sabato 14 gennaio 2012

Federali_sera_14.1.12. The Day After. Paola Pica: La Francia perde la tripla A e analogo declassamento è arrivato per l'Austria. Ancora più severo è il taglio che colpisce Italia, Spagna e Portogallo che scendono di due gradini, Roma e Madrid alla tripla B+, Lisbona alla doppia B, livello junk, spazzatura.---Trani. Sette indagati sono accusati anche di estorsione in quanto, secondo quanto accertato dalla Tenenza di Molfetta della Guardia di finanza che ha svolto le indagini, avrebbero obbligato i clienti a sottoscrivere gli swap per ottenere mutui e prestiti.

«Truffe derivati» 60 indagati a Trani
Trani. Bloccati 10mln a Banco Napoli
Trani. Consumatori parte civile
S&P declassa Francia, Italia, Spagna e Austria
L'Austria paga l'esposizione a Est



«Truffe derivati» 60 indagati a Trani
Accuse a 2 banche
Bloccati 10mln a Banco Napoli
Consumatori parte civile
TRANI – Più di 60 persone sono indagate dalla Procura della Repubblica di Trani per truffa ai danni di consumatori, per lo più amministratori e responsabili di 'srl' o 'spa' e imprenditori, ai quali avrebbero fatto sottoscrivere contratti per prodotti finanziari derivati, del tipo Swap, venduti come una sorta di prodotto assicurativo a tutela del mantenimento dei tassi di interesse da pagare alla banca su mutui e prestiti. Sette indagati sono accusati anche di estorsione in quanto, secondo quanto accertato dalla Tenenza di Molfetta della Guardia di finanza che ha svolto le indagini, avrebbero obbligato i clienti a sottoscrivere gli 'swap' per ottenere mutui e prestiti.
Gli indagati sono dipendenti di due istituti di credito. Costoro, secondo gli inquirenti, piazzavano i prodotti derivati nascondendo la loro vera natura e i rischi ad essi connessi, tanto che alcuni imprenditori si sono trovati, dopo le prime due rate semestrali a loro favorevoli, a dover pagare tassi di interesse altissimi, con scoperti che andavano da 100.000 euro a 700.000 euro. Gli imprenditori si sarebbero quindi trovati sull'orlo della bancarotta, non potendo far fronte a due interessi passivi, quello originario del mutuo contratto e l’altro dello 'swap'. Nei casi più gravi le banche hanno eseguito transazioni con i loro clienti.

Trani. Bloccati 10mln a Banco Napoli
TRANI – Ammonta a oltre 220 milioni di euro il denaro prestato da banche a circa 200 imprenditori dei comuni della provincia di Barletta-Andria-Trani attraverso i prodotti finanziari derivati di tipo 'swap', operazioni sulle quali la Procura di Trani ha aperto un’inchiesta che vede indagate più di 60 persone.
Secondo quanto accertato dalla Guardia di finanza della Tenenza di Molfetta (Bari), nel 90% dei casi i prodotti erano consigliati e nei restanti casi sarebbero stati imposti quale vincolo per ottenere un mutuo o un prestito. I funzionari e dirigenti che hanno promosso questi prodotti fanno riferimento al Banco di Napoli spa, attualmente gruppo Intesa San Paolo, e in un solo caso al Monte dei Paschi di Siena. Il pm della Procura di Trani che ha coordinato l’indagine, Antonio Savasta, ha disposto il blocco di 10 milioni di euro nei confronti del Banco di Napoli spa, quattro milioni dei quali sono ritenuti l'ingiusto profitto finora percepito dalle filiali e sei milioni gli interessi che sarebbero maturati, calcolati sul futuro.
In questo modo i clienti che sarebbero stati ingannati non dovranno continuare a pagare le rate che sarebbero maturate fino alla scadenza dei contratti.

