giovedì 2 febbraio 2012

Federali_mattino_2.2.12. Andria, Michele Palumbo: I presidenti Ventola e Tarantini ed il rettore Degennaro, infine, hanno dichiarato che le polemiche sorte nei giorni scorsi sul rapporto denaro pubblico-università privata, sono frutto di strumentalizzazione, in quanto la Lum è una università pubblica anche se non statale. Rimangono comunque legittime perplessità sul fatto che ad impegnarsi così fattivamente per una università non statale sia la stessa Provincia che tra i suoi primi atti, perché non c’erano soldi, propose il finanziamento dei banchi delle scuole statali da parte di privati e che, sempre perché non ci sono soldi, sta vedendo scomparire il Centro Ricerche Bonomo e l’Istituto tecnico agrario ‘Umberto I’, due strutture addirittura provinciali.

I "Forconi" pronti a tornare in piazza
Prosegue il lavoro a tutela della Sicilia e dei siciliani
Andria. Ecco l’Università della sesta Provincia (tra le polemiche)
Conti pubblici: Mef, a gennaio fabbisogno sale a 3,3 mld
Francia: piu' di 3 mln le persone senza fissa dimora



I "Forconi" pronti a tornare in piazza
I leader del movimento annunciano: "I governi nazionale e regionale ci ignorano, non ci hanno convocati ai tavoli dei negoziati, e senza di noi un accordo non si può concludere"
PALERMO. Pronti a scendere nuovamente in campo ma senza penalizzare la Sicilia, che ha già pagato un prezzo troppo alto. Il movimento dei Forconi, che con uno sciopero di sei giorni lo scorso gennaio ha paralizzato l'economia siciliana, non disarma, anzi rilancia: «I governi nazionale e regionale ci ignorano, non ci hanno convocati ai tavoli dei negoziati, e senza di noi un accordo non si può concludere».
Quindi si ritorna in piazza, con nuovi metodi, che dovranno essere valutati, ma già si parla di occupazione dei Municipi, delle sedi dell'Agenzia delle entrate e di presidi davanti alle raffinerie di petrolio. Solo ipotesi per il momento, la decisione arriverà domani dopo un'assemblea che si terrà, alle 18, alle Ciminiere di Catania e che si preannuncia dai toni tutt'altro che concilianti. «Avevamo previsto - anticipa uno dei leader dei Forconi, Mariano Ferro - una riunione soft, che sarebbe giunta dopo una serie di incontri con i governi nazionale e regionale.
Ma ci hanno ignorati e continuano a farlo. Non possiamo permetterlo perchè la nostra disperazione è autentica: noi non ci siamo nè addormentati nè venduti, allora rimettiamo in moto la macchina della protesta per avvisare chi non ci vuole ascoltare».
«Non bloccheremo l'economia siciliana - annuncia Ferro - non ci sarà il blocco dell'isola, perchè non siamo stupidi: questa terra ha già pagato un prezzo altissimo e non vogliamo fare la guerra tra isolani. Adesso la guerra sarà contro chi ci ignora: la politica e la sua 'strafottenzà. Ci saremmo aspettati anche un segnale a costo zero, come un decreto legge contro il 'taroccamentò dei prodotti agricoli, con l'inasprimento delle pene, con il sequestro dell'azienda, per chi imbroglia il mercato e i consumatori. Invece ci hanno ignorati».
 Il movimento dei Forconi è «contro l'autarchia, perchè non si posso chiudere le frontiere» ma chiede una politica che «difenda l'eccellenza e la qualità siciliana, l'agricoltura su tutto, per tutelare le piccole e medie imprese». «Ma ci scontriamo con una totale indifferenza di governanti e politici - sostiene Ferro - una situazione che è vista da tutti i siciliani, non soltanto da noi. Sono loro, da Roma e Palermo, che stanno soffiando sul fuoco, giocando allo scaricabarile; non siamo noi, sono loro che alimentano la rabbia dei disperati, per questo i siciliani ci hanno appoggiato. Il tavolo Stato-Regioni senza di noi - conclude il leader dei Forconi - non ha senso, non ha alcun valore, allora dobbiamo tornare a farci sentire, malgrado tutto e tutti».

Prosegue il lavoro a tutela della Sicilia e dei siciliani
 scritto da Raffaele Lombardo
Leggo che si annuncia la ripresa delle proteste da parte del cosiddetto movimento dei forconi, pare perché non siano stati convocati ai tavoli tecnici. Ma noi cosa stiamo facendo? Forse è il caso di renderne conto a scanso di equivoci e  in modo che nessuno abbia l’alibi per inscenare proteste che magari gli danno la ribalta della stampa o della tv ma che hanno lasciato macerie in Sicilia.
Ho ricevuto molte persone a partire da Tamburello un imprenditore che sta sul mercato e che ha dovuto licenziare personale e con il quale abbiamo parlato di cantine, consorzi e di un vino di base che dobbiamo fare e per il quale siamo in fase avanzatissima di progettazione e di realizzazione.
Stiamo organizzando una collaborazione tra le forze – la nostra forestale, l’istituto zooprofilattico, la guardia di finanza e i nas – per il controllo, a cominciare dalla Sicilia, contro il taroccamento, uno dei punti della piattaforma di chi protestava e di tutto il mondo agricolo. Mi aspetto che anche a Roma si faccia così. La vicenda di Vittoria con i prezzi eccessivi dei prodotti di cui abbiamo letto in questi giorni non è ovviamente estranea a questo tipo di ragionamento. Quindi il controllo anche da parte degli istituti sanitari per verificare che il prodotto sia sicuro. Cominciamo dalla Sicilia e lo faremo con grandissimo rigore e lo faremo giorno per giorno in modo che si capisca che non si può colpire né il produttore né il consumatore.
Ancora, ho incontrato fino a poco fa il presidente della Serit, la dottoressa Cannata. Stiamo lavorando per alleggerire la pressione della Serit sul mondo agricolo e sull’artigianato.
Il fotovoltaico, stiamo lavorando per istituire un fondo di garanzia che aiuti gli agricoltori, gli artigiani, le famiglie che vogliono farsi il loro impianto. Per cui ci sarebbe un limite di prestito per le banche e poi bisognerebbe intervenire per il resto. Se riuscissimo ad assicurare una media di 100 kilowatt ad ogni famiglia daremmo una mano all’economia siciliana come non mai. Questo fondo da 1 miliardo andrebbe istituito anche utilizzando il nostro patrimonio immobiliare e daremmo una mano grandissima al mondo agricolo e a tutti i siciliani.
Stiamo poi pensando ad una banca. Oggi ne ha parlato l’assessore Armao in aula. Non è una cosa facile, so come la Banca d’Italia sia durissima in tal senso, e so come ci sono stati rapinati il Banco di Sicilia e Cassa di Risparmio, con tutto il rispetto per le regole del gioco che vanno rispettate. Ma so anche che sarebbe importante avere istituti di credito veramente siciliane che, nel pieno rispetto delle regole, puntino sull’impresa, la sostangano e l’aiutino piuttosto che rendergli il credito quantomeno difficile.
Stiamo lavorando poi ad una serie di note con le quali intervenire su sprechi e privilegi a cominciare da quelli della macchina amministrativa regionale.
Ancora, sui fondi strutturali. Abbiamo un ritardo, non c’è dubbio. Ieri ci siamo incontrati con il ministro Barca al quale abbiamo chiesto, così come fatto in Campania, che ci sia una collaborazione stretta con il ministero in modo che si veda giorno per giorno cosa facciamo, dove sbagliamo, cosa si deve correggere. Il 7 incontrerò dei tecnici del ministero e la settimana successiva faremo un incontro qui da noi e poi verrà anche il ministro Barca a visitare alcuni luoghi e alcune imprese importanti del nostro sistema economico.
Vado ogni settimana a Roma per vedere il ministro dei trasporti per parlare di ecobonus da incrementare, abbiamo insediato il tavolo per il federalismo fiscale e per le accise. Tutti argomenti e temi che andavano a dieci a l’ora e noi dobbiamo farli andare a 120 se non a 150 all’ora.
Mi auguro che i cittadini siano, non dico tranquillizzati, ma almeno consapevoli che non ci si deve fermare e io e il mio governo non ci fermeremo.

