martedì 14 febbraio 2012

News.am_14.2.12. Le Idi di Marzo/2. – 1) L'agenzia Moody's ha ritoccato al ribasso il rating di Italia, Spagna e Portogallo. Quello italiano, in particolare, è stato portatoda A2 ad A3, con outlook negativo, e la stessa sorte è toccata a quello spagnolo; quello portoghese è invece sceso al livello Ba3. In discesa sono stati annunciati pure i rating di Slovacchia, Slovenia e Malta. L'agenzia ha inoltre fatto sapere di valutare l'opportunità di abbassare a medio termine il grado di solvibilità massima, ovvero la tripla A, attribuito sin qui a Francia, Gran Bretagna ed Austria.---2) La ristrutturazione del debito della Grecia che coinvolge i creditori privati sara' completata a marzo, un mese prima delle elezioni politiche. Lo ha detto il portavoce del governo di Atene, Pantelis Kapsistry spiegando ai giornalisti che lo swap del debito sara' concluso a marzo.---3) Ad oggi non abbiamo i margini per esentare chi deve pagare ma faremo il possibile per far rientrare i debiti in modo soft, non abbiamo interesse a far morire il debitore. Lo ha detto, a proposito delle quote latte, il ministro delle Politiche agricole Mario Catania.

Caldoro: i parlamentari del Sud? Non fanno squadra e non si fanno sentire
Sicilia: Fondazione La Malfa, al Sud solo 6% grandi imprese industriali
Moody's taglia il rating dell'Italia
Quote latte: Catania, nessun margine. Non abbiamo interesse a far morire il debitore
Lavoro: Istat, solo 19% nuovi assunti e' a tempo indeterminato
Germania colloca 3 mld titoli a 6 mesi, tasso risale
Portogallo: mercoledi' ritorna troika
Crisi: Grecia; Atene; sindaco, danni irreparabili
Grecia: Berlino, voto parlamento Atene e' segnale di 'buona volonta''
Grecia: swap debito completato a marzo
Crisi: Grecia, elezioni anticipate in aprile
Grecia: Merkel, usare meglio fondi Ue
Bce:59mln acquisti bond scorsa settimana
«Dalla Bce 120 miliardi di euro in regalo alle banche europee» (Bloomberg)
Kosovo: Crisi Nord, domani referendum serbi contro Pristina



Caldoro: i parlamentari del Sud? Non fanno squadra e non si fanno sentire
Il governatore campano: «C'è una certa debolezza delle delegazioni parlamentari del Mezzogiorno. Deputati e senatori lavorano poco insieme, e mancano di coesione»
NAPOLI - «C'è una certa debolezza delle delegazioni parlamentari del Mezzogiorno. Il Sud, in Parlamento non c'è, non si è fatto sentire, non produce atti significativi». Lo ha detto il governatore della Campania, Stefano Caldoro, sottolineando che «nei prossimi mesi ci dobbiamo preparare a fare una grande battaglia parlamentare, di tutti i rappresentanti eletti del Sud, per ribaltare con forza e tenacia lo schema costruito in questi anni che è penalizzante per il Sud». Non mette in dubbio, il governatore, le capacità dei parlamentari del Sud, che «sono molto capaci». Il punto, però, è che «lavorano poco insieme, per gli interessi del Sud, a differenza di ciò che fanno i colleghi del Nord».
Caldoro chiarisce di voler «evitare» di essere lui, in quanto presidente di Regione, «a sollecitare emendamenti e soluzioni a Parlamento e Governo». Tiene, però, a precisare che, nell'ambito della Conferenza delle Regioni, quelle meridionali, «condividono spesso norme, ma non riusciamo a trovare in Parlamento una forza sufficiente che abbia la coesione». Caldoro parla di «strumenti» che penalizzano il Sud come «la distribuzione delle risorse». «Non abbiamo solo l'eredità di trasferimenti inferiori - afferma - ma anche il sistema dei fondi di riequilibrio che vengono stabilizzati, in un processo di riattribuzione basato sulla virtuosità». «Ci sono tanti atti fondamentali - dice - e tra questi, per parlare di cose recenti, vi è una mozione del Pdl sul ritardo dei pagamenti alle imprese costruita con il modello nordista». Il problema posto «è giusto», ma «si consolida l'attuale assetto istituzionale».
Un modo che, a suo avviso, privilegia il Nord «perchè sono quelle Regioni ad avere liquidità». «Io ho proposto gli stessi impianto, meccanismo e priorità, ma su piattaforma nazionale disponibile per i pagamenti (il Fondo di Garanzia nazionale) - sottolinea - perchè i mille giorni di ritardo al Sud non possono essere comparati con i 150 del Nord». «Occorre un clima di collaborazione tra i parlamentari campani sui grandi temi, che non sono di destra o di sinistra, ma che interessano il sud - prosegue - L'attuale quadro politico impone un diverso approccio alle grandi problematiche, che vanno al di là dello scontro dialettico costante tra maggioranza e minoranza». A livello nazionale, «i partiti a livello nazionale »sono seduti intorno al tavolo per discutere di riforme, non vedo perchè non debba accadere anche da noi».

Sicilia: Fondazione La Malfa, al Sud solo 6% grandi imprese industriali
13 Febbraio 2012 - 19:58
 (ASCA) - Palermo, 13 feb - Solo il 6% delle circa 2.000 grandi imprese italiane ha sede nel Mezzogiorno d'Italia.
Questo 6% di grandi imprese ha risentito della crisi piu' di quanto non ne abbiano risentito le analoghe grandi aziende del Nord. Non va meglio con le medie imprese che sono un po' di piu', ma si attestano all'8% del totale nazionale. Nel Mezzogiorno ne sono censite 341. Piu' di tre quarti di queste imprese sono suddivise fra sole tre regioni: Campania, Abruzzo e Puglia. Infine nel Sud esistono soltanto 22 insediamenti di grandi gruppi industriali.
 Sono alcuni dei dati che emergono da ''Le imprese industriali del Mezzogiorno. Rapporto sui dati cumulativi di bilancio 2008-2010'' redatto dalla Fondazione Ugo La Malfa e realizzato con il contributo di Fondazione Cariplo, Fondazione con il Sud e Terna, presentato a Palazzo d'Orleans a Palermo.
 Presente la quasi totalita' della giunta della regione siciliana, a presiedere la presentazione e' stato il professor Carlo Dominici. Le conclusioni sono state affidate al presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo.
Il Rapporto della Fondazione Ugo La Malfa e' uno studio sui dati di bilancio delle imprese industriali di medie e grandi dimensioni che hanno sede nel Sud d'Italia, raccolti e elaborati dalla Fondazione grazie a un accordo con l'Area studi di Mediobanca, che dispone di un vasto archivio di bilanci di impresa. Il volume, relativo al triennio 2008-2010, e' il primo di una serie che avra' cadenza annuale. Il Rapporto colma una lacuna evidente perche' fino a oggi non esistevano studi sistematici sui settori di attivita', sulla localizzazione e sui bilanci delle imprese che hanno sede nel Mezzogiorno d'Italia.
 La raccolta, l'analisi e la pubblicazione periodica di questi dati, posti al confronto con quelli di altre aree d'Italia, puo' contribuire a mettere a fuoco i problemi del Sud e a supportare le proposte per il rilancio dell'economia di questa area del Paese. Una base di conoscenza piu' specifica contribuira' a impostare le discussioni di politica economica, riducendo le contrapposizioni ideologiche e metodologiche suscitate dai temi legati alla ''questione meridionale''.
 ''I dati illustrati oggi - ha commentato il presidente Lombardo - evidenziano, in modo organico e non estemporaneo, una situazione purtroppo ben nota, le cui cause vanno ricercate non solo nella storia, ma anche in scelte politiche a volte scellerate, che risiedono non soltanto in Sicilia.
C'e' certamente una responsabilita' comune che viene da lontano, che in taluni casi parte da Bruxelles, passa sempre da Roma e giunge infine in Sicilia per le sue pesanti ricadute. Noi siamo impegnati a fare la nostra parte, ma il vero problema sta nella fragilita' del sistema industriale e infrastrutturale e non puo' essere affrontato senza un impegno comune e convinto di tutto il 'sistema Paese'''.
ags/mpd

Moody's taglia il rating dell'Italia
L'agenzia: «difficile prevedere risultati delle misure prese da Roma». Abbassate anche le quotazioni di Spagna e Portogallo
MILANO - L'agenzia Moody's ha ritoccato al ribasso il rating di Italia, Spagna e Portogallo. Quello italiano, in particolare, è stato portatoda A2 ad A3, con outlook negativo, e la stessa sorte è toccata a quello spagnolo; quello portoghese è invece sceso al livello Ba3. In discesa sono stati annunciati pure i rating di Slovacchia, Slovenia e Malta. L'agenzia ha inoltre fatto sapere di valutare l'opportunità di abbassare a medio termine il grado di solvibilità massima, ovvero la tripla A, attribuito sin qui a Francia, Gran Bretagna ed Austria.
INCERTEZZE - Per Moody's il taglio del rating italiano da A2 ad A3 è dovuto innanzitutto alle incertezze legate alla situazione europea, sia per quel che riguarda le riforme in atto sia per quel che riguarda le previsioni economiche. Tutto ciò - spiegano gli analisti dell'agenzia - «peserà sulla già fragile fiducia dei mercati». Ci sono poi le incertezze legate sia alla situazione economica italiana che è in via di deterioramento, come quelle sulla situazione dei conti pubblici, a partire dall'elevatissimo livello del debito pubblico. Infine - sottolinea Moody's, c'è un «rischio significativo», quello che il governo italiano non riesca a centrare gli obiettivi di risanamento a causa della «marcata debolezza strutturale dell'economia del Paese». L'outlook negativo viene spiegato con un possibile peggioramento della situazione economica e finanziaria in Italia a seguuito di un ulteriore deterioramento della crisi del debito nell'Eurozona
L'ITALIA - Nella nota di Moody's si legge che «le prospettive macroeconomiche europee sono sempre più deboli, fatto che minaccia l'applicazione delle misure di austerity approvate nei singoli stati e le riforme strutturali necessarie per promuovere la competitività». Secondo l'agenzia di rating, questo continuerà a minare la già fragile fiducia dei mercati, facendo aumentare il rischio di ulteriori shock. La decisione di tagliare il rating dei vari Paesi, tra cui l'Italia, è stata dunque presa alla luce «dell'incertezza sulle condizioni finanziarie degli Stati nei prossimi trimestri e il conseguente impatto sulla loro solvibilità». Nello specifico, per quanto riguarda l'Italia ha pesato «l'incertezza sulle prospettive dell'Eurozona riguardo alle riforme istituzionali della cornice fiscale ed economica», unita al fatto che la debolezza delle prospettive economiche europee «complica l'applicazione dei programmi di austerità e delle riforme strutturali necessarie per promuovere la competitività». A questo si aggiunge il fatto che «le misure introdotte dal governo per promuovere la crescita economica richiederanno tempo per dare risultati, comunque difficili da prevedere allo stato attuale delle cose». Altro motivo che ha portato alla decisione di tagliare il rating italiano è che «il Governo italiano potrebbe non raggiungere gli obiettivi sul consolidamento e dimostrarsi incapace di ridurre l`ampio debito pubblico». Moody's ammette comunque che il piano di consolidamento fiscale varato dal Governo Monti e gli sforzi nell'ambito delle riforme economiche «hanno contribuito a mantenere un surplus primario»
Redazione Online
14 febbraio 2012 | 7:51

Quote latte: Catania, nessun margine. Non abbiamo interesse a far morire il debitore
13 febbraio, 14:50
(ANSA) - ROMA, 13 FEB - ''Ad oggi non abbiamo i margini per esentare chi deve pagare ma faremo il possibile per far rientrare i debiti in modo soft, non abbiamo interesse a far morire il debitore''. Lo ha detto, a proposito delle quote latte, il ministro delle Politiche agricole Mario Catania.

Lavoro: Istat, solo 19% nuovi assunti e' a tempo indeterminato
13 Febbraio 2012 - 13:29
 (ASCA) - Roma, 13 feb - Nel primo semestre 2011 sono stati attivati oltre 5 milioni 325 mila rapporti di lavoro dipendente o parasubordinato. Il 67,7% delle assunzioni e' stato formalizzato con contratti a tempo determinato, il 19% con contratti a tempo indeterminato e l'8,6% con contratti di collaborazione. I rapporti di apprendistato sono stati appena il 3% del totale. E' quanto emerge dal ''Rapporto sulla Coesione sociale'' messo a punto da Inps, Istat e ministero del Lavoro.
 Sempre nel primo semestre 2011 circa 687 mila rapporti di lavoro hanno avuto la durata di un giorno (supplenze nelle scuole e addetti ai pubblici esercizi). Il numero medio di contratti di lavoro per lavoratore, dato dal rapporto tra le assunzioni registrate e i lavoratori interessati che, nel primo semestre 2011, e' stato pari a 1,46. Questo rapporto indica quanti rapporti di lavoro precari hanno interessato uno stesso lavoratore.
com-map/sam/alf

Germania colloca 3 mld titoli a 6 mesi, tasso risale
La Germania ha collocato 3,01 miliardi di titoli di Stato a sei mesi con un rendimento medio dello 0,0761%, in rialzo rispetto al rendimento negativo di -0,0122% registrato nel collocamento dello scorso 9 gennaio. Rallenta la domanda registrando un rapporto bid-to-cover di 1,51 contro 1,82 precedente.

Portogallo: mercoledi' ritorna troika
Per valutare piano salvataggio da 78 mld euro
13 febbraio, 15:53
(ANSA) - MADRID, 13 FEB - Torna mercoledi' in Portogallo la troika Commissione Ue-Bce-Fmi per una nuova missione di valutazione degli impegni presi da Lisbona nel piano di salvataggio da 78 miliardi di euro. La missione interviene in un momento di forte contestazione sociale interna delle misure lacrime e sangue decise dal governo. Stando alle previsioni il Pil del Portogallo dovrebbe calare del 3% nel 2012 e la disoccupazione dovrebbe salire al 13%. Nel 2011 il Portogallo ha ridotto il deficit al 5,9% del Pil.

Crisi: Grecia; Atene; sindaco, danni irreparabili
68 poliziotti e 70 dimostranti feriti, 137 tra arresti e fermi
13 febbraio, 13:09
(ANSAmed) - ATENE - Atene fa la conta dei danni e ripulisce le macerie, il giorno dopo le violenze e gli incendi che hanno accompagnato il voto del Parlamento sul pacchetto austerità. Per il sindaco della città Giorgos Kaminis, che stamattina ha fatto un sopralluogo agli edifici andati a fuoco, 45 tra negozi e uffici sono stati distrutti. Ha definito i danni "irreparabili". Secondo la polizia, 68 agenti e 70 dimostranti sono rimasti feriti negli scontri, e ci sono stati 137 tra arresti e fermi.
 Le vie Panepistimiou, Ermou e Stadiou e la piazza Syntagma sono state le più colpite dalla violenza dei Black Bloc (qui chiamati 'anarchici'), che la polizia ha stimato tra i 500 e i 700. Il simbolo degli incendi che hanno illuminato la notte ateniese è un grande edificio neoclassico sulla Panepistimiou (Via dell'Università), dove stamane i pompieri sono ancora all'opera per spegnere gli ultimi focolai. Il tetto è crollato, e il palazzo dovrà probabilmente essere abbattuto. Poco distante sulla strada pedonale Korai, è andato in fiamme il cinema Asty ed è stato devastato un locale diventato 'Luogo della memoria': qui i nazisti torturavano i partigiani greci durante la Seconda guerra mondiale. Molti negozi sono stati saccheggiati, e stamane la disperazione si legge sulle facce dei proprietari. "Eravamo qui dal 1978", dice un anziano tra le macerie del suo negozio di scarpe. I dimostranti hanno spaccato davanzali, aiuole e facciate dei palazzi per procurarsi pietre da lanciare alla polizia. Incidenti sono stati riportati anche da altre sei città della Grecia: i danni peggiori a Volos, nel centro-nord, dove il municipio e una banca sono stati danneggiati dalle fiamme.

Grecia: Berlino, voto parlamento Atene e' segnale di 'buona volonta''
13 Febbraio 2012 - 12:30
(ASCA-AFP) - Berlino, 13 feb - Il voto della scorsa notte a favore delle nuove misure di austerity da parte del parlamento greco segnala la ''buona volonta''' di Atene a ''intraprendere la strada di difficili riforme''. Lo ha detto il portavoce del cancelliere tedesco, Angela Merkel, aggiungendo che la posizione della Germania per le riforme, molto criticata in Grecia, non e' dettata dalla volonta' di tagli al bilnacio fini a se stessi, ma per ''liberare forse produttive''. sen/

Grecia: swap debito completato a marzo
Lo rende noto un portavoce del governo Atene
13 febbraio, 13:28
(ANSA-REUTERS) - ATENE, 13 FEB - La ristrutturazione del debito della Grecia che coinvolge i creditori privati sara' completata a marzo, un mese prima delle elezioni politiche. Lo ha detto il portavoce del governo di Atene, Pantelis Kapsistry spiegando ai giornalisti che lo ''swap del debito sara' concluso a marzo''. (ANSA).

Crisi: Grecia, elezioni anticipate in aprile
Portavoce Governo, completeremo il lavoro a marzo e poi al voto
13 febbraio, 13:42
(ANSAmed) - ATENE, 13 FEB - Elezioni anticipate si terranno in Grecia "ad aprile". Lo ha annunciato oggi il portavoce del governo greco Pantelis Kapsis. "Questo governo ha ancora un mese, un mese e mezzo di lavoro davanti a sé. Completeremo il lavoro a marzo e le elezioni si faranno in aprile", ha spiegato Kapsis, all'indomani dell'approvazione in Parlamento delle misure di austerità.(ANSAmed).

Grecia: Merkel, usare meglio fondi Ue
Per esempio per finanziare piccole e medie imprese
13 febbraio, 18:03
(ANSA) - BERLINO, 13 FEB - ''La Grecia ha ancora a disposizione molti mezzi dai fondi strutturali europei e da altre fonti, che potrebbero essere concessi in maniera molto piu' flessibile rispetto a prima. Per esempio per le piccole e medie imprese che hanno bisogno di capitale''. Lo ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel in una conferenza stampa a Berlino rispondendo a una domanda su un eventuale piano Marshall per la Grecia.(ANSA).

Bce:59mln acquisti bond scorsa settimana
In calo dai 124 milioni precedenti
13 febbraio, 16:13
(ANSA) - ROMA, 13 FEB - La Bce riduce gli acquisti di titoli di Stato dell'eurozona sul mercato secondario: la scorsa settimana l'istituto centrale ha acquistato bond per 59 milioni di euro, contro i 124 milioni della settimana prima.
 Francoforte ha anche annunciato che domani drenera' 219,5 miliardi per sterilizzare l'eccesso di liquidita' creata con gli acquisti di bond.(ANSA).

«Dalla Bce 120 miliardi di euro in regalo alle banche europee» (Bloomberg)
di Elysa Fazzino
Ce n’è abbastanza per pagare tutti i bonus delle società finanziarie londinesi per i prossimi 24 anni. E senza sforbiciate. Potrebbero servire anche a salvare i bonus i finanziamenti della Bce per le banche europee varati da Mario Draghi. E’ quanto in sostanza fa notare l’agenzia americana Bloomberg, sottolineando che le banche stanno beneficiando di una manna che potrebbe arrivare a 120 miliardi di euro, 158 miliardi di dollari.
Un bell’aiuto che aumenterà i profitti degli istituti di credito.
Royal Bank of Scotland, Bnp Paribas e Société Générale sono tra le 500 banche che hanno ottenuto i 489 miliardi di prestiti triennali della Bce concessi nell’asta di dicembre, osserva la Bloomberg in un lancio ripreso tra gli altri dal San Francisco Chronicle. A un tasso d’interesse annuo dell’1%, è un affare. Si stima che i prestiti arriveranno a un totale di 1.200 miliardi dopo la seconda asta di fine febbraio. Una somma record che potrebbe permettere alle banche di risparmiare 120 miliardi in tre anni. Secondo Morgan Stanley, “ciò potrebbe aumentare del 10% i profitti delle banche in Italia e in Spagna”.
“E’ proprio un free lunch”, un pasto gratis, un vero regalo. “Le banche possono ottenere denaro all’1% e prestarlo a tassi maggiori”, dice a Bloomberg Arnd Schaefer, economista della WestLB di Dusseldorf.
La Bce sta inondando il sistema con denaro a buon mercato nel tentativo di evitare un “credit crunch”, ricorda il lancio d’agenzia. Ogni banca europea, si legge, può prendere in prestito una quantità illimitata di denaro, purché fornisca un collaterale adeguato. “Le banche non affrontano limitazioni su bonus o dividendi”.
“Le banche più forti inevitabilmente ne approfitteranno, ma questa è una questione secondaria per la Bce”, commenta Richard Reid, direttore della ricerca all’International Centre for Financial Regulation di Londra. No comment della Bce.
Il 29 febbraio, alla seconda asta dell’operazione della Bce, denominata Ltro (Long Term Refinancing Operation), le banche potrebbero ricevere 680 miliardi di euro, secondo stime di Goldman Sachs. Il totale dei prestiti Ltro arriverebbe così a circa 1.200 miliardi di euro, superando i 1.200 miliardi di dollari erogati dalla Federal Reserve Usa dopo il crollo di Lehman Brothers nel 2008.
Secondo calcoli Bloomberg, le banche Usa - tra cui Morgan Stanley, JP Morgan Chase e Goldman Sachs – guadagnarono 13 miliardi di dollari prendendo prestiti a basso costo dalla Fed e prestando a loro volta a tassi superiori. “La cifra”, nota Bloomberg “non è comparabile con la stima del sussidio della Bce”.
“Ci saranno certamente banche che non hanno bisogno di fondi che ne approfitteranno”, afferma Richard Werner, economista dell’Università di Southampton, in Inghilterra.
Una banca italiana – si legge – potrebbe prendere in prestito un miliardo di euro dalla Bce all’1% e usare i soldi per acquistare titoli triennali italiani con un rendimento del 3,60%. Il cosiddetto “carry-trade” potrebbe aumentare il guadagno di 26 milioni di euro all’anno.
“Un colpo da maestro”, commenta Charles Goodhart, professore alla London School of Economics professor, ex policy-maker della Banca d’Inghilterra. “La gente chiedeva alla Bce di attuare il ‘quantitative easing’ su larga scala senza scatenare l’ira dei tedeschi…eccolo qui”.
Le banche dell’eurozona hanno bisogno di rifinanziare oltre 600 miliardi di euro di debito in scadenza nel 2012, secondo dati della Banca d’Inghilterra. Solo il 4% degli investitori interpellati da Goldman Sachs ha detto di pensare che i soldi saranno usati per aumentare i prestiti ai clienti. Il 56% pensa che serviranno a rifinanziare il debito e il 26% che saranno investiti in titoli sovrani.
La Bce sta incoraggiando le banche a partecipare alla seconda asta. Il presidente Mario Draghi – ricorda l’agenzia Bloomberg – ha detto a Francoforte il 9 febbraio che “non c’è stigma” nell’usare questo strumento.
Se i prestiti totali raggiungono 1.200 miliardi di euro, le banche pagheranno 12 miliardi di euro all’anno di interesse all’attuale tasso di riferimento dell’1%. Lo stesso importo – nota Bloomberg - preso in prestito sul mercato dei senior bond non garantiti costerebbe circa 52 miliardi di euro all’anno, basandosi su dati Commerzbank che indicano un rendimento medio su questi titoli del 4,3% negli ultimi 12 mesi. Si tratta di un risparmio di 120 miliardi di euro in tre anni.
I bonus bancari della City di Londra ammontano a circa 5,1 miliardi di euro per il 2011, secondo il Centre for Economic and Business Research. Con un semplice calcolo, Bloomberg segnala che 120 miliardi di euro basterebbero per 24 anni di bonus.
La Bce non può limitare i prestiti a particolari banche, poiché ciò violerebbe le regole sugli aiuti di Stato dell’Unione europea, osserva Neil Smith, analista alla WestLB.
La Rbs (Royal Bank of Scotland), che aveva ricevuto 45,5 miliardi di sterline nel salvataggio fatto dal governo inglese all’apice della crisi, in dicembre ha preso in prestito dalla Bce 5 miliardi di sterline, fa sapere l’agenzia Bloomberg. Pagherà un interesse di 50 milioni di sterline all’anno invece dei 215 milioni di sterline che avrebbe pagato sul mercato dei senior bond non garantiti. E’ un risparmio di 495 milioni di sterline in tre anni.
Intesa Sanpaolo, la banca numero due in Italia, ha ricevuto 12 miliardi di euro dalla Bce in dicembre e dovrebbe partecipare all’asta di febbraio, secondo quanto ha detto ai giornalisti il 7 febbraio il Ceo Enrico Tommaso Cucchiani. I prestiti erano “essenziali per alcune banche” e “utili per altre banche, tra cui Intesa”, ha detto.
Unicredit, la prima banca italiana, ha preso in prestito dalla Bce 12,5 miliardi di euro. La banca Monte dei Paschi di Siena ha avuto 10 miliardi di euro (secondo una nota Morgan Stanley del 18 gennaio basata su conversazioni con le banche). Secondo Morgan Stanley, riferisce Bloomberg, i fondi Bce potrebbero aumentare i guadagni delle banche italiane del 10% quest’anno e del 30% nel 2013.
 13 febbraio 2012

Kosovo: Crisi Nord, domani referendum serbi contro Pristina
Nonostante opposizione Belgrado e comunita' internazionale
13 febbraio, 18:14
(ANSAmed) - PRISTINA/BELGRADO, 13 FEB - Nonostante la ferma opposizione del governo di Belgrado e la contrarieta' della comunita' internazionale, i serbi oltranzisti del nord del Kosovo hanno confermato per domani e dopodomani un referendum il cui obiettivo e' mostrare platealmente il loro rifiuto dell'autorita' di Pristina.
 La consultazione si terra' nelle maggiori quattro municipalita' serbe del nord del Kosovo: domani e dopodomani a Zvecan, Zubin Potok e nel settore serbo di Kosovska Mitrovica, nella sola giornata di mercoledi' a Leposavic. Sono state stampate 35 mila schede sulle quali si potra' rispondere con un si' o un no alla domanda 'Accettate le istituzioni della cosidetta Repubblica del Kosovo installata a Pristina?'. Un quesito dalla risposta ovvia e scontata in partenza. Gli 82 seggi nei quali si potra' votare saranno aperti dalle 7 alle 19 (ora locale e italiana).
 Il presidente serbo Boris Tadic e le altre autorita' serbe hanno piu' volte chiesto ai serbi del nord di rinunciare a una tale consultazione, definita inutile, controproducente e dannosa per gli interessi della Serbia, suscettibile a loro avviso di inasprire ulteriormente la situazione gia' molto tesa e delicata nel nord del Kosovo. Proprio quello che non vuole Belgrado, impegnata a migliorare l'atmosfera generale e ad allentare le tensioni in vista della decisione che ai primi marzo il consiglio europeo prendera' sulla concessione o meno a Belgrado dello status di paese candidato alla Ue. Lo scorso dicembre Bruxelles aveva detto no alla Serbia, rimandando la decisione a marzo e condizionandola a progressi nel dialogo con Pristina.
 Il portavoce della Kfor (Forza Nato in Kosovo) Uwe Nowitzki ha detto oggi a Pristina che non sono previste misure di sicurezza addizionali in occasione del referendum nel nord del Kosovo. ''Non abbiamo ragioni per essere preoccupati'', ha detto.
 L'Unmik, la missione dell'Onu in Kosovo, ha fatto sapere da parte sua di ritenere illegale il referendum, che non avra' pertanto alcun effetto sulla situazione nel paese.
 Peter Stano, portavoce del commissario europeo all'allargamento Stefan Fuele, ha condannato la consultazione indetta dai serbi del nord, affermando che essa non puo' esssre la soluzione al problema del Kosovo. ''La violenza, le barricate e il referendum non sono la soluzione'', ha detto il portavoce di Fuele oggi a Bruxelles. A suo avviso una soluzione va cercata invece col dialogo, con consultazioni e in una situazione di pace. Sui circa 2,1 milioni di abitanti del Kosovo, i serbi sono poco piu' di 100 mila, 40 mila dei quali risiedono nel nord dove sono la maggioranza della popolazione. Gli altri vivono in enclavi sparse su tutto il territorio del Kosovo. (ANSAmed)

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