mercoledì 7 dicembre 2011

Federali_sera_7.12.11. Venezia - padania, Zaia: Col governo Monti, insomma, vince il Sud: uno a zero, palla al centro.----In sintesi. A) Padania: alta velocità 2 miliardi; per il secondo lotto della linea Treviglio-Brescia 919,06 milioni; per la tratta Milano-Genova 1,1 miliardi; altri 600 milioni per il Mose; 162 milioni per il settore del trasporto rapido di massa. B) Mezzogiorno: 123,3 milioni.----C) Questi compiti non si possono fare: l’infamante tassa di soggiorno, l’assurda tassa di stazionamento per le barche; ambedue non sono in linea con l’economia e l’ospitalita’ del Mezzogiorno, ci farebbero diventare padani, barbari.

LA NUOVA SARDEGNA - Politica: «Ricorso contro la tassa sugli ormeggi»
Caldoro: «Sull'inceneritore di Napoli allo stato non c'è nessuna decisione»
Brescia, padania. Dal Cipe un miliardo per la Tav
Venezia - padania. Bus e sanità, allarme di Zaia «Con Monti vince il Sud»



LA NUOVA SARDEGNA - Politica: «Ricorso contro la tassa sugli ormeggi»
07.12.2011
CAGLIARI. La Regione annuncia un ricorso alla Corte costituzionale contro la tassa sullo stazionamento delle barche da diporto contenuta nella manovra Monti. «Quella che è stata presentata come una misura su beni di lusso - ha detto Cappellacci - rischia di rivelarsi un siluro per la nostra economia e per chi è ben lontano da situazioni di benessere economico». Nel ricordare la tassa introdotta dalla giunta Soru, Cappellacci ha parlato di boomerang per il turismo. La tassa sull’ormeggio, ha detto l’assessore Luigi Crisponi, «è un colpo letale per tutto il sistema turistico sardo e provocherà gravi danni a un settore che vede la Sardegna al secondo posto in Italia, dietro la Liguria, per numero di posti barca, che sono ben 18.909, dei quali 12.570 per imbarcazioni fino a 10 metri, 5.976 per barche dai 10 ai 24 metri e 303 per la categoria più alta, oltre i 24 metri». Nell’isola, dove ci sono 60 porti turistici dislocati in circa 1.800 chilometri di costa, le unità da diporto sono attualmente 4.082 (su 82 mila in Italia), ddi cui 756 a vela e 3.326 a motore. «Un settore - ha detto Crisponi - con notevole ricaduta economica: in estate supera le centomila presenze di imbarcazioni, con una media di spesa di mille euro per diportista imbarcato».

Caldoro: «Sull'inceneritore di Napoli allo stato non c'è nessuna decisione»
Il governatore frena sulla delocalizzazione a Giugliano
De Magistris: entro dicembre le navi per l'Olanda
NAPOLI — Si deciderà a Roma, nelle prossime ore, se i napoletani trascorreranno il Natale tra i rifiuti oppure se festeggeranno in una città pulita, come è adesso. Ieri martedì 6 dicembre, infatti, al Consiglio di Stato si è discusso il ricorso presentato da Sapna e Italcave, che gestisce una discarica nel Tarantino, contro la sentenza del Tar Lazio che in primavera aveva bloccato i trasferimenti dalla Campania. Gli effetti di quella decisione erano stati poi "congelati" da una sospensiva del Consiglio di Stato. Si attende ora il giudizio di merito: se confermerà quanto decise il Tar a maggio, potrebbe determinare un'altra emergenza.
I giudici amministrativi stabilirono che fosse illegittimo l'invio dell'immondizia nella discarica della Italcave, in quanto giustificato solo da accordi stipulati tra il privato e la Sapna, ma non deciso nel quadro di intese istituzionali tra le Regioni. Solo i rifiuti speciali, argomentarono i magistrati, possono essere spediti oltre regione sulla base di accordi tra enti locali e privato. Per quelli solidi urbani, invece, occorre un patto a livello istituzionale. E i materiali degli Stir, precisarono, sono da considerarsi rifiuti solidi urbani. Se questa interpretazione sarà confermata dal Consiglio di Stato, la Campania non potrà più inviare spazzatura in Puglia, Sicilia, Liguria e Toscana. Di fatto, ci si troverebbe con oltre 1000 tonnellate al giorno, nella sola provincia di Napoli, che non si saprebbe come smaltire.
Ieri, martedì 6 dicembre, intanto, ennesima missione napoletana per i componenti della Commissione parlamentare ecomafie. Hanno incontrato il presidente della Regione, Stefano Caldoro; il sindaco ed il vicesindaco di Napoli, Luigi de Magistris e Tommaso Sodano. «Allo stato non c'è alcuna decisione su dove, eventualmente, può essere delocalizzato il termovalorizzatore di Napoli Est», ha detto il governatore sull'impianto per il capoluogo, quando pareva ormai destinato a Giugliano, sottolineando che «è già previsto», però, un incontro col sindaco del Comune a Nord, Pianese. «L'impegno verbalizzato col ministro Clini sabato scorso — ha precisato Caldoro — è per trovare la soluzione tecnica, funzionale ed economica più utile a risolvere il problema ma in fretta. Abbiamo tanti impegni da parte del Governo sulle risorse, mi auguro che ci vengano trasferite». De Magistris e Sodano hanno ribadito che le navi con i rifiuti per l'Olanda partiranno entro fine dicembre (si attende il definitivo via libera dai Paesi Bassi) e che Napoli persegue un progetto alternativo di gestione del ciclo dei rifiuti: nessun inceneritore; raccolta differenziata porta a porta in tutta la città, per raggiungere il 70% di riciclo; siti di compostaggio. Si è discusso anche della proroga concessa all'Italia dalla Commissione europea per rispondere alle contestazioni ed evitare, così, il blocco dei fondi Ue e la sanzione da 150 milioni di euro.
Al termine delle audizioni Gaetano Pecorella, presidente della commissione parlamentare, ha detto: «C'è sicuramente una idea più organica, rispetto al passato, su come uscire dalla crisi, ma in concreto non abbiamo certezze sui tempi». Va decisamente all'attacco, invece, Gianni Lettieri, capo dell'opposizione di centro destra al consiglio comunale di Napoli: «Le promesse di de Magistris restano vane — ha detto in una conferenza stampa —. Lo sfido: se raggiungerà il 50% di differenziata entro il 31 dicembre io mi dimetto e gli offrirò un caffè al Gambrinus». Intanto, cresce, in altezza, la discarica Sari di Terzigno, che doveva essere chiusa ormai alcuni mesi fa e che sarà esaurita, secondo le più recenti previsioni, entro marzo del prossimo anno. Sarà innalzata di 4 metri, dalla quota 239 alla quota 243. «Ottimizzazione gestionale», è definita dalla società provinciale dei rifiuti. «Vero e proprio ampliamento», ribatte il commissario regionale dei Verdi, Francesco Borrelli. Questioni terminologiche a parte, l'operazioni dovrebbe consentire di ricavare spazio per ulteriori 46.000 tonnellate.
Fabrizio Geremicca

Brescia, padania. Dal Cipe un miliardo per la Tav
Ore: 09:34 | mercoledì, 7 dicembre 2011
Ora i fondi sono tutti disponibili. Ieri il Cipe ha sbloccato i 919,05 milioni di euro per la realizzazione del secondo lotto del tratto dell'Alta velocità tra Treviglio e Brescia, oltre che stanziare i restanti 99,9 milioni per il primo lotto. A questo punto l'intero collegamento è finanziato e visto che le ultime gare d'appalto sono scadute il 14 novembre presto si potranno iniziare i lavori anche per il secondo lotto (sul primo sono già in corso).
 La notizia della seduta del Comitato interministeriale per la programmazione economica schiarisce l'orizzonte a tinte fosche che si era delineato all'indomani della Manovra di Ferragosto che aveva previsto tagli anche per la Tav».
Il costo complessivo del collegamento Brescia-Treviglio ammonta a 2 miliardi e 50 milioni e nell'incertezza dei possibili tagli dei finanziamenti statali, la Cepav Due, la società incaricata di realizzare l'opera per conto di Rfi, ha per il momento avviato tutti i cantieri per opere comuni come sottopassi, opere idriche e cavalcavia. Ora si potranno aprire i cantieri sulla linea che sarà realizzata entro Expo 2015.
L'approvazione di ieri arriva dopo un iter infinito, partito al Cipe nel 2003 con l'approvazione del progetto preliminare della linea Milano-Verona, inserita nel cosiddetto corridoio V (il Lisbona-Kiev). Negli anni successivi sono stati approvati i progetti di massima dell'asse Milano-Venezia (2005) e valutati positivamente tutti i progetti suddivisi per tratte. Solo dal 2009 però il Cipe ha iniziato a sbloccare i fondi: nel febbraio è stato stabilito che il costo complessivo della linea Milano-Verona sarà di 4,8 miliardi, mentre secondo la prima rilevazione il costo della Treviglio-Brescia era di 1,8 miliardi. In una successiva delibera sempre del 2009 si è approvato definitivamente il collegamento ponendo però come limite di spesa 2,05 miliardi (primo lotto da 1,130 miliardi, secondo lotto da 919,05 milioni).
 Ora dopo la seduta di ieri, finalmente i conti tornano.
 Il tutto in attesa, però, dell'aggiornamento dello studio d'impatto ambientale. Scorrendo, infatti l'«Appunto generale», redatto dal Dipe si sollecita il Ministero delle infrastrutture a «riferire al Cipe in ordine alle misure intese ad assicurare il coordinamento tra il collegamento autostradale di connessione tra Brescia, Bergamo e Milano» e la dell'Alta Velocità per ciò che riguarda lo studio d'impatto ambientale, «oltre ad un maggiore dettaglio del crono programma aggiornato di ciascun lotto».
Carlo Muzzi

Venezia, padania. Bus e sanità, allarme di Zaia «Con Monti vince il Sud»
Attesi 288 milioni per il trasporto e 8,5 miliardi per la salute. Vertice a Roma tra i governatori, il leghista: «Manovra iniqua, paga il Nord»
VENEZIA —Presidente Luca Zaia, il Veneto segue con apprensione le indiscrezioni sul decreto «salva Italia» firmato Mario Monti. Troppa paura o troppo poca? «E’ una preoccupazione che capisco ed in larga parte condivido. Siamo di fronte ad una manovra che cambia in continuazione, con misure che entrano in una bozza ed escono dall’altra e cifre in continua variazione. Non c’è certezza, solo bei discorsi. Per questo come governatori abbiamo chiesto un incontro urgente a Monti: in questo momento non saremmo in grado di chiudere il bilancio per il 2012».
Sul fronte del trasporto pubblico cosa bisogna attendersi? «Pare che il governo applicherà un’accisa sui carburanti e sull’energia, con un incasso di 6 miliardi. Di questi, 1,6 miliardi andranno alle Regioni per finanziare il trasporto pubblico locale, 288 milioni sono stati promessi al Veneto».
E per la sanità? «Lo Stato ci imporrà un aumento dell’addizionale Irpef dall’attuale 0,9% all’1,23%. L’incasso previsto, in questo caso, è di 108 miliardi, di cui 8,5 per il Veneto. Ho chiesto con altri colleghi che in questo caso il gettito sia però regionalizzato: quello che si piglia da qui deve restare qui».
Intanto l’Imu, al contrario dell’Ici, non resterà ai Comuni ma andrà a Roma per tornare poi ai territori solo nella quota del 40%... «Il paradosso è che finiremo per essere noi i più nazionalisti di tutti. L’Italia, ancora una volta, sarà salvata dal Nord».
Che intende dire? «Che l’Imu verrà pagata là dove le case sono accatastate e non abusive, che l’addizionale graverà su chi dichiara e non su chi fa il nero. Per chi vive di fuori busta in una casa fantasma, le tasse possono aumentare quanto si vuole: tanto lui non le paga. Col governo Monti, insomma, vince il Sud: uno a zero, palla al centro».
L’addio alle pensioni di anzianità dal 2018 rischia di essere una nuova mazzata per il Nord, dice Maroni. Concorda? «Il nostro sistema pensionistico è già in equilibrio, con le nuove misure decise dal ministro Fornero diventa il più aggressivo d’Europa, neppure la Germania raggiunge livelli simili. La verità è che la stretta sulle pensioni serve a fare cassa per altro. E intanto hanno creato i "lavoratori a vita"».
Par di capire che, a differenza di Formigoni, lei non sia tanto convinto dell’equità di questa manovra. «I cittadini pagano all’andata, con le imposte dirette come l’Imu e l’addizionale Irpef, ed al ritorno, con le accise sul carburante e l’energia e tutto il resto. Dov’è l’equità?».
L’Italia era sull’orlo del baratro. Occorreva una manovra lacrime e sangue per arretrare di qualche passo. «Ormai governiamo usando lo spread come bussola. Guardo alla sostanza: rispetto a 2 anni fa i bilanci sono dimezzati e le tasse triplicate. Qualcosa non funziona».
Da ex presidente della Provincia, che ne pensa dello svuotamento delle Province? «Attendo di leggere la norma bollinata e firmata da Napolitano. Al momento vedo molta confusione».
E in Regione, a che punto siamo con il taglio dei costi della politica? «C’è un pacchetto articolato che prevede l’eliminazione dei vitalizi, dell’assegno di reversibilità e di quello di fine mandato, il passaggio al contributivo per i consiglieri. Attendiamo il voto di Palazzo Ferro Fini. Dopo di che, ci aspetteremmo uguale solerzia a Roma, in parlamento».
Senta, ma lei è davvero convinto che la secessione sia la soluzione ai problemi dei veneti? «Ribalto la domanda: se la secessione è un problema, dateci più autonomia e sarà presto risolto».
Gli imprenditori temono che un Veneto all’opposizione possa essere un Veneto isolato, soffocato. «Quando stavamo al governo, con tre ministri, ci dicevano che contavamo poco. Ora siamo all’opposizione e vedrete, non dovendo morderci più la lingua per la ragion di Stato avremo un maggiore potere contrattuale».
In chiusa, ci può chiarire una volta per tutte il giallo dell’incontro (mancato) con Monti, sabato? «L’incontro è sempre stato fissato col ministro Giarda e mai, dico mai, con Monti. Era un appuntamento riservatissimo. Poi da alcune indiscrezioni è partito sulle agenzie il tam tam su Zaia e Cota a palazzo Chigi e Monti si è visto costretto a precisare: hanno incontrato Giarda, non il sottoscritto. Tutto qui».
Marco Bonet

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