venerdì 3 febbraio 2012

Federali_mattino_3.2.12. I Forconi siciliani hanno idee velleitarie, senza capo ne’ coda, perdenti.---Da lunedì prossimo il Movimento dei forconi attuerà presidi davanti alle raffinerie e davanti ai pontili degli impianti per non permettere l'imbarco di carburante che viene esportato fuori dalla Sicilia. Manifestazioni di protesta sono in programma anche davanti alle sedi di Serit e Agenzia delle entrate.---Piu' accumuliamo debiti piu' interessi dovremo pagare in futuro e piu' verra' meno la fiducia degli investitori, ha detto la Cancelliera. Non possiamo semplicemente riscadenzare i debiti di oggi, ha aggiunto, sottolineando che e' necessario imporre un tetto ai deficit di bilancio.

Forconi, da lunedì niente carburante fuori dalla Sicilia
Carburante, 4 le raffinerie in Sicilia
Rifiuti italiani a Rotterdam
"Tavolo Sardegna": riunione a Palazzo Chigi
Ue: via libera al Fondo salva Stati
Merkel, allungare debito mina fiducia
Grecia: Juncker, trattative con creditori privati 'ultra-difficili'
Grecia: fonti Ue, servono altri 15 mld
Grecia: Consumi, si impennano i prezzi delle sottomarche
Spagna: nuovo record disoccupati, a gennaio sfiorano 4,6 mln
Crisi: Slovenia, problemi per Europei basket e Universiadi
Fmi: delegazione a Belgrado per prestito precauzionale



Forconi, da lunedì niente carburante fuori dalla Sicilia
Il movimento attuerà presidi davanti alle raffinerie e davanti ai pontili degli impianti per non permettere l'esportazione della benzina. Previste manifestazioni
CATANIA. Da lunedì prossimo il Movimento dei forconi attuerà presidi davanti alle raffinerie e davanti ai pontili degli impianti per non permettere l'imbarco di carburante che viene esportato fuori dalla Sicilia. Manifestazioni di protesta sono in programma anche davanti alle sedi di Serit e Agenzia delle entrate.
Le iniziative sono state annunciate dal presidente del movimento, Mariano Ferro all'assemblea dei Forconi a Catania."Non torneremo a fare i blocchi stradali in Sicilia - ha confermato - ma vogliamo portare avanti la nostra protesta". Per i Forconi "l'obiettivo da raggiungere è l'applicazione dello Statuto Siciliano che prevede la defiscalizzazione della benzina". Ferro non ha escluso che il movimento possa costituire un partito e negato l'ipotesi di infiltrazioni mafiose nel movimento.
Al movimento Forza d'urto e ai Forconi che protestano in Sicilia si sono aggiunti i pescatori dell'Isola, che hanno annunciato la loro partecipazione, il prossimo 7 febbraio a Roma, alla manifestazione nazionale in programma davanti Montecitorio con i loro colleghi di tutta Italia. "Blocchemo i porti siciliani - ha annunciato il presidente dell'associazione regionale dei pescatori siciliani Fabio Micalizzi - a Catania, Palermo, Siracusa, Messina e  Termini Imerese".

Carburante, 4 le raffinerie in Sicilia
CATANIA. Sono quattro le raffinerie presenti in Sicilia con grandi capacità di lavorare il grezzo da trasformare in carburante, e che è utilizzato, dopo la lavorazione, dalle compagnie per rifornire anche altre regioni italiane. Sono a Priolo (Siracusa), Gela (Caltanissetta), Termini Imerese (Palermo) e Milazzo (Messina). Per legge devono essere dotate di scorte 'costiere' che potrebbero essere
'limate' da un eventuale sciopero.

Rifiuti italiani a Rotterdam
di Andreas Kouwenhoven e Bas Mesters – 2 febbraio 2012
Pubblicato in: Olanda
Traduzione di ItaliaDallEstero.info
L’Olanda non ha rifiuti a sufficienza mentre a Napoli marciscono sei milioni di tonnellate di spazzatura. La soluzione: da questa settimana una centrale per il trattamento dei rifiuti di Rotterdam trasforma la spazzatura italiana in energia. “Napoli vuole liberarsene, noi ne abbiamo bisogno.
Opuscoli pubblicitari, imballaggi in plastica, avanzi di cibo. Duemila tonnellate di poltiglia grigiastra sono state scaricate lunedì nel porto di Rotterdam. Si tratta di rifiuti domestici, importati dalla città di Napoli. Qui in Olanda vengono smaltiti nello stabilimento di trattamento dei rifiuti della AVR a Rozenburg.
 Napoli è alle prese con i suoi rifiuti da anni. La città e la provincia non riuscivano nemmeno a raccogliere la spazzatura domestica negli ultimi anni. Montagne di rifiuti si sono accumulate persino nel centro di Napoli. Una combinazione di malgoverno e corruzione, infiltrazioni mafiose e decisioni di investimento sbagliate hanno fatto sì che in città meno del 20 per cento dei rifiuti vengano differenziati e che sei milioni di tonnellate di rifiuti di dubbia natura e parzialmente tossici siano stati impacchettati in discariche all’aperto, in attesa di smaltimento definitivo.
L’unico inceneritore della regione – quello di Acerra – ha funzionato male per anni e bruciava anche materiali tossici mischiati ai rifiuti domestici. La ristrutturazione dell’installazione è durata così a lungo che l’impianto era già obsoleto prima che i forni venissero accesi e tuttora l’inceneritore è più spento che funzionante.
 I cittadini delusi e diffidenti non accettano più le discariche accanto alle loro case. Sembra che per anni in molte discariche i rifiuti domestici siano stati mischiati a rifiuti industriali, e sostanze tossiche sono penetrate nelle falde acquifere.
Da maggio dello scorso anno il comune di Napoli ha un nuovo sindaco, che vuole affrontare i problemi in modo strutturale. Luigi De Magistris è costretto a farlo anche perché il commissario europeo per l’ambiente, Janez Potocnik, tiene il fiato sul collo a Napoli e all’Italia e minaccia multe milionarie, a causa della mancanza di soluzioni per l’emergenza rifiuti che si protrae in Campania da anni.
 Per dare un po’ di respiro alla città e al circondario, De Magistris, in collaborazione con il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini, ha stretto un accordo con gli olandesi. Spera di poter spedire settimanalmente tra le 4000 e le 5000 tonnellate di rifiuti a Rotterdam. Per farlo, Napoli paga quasi la metà di quello che la città avrebbe dovuto pagare nel proprio Paese. Inoltre, gli olandesi sono meno riluttanti a farsi carico dei rifiuti napoletani, mentre molte regioni italiane del Nord non vogliono più nemmeno accettarli.
Gli impianti olandesi per lo smaltimento dei rifiuti invece sono alla disperata ricerca di spazzatura dall’estero. Poichè sempre più olandesi differenziano i loro rifiuti, gli inceneritori hanno problemi di eccessiva capacità. Insieme, gli impianti possono trattare sette milioni di tonnellate di rifiuti. Ma la quantità annua di rifiuti in l’Olanda è di ‘appena’ sei milioni di tonnellate.