Andria. Ecco l’Università della sesta Provincia (tra le polemiche)
di MICHELE PALUMBO
ANDRIA - E’ nata l’Università della sesta Provincia pugliese. Nella sede della Provincia, ad Andria, infatti, è stata siglata l’intesa tra Provincia Barletta-Andria-Trani, Patto territoriale nord barese- ofantino e Lum «Jean Monnet », per l’apertura del nuovo polo universitario della provincia Bat, di fatto una sede distaccata della stessa Lum. «E’ un giorno storico – ha dichiarato Francesco Ventola, presidente della Provincia Bat – in quanto stiamo proponendo un metodo innovativo per legare studio ed economia, per offrire ai giovani del nostro territorio un’occasione, un’opportunità. Borse di studio per frequentare l’università saranno assegnate a giovani meritevoli o in difficoltà economico: ci sembra che questo sia una scelta giusta e coraggiosa. Certo, Provincia e Comuni dovranno rinunciare ad uno spettacolo in più, ma per la cultura e lo studio si tratta di un grande passo in avanti. Il nostro obiettivo è quello di creare una sorta di innamoramento tra i giovani del territorio verso lo studio».
Il presidente del Patto territoriale, Giuseppe Tarantini, ha aggiunto: «Questo atto ci porta a colmare un vuoto: nel nostro territorio serviva un polo universitario proprio per lo sviluppo culturale. In questo modo andiamo incontro alle famiglie e l’idea, per il futuro, è quella di avere una sorta di campus, dove i giovani potranno studiare sempre meglio. Intanto, già siamo sulla strada giusta: non va dimenticato, e lo affermano i centri di statistica, che la Lum ha un rapporto laureati-occupati nel primo anno dopo la laurea pari all’80%, un indice molto alto».
E’ quindi intervenuto Emanuele Degennaro, rettore della Lum ‘Jean Monnet’: «La vicenda dell’apertura di una sede distaccata della Lum della provincia Bat è molto lineare. La Lum ha partecipato a un bando pubblico al quale le altre Università non hanno ritenuto di partecipare. Ha poi individuato una sede ritenuta baricentrica rispetto ai comuni della provincia Bat e a quelli del patto territoriale Nord Barese Ofantino. Coprirà a proprie spese i costi di ristrutturazione e messa a norma dell’edificio, oltre che al canone di locazione dello stesso. L’apertura del primo polo universitario nella Bat è un’occasione per tutti i giovani residenti in questa provincia: le borse di studio bandite dalla Bat infatti saranno destinate agli studenti che, per merito o per reddito, risulteranno essere in possesso dei requisiti necessari al conseguimento delle borse e all’iscrizione alla Lum Jean Monnet. A questa forma di incentivo va aggiunta la possibilità, prevista dal bando di iscrizione per l’anno accademico 2012-2013, di sommare le borse previste con una media elevata dei voti: in questo modo si potranno ottenere risparmi, a seconda della media, fino al 30% della tassa di iscrizione».
Scadenze e dati: ci sarà una prima fase di tutoraggio della durata di un anno, quindi seguirà il riconoscimento di sede universitaria. Dove? Lungo la strada provinciale Trani-Andria, al km. 1.5, in territorio di Trani. La Provincia Bat sosterrà l’ini - ziativa con un impegno finanziario di 500mila euro in borse di studio per gli studenti meritevoli o in difficoltà economica. Le borse avranno un valore di 2.500 euro (l’iscri - zione alla Lum costa 3.700 euro) e saranno circa 200. I Comuni del Patto territoriale contribuiranno con 200mila euro, proporzionalmente al numero degli abitanti delle undici città che ne fanno parte. Quali i corsi di laurea? Inizialmente si partirà con Giurisprudenza ed Economia. Poi si vedrà.
SEL - Sulla nascita del polo universitario della Bat, sono intervenuti i coordinatori di Sinistra Ecologia Libertà di Andria, Michele Lorusso e Valentina Lomuscio, che oltre a porre due domande, «Non sarebbe stato meglio per città come Andria e Barletta destinare il contributo previsto agli studenti pendolari, universitari e non? E che indotto porterà un’università situata su una strada provinciale?», hanno chiesto che «In tutte le città della sesta provincia si possa aprire un dibattito serio sul progetto presentato e che si possa assieme a tutte le realtà che pensano che vi siano altri metodi e mezzi per investire in rilancio del territorio, trovare proposte alternative a questa che a nostro modo di vedere pare una proposta demagogica e in linea con tutti i processi in atto che stanno portando alla rovina il sistema di istruzione pubblico».
LE POLEMICHE - I presidenti Ventola e Tarantini ed il rettore Degennaro, infine, hanno dichiarato che le polemiche sorte nei giorni scorsi sul rapporto denaro pubblico-università privata, sono frutto di strumentalizzazione, in quanto la Lum è una università pubblica anche se non statale. Rimangono comunque legittime perplessità sul fatto che ad impegnarsi così fattivamente per una università non statale sia la stessa Provincia che tra i suoi primi atti, perché non c’erano soldi, propose il finanziamento dei banchi delle scuole statali da parte di privati e che, sempre perché non ci sono soldi, sta vedendo scomparire il Centro Ricerche Bonomo e l’Istituto tecnico agrario ‘Umberto I’, due strutture addirittura provinciali.

Conti pubblici: Mef, a gennaio fabbisogno sale a 3,3 mld
01 Febbraio 2012 - 20:48
 (ASCA) - Roma, 1 feb - Il fabbisogno del settore statale a gennaio e' salito a 3,3 miliardi di euro rispetto ai 2,4 miliardi di gennaio 2011. E' quanto emerge dai dati provvisori resi noti dal Ministero dell'Economia e delle Finanze.
 Via XX settembre spiega che il risultato e' ''in linea con le previsioni congiunturali'' e ''sconta una concentrazione nel mese dei pagamenti per interessi dovuti ad una diversa scansione temporale delle scadenze rispetto al 2011''.
 ''Nel primo mese del 2012 - conclude il MEF - si registra, infine, il buon andamento del gettito fiscale''.
com-fgl/

Francia: piu' di 3 mln le persone senza fissa dimora
01 febbraio, 16:58
(ANSAmed) - PARIGI, 1 FEB - Sono più di tre milioni le persone senza fissa dimora in Francia e circa 700 mila i senza tetto, secondo quanto emerge dall'ultimo rapporto della Fondazione umanitaria Abbé Pierre, reso noto oggi. Trovare una casa in Francia di questi tempi, con la crisi economica e il prezzo degli affitti che continua a lievitare, "é un'enorme fonte di preoccupazione" per i poveri e le persone a basso reddito, sottolinea la Fondazione a meno di tre mesi dalle elezioni presidenziali. I senza tetto, costretti a dormire per strada, sono attualmente 133 mila in Francia, precisa il rapporto. A questi si aggiungono le persone che dormono nei centri di accoglienza, nei camping e che improvvisano un alloggio di fortuna. Si tratta di circa 700 mila persone. Sempre secondo la Fondazione Abbé Pierre, sono inoltre tre milioni le persone che non hanno una dimora fissa in Francia. Più di 5 milioni quelle che si trovano "in una situazione di reale fragilità per l'alloggio a breve e medio termine".
 Sono più di 4,2 milioni le famiglie che vivono con meno di 500 euro al mese una volta pagato l'affitto. Il rapporto precisa che mancano nel Paese tra i 700 mila e gli 800 mila alloggi. La questione degli affitti e dei senza tetto ha fatto irruzione nella campagna elettorale francese quando, all'inizio del mese di gennaio, l'ex star del calcio transalpino Eric Cantona ha annunciato la sua candidatura per l'Eliseo. Una mossa mediatica per attirare l'attenzione sul problema. Ora la Fondazione Abbé Pierre accusa i politici di aver troppo a lungo sottostimato la questione e invita tutti i candidati alle presidenziali del 22 aprile prossimo a firmare un "contratto sociale" per la realizzazione di 500 mila alloggi ogni anno e per la regolamentazione del prezzo degli affitti.(ANSAmed).

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