domenica 26 febbraio 2012

News/am.26.2.12/ Taglio di capelli alla greca: sfumatura bassa e pagamento a babbo morto. - Alessandro Merli: Dallara ha sostenuto che l`applicazione delle Cac non è certa e che solleverebbe preoccupazioni degli investitori nei titoli pubblici di altri Paesi europei, fra cui l`Italia. Gli investitori - osserva una nota riservata dell`Iif - riconsidereranno il premio al rischio che intendono chiedere per detenere le obbligazioni degli altri Paesi della periferia d`Europa alla luce delle pesanti perdite accusata sul debito greco. In altre parole, saranno meno propensi a detenere questi titoli o richiederanno un rendimento più elevato.---Il Mezzogiorno - dice Caldoro - dovrebbe esprimersi con maggiore compattezza ed efficacia e anche con maggiore forza, di fronte a una proposta che è fatta per il Sud, per gli amministratori del Sud, non per me, ma per tutti.

Caldoro contro la Lega, secondo round
Dr, Di Risio: "Allarmismo ad hoc per Termini Imerese
I consumi ai minimi dal 2004
I 100 giorni di Monti: risparmi per 43 milioni di euro
La Grecia lancia io «swap»
Grecia: min.tedesco Interni, Atene dovrebbe uscire da euro



Caldoro contro la Lega, secondo round
«Io lotto ma deputati del Sud sono inerti»
«Difendo l'idea di Fondo nazionale: il Nord contrattacca con tutti i mezzi. Ma i parlamentari meridionali?»
NAPOLI - Non si fa attendere la risposta del governatore della Campania, Stefano Caldoro, dopo l'articolo comparso sulle pagine de «La Padania» in cui viene ancora una volta duramente criticata la sua proposta di un Fondo di garanzia nazionale dove far confluire i fondi non spesi da tutte le Regioni per evitare di sforare il Patto di stabilità.
«CACCIA ALL'UOMO» - Dura la replica del governatore: «Vedo una caccia all'uomo, organizzata come una falange compatta dai leghisti». E aggiunge: «Loro in questo sono bravi e hanno azionato tutte le loro leve mediatiche. Attaccano in tutti i dibattiti parlamentari, il gruppo interviene contro il presidente della Regione Campania, lo fanno i giornali che hanno, la rete è aggredita dalla loro posizione, i loro amministratori, tutti». Caldoro spiega anche che nota «una debolezza oggettiva di reazione in Parlamento, tranne qualche eccezione personale, encomiabile». E sottolinea: «Non si risponde in alcuna maniera. La classe politica non lo fa a partire dai parlamentari, e non lo fa, con opportuna efficacia, la classe dirigente del Sud». «Il Mezzogiorno» - dice Caldoro- «dovrebbe esprimersi con maggiore compattezza ed efficacia e anche con maggiore forza, di fronte a una proposta che è fatta per il Sud, per gli amministratori del Sud, non per me, ma per tutti». Interessi collettivi e non personali: «Non parlo del Pdl, ma in generale di tutti i partiti che avrebbero interesse, è un giudizio generale, oggettivo». E conclude: «A meno che qualcuno non mi dica, e io sto ancora aspettando, di avere una opinione diversa o che è una cosa sbagliata. Altrimenti rischiamo come nella pubblicità 'Vinco facile' dove ti arrivano tutti addosso».

Dr, Di Risio: "Allarmismo ad hoc per Termini Imerese
L'amministratore della società che ha rilevato la fabbrica Fiat: "Qualcuno ha interesse a bloccare il tutto. Ritardi? Colpa di alcuni intoppi bancari"
TERMINI IMERESE. Per Massimo Di Risio, ad di Dr Motor, intervenuto sabato mattina nella trasmissione radiofonica del Giornale di Sicilia "Ditelo a Rgs", la società che ha rilevato la fabbrica Fiat di Termini Imerese, «c'è una forma di allarmismo generata ad hoc da qualcuno che ha interesse a bloccare l'operazione» ma «assicuro che la newco che opererà sarà fortemente capitalizzata con 20 milioni di euro liquidi, 80 mln di patrimonio e oltre 100 mln di finanziamenti bancari». Di Risio ha fatto il punto con la commissione Attività produttive dell'Assemblea regionale siciliana che ha convocato un'audizione alla quale partecipano anche delegazioni sindacali e alcuni sindaci del comprensorio. Di Risio ha voluto dare queste rassicurazioni facendo riferimento alle notizie riguardo le presunte difficoltà finanziaria di Dr, che avrebbero comportato ritardi nei pagamenti dei salari ai dipendenti della fabbrica in Molise.  «Se abbiamo qualche ritardo rispetto alla tabella di marcia è dovuto ai tempi del sistema bancario sulla delibera di finanza sebbene ci siano le garanzie della Regione siciliana. Abbiamo 60 giorni di tempo per arrivare a una soluzione rimanendo nei tempi stabiliti»

I consumi ai minimi dal 2004
di Laura Cavestri
Tengono gli alimentari (variazione nulla nel 2011 sul 2010), ma arretra pesantemente tutto il resto, tra cui elettrodomestici, abbigliamento, calzature e mobili. Male le vendite nei picoli negozi ma anche in super e ipermercati. Crescono, di poco, solo i discount.
Le vendite al dettaglio nel 2011 sono calate dell'1,3% (dato grezzo) rispetto al 2010, quando si erano mantenute, pur di poco, sopra lo zero (+0,2%). Lo ha reso noto ieri l'Istat, spiegando che le vendite degli alimentari restano ferme e il non food scende dell'1,8 per cento. In pratica, il dato peggiore dal 2009.
Nello specifico, le vendite al dettaglio, a dicembre scorso, hanno segnato una diminuzione, rispetto al precedente mese di novembre, dell'1,1% (dato destagionalizzato, cioè il valore corrente che incorpora la dinamica sia delle quantità sia dei prezzi). Si tratta del ribasso più forte da luglio 2004.
Nella media del trimestre ottobre-dicembre 2011 l'indice è diminuito dell'1% rispetto ai tre mesi precedenti. Mentre nel confronto con novembre 2011, diminuiscono, quindi, le vendite sia per i prodotti alimentari (-1,0%) sia per quelli non alimentari (-1,2%).
Se letto in retrospettiva a un anno, l'indice grezzo del -1,1% di dicembre 2011 segna un calo del 3,7% rispetto allo stesso mese del 2010: le vendite di prodotti alimentari sono diminuite dell'1,7%, quelle dei beni non food del 4,4 per cento.
Nel confronto con dicembre 2010 si registra una flessione sia per le vendite della grande distribuzione, sia per i piccoli negozi (rispettivamente -3,9% e -3,5%).
A dicembre 2011, tra le imprese della grande distribuzione si rilevano diminuzioni tendenziali sia per gli esercizi non specializzati (-4,2%) sia per quelli specializzati (-1,9%). Nei primi, le vendite degli esercizi a prevalenza alimentare sono diminuite del 3%, quelle degli esercizi a prevalenza non alimentare sono scese del 7,1 per cento.
Nella grande distribuzione a prevalenza alimentare, aumentano le vendite solo per i discount (+1%), mentre diminuiscono sia quelle degli ipermercati che quelle dei supermercati (rispettivamente -4,4 e -2%).
Per quanto riguarda il valore delle vendite di prodotti non alimentari, a dicembre 2011, si sono registrate variazioni tendenziali negative in tutti i gruppi di prodotti. Le diminuzioni più consistenti riguardano elettrodomestici, radio, tv e registratori (-11,3%) e supporti magnetici, strumenti musicali (-7,8%). La categoria che mostra la flessione più contenuta è quella dei prodotti di profumeria (-1,6%), seguita da informatica e telefonia (-2,4 per cento).
Nessun tono apocalittico, ma per Confcommercio «la riduzione dei valori e dei volumi acquistati segnala non solo lo stato di estrema difficoltà in cui versano i consumi delle famiglie, ma anche come il ridimensionamento abbia coinvolto tutte le tipologie distributive».
«Questi dati – ha dichiarato il presidente di Federalimentare, Filippo Ferrua – rendono ancora più assurdi i previsti aumenti dell'Iva da ottobre ed il solo parlare di una food tax». Appello analogo a quello di Giovanni Cobolli Gigli, presidente di Federdistribuzione: «La situazione dei consumi è "preoccupante" e un nuovo aumento dell'Iva metterebbe ulteriormente a rischio il potere d'acquisto delle famiglie». «Gli italiani sono allo stremo – sottolinea la Cia –. Quasi il 40% si rivolge ormai solo a discount e promozioni commerciali».
«Il potere di acquisto delle famiglie è in caduta libera, per di più intaccato dalla manovra economica e dalla forte crescita dei prezzi, anche sulla spinta dell'aumento dei carburanti» affermano, in una nota congiunta, Rosario Trefiletti (Federconsumatori) ed Elio Lannutti (Adusbef). Per Adiconsum, a questo punto, è «necessario abbattere la pressione fiscale indiretta e diretta soprattutto sulle buste paga e sulle pensioni». Infine, fa un po' di conti in tasca Carlo Pileri, presidente di Adoc: «Non sorprende il calo delle vendite. Il costo della spesa alimentare è salito in media del 5%, per un aggravio di spesa pari a 350 euro l'anno per famiglia».
 25 febbraio 2012

I 100 giorni di Monti: risparmi per 43 milioni di euro
Roma – RISPARMI complessivi per 43 milioni di euro. Presentato stamane a Roma il rapporto “Attività dei primi 100 giorni”  del Governo, a tre mesi dall’insediamento.
 Il dossier è diviso in due parti. La prima descrive e analizza le tre direttrici – rigore, equità e crescità – che hanno ispirato l’azione dell’Esecutivo; il rinnovato rapporto con l’Europa e con i cittadini. La seconda parte, incentrata sulle politiche di settore, dà conto dei provvedimenti per il Mezzogiorno, di quelli di politica estera e difesa, sicurezza e giustizia, agenda digitale, scuola, impresa e servizi pubblici locali.
 Le due appendici elencano rispettivamente l’attività normativa del governo e le opere infrastrutturali sbloccate dal Cipe (relative anche a Manfredonia, ne riferiamo a parte, ndR).
Meno spese per quanto riguarda il personale, i trasporti aerei e gli automezzi: – 4 milioni di euro per i dipendenti nelle strutture generali stabili (blocco del turnover, congelamento dei contratti, pensionamenti); – 12,2 milioni di euro per gli uffici di diretta collaborazione relativi al Presidente, ai Ministri senza portafoglio ed ai Sottosegretari presso la Presidenza del Consiglio. In questi uffici si registra una riduzione di 241 unita’ in termini di personale addetto; – 2,3 milioni di euro per le strutture di missione, con una riduzione di 51 unita’ di personale; – 750 mila euro per esperti e consulenti, il cui numero complessivo e’ diminuito di 99 unita’. Per quanto riguarda i trasporti aerei di Stato, c’e’ stata una contrazione significativa dei voli pari al 92%, con un risparmio complessivo di 23,5 milioni. Infine, nel servizio automezzi il risparmio ammonta a circa 270 mila euro, su base annua.
 ‘Cresci Italia’. “Si tratta di un pacchetto di riforme, varato il 20 gennaio, che mirano a rimuovere due grandi vincoli che hanno compresso per decenni il potenziale di crescita dell’Italia: l’insufficiente concorrenza dei mercati e l’inadeguatezza delle infrastrutture. Il provvedimento contribuira’ nel breve periodo a traghettare l’economia nazionale fuori dalla spirale recessiva e, nel medio/lungo periodo, ad allinearla ai ritmi di crescita dei partner europei e internazionali. In particolare l’attenzione del governo si e’ focalizzata sui giovani, puntando alla valorizzazione del merito come fattore premiante. L’insieme delle misure si basa su due pilastri: crescita ed equita’. La prima direttrice, quella della crescita, e’ stata perseguita”.
Il Governo sottolinea di aver messo il massimo sforzo per dare attuazione agli impegni con l’Europa. Tra questi, in particolare il raggiungimento del pareggio gia’ nel 2013 come da impegni presi dal precedente esecutivo. Il governo inoltre sta mettendo in atto un ampio piano di riforme strutturali, a partire dal mercato del lavoro. Una strategia che mira a “trasformare l’Italia da paese in emergenza a modello per uscire dalla crisi dell’eurozona”.
Liberalizzazioni. “La competitivita’ del sistema Paese aumenta soprattutto grazie alla concorrenza. Per questo il governo ha varato una serie di misure per aprire il mercato con l’obbiettivo di abbattere i privilegi e garantire maggior crescita”. Le liberalizzazioni, infatti, “incidendo in modo diretto sulle politiche aziendali delle imprese sono in grado di determinare una sensibile riduzione dei prezzi, con vantaggi evidenti per i consumatori”.
Evasione fiscale. Ricordati nel documento i recenti blitz delle Fiamme gialle in alcune localita’ turistiche e nelle grandi citta’ del Paese. L’emersione del sommerso e la lotta alle frodi fiscali “sono i fattori chiave che consentono di conciliare rigore ed equita’, garantendo allo stesso tempo piu’ risorse da destinare alla crescita”. L’esecutivo sottolinea quindi che con incisivi taglia alla spesa pubblica si potrebbe evitare l’aumento dell’Iva. I risultati che si produrranno in termini di risparmi con la spending review “potrebbero contribuire ad evitare (in tutto o in parte) l’aumento delle aliquote Iva, previsto a partire da ottobre 2012″ si legge nel documento. In via programmatica, entro il mese di aprile sara’ presentata al Consiglio dei Ministri una valutazione delle criticita’ rilevata sul complesso dei programmi di spesa di ciascun dicastero.
 Infine riferimenti al censimento del parco auto delle Pubbliche amministrazioni per il 2011. Il censimento e’ stato effettuato su 8.276 amministrazioni, centrali e locali, ed ha avuto l’adesione del 90.8% delle amministrazioni. I risultati: 59.216 vetture censite, di cui 9.855 blu (cioe’ riservate ai vertici delle P.a.) e 49.361 grigie (cioe’ destinate ad un uso di servizio); 64.524 autovetture e’ la stima totale (aggiungendo le auto, in proprieta’ o in noleggio, degli enti non rispondenti) cosi’ distribuite: 10.634 blu e 53.890 grigie – riduzione del 10% delle auto rispetto al 2010, con una riduzione piu’ accentuata sulle auto blu (13%).
 Per quanto concerne la distribuzione geografica delle risposte, prevale il Nord con una percentuale abbondantemente sopra il 90%, il Centro con percentuali intorno all’80%, mentre le Regioni meridionali si attestano poco sopra il 70% (fanalini di Governo Monti: attivita’ dei primi 100 giorni 15 coda sono Calabria, Sicilia e Campania).
 Criminalità organizzata:”dal 17 novembre 2011 la Polizia di Stato ha portato a termine 46 importanti operazioni di polizia giudiziaria con l’arresto di 634 soggetti; contemporaneamente sono stati sciolti 6 Consigli comunali per infiltrazione mafiosa. Alle organizzazioni di tipo mafioso sono stati sequestrati 2.276 beni per un valore complessivo di oltre 1,2 miliardi di euro e confiscati 729 beni per un valore superiore ai 707 milioni di euro”.
 Difesa. A tre mesi dall’insediamento, il Governo ha compiuto una riforma basata “sia su una profonda analisi di tipo strategico in relazione allo scenario internazionale, sia su considerazioni economiche non eludibili in un momento di grande attenzione agli equilibri di bilancio”.
 Redazione Stato

La Grecia lancia io «swap»
Lo scambio dei bond con i creditori privati taglia il debito di 107 miliardi
Alessandro Merli CITTÀ DEL MESSICO. Dal nostro inviato w.
 Governo greco ha lanciato ieri la proposta ai creditori privati di scambio delle proprie obbligazioni, con l`obiettivo di ridurre il debito di oltre 107 miliardi di euro su un totale di 206:
 L`accordo per la ristrutturazione del debito privato, che fa parte dell`intesa raggiunta al vertice europeo dei giorni scorsi per la concessione alla Grecia di un secondo pacchetto di aiuti, da 130 miliardi di euro, causerà una perdita ai creditori di Atene vicina al 75% della loro esposizione, ben al di là dellariduzione del valore nominale del 53,5 percento.
 Il negoziatore dell`accordo per conto delle grandi banche, Charles Dallara, si è dichiarato però «ottimista, che, una volta che gli investitori avranno valutato attentamente `i` termini, aderiranno». Secondo Dallara, che dirige l`Institute of International Finance, l`associazione che raggruppa oltre 40o istituzioni globali, l`intero pacchetto per la Grecia «ridurrà l`incertezza e faciliterà il ritorno della fiducia necessaria e della crescita economica». Alcune banche socie riunite da ieri a Città del Messico, a margine degli incontri dei ministri e governatori del G-20, che iniziano oggi e saranno inevitabilmente focalizzati sulla crisi europea, sono critiche dell`accordo raggiunto e soprattutto del fatto che sia stato definito a carattere "volontario".
 La Grecia è impegnata a procedere con lo swap se otterrà una partecipazione superiore al 90% (ritenuta dal Fondo monetario la soglia minima perché il debito greco riacquisti sostenibilità) e discuterà invece di nuovo con i creditori sul da farsi se l`adesione fosse fra i175 e il 90 percento. Lo swap dovrebbe concludersi i112 marzo, in modo da impedire che la Grecia fi- nisca in default su un rimborso che di 14,5 miliardi di euro che deve effettuare entro il 20.
 Il Parlamento greco ha approvato nei giorni scorsi la possibilità di introdurre retroattivamente nei bond "clausole di azione collettiva" che vincolano tutti i creditori ad accettare la ristrutturazione qualora la proposta sia votata da una maggioranza qualificata degli stessi.
 L`introduzione delle Cac farebbe scattare i contratti di assicurazione sul default della Grecia, i credit default swap, provocando perdite alle banche che hanno venduto questo tipo di protezione, fra cui sono in prima fila, secondo fonti di mercato, le banche tedesche. Dallara ha sostenuto che l`applicazione delle Cac non è certa e che «solleverebbe preoccupazioni degli investitori nei titoli pubblici di altri Paesi europei», fra cui l`Italia. «Gli investitori - osserva una nota riservata dell`Iif- riconsidereranno il premio al rischio che intendono chiedere per detenere le obbligazioni degli altri Paesi della periferia d`Europa alla luce delle pesanti perdite accusata sul debito greco».
 In altre parole, saranno meno propensi a detenere questi titoli o richiederanno un rendimento più elevato.
 La proposta della Grecia prevede che i creditori ricevano, in cambio dei titoli attualmente in loro possesso, nuove obbligazioni greche pari a131,5% del valore nominale del loro credito, con scadenze fra gli nei 3o anni, con una cedola media del 3,65% (2% fmo al febbraio 2015, 3% nei 5 anni successivi, e 4,3% in seguito, fino al 2o42) e bond a due anni del fondo salva-Stati europeo Efsf pari al 15% del nominale della loro esposizione.
 La ristrutturazione comprende anche l`emissione di strumenti legati al pil, cioè alla crescita dell`economia •greca oltre una certa soglia. Utilizzati nel caso dell`Argentina, questi consentirono ai creditori di recuperare unaparte delle perdite grazie alla spettacolare ripresa dell`economia.
 I mercati tuttavia sono scettici che questo avvenga nel caso della Grecia, dato che le aspettative di crescita sono molto pessimistiche. La stessa Iif prevede solo un "modesto" aumento del rendimento. Secondo la maggior parte delle valutazioni di mercato, la ristrutturazione del debito greco nel suo complesso sarà ancora più onerosa per gli investitori di quella, dell`Argentina, che all`epoca segnò un nuovo record negativo fu decisa unilateralmente.
Da "IL SOLE 24 ORE" di sabato 25 febbraio 2012

Grecia: min.tedesco Interni, Atene dovrebbe uscire da euro
ultimo aggiornamento: 25 febbraio, ore 19:49
Berlino, 25 feb. - (Adnkronos/Dpa)- Il ministro tedesco degli Interni, Hans Peter Friederich, ha apertamente raccomandato l'uscita della Grecia dall'euro. "Fuori dall'Unione monetaria, le possibilita' di ripresa di Grecia sarebbero senza dubbio maggiori che se rimanesse nella zona euro", ha detto il ministro, citato dal settimanale Der Spiegel nell'edizioen domani in edicola.

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