I gestori degli inceneritori vanno quindi a cercare rifiuti all’estero. Il leader di mercato Van Gansewinkel importa già rifiuti dall’Inghilterra e dall’Irlanda. E, da questa settimana, ora anche dall’Italia. “Una soluzione vantaggiosa per tutti”, spiega il direttore Pim de Vries. “Napoli vuole liberarsene, noi ne abbiamo bisogno.” Per De Vries i rifiuti urbani significano energia. Prendiamo per esempio il carico dall’Italia. Nelle prossime settimane verranno spedite 25.000 tonnellate di rifiuti. Secondo De Vries, dopo l’elaborazione verrà prodotta sufficiente energia per 17 milioni di docce. Questa energia viene venduta alle aziende della zona di Botlek (una zona industriale di Rotterdam, N.d.T).
Anche il calore rilasciato durante l’incenerimento presto si tradurrà in profitti. La scorsa settimana è stato dato il via alla costruzione di una tubatura di 26 metri [sic, ‘26 km’, N.d.T.] di lunghezza tra Rozenburg e Rotterdam Sud. La costruzione verrà completata nel 2013 e l’impianto di trattamento dei rifiuti sarà collegato alla rete di teleriscaldamento di Rotterdam. Acqua bollente fluirà attraverso i tubi, permettendo di riscaldare circa 50.000 case. “Diventeremo la stufa di Rotterdam”, afferma De Vries. Secondo il direttore, il piano rientra nella filosofia aziendale di Van Gansewinkel, che è quella di gestire i rifiuti in modo sostenibile. “Siamo alla ricerca di nuovi modi per integrare i rifiuti con un ambiente più pulito.”
Bendiks Jan Boersma, professore di tecniche energetiche presso la Technische Universiteit di Delft, ha dei dubbi sulla sostenibilità come motivazione dell’azienda. “È semplicemente un business molto redditizio”, spiega. “Anche se nei Paesi Bassi abbiamo già troppi impianti, si continua a costruirne di nuovi. Recentemente se ne è aggiunto un altro, ad Harlingen. Perché permettono di guadagnare un sacco di soldi.”
 Boersma è critico riguardo all’importazione di rifiuti da altri paesi. Il professore mette in dubbio la ‘qualità’ dei rifiuti, e teme che l’Italia spedisca in Olanda spazzatura vecchia, a volte stoccata nelle discariche da anni.”Poiché si tratta di quantità talmente grandi di rifiuti, è difficile controllarli.”
Boersma rileva inoltre che così si dà “un impulso sbagliato”. “Stiamo risolvendo un problema italiano. La combustione dei rifiuti non è pulita. Da quel tubo fuoriesce aria sporca, lo sanno tutti, e l’inquinamento ce lo sorbiamo qui. E in un Paese così densamente popolato come l’Olanda non ne abbiamo proprio bisogno.”
 Secondo De Vries, la sua azienda invece aiuta l’ambiente. “Se noi non li bruciassimo, i rifiuti marcirebbero in una conca nei pressi di Napoli, quindi per l’ambiente è meglio che noi ne ricaviamo energia.”
 E la qualità dei rifiuti? Il direttore non ha preoccupazioni al riguardo. “Controlliamo accuratamente”, assicura lui. “I rifiuti italiani sono semplicemente la stessa spazzatura che anch’io butto nella pattumiera tutti i giorni. L’unica differenza è che ci sarà qualche scatola di pizza in più.”
[Articolo originale "Italiaans huisvuil in Rotterdam" di Andreas Kouwenhoven e Bas Mesters]

"Tavolo Sardegna": riunione a Palazzo Chigi
2 Febbraio 2012
Si è svolto a Palazzo Chigi nel pomeriggio l'incontro tra il governo e la Regione Sardegna. All'incontro hanno partecipato il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, a capo di una delegazione regionale. Da parte del governo, il viceministro all'Economia Grilli, il sottosegretario all'Economia Vieri Ceriani, rappresentanti del ministero dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture e trasporti, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Catricalà. L'incontro è stato presieduto dal premier Monti. Al termine della riunione, il presidente Cappellacci e il sottosegretario Catricalà hanno tenuto una conferenza stampa.

Ue: via libera al Fondo salva Stati
Firmato il Trattato che garantisce 500 miliardi di euro al nuovo strumento di soccorso ai Paesi dell'Eurozona
Herman Van Rompuy (Afp)
MILANO - Via ufficiale al Fondo salva Stati, destinato a intervenire a favore dei Paesi Ue in difficoltà. Il presidente permanente della Ue, Herman Van Rompuy, ha infatti formalizzato la firma del Trattato sul Fondo salva-Stati permanente Esm (la sigla sta per European Stability Mechanism) avvenuta giovedì.
CAPACITA' - In una nota Van Rompuy ha precisato che il fondo avrà una capacità di 500 miliardi di euro, grazie a un capitale sottoscritto da 700 miliardi (80 miliardi versati e i restanti richiedibili), e che l'adeguatezza di Esfs e Esm sarà rivista il primo marzo. Il fondo salva stati permanente, il cui obiettivo è che entri in vigore a luglio 2012, un anno prima rispetto a quanto era stato originariamente previsto, «contribuirà ad accrescere la fiducia e ad assicurare la stabilità finanziaria nell'Eurozona», in quanto, sottolinea Van Rompuy, «crea una protezione antifuoco permanente con un ampia gamma di strumenti a disposizione e una forte base finanziaria per salva guardare la stabilità finanziaria». Come stabilito nel trattato sul Patto di bilancio siglato lunedì a Bruxelles, il ricorso all'assistenza finanziaria tramite l'Esm sarà condizionato, a partire dal primo marzo 2013, alla ratifica del «Fiscal compact» da parte dello stato membro dell'Eurozona che richiede di farne uso. «I due nuovi trattati sono entrambi elementi della strategia per superare la crisi del debito pubblico nell'Eurozona», ha concluso Van Rompuy.
CINA - Intanto mentre a Bruxelles si varava il fondo salva Stati la Cina apriva esplicitamente alla possibilità di aumentare i suoi contributi ai meccanismi anticrisi europei. La presa di posizione è giunta dal premier cinese Wen Jiabao, a seguito di un incontro a Pechino con la cancelliera tedesca Angela Merkel. «La Cina ipotizza una partecipazione rafforzata tramite il Efsf e il Esm per risolvere la crisi dei debiti europea», ha detto Wen durante una conferenza stampa congiunta con la Merkel.
Redazione Online
2 febbraio 2012 | 18:19

Merkel, allungare debito mina fiducia
Necessario tetto a deficit
02 febbraio, 15:30
(ANSA) - ROMA, 2 FEB - La fiducia degli investitori nell'Europa verra' meno se si continuera' a riscadenzare il debito. Lo ha detto la Cancelliera, Angela Merkel, oggi a Pechino. ''Piu' accumuliamo debiti piu' interessi dovremo pagare in futuro e piu' verra' meno la fiducia degli investitori'', ha detto la Cancelliera. ''Non possiamo semplicemente riscadenzare i debiti di oggi'', ha aggiunto, sottolineando che e' necessario ''imporre un tetto ai deficit di bilancio''.

Grecia: Juncker, trattative con creditori privati 'ultra-difficili'
02 Febbraio 2012 - 15:57
 (ASCA-AFP) - Lussemburgo, 2 feb - Le trattative in corso tra le autorita' greche e gli investitori privati sulla cancellazione volontaria di una parte del debito pubblico del Paese sono ''ultra-difficili''.
 Lo ha detto il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, aggiungendo, nel corso di un dibattito con gli studenti a Lussemburgo, che le decisioni adottate nel vertice Ue di lunedi' scorso sono ''largamente insufficienti''.
fgl/

Grecia: fonti Ue, servono altri 15 mld
Commissario Rehn chiede all'eurozona uno sforzo in piu'
02 febbraio, 15:54
ANSA) - BRUXELLES, 2 FEB - La Grecia ha bisogno di altri 15 miliardi e il commissario Ue Olli Rehn ha chiesto agli Stati dell'Eurozona ''un sforzo in piu'''. Secondo quanto si apprende da fonti Ue, gli ispettori internazionali vedono un gap di 15 miliardi, dopo l'accordo con i privati e il secondo piano-aiuti.
La richiesta di Rehn sara' valutata domani nell'Euro working group.

Grecia: Consumi, si impennano i prezzi delle sottomarche
Grazie alla crisi hanno conquistato il 20% del mercato
(di Furio Morroni) - ATENE, 2 FEB - Negli ultimi tempi in Grecia, soprattutto a causa della crisi economica e della recessione che per il quarto anno consecutivo stringono il Paese nella loro morsa, i prodotti con le etichette di sottomarche hanno aumentato la loro quota di mercato di circa il 20% rispetto ai prodotti di marca. Nello stesso tempo, pero', i loro prezzi - invece di rimanere invariati - sono aumentati più rapidamente di quelli dei prodotti di marca loro equivalenti. I dati, come ha riferito l'agenzia ateniese Ana, sono emersi da una relazione presentata ieri in Parlamento dal ministro per lo sviluppo e la concorrenza Sokratis Xynidis in risposta a un'interrogazione presentata dalla deputata del Pasok Afrodite Papathanassi. Sulla base delle indicazioni emerse dallo stesso documento, si suppone che nei prossimi due anni il settore delle sottomarche dovrebbe continuare ad espandere la propria quota di mercato di uno o due punti percentuali sia nei supermercati che nei punti di vendita "cash and carry".
 Nella sua interrogazione, Papathanassi aveva notato che - nel bel mezzo della crisi economica - i prezzi dei beni di consumo di base sono aumentati del 23,8% e che l'incremento è stato causato dal rialzo dei prezzi dei prodotti delle sottomarche.
 Nella sua risposta, Xynis ha rilevato che i prodotti di sottomarche, compresi quelli distribuiti da catene di supermercati con il proprio marchio e nei cosiddetti "gruppi di approvvigionamento alimentare" creati per i piccoli negozi di vendita al dettaglio, negli ultimi anni hanno rapidamente accresciuto la loro quota di mercato dal momento in cui i consumatori hanno cominciato a considerarli alla pari dei prodotti di marca in termini di qualità e di imballaggio.
L'espansione del mercato delle sottomarche è stato favorito ed accelerato dalla crisi economica, tant'e' che oggi fino a uno su cinque prodotti acquistati dai consumatori sono di sottomarche.
 La categoria dominante nei prodotti di sottomarche resta quella degli alimentari che rappresenta il 61% dell'intero comparto. Seguono i prodotti per la pulizia della casa come saponi, detersivi e carta con il 16%, mentre gli oggetti per la casa e i capi di abbigliamento costituiscono il 12%.
 Sulla base di un sondaggio condotto dal laboratorio di marketing della facolta' di Economia dell'Universita' di Atene, le preferenze dei consumatori nell'acquisto di prodotti di sottomarche sono risultate del 13% per le bevande alcoliche, del 12,5% per il caffè, del 10,2% per l'abbigliamento, del 29,3% per il pane, del 24,2% per latte e prodotti derivati, del 17,7% per bevande analcoliche, del 70,7% per i prodotti di carta, del 14,7% per i prodotti per l'igiene personale, del 40,5% per i prodotti per la pulizia, del 35,3% per i detersivi, del 57,1% per i cibi confezionati e del 20,1% per gli alimenti surgelati. Ad ogni modo, secondo la compagnia di controllo dei prezzi Price Watch, su 1.100 prodotti monitorati nel novembre del 2011, l'aumento del prezzo totale per i beni di marca e' stato dell'1,8%, mentre per i prodotti di sottomarche e' stato di oltre il 4%. Nonostante l'aumento, comunque, i prodotti delle sottomarche rimangono significativamente più economici dei loro equivalenti di marca sino a toccare in certi casi il 65%.

Spagna: nuovo record disoccupati, a gennaio sfiorano 4,6 mln
02 febbraio, 13:02
(ANSAmed) - MADRID, 2 FEB - La disoccupazione in Spagna ha segnato a gennaio un nuovo record storico, con 4.599.829 milioni di senza lavoro, il livello più alto della serie storica di rilevamento, cominciata nel 1996, secondo i dati diffusi oggi dal ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale. L'aumento è stato di 177.470 disoccupati rispetto al dicembre 2011 e di 368.826 persone su base annua, pari all'8,7% in più che nel gennaio del 2011. Nel commentare i dati, la segretaria di Stato per il Lavoro, Engracia Hidalgo, ha sottolineato che pongono manifesto che le riforme del lavoro avviate dal precedente governo socialista "non hanno evitato che si continui a ricorrere ai licenzimenti a fronte della caduta della domanda". Il che giustifica, ha osservato, la nuova riforma del mercato del lavoro che prepara il governo presieduto del PP da Mariano Rajoy, per restiuire fiducia a lavoratori e imprenditori e perchè i licenziamenti "siano l'ultimo ricorso".(ANSAmed)

Crisi: Slovenia, problemi per Europei basket e Universiadi
Mancanza di fondi rotarda realizzazione infrastrutture
02 febbraio, 17:53
(ANSAmed) - LUBIANA, 2 FEB - La crisi economica, che ha duramente colpito la Slovenia, e la conseguente forte diminuzione delle spese pubbliche stanno mettendo in questione l'organizzazione di due importanti eventi sportivi internazionali, in programma in Slovenia nel 2013, l'Universiade invernale e il Campionato europeo di basket. Lo scrive oggi il quotidiano Delo, spiegando che la realizzazione dei programmi infrastrutturali per tali manifestazioni e' in forte ritardo, o addirittura ferma per mancanza di fondi. Problemi esistono in particolar modo per la costruzione di impianti sportivi che dovrebbero ospitare il torneo di pallacanestro.
 Nelle ultime settimane, quattro citta' slovene (Novo Mesto, Jesenica, Ptuj e Capodistria) che sono state scelte per organizzare la prima parte del Campionato di basket, hanno informato la Federazione basket slovena che non saranno in grado di costruire l'infrastruttura prevista perche' e' venuto a mancare l'interesse per l'investimento da parte di molte aziende private. Sostanzialmente, scrive il giornale, e' fallito il modello di partenariato tra il settore pubblico e quello privato, che avrebbe dovuto assicurare la costruzione dei palazzetti dello sport, e ora la responsabilita' ricade tutta sullo Stato che dovra' trovare una nuova soluzione o finanziare in pieno gli investimenti.
 A rischio e' anche l'Universiade invernale in programma tra poco meno di un anno a Maribor, la seconda citta' slovena, nel nord-est del Paese. Il Comune ha riferito di non avere i soldi necessari per completare le costruzioni iniziate, chiedendo un urgente aiuto al governo centrale. Tone Vogrinc, il presidente del Comitato organizzatore della Olimpiade universitaria, ha detto alla stampa che ''nel caso non si trovino al piu' presto i soldi, si dovra' considerare di cancellare del tutto l'Universiade''. Sarebbe questa la prima volta dal 1960, quando si e' tenuta la prima manifestazione di questo carattere, alla quale gareggiano studenti universitari di tutto il mondo. Si sta pensando di organizzare alcuni eventi sportivi in altre citta', che gia' possiedono un'infrastruttura adeguata, fatto che pero' infrangerebbe la tradizione di tenere l'Universiade in una citta', come si fa per le Olimpiadi, e non in uno Stato. (ANSAmed).

Fmi: delegazione a Belgrado per prestito precauzionale
Verifica modalita' concessione prestito a Serbia 1 mld euro
02 febbraio, 15:52
(ANSAmed) - BELGRADO, 2 FEB - Una delegazione del Fondo monetario internazionale (Fmi) e' giunta oggi a Belgrado per discutere le modalita' di concessione alla Serbia di un prestito precauzionale di un miliardo di euro, concordato lo scorso novembre.
 Difficolta' sarebbero sorte infatti per il mancato rispetto da parte di Belgrado di taluni indici finanziari concordati con l'Fmi, in particolare l'entita' del deficit di bilancio e l'ammontare del debito pubblico. (ANSAmed)

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