venerdì 16 dicembre 2011

Federali_sera_16.12.11. Ri_piano Sud.----1. Ovvero della retorica sabauda imbastita con i crediti altrui.----2. La transizione da Oca giuliva al metodo Montessori non cambia la sostanza ne’ l’approccio, i meridionali tali sono, e cosi’ necessita trattarli: chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, zitto ragazzo e ringrazia, che ti poteva andare pure peggio: “Questo piano d’azione non attribuisce nuovi fondi ma fa di più. Inizia ad usare meglio i fondi già assegnati: 3,1 mld dei 26 che le Regioni coinvolte devono spendere entro fine 2015 per evitare di perderli, ha detto stamane il premier Mario Monti”.----3. Basilicata, De Filippo: Contributi confermati: «Sorprendente novità».----4. Sardegna, Olbia: Ma non c’è da temere nuovi ulteriori ritardi o peggio ancora scippi.----5. Napoli: È la montagna che partorisce il topolino.

Piano per il Sud.
LA NUOVA SARDEGNA - Trasporti e infrastrutture: I fondi? Bloccati, per ora
Campania, duecento milioni in meno
L'UNIONE SARDA - Economia: Irregolari otto aziende su dieci



Piano per il Sud.
Alla Basilicata arrivano 62 milioni
Banda larga, sgravi fiscali per l’occupazione, fondi per il digital divide Il Sud riparte dal piano Monti. De Filippo: «Contributi confermati: «Sorprendente novità»
16/12/2011  ROMA – Accelerare e riqualificare l’utilizzo dei fondi strutturali comunitari: si basa su questo presupposto l'accordo siglato ieri tra il Governo e le Regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna), che hanno approvato il Piano d’Azione. L’intervento prevede di concentrare le risorse, pari a 1,5 miliardi di euro, su tre settori: scuola, agenda digitale e occupazione dei lavoratori svantaggiati. Viene inoltre costituito un Fondo da 1,6 miliardi per gli investimenti sulle reti e i nodi ferroviari che porta a circa 6,5 miliardi l'insieme dei finanziamenti per le ferrovie nel sud. Per questo complessivamente viene mobilitata una cifra che si aggira intorno agli 8 miliardi di euro.
 «Questo piano d’azione non attribuisce nuovi fondi ma fa di più. Inizia ad usare meglio i fondi già assegnati: 3,1 mld dei 26 che le Regioni coinvolte devono spendere entro fine 2015» per evitare di perderli, ha detto stamane il premier Mario Monti, aprendo la conferenza stampa che ha presentato il Piano d’Azione. In particolare, alla scuola vanno 974 milioni, per l’agenda digitale 423, per il credito per l’occupazione 142 milioni. Sul fronte delle infrastrutture, viene ridotto il tasso di cofinanziamento dei fondi comunitari per un importo pari a 1.620 milioni che vengono destinati a finanziare a una serie di opere ferroviarie: la variante Cancello-Napoli e acquisto di materiale rotabile in Campania, il nodo di Bari e il raddoppio Lesina-Ripalta in Puglia, la linea Catania-Palermo in Sicilia, l'ammodernamento e la velocizzazione della rete sarda e l'elettrificazione della dorsale jonica in Calabria. "Utilizzare bene i fondi europei non ‚ solo una priorià ma anche una condizione per assicurare che la politica di coesione europea rimanga di dimensioni significative", ha aggiunto Monti. Il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, ha spiegato invece che il miliardo di euro destinato alle scuole del Sud servirà anche a riqualificare 1.620 edifici. L’intervento dal punto di vista finanziario, ha spiegato in sostanza il ministro, sarà piùampio del miliardo previsto «perchè‚ questa cifra ne metteràin moto altre». «Il miliardo stanziato – ha affermato Profumo – servirà, in sostanza, ad aumentare la dotazione di tecnologie per la didattica in 2.160 scuole corrispondenti a un tasso di copertura del 54% del totale; a riqualificare, appunto, 1.620 edifici scolastici, con un tasso di copertura del 43% e a realizzare percorsi formativi per lo sviluppo delle competenze per oltre 65.300 alunni (nelle aree dove c'è‚ maggiore povertà), equivalenti al 5% del totale degli studenti nelle Regioni Convergenza». Un nuovo «passo del cavallo»: con queste parole il ministro per la Coesione Territoriale, Fabrizio Barca, ha definito l'operazione siglata con le Regioni, «per evitare da una parte di perdere i fondi europei e dall’altra riqualificare la spesa». Il ministro del Welfare e Lavoro, Elsa Fornero, ha spiegato che la misura dei fondi destinati all’occupazione «E’ molto limitata ma si tratta di programmi specifici che richiamano essenzialmente un aspetto metodologico e cio‚ aumentare la capacità di spesa delle Regioni. Anche se l’entità è bassa, nessun euro – ha concluso il ministro – deve andare sprecato «. Tutti i governatori sono apparsi, sostanzialmente, soddisfatti dell’intesa raggiunta, in particolare per il metodo di concertazione che è stato osservato. Il presidente della Campania, Stefano Caldoro, ha sottolineato tuttavia la necessità di concentrare l’attenzione sulle politiche attive del lavoro, «affinchè i giovani lo trovino ma anche le loro madri e i loro padri non lo perdano». Il governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti, ha criticato la mancanza di attenzione di Fs per la Regione che governa, «una disattenzione che è gravissima», ha osservato. Il presidente della Puglia, Nichi Vendola, ha fatto notare che finora «i governi hanno usato, come moneta per affrontare la crisi, i due salvadanai dei Fondi destinati al sud e il sud ha accettato sia questo, sia di discutere di federalismo, non si è mai sottratto". E per il presidente della Basilicata, Vito De Filippo, «con il Piano d’Azione c'è la conferma delle risorse previste, cosa che, di questi tempi, è sorprendente». Interventi per la diffusione della Banda larga, realizzazione di un «data center regionale» per i servizi internet a cittadini e imprese, e un fondo economico per il credito di imposta sulle assunzioni: sono tre dei progetti che riguardano la Basilicata, indicati nel «Piano di azione coesione e miglioramento dei servizi pubblici collettivi al Sud’' che il governatore lucano, Vito De Filippo, ha firmato a Roma. I tre progetti prevedono un investimento di circa 62 milioni di euro: è previsto anche l’ammodernamento della tratta ferroviaria Potenza-Foggia per collegare la Basilicata all’alta velocità. Per quanto riguarda il web si ipotizza un primo intervento «di base» (per connessioni non inferiori a due Megabit per secondo) e uno successivo per l’abbattimento del “digital divide» di «seconda generazione», ossia quello relativo a connessioni non inferiori ai 30 Megabit per secondo. Nel settore dell’occupazione, invece, sarà aperto il fondo per finanziare il credito di imposta, con uno stanziamento di due milioni di euro, che «sarà poi ampliato attraverso l'individuazione di ulteriori poste nell’ambito del Por». «Per la Basilicata – ha detto De Filippo – portiamo a casa risultati importanti che sono frutto tanto della capacità di programmazione degli interventi, che ha consentito di non essere a rischio disimpegno, che della credibilità sul piano nazionale con cui siamo stati in grado di portare avanti il dialogo. E ora, come già prevede il Piano, bisogna cercare di estendere questo modello di funzionamento ad altri interventi».
Valentina Roncati

LA NUOVA SARDEGNA - Trasporti e infrastrutture: I fondi? Bloccati, per ora
16.12.2011
OLBIA. I fondi per il raddoppio della Sassari-Olbia non sono ancora disponibili, a cinque mesi dall’ultima delibera Cipe. Ma non c’è da temere nuovi ulteriori ritardi o peggio ancora scippi. Il meccanismo di erogazione si è inceppato per un rilievo sollevato dalla Corte dei conti sul costo totale dell’opera. La risposta del ministero per lo sviluppo economico servirà a sbloccare la pratica. A raccontare il retroscena è il deputato gallurese del Pd Giulio Calvisi. «La Corte dei Conti - dice -, che passa al vaglio tutte le delibere del Cipe, ha sollevato un rilievo. Una decisione che potremmo definire d’ufficio. Il problema è legato all’aumento dei costi per portare la Sassari-Olbia da due a quattro corsie. In pochi anni si è passati infatti da una spesa prevista di circa 470 milioni di euro agli attuali 850 milioni. Ecco dunque che la Corte dei conti vuole capire il motivo di questa robusta crescita del costo dell’opera». Un rilievo che, sempre secondo Calvisi, non dovrebbe però mettere a repentaglio l’arrivo in Sardegna dei fondi. «Il ministero per lo sviluppo economico si sta già muovendo, a breve presenterà la relazione in risposta ai rilievi sollevati dalla magistratura contabile. Non posso che dichiararmi estremamente fiducioso - sottolinea il deputato del Partito democratico - sul buon esito della faccenda». I fondi erano stati deliberati dal Cipe nella riunione del 3 agosto. In quella occasione furono stanziati circa la metà dei fondi Fas destinati alla Sardegna: circa un miliardo di euro di cui 406 destinati alla Sassari-Olbia. L’opera dispone anche di un ulteriore finanziamento di 105 milioni di fondi Por-Fers, mentre in precedenza erano già stati assegnati per la 4 corsie, 162 milioni più 14 dal Cipe nel 2009 e 23 milioni da un’ordinanza di Berlusconi del 2010. Il totale fa 710 milioni. La tabella prodotta dalla Regione dichiara però un costo di 850 milioni. Da qui i rilievi della Corte dei conti.

Campania, duecento milioni in meno
A rischio i «Grandi progetti»
Fondi per il rendimento scolastico e ferrovia Cancello-Napoli. Caldoro: «Agire sulle politiche del lavoro»
NAPOLI — «È la montagna che partorisce il topolino», hanno sussurrato alcuni tecnici della Regione Campania al termine della presentazione del «Piano di azione coesione per il miglioramento dei servizi pubblici collettivi al Sud». E in verità, non si può essere entusiasti dopo quanto è scaturito ieri. Con l'annuncio, da parte del ministro Fabrizio Barca, della riduzione del confinanziamento nazionale sui programmi operativi (percentuale non ancora definita, ma che apre una nuova e aspra trattativa con le regioni meridionali) e la possibilità del totale definanziamento governativo a partire dal prossimo anno se la situazione finanziaria dello Stato dovesse rimanere impigliata nelle sabbie mobili della crisi del debito.
Alla Campania, complessivamente, saranno sottratti circa 200 milioni di euro. Da qui, il rischio serissimo che investirebbe la realizzazione dei Grandi progetti, quelli già approvati e gli altri ritenuti ammissibili dalla Commissione europea (un incontro con i rappresentanti della Ue è previsto a Napoli il prossimo 20 dicembre proprio per affrontare l'esame della questione). Insomma, non vi sono previsioni rosee per il prossimo anno, ma soprattutto è concreto il pericolo che lo sforzo di riprogrammazione strategica attuato dalla giunta Caldoro per concentrare gli interventi possa risultare non solo vano, ma addirittura frustrato dalle esigenze contingenti, fino a costringere l'amministrazione campana a tornare alle vecchie e criticatissime modalità di parcellizzazione della spesa dei fondi strutturali e a riconsiderare la necessità di finanziare piccoli interventi.
Il Piano di azione è nato allo scopo di imprimere un'accelerazione ai programmi cofinanziati dai fondi strutturali dell'agenda 2007-2013, concentrando l'impegno su una griglia di priorità: istruzione, agenda digitale, occupazione e ferrovie. Per la Campania, in tabella, sono indicate risorse — come contributo delle Regioni — per l'attuazione del Piano pari a 350 milioni per l'istruzione; 20 milioni per l'occupazione; 600 per le ferrovie. Per l'istruzione, l'impegno dovrà essere finalizzato «al miglioramento delle competenze dei giovani e al contrasto della dispersione scolastica». Indicazione vincolante che ha spinto il governatore Stefano Caldoro a commentare con amarezza: «Serve un corretto bilanciamento tra formazione e lavoro, ma è soprattutto urgente agire sulle politiche attive del lavoro. Certo, bisogna lavorare su stage, apprendistato e tirocini per i giovani — ha aggiunto — ma anche operare affinché le loro madri e i loro padri non perdano il lavoro. Le risorse in questo settore vanno sicuramente aumentate».
Nel verbale di accordo siglato dalla Regione Campania si legge che nell'ambito delle priorità nel settore ferroviario da finanziare da parte della giunta Caldoro tramite la riduzione del cofinanziamento nazionale si conviene che «verrà apportata una riduzione del tasso di confinanziamento nazionale sul Po pari a 600 milioni di euro» e che le risorse provenienti dalla riduzione del tasso di cofinanziamento nazionale saranno destinate a: «Per 305 milioni di euro alla variante Cancello-Napoli, per garantirne il completamento stante le riduzioni sulle assegnazioni. Tale importo comprende il finanziamento di 125 milioni di euro precedentemente previsto a valere sul Por sul medesimo intervento; per 100 milioni di euro alla Traccia Napoli; per 100 milioni di euro all'acquisto di materiale rotabile. Al fine di dare speditezza alla spesa delle risorse, l'acquisito del suddetto materiale verrà curato dalla Regione Campania che ne resterà proprietaria. Alla riduzione del tasso di cofinanziamento si accompagna la riprogrammazione di 370 milioni di euro a valere sui programmi Fse e Fesr per scuola e occupazione, secondo quanto concordato tra la Regione e i ministeri competenti».
La Regione Campania, quindi, ha aderito al Piano agenda digitale, ma su questo versante dovrà essere ancora stabilito l'ammontare delle risorse da destinare. Nell'accordo è, invece, stabilito che il «governo si impegna a dare priorità agli interventi necessari in materia di depurazione/corpi idrici (opere di acquedotto e di fognature superficiali, ndr) e rifiuti nelle assegnazioni 2007/2013 regionali per il Fas, garantendo in particolare la copertura di alcuni interventi legati alle procedure di infrazione per un valore complessivo di 437 milioni di euro (160 milioni per la depurazione, 132 milioni per gli interventi sui corpi idrici, 145 milioni per i rifiuti)».
Angelo Agrippa

L'UNIONE SARDA - Economia: Irregolari otto aziende su dieci
16.12.2011
Riunita la Commissione regionale per il coordinamento dell'attività di vigilanza
Gli ispettori: crescono i contratti fittizi e le violazioni di orario Nell'edilizia e nelle costruzioni quasi otto aziende su dieci sono irregolari, ma gli ispettori del lavoro hanno evidenziato quest'anno anche il mancato rispetto delle norme in oltre la metà delle imprese che erogano servizi. Non solo. In molti casi, i contratti d'impiego non erano corretti e rispettosi delle mansioni svolte, così come viene spesso violata la norma sull'orario di lavoro. È lo scenario illustrato da Virginia Mura, direttore regionale del Lavoro, nel corso della riunione della Commissione regionale per il coordinamento dell'attività di vigilanza che si è svolta ieri mattina negli uffici sardi del Ministero. Attorno ad un tavolo, assieme alla dirigente, c'erano anche i responsabili regionali di Inps e Inail, ma anche i vertici di Guardia di finanza, Carabinieri, Agenzia delle entrate e le rappresentanze sia dei sindacati che delle organizzazioni delle imprese. LE VIOLAZIONI Con il 79% di irregolarità segnalate il settore dell'edilizia è quello che di gran lunga registra la maggiore sacca di irregolarità, seguito dai servizi con il 57%. I dati elaborati vanno dal 1° gennaio al 30 novembre di quest'anno e lo scenario che emerge appare preoccupante. «Sono state ispezionate 6.514 aziende», hanno spiegato dalla Direzione regionale per il lavoro, «rispetto al 2010, quando ne furono controllate 6.057, si registra un incremento dell'attività pari al 7,54%. Tra quelle ispezionate nel corso del 2011, le irregolari sono oltre il 63%». Verificate le posizioni di ben 31.770 lavoratori: il 30,18% è risultato irregolare. Le principali irregolarità riscontrate sono relative ai contratti di lavoro non genuini (2.164 riqualificazioni di rapporti di lavoro) e a violazioni della disciplina in materia di orario (1.451 casi). «Gli organi ispettivi del ministero del Lavoro», ha spiegato la dirigente, «sono competenti in materia di sicurezza limitatamente ai cantieri edili. Nei primi undici mesi dell'anno ne sono stati ispezionati 900 con all'interno 1.407 aziende. Riscontrate 991 irregolarità, il 70% del totale». LA TASK FORCE E proprio rispetto all'anno passato, i maggiori successi sono quelli legati all'emersione del lavoro nero grazie ad una task force composta da 189 ispettori: 166 amministrativi e adibiti alla vigilanza dei contratti, 15 tecnici che si occupano di cantieri e 8 militari dell'Arma distaccati nella direzione territoriale del Lavoro. «Ci siamo concentrati sul lavoro nero e sul lavoro grigio», ha precisato Virginia Mura, «che riguarda i lavoratori presenti nel mercato del lavoro con una componente di irregolarità che rende necessaria una riqualificazione del lavoro. Nei cantieri, poi, rispetto al 2010, spiccano le violazioni alle norme di sicurezza». A seguito delle ispezioni alle aziende sarde, lo Stato ha incassato, sotto forma di sanzioni, quasi 5 milioni di euro.

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