martedì 10 gennaio 2012

Federali_mattino_10.1.12. Angela e’ al settimo cielo, i padani negli Inferi.---La Germania ha collocato sul mercato 3,9 miliardi di titoli di Stato a sei mesi con un rendimento negativo. L’interesse offerto è stato pari a -0,0122% con una domanda di 1,82 volte l’importo in asta.---New York, Marchionne: L'attaccamento emozionale al proprio paese come produttore deve essere ripensato. Questo non significa tradire nessuno, significa crescere, come quando i ragazzi vanno via di casa. Questo non vuol dire che non ci vogliono piu' bene. Vuol dire che faranno delle cose e vivranno da soli. Ritengo che per gli affari sia la stessa cosa.---A dare manforte alla Lega dei ticinesi c'è anche l'Udc, partito molto meno moderato del suo omonimo italiano, che durante il mese di maggio ha lanciato un'iniziativa popolare per il contingentamento dei lavoratori frontalieri, nell'intenzione di fissarne il tetto a 45mila unità, guadagnando il biasimo dei Paesi confinanti, soprattutto a causa dei cartelloni pubblicitari ritenuti di basso profilo (sui quali apparivano dei topi, metafora dei lavoratori italiani, intenti a mangiare del formaggio svizzero).

Melfi. Fenice, in Regione arrivano gli esperti
Napoli. Nordstern, la nave carica carica di rifiuti
Bozen, oltrepadania. Durnwalder, a Vienna se Monti viola l'autonomia
Veneto, padania. Patto col Fisco, i sindaci fanno i nomi
Bankitalia: boom prestiti Bce a banche
Crisi: Schauble, Fesf incontra difficolta' ad attrarre investitori
Crisi: Berlino, Tobin tax in Europa a 27
La Germania vende titoli di Stato con rendimento sotto zero. Ma fanno gola ugualmente
Sarkozy, Francia metterà fine a delocalizzazioni
Marchionne: a Torino o Detroit sede unica
Svizzera: la Lega dei ticinesi contro le agenzie di collocamento italiane
Kosovo: Belgrado contro referendum Serbi del nord
Bosnia: Tadic a celebrazioni 20 anni Republika Srpska



Melfi. Fenice, in Regione arrivano gli esperti
Si insedia il comitato di sorveglianza composto da professori e rappresentanti di Iss e Ispra che stabilirà l’incidenza inquinamento sulla salute. Domani in Commissione ambiente si tornerà a chiederne la chiusura
09/01/2012  POTENZA - E’ una settimana importante, quella che si apre oggi, per il caso Fenice e ancor di più per le popolazioni del Vulture. Martedì si riunirà la commissione Ambiente della Camera nel quale verrà trattato il caso dell’inceneritore di Melfi. In particolare verranno ascoltati, a partire dalle 14, i rappresentanti dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e dell’Istituto Superiore di Sanità. Voi sarà la volta delle associazioni ambientaliste lucane: esporranno le proprie ragioni i rappresentanti di Legambiente, del Movimento Azzurro, del Wwf Italia, dell’Organizzazione lucana ambientalista (Ola Basilicata) e della Comunità lucana Movimento No Oil; Camera: Commissione Ambiente. Annunciano battaglia i componenti del Comitato per il diritto alla salute di Lavello che saranno anche loro a Roma domani, e che torneranno a chiedere ai membri della commissione parlamentare lo spegnimento dell’inceneritore di San Nicola, che, lo ricordiamo, ha provocato una pesante contaminazione delle falde acquifera e che, con un piano presentato lo scorso 18 ottobre, si è impegnata in un piano di bonifica che dovrebbe essere attuato in circa otto mesi. Ad accompagnare i membri del comitato guidati dal presidente Nicola Abbiuso, ci sarà anche il dottor Ferdinando Laghi, da sempre impegnato nel campo della ricerca scientifica sanitaria e ambientale, di recente nominato vicepresidente di Medici per l’ambiente. E sempre per la giornata di martedì è stata annunciato l’insediamento del Comitato di alta sorveglianza voluto dalla Regione Basilicata che dovrà occuparsi dello sviluppo di modelli di controllo epidemiologico delle popolazioni del Vulture e del monitoraggio dei sistemi di controllo sul territorio. E’ composto da docenti universitari e da esponenti dell’Istituto superiore di Sanità e dell’Istituto superiore per la ricerca ambientale e opererà in affiancamento del sistema di monitoraggio pubblico. Illustri esponenti del mondo della ricerca nel settore che in pratica dovranno stabilire se e in che quantità l’inquinamento decennale di Fenice Ambiente ha provocato danni alla salute delle popolazioni residenti nell’area. Una connessione che fino a ora gli enti proposti quali Arpab e Asp non sono stati in grado di stabilire. L’auspicio è che questa volta si possa arrivare a conclusioni chiare sull’incidenza epidemiologica. Anche se questo richiederà di andare ben oltre i dati attualmente a disposizione delle istituzioni preposte. E poi, quello che chiedono i cittadini del Vulture, è che le analisi vengano estese anche alla catena alimentare. Proprio in queste ero fa riflettere per l’inceneritore di Parona, in provincia di Pavia. Il Comune ha avviato un’indagine parallela a quella dell’Asl che ha accertato l’avvelenamento da diossina di uova e carni di pollame. Questa volta la volontà è andare fino in fondo.

Napoli. Nordstern, la nave carica carica di rifiuti
Cesaro: potrebbe essere l'ultimo viaggio
Al porto di Napoli il singolare imbarco. Che per de Magistris è «storico». Ma il presidente della Provincia: sarà «unico» senza l'ok della Regione per il 'tal quale'
NAPOLI - La scena al molo 44 del porto di Napoli è surreale. Se non fosse noto che le balle galleggianti nell'aere dal braccio di una gru che le carica sulla nave Nordstern sono rifiuti compressi si potrebbe pensare a un'impennata di export del made in Napoli proprio in piena crisi. Se non che il made in Naples, almeno in questo caso, è solo la «monnezza». La nave olandese sarà «farcita» ben bene come un tacchino da circa 3500 tonnellate provenienti dallo stir di Caivano. Costo dell'operazione 109 euro a tonnellata.
Ad attendere i rifiuti in Olanda ci saranno alcuni termovalorizzatori che voracemente li polverizzeranno. Ad assistere alle prime operazioni del singolare imbarco c'erano anche il sindaco Luigi De Magistris, il vicesindaco Tommaso Sodano e il presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro.
«Questo è il primo viaggio che viene fatto in Italia per il trasferimento transfrontaliero via nave. Un fatto storico realizzato in poco tempo grazie - ha detto De Magistris - a uno straordinario lavoro fatto da tutte le istituzioni. Un lavoro che consentirà a Napoli di respirare».
DUE ANNI DI RESPIRO - Per il sindaco l'emergenza è «terminata agli inizi di agosto» e i trasferimenti in Olanda «consentiranno di migliorare la situazione anche in provincia per i prossimi due anni perché quanto previsto dal contratto per Rotterdam e per la provincia di Amsterdam, ci consentirà di non avere più precarietà. Da fine gennaio una nave a settimana porterà tra le 4mila e le 5mila tonnellate di rifiuti».
«COSTA DI MENO CHE IN ITALIA» - E poi «i costi che sosteniamo sono di gran lunga inferiori rispetto a quelli che paghiamo per il trasporto nelle altre Regioni italiane. Un grande risultato che avrà utilità anche a Bruxelles per evitare la procedura di infrazione. Questa - ha concluso De Magistris - è la prova che, quando c'è la collaborazione istituzionale, qualsiasi risultato può essere raggiunto».
CESARO: POTREBBE ESSERE L'ULTIMO VIAGGIO - Per il presidente della Provincia di Napoli Cesaro la partenza dei rifiuti via mare «è un fatto importante, ma è una via come tante altre che abbiamo già intrapreso. Aspettiamo il parere della Regione sul 'tal quale' che è la cosa più importante, e credo che se non ci sarà l'autorizzazione questo sarà il primo e ultimo viaggio. Il sindaco de Magistris mi ha assicurato che Caldoro darà l'ok, anche il Ministero dell'Ambiente ha detto sì al trasferimento del 'tal quale'».
MA MARTUSCIELLO PLAUDE - «Bene rifiuti in Olanda, è una buona notizia per tutti». Così Fulvio Martusciello capogruppo Pdl in Consiglio Regionale alla notizia che salperà dal Porto di Napoli la prima nave di rifiuti per l’Olanda. «Ci auguriamo - ha continuato Martusciello – che non ci sarà nessuna critica dalle parti politiche».
Nat. Fe.

Bozen, oltrepadania. Durnwalder, a Vienna se Monti viola l'autonomia
BOLZANO. "L'Autonomia dell'Alto Adige è un patto garantito internazionalmente e se non sarà rispettato Bolzano potrebbe vedersi costretta a rivolgersi a Vienna per ottenere tutela": lo ha detto il governatore Luis Durnwalder, commentando notizie di stampa su ipotetici tagli del governo Monti alle autonomie speciali. Durnwalder ha sottolineato di avere "grande rispetto di Monti che è una persona seria ed obiettiva", spiegando però che Bolzano si vedrebbe costretta a chiedere con forza il rispetto dei patti qualora vi dovessero essere lesioni dell'autonomia. Durnwalder ha sottolineato l'auspicio che "non si debba giungere a questo punto", confidando nel dialogo che vi sarà in un prossimo incontro con il premier che dovrebbe essere fissato nelle prossime settimane. Durnwalder, inoltre, ha annunciato che Bolzano è disponibile a ridiscutere di una agevolazione del 20% sul bollo auto garantita in Alto Adige dalle norme vigenti e che - ha detto - è stata
criticata da alcune Regioni come la Lombardia, il Veneto e l'Emilia Romagna. 9 gennaio 2012

Veneto, padania. Patto col Fisco, i sindaci fanno i nomi
Nei Comuni crollano le richieste di sconti sulle rette con modello Isee per paura dei controlli. E intanto Monti chiude la polemica Cortina: «Sto con gli ispettori»
VENEZIA—Poco lontano dalla laguna lo hanno fatto Spinea e Portogruaro. Nel Padovano Pernumia, Stanghella e Villa estense mentre nel Trevigiano Oderzo, Povegliano e Borso del Grappa. Nel Veronese infine i Comuni che hannofirmato il protocollo antievasione con l’Agenzia delle entrate sono una decina e vanno da Bovolone a Zevio. Nella lista delle circa 50 municipalità che collaborano con l’Agenzia - e in cui ci sono i capoluoghi di Provincia - però Cortina non c’è. E nemmeno le località turistiche del litorale veneziano. «I falsi poveri tolgono il pane ai veri poveri», sbotta il sindaco di Vicenza Achille Variati «Stiamo eseguendo delle indagini ed è già emerso che nell’ambito dei servizi sociali c’è qualcuno che fa il furbo - continua il primo cittadino -ma presto consegneremo i nomi al Fisco» E così faranno anche Venezia e Padova.
A sentire il vicesindaco di Venezia Sandro Simionato, la città lagunare è stata la prima del Nord Est a firmare l’accordo con l’Agenzia per segnalare le eventuali discrepanze tra i redditi dichiarati e i tenori di vita di chi è residente in laguna.A primavera scorsa alcuni impiegati comunali hanno addirittura fatto un corso per incrociare i dati e contribuire così a individuare i potenziali furbetti. D’altra parte a Venezia qualche sospetto c’era ben prima del blitz di Cortina. Da quando i Comuni sono autorizzati a effettuare le cosiddette segnalazioni qualificate - che da tre anni a questa parte permettono all’Agenzia di effettuare verifiche incrociando i dati del Pra e dell’Isee - sono crollate le richieste di riduzione delle rette scolastiche che prevedono la presentazione di un’autocertificazione sul reddito. «Solo nell’ultimo anno con le segnalazioni all’Agenzia e alla Guardia di Finanza abbiamo recuperato 250 mila euro - racconta il sindaco di Padova Flavio Zanonato - qui in città facciamo questi controlli da tempo e in effetti anche da noi sono diminuite le richieste di rette scolastiche agevolate».
Non parliamo poi delle case popolari e dei servizi di assistenza. Ogni volta che i Comuni fanno controlli c’è sempre qualcuno che cade dritto nella rete del Fisco come ha ricordato lo stesso premier Mario Monti. «E’ inammissibile che i lavoratori subiscano sacrifici - dice - mentre una parte importante di ricchezza fugge alla tassazione, accrescendo così la pressione tributaria su chi non può sottrarsi al fisco». Con la crisi economica e con il patto di stabilità comunque va detto che la vita dei furbetti rischia di peggiorare. Blitz a parte, i sindaci che segnaleranno gli evasori saranno premiati con l’intero versamento dell’evasione (ridotto del 50% per i Comuni più grandi). Gli strascichi dell’operazione Cortina comunque sono destinati ad andare ben oltre i confini del Veneto. Il senatore di «Grande Sud» Salvo Fleres ha attaccato il presidente della Regione Luca Zaia citando la vicenda delle quote latte e accusandolo di difendere gli evasori. «Il Nord è cresciuto sottraendo risorse al Mezzogiorno. Ha evaso miliardi per acquistare gioielli e macchine di lusso», dice. «In un momento tragico come questo sarebbe bello dimostrare che in Italia esiste una classe dirigente che pensa alla soluzione dei problemi invece di aizzare i singoli con notizie non vere », la secca risposta di Zaia. Alessio Antonini

Bankitalia: boom prestiti Bce a banche
Dopo decisione prestiti triennale Eurotower
09 gennaio, 12:53
(ANSA) - ROMA, 9 GEN - I prestiti alle banche italiane concessi dalla Bce a dicembre balzano a 209 miliardi di euro contro i 153 del mese precedente. E' quanto si legge negli aggregati di bilancio della Banca d'Italia che certificano cosi' l'effetto della decisione dell'istituto di Francoforte, di fine dicembre, di prestare 489 miliardi di euro a tre anni a 523 banche europee. Il bilancio di Via Nazionale, cosi' come quello della Bce, e' cosi' aumentato passando da 471,4 miliardi a 532 miliardi nel mese di dicembre.

Crisi: Schauble, Fesf incontra difficolta' ad attrarre investitori
09 Gennaio 2012 - 12:10
 (ASCA-AFP) - Berlino, 9 gen - Il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, ha ammesso oggi che il Fesf, il Fondo europeo di stabilita' finanziaria, sta incontrando difficolta' ad attrarre investitori stranieri, che chiedono garanzie piu' alte. ''Sono aumentate le difficolta' a trovare investitori privati, perche' chiedono garanzie piu' alte'', ha detto Schauble alla radio tedesca Swr2, aggiungendo che ''questo non significa che il fondo non ha denaro, ha venduto con successo delle obbligazioni proprio la scorsa settimana''. Tuttavia, ha ammesso l'esponente del governo tedesco, ''cio' dimostra l'inceretezza degli investitori di tutto il mondo'' a puntare ''sull'Eurozona''.
 Schaeuble ha dunque confermato le preoccupazioni espresse dal direttore del fondo Fesf, Klaus Regling, secondo il quale, stando a quanto scritto da Bild am Somtag, il 20% di garanzia offerta contro il default e' ormai considerato ''troppo basso''.
red-sam/

Crisi: Berlino, Tobin tax in Europa a 27
Lo ha ripetuto il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert
09 gennaio, 11:54
(ANSA) - BERLINO, 9 GEN - Berlino conferma di non avere cambiato posizione sulla Tobin tax e di aver come ''priorita''' che l' introduzione della tassa sulle transazioni finanziarie avvenga nell'Europa 27. Lo ha ripetuto oggi il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert a Berlino, nel corso della conferenza stampa di governo. Nei prossimi giorni, ha aggiunto Seibert, si chiariranno i dubbi espressi da alcuni paesi e si capira' come andare avanti.

La Germania vende titoli di Stato con rendimento sotto zero. Ma fanno gola ugualmente
La Germania ha collocato sul mercato 3,9 miliardi di titoli di Stato a sei mesi con un rendimento negativo. L’interesse offerto è stato pari a -0,0122% con una domanda di 1,82 volte l’importo in asta.
 Secondo gli operatori la Germania «è ormai l’unico Paese in area euro percepito come sicuro e quindi sui titoli tedeschi viene parcheggiata la liquidità seppure questi abbiano un costo». A livello generale, segnalano gli operatori c'è «una fame di titoli di stato quasi esclusivamente di breve o brevissimo termine.
Sarkozy, Francia metterà fine a delocalizzazioni
"La Francia deve alleggerire il costo del lavoro per mettere fine a questa emorragia che sono le delocalizzazioni e tornare ad essere una terra di produzione": lo ha detto il presidente francese, Nicolas Sarkozy, a Berlino.

Marchionne: a Torino o Detroit sede unica
Intervista al Wsj: 'Ripensare attaccamento emozionale a paese'
09 gennaio, 13:24
NEW YORK - Torino o Auburn Hills (la sede della Chrysler vicino a Detroit) possono entrambe essere la sede unica del gruppo Fiat-Chrysler in futuro. E c'è anche l'ipotesi di una sede in America latina. Lo ha detto l'amministratore delegato Sergio Marchionne in una intervista al Wall Street Journal. Il manager commenta che ''l'attaccamento emozionale al proprio paese come produttore deve essere ripensato" e ribadisce che restera' alla guida di Fiat e Chrysler fino almeno al 2015.
''Serve un punto di riferimento dal punto vista della governance - afferma l'amministratore delegato -. C'e' bisogno di una casa, nessuno vuole stare senza... Sia Auburn Hills, sia Torino sono in grado di ospitare'' il quartier generale del gruppo. ''C'e' anche l'alternativa dell'America Latina''. Marchionne ''scrolla le spalle'' sui timori italiani di perdere la sede del gruppo: ''L'attaccamento emozionale al proprio paese come produttore deve essere ripensato. Questo non significa tradire nessuno, significa crescere, come quando i ragazzi vanno via di casa. Questo non vuol dire che non ci vogliono piu' bene. Vuol dire che faranno delle cose e vivranno da soli. Ritengo che per gli affari sia la stessa cosa''. ''Una decisione sulla sede del gruppo" sara' assunta dopo che sara' risolto il nodo della quota del fondo dei sindacati Veba in Chrysler. Marchionne - riporta il Wall Street Journal - vorrebbe acquistarla, "ma niente sarà deciso prima del 2013". ''Non mi muovero' fino a dopo il 2015'' dalla guida di Chrysler e Fiat, assicura Marchionne.
''Serve chiarezza sulla successione e ritengo che il 2015 sia il momento giusto'', perche' ''tutto il lavoro internazionale'' per la fusione fra Fiat e Chrysler sara' stato fatto. Il successore sara' interno. ''A Chrysler Marchionne ha molti compiti da svolgere prima di lasciare'', osserva il Wall Street Journal, secondo il quale l'uscita puo' scuotere la partnership Fiat Chrysler. Ma e' la scelta del quartier generale quella che potrebbe causare la scossa maggiore in Italia e negli Stati Uniti. L'altra sfida da affrontare e' quella dei nuovi veicoli. Chrysler presentera' al Salone dell'Auto di Detroit il Dodge Dart, una berlina compatta. L'anno con le maggiori novita' sara' pero' il 2013. ''Sara' un anno di lanci'', preannuncia Marchionne.

Svizzera: la Lega dei ticinesi contro le agenzie di collocamento italiane
Ennesima provocazione del partito di Giuliano Bignasca, leader e fondatore della Lega dei ticinesi, prima forza politica del Ticino che deve il proprio successo, a detta dei vertici stessi, proprio grazie alla battaglia contro i frontalieri, considerati una vera e propria piaga per l'occupazione indigena. Il sito web de "Il mattino", l'organo di stampa domenicale della Lega dei ticinesi, riporta l'ultimo bollettino di guerra secondo il quale, per contenere il crescente tasso di disoccupazione tra i ticinesi, occorre impedire alle agenzie di collocamento italiane di reperire manodopera.
La Lega va dritta al sodo, accusando le aziende ticinesi di licenziare senza freno i lavoratori autoctoni per poi approvvigionarsi, a costi minori, dalla vicina Penisola e muovendo critiche sia al Governo cantonale, sia a quello federale, ritenuti incapaci di arginare il problema. I militanti del partito del Bossi di Lugano non risparmiano frecciatine neppure all'Italia, sostenendo che "a pagare le conseguenze della crisi di Fallitalia non possono essere i ticinesi che si ritrovano a competere con dei morti di fame", mettendo l'accento sulle minori richieste economiche avanzate dai lavoratori frontalieri.
A dare manforte alla Lega dei ticinesi c'è anche l'Udc, partito molto meno moderato del suo omonimo italiano, che durante il mese di maggio ha lanciato un'iniziativa popolare per il contingentamento dei lavoratori frontalieri, nell'intenzione di fissarne il tetto a 45mila unità, guadagnando il biasimo dei Paesi confinanti, soprattutto a causa dei cartelloni pubblicitari ritenuti di basso profilo (sui quali apparivano dei topi, metafora dei lavoratori italiani, intenti a mangiare del formaggio svizzero).
Le elezioni federali dello scorso ottobre hanno visto un'avanzata sia dell'Udc sia della Lega dei ticinesi che, insieme, rappresentano il 27,4% del Consiglio Nazionale. Una percentuale sostanziosa, che però non potrà indurre Berna a prendere sul serio le iniziative dei due partiti populisti.

Kosovo: Belgrado contro referendum Serbi del nord
Tadic e Governo, consultazione non aiuta a risolvere problemi
09 gennaio, 18:17
(ANSAmed) - BELGRADO, 9 GEN - Critiche al referendum indetto per meta' febbraio dai serbi del nord del Kosovo, nel quale la popolazione locale sara' chiamata a pronunciarsi sull'accettazione o meno delle istituzioni controllate da Pristina, sono venute dal presidente serbo Boris Tadic e dal governo di Belgrado.
 In una intervista alla tv Most, emittente kosovara in lingua serba, Tadic ha detto che ''le municipalita' locali non possono risolvere la complessa questione del Kosovo''. A indire il referendum per il 14 e 15 febbraio sono stati i responsabili municipali di Zubin Potok, Zvecan, Leposavic e del settore serbo di Kosovska Mitrovica, i quattro maggiori comuni del nord del Kosovo a maggioranza di popolazione serba. Per Tadic, ''il momento e' molto delicato, ed e' molto facile fare errori che potrebbero avere conseguenze gravi negli anni a venire''. Per questo, il referendum a suo avviso potrebbe danneggiare gli interessi dello stato serbo.
 Contrario al referendum si e' detto oggi anche il portavoce del governo di Belgrado, Milivoje Mihajlovic, per il quale una tale consultazione dall'esito scontato non aiutera' a risolvere il problema del Kosovo. Il referendum, ha detto, accentuera' le divisioni fra i serbi del nord (piu' radicali e nazionalisti) e quelli che vivono nelle enclavi a sud del fiume Ibar (piu' moderati e disponibili a una convivenza con la popolazione kosovara albanese). Mihajlovic ha accusato i partiti dell'opposizione conservatrice e nazionalista di Belgrado di incoraggiare il referendum allo scopo di ostacolare a tutti i costi il cammino della Serbia verso l'integrazione nella Ue.
 Tra febbraio e marzo, la Ue tornera' a prendere in esame la richiesta di Belgrado per l'ottenimento dello status di paese candidato all'adesione all'Unione. Il mese scorso Bruxelles aveva rinviato tale decisione sulla Serbia a causa della persistente situazione di tensione in Kosovo, dove restano barricate erette dai serbi nel nord al confine con la Serbia, e dove Belgrado mantiene ancora proprie strutture parallele di governo nel nord a maggioranza serba. (ANSAmed)

Bosnia: Tadic a celebrazioni 20 anni Republika Srpska
'Serbi hanno diritto a difendere i loro interessi'
09 gennaio, 18:28
(ANSAmed) - SARAJEVO/BELGRADO, 9 DIC - Il presidente serbo, Boris Tadic, ha sottolineato oggi l'importanza per i serbi sia della Serbia sia della Republika Srpska (Rs, entita' a maggioranza serba della Bosnia-Erzegovina) di difendere i propri legittimi interessi e la propria identita' nazionale.
 ''La politica di violenza e di aspirazioni radicali e etnocentriche dev'essere cancellata del tutto da questa regione, ma i serbi, sia in Serbia che nella Republika Srpska, hanno il diritto legittimo a difendere i loro interessi e la loro identita''', ha detto Tadic in una cerimonia ufficiale oggi a Banja Luka (nord della Bosnia) in occasione del 20/mo anniversario della fondazione della Republika Srpska.
 ''I tragici eventi e le migliaia di vittime della guerra devono essere per tutti noi un monito a risolvere le nostre dispute politiche e religiose nei Balcani in modo pacifico, attraverso un dialogo paziente e con negoziati, nel rispetto dei legittimi interessi democratici e dei diritti umani e culturali di tutte le parti coinvolte'', ha detto Tadic, che ha sottolineato la volonta' di Belgrado di difendere e sostenere in ogni momento e evenienza gli interessi della Republika Srpska.
 La Republika Srpska fu creata il 9 gennaio 1992, a pochi mesi dallo scoppio della guerra di Bosnia (1992-1995) su decisione di una Assemblea popolare in risposta alla volonta' della popolazione musulmana e croata di proclamare l'indipendenza della Bosnia dalle Federazione jugoslava. Tale decisione sull'indipendenza era stata sancita con un referendum il 29 febbraio e il primo marzo 1992, una consultazione boicottata dalla componente serba. La guerra di Bosnia, cominciata poco dopo, provoco' circa 100 mila morti e oltre due milioni di profughi.
 La legalita' della Republika Srpska fu poi confermata dagli accordi di Dayton, che nel novembre 1995 posero fine alla guerra, stabilendo che la Bosnia-Erzegovina si compone di due entita' - Republika Srpska e Federazione croato-musulmana - e tre popoli, serbo, musulmano e croato.
 La Republika Srpska, con capitale Banja Luka, copre il 49% del territorio bosniaco, la Federazione croato-musulmana, con capitale Sarajevo, il restante 51%.
 Alle celebrazioni odierne, nelle quali Tadic e' stato insignito della medaglia al valore della Rs, sono intervenuti anche il presidente della Republika Srpska Milorad Dodik, il premier serbo Mirko Cvetkovic, i ministro dell'interno Ivica Dacic e il Patriarca serbo ortodosso Irinej. (ANSAmed)

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