giovedì 16 febbraio 2012

News/am.16.2.12/ Come previsto, e’ stagnazione ma non si puo’ dire. - Come previsto - ha detto Passera - dagli ultimi sei mesi dello scorso anno siamo entrati in forte recessione.---È una nuova tegola che si abbatte sulle già disastrate condizioni delle scuole nelle regioni meridionali. Così il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha commentato la scelta del governo nazionale di ridurre le risorse da assegnare al Mezzogiorno per la messa in sicurezza degli edifici scolastici.---Sicilia, Lombardo: L’Europa non può far finta di niente. Da un canto ci impone i tagli per restare dentro i parametri, affama popoli che magari avranno anche i loro torti e poi con un trattato di questo genere ci condanna alla fame.

Vendola: Roma taglia 24 milioni alle scuole
Presidente tedesco arriva in Puglia
Sicilia. Bloccare il trattato tra UE e Marocco o la nostra agricoltura sarà condannata alla fame
Olimpiadi, Monti: l’Italia non può fornire garanzie finanziarie
Fincantieri: utile 2011 di 10 mln, eccedenza di cassa sale a 166 mln
Pil: Passera, siamo in recessione. Attuare riforme
Gran Bretagna, 8,4% disoccupazione Ilo 3 mesi a dicembre
Spagna: inflazione si modera a gennaio al 2% su base annua
Grecia: Venizelos, molti paesi dell'eurozona non ci vogliono
Germania, Olanda e Finlandia spingono per un'uscita della Grecia dell'euro. Atene: rispetteremo impegni
Grecia: Samaras firma impegno per sostenere misure austerita'
Trst, oltrepadania. Controlli fiscali, in un anno recuperati 500 milioni
Venezia, padania. «Niente scontrini al mercato del pesce. Ho mandato i militari per sette giorni»
Ticino. Povera Rai, povera Italia



Vendola: Roma taglia 24 milioni alle scuole
BARI - «È una nuova tegola che si abbatte sulle già disastrate condizioni delle scuole nelle regioni meridionali». Così il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola , ha commentato la scelta del governo nazionale di ridurre le risorse da assegnare al Mezzogiorno per la messa in sicurezza degli edifici scolastici.
Riepiloghiamo i fatti. Nel 2009 il Cipe destina mille milioni di euro del Fondo per la coesione e lo sviluppo al Piano straordinario per la messa in sicurezza degli edifici scolastici. Nel 2010 sono stati assegnati al primo Piano straordinario 358,4 milioni dei mille previsti e, di questi, 143 per interventi nel Mezzogiorno, peraltro senza tener conto della prevista ripartizione del Fondo (85% alle regioni meridionali, 15% alle altre regioni). Nel luglio 2011 è stata predisposta, in sede di Conferenza unificata, una seconda assegnazione per interventi urgenti nel Mezzogiorno per complessivi 397,8 milioni. Alla Puglia sono stati assegnati 69.028.000 milioni per un totale di 362 interventi, dalla stessa Regione già individuati.
Il 20 gennaio 2012, senza alcuna spiegazione, il Cipe ha ridotto la cifra da assegnare al Mezzogiorno: non più 397,9 milioni ma 259 milioni. Alla Puglia restano 44.934.740 milioni con una perdita secca di 24 milioni circa.
«Perché - si chiede Vendola - mettere a repentaglio i procedimenti di messa in sicurezza e ristrutturazione di cui moltissimi edifici, nella nostra come nelle altreregioni meridionali, hanno bisogno?». «Il Ministro Profumo - ha continuato Vendola - nei suoi incontri col mondo della scuola e con i rappresentanti delle Regioni ha dichiarato più volte la volontà di potenziare gli investimenti per l’edilizia scolastica, considerata una condizione essenziale per una “buona scuola”. Anche noi condividiamo questo pensiero. E lo condividiamo a tal punto che la Puglia, in questi anni, su questo tema non è stata inerte. Anzi, nelle maglie sempre più strette imposte dal Patto di stabilità, ha stanziato per gli stessi obiettivi, considerandoli una priorità, 7 milioni nel 2011 e 2 milioni nel 2012. Mentre, Comuni e Province sempre più impoveriti dai tagli governativi non riescono spesso neppure a garantire l’ordinaria manutenzione». «Questo provvedimento - ha concluso Vendola - ci lascia sbigottiti e perplessi: perché attaccare proprio i soggetti che dovrebbero essere al centro di quella politica di riequilibrio e di coesione più volte dichiarata e riaffermata? Scarsa attenzione o volontà punitiva?» .
«La Puglia sente “profumo” di imbroglio», ha aggiunto il capogruppo del Pd alla Regione Puglia, Antonio Decaro, a proposito del taglio di circa 24 milioni di euro sulle risorse per la messa in sicurezza sugli edifici scolastici. «Sulle teste dei pugliesi - ha spiegato - rischiano di abbattersi, questa volta, tegole vere e proprie, quelle dei tetti delle scuole le cui strutture sono già fatiscenti nonostante la Puglia abbia investito per l'ammodernamento dell'edilizia scolastica, districandosi nelle maglie del Patto di stabilità, 9 milioni di euro negli ultimi 2 anni».

Presidente tedesco arriva in Puglia
BARI – Il presidente della Repubblica federale tedesca, Christian Wulff, è giunto poco fa a Bari per la terza e ultima tappa del suo viaggio in Italia: dopo Roma e Milano, la visita in Puglia, regione che con la Germania ha ottimi rapporti e scambi economici. Accolto dal presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, Wulff incontra nel Castello Svevo la delegazione pugliese composta dal sindaco di Bari, Michele Emiliano, il presidente del Consiglio regionale, Onofrio Introna, e quattro assessori regionali.
Seguirà un incontro con rappresentanti delle associazioni imprenditoriali e professionali, con i rettori delle Università pugliesi, Acquedotto Pugliese, Banca d’Italia, Aeroporti di Puglia, i segretari dei sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil, e giornalisti. Il capo dello Stato tedesco è accompagnato nella visita dalla moglie, Bettina Korner, che nel frattempo visiterà il Teatro Petruzzelli, guidata dall’assessore comunale al marketing, Gianluca Paparesta. A fine mattinata, la coppia raggiungerà lo stabilimento della Bosch di Modugno, in provincia di Bari, dove lavorano circa 2.200 persone.
Per i clienti principali dell’azienda (Fiat, Mercedes, Opel, Renault, Nissan, Psa, Hundai e Kia) nel 2011 sono state prodotte a Bari circa 2 milioni di pompe ad alta pressione common-rail. Gli imprenditori tedeschi sono interessati al territorio pugliese non solo per il settore della meccanica, ma anche per quelli dell’agroalimentare e delle energie rinnovabili. Quanto alle esportazioni, queste riguardano i settori dell’agricoltura e della pesca (per 141 milioni di euro), la metallurgia (74 mln), apparecchiature elettriche (57 mln), prodotti alimentari (55 mln).

Sicilia. Bloccare il trattato tra UE e Marocco o la nostra agricoltura sarà condannata alla fame
scritto da Raffaele Lombardo
Quando si dovesse ratificare questo accordo tra Unione Europea e Marocco per la libera entrata di prodotti agricoli da quel paese a tutta l’Europa non c’è dubbio che con quella concorrenza, visto che lì si usano anticrittogamici e si paga la manodopera un decimo di quanto la paghiamo noi, i nostri prodotti saranno spacciati e abbiamo voglia di bloccare la Serit o di attivare il fotovoltaico o effettuare controlli sulla tracciabilità dei prodotti come sta facendo in queste ore il corpo forestale della Regione siciliana.
O si blocca un trattato come questo oppure è inutile discutere: si condanna l’economia meridionale e siciliana, centinaia di migliaia di persone, alla fame.
L’Europa non può far finta di niente. Da un canto ci impone i tagli per restare dentro i parametri, affama popoli che magari avranno anche i loro torti e poi con un trattato di questo genere ci condanna alla fame.
Se di una drammatica realtà come questa non ci si rende conto non c’è protesta che tenga. Francamente non ce la possiamo fare. Per questo ho lanciato questo appello. Mi auguro che i nostri parlamentari europei tutti, quelli italiani, si facciano carico di questo problema e si intervenga attraverso i gruppi parlamentari dei partiti e blocchino questo trattato. Io mi impegno a scrivere a Monti e ai deputati e speriamo di essere in tempo. In caso contrario non avremmo che piangerci addosso e disperarci.

Olimpiadi, Monti: l’Italia non può fornire garanzie finanziarie
Il governo italiano non può dare le dovute garanzie finanziarie richieste per ospitare le Olimpiadi del 2020, nonostante la validità del progetto avanzato dalla città di Roma e dal Coni. È il presidente del Consiglio Mario Monti, in una conferenza stampa durante una pausa del Consiglio dei ministri, a sottolineare ancora una volta il perché della rinuncia dell’Italia all’evento in calendario per il 2020.
Una fase troppo nevralgica. "Siamo nei mesi in cui è prematuro sganciare la cintura di sicurezza", ha dichiarato il premier spiegando che il Paese è in piena fase di decollo dopo la crisi, un decollo caratterizzato da una recessione tecnica anticipata da fonti del governo e confermata oggi dall’Istat. Mario Monti ha evidenziato come il rischio di dare questa garanzia finanziaria richiesta per chi ospita le Olimpiadi possa facilmente compromettere la serietà dell'azione di risanamento dei conti pubblici che l’esecutivo sta attuando. "Il governo non pensa che sia coerente impegnare l'Italia in questo momento con questo tipo di garanzie finanziarie che potrebbero mettere a rischio i denari dei contribuenti", ha detto, ancora, Monti, che ha ricordato la forte volatilità dei mercati finanziari dell'eurozona e le tensioni sociali in Grecia. Monti ha sottolineato, infine, che il governo non vuole "che la percezione che faticosamente stiamo cercando di dare dell'Italia possa essere colpita da improvvisi dubbi circa la serietà dei propositi di risanamento finanziario del Paese".
M.N.

Fincantieri: utile 2011 di 10 mln, eccedenza di cassa sale a 166 mln
15 Febbraio 2012 - 18:32
 (ASCA) - Roma, 15 feb - Fincantieri ha chiuso il 2011 con un utile di 10 milioni di euro. Il Cda ha esaminato e approvato il progetto di bilancio consolidato e il bilancio d'esercizio dello scorso anno che mostra ricavi per 2.383 milioni di euro, un Ebitda di 138 milioni e un'eccedenza di cassa che sale da 100 a 166 milioni di euro.
 Nel corso del 2011 sono stati acquisiti ordini per 1.863 milioni, in leggero decremento rispetto al dato del 2010 pari a 1.912 milioni. Il Portafoglio ordini si e' attestato a euro 8.361 milioni.
 ''La societa' - ha commentatp l'amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono - conferma la sua posizione di leadership, grazie anche alla forte struttura finanziaria e patrimoniale. Con l'accordo sindacale concluso alla fine dello scorso anno, volto ad adeguare la capacita' produttiva alla domanda, siamo piu' competitivi in un mercato che e' ancora estremamente depresso''.
 ''Mai come in questo momento - ha concluso Bono - e' indispensabile che tutta l'azienda, dal management a tutti i dipendenti, sia unita per perseguire quegli obiettivi di crescita che, seppure difficili, possono essere raggiunti anche in questo momento di grave crisi''.
com-sen/

Pil: Passera, siamo in recessione. Attuare riforme
15 Febbraio 2012 - 14:43
 (ASCA) - Roma, 15 feb - Come previsto l'Italia e' entrata in recessione e bisogna attuare quelle riforme che possono liberare le energie del nostro paese. Lo ha detto il ministro per lo Sviluppo Economico, Corrado Passera, al termine di un incontro con Confartigianato.
 ''Come previsto - ha detto Passera - dagli ultimi sei mesi dello scorso anno siamo entrati in forte recessione''.
 ''Se vogliamo che l'Italia - ha aggiunto il ministro -, dopo dieci anni di crescita insufficiente e molto inferiore al resto d'Europa, si rimetta in moto, dobbiamo avere il coraggio di introdurre le riforme strutturali che liberano energie''.
sen/sam/

Gran Bretagna, 8,4% disoccupazione Ilo 3 mesi a dicembre
Nei tre mesi a dicembre il tasso di disoccupazione in Gran Bretagna è rimasto stabile rispetto al mese precedente all'8,4%, sui massimi da novembre 1995. Lo ha reso noto l'Ufficio di statistica (Ons) aggiungendo che i disoccupati sono aumentati di 48.000 unitá nei tre mesi di riferimento a 2,67 milioni.
Il numero di persone che hanno richiesto sussidi di disoccupazione a dicembre è aumentato di 6.900 unità a 1,61 milioni, attestandosi al 5% della forza lavoro e sui massimi da gennaio 2010.

Spagna: inflazione si modera a gennaio al 2% su base annua
15 febbraio, 11:48
(ANSAmed) - Madrid, 15 FEB - L'indice dei prezzi al consumo in Spagna è diminuito a gennaio dell'1,1% rispetto al mese precedente, e di quattro decimi su base annua, fino al 2%, secondo i dati diffusi oggi dall'Istituto Nazionale di Statistica (Ine). La moderazione dell'inflazione, per il quarto mese consecutivo, è attribuita alla stabilità di prezzi di tabacchi ed elettricità. Si tratta del livello più basso dall'agosto 2010, quando l'indice dei prezzi al consumo si è situato all'1,8%. (ANSAmed) YK8

Grecia: Venizelos, molti paesi dell'eurozona non ci vogliono
15 Febbraio 2012 - 12:13
 (ASCA-AFP) - Atene, 15 feb - Molti paesi dell'area euro ''non ci vogliono''. Lo ha detto il ministro greco delle finanze Evangelos Venizelos spiegando che sta tentando di ''convincere'' i partner della moneta unica che la Grecia puo' ''riuscire'' a restare nell'euro.
 ''Bisogna dire la verita' al popolo greco - ha detto - e cioe' che molti paesi dell'area euro non ci vogliono piu'. E bisogna convincerli che la Grecia puo' riscire a restare per le prossime generazioni, per i nostri figli''.
 ''Il Paese si trova sul filo del rasoio'' ha aggiunto riferendosi ai negoziati in corso per il nuovo piano di aiuti internazionale, mettendo in guardia tutti quelli che ''giocano con il fuoco all'esterno come all'interno del Paese, alcuni con le torce, altri con i fiammiferi. In tutti i casi il pericolo e' grande''.
 ''La sfida della nostra generazione - ha concluso - e' quella dei sacrifici e dei tagli, e' quella della catastrife nazionale che potrebbe abbattersi sulla nostra societa', sulle nostre istituzioni e sulla democrazia''.
fgl/

Germania, Olanda e Finlandia spingono per un'uscita della Grecia dell'euro. Atene: rispetteremo impegni
L'incontro dell'Eurogruppo in programma calendarizzato per oggi è stato trasformato a teleconferenza. L'incontro ufficiale si terrà lunedì prossimo, 20 febbraio, quando si attende l'ok definitivo dell'Europarlamento al nuovo piano di salvataggio della Grecia (che ha bisogno di altri 130 miliardi per onorare le prossime scadenze finanziarie, in primis il bond da 14,4 miliardi che scade il 20 marzo).
Pressioni per un'uscita della Grecia dall'Eurozona
Ma sulla possibilità di arrivare a un ok definitivo e uscire dall'attuale fase di stallo sulle trattative non c'è al momento un coro unanime anche perché, secondo quanto pubblica il Financial Times, Germania, Olanda e Finlandia starebbero premendo per un'uscita di Atene dall'Eurozona.
L'ostilità della Germania trapela anche dalle parole del presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, che ha escluso una partecipazione delle banche nazionali dell'Eurozona, e dunque della Bce, a un taglio del debito contratto dalla Grecia (haircut). Le banche in questione non possono «regalare i capitali che gli sono stati affidati in gestione», ha detto Weidmann in un'intervista al quotidiano economico Handelsblatt: «Non ci è permesso rinunciare ai crediti che vantiamo nei confronti di uno Stato», ha chiosato il banchiere tedesco.
«Noi speriamo che le condizioni siano soddisfatte entro lunedì per prendere decisioni che sono urgenti», ha detto Amadeu Altafaj, portavoce del commissario europeo agli Affari economici e monetari, Olli Rehn.
Vi sono «parecchi passaggi» tecnici ancora da fare prima di mettere in sicurezza la Grecia, perché l'accordo con i creditori privati richiede tempo per essere applicato «e il tempo sta scadendo».
«Noi vogliamo che la Grecia resti nell'euro. Le conseguenze sociali sarebbero devastanti - ha ribadito Amadeu Altafaj - e, in termini di instabilitá economica dell'eurozona, sarebbero importanti».
Le autorità greche gettano acqua sul fuoco: condizioni soddisfatte
Nel frattempo le autorità greche provano a gettare acqua sul fuoco. «Diversi Paesi dell'Eurozona non ci vogliono». Sono le parole del ministro delle finanze greco Evangelos Venizelos sull'attuale situazione di Atene. «Dobbiamo dire la verità al popolo greco, ci sono molti che non ci vogliono - ha detto Venizelos - E dobbiamo convincerli» che la Grecia può «riuscire a restare nell'euro per le generazioni future, per i nostri figli». Il Paese è sul filo del rasoio ma le condizioni poste dalla zona euro alla Grecia saranno soddisfatteentro la teleconferenza dei ministri delle finanze della zona euro in programma nel tardo pomeriggio», ha ribadito Venizelos. Tra le condizioni richieste, Atene deve trovare altri 325 milioni di risparmi nel bilancio 2012 e i leader politici devono impegnarsi per iscritto a mettere in atto riforme dopo le elezioni di aprile.
Presidente greco rinuncia allo stipendio
Intanto, il presidente greco, Karolos Papoulias, ha rinunciato al suo stipendio di fronte alla grave situazione economica in cui si trova il suo Paese.
 15 febbraio 2012

Grecia: Samaras firma impegno per sostenere misure austerita'
15 Febbraio 2012 - 13:46
 (ASCA-Afp) - Atene, 15 feb - I leader della coalizione governativa che sostiene il premier Lucas Papademos hanno scritto e inviato una lettera a Bruxelles dove si impegnano a sostenere le misure di austerita' richieste alla Grecia dalla Troika (Bce-Ue-Fmi). Un passo richiesto da Bruxelles come condizione per dare il via libera al secondo piano di prestiti a favore di Atene pari a 130 miliardi di euro.
 La missiva contiene anche l'esplicito impegno di Antonio Samaras, leader del centro-destra, a ''rispettare gli impegni'' anche in caso di vittoria nelle prossime elezioni.
 In precedenza Samaras, al momento del via libera del parlamento ellenico alla misure di austerita', aveva invitato il partito a votare a favore per poi rinegoziare l'accordo dopo le elezioni.
red/vam

Trst, oltrepadania. Controlli fiscali, in un anno recuperati 500 milioni
In Friuli Venezia Giulia sono state oltre 3.600 le verifiche e i controlli fiscali condotti nel corso del 2011 dalla Guardia di Finanza. La Regione è tra quelle più «virtuose» in ambito nazionale
 Sono state oltre 3.600 le verifiche e i controlli fiscali condotti nel 2011 dalla Guardia di Finanza in Friuli Venezia Giulia, che hanno consentito il recupero di imponibili Irpef per oltre 420 milioni di euro e Iva per 80 milioni. Il dato è stato diffuso oggi dal comando regionale delle Fiamme Gialle.
 In particolare, i reparti operativi hanno concentrato l’attenzione sulle «frodi carosello» attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti tramite società «cartiere» immettendo sul mercato beni a prezzi inferiori. Il caso più significativo è stato individuato a Udine con la scoperta di una maxifrode da 43 milioni di euro nel settore dei rally automobilistici.
 Sono stati circa 30 mila i controlli a scontrini e ricevute fiscali (più oltre 12 mila su strada) con l’accertamento di oltre 1.400 irregolarità. Le mancate emissioni sono state del 9% in provincia di Pordenone (369 infrazioni su 4.044 controlli), al 7% a Trieste (263 su 3.562), al 6% a Gorizia (285 su 4.902), 4% a Udine (388 su 10.536). I 121 rilievi nel comparto delle ricevute fiscali si sono attestati su una media regionale nell’ordine del 3% circa.
 La Regione è tra quelle più «virtuose» in ambito nazionale; 351 soggetti sono stati denunciati per reati fiscali, societari e fallimentari. sono stati individuati 242 evasori totali e 29 paratotali, con recupero a tassazione di 260 milioni di basi imponibili ai fini delle Imposte Dirette e Iva evasa per oltre 40 milioni. Sono stati 135 gli evasori a Udine (121 totali e 14 paratotali), 54 a Gorizia (50 e quattro), 49 a Trieste (46 e tre) e 33 (25 e otto) a Pordenone. All’Agenzia delle Entrate sono state avanzate 93 proposte di applicazione di misure cautelari a garanzia dei crediti erariali e sono stati ottenuti dall’Autorità Giudiziaria 23 provvedimenti di «sequestro per equivalente» di beni per una valore complessivo di circa 2,3 milioni.
 Il contrasto al lavoro nero ha portato all’individuazione di 1.062 dipendenti irregolari, con denunce a 115 datori di lavoro: 702 sono stati scoperti a Gorizia, 186 a Udine, 130 a Pordenone e 44 a Trieste. I settori maggiormente interessati alle irregolarità sono stati l’edilizia, la cantieristica, i servizi di ristorazione e i subappalti. Le denunce al 117 sono aumentate del 17% rispetto al 2010, pari a 543 segnalazioni (462 nel 2010).

Venezia, padania. «Niente scontrini al mercato del pesce. Ho mandato i militari per sette giorni»
Il generale Walter Cretella, comandante regionale della Finanza, denuncia la situazione degli ambulanti di Rialto
VENEZIA- Alzare una barriera contro le sirene del denaro offerto dai manager del crimine che cercano di penetrare nel tessuto economico e imprenditoriale approfittando della crisi e delle difficoltà sul fronte dei crediti: a lanciare il segnale di attenzione agli imprenditori è il generale Walter Cretella Lombardo, comandante veneto della Guardia di Finanza. Riguardo al tema caldo in questi mesi degli scontrini fiscali, il comandante regionale delle fiamme gialle ha ricordato, a titolo di esempio, di essere passato un giorno per il mercato del pesce di Rialto, a Venezia, e di non averne visto «girare»: per una settimana ha così mandato militari in divisa per far capire «che la musica è cambiata». «Ma questo vale per tutti - ha aggiunto - anche per categorie economiche o professionali finora poco abituate ai controlli».
L'alto ufficiale ha colto l'occasione di un incontro di consuntivo dell'attività svolta nei diversi ambiti di competenza dalla Guardia di Finanza in Veneto, e a Venezia in particolare, per ricordare che la regione «è una grande terra di lavoro e di grandi numeri» e che l'impegno di contrasto e di controllo da parte della Guardia di Finanza contro l'evasione, l'elusione e i tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata sul fronte delle società e imprese, specie attraverso l'usura, è sempre più chirurgico e specializzato. «La Guardia di Finanza - ha detto - è un corpo di polizia economico e fiscali che non ha paragoni nel mondo» e che non c'è alcuna logica di «sparare nel mucchio», ma un impegno costante nei controlli, anche attraverso le nuove tecnologie e il costante incrocio delle banche dati, che permette un'azione sempre più selettiva. «In una sola parola - ha rilevato - i finanzieri sono accanto ai contribuenti e ai cittadini onesti, per la salvaguardia del giusto principio di equità sociale».
Se i dati più generali parlano di oltre 700 evasori totali scoperti e, nei vari campi, di 3,5 miliardi di euro di imponibile non dichiarato, particolare attenzione è posta, tra l'altro, al fenomeno delle partite iva aperte da cittadini cinesi, oltre 38 mila. Il gen. Cretella, a riguardo, ha ricordato gli esiti dell'operazione «Testa di Serpentè con lo smantellamento di una cupola cinese dedita al favoreggiamento all'immigrazione clandestina e ai permessi commerciali falsi; indagine che sta portando alla chiusura di 1.100 esercizi commerciali. L'attività durante l'anno ha visto l'impegno anche sul fronte della tutela della spesa pubblica - con anche 200 protocolli d'intesa con enti pubblici per il controllo sull'erogazione di fondi pubblici e, come esempio, la scoperta una donna argentina morta da 15 anni che continuava la pensione di reversibilita del marito - e dei mercati e del consumatore. »La Guardia di Finanza - ha concluso il comandante regionale - non è uno spaventapasseri nel campo di grano, ma una realtà che è sempre a disposizione e opera per l'equità fiscale a favore di tutti i cittadini«. (Ansa)

Ticino. Povera Rai, povera Italia
di Davide Rondoni
L’Italia decrepita dei Celentano e dei Morandi è andata in onda martedì. Li chiamano artisti, ma sono solo due tra i modesti uomini di spettacolo - ingrassati per cinquant’anni dai soldi del servizio pubblico (Morandi e Celentano devono tutto alla Rai). E martedì sera s’è vista la loro modesta statura, inversamente proporzionale alla mania di grandeur di cartapesta andata in scena. Si tratta di gente che ha fatto qualche (qualche, non di più) buona canzone. Ed è stata mantenuta lautamente dal regime pubblico radiotelevisivo. Cantanti di Stato, verrebbe da dire.
Nel merito dell’attacco del “Predicatore Pubblico” ai due giornali cattolici, i due direttori han già risposto in modo asciutto. Andatevi a leggere le poche righe con cui liquidano la sbruffonata di Celentano, bravo a orientare il suo fuoco polemico solo su obiettivi “facili facili”, costretto a coprire la verità del suo grottesco egotismo. Il problema sollevato martedì per me riguarda un punto, che non è tanto l’arroganza da Grande Fratello orwelliano con cui si dice di “chiudere” i giornali “fastidiosi”. Il punto è: perché quei giornali? Sono forse gli unici due giornali insurrezionali rispetto al pensiero unico, dominante?
Riflettiamo un attimo. La tv di servizio pubblico ormai parla solo grazie ai casi dei suoi “telepredicatori”: i Saviano, i Santoro, i Celentano o gli altri predicatoruzzi. Da tempo si assiste al fenomeno della creazione di nuovi preti. Creati, voluti e ben pagati da misteriose (?) manine dentro al servizio pubblico. Spesso questi nuovi preti sono tanto bravi a moraleggiare contro politici o altri obiettivi facili con la portaerei della tv pubblica sotto il sedere, quanto abili poi a sfruttare la situazione e crearsi le proprie aziendine. Giornali come “il fatto”, ad esempio, non hanno avuto potremmo dire lo “spin off” e un bel po’ di spot di promozione delle sue firme di punta grazie alla Rai? E allora la domanda oggi urgente non è tanto a riguardo di Celentano, ma della Rai.
Perché il fascistoide proclama sul “chiudere” i giornali che hanno criticato il suo cachet e l’ipocrisia della beneficenza organizzata e pubblica, ha come unico vero effetto il dilagare della domanda: perché si tiene aperta la Rai? Ovvero qual è lo scopo del servizio pubblico se ormai le uniche tendenze che crea sono quelle del voyeurismo (i reality) e del predicatorismo (i nuovi preti) apparentemente opposte ma complementari? C’è bisogno di spendere denaro pubblico per questo? Quali oscure manine, nelle stanze che sembrano cambiare per non cambiare mai decidono che l’Italia per forza ha bisogno di Sanremo, di Morandi, di Celentano e di tutta questa paccottiglia ben orientata? A quale pensiero, a quale gusto estetico si sono nutriti i funzionari che immaginano, preparano, vidimano questo spreco di niente per niente?
Non si tratta di politica. No la questione è più grossa, vischiosa, e violenta. In questo senso la Rai è un teatro anche nobile degli scontri veri. E chi all’interno non si piega a certi diktat ha davvero la statura dell’eroe e del testimone. Tutti son pronti a dire che il problema della Rai è la politica, l’infiltrazione dei partiti, ecc. No, il problema della Rai è stato per lungo tempo ed è la cultura dei suoi capi (interni ed esterni). Ripeto la cultura, non la politica, è il problema. In Rai prospera un mostro: si chiama cultura dominante. La quale, per giustificarsi, ha capito che deve sempre mascherarsi da protestataria e risentita, per continuare a prosperare e a vendere.

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