lunedì 9 gennaio 2012

Federali_sera_9.1.12. A Trst, oltrepadania, c’e’ un tizio che fa l’assessore comunale alla tutela delle identita’ locali.---Francesco Fain: Tutelare sempre di più e meglio le minoranze. E con pari dignità per le lingue slovena e friulana, precisa l’assessore comunale alla tutela delle identità locali, Stefano Ceretta. Questo l’obiettivo di due distinte delibere della giunta Romoli. Delibere molto attese per due motivi: svelano quali saranno i progetti futuri dell’amministrazione comunale e giungono in un momento in cui il dibattito sulla legge 38 si è rinfocolato dopo la sentenza del Giudice di Pace che ha evidenziato come i cartelli che indicano le zone blu (con relativi orari) debbano essere anche in sloveno.---Come si possono fare discorsi così generici, mettendo insieme tutti?, replica Durnwalder, In Alto Adige abbiamo speso, dimostrando essere in grado di farlo in un certo modo: i risultati del buon governo sono sotto gli occhi di tutti. Abbiamo anche dimostrato di essere capaci di risparmiare, come accade ormai da anni. Con Monti la stagione dei tagli ha assunto però una piega inaspettata.

Bozen, oltrepadania. Durnwalder: «Ci attaccano perchè siamo più bravi»
Belluno, oltrepadania. Fondo Brancher, tutti i sindaci si schierano con Durnwalder
Trst, oltrepadania. Tutela minoranze pari dignità tra sloveno e friulano
Crisi: depositi record banche presso la Bce a 463 mld
Disoccupazione, in Ticino supera il 5%



Bozen, oltrepadania. Durnwalder: «Ci attaccano perchè siamo più bravi»
Durnwalder: le accuse all'autonomia arrivano da chi non sa governare bene come noi
di Francesca Gonzato
BOLZANO. Autonomia di nuovo sotto attacco. Questa volta il presidente provinciale Luis Durnwalder sospende le scommesse. «Non so cosa accadrà nei prossimi mesi. Ci organizziamo passo per passo», commenta Durnwalder, «Adesso l'obiettivo è arrivare al confronto con il presidente del Consiglio Mario Monti».
La data però ancora non c'è. «Ci ha contattato il premier garantendo l'appuntamento, confido che potremo vederci a breve», spiega Durnwalder. Ha letto l'articolo di Gian Antonio Stella che prende di mira le Regioni «troppo speciali», che troppo spendono, secondo il giornalista, per personale, sanità, lavori pubblici. Durnwalder: «Siamo di fronte a un vero e proprio filone: "Tutti contro le autonomie speciali". Ma non è con l'invidia che si affrontano argomenti così delicati». E le accuse? «Come si possono fare discorsi così generici, mettendo insieme tutti?», replica Durnwalder, «In Alto Adige abbiamo speso, dimostrando essere in grado di farlo in un certo modo: i risultati del buon governo sono sotto gli occhi di tutti. Abbiamo anche dimostrato di essere capaci di risparmiare, come accade ormai da anni». Con Monti la stagione dei tagli ha assunto però una piega inaspettata.
E' su questo che la Svp sale sulle barricate e vota «no» in parlamento. Durnwalder fa il punto: «Abbiamo fatto la nostra parte sul risanamento delle finanze statali e continueremo a farla. Non è questo in discussione. Il punto è che il governo non ha seguito la strada delle trattative, come previsto dallo Statuto. Chiediamo il
rispetto dell'autonomia e dell'Accordodi Milano». Altrimenti? «C'è la Corte
costituzionale per fortuna. Presenteremo ricorsi. Poi vedremo». Oggi la Svp ne parlerà nella Parteileitung (oltre al caso Sel).
Il deputato Siegfried Brugger conferma il pessimismo: «Anche il presidente trentino Dellai, che conta su buoni contatti nel governo, è scettico. L'Accordo di Milano non gode certo di simpatie in questo governo». Il decreto Monti prevede una serie di norme di attuazione per regolare a Bolzano e Trento la partita dei tributi locali e dell'addizionale Irpef. Ma quando verranno scritte? Il presidente della Commissione dei 12 Mario Malossini (Pdl) annuncia che entro fine gennaio tornerà a riunirsi la commissione per affrontare il tema degli ammortizzatori sociali e, a ruota, quello della delega fiscale. Come sono le trattative fra governo e Commissione dei 12?
«Non sono mai state facili e non lo saranno a maggior ragione nel futuro», pronostica Malossini, «E' successo più di una volta di dover precisare ai tecnici romani la vera essenza della nostra autonomia. A molti sfugge. Il ministro Giarda conosce i nostri meccanismi e speriamo di ottenere ascolto, ma siamo certi che nessuno ci regalerà nulla».
Teme per l'accordo di Milano? «Credo che sia solido. Non è stato facile arrivare alle diverse fasi attuative, sarà ancora più difficile ottenere le prossime», risponde Malossini, «In questo clima non si potrebbe siglare quell'accordo». Ci hanno paragonato alla Sicilia. Malossini: «Mi viene da ridere. Lì hanno i dieci decimi delle tasse e a fine anno regolarmente arrivano a Roma a battere cassa. C'è autonomia e autonomia. Molti non si
assumono le proprie responsabilità. Noi lo facciamo».9 gennaio 2012

Belluno, oltrepadania. Fondo Brancher, tutti i sindaci si schierano con Durnwalder
Perequazioni, primi cittadini sulla scia del governatore altoatesino: soldi solo ai confinanti
BELLUNO—Tutti dalla parte di «Durni». I Comuni bellunesi di confine con Bolzano, i «cugini poveri», si schierano senza riserve con il governatore altoatesino Luis Durnwalder nella polemica su struttura, finalità e funzionamento del fondo Calderoli-Brancher. Durnwalder aveva alzato la voce e rimescolato il mazzo, e questo a pochi giorni dalla presentazione della lista dei progetti finanziabili (entro la fine di gennaio, secondo il presidente dell’ente Aldo Brancher). «I soldi ai Bresciani non li portiamo», aveva affermato, e aveva lanciato una generale chiamata alle armi, diretta appunto ai sindaci dei Comuni che confinano con l’Alto Adige. «Il pasticcio è a monte - spiega il sindaco di Comelico Superiore, Mario Zandonella Necca -. La legge istitutiva del Fondo, del dicembre 2009, parlava chiaro: Bolzano doveva scucire 40 milioni di euro per i sei Comuni confinanti: quattro del Bellunese (Livinallongo del Col di Lana, Cortina d’Ampezzo, Comelico Superiore e Auronzo di Cadore) e due della provincia di Sondrio (Valfurvia e Bormio).
Altrettanto doveva fare Trento per i tanti Comuni che la circondano: una trentina, delle province di Belluno, Brescia, Verona e Vicenza. Invece il decreto del presidente del consiglio del 14 gennaio 201, che al Fondo dà attuazione, parla di "gestione unitaria"». Significa che 160 milioni (per due annualità, già stanziati dalle province autonome) sono finiti nello stesso calderone, nella tesoreria provinciale di Verona. Bolzano non ne vuole sapere: niente cassa comune; o due casse separate o addirittura due fondi diversi. A Brescia, Verona e Vicenza ci pensino i trentini. «Durnwalder ha ragione - commenta Zandonella Necca - e noi lo sosteniamo: anche perché ai Comuni confinanti sono stati aggiunti i contigui. Un pasticcio». Gli fa eco il primo cittadino di Livinallongo del Col di Lana Ugo Ruaz: «Pieno appoggio a Durnwalder - commenta Ruaz -: questi del Fondo si sono allargati un po’ troppo. Prima solo i Comuni confinanti e con una divisione scientifica delle risorse; poi un centinaio di Comuni contigui con progetti e richieste per centinaia di milioni». Da parte sua, Durnwalder non scherza: «O si mettono le cose a posto subito - aveva affermato perentorio - o impugno tutto il sistema di fronte al Tar e al Consiglio di Stato e la legge istitutiva in Corte Costituzionale. Mi aspetto che Brancher si faccia vivo, con un nuovo progetto e soluzioni a portata di mano».
E i Comuni di confine (con Bolzano) sono pronti a sostenerlo. «Durwalder è nel giusto - afferma il sindaco di Auronzo di Cadore Bruno Zandegiacomo Orsolina -: la cassa comune è penalizzante, per noi. E in effetti la filosofia della legge istitutiva era quella di realizzare un "passaggio morbido" tra località confinanti, di certo non tra l’Alto Adige e il Bresciano. Il rischio è quello di piccoli stanziamenti a pioggia. E poi il meccanismo è in grave ritardo: i progetti non sono stati ancora approvati, mentre il 31 marzo scade il termine per presentarne di nuovi. Il fatto è che la valutazione è stata affidata alla "Commissione di approvazione progetti" ("Cap"), che stila la graduatoria; il tutto secondo requisiti stabiliti dall’Odi (Organo di indirizzo), istituito con la finanziaria 2010 e che raccoglie i versamenti di Trento e Bolzano; ma c'è di mezzo anche il ministero dell'Economia, e questo ha rallentato un po' tutto. Che dire? Io i ricorsi di Durnwalder li appoggio; l'importante, però, è che non si fermi tutto».
Marco de’ Francesco

Trst, oltrepadania. Tutela minoranze pari dignità tra sloveno e friulano
Lo chiarisce l’assessore Ceretta all’atto della presentazione del Comune alla Regione dei progetti da finanziare
di Francesco Fain
Tutelare sempre di più e meglio le minoranze. «E con pari dignità per le lingue slovena e friulana», precisa l’assessore comunale alla tutela delle identità locali, Stefano Ceretta. Questo l’obiettivo di due distinte delibere della giunta Romoli. Delibere molto attese per due motivi: “svelano” quali saranno i progetti futuri dell’amministrazione comunale e giungono in un momento in cui il dibattito sulla legge 38 si è rinfocolato dopo la sentenza del Giudice di Pace che ha evidenziato come i cartelli che indicano le zone blu (con relativi orari) debbano essere anche in sloveno. Entriamo nel dettaglio.
Legge 482
Sono sei i progetti elaborati e presentati alla Regione per ottenere i fondi necessari. Si va dalla previsione di uno sportellista addetto alla lingua friulana assunto a tempo determinato (36mila euro) a pubblicazioni sulla stampa periodica sempre in friulano (13.900 euro); dalla realizzazione di un notiziario informativo quindicinale in friulano sulle attività dell’amministrazione (43.200 euro) all’assunzione temporanea di un traduttore esterno (tremila euro); dalla fornitura di materiale informatico per quelle strutture comunali che utilizzano anche il friulano (3.750 euro) e alla cartellonistica in lingua slovena e friulana (24mila euro).
Legge 38
Parallelamente alla 482 (minoranza linguistiche storiche) c’è la legge 38 che tutela esclusivamente la minoranza slovena. In questo caso sono 9 i progetti presentati, due dei quali riguardanti il Gect. Anche in questo caso si prevede uno sportellista di lingua slovena (38mila euro) oltre a un traduttore ed interprete (altri 38mila), un altro traduttore (collaborazione esterna da 20.750 euro), due interpreti simultanei da destinare al Gect (26.250 euro) e un traduttore qualificato sempre per il Gect (12mila euro). La lista prosegue con la pubblicazione di informazioni istituzionali in lingua slovena sulla stampa periodica (20.400 euro), la realizzazione di un notiziario informativo quindicinale sull’attività dell’amministrazione chiaramente in lingua slovena (43.200) e la fornitura di materiale informatico per quelle strutture comunali che utilizzano anche lo sloveno.
C’è poi la necessità di provvedere alla gestione, aggiornamento e traduzione dei contenuti del sito Internet del Gect che sarà plurilingue. «Progetti importanti - sottolinea l’assessore Ceretta - che hanno come obiettivo la tutela delle due lingue. Già oggi lo facciamo, senza penalizzare nessuno, checché ne dicano certi “falchi” della minoranza slovena».

Crisi: depositi record banche presso la Bce a 463 mld
09 Gennaio 2012 - 11:11
 (ASCA) - Roma, 9 gen - Nuovo record dei depositi delle banche europee presso la Bce. I depositi overnight ammontano a 463,6 miliardi di euro superando il precedente massimo di 455 miliardi la settimana scorsa a conferma delle tensioni sul mercato interbancario.

Disoccupazione, in Ticino supera il 5%
Il tasso dei senza lavoro ha registrato un incremento dello 0,3%
BERNA - Si è deteriorata anche in dicembre la situazione sul mercato del lavoro in Svizzera: il tasso di disoccupazione è salito di 0,2 punti percentuali al 3,3%, indica la Segreteria di Stato dell'economia (SECO) in un comunicato odierno. Lo scorso mese presso gli Uffici regionali di collocamento (URC) erano iscritte 130'662 persone, 9553 in più di novembre. In Ticino il tasso dei senza lavoro ha registrato un incremento di 0,3 punti al 5,1%, nei Grigioni è invece diminuito di 0,1 punti all'1,9%.
 Depurato dagli influssi stagionali il tasso di disoccupazione è avanzato di 0,1 punti a livello nazionale. Rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, il numero di senza impiego è diminuito di quasi 18'000.
 Nel 2011 il tasso di disoccupazione in media si è attestato al 3,1%, in sensibile diminuzione rispetto al dato dell'anno precedente (3,9%). Il numero medio di disoccupati è stato di 122'892, circa 29'000 in meno rispetto al 2010.
 Nonostante l'indebolimento dell'economia mondiale e il corso elevato del franco, il mercato del lavoro svizzero ha resistito bene per la maggior parte dell'anno. Negli ultimi mesi, tuttavia, i segnali che preannunciano la fine di questa evoluzione positiva si sono rafforzati, rileva la SECO nella nota.
 Tra gennaio e luglio i disoccupati sono diminuiti da 148'784 a 109'200, per un totale di circa 40'000. Al calo registrato nel primo semestre si contrappone un aumento di 20'000 nel secondo semestre.
 ATS

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