Trani. Consumatori parte civile
TRANI – Confconsumatori e Codacons si costituiranno parte civile contro le banche nel processo che sarà istruito a Trani sui derivati. Lo annunciano in una nota i presidenti locali delle due associazioni dopo la diffusione di notizie sulle oltre 60 persone indagate dalla procura pugliese per operazioni sui derivati swap e al blocco di 10 milioni di euro presso il Banco di Napoli.
“Per comprendere l’importanza dell’indagine della Procura di Trani – affermano Antonio Pinto di Confconsumatori e Alessandro Amato di Codacons – devono essere ricordati i dati ufficiali forniti dalla Banca d’Italia nel settembre scorso, secondo cui i derivati venduti dalle banche italiane hanno cagionato le seguenti perdite potenziali: 2,5 miliardi di euro per 311 enti pubblici locali che hanno incautamente stipulato questi contratti; 4,8 miliardi di euro per ben 28.977 società e imprese; 93 milioni di euro per 6.095 famiglie ed istituzioni private”.
“Al fine di difendersi da tali prodotti finanziari” i presidenti di Confconsumatori e Codacons “ricordano che allo stato attuale, con riferimento agli enti locali la Giurisprudenza del Consiglio di Stato (ultima sentenza emessa il 07 settembre 2011) ha chiarito che l’ente pubblico può annullare in autotutela il contratto con la banca quando si dimostri che vi erano dei costi impliciti iniziali non chiariti nel contratto. Per le imprese ed i cittadini la Giurisprudenza di alcuni Tribunali civili ha sancito che tali contratti sono annullabili per errore sull'oggetto del contratto a causa dei costi occulti e comunque se ricorrono determinate condizioni, come ad esempio tassi che sostanzialmente superano il tasso soglia usurario o una vendita eseguita ad operatori non qualificati”.

S&P declassa Francia, Italia, Spagna e Austria
La Ue reagisce: «È una decisione aberrante»
Parigi e Vienna, addio tripla A. Roma subisce un doppio taglio BBB+, ma l'agenzia salva Monti: «Con lui Ue più forte»
MILANO - Ore drammatiche nell' Eurozona colpita dalla scure di Standard & Poor's in chiusura di una settimana che aveva fatto sperare nell'allentarsi della crisi del debito e intravvedere i primi segnali di fiducia sui mercati. L'agenzia americana boccia nove paesi e ne salva sette. Bruxelles reagisce con durezza deplorando, sono le parole del Commissario Olli Rhen , «una decisione aberrante». La Francia perde la tripla A e analogo declassamento è arrivato per l'Austria. Ancora più severo è il taglio che colpisce Italia, Spagna e Portogallo che scendono di due gradini, Roma e Madrid alla tripla B+, Lisbona alla doppia B, livello junk, «spazzatura».
MONTI OK SE VINCE SUI «GRUPPI D'INTERESSE» - L'Italia, si legge nelle motivazioni, sconta l'alto debito e il basso potenziale di crescita, insieme alla maggiore vulnerabilità sui rischi di finanziamento. «L'indebolimento del quadro politico europeo - però - viene compensato dalla più forte capacità dell'Italia di formulare e applicare politiche anticrisi». Il rating dell'Italia potrebbe subire nuovi tagli se Mario Monti non riuscirà a portare a termine tutte le riforme «a causa dell'opposizione di gruppi di interesse oppure se la vita del governo fosse più breve rispetto alla durata del suo mandato»
«AZIONE POLITICA CONTRO L'EUROPA» - Per il governo italiano la mossa di S&P va letta come «un attacco all' Europa che richiede una risposta collettiva».
A Parigi, dove si sono svolte manifestazioni di protesta, il ministro delle Finanze Francois Baroin ha assicurato che «non ci saranno nuove manovre», nè la Francia si farà dettare «la politica dalle agenzie di rating».
EURO IN CALO - Le prime voci sui declassamenti nell'eurozona si sono diffuse nel pomeriggio, quando le Borse hanno bruscamente virato al ribasso. Milano, che ha perso fino al 2,5% ha poi chiuso in flessione dell'1,2%. L' Euro ha chiuso in forte calo a 1,2683 dollari contro il dollaro.
ATENE, STOP AL NEGOZIATO - Non bastasse, è arrivata da Atene la notizia della pausa impressa dalle banche al negoziato sul debito. L'Institute of international finance (Iif), che rappresenta i creditori privati, ha annunciato in una nota la sospensione delle trattative sulla ristrutturazione del debito pubblico. «Sfortunatamente, nonostante gli sforzi della leadership greca - si legge - la proposta elaborata dal comitato di creditori e investitori privati, una riduzione nominale senza precedenti del 50% dei bond sovrani greci da loro detenuti, non ha prodotto una risposta costruttiva coerente da entrambe le parti». In queste circostanze, prosegue l'Iif, «le discussioni con la Grecia sono interrotte per una riflessione».
L'ASTA BTP - Fino al primo pomeriggio i mercati avevano beneficiato anche del positivo esito dell'asta dei Btp triennali i cui rendimenti sono scesi al 4,83% dal 5,62% di fine dicembre. Una schiarita che segue quella già vista sui Bot a breve giovedì, con i rendimenti quasi dimezzati. Con il diffondersi dell'allarme rating lo spread tra Bund e Btp è risalito a quota 500 e si è leggermente ridimensionato a 487 punti in chiusura.
RECORD DI DEPOSITI ALLA BCE - Le banche dell' Eurozona, pur sostenute dalla liquidità ottenuta dai prestiti d'emergenza della Bce, continuano a cercare riparo nelle casse dell'Eurotower come certifica l'ennesimo massimo storico segnato dai depositi overnight arrivati ormai a sfiorare i 500 miliardi di euro
Paola Pica

L'Austria paga l'esposizione a Est
L.V.
L'esposizione verso i Paesi dell'Est costa la tripla A all'Austria. Assieme al taglio della Francia è il downgrade di Vienna il colpo più duro alla credibilità dell'Europa.
 Standard&Poor's ha deciso di tagliare di un gradino il giudizio di affidabilità sull'Austria portandolo da AAA ad AA+. A mettere in allarme l'agenzia di rating americana - già dall'inizio di dicembre, quando era stato annunciato un possibile downgrade - sono i debiti inesigibili ancora nel portafoglio delle banche del Paese. «In Austria il rischio che il Governo sia costretto a immettere nuove, addizionali risorse nel sistema finanziario si somma alle tensioni sistemiche che attraversano la zona euro», sostiene Standard&Poor's.
 Le banche austriache, comprese Erste Group e Raiffeisen hanno impegnato più di 200 miliardi di dollari - l'equivalente di circa il 70% del prodotto interno lordo - in prestiti concessi a imprese e famiglie nei Paesi ex-comunisti, compresa l'Ungheria in crisi di liquidità e ormai lanciata verso il default se non verrà salvata da un prestito di Fmi e Ue. In questi giorni il governatore della Banca centrale di Vienna, Ewald Nowotny, commentando le difficoltà di Budapest ha precisato: «Non è un segreto che l'Austria e le banche austriache hanno un forte impegno in Ungheria. Il nostro coinvolgimento è di circa 30 miliardi di euro, compreso il debito sovrano. Ma le banche austriache hanno abbastanza capitale per sopportare questi impegni».
 Vienna è consapevole di essere vulnerabile verso Est: nel tentativo di rassicurare gli investitori ha deciso di bloccare già dallo scorso novembre i nuovi prestiti ai Paesi dell'ex blocco sovietico. Dal 2009 ad oggi il Governo del cancelliere Werner Faymann ha iniettato nove miliardi di euro nel sistema bancario e ha dovuto nazionalizzare Kommunalkredit e Alpe-Adria-Bank International.
 Anche la crescita dell'economia come nel resto del continente sembra più lenta di quanto si credesse solo qualche mese fa. L'istituto di ricerca Wifo di Vienna ha tagliato a fine anno le stime sostenendo che i tagli del Governo austriaco alla spesa finiranno per far aumentare la disoccupazione: nei nuovi dati diffusi dal Wifo, il Pil austriaco dovrebbe aumentare quest'anno dello 0,4%, contro la metà di quanto previsto in precedenza. A pesare - secondo S&P's - anche le difficoltà di un partner commerciale come l'Italia.
 La coalizione di Governo formata da socialdemocratici e popolari sta cercando di introdurre nella Costituzione principi che permettano di frenare il deficit del bilancio pubblico ma non è ancora riuscita a trovare la maggioranza dei due terzi in Parlamento necessaria per modificare la carta nazionale.

Nessun commento: