giovedì 23 febbraio 2012

News/pm.23.2.12/ Il pianto greco del Belpaese padanino. - Si stima che alla luce di queste previsioni il Pil italiano (2012) fara' segnare un -6% rispetto al 2007.---A gennaio 2012 si e' registrata una flessione congiunturale delle esportazioni (-5,0%) a fronte di una crescita delle importazioni (+2,8%).

LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Settantamila aziende in rosso per 5 miliardi
LA NUOVA SARDEGNA - Economia: I Movimenti e il decreto: «Senza lo stato di crisi cambierà poco o nulla»
Commercio estero: a gennaio -5% export +2, 8% import extra-Ue
Crisi: Ue taglia stima pil Italia 2012 da +0,1% a -1,3% (1upd)
Germania: indice Ifo sale piu' di attese a febbraio
Effetto Grecia sui conti di Dexia. Nel 2011 ha bruciato 11,6 miliardi, mai così male una banca francese
Pianto greco per il Crédit Agricole, in rosso di 1,47 miliardi
Spagna: Caritas, 22% famiglie al di sotto soglia di poverta'
Crisi: Grecia; ogni settimana chiudono 1.000 imprese, studio



LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Settantamila aziende in rosso per 5 miliardi
23.02.2012
CAGLIARI. Nel 2010, le aziende sarde indebitate con il Fisco erano 64.104 su un attivo di 160 mila iscritte ai registri delle Camere di commercio. L’esposizione debitoria allora era di 3 miliardi e 516 milioni, con il 40 per cento delle imprese gravate in media di un debito verso l’Erario intorno ai 55 mila euro. Nel 2011 il dato è peggiorato. Solo in provincia di Cagliari, le imprese in rosso col Fisco sono aumentate dell’11 per cento, per un debito complessivo salito a 2 miliardi e 232 milioni contro il miliardo e 770 milioni del 2010. In Sardegna, nel dettaglio, l’anno scorso il balzo in avanti del debito è stato del 20,56 per cento nei confronti dell’Erario, dell’11,15 con l’Inps e del 14,37 rispetto agli altri creditori pubblici, soprattutto i Comuni per l’Ici, multe e Tarsu. Le previsioni per il 2012 sono ancora peggiori. Il numero delle imprese indebitate dovrebbe supererà quota settantamila e il debito complessivo sfiorare i 5 miliardi.

LA NUOVA SARDEGNA - Economia: I Movimenti e il decreto: «Senza lo stato di crisi cambierà poco o nulla»
23.02.2012
CAGLIARI. Ventiquattr’ore di passione ancora, e poi domani i contribuenti sapranno se il Governo Monti li ha liberati (almeno un po’) dalla pressione di Equitalia. Il decreto «semplificazioni» dovrebbe prevedere diverse soluzioni salva-aziende, le anticipazioni non mancano, ma gli indignados della Sardegna, fra i più duri nella protesta, sono scettici. «Nessuna illusione - fanno sapere i Movimenti - perché abbiamo già capito che quei provvedimenti non saranno applicati alle vecchie cartelle e non fermeranno le aste giudiziarie. Non siamo ancora salvi». La salvezza, semmai arriverà, non è nel decreto del venerdì di Quaresima, ma nella dichiarazione dello stato di crisi. «Il nostro obbiettivo è quello - dice Andrea Impera del Movimento artigiani e commercianti liberi del Sulcis - Anche il presidente Napolitano, che noi abbiamo contestato nella sua visita a Cagliari, alla fine lo ha capito. E infatti dopo il nostro incontro col suo incaricato per gli affari interni, è stato lui stesso a dirsi sorpreso su come mai il Sulcis, in ginocchio, e la Sardegna non avessero ancora ottenuto lo stato di crisi». Per adesso nell’annunciato decreto Monti, della moratoria non c’è traccia, anche se dall’incontro col prefetto Cazzella (il consigliere del Capo dello Stato) i Movimenti sono usciti fiduciosi: «C’è stato confermato che domani, a Palazzo Chigi, sarà affrontato proprio il caso Sardegna. Vediamo se i politici manterranno finalmente le promesse», dice un Andrea Impera scettico. Certo, il salvacondotto (un anno più un altro anno rinnovabile col blocco dei pagamenti) sarebbe l’ideale, ma se non dovesse arrivare? Marco Mameli, portavoce del Presidio Anti-Equitalia, occupano un intero piano della Regione, legge la bozza Monti, e dice: «È un passo in avanti. C’è uno spiraglio. Qualcuno comincia ad ascoltare le nostre rivendicazioni. Ma se gli aggiustamenti di domani non avranno effetti sui debiti che finora abbiamo accumulato con l’esattore, non ci siamo ancora. Il Governo non può pensare al futuro, e lasciare tutti i sardi in mezzo alle macerie». Se c’è una speranza che le ultime ore possano convincere i professori a mettere le mani anche sulla montagne di cartelle già esecutive, Marco Mameli non nasconde la soddisfazione per le annunciate e confermate ipoteche soft: «Finalmente l’imprenditore diventerà custode dei beni pignorati. Prima accadeva che Equitalia ti portasse via tutto, non potevi più utilizzare niente: assurdo, era peggio di un accanimento fiscale. Perché quell’atto d’imperio voleva dire decretare la morte dell’azienda, impedire all’impresa di lavorare e dunque produrre reddito per poi pagare i debiti con l’Erario». Adesso invece il debitore sarà nominato custode: «Potrà continuare a usare il furgone pignorato o far girare le macchine sotto sequestro. Finalmente, non saremo più dei morti che camminano», dice Mameli. Con un ultimo messaggio, forte e chiaro: «Domani, Monti deve ricordarsi anche dell’arretrato. Altrimenti la tensione sociale salirà ancora».
RATE FLESSIBILI Un’altra delle novità previste dalla bozza del decreto semplificazioni riguarda la rateizzazione dei debiti tributari. I contribuenti potranno chiedere di pagare meno nella fase iniziale e di più successivamente. In altre parole, le rate non saranno più fisse e questo dovrebbe permettere al debitore di non essere subito pressato da Equitalia. Se la domanda di dilazione sarà accolta, verrà bloccata anche l’accensione d’ufficio dell’ipoteca. In questo caso, la bozza Monti prevede invece un limite temporale: i piani di rateizzazione già in essere non potranno sfruttare l’agevolazione delle “rate flessibili”.

Commercio estero: a gennaio -5% export +2, 8% import extra-Ue
(AGI) - Roma, 23 feb. - A gennaio 2012 si e' registrata una flessione congiunturale delle esportazioni (-5,0%) a fronte di una crescita delle importazioni (+2,8%). E' la stima dell'Istat riguardante il commercio estero extra Ue. Nell'ultimo trimestre la dinamica congiunturale e' comunque positiva per le esportazioni (+2,6%) e negativa per le importazioni (-1,3%). Il mese scorso, prosegue l'Istat, le esportazioni hanno presentato una crescita tendenziale del 4,8%, rispetto ad una sostanziale stazionarieta' delle importazioni (+0,2%). Il deficit commerciale con i paesi extra Ue e' pari a 5.105 milioni, in miglioramento rispetto a quello di gennaio 2011 (-5.584 milioni).

Crisi: Ue taglia stima pil Italia 2012 da +0,1% a -1,3% (1upd)
23 Febbraio 2012 - 11:49
 (ASCA) - Bruxelles, 23 feb - L'Italia nel 2012 fara' segnare una contrazione del Pil pari all'1,3%. Queste le stime dell'Unione europea nel documento sulle previsioni economiche provvisorie presentato oggi a Bruxelles, che corregge fortemente al ribasso la precedente stima, fissata ad un +0,1%.
 Il prodotto interno lordo del nostro paese subira', secondo le stime, ''un'ulteriore contrazione dello 0,7% nel primo trimestre del 2012, e dello 0,2% nel secondo trimestre''. L'economia italiana, continua lo studio Ue, dovrebbe stabilizzarsi nelle seconda meta' dell'anno, ''purche' non ci siano ulteriori deterioramenti delle condizioni dei mercati finanziari e il differenziale con i bund tedeschi resti stabile attorno ai 370 punti''.
 Si stima che alla luce di queste previsioni il Pil italiano fara' segnare un -6% rispetto al 2007.
 La Ue ha poi tagliato anche la stima del pil italiano 2011, da +0,5% a +0,2%.
bne/sam/

Germania: indice Ifo sale piu' di attese a febbraio
(AGI) - Francoforte, 23 feb. - L'indice Ifo, uno dei principali barometri dell'economia tedesca, sale a 109,6 punti a febbraio dai 108,3 punti di gennaio, sopra gli attesi 108,8 punti. E' il quarto rialzo mesile consecutivo dell'indice Ifo. L'indice sulla situazione attuale si attesta a 117,5 punti, oltre gli attesi 116,4 punti e quelli sulle aspettativa si colloca a 102,3 punti sopra gli attesi 102 punti. Il dato di febbraio e' il livello piu' alto da sette mesi a questa parte. Secondo gli esperti dell'istituto Ifo la Germania al momento non e' in recessione, anche se il rischio permane, soprattutto a causa della crisi del debito europea. (AGI) .

Effetto Grecia sui conti di Dexia. Nel 2011 ha bruciato 11,6 miliardi, mai così male una banca francese
Dexia ha chiuso il 2011 con una perdita netta di 11,6 miliardi, un record per la storia di tutto il sistema bancario francese, diretta conseguenza della grave crisi sfociata lo scorso ottobre nel nuovo salvataggio dell'istituto. La cessione di Dexia Banque Belgique, la banca di dettaglio belga, è in particolare costata 4 miliardi di euro in termini di svalutazione, mentre gli accantonamenti per l'esposizione sofferta verso la Grecia hanno pesato per 3,4 miliardi. Altri 984 milioni di svalutazione sono riconducibili all'attività di prestiti verso il mercato francese.
In giornata ha anche presentato i conti del 2011 Crédit Agricole che ha chiuso l'anno con un rosso di 1,47 miliardi.
 23 febbraio 2012

Pianto greco per il Crédit Agricole, in rosso di 1,47 miliardi
Il Crédit Agricole Sa, la società quotata del gruppo Crédit Agricole, ha segnato nel 2011 una perdita netta consolidata di 1,47 miliardi di euro, contro un utile di 1,26 miliardi nel 2010, dopo avere chiuso il terzo trimestre con un rosso di 3,1 miliardi contro -328 milioni un anno prima.
Sull'andamento hanno pesato la Grecia, il "piano di adeguamento" lanciato nello scorso autunno e le svalutazioni. Il risultato è inferiore alle attese degli analisti, che prevedevano una perdita attorno a 856 milioni per l'esercizio. Il margine d'intermediazione ammonta a 20,8 miliardi (4,7 miliardi nel quarto trimestre), in aumento del 3,3% sull'anno e il risultato lordo di gestione é pari a 7,2 miliardi (+3,3%). Il piano di sostegno alla Grecia (Psi e la filiale Emporiki) ha pesato per complessivi 2,37 miliardi.
I titoli di Stato greci sono stati deprezzati per il 74%. Il piano di adeguamento del gruppo ha avuto un impatto di -482 milioni e le svalutazioni hanno totalizzato 2,53 miliardi. Il cda ha confermato la decisione annnunciata a metà dicembre di non proporre all'assemblea il pagamento di un dividendo. Il gruppo Crédit Agricole nel suo insieme ha chiuso il 2011 con un utile netto di 812 milioni contro +3,6 miliardi nel 2010 e un ratio Eba pari al 9,6%.
 23 febbraio 2012

Spagna: Caritas, 22% famiglie al di sotto soglia di poverta'
23 febbraio, 12:15
(ANSAmed) - Madrid, 23 FEB - La differenza fra ricchi e poveri si aggrava sempre più in Spagna, che è il Paese della Ue dove sono aumentate di più le disuguaglianze dall'inizio della crisi, col 22% delle famiglie al di sotto della soglia di povertà e undici milioni di persone a rischio di cadervi. E' quanto emerge dall'ultimo rapporto della Caritas, realizzato dalla Fondazione Foessa e citato oggi dai media. Secondo i dati, lo scorso anno 580.000 famiglie non hanno avuto alcun tipo di entrata economica e circa 30.000 persone vivono per strada o sotto i ponti. "Dopo 4 anni di difficoltà economiche, la povertà è più intensa, estesa e cronica", ha assicurato il segretario della Caritas, Sebastian Mora, nel presentare il rapporto. Nel 2010 la soglia di povertà si è ulteriormente abbassata a 7.800 euro annuali, vale a dire 200 euro in meno che nell'anno precedente. E la Caritas prevede che la situazione peggiorerà nel 2012. La Spagna è fra i Paesi europei col maggiore tasso di povertà, che raggiunge il 21,8% della popolazione, rispetto al 16,4% della media della Ue, superata solo da Romania e Lettonia. Il rapporto rileva l'erosione del reddito medio spagnolo negli ultimi anni, passato da 19.300 euro annuali nel 2007, agli attuali 18.500, pari a una diminuzione del 4%, per cui un terzo delle famiglie riconosce "difficoltà serie per arrivare a fine mese". Da parte sua la Caritas ha assistito lo scorso anno nei propri centri oltre un milione di persone, circa il doppio di quelle assistite nel 2007.

Crisi: Grecia; ogni settimana chiudono 1.000 imprese, studio
23 febbraio, 11:05
(ANSAmed) - ATENE, 23 FEB - Sono almeno 12.000 le imprese elleniche, tra piccole e medie, che dovrebbero cessare l'attivita' entro il primo trimestre di quest'anno in quanto c'e' un elevato numero di compagnie - sia commerciali sia manufatturiere - che chiuderanno i battenti alla fine delle vendite invernali, il 29 febbraio, dopo aver svenduto il piu' possibile delle loro merci. Lo riferisce oggi il quotidiano Kathimerini citando i risultati di uno studio condotto dalla Confederazione generale ellenica delle piccole imprese (Gsevee) secondo il quale un totale di 61.200 tra piccole e medie imprese greche chiuderanno entro il 2012. I posti di lavoro che il settore perdera' quest'anno, secondo la stessa ricerca, sono stimati intorno ai 240.000 a fronte dei 150.000 gia' andati persi lo scorso anno.
Inoltre, negli ultimi sei mesi piu' della meta' dei datori di lavoro nel settore (il 53.3%) non ha pagato nei tempi stabiliti i propri dipendenti. (ANSAmed).

Nessun commento: