso il tasso di disoccupazione aveva raggiunto il 18.4%, oltre sei punti percentuali rispetto allo stesso mese del 2010. I settori piu' colpiti dall'aumento del fenomeno sono quello edilizio, manifatturiero, della vendita al dettaglio e all'ingrosso che solo nell'ultimo anno hanno perso quasi 180.000 posti di lavoro.
 Nell'eurozona, secondo gli ultimi dati Eurostat, la Grecia e' seconda solo alla Spagna che, con il 22.6%, ha il piu' alto tasso di disoccupazione tra i Paesi dell'Ue. Austria e Paesi Bassi hanno il minore tasso di disoccupazione, rispettivamente con il 3.9% ed il 4.5%. Sempre secondo l'istituto di statistica europeo, a settembre erano circa 16.2 milioni i disoccupati nell'eurozona, quasi 188.000 in piu' rispetto al mese di agosto.

Spagna: stop accordo pesca, Madrid chiede compensazioni
Ieri decisione del Parlamento europeo
15 dicembre, 14:06
(ANSAmed) - Madrid, 15 DIC - La mancata proroga dell'accordo sulla pesca fra l'Unione Europea e il Marocco ha provocato un terremoto nel settore ittico spagnolo, in particolare in Andalusia e alle Canarie, dove il 90% della flotta peschiera ha licenza per la cattura nelle acque del Paese magrebino. Al punto che il ministro uscente per l'ambiente rurale e marino, Rosa Aguilar, ha annunciato la richiesta alla Ue di compensazioni, in dichiarazioni ai media, al suo arrivo al Consiglio di agricoltura e pesca a Bruxelles. "Parliamo di circa 70 pescherecci e di oltre 500 posti di lavoro diretti e moltissimi altri indiretti, che saranno pregiudicati. Questo danno deve essere risarcito dalla Ue, non solo ai proprietari della flotta, ma agli equipaggi che lavorano sulle imbarcazioni", ha detto la Aguilar ai microfoni della radio nazionale spagnola. Il ministro spagnolo rappresenterà ai suoi omologhi e al commissario europeo per la pesca, Maria Damanaki, la preoccupazione suscitata in Spagna dalla decisione del Parlamento Europeo, che obbliga all'interruzione immediata delle attività ittiche dei pescherecci comunitari nelle acque del Marocco. "La Spagna rispetta la decisione ma non la condivide", ha insistito la Aguilar, che ha solecitato un nuovo mandato per la Commissione europea, perchè negozi un nuovo accordo con il Paese magrebino; ma ha assicurato, allo stesso tempo, che il governo spagnolo non avvierà colloqui bilaterali col Marocco. "Ci sono interi paesi in Andalusia che praticamente vivono della pesca in acque marocchine", ha ricordato il ministro. E' il caso di Barbate (Cadice), che già conta 5.000 disoccupati su una popolazione di 23.000 abitanti, e dove la decisione del Parlamento Europeo lascerà senza lavoro 800 pescatori. "Il 90% della flotta ha licenza per pescare in Marocco e, al divieto di pescare in acque marocchine, si unisce ora la limitazione imposta dalla ferma biologica nel Golfo di Cadice nel periodo fra dicembre e febbraio", denuncia il vicepresidente dell'associazione locale del settore ittico, Ambrosio Ruiz.

Portogallo: vandalismo e violenze contro pedaggi autostrade
Fucilate contro addetti, caselli in fiamme
15 dicembre, 14:57
(ANSAmed) - Madrid, 15 DIC - Un funzionario dell'impresa che gestisce l'autostrada ferito da un colpo di fucile, atti di vandalismo contro i caselli, un'ondata di furti di targhe per beffare le telecamere di controllo alle barriere: l'istituzione del pedaggio sull'autostrada A22, in Portogallo, nota come la Via do Infante, che attraversa l'Algarve in direzione di Ayamonte (Huelva) in Spagna, ha sollevato dallo scorso 8 dicembre un malcontento che va ben oltre le semplici proteste.
Ai caselli all'altezza del km 43, in direzione Agoz-Guia, in Albufeira, all'alba di ieri un funzionario dell'azienda che gestisce l'autostrada è rimasto ferito da un colpo di fucile, mentre si avvicinava a un casello del telepass, cui vandali ignoti avevano appiccato il fuoco. Secondo fonti della polizia locale citate oggi dai media portoghesi, incendi di natura dolosa sono stati appiccati anche alla barriera di Boliqueime della stessa autostrada. E agenti della pubblica sicurezza di Olhao, sempre in Algarve, mettono in collegamento l'ondata di furti di targhe automobiliste con l'entrata in vigore del pedaggio sulla A22, a partire dallo scorso 8 dicembre. La polizia non esclude che le matricole vengano utilizzate da automobilisti-pirati per passare le barriere senza pagare il pedaggio, in modo che le multe arrivino poi al proprietari delle targhe. Anche se l'introduzione del telepass sulle quattro autostrade lusitane rientrava nel pacchetto di tagli approvati dal precedente governo socialista, guidato da José Socrates, è stato l'esecutivo del conservatore Pedro Passos Coelho a renderla operativa. Una misura che ha suscitato numerose proteste, dal momento che ha notevolmente aggravato i costi di cicolazione. I portoghesi sono infatti obbligati a munirsi di un dispositivo elettronico che legge la targa e costa 27,5 euro, associato a un conto corrente. In alternativa, hanno cinque giorni di tempo dal momento dell'utilizzo per pagare il pedaggio dell'autostrada in uno degli uffici postali di Correios de Portugal. Per i turisti stranieri sono state installate cabine elettroniche in cui acquistare carte pre-pagate di 3 o 5 giorni di validità, ricaricabili. Anche se, stando alle numerose denunce citate dai media, i dispositivi non hanno funzionato correttamente durante i primi giorni dell'entrata in vigore dei pedaggi. Gli elevati prezzi e la complessità dei pagamenti, in tempi di grave crisi economica e coi pensanti tagli imposti dal governo per il contenimento del deficit, hanno fatto estendere la protesta da un lato all'altro del Paese, con marce lente sulle autostrade e l'appello al boicottaggio, mosso da associazioni e da cittadini indignati. Ma l'alternativa all'autostrada A22 a pagamento è una arteria nazionale completamente collassata dal traffico, dopo che i tir sono tornati a utilizzarla, pur di evitare le forche caudine del telepass. (ANSAmed) YK8

Ue-Croazia: Bruxelles firma accordo su formazione giudici
Intesa per rafforzare conoscenza norme comunitarie prima 2013
15 dicembre, 13:52
(ANSAmed) - BRUXELLES, 15 DIC - La Commissione europea e la Croazia hanno firmato oggi un accordo per sostenere la formazione dei magistrati nazionali, in vista dell'adesione del paese all'Unione europea nel luglio del 2013. Nel quadro dell'accordo, firmato da Viviane Reding, commissaria Ue alla Giustizia, e Drazen Bosnjakovic, ministro croato della Giustizia, la Croazia potra' partecipare ai programmi Ue di sostegno alla formazione di giudici, avvocati e altri professionisti del diritto.
 ''Comprendere il diritto dell'Unione - ha detto Reding - e' essenziale per rafforzare lo spazio europeo di giustizia e l'Unione europea intera in quanto comunita' di diritto. Secondo il commissario Ue questo accordo ''consentira' a giudici e magistrati delle procure croati di partecipare ai progetti della formazione giudiziaria europea prima dell'adesione. Questo rappresenta una parte fondamentale dei preparativi finali per l'adesione all'UE e aiutera' a far si' che il futuro ingresso nell'Unione porti il massimo beneficio ai cittadini e alle imprese della Croazia''. L'Ue cofinanzia attivita' nel quadro della formazione giudiziaria dell'Unione, sia a livello nazionale che europeo, con l'obiettivo generale di fornire formazione sul diritto comunitario a 700.000 professionisti entro il 2020. (ANSAmed)

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