venerdì 23 dicembre 2011

Federali_mattino_23.12.11. Economia padana: senza pil poca spesa pubblica, senza spesa pubblica pochissimo pil; Bologna, padania: Dobbiamo fare di tutto per avere alla fine del 2012 il segno più – ha detto l’assessore alle attività produttive Giancarlo Muzzarelli – Vogliamo farcela nonostante le previsioni. È questa la sfida, con un impegno politico e di sistema perchè ciò avvenga.----Bozen, oltrepadania: Il partito di Eva Klotz contesta in prima linea il reato a loro attribuito di vilipendio alla bandiera e rivendica il diretto democratico della libertà di espressione. I manifesti incriminati raffiguravano una scopa che spazza via il tricolore italiano con lo slogan Il Sudtirolo può rinunciare all'Italia. La Suedtiroler Freiheit annuncia che porterà davanti alla Corte europea anche alcune affermazioni e iniziative della Lega Nord sul tricolore.

Pompei, cade uno dei pilastri del pergolato della casa di Tiburtino
Salta l'accordo sul piano: caos alla Fincantieri di Palermo
Bozen, oltrepadania. Caso Klotz, Corte europea accoglie il ricorso sul vilipendio
Bologna, padania. Crescita zero: l'Emilia verso la stagnazione
Istat. I redditi delle famiglie con stranieri



Pompei, cade uno dei pilastri del pergolato della casa di Tiburtino
Nuovo crollo nella seconda «insula» degli Scavi
L'area è stata recintata e interdetta ai turisti
NAPOLI - Pompei continua a sfaldarsi. La notizia di un nuovo crollo è stata riferita dalla stessa soprintendenza di Napoli e Pompei, intorno alle 13 e 30 di stamattina, 22 dicembre. Dopo un sopralluogo i tecnici hanno riscontrato la caduta di uno dei pilastri del pergolato esterno della Casa di Loreio Tiburtino (Regio II, Insula II).
Dopo il sopralluogo delle forze dell'ordine l'area è stata recintata e interdetta ai turisti. Successivamente, i carabinieri hanno eseguito dei rilievi fotografici e planimetrici.
«CAUSE DA ACCERTARE» - «I motivi del crollo? C'è un sequestro e si capirà - afferma la soprintendente Teresa Elena Cinquantaquattro - Quest'area è stata scavata negli anni '50 da Amedeo Maiuri, poi ha avuto restauri negli anni '80 e da allora più nulla, i lavori del commissariamento non hanno interessato questa parte. Certo è il fatto che il primo problema di Pompei resta la messa in sicurezza»:
IL CEDIMENTO PIU' RECENTE- L'ultimo crollo negli scavi più famosi del mondo si era avuto . L'allarme fu lanciato dalla Uil ma in quel caso la gravità fu subito ridimensionata dalla soprintendenza. Il cedimento in quel caso era dovuto al «parziale distacco della muratura posteriore di una fontana, adagiata all’interno della fontana stessa» come scrissero i tecnici della soprintendenza che aggiunsero che si trattava di una domus scavata nel 1700 è già chiusa al pubblico, la cui messa in sicurezza era già prevista nel Programma per la salvaguardia per Pompei.
L'ANELLO-SIGILLO DI OCTAVIUS QUARTIO - La casa è soltanto detta di Loreio Tiburtino, ma era in realtà appartenuta a Octavius Quartio del quale fu rinvenuto all'ingresso l'anello-sigillo. Sul suo sito, la soprintendenza ne riporta una descrizione dettagliata: la domus «in parte conserva l'impianto originario (II sec. a.C.): nell'atrio, fulcro dell'abitazione, si affacciano le stanze da letto (cubicula) e il triclinio. La parte verso l'Anfiteatro, ristrutturata dopo il 62 d.C., conserva un giardino immerso tra verde e specchi d'acqua, ad imitazione delle dimore fuori città, secondo la moda 'del vivere in villa', tipica del tempo. Questo spazio verde si articola in 2 lunghe vasche (euripi) disposte a 'T'. L'euripus superiore, porticato, era decorato da statue allusive all'Egitto, patria della dea Iside: al centro presenta un sacello con fontane, in fondo un doppio letto per pasti all'aperto ed una nicchia che imita una grotta, con affreschi mitologici. L'euripus inferiore, diviso in tre bacini (forse per pesci), attraversa tutto il giardino ed era percorso da viali pergolati, di recente ripristinati».

Salta l'accordo sul piano: caos alla Fincantieri di Palermo
I sindacati bocciano il ricorso alla cassa integrazione straordinaria fino a un massimo di 470 lavoratori e 140 esuberi nel prossimo biennio
PALERMO. E' caos alla Fincantieri di Palermo. Dopo la Fiom, anche le Rsu di Fim e Uilm, che avevano firmato il pre-accordo, dicono no al piano di Fincantieri che prevede il ricorso alla cassa integrazione straordinaria fino a un massimo di 470 lavoratori e 140 esuberi nel prossimo biennio.
L'intesa raggiunta a Roma dai vertici nazionali dei sindacati dei metalmeccanici, ad eccezione della Fiom, spacca il fronte sindacale firmatario anche al suo interno perché, secondo le segreterie locali di Fim e Uilm, prevede condizioni più restrittive rispetto all'accordo siglato nei giorni scorsi a Palermo, in particolare per quanto riguarda gli esuberi. Secondo le segreterie territoriali la fuoriuscita si basava esclusivamente su base volontaria, mentre il documento firmato a Roma prevede eccedenze tout court.
"A questo punto - dice Silvio Vicari della Uilm di Palermo - stiamo verificando l'ipotesi di revocare la firma all'accordo". Per Nino Clemente, della segreteria della Fim Cisl Palermo,
"Fincantieri cambia le carte in tavola e noi non possiamo accettarlo; avevamo firmato un accordo che prevedeva la mobilità volontaria per 140 lavoratori in caso di possesso dei requisiti per l'avvicinamento alla pensione, ci ritroviamo davanti a una sorta di esubero strutturale".
Intanto la Fiom sta raccogliendo le firme per indire il referendum aziendale. Per domani alle 8 è prevista unàassemblea all'interno del Cantiere navale di Palermo, indetta da Fim, Uilm, Ugl Fims-Cisal.

Bozen, oltrepadania. Caso Klotz, Corte europea accoglie il ricorso sul vilipendio
BOLZANO. La Corte europea ha accolto il ricorso presentato dalla Suedtiroler Freiheit, il partito di Eva Klotz, contro una multa di 2.000 euro inflitta alla pasionaria e altri otto esponenti del partito per un manifesto anti-italiano. La Corte comunque non si è ancora espresse nel merito. Lo rende noto il partito che parla di "un successo, visto che il 90% di tutti esposti presentati alla Corte europea vengono respinti in sede preliminare". Il partito di Eva Klotz contesta in prima linea il reato a loro attribuito di vilipendio alla bandiera e rivendica il "diretto democratico della libertà di espressione". I manifesti incriminati raffiguravano una scopa che spazza via il tricolore italiano con lo slogan "Il Sudtirolo può rinunciare all'Italia". La Suedtiroler Freiheit annuncia che porterà davanti alla Corte europea anche alcune affermazioni e iniziative della Lega Nord sul tricolore. 22 dicembre 2011

Bologna, padania. Crescita zero: l'Emilia verso la stagnazione
BOLOGNA - Una crescita a ritmo ridotto che, dopo una buone prima parte dell’anno, ha subito un brusco rallentamento. È il 2011 dell’economia in Emilia-Romagna secondo il Rapporto di Unioncamere e Regione. L’aumento reale del Pil dovrebbe assestarsi allo 0,9%, la media nazionale è dello 0,6. Lo scorso anno era cresciuto dell’1,5% mentre per il 2012 l’ipotesi il rischio è una crescita zero. Le ragioni: rallentamento dell’export (per il 2012 atteso un modesto +2,5%) e domanda interna al palo. «Dobbiamo fare di tutto per avere alla fine del 2012 il segno più – ha detto l’assessore alle attività produttive Giancarlo Muzzarelli – Vogliamo farcela nonostante le previsioni. È questa la sfida, con un impegno politico e di sistema perchè ciò avvenga». L’unico settore a chiudere il 2011 negativamente dovrebbe essere quello delle costruzioni, mentre nel prossimo anno solo il terziario sarà positivo. Sul fronte lavoro qualche nota positiva: nel primo semestre gli occupati sono aumentati dell’1,5% sul 2010. Merito di un calo del 15% delle persone in cerca di occupazione, con i disoccupati passati dal 6 al 5,1%. «Viviamo un momento storico particolare – ha detto il presidente Unioncamere Emilia-Romagna, Carlo Alberto Roncarati -. Miracoli non ce ne saranno, ma il nostro sistema industriale ha il motore acceso, pronto a raccogliere il vento della ripresa quando ci sarà».
 A livello settoriale nel 2011 solo le costruzioni dovrebbero chiudere negativamente, mentre nel 2012 la flessione riguarderà tutti i settori eccetto il terziario. Due terzi del valore aggiunto regionale sono realizzati dal terziario, mentre rimane importante la quota dell’industria, oltre il 25%.
 Export  Nei primi nove mesi del 2011 l’export emiliano-romagnolo è ammontato a circa 35 miliardi e 768 milioni di euro, superando del 14,3 per cento l’importo dell’analogo periodo del 2010 (+13,5 per cento in Italia). Nonostante la crescita sostenuta non si è ancora raggiunto il livello di export del 2008 ad indicare quanto la caduta del 2009 fosse pesante. Tra i prodotti cresciuti maggiormente spicca l’aumento del 18,4 per cento di quelli metalmeccanici, che hanno rappresentato circa il 56% del totale delle esportazioni. I prodotti della moda sono in recupero (+15,7%), mentre ha segnato il passo il comparto della lavorazione dei minerali non metalliferi (-0,2%). Bene i prodotti chimici (+17,3%). Quelli agroalimentari sono cresciuti del 10,2%, circa quattro punti in meno rispetto all’aumento medio dell’export.
 Mercato del lavoro  Risultato positivo: secondo l’indagine Istat sulle forze di lavoro, nei primi sei mesi del 2011 l’occupazione dell’Emilia-Romagna è mediamente ammontata a circa 1.958.000 persone, vale a dire l’1,5% in più rispetto all’analogo periodo del 2010. In ambito regionale, l’Emilia-Romagna si è collocata nella fascia delle regioni più virtuose, registrando il sesto migliore incremento dell’occupazione su venti regioni. Sul fronte disoccupazione le tensioni emerse nel biennio 2009-2010 si sono un po’ stemperate, pur permanendo una situazione lontana dai bassi standard del passato. Nel primo semestre del 2011 le persone in cerca di occupazione sono mediamente diminuite del 15%, con conseguente riduzione del relativo tasso di disoccupazione dal 6 al 5,1%.
 Ammortizzatori sociali  Nei primi undici mesi del 2011 la Cassa integrazione guadagni nel suo complesso è ammontata in Emilia-Romagna a poco più di 74 milioni di ore autorizzate, con una flessione del 31,6% rispetto all’analogo periodo del 2010. Le iscrizioni nelle liste di mobilità dei primi nove mesi sono risultate in diminuzione, mentre sono apparse in leggero aumento le domande di disoccupazione.

Istat. I redditi delle famiglie con stranieri
Quasi i due terzi degli stranieri nati all'estero e residenti in Italia sono immigrati per motivi di lavoro.
In tutte le classi di età, la quota di stranieri percettori di redditi da lavoro è più elevata di quella degli italiani (75,4% contro 66,3% tra i 15-64enni).
Tra gli italiani, i redditi da lavoro delle persone laureate sono del 75% più elevati di quelli delle persone con licenza elementare (valore mediano pari a 1.868 euro mensili contro 1.067); tra gli stranieri la differenza si riduce all'8% (1.039 contro 958).
In media, il 90,6% del reddito netto delle famiglie composte solo da stranieri è rappresentato da redditi da lavoro, contro il 63,8% delle famiglie di soli italiani.
Le famiglie con stranieri dispongono di un reddito netto annuo pari a 14.469 euro (valore mediano); di conseguenza, la metà di esse dispone al massimo di 1.206 euro mensili che scendono a 1.033 quando sono composte solo da stranieri e salgono a 2.136 se si tratta di famiglie miste.
Se al reddito netto si aggiungono i fitti figurativi (per comparare le famiglie proprietarie dell'abitazione e le famiglie affittuarie) e se ne calcola il valore equivalente (per comparare famiglie di dimensione e composizione differenti), il reddito mediano delle famiglie con stranieri è appena il 56% di quello delle famiglie di soli italiani.
I redditi delle famiglie ucraine (pari al 42,9% di quello delle famiglie italiane), indiane (48%), marocchine (50,3%) e moldave (50,9%) sono i più distanti dallo standard delle famiglie italiane; quelli delle famiglie polacche (65,4%), peruviane (64,7%) e filippine (59,2%) i più vicini.
Le condizioni economiche migliorano all'aumentare del tempo trascorso dall'arrivo in Italia: se una famiglia di soli stranieri risiede in Italia da più di 12 anni il suo reddito è superiore del 40% a quello di una famiglia che vi risiede da meno di due anni.
Il 43,9% delle persone che vivono in una famiglia con stranieri è a rischio di povertà; la quota sale al 49,1% se la famiglia è composta da soli stranieri e scende al 32,7% se mista. Tra le persone che vivono in famiglie di soli italiani, il 17,4% è a rischio di povertà.
Come nel caso degli italiani, il rischio di povertà delle persone che vivono in famiglie con stranieri è più elevato nel Mezzogiorno (64,2%) rispetto al Centro (47,7%) e al Nord (37,8%).
L'indicatore sintetico di rischio di povertà o esclusione sociale raggiunge il 51% per le persone che vivono in famiglie con almeno uno straniero e il 56,8% in quelle composte solamente da stranieri, contro valori del 38,3% nelle famiglie miste e del 23,4% nelle famiglie di soli italiani.

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