martedì 21 febbraio 2012

News/pm.20.2.12/ Un accordo non e’ un contratto. - La troika Ue-Bce-Fmi, che negli ultimi due anni andava a controllare la situazione con missioni ogni tre mesi, sara' ad Atene in permanenza. Di fatto e' una vittoria dei falchi del nordeuropa, che non si fidavano piu' delle promesse della politica greca. La Germania che aveva parlato per prima della necessita' di un commissariamento di Atene, nelle settimane scorse aveva ammorbidito i toni. Ma e' stata l'Olanda a fare la faccia feroce fino all'ultimo, con il ministro De Jager che ha chiesto la troika permanente entrando in riunione e alla fine l'ha ottenuta. Il timore e' che gli impegni presi dal governo Venizelos, sostenuto dai socialisti del Pasok e dai conservatori di Nuova Democrazia, possano venire disattesi dal governo che uscira' dopo le elezioni del prossimo aprile. Ma l'Eurogruppo ha preso le contromisure: l'erogazione del nuovo piano di aiuti avverra' in due anni, fino al 2014.---Beda Romano: In Olanda, Finlandia e Germania, il nuovo pacchetto a favore della Grecia dovrà essere valutato anche dai parlamenti locali.

L'UNIONE SARDA - Economia: «Agea ci deve 65 milioni di euro»
Grecia, ma la strada è ancora in salita
Crisi: altri 130 mld alla Grecia, ma Atene commissariata
LA SCHEDA - I punti dell'accordo salva-Atene
Salvataggio Grecia, ecco i contenuti dell'accordo
Grecia salvata dai privati (e Bce).
Grecia: anche Bce partecipa ad aiuti
Grecia:haircut nominale privati 53,5%
Federazione Russa. L’oligarca inoffensivo: chi è Mikhail Prokhorov



L'UNIONE SARDA - Economia: «Agea ci deve 65 milioni di euro»
21.02.2012
Coldiretti denuncia le lentezze burocratiche dell'agenzia che gestisce i fondi Ue
Il mondo delle campagne contro Agea. L'agenzia nazionale che si occupa dei fondi comunitari per l'agricoltura non sblocca 65 milioni di euro destinati alle imprese sarde. E Coldiretti protesta, denunciando la situazione e dicendosi pronta a manifestare contro Agea, per difendere le circa 1.500 imprese finite nelle pastoie burocratiche legate ai ritardi dell'agenzia nazionale. IL RUOLO DI AGEA «Agea è l'organismo pagatore nazionale, ossia il soggetto individuato dallo Stato per erogare i fondi della Politica agricola comunitaria alle imprese», spiega Coldiretti in una nota. La Pac si estrinseca in una serie di azioni poste in essere dall'Unione europea per accompagnare le imprese agricole nelle sfide del mercato, in tempi di globalizzazione. «Sono risorse indispensabili per sostenere le imprese, in particolar modo in questo momento di crisi internazionale», osservano ancora i vertici di Coldiretti. Che poi denuncia: «Agea sembra non vivere la contingenza, e continua ad operare con meccanismi burocratici che ritardano l'erogazione dei fondi mettendo in difficoltà l'intero settore agricolo nazionale e, quindi, anche quello isolano». LE REAZIONI «La lentezza di Agea non è più accettabile», attacca Marco Scalas, presidente di Coldiretti Sardegna, «siamo di fronte a uno Stato a due facce: inflessibile quando deve chiedere con Equitalia, lento e insolvente quando deve dare con Agea. Le aziende agricole vogliono fare la loro parte, sostenendo il Pil e contribuendo al risanamento dei conti dello Stato, ma le lentezze burocratiche di Agea rischiano di decretare la chiusura delle nostre imprese». Nel calderone dei pagamenti bloccati, denuncia poi Luca Saba, direttore di Coldiretti Sardegna, «vi sono anche quelli destinati dal Piano di sviluppo rurale all'agricoltura biologica: è insostenibile che i nostri imprenditori agricoli investano sforzi e denari in forme di agricoltura ecosostenibile, e poi non ricevano il giusto sostegno. Le aziende sono ormai al tracollo e i ritardi nell'erogazione dei fondi comunitari rischiano di decretarne la chiusura». LA MANIFESTAZIONE I vertici di Coldiretti minacciano dunque di andare, già dalla prossima settimana, davanti ai palazzi di Agea per chiedere quanto dovuto alle aziende. «E ci aspettiamo risposte precise: dallo sblocco dei fondi comunitari dipende il futuro dell'intera agricoltura sarda», concludono Scalas e Saba.

Grecia, ma la strada è ancora in salita
Beda Romano
BRUXELLES – Dopo 13 ore di negoziati i governi della zona euro hanno dato questa mattina all'alba il via libera per un nuovo piano di aiuti alla Grecia. L'accordo a 17 è giunto grazie a un maggiore contributo dei creditori privati nella ristrutturazione del debito pubblico greco, accettando di assumersi una perdita del 53,5%, più elevata del previsto, sulle obbligazioni greche attualmente in circolazione.
L'operazione deve ora passare al vaglio dei mercati finanziari e dei parlamenti nazionali. In questo momento, e mentre l'accordo è allo studio degli investitori finanziari e degli esperti giuridici, la partita appare tutta in salita. Non è chiaro se i nuovi termini della ristrutturazione del debito possano essere ritenuti volontari dagli investitori, evitando di far scattare il fallimento sovrano.
«Abbiamo raggiunto un'intesa di lungo respiro su un nuovo programma per la Grecia che comporterà una riduzione significativa del debito pubblico greco – ha dichiarato in una conferenza stampa questa mattina il presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker – L'obiettivo è di assicurare il futuro della Grecia nella zona euro».
Un rapporto della Troika, distribuito ai governi della zona euro nei giorni scorsi, ha rivelato agli stati membri della zona euro che il debito greco sarebbe sceso al 129% del prodotto interno nel 2020, secondo lo scenario economico più realista. L'obiettivo dei governi era di portare il passivo al 120% del Pil attraverso una impegnativa ristrutturazione del debito e naturalmente un risanamento del bilancio.
Nelle trattative di questa notte i ministri dell'Eurogruppo sono stati costretti a trovare un modo per ridurre ulteriormente il debito al 120% del Pil, l'unico modo per assicurarsi la partecipazione del Fondo monetario internazionale nel pacchetto di aiuti da 130 miliardi di euro. Risultato: è stata riaperta l'intesa con le banche creditrici.
Dopo negoziati-maratona, gli istituti creditizi hanno deciso di sobbarcarsi una perdita del 53,5% sul valore facciale delle obbligazioni, anziché del 50%. Secondo Barclays Capital l'operazione così strutturata potrebbe far scattare i CDS, i contract default swaps, i contratti che permettono agli investitori di coprirsi contro il pericolo di un'insolvenza.
Oltre a capire come si comporteranno i mercati - sui titoli greci ma anche sulle obbligazioni degli altri paesi della zona euro in difficoltà - i governi dovranno monitorare attentamente le prossime ratifiche nazionali. In Olanda, Finlandia e Germania, il nuovo pacchetto a favore della Grecia dovrà essere valutato anche dai parlamenti locali.
In questi paesi è cresciuta l'insofferenza nei confronti della classe politica del paese mediterraneo, ritenuta inaffidabile e bizantina. Prima della riunione-fiume di ieri il ministro delle Finanze olandese aveva dichiarato: «Sono personalmente favorevole a una Troika permanente ad Atene. Quando si guarda alle numerose derive di cui siamo stati testimoni in Grecia, una presenza permanente appare necessaria».
 21 Febbraio 2012

Crisi: altri 130 mld alla Grecia, ma Atene commissariata
Draghi,partiti sostengano impegni
21 febbraio, 09:40
(ANSAmed) - BRUXELLES, 21 FEB - La Grecia avra' altri 130 miliardi di euro di aiuti. Servono piu' di 12 ore di riunioni, bilaterali e accordi separati. Ma all'alba l'Eurogruppo da' il via libera che salva Atene dal fallimento. E di fatto la commissaria con una vigilanza stretta, ''permanente'' della troika Ue-Bce-Fmi. I nuovi 130 miliardi li sborseranno soprattutto gli stati membri dell'Eurozona, che sperano in un ''significativo contributo'' del Fmi. Quanto significativo, la direttrice Christine Lagarde lo decidera' a marzo. Con i 110 miliardi gia' sborsati con il primo programma del 2010, la cifra totale sale a 240 miliardi di 'denaro fresco' e nella somma non c'e' lo 'sconto' che i privati - ovvero le banche creditrici - hanno finito per concordare (pari al 53,5% del valore nominale dei bond nelle loro mani) ne' gli impegni di Bce e Banche centrali nazionali rispettivamente per cedere i profitti dei bond in portafoglio e alleggerire gli interessi sui debiti correnti.
 Per Mario Draghi ''e' un accordo molto buono''. Per Mario Monti e' la prova che ''l'Europa e' anche in grado di funzionare''. Ma il presidente della Bce ha sottolineato i due aspetti politicamente piu' sensibili: i partiti greci dovranno dare sostegno agli impegni presi stanotte dal primo ministro Lucas Papademos e dal ministro delle Finanze Evangelos Venizelos e la messa in atto del programma dovra essere ''correttamente monitorata''. La troika Ue-Bce-Fmi, che negli ultimi due anni andava a controllare la situazione con missioni ogni tre mesi, sara' ad Atene in permanenza.
 Di fatto e' una vittoria dei 'falchi' del nordeuropa, che non si fidavano piu' delle promesse della politica greca. La Germania che aveva parlato per prima della necessita' di un 'commissariamento' di Atene, nelle settimane scorse aveva ammorbidito i toni. Ma e' stata l'Olanda a fare la faccia feroce fino all'ultimo, con il ministro De Jager che ha chiesto la troika permanente entrando in riunione e alla fine l'ha ottenuta.
 Il timore e' che gli impegni presi dal governo Venizelos, sostenuto dai socialisti del Pasok e dai conservatori di Nuova Democrazia, possano venire disattesi dal governo che uscira' dopo le elezioni del prossimo aprile. Ma l'Eurogruppo ha preso le contromisure: l'erogazione del nuovo piano di aiuti avverra' in due anni, fino al 2014.
 Con tutti i 'se' ed i 'ma' del caso il nuovo accordo ''garantisce che la Grecia restera' nell'euro'', secondo il presidente dell'Eurogruppo Jean Claude Juncker. Ed i due 'superMario' dell'Eurozona si congratulano per la tenuta. Draghi parla di ''accordo molto buono'' e da' atto, da una parte al governo di Venizelos di essere stato capace di ''garantire le azioni necessarie per ripristinare crescita e stabilita''', dall'altra agli eurogoverni di aver deciso di aiutare la Grecia ''aiutare la Grecia a tornare sul cammino della crescita e della creazione di posti di lavoro''. Monti saluta l'accordo come un ''bel risultato per Grecia ed Eurozona''. ''E per i mercati, speriamo''. Ma l'impennata dell'euro sui mercati asiatici e' il primo segnale positivo nell'alba di Bruxelles. (ANSA)

LA SCHEDA - I punti dell'accordo salva-Atene
Da haircut privati a partecipazione di Bce e banche nazionali
21 febbraio, 08:12
BRUXELLES - L'accordo per assicurare la sostenibilita' del debito greco parte dal presupposto che la Grecia consolidi i conti e torni ad un avanzo primario nel 2013, faccia le privatizzazioni e applichi le riforme della troika. Di seguito i punti principali dell'accordo che ha dato il via libera ai 130 miliardi di euro di aiuti.
DEBITO GIU' CON NUOVI AIUTI. Con la contribuzione del settore privato e pubblico il rapporto debito/pil della Grecia, oggi al 160%, arrivera' al 120,5% nel 2020, ovvero una soglia giudicata ''sostenibile'' che sblocca gli aiuti. I 130 miliardi di euro saranno versati entro il 2014, e saranno distribuiti tramite l'Efsf, in attesa che il Fmi decida a marzo sulla sua parte che l'Eurozona spera sara' significativa.
TROIKA PERMANENTE AD ATENE. E' essenziale, per l'Eurozona, che la Grecia sia monitorata ed assistita a livello tecnico durante tutto lo svolgimento del programma di tagli e riforme, per questo Ue-Bce-Fmi si installeranno in modo permanente nel Paese. Inoltre, per essere sicuri che Atene non sia insolvente sulle sue future emissioni, mettera' gli interessi su un conto bloccato monitorato sempre dalla troika.
BCE, FMI E BANCHE NAZIONALI. Anche la Banca centrale partecipera' al piano di aiuti distribuendo alle banche centrali nazionali i profitti sui bond greci nel suo portafoglio, a loro volta le banche centrali li verseranno agli Stati dell'Eurozona che hanno acconsentito a versarli alla Grecia nell'ambito del piano di riduzione del suo debito. E anche le stesse banche centrali che detengono bond greci rinunceranno fino al 2020 ai profitti, per cederli alla Grecia ed alleviare il suo debito dell'1,8%.
HAIRCUT DEI PRIVATI. L'accordo con i privati (Psi) prevede un 'haircut' o taglio nominale del 53,5% sui titoli in portafoglio, che saranno scambiati (swap) con titoli a piu' lunga scadenza e che avranno una cedola del 3% fino al 2014, 3,75% fino al 2020 e 4,3% dopo il 2020. Lo swap dei titoli partira' nelle prossime settimane, e' volontario, ma l'Eurozona si aspetta una partecipazione vicina al 90%.
ANCHE STATI PARTECIPANO A PERDITE. Gli Stati dell'Eurozona hanno acconsentito ad abbassare in modo retroattivo gli interessi sui prestiti concessi ad Atene nel 2010, nell'ambito del primo programma. Questa mossa consentira' di ottenere 1,4 miliardi di euro che andranno a tagliare il debito ellenico del 2,8%.

Salvataggio Grecia, ecco i contenuti dell'accordo
Ecco i principali contenuti dell'accordo raggiunto dall'Eurogruppo per il secondo pacchetti di aiuti alla Grecia: si tratta della più grande ristrutturazione del debito sovrano greco, disegnata con l'obiettivo di evitare il collasso economico e il contagio dell'Eurozona.
Creditori privati: haircut del 53,5%
Gli investitori privati rinunceranno al 53,5% del loro credito: il nuovo credito sarà emesso con nuovi titoli di stato greci. Il valore nominale della perdita che sarà registrata dagli investitori privati è di circa 205 miliardi di euro di debito greco.
La ristrutturazione del debito
Il 31,5% delle obbligazioni (quota capitale) sarà sostituito da 20 nuovi titoli di stato greci, con scadenze da 11 a 30 anni. Il resto sarà convertito in titoli a breve scadenza emessi dalla Efsf. I nuovi titoli saranno regolati dalla legge inglese.
Rendimenti dal 2% al 4,3%
Il rendimento dei nuovi titoli di stato è stata fissata al 2%, con una cedola che scadrà a febbraio 2015. Per i successivi cinque anni la cedola sarà del 3%. Si arriverà al 4,3% per scadenze al 2042.
La ristrutturazione delle banche
Le quattro maggiori banche nazionali sono i più grandi creditori privati del paese, con quasi 29 miliardi di euro di esposizione. Fino a oggi hanno registrato perdite per soli 4,3 miliardi di euro, stando ai dati iscritti a bilancio. La National Bank of Greece, la più grande banca della nazione, detiene ancora 12,3 miliardi di euro di debito sovrano del paese. Secondo quanto previsto dall'accordo, parte dei fondi del pacchetto di salvataggio è destinata alla ricapitalizzazione degli istituti di credito del paese.
Un piano da 130 miliardi di euro
La dote per il piano di salvataggio è di 130 miliardi di euro (173 miliardi di dollari). La somma contribuirà a ridurre l'onere del debito greco: l'obiettivo è portare il debito al 120,5% del Pil entro il 2020.
L'analisi di sostenibilità del debito
Secondo l'analisi della Ue e dell'Fmi, nel 2012 l'economia greca si contrarrà tra il 4,3% e il 4,8%. Lo scenario mostra che nel 2013 ci sarà il picco del debito al 168% del Pil. L'economia non tornerà a crescere fino al 2014.
 21 febbraio 2012

Grecia salvata dai privati (e Bce).
L'incognita del voto anticipato ad aprile che potrebbe dilapidare i frutti dell'acordo
La Grecia è salva (per ora) ma grazie a nuovi sacrifici degli investitori privati e della rinuncia dei profitti della Bce che faranno scendere i tassi del primo prestito da 110 miliardi di euro. La perdita di valore netto sui bond ellenici da scambiare con i nuovi bond a 30 anni dovrebbe salire a circa il 75%.
E' questa la concessione concordata nella notte tra Eurogruppo e i vertici dell'Institute of International Finance guidato da Charles Dallara del direttore esecutivo dell'IIF, del consigliere Jean Lemierre di BNP Paribas e del presidente IIF Joseph Ackerman di Deutsche Bank. Il taglio del valore nominale dei titoli sale dal 50% al 53,5%. Complessivamente il contributo dei privati dovrebbe arrivare, secondo fonti europee, a 2,8 miliardi di euro in più.
L'accordo negoziato tra Eurogruppo e IIF permetterà la cancellazione non più di 100 ma di 107 miliardi di debito greco. Lo ha indicato Frank Vogl, portavoce dell'Institute of international Finance in un comunicato diffuso in mattinata.
In questo quadro la Bce rinuncia ai profitti sui bond greci acquistati sul mercato secondario a prezzo scontatato negli ultimi mesi passandoli alle rispettive banche centrali che lo devolveranno agli stati che taglieranni gli interessi del primo prestito da 110 miliardi deciso nel maggio 2010.
In cambio però Atene dovrà diventare più "tedesca" inserendo nella costituzione (Syntagma in greco, come la piazza omonima davanti al Parlamento di Atene) una norma che privilegia il pagamento dei debiti prima di altre spese, compresi stipendi e pensioni.
SOVRANITA' LIMITATA. Il governo greco sarà inoltre sottoposto a un controllo della Troika ancora più rigoroso e continuo delle scelte di politica di bilancio ed economica. E' questo il prezzo politico del secondo prestito di 130 miliardi. La Commissione europea rafforzerà la propria missione ad Atene attraverso "una presenza permanente sul terreno", é scritto nella dichiarazione dell'Eurogruppo.
Ora con gli ultimi sondaggi in Grecia che vedono il partito conservatore Nea Dimokratia al 19% dei voti e il socialista Pasok al 13%, i due maggiori partiti storici greci hanno appena 1/3 dell'elettorato: è la fine del bipartismo dinastico greco, con possibili vittorie della sinistra radicale o di nazionalisti estremi, entrambi euroscettici e con con accenti populisti. Un rinvio elettorale previsto a aprile sarebbe la soluzione più opportuna per evitare di dilapidare i frutti dell'accordo appena raggiunto a Bruxelles.
 21 febbraio 2012

Grecia: anche Bce partecipa ad aiuti
Cedera' a banche nazionali profitti su bond greci in portafoglio
21 febbraio, 10:52
(ANSA) - ROMA, 21 FEB - La Bce partecipera' al piano di aiuti per la Grecia distribuendo alle banche centrali nazionali i profitti sui bond greci nel suo portafoglio, a loro volta le banche centrali li verseranno agli Stati dell'Eurozona che hanno acconsentito a versarli alla Grecia nell'ambito del piano di riduzione del suo debito: è quanto si legge nelle conclusioni dell'Eurogruppo.

Grecia:haircut nominale privati 53,5%
Eurogruppo si attende alta adesione a piano scambio debito greco
21 febbraio, 11:47
(ANSA) - ROMA, 21 FEB - L'accordo con i creditori privati della Grecia (Psi) prevede ''un haircut nominale del 53,5%''. E' scritto nella dichiarazione finale del consiglio dei ministri finanziari dell'Eurozona che ''considerano tale accordo una base appropriata per lanciare l'invito allo scambio dei bond del governo greco''". Il Psi e'''condizione necessaria'' e l'Eurogruppo si ''attende un'alta partecipazione dei creditori privati'' definita ''significativo contributo'' alla sostenibilita' del debito greco.

Federazione Russa. L’oligarca inoffensivo: chi è Mikhail Prokhorov
di Fabrizio Maronta
Un profilo del candidato indipendente cresciuto all'ombra di Eltsin e oggi terzo uomo più ricco di Russia.
È un candidato indipendente.
Nasce a Mosca nel 1965; nel 1989 si laurea alla Scuola statale di finanze della capitale. Da quell’anno e fino al 1992, lavora come manager alla Banca internazionale per la cooperazione economica, per poi ricoprire brevemente la carica di capo del consiglio direttivo della International Finance Company (organismo della Banca mondiale).
Nel 1995, a soli 30 anni, Prokhorov – sotto l’ala protettiva di Boris Eltsin — sovrintende con il vice primo ministro Vladimir Potanin all’acquisizione della Nirilsk Nickel da parte di Uneximbank, di cui lo stesso Prokhorov diviene direttore. A questo periodo risale l’accumulo dell’ingente fortuna personale del giovane moscovita, oggi il terzo uomo più ricco di Russia con un patrimonio personale stimato in 18 miliardi di dollari.
Nel 2007 Prokhorov separa le sue attività da quelle di Potanin e lancia il fondo d’investimento Onexim, attivo dapprima nel settore minerario e poi (dal 2008) anche in quello bancario e nelle nanotecnologie. Negli ultimi tre anni Prokhorov ha ulteriormente allargato i suoi interessi, che ora comprendono i mass media (il gruppo JV!, guidato dall’ex editore del Kommersant, Vladimir Jakovlev), l’edilizia e lo sport: principalmente pallacanestro (nel 2009 ha acquistato i New Jersey Nets, divenendo il primo proprietario non statunitense di una squadra dell’Nba), hockey e calcio.
Nel giugno 2011 Prokhorov ha assunto la leadership del partito Giusta causa, una formazione politica filo-imprenditoriale ufficialmente critica verso il duo Putin-Medvedev ma di fatto non antagonista al Cremlino. A settembre, in una mossa per accreditarsi come politico indipendente agli occhi dell’opinione pubblica, il magnate rassegna le dimissioni da Giusta causa accusando il partito di essere “manovrato dal Cremlino”, e a dicembre annuncia la sua candidatura alla presidenza.
Punti principali del programma: suddivisione in più società di Gazprom, agganciamento dell’età pensionabile al numero dei figli e introduzione dell’obbligo di visto per i lavoratori immigrati dell’Asia centrale.

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