domenica 18 dicembre 2011

Federali_sera_18.12.11. L’Italia che gira.----È generoso nel sociale - investe tempo e denaro soprattutto in associazioni culturali e di volontariato-; è soddisfatto della propria vita famigliare e del tempo libero, un po’ angosciato dal traffico e dal parcheggio, per nulla dal problema della criminalità: è il bolzanino medio, fotografato dall’Annuario statistco dell’Istat relativo al 2010, appena pubblicato.----Sei persone, tra cui un bimbo di appena 20 mesi, lasciate letteralmente in mezzo ad una strada, con la polizia inglese che si defila, l’ospedale londinese che minimizza sullo stato di salute dei feriti, consolato e ambasciata italiana che rimandano ogni assistenza al lunedì successivo: era di sabato quando è stato chiesto aiuto e gli uffici - ha spiegato l’impiegato di turno - nel fine settimana si occupa solo di smarrimento documenti.

Vacanza a Londra trasformata in inferno
Bozen, oltrepadania. Spese: boom per le famiglie altoatesine
Trst, oltrepadania. Raccolta differenziata, slittano le multe



Vacanza a Londra trasformata in inferno
Lucani abbandonati
di Massimo Brancati
POTENZA - A parti invertite si sarebbe gridato allo scandalo. I soliti italiani, arruffoni, pressappochisti, disorganizzati. Ma questa volta è la «civile» Inghilterra (altro che stile british) a dover dare spiegazioni ad un gruppo di lucani abbandonato al proprio destino dopo un incidente automobilistico accaduto a Londra, meta di una breve vacanza. Sei persone, tra cui un bimbo di appena 20 mesi, lasciate letteralmente in mezzo ad una strada, con la polizia inglese che si defila, l’ospedale londinese che minimizza sullo stato di salute dei feriti, consolato e ambasciata italiana che rimandano ogni assistenza al lunedì successivo: era di sabato quando è stato chiesto aiuto e gli uffici - ha spiegato l’impiegato di turno - nel fine settimana si occupa solo di smarrimento documenti. Insensibilità di una burocrazia cieca che non conosce confini geografici.
Sono i malcapitati protagonisti di questa vicenda a scriverci. È una comitiva di potentini e materani a raccontarci una storia di danni fisici, morali ed economici, omissione di soccorso e via dicendo. Preferiscono mantenere l’anominato, ma vogliono che si faccia luce sull’accaduto: «Se fosse successo ad un turista inglese in Italia tutto questo su quanti Tabloid inglesi sarebbe apparsa la notizia?». Già, avrebbero vomitato di tutto sugli italiani, accusandoli di lesa maestà.
Ma ricostruiamo il caso. La mattina del 2 dicembre, dopo alcuni giorni trascorsi a Londra, la vacanza giunge al termine. Un taxi arriva in albergo per condurre la comitiva all’aeroporto. Primo intoppo: l’auto era stata prenotata 20 giorni prima spiegando che insieme a 5 passeggeri adulti viaggiava un bimbo di 20 mesi e pertanto veniva espressamente chiesto un sediolino. Che a bordo non c’è. Il buongiorno si vedeva dal mattino. Sì, perché durante il tragitto il taxi sbanda, finisce su un’isola di traffico e termina la sua corsa contro un palo della segnaletica stradale. È l’inizio dell’inferno: il bimbo, a causa dello spavento, va in apnea e tra i passeggeri c’è chi sanguina dal volto e chi avverte dolori a collo e addome. Il tassista riprende la corsa come se niente fosse e solo dopo numerose sollecitazioni si ferma ad un distributore di benzina: «Qui - raccontano i turisti lucani - veniamo letteralmente abbandonati in macchina con le sicure chiuse e vediamo il tassista che si allontana dall’auto parlando al telefono. Non senza difficoltà riusciamo ad uscire dall’auto e iniziamo a chiedere aiuto, passano due ausiliari del traffico che chiamano la polizia e l’ambulanza». I feriti raggiungono l’ospedale in ambulanza, mentre i genitori del bambino, compreso il piccolo, vengono lasciati in strada con passeggino e sette bagagli: «Con un altro taxi - aggiunge la madre del bimbo - raggiungiamo l’ospedale dove mi visitano e mi dicono che dovevo fare dei semplici esercizi per il collo e la schiena (senza fare nessuna lastra). Chiedo se possono visitare mio figlio di 20 mesi visto che ha sbattuto con la testa contro il sedile e mi viene detto che lo guarderà il suo pediatra una volta a casa. Ma in quel momento non sapevamo dopo quanti giorni saremmo tornati a casa».
Il tassista protagonista dell’incidente raggiunge l`ospedale dopo un paio d`ore: si dice disponibile a pagare di tasca sua il trasporto in taxi e i pernottamenti fino al primo volo disponibile per l’Italia. Poi va via. Il viaggio, a bordo di un altro taxi, per la ricerca di un hotel si protrae per 2 ore e mezzo. Nel frattempo, raggiunto telefonicamente, il tassista dell’incidente ritratta la sua disponibilità ad accollarsi le spese dicendo di aver comunicato alla sua assicurazione quanto accaduto e che quest`ultima avrebbe provveduto alla sistemazione in hotel ed al pagamento del biglietto aereo. Tutto falso. La comitiva arriva al Chiswick hotel e viene «scaricata» nella hall in fretta e furia. Alla reception si scopre che nessuno ha comunicato il loro arrivo: l’assicurazione, contattata dai lucani, dice di non aver ricevuto alcun mandato. Dal quel momento il tassista si dilegua. Irrintracciabile. Telefonino spento. E loro si vedono costretti a lasciare l’albergo.
Finiscono in strada. Feriti, stanchi, affamati, spaesati e con un bambino di 20 mesi che piange di continuo per paura e fame. I lucani riescono a trovare una sistemazione di fortuna dove trascorrere la notte, ma nessuno riesce a dormire: un monolocale di 20 metri quadrati per sei persone è una «tortura». È la classica mazzata finale. Il giorno successivo (il 4 dicembre) il volo di ritorno. Finalmente in Italia, i lucani si recano al pronto soccorso di Potenza e Matera dove i medici, in seguito a controlli più approfonditi, riscontrano fratture, lesioni e distorsioni in quasi tutti i componenti della comitiva. Reduci da una vacanza o da un campo di battaglia?

Bozen, oltrepadania. Spese: boom per le famiglie altoatesine
Fabio Zamboni
BOLZANO. È generoso nel sociale - investe tempo e denaro soprattutto in associazioni culturali e di volontariato -; è soddisfatto della propria vita famigliare e del tempo libero, un po’ angosciato dal traffico e dal parcheggio, per nulla dal problema della criminalità: è il bolzanino medio, fotografato dall’Annuario statistco dell’Istat relativo al 2010, appena pubblicato.
 In quasi novecento pagine di analisi e cifre, l’Annuario offre un vasto e significativo repertorio dell’informazione prodotta dalla statistica ufficiale su temi di rilievo per la vita pubblica nazionale: economia, pubblica amministrazione, stato dell’ambiente, evoluzione demografica, dinamiche sociali. Con tutti i limiti delle statistiche: andate a dire alla vecchietta con 800 euro di pensione che la famiglia bolzanina media ne spende 2846 al mese per vivere, o alle centinaia di cassintegrati e licenziati che l’altoatesino è in gran parte soddisfatto della sua situazione economica. Ma le cifre dell’Istat sono comunque precise e propongono una media della popolazione, sicchè il giudizio complessivo è comunque attendibile, e interessante specie laddove fa notare sensibili differenze con
altreregioni.
LE SPESE. La spesa media famigliare relativa al 2010, vede quella altoatesina quasi in testa all classifica nazionale con 2846 euro, superata di poco da Lombardia ed Emilia, mentre la media nazionale parla di 2453 euro al mese. Quassù si spende meno che in altre regioni per l’ alimentazione, molto di più per tutto il resto.
 IL BILANCIO. L’w indagine rivela che il 67,9 per cento degli altoatesini nel 2010 ha denunciato una situazione economica “invariata” rispetto all’anno precedente, mentre il 22,5 la definisce “un po’ peggiorata”, ammettendo però di avere risorse economiche “adeguate”. Sarà interessante osservare lo stesso dato l’anno prossimo, quando verà fotografata la situazione di questo critico 2011. Un capitolo dell’i ndagine è dedicata al censimento del 2001: dati preziosi se confrontati con quelli che uscirano dal censimento 2011.
 RELAZIONI SOCIALI. Dall’k indagine dell’Istat emerge che il 25,9 per cento degli altoatesini è generosamente impegnato in associaizioni culturali rispetto al 9,7 nazionale, che il 22,4 offre attività gratuita in qualche iniziativa di volontariato (la media italiana è del 10), e che il 3,4 per cento aiuta associazioni ecologiche. Il 33,4 versa contributi a qualche associazione che opera nel sociale. Rientrando nell’ambito famigliare, l’Istat ha chiesto agli intervistati il grado di soddisfazione delle relazioni. Ottenendo queste risposte: Il 46,6 per cento è “molto soddisfatto” delle relazioni all’interno della famiglia rispetto al 34,7 nazionale, ma solo il 34,7 dà lo stesso giudizio delle relazioni con gli amici, evidentemente compromesse da uno stile di vita sempre più frenetico, con relazioni sempre più affidate ai social network anziché ai bar e alle piazze. Per quanto riguarda la salute, l’altoatesino medio si è dichiarato in maggioranza (56,2) “abbastanza soddisfatto” della propria condizione.
 I PROBLEMI. L’- indagine Istat segnala grossi problemi di parcheggio dell’auto (si lamenta il 37,2 per cento, in linea con la media nazionale) e di traffico (36,7), meno di inquinamento (il 28,6 rispetto al 36,8 nazionale), mentre pochi si lamentano della sporcizia nelle strade (il 16,6 contro il 29,1 nazionale) e del rischio criminalità (5,6 a fronte di un 25,6 italiano). Rispetto alla media nazionale (30,0 per cento), solo l’1,8 per cento non si fida a bere l’acqua del rubinetto.
 Per quanto riguarda l’Annuario statistico italiano, consultabile sul sito ww.istat.it, va detto che la versione cartacea è corredata da un cd-rom che permette di consultare ed esportare i dati in formato elettronico.

Trst, oltrepadania. Raccolta differenziata, slittano le multe
Il ritardo nell’avvio della campagna informativa spinge il Comune a fare dietrofront.. Laureni: «Niente sanzioni in gennaio»
Maddalena Rebecca
TRIESTE
 Buone notizie per i tanti triestini ancora incapaci di destreggiarsi tra raccoglitori dell’umido, campane del vetro e cassonetti gialli della carta. Slittano infatti i tempi per l’avvio della fase operativa della raccolta differenziata e, di conseguenza, viene spostata in avanti anche la partenza delle temute sanzioni per i trasgressori. Contrariamente a quanto sbandierato ai quattro venti nei mesi scorsi, cioè, le multe non inizieranno più a fioccare dai primi di gennaio e la fase di “tolleranza” proseguirà ulteriormente. Almeno fino alla metà del mese successivo.
 A spingere il Comune a fare dietro-front sui tempi della prevista “rivoluzione ecologica”, è stato il sensibile ritardo sulla tabella di marcia accumulato fin qui. Sì perchè, ad oggi, non solo non è stata completata, ma non è nemmeno mai partita la massiccia campagna informativa che avrebbe dovuto raggiungere tutte le famiglie triestine, eliminando così ogni possibile alibi. «E vero - ammette l’assessore comunale all’Ambiente Umberto Laureni -, non siamo riusciti ad attuare il piano di comunicazione. I cittadini non hanno ancora ricevuto il materiale previsto, vale a dire la lettera firmata dal sindaco in cui viene ribadita la necessità di dar corso alla differenziata e, soprattutto, il pieghevole con tutte le istruzioni per l’uso. Indubbiamente quindi per una serie di motivi, che vanno dalle difficoltà di coordinamento con la Provincia alla mancata definizione degli aspetti economici della produzione dei materiali da spedire, siamo in ritardo. Ed è per questo che non ci sentiamo di partire con le sanzioni già a gennaio: sarebbe scorretto punire qualcuno prima di avergli fornito tutte le informazioni necessarie sui comportamenti da tenere».
 Ecco allora la strada che si è deciso di percorrere: ufficialmente la data di avvio delle multe non verrà modificata, ma gli addetti alle verifiche (agenti della Municipale e personale Acegas-Aps) saranno caldamente invitati a chiudere un occhio e a non segnalare quindi gli eventuali trasgressori. Nel frattempo il Comune cercherà di recuperare il tempo perduto, facendo entrare a regime il piano di sensibilizzazione. «Subito dopo provvederemo ad eseguire altri passaggi fondamentali per la riuscita della nuova strategia sui rifiuti - precisa ancora Laureni -. In febbraio completeremo le operazioni per la raccolta di carta e cartoni nei negozi e nella grande distribuzione. Successivamente aggrediremo la pratica dell’umido, con particolare attenzione a ristoranti, mense scolastiche e supermercati, e inizieremo la raccolta porta a porta nei grandi comprensori abitativi come Rozzol Melara e il Vaticano a San Giacomo».

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