giovedì 23 febbraio 2012

News/am.23.2.12/ Alla Grecia manca una P, per diventare CCCP: Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche; all’Ungheria non necessita. - Commissione europea: La misura senza precedenti, ha spiegato l'esecutivo, e' stata presa dopo aver constatato che, nonostante i ripetuti avvertimenti, l'Ungheria non ha intrapreso le azioni appropriate per chiudere la procedura per deficit eccessivo.---Non c'e' necessita' di aumentare le risorse dell'Esm, cosi' Steffen Seibert portavoce della cancelliera Angela Merkel, precisando che comunque se ne tornera' a discutere nel Consiglio europeo di marzo.

Progettare oggi il Mezzogiorno del riscatto
LA NUOVA SARDEGNA - Politica: Pastori e operai, un grido di sofferenza
L'UNIONE SARDA - Economia: Si tratta su una nuova moratoria
L'UNIONE SARDA - Economia: Dare fiato all'economia, urgenza certificata
Editoria, morto Enzo Sellerio
Crisi: portavoce Merkel, non occorre rafforzare fondo salva stati
Ungheria: Ue propone sospensione fondi coesione per 2013
Ungheria: Governo, no possibilità sospensione fondi Ue
Grecia: governo alza stima deficit/pil 2012 da 5,4% a 6,7%
Grecia: Fitch taglia rating da CCC a C. Default ora e' piu' vicino
Grecia: aiuti saranno confermati in 2 nuove riunioni Eurogruppo a marzo
Grecia: l’Olanda chiede più firewall
Brescia, padania. Scontrini, irregolare uno su quattro
Parma, padania. Pomodoro, Confagricoltura Emilia-Romagna auspica un accordo in tempi brevi



Progettare oggi il Mezzogiorno del riscatto
di Gianfranco Viesti
Con il governo Monti, sta tornando l’attenzione per le politiche di sviluppo del Mezzogiorno. Non è una sopresa, con un Presidente del Consiglio convinto, “all’antica”, che concorrenza sui mercati e coesione territoriale e sociale debbano procedere insieme (si veda il suo rapporto del 2010 sul mercato unico europeo) e con un Ministro, incaricato proprio della coesione territoriale, di grande esperienza e visione, in questi giorni in Puglia. Veniamo da anni tremendi. Sul piano nazionale il tema Mezzogiorno del tutto cancellato; le risorse disponibili saccheggiate o rallentate il più possibile dal Ministro Tremonti. L’attenzione concentrata solo sugli effetti magici che avrebbe dovuto produrre il federalismo fiscale. L’opinione pubblica sempre più convinta che ogni politica fatta al Sud è solo spreco e corruzione, sull’onda di inchieste giornalistiche sovente incapaci di distinguere, di capire; sovente interessate. Diciamocelo francamente: anni non buoni anche sul piano locale, nel Mezzogiorno. Pur con eccezioni, i programmi sopravvissuti condotti con grande lentezza; certo, per i vincoli del patto di stabilità e per la necessità di usare risorse straordinarie per sostituire interventi ordinari impossibili per i tagli. Ma soprattutto per la scomparsa della politica che – sempre con qualche eccezione – al Sud come in tutto il paese è incapace di guardare lontano, di costruire visione e progetto, e si limita ad azioni per coltivare consenso, spesso personale.
La strada da compiere è enorme, e siamo solo ai primi passi. Giustamente, anche per il poco tempo che questo governo ha a disposizione, il Ministro Barca ha deciso di cominciare “dal basso”. Un piano d’azione molto concreto. Impedire che vengano perduti fondi europei, con una soluzione tecnica che sposta risorse verso grandi programmi per tutto il Sud, e le concentra su scuola, ferrovie, reti digitali e incentivi all’occupazione. Spronare le autorità locali a realizzare presto e bene i loro programmi in corso, con un monitoraggio continuo e vincoli temporali. Cominciare a preparare, soprattutto in ambito europeo, le politiche per il 2014-2020, discutendo obiettivi, strumenti, ripartizione finanziaria. Impostare, più in generale, tutta la politica per il Mezzogiorno sulla quantità e qualità dei servizi pubblici disponibili per le imprese e i cittadini,vero grande nodo che ostacola crescita delle imprese e sviluppo dell’occupazione. Già quest’anno si potrebbero vedere risultati concreti.
Tutto questo è utilissimo. Ma certamente non basta ad avviare un percorso sufficiente: si pensi solo a quanto poco pesano i fondi europei sul totale dell’intervento pubblico nel Mezzogiorno. Il tema va affrontato anche “dall’alto”; e questo è responsabilità non solo e non tanto del governo in carica, quanto complessivamente della politica, della cultura, dell’opinione pubblica in generale. Che significa affrontare il tema Mezzogiorno “dall’alto”? Significa interrogarsi sul futuro dell’Italia; che, al di là della crisi internazionale, vive da più di un decennio una delle fasi peggiori della sua storia. Crescita stentata, disuguaglianze in aumento, mancanza di investimenti e di fiducia nel futuro. Per rilanciare il paese non bastano certo le liberalizzazioni – pure assai utili. L’unica strada realistica per far crescere l’Italia è mettere al lavoro il Mezzogiorno. Innalzare di almeno venti punti i tassi di occupazione dei giovani e delle donne: produrre così reddito, domanda, gettito fiscale; ridurre i trasferimenti compensativi, rafforzare il tessuto sociale, rallentare la fuga dei cervelli. Come si fa? Ci sono più idee nelle mosse delle politiche di sviluppo delle ultime settimane che nella discussione politica dell’intero ultimo decennio (un vero “decennio perso” per il Sud e per l’Italia): migliorare molto la formazione dei giovani, aumentare le possibilità di trasporto, potenziare gli accessi alle reti digitali, puntare sui servizi per bambini e anziani. In pochi mesi si possono avviare programmi importanti.
I temi in discussione a livello nazionale, dalla riforma pensionistica a quella del welfare e del mercato del lavoro, alla riduzione del carico fiscale per le fasce meno abbienti sono quelli giusti (salvo valutare le concrete soluzioni proposte): il Sud può crescere e creare lavoro solo con un nuovo disegno di grandi regole nazionali. Ma ancora non ci siamo. Gli ingredienti sono opportuni, ma ne mancano molti; e soprattutto manca la ricetta che li leghi insieme. Ci manca un racconto del Sud e dell’Italia che vogliamo costruire, che motivi gli italiani a crederci, ad avere fiducia, ad essere meno leghisti, egoisti. Una profezia credibile di quello che può succedere, che spinga tutti a investire. Uno scenario ragionevole che si intrecci con le ambizioni del nostro paese nel Mediterraneo e in Europa, con la nuova economia della cultura e della conoscenza, con migliori reti di servizi e minori trasferimenti agli individui e alle imprese. Fra un anno voteremo: si affollano volti, ma latitano le idee; si vedono grandi movimenti tattici, ma non vi è traccia di strategie. Allora, apprezziamo senz’altro questi mesi positivi e l’azione così concreta e incisiva del Ministro. Ma ricordiamoci che fra solo un anno questo governo non ci sarà più: le politiche che verranno dopo dovremmo essere in grado di discuterle e costruirle già da oggi.

LA NUOVA SARDEGNA - Politica: Pastori e operai, un grido di sofferenza
22.02.2012
Il presidente: «Le critiche vanno bene, l’importante è che non si arrivi all’illegalità» SASSARI. Le rivendicazioni degli indipendentisti con la protesta dei pastori sardi, gli operai della Vinyls e i drammi della gente comune. La visita del capo dello stato risveglia lo spirito mai sopito della contestazione, ulteriore riprova della sofferenza di un territorio martoriato. «La critica va bene, l’importante è che non raggiunga l’illegalità», ha commentato il capo dello Stato. In tutto sono qualche decina. Alle prime ore del mattino, Cappuccini è un quartiere sotto assedio. Di lì a poco passerà il corteo presidenziale che accompagna la limousine di Giorgio Napolitano. A una manciata di metri campeggiano striscioni e bandiere agitati da una brezza fredda e leggera. I motti dei movimenti rispolverano questioni antiche, altri rievocano drammi recenti, in mezzo c’è tanta gente comune che al capo dello stato chiederebbe solo se le misure adottate dal governo leniranno le piaghe di una terra sofferente. Di silenzioso c’è solo il lento incedere dei gremianti che con gli stendardi spiegati vanno a fare gli onori di casa. Ma la scena è occupata dalla protesta: in tenuta d’ordinanza, velluto nero e berritta, Zampa Marras, segretario provinciale di Sardigna Natzione, sgrana il consueto rosario di rivendicazioni: «Vogliamo che lo stato consenta ai sardi di liberarsi dal giogo coloniale». Stampato su un grande lenzuolo, di fronte alle bandiere degli indipendentisti, sorride il bel viso di Gabriella Pinna che rievoca la tragedia recente di una ragazza di diciassette anni investita a pochi passi da casa dopo essere scesa dall’autobus. La sorella Marina lo sorregge aiutata da un amico: «Chiediamo giustizia perché la morte di Gabriella almeno non sia stata inutile - dice - c’è un progetto già pronto per il tratto della Carlo Felice che attraversa Li Punti, rivolgiamo l’appello al presidente affinché venga realizzato al più presto». Altre foto altre speranze, sono quelle degli amici di Rossella Urru arrivati in città da Samugheo per tenere desta l’attenzione sul dramma della volontaria rapita. A guidare il gruppo c’è Manuela, l’amica del cuore. «In paese c’è clima d’attesa e speranza, il presidente ci ha dato delle garanzie, siamo qua per ricordare che Rosella non è ancora tornata a casa». Gli agenti controllano ogni movimento attorno all’edificio imponente dell’auditorium sul piazzale dei Cappuccini. Ma l’allarme stavolta è su viale Mameli da cui arriva un frastuono confuso di urla e fischietti. Alcune decine di manifestanti del Movimento pastori sardi marcia alla volta dell’auditorium. La reazione delle forze dell’ordine è fulminea. Una squadra di carabinieri e finanzieri gli va incontro, li blocca all’altezza di via Regoli dirottandoli su viale Caprera dove reparti della mobile li fermano all’incrocio con viale Trieste. Urla e improperi non mancano certo, ma tutto finisce lì. I promotori del corteo, a cui si sono aggiunti attivisti del «Movimento artigiani e commercianti liberi», si concedono volentieri a telecamere e taccuini per spiegare il senso della protesta: «Basta con l’assistenzialismo - dice a gran voce Michele Mazzella, artigiano di Siniscola - noi siamo una risorsa per l’economia sarda, chiediamo progetti di sviluppo altrimenti andiamo a catafascio». Caratteri cubitali rossi su lenzuolo bianco, ecco il gruppo studentesco «Mayolu», che chiede di introdurre l’insegnamento della lingua sarda nell’Università. Passata l’ultima auto blu, la tensione si scioglie lasciando il posto al chiacchiericcio della gente comune.

L'UNIONE SARDA - Economia: Si tratta su una nuova moratoria
22.02.2012
Abi e Confindustria discutono: le imprese chiedono ossigeno per andare avanti
Ancora divergenze fra Abi e Confindustria sulla nuova moratoria per i debiti mentre c'è un fronte comune per alleggerire le banche dei limiti imposti dalle norme sul capitale quando erogano crediti alle Pmi. Abi e Confindustria provano a trovare soluzioni alla stretta ai finanziamenti denunciata dal governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco e che il ministro Corrado Passera definisce «emergenza credito». Proprio da Passera si sono incontrati nella mattinata di ieri il presidente dell'Abi Giuseppe Mussari e quello di Confindustria Pmi Vincenzo Boccia. Appena qualche giorno fa Mussari aveva ribadito che aziende e banche sono «sulla stessa barca» e che seppur vero che il credito diminuisce (Visco ha parlato di un crollo di 20 miliardi a dicembre) resta pur sempre in lieve aumento in una situazione economica difficile. Il settore del credito sopporta inoltre un deciso aumento delle sofferenze a causa delle difficoltà delle aziende. Solo a marzo però si capirà se la liquidità che la Bce ha erogato nelle maxi operazioni di dicembre e nella prossima di febbraio, dopo aver avuto effetto sui mercati dei capitali, potrà transitare all'economia reale. Le parti dunque discutono sulla moratoria dei debiti delle aziende ma una soluzione definitiva ancora non c'è. Il presidente Emma Marcegaglia da Firenze ha annunciato che potrebbe essere firmata entro giovedì ma in serata fonti Abi hanno frenato, spiegando come non sia stata ancora fissata la data per la firma «né sono confermate le condizioni di un eventuale accordo». Secondo Boccia «un'impresa che ha già partecipato alla passata misura potrà accedere ora solo per un altro prestito» e le attese sono per adesioni da 65 miliardi, sullo stesso livello di quelle 2008-2009. Ma banche e imprese che chiedono agli istituti di credito «una maggiore elasticità nella concessione di finanziamenti» cercano di fare fronte comune nell'attenuazione dell'impatto di Basilea 3 e delle norme Eba sui finanziamenti alle Pmi che assorbono per le banche una quantità di capitale di vigilanza definita eccessiva. Gli istituti di credito reagiscono quindi riducendo i finanziamenti alle piccole e medie imprese. Confindustria chiede così di «riservare un trattamento prudenziale meno stringente per le Pmi, supportando la proposta dell'Abi che prevede l'introduzione di un moltiplicatore detto “Pmi Supporting Factor” da applicare all'ammontare destinato a riserva».

L'UNIONE SARDA - Economia: Dare fiato all'economia, urgenza certificata
22.02.2012
Leggere i dati per capire la situazione
Partiamo dalla recessione, che in parte è dovuta alla stretta del credito. Stretta causata dal fatto che le banche non hanno abbastanza capitale proprio e quindi non riescono a espandere il credito, così come sarebbe possibile fare facendosi dare il denaro allo 1% dalla Bce. La riduzione del Pil del 2012 è però dovuta anche alla manovra del governo Monti, compiuta per due terzi con maggiori imposte e non accompagnata da misure di rilancio della crescita. Le critiche sono state numerose. Mario Monti, nel frattempo, ha iniziato una lotta all'evasione fiscale, apprezzabile, perché consiste soprattutto nel controllo di scontrini fiscali e ricevute Iva, il mezzo più semplice per combattere l'evasione. Ma, in parte, questa azione è deprecabile perché svolta con un clamore pubblicitario, soprattutto nelle località turistiche. Con evidenti ripercussioni negative ora (e in prospettiva), rispetto all'estero. Adesso, con il decreto sulle semplificazioni, il governo fa un nuovo errore. Chiede ai contribuenti obblighi cartacei che sono resi superflui dall'esistenza dei controlli informatici (torna l'elenco clienti-fornitori). Mentre annuncia per il 2014 riduzioni sui bassi redditi mediante il recupero dell'evasione: introiti che sarebbe stato meglio usare per scongiurare una parte degli aumenti Iva previsti da ottobre. Fermo restando la necessità, urgente e sacrosanta, di ridurre imposte su lavoratori e imprese. Urgenza certificata dai dati. La pressione fiscale in Italia nel 2012 sarà al 45% del Pil (nel 2011 era del 44%). L'aumento fra il 2011 e il 2012 - sul Pil nominale - parrebbe di un 1%. Secondo le previsioni il tasso di inflazione nel 2012 è oltre il 2%. Il Pil reale del 2012 dovrebbe scendere secondo Bankitalia dell'1,5 mentre in termini monetari aumenterà dello 0,5. Così, per calcolare l'aumento reale di pressione fiscale effettiva del 2012 in confronto al 2011, all'aumento di 1% sul Pil nominale bisogna aggiungere il 2% di calo di potere d'acquisto. In totale il 3%. Francesco Forte - Economista, ex ministro del Tesoro

Editoria, morto Enzo Sellerio
ultimo aggiornamento: 22 febbraio, ore 16:24
Palermo, 22 feb. - (Adnkronos) - E' morto questa mattina a Palermo, dopo una breve malattia, l'editore e fotografo Enzo Sellerio della omonima casa editrice. Sellerio che aveva 88 anni aveva fondato con la moglie Elvira Giorgianni la casa editrice 'Sellerio editore Palermo', una delle piu' importanti realta' editoriali italiane. Sono editi da Sellerio tutti i romanzi di Andrea Camilleri che vedono protagonista il commissario Montalbano. Ma la piu' grande passione di Enzo Sellerio era la fotografia. L'ultima mostra risale al 2007 'Fermo immagine'. Lascia i figli Antonio ed Olivia.

Crisi: portavoce Merkel, non occorre rafforzare fondo salva stati
22 Febbraio 2012 - 13:41
 (ASCA-Afp) - Berlino, 22 feb - La Germania ridabisce la contarieta' a mettere piu' soldi del Fondo europeo salva stati permanente (Esm).
 ''La posizione del governo non e' cambiata. Non c'e' necessita' di aumentare le risorse dell'Esm'', cosi' Steffen Seibert portavoce della cancelliera Angela Merkel, precisando che comunque se ne tornera' a discutere nel Consiglio europeo di marzo.
 Attualmente le risorse dell'Esm sono fissate a 500 miliardi di euro, ma Christine Lagarde, numero uno del Fondo Monetario, continua ad auspicare, da parte dei paesi dell'Eurozona, un maggiore sforzo.
red/vam

Ungheria: Ue propone sospensione fondi coesione per 2013
ultimo aggiornamento: 22 febbraio, ore 12:30
Bruxelles, 22 feb. - (Adnkronos) - La Commissione europea ha proposto oggi la sospensione all'Ungheria di fondi di coesione per il valore di 495 milioni di euro a partire dal 2013, pari al 5% del Pil ed al 29% del totale dei fondi destinati a Budapest per il prossimo anno. La misura senza precedenti, ha spiegato l'esecutivo, e' stata presa dopo aver constatato che, nonostante i ripetuti avvertimenti, l'Ungheria non ha intrapreso "le azioni appropriate" per chiudere la procedura per deficit eccessivo.

Ungheria: Governo, no possibilità sospensione fondi Ue
Non c'è la possibilità concreta che i fondi di coesione dell'Unione europea a favore dell'Ungheria vengano sospesi. Lo ha dichiarato il segretario di Stato del ministero dell'Economia magiaro Zoltan Csefalvay, aggiungendo che la sospensione è ancora sotto forma di proposta e sará presumibilmente discussa durante il meeting dell'Econfin di metá marzo.
La Commissione europea ha proposto di sospendere 495 milioni di euro di fondi Ue a favore dell'Ungheria che decorrono dal 2013, a meno che Budapest non agisca velocemente per ridurre il deficit.

Grecia: governo alza stima deficit/pil 2012 da 5,4% a 6,7%
22 Febbraio 2012 - 15:27
 (ASCA-Afp) - Atene, 22 feb - Il governo greco ha alzato rivisto al rialzo la stima sul rapporto deficit/pil 2012 che passa dal 5,4% al 6,7%, e' quanto appare nella bozza previsionale preparata dall'esecutivo.
 ''La recessione piu' profonda del previsto ha determinato una divergenza tra le stime sul deficit per il 2011, conseguentemente vanno ridefiniti gli obiettivi di finanza pubblica per il 2012'', e' scritto nella bozza.
red/vam

Grecia: Fitch taglia rating da CCC a C. Default ora e' piu' vicino
22 Febbraio 2012 - 13:11
 (ASCA) - Roma, 22 feb - Ficth ha tagliato il rating della Grecia di due gradini da CCC a C. Per l'agenzia di rating lo swap di titoli di stato, con taglio del 53% del valore dei titoli greci nel portafoglio della banche, rappresenta un tipo caso di ''distressed debt exchange'', dove si mischiano azioni volontarie e azioni coercitive.
 L'azione coercitiva riguarda i detentori di bond che non hanno partecipato all'accordo ma che vedranno comunque ristrutturato il proprio credito in conseguenza dell'intenzione di Atene di intriodurre una clausola di azione collettiva che si applichera' ai bond regolati dalla legislazione ellenica.
 Cosi''il rating e' stato tagliato a C'' indicando che l'insolvenza e' un evento altamemente probabile nel breve termine. Quando lo swap su titoli sara' completato, Ficth considerera' i bond greci oggetto dello swap e quelli ristrutturati con l'adozione della clausola collettiva come un ''credit event' e dunque come un insolenza. probabile il successivo taglio del rating su bond greci a D (Default).
men/

Grecia: aiuti saranno confermati in 2 nuove riunioni Eurogruppo a marzo
ultimo aggiornamento: 22 febbraio, ore 15:15
Bruxelles, 22 feb. - (Adnkronos/Dpa) - L'accordo sul secondo pacchetto di aiuti alla Grecia approvato ieri dai ministri delle Finanze dell'eurozona dovra' essere confermato in due nuove riunioni dell'Eurogruppo che si terranno a marzo. Lo hanno precisato fonti europee, secondo cui un primo incontro si terra' la mattina del primo marzo, prima del vertice dei capi di Stato e di governo dell'Ue, quando i ministri saranno chiamati a verificare se la Grecia ha effettivamente approvato le riforme necessarie per ottenere gli aiuti da 130 miliardi di euro.

Grecia: l’Olanda chiede più firewall
Il ministro delle Finanze olandese ha esternato i suoi dubbi sulla capacità della Grecia di dare esecuzione al secondo piano di salvataggio dal default caotico concordato con Ue e Fmi, sostenendo, al contempo, che il fondo di salvataggio temporaneo europeo Efsf debba essere fuso con quello permanente Esm per aumentarne la capacità finanziaria.
I dubbi e i firewall. In un'intervista a Le Monde Jan Kees de Jager, ministro delle Finanze olandese, ha detto che nemmeno le nuove misure di controllo approvate lo scorso lunedì notte nell'incontro dell'Eurogruppo hanno calmierato i suoi timori sull'impegno della Grecia nel dare esecuzione alle riforme, visto il fallimento dimostrato nel precedente programma di salvataggio. "A dire il vero, ho dei dubbi, ma era il massimo che potessimo fare", ha sottolineato nell’intervista de Jager, rimarcando l'urgenza di un rafforzamento delle difese anticontagio a carico del Paese ellenico. “Siamo pronti a mettere insieme i due fondi per raggiungere una potenza di fuoco di 750 miliardi di euro. Vediamo se riusciremo a farlo entro marzo. Bisogna chiedere alla Germania, che si oppone a questo da ottobre”. Il ministro olandese ha anche detto che il Fondo monetario internazionale, a carico del quale c’è circa un decimo dei nuovi 130 miliardi previsti nel piano di salvataggio, dovrebbe metterne un terzo, come nel primo programma di aiuti, e ha chiesto all’amministrazione Obama di premere sull'Fmi affinché faccia di più.
M.N.

Brescia, padania. Scontrini, irregolare uno su quattro
Uno su quattro è irregolare. Rilasciare lo scontrino o la fattura non è buona norma per il 25% degli esercizi controllati dalla Guardia di Finanza. Un dato questo che emerge dal bilancio dell'attività condotta nel 2011. Sul fronte scontrini, infatti, su 5.816 controlli effettuati, 1.425 sono risultati non in regola.
A saltare agli occhi, nella variegata azione di contrasto all'evasione fiscale condotta dalle Fiamme gialle, ci sono poi quei 550 milioni di euro in fatture false che ha portato alla denuncia di 691 soggetti e all'arresto di 10 persone.
Un altro "tesoro" sottratto al fisco è rappresentato da quei 250 milioni di euro accumulati da 40 evasori totali, soggetti cioè completamente sconosciuti al fisco.
Bastano questi numeri per tratteggiare il quadro del cosidetto fenomeno evasivo. Un quadro sfaccettato che da un lato annovera l'evasione diffusa o di massa, realizzata nellìambito delle piccole imprese e lavoratori autonomi che, operando a diretto contatto con i consumatori finali, possono evadere attraverso la mancata emissioni di scontrini e ricevute. Dall'altro lato, però, esistono forme di evasione più sofisticate e complesse basate su artificiose rappresentazioni della realtà dei fatti gestionali.

Parma, padania. Pomodoro, Confagricoltura Emilia-Romagna auspica un accordo in tempi brevi
In vista dei prossimi appuntamenti per la programmazione della campagna 2012 del pomodoro da industria, Confagricoltura Emilia-Romagna raccoglie le forti preoccupazioni giunte dalle proprie aziende produttrici e richiama tutta la filiera agricola e le Organizzazioni di Produttori (OP) in particolare, a definire programmi di coltivazione coerenti con le realtà di mercato e capaci di salvaguardare il reddito dei produttori. A tal fine «ritiene, suo malgrado, indispensabile prevedere una riduzione del 25% delle superfici coltivate a pomodoro, rispetto al 2011».
Su questi presupposti - spiega Guglielmo Garagnani, presidente dell’organizzazione - occorre chiudere quanto prima l'accordo sul prezzo con gli industriali, consolidando inoltre gli altri elementi di contrattazione, quali i parametri qualitativi, definiti nella scorsa campagna. Come ogni anno si protrae all’infinito la trattativa sul prezzo mettendo gli imprenditori nelle condizioni di fare delle scelte aziendali al buio. Oltre agli aumenti dovuti all’inflazione - ricorda Confagricoltura - agli imprenditori agricoli peseranno da quest’anno i costi del gasolio alle stelle, l’Imu sui terreni e i costi dei mezzi tecnici sempre più onerosi. I produttori di pomodoro - evidenzia Garagnani - sono sempre più scoraggiati ed il pericolo è di rinunciare agli investimenti nel settore, soprattutto per la difficoltà ad ottenere credito dalle banche rischiando di interrompere la filiera del pomodoro da industria, fiore all’occhiello del Made in Italy nel mondo.
«Una trattativa seria - conclude Garagnani - non può prescindere dai costi di produzione, altrimenti il rischio è di lavorare senza rientrare degli investimenti fatti, com'è già successo negli ultimi anni».

Nessun commento: