venerdì 2 dicembre 2011

Federali_mattino_2.12.11. Ennesima trovata, il regime padano s’inventa un nemico straniero, il krauto krukko: 1. Stiamo rischiando sicuramente di rientrare in recessione. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, spiegando che le ragioni sono esterne.----2. Con l’attivo che la Germania ha nella bilancia dei pagamenti, l’euro-marco dovrebbe avere un valore molto più alto. La verità è che i tedeschi, in questa fase, prosperano sulle difficoltà del resto d’Europa. Renato Brunetta, conclusa l’avventura ministeriale, torna a indossare l’abito del professore.----Great Britain, Sir Mervyn King ha letto Niccolò Machiavelli: A fronte di una crisi dell'eurozona che non è di liquidità ma di solvenza, il capo della Bank of England ha aggiunto che solo i governi direttamente coinvolti possono trovare una via di uscita, ma qui nel Regno Unito dobbiamo trovare strumenti per rafforzare la resistenza del nostro sistema finanziario in vista di tempeste che potrebbero venire nella nostra direzione.----Il Centro studi di Confindustria (Csc) dice che ai tassi attuali pagati dallo Stato la spesa per interessi sul debito pubblico è destinata a sfiorare i 100 miliardi di euro già nel 2012.

Termini imerese, firma
Fiat di Termini: a fine 2013 tutti riassunti da Dr
Marchionne a Radio24: lasciare l'Italia? Siamo una multinazionale...
Debito, interessi a quasi 100 miliardi in 2012
Passera, rischiamo tornare in recessione siamo in un momento difficile
Passera, prima emergenza disagio lavoro
 La Germania sta guadagnando con la crisi
 Fondo monetario ue
 King, Bank of England si prepara a default euro
 Goldman Sachs: sale rischio crollo euro 



Termini imerese, firma
01/12/2011 15:06
 ACCORDO MOBILITA' E' stato siglato al ministero dello Sviluppo economico l'accordo Fiat-sindacati sulla mobilità incentivata per 640 dipendenti dello stabilimento di Termini Imerese.

Fiat di Termini: a fine 2013 tutti riassunti da Dr
l sindacato chiarisce il testo dell'accordo: chi ha i requisiti andrà in mobilità incentivata, gli altri lavoreranno per la nuova casa automobilistica. Si tratta di oltre 920 dipendenti
ROMA. Il testo dell'accordo siglato da Fiat e sindacati sullo stabilimento di Termini Imerese "finalmente chiarisce che a fine 2013 chi ha requisiti andrà in mobilità incentivata - si tratta di 640 lavoratori - mentre gli altri saranno assunti da Dr", si parla di oltre 920 dipendenti. E' quanto ha affermato il responsabile Fiat della Fiom Enzo Masini.
 "Adesso  parte una nuova stagione nella storia del settore automotive di Termini Imerese e del suo indotto industriale". Lo dice il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, dopo la sigla dell'accordo sulla mobilità incentivata per i lavoratori Fiat di Termini Imerese. "Siamo certi - aggiunge - che i nuovi insediamenti produttivi sapranno dare nuove certezze e ben produrre, garantendo agli operai di Termini quel futuro cui hanno diritto e per cui la
Regione è stata al lavoro senza sosta. Questo governo ha svolto un ruolo delicato e fondamentale nella gestione della crisi, con chiari e precisi impegni finanziari avviati e già operativi per il rilancio del polo industriale di Termini Imerese: 150 milioni di euro destinati a rafforzare le infrastrutture e altri 200 milioni che serviranno a supportare l'insediamento di nuove attività produttive. Altri 45 milioni serviranno come incentivo alla rioccupazione dei lavoratori e 10 milioni sono disponibili per l'aggiornamento professionale e la riqualificazione del personale".
 "La Regione - conclude - ha già attivato tutte gli strumenti finanziari utili ad attrarre nell'area iniziative imprenditoriali, immaginando anche la diversificazione produttiva e dimensionale. Siamo sempre stati al fianco dei lavoratori di Termini Imerese in ogni momento di questa lunghissima crisi, sostenendoli nelle loro legittime forme di protesta e aiutandoli anche quando, per due volte, hanno voluto essere presenti a Roma per manifestare. Inoltre, pochi giorni fa, la giunta di governo ha stanziato un bonus straordinario di 1,5 milioni di euro per sostenere le famiglie degli operai".
ORE 18.10. E' stato sottoscritto anche l'accordo tra sindacati e Dr Motor per il passaggio dello stabilimento di Termini Imerese dalla Fiat all'azienda guidata da Massimo Di Risio. Si chiude così la vertenza per il sito siciliano del Lingotto.

Marchionne a Radio24: lasciare l'Italia? Siamo una multinazionale...
«Abbiamo avuto la maggioranza dei lavoratori che hanno appoggiato un'alternativa. Il treno è passato è inutile cercare d'insistere che bisogna rinegoziare e riaprire il tavolo. Quella decisione è stata presa, non possono rivotare fino a quando non vince la Fiom. La Fiat non può essere la vittima di questa minoranza. Io non posso investire così, parliamo di miliardi di euro d'investimenti, mica sto parlando di aprire un supermarket». Lo ha detto Sergio Marchionne, Ceo di Fiat e Chrysler ai microfoni di Radio 24 al margine di una conferenza organizzata a Washington dal Council for the United States and Italy, intervistato da Mario Platero per America24.
Marchionne ha aperto il suo intervento con una slide "FATE PRESTO" riprendendo la copertina del Sole 24 Ore del 10 novembre scorso per dare molti messaggi molto diretti (Platero in prima pagina sul Sole 24 Ore racconta l'intera cronaca dell'evento). Poi alla domanda: «Quali sono le alternative alla - la definizione è dello stesso Marchionne - "tirannia della minoranza verso la maggioranza, cioè il fatto che uno su 10 dipendenti mi va a condizionare come funziona un'azienda" la risposta è stata «Vendiamo macchine in Brasile, le vendiamo in Canada, in Messico, in Cina, da tutte le parti, non importa. Una soluzione la troviamo. La cosa importante di quello che ho detto è che la sopravvivenza della Fiat non può essere messa in discussione. Ci abbiamo messo otto anni per rimetterla in piedi, le abbiamo creato alternative attraverso questa alleanza con la Chrysler, non possiamo metterla in dubbio. È completamente fuori discorso. Chiunque pensa di poter condizionare la Fiat e costringerla a fare delle cose si sbaglia alla grande». In serata il Lingotto ha anche precisato con un comunicato che Marchionne non ha mai affermato che la Fiat potrebbe lasciare l'Italia.
Marchionne sulle relazioni industriali
Sulla richiesta della leader della Cgil, Susanna Camusso, di far intervenire anche il Governo sui progetti industriali Fiat, il Ceo Fiat auto, così risponde a Radio 24: «Il Governo non c'entra nulla e Monti, quel pover'uomo che ha un mondo di cose da fare, cosa c'entra con la Fiat. Monti deve portare avanti una serie di manovre per cercare di ottenere la tranquillità a livello europeo dei finanziamenti del paese e se non ce la fa, fallisce il progetto. Per questo deve essere assistito e appoggiato dalla politica fino a quando ha risolto il problema. Non abbiamo altra scelta. Bisogna lasciarlo lavorare. Ho una grande fiducia nelle sue capacità di gestione».
La posizione della Fiom
«Diventa essenziale che il governo convochi l'amministratore delegato della Fiat e gli chieda quali sono le sue opinioni e le prospettive che ci sono -. Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, a margine della presentazione di un libro -. Sono due anni che alternativamente si annuncia un piano di investimenti, si dice che è possibile andarsene dal Paese, si dettano condizioni e penso che sia utile che si chieda finalmente a Marchionne di scoprire le sue carte», ha concluso.
La firma definitiva per Dr Motor a Termini Imerese
Intanto sindacati e Dr Motor hanno sottoscritto l'accordo definitivo per la riconversione industriale dello stabilimento Fiat di Termini Imerese. Lo ha annunciato l'amministratore delegato di Invitalia, Domenico Arcuri. «Dopo l'accordo tra Fiat e sindacati - ha detto - l'intesa è stata sottoscritta anche con Dr Motor. Quindi il processo di insediamento della Dr nel sito industriale di Termini da oggi può dirsi concretamente operativo». Arcuri ha aggiunto che «il processo di trasferimento delle attività da Fiat a Dr Motor si è compiuto. E il problema della riqualificazione del sito di Termini, almeno dal punto di vista istituzionale è stato risolto nei termini e nei tempi previsti anche rispetto alla fatidica data del 31 dicembre». Il trasferimento dell'impianto di Termini Imerese da Fiat a Dr Motor avverrà al prezzo simbolico di 1 euro e si realizzerà compiutamente con la riassunzione di tutti i dipendenti nell'azienda diretta dall'imprenditore Massimo Di Risio. «Con questi accordi - ha sottolineato l'ad di Invitalia, advisor per il Governo nella vertenza - è stata risolta una complicata vicenda. Anche l'accordo tra sindacati e Dr Motor non contiene alcuna sorpresa. Quanto fatto si basa sui requisiti finora concordati ed è completamente coerente, soprattutto sul versante occupazionale, con quanto sottoscritto tra sindacati e Fiat. Il Lingotto chiederà nelle prossime ore al ministero del Lavoro la cassa integrazione straordinaria per 640 lavoratori (cui seguirà fino a un massimo di 4 anni la mobilità incentivata finalizzata alla pensione, ndr). Comincerà poi la fase di insediamento della Dr Motor nel sito di Termini con le prime assunzioni. Il tavolo continuerà a seguire il processo di insediamento e da domani ci occuperemo delle altre aziende incluse nell'accordo di programma».
Arcuri ha inoltre affermato che c'è stata un'accelerazione con la collaborazione di tutte le parti, a partire dal ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, che è stato «costantemente informato» su tutti i passi della vertenza. «Governo e Regione Sicilia - ha concluso l'ad di Invitalia - sono riusciti a risolvere un serio problema in un'area di delicata crisi del Mezzogiorno. Alla fine a Termini avremo un numero maggiore di occupati rispetto a quando la crisi dell'impianto produttivo è cominciata».
 1 dicembre 2011

Debito, interessi a quasi 100 miliardi in 2012
Il Centro studi di Confindustria (Csc) dice che ai tassi attuali pagati dallo Stato la spesa per interessi sul debito pubblico è destinata a sfiorare i 100 miliardi di euro già nel 2012. Nella nuova edizione della Congiuntura flash si legge infatti che "il permanere di rendimenti dei Btp oltre il 7% renderebbe la raccolta bancaria rarefatta e a costi proibitivi per il finanziamento dei prestiti" e "aggiungerebbe al servizio del debito oneri per 18 miliardi sul bilancio pubblico 2013".
"L'impennata dei rendimenti dei Btp italiani (al 7,3%; 4,7% in giugno, 4,0% nel 2010) innalza il costo della raccolta bancaria e quindi i tassi pagati da imprese e famiglie. Le statistiche sono troppo vecchie per incorporare tutto l'impatto del recente balzo dello spread (a settembre tasso medio sui nuovi prestiti al 3,4% e credito ancora in aumento), ma si moltiplicano le segnalazioni di congelamento delle erogazioni", dice il Csc.
"Con i Btp ai livelli attuali, il tasso sulle obbligazioni bancarie salirà rapidamente al 5,9% nel 2012 (6,5% nel 2013; stime CSC). Scaricato a valle, renderà proibitivi progetti di investimento e acquisti di beni durevoli". "Il costo medio del debito pubblico si innalza più gradualmente: 5,1% nel 2012 e 5,6% nel 2013 (4,2% nel 2011). Comunque, basta a incrementare la spesa per interessi di 11,9 miliardi nel 2012 e di 17,9 nel 2013, rispetto alle stime effettuate in settembre dal governo", dice il Csc nella sua Congiuntura flash.
L'ultima previsione ufficiale del governo italiano indica una spesa per interessi pari complessivamente a 85,806 miliardi per il prossimo anno (5,3% del Pil) e a 90,792 nel 2013 (5,5% del Pil). Di conseguenza la spesa per interessi, stando ai calcoli di Confindustria, dovrebbe raggiungere 97,706 miliardi nel 2012 e 108,692 miliardi nel 2013.
Le conseguenze si stanno già facendo sentire sull'economia italiana: "Le attese di produzione (Istat), ai minimi da due anni, e i giudizi sugli ordini, specie esteri, puntano a una più intensa contrazione nei prossimi mesi. Ciò è coerente con una riduzione del Pil a fine 2011 e inizio 2012, dopo la stagnazione estiva".

Passera, rischiamo tornare in recessione siamo in un momento difficile
01 dicembre, 12:27
(ANSA) - ROMA, 1 DIC - ''Siamo in un momento molto difficile.
Stiamo rischiando sicuramente di rientrare in recessione''. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, spiegando che le ragioni sono ''esterne''.

Passera, prima emergenza disagio lavoro
molto piu' alto di quanto mostrino le statistiche
01 dicembre, 12:15
(ANSA) - ROMA, 1 DIC - Il governo e' al lavoro ''per affrontare l'emergenza numero uno che e' quella del disagio occupazionale''. Cosi' il ministro dello Sviluppo e delle Infrastrutture, Corrado Passera, ha ribadito quella che secondo lui e' ''la priorita' assoluta'' del Paese. Il disagio, ha spiegato parlando alla Confcommercio, e' infatti ''molto piu' alto di quanto mostrino le statistiche'' e coinvolge ''una quota rilevantissima della societa' italiana''.

La Germania sta guadagnando con la crisi
di Fabrizio De Feo
L’ex ministro Brunetta: "Altro che invocare rigore. Grazie al basso valore dell’euro i tedeschi prosperano sulle difficoltà del resto d’Europa". La stampa tedesca scarica la Merkel: è lei la causa dell'eurodisastro
L'accusa dell'ex ministro Brunetta alla Germania: "Ha tanta crescita ed esportazione proprio grazie all’euro che si mantiene basso a causa delle debolezze altrui". Anche la stampa tedesca attacca il cancelliere: "Grazie a a lei la scelta è tra la bancarotta e la rovina"
Roma - «Con l’attivo che la Germania ha nella bilancia dei pagamenti, “l’euro-marco” dovrebbe avere un valore molto più alto. La verità è che i tedeschi, in questa fase, prosperano sulle difficoltà del resto d’Europa». Renato Brunetta, conclusa l’avventura ministeriale, torna a indossare l’abito del professore. E a Verona, durante il convegno dei liberali popolari di Carlo Giovanardi, si concede una dettagliata analisi sullo stato della crisi che culmina in un duro affondo sulle responsabilità di Berlino.
La tesi che l’ex ministro per la Pubblica amministrazione sposa con convinzione è semplice: la Germania si comporta con la riluttanza della formica che non vuole sacrificarsi a favore delle cicale. Ma la formica non ce la racconta giusta. «La Germania ha tanta crescita ed esportazione proprio grazie all’euro che si mantiene basso a causa delle debolezze altrui» spiega. «Finora è prevalso un atteggiamento egoistico da parte di alcuni Paesi, un atteggiamento che crea nell’opinione pubblica un senso antieuropeo, una linea di pensiero portata a vedere l’euro come causa di tutti i mali. La Germania è l’esempio principe di questo comportamento: chiede agli altri rigore e misure draconiane ma è quella che gode di più di questa situazione economica».
La fotografia che il professore veneziano scatta della Germania è impietosa. «Il suo “euro trattino marco” è sottovalutato rispetto alla sua bilancia dei pagamenti. La Germania esporta tantissimo, vendendo moltissimo al resto d’Europa e del mondo. Se invece ci fosse il marco verrebbe rivalutato e la Germania farebbe molta più fatica a vendere all’estero. È dunque evidente che Berlino ha un vantaggio enorme ad avere l’euro alla valutazione attuale. La povera Grecia, invece, se avesse la dracma e la svalutasse per raggiungere l’equilibrio, riuscirebbe a vendere molto di più all’estero per risistemare il suo debito».
Brunetta giudica miope la strategia messa in campo dall’Ue nell’ultimo anno, una sequenza di interventi simili a piccole barriere poste davanti alla tumultuosa onda sollevata dalla speculazione e regolarmente spazzate via dalla grande caccia ai debiti sovrani. «La Bce, contrariamente alla Federal Reserve e alle banche centrali inglese, svizzera, giapponese e cinese, non ha funzionato da garante di ultima istanza, da stampatore di moneta e compratore di titoli privati o pubblici tali da stabilizzare un Paese. Inoltre la risposta voluta da Merkel e Sarkozy è stata rigore, rigore, rigore. Questo non ha risolto i problemi della Grecia, della Spagna, del Portogallo e non risolverà neanche quelli dell’Italia. Nonostante le sbornie dei mea culpa che ciascun Paese ha dovuto fare, la ricerca del capro espiatorio è un esercizio sbagliato. Il problema è che l’euro è una meravigliosa costruzione ma senza una governance solida e moderna la sua sopravvivenza è a rischio».
In questo quadro, con il contagio che si diffonde, diventa difficile impedire che l’epidemia colpisca con ancora maggior forza l’Italia. «Il nostro Paese è un’ottima preda per la speculazione - spiega Brunetta - perché ha un grande debito pubblico e il rinnovo dei titoli nelle aste è continuativo. L’Europa, però, l’unica cosa che sa dire ai Paesi è di mettere in atto strategie rigorose nei tagli. Questo non è sbagliato, perché il debito è il prodotto di un comportamento non virtuoso reiterato nel tempo. Ma non si può diventare virtuosi in pochissimo tempo perché il rischio è il collasso: sarebbe come perdere sette chili in sette giorni. Una politica di tagli è necessaria ma non sufficiente, perché altrimenti riduce la crescita e se non c’è crescita non si produce ricchezza per pagare i debiti e si entra in un loop negativo che è peggio del male». La ricetta per uscire dalla crisi per Brunetta si sostanzia in un modello fondato su una reale solidarietà economica
«Per salvare l’euro dovrebbe esserci vera solidarietà tra chi è in difficoltà e chi guadagna da questa situazione, come la Germania. Bisogna formare una sorta di consorzio fidi europeo che garantisca i titoli: a quel punto la speculazione vedrà che non c’è trippa per gatti, ricomincerà a comprare bond e il mondo tornerà in equilibrio. Questo nell’interesse di tutti, Germania compresa, perché se collassa il sistema, i primi a perdere saranno i tedeschi».
Fondo monetario ue
01/12/2011 15:05
"Il futuro fondo europeo del meccanismo di stabilità Esm dovrebbe essere ulteriormente sviluppato in un fondo monetario europeo". E' questo il terzo dei dieci punti del piano strategico per il Super-Maastricht del ministro tedesco dell'Economia Roesler, anticipato dall' agenzia Ansa. "Il futuro fondo monetario europeo insieme alla gestione della crisi dovrebbe anche preventivamente analizzare la politica fiscale ed economica degli Stati membri". Altra misura contenuta nel piano: un comitato di controllo europeo, di "esperti indipendenti", che verifichi la stabilità. Previsti anche comitati nazionali.

King, Bank of England si prepara a default euro
Clima economico è minaccioso an che per le banche britanniche
01 dicembre, 12:16
LONDRA - Il capo della Bank of England Sir Mervyn King ha detto che le autorita' finanziarie britanniche stanno preparando piani di emergenza di fronte alla possibilita' di un default o di una rottura dell'eurozona
King non è entrato nei dettagli dei piani in preparazione: "Nessuno di noi sa veramente. Non ha senso dire che c'é un singolo evento specifico contro cui ci dobbiamo difendere". A fronte di una crisi dell'eurozona che "non è di liquidità ma di solvenza", il capo della Bank of England ha aggiunto che "solo i governi direttamente coinvolti possono trovare una via di uscita, ma qui nel Regno Unito dobbiamo trovare strumenti per rafforzare la resistenza del nostro sistema finanziario in vista di tempeste che potrebbero venire nella nostra direzione"
'CLIMA ECONOMICO MINACCIA BANCHE GB' - L'attuale clima economico è "eccezionalmente minaccioso' per le banche britanniche. Lo ha detto il capo della Bank of England Sir Mervyn King. King ha chiesto alle banche di rafforzare le riserve di capitale tagliando dividendi e bonus, ma senza ridurre il credito alle imprese. King ha detto che le banche britanniche sono meglio capitalizzate delle banche europee, ma "é ragionevole e desiderabile costruire resistenze di fronte alle minacce alla stabilità del Regno Unito".

Goldman Sachs: sale rischio crollo euro
- 01/12/2011 13:56
 "Le possibilità di sviluppi più caotici, come il crollo dell'euro, sebbene ancora basse, sono cresciute". Lo sostiene la banca d'affari Goldman Sachs che prevede per l'Europa una "modesta recessione". Per l'Italia, invece, gli economisti di Goldman Sachs annunciano due anni di recessione: nel 2012 il Pil segnerà un -1,6% (contro una media dell'eurozona del -0,8%) e nel 2013 un -0,1% (contro una media eurozona del +0,7%). Tra i paesi Ue a rischio Pil negativo nel 2012 anche Francia, Olanda e Spagna.